Ciò di cui siamo fatti!

X Dragon - Cagnellone

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    Cos'è l'essere umano se non un insieme di piccole, microscopiche cellule che, tutte insieme, collaborano nel rendere possibile il miracolo della vita? Ma c'è qualcosa di più, ancora più in profondo, nel cuore di ognuna di queste cellule... Qui c'è quel qualcosa che contiene la vera essenza di noi stessi, il nostro essere.

    Nei meandri dei particolari edifici di Ishvar regnava spesso il silenzio ma di lì a poco l'agitazione l'avrebbe fatta da padrona. Un uomo dal lungo camice bianco era intento ad osservare con meticolosa attenzione i risultati di alcuni suoi esperimenti. Quel maledetto schermo continuava a dare risultati negativi di ogni simulazione fino a che, quasi come un fulmine a ciel sereno, una luce verde comparve insieme ad un sorriso smagliante sul volto del dottore.

    Ohh ci siamo!

    Scattò in piedi e corse alla porta iniziando a gridare nel corridoio, il momento tanto atteso era finalmente giunto ed ora non restava che passare alla pratica.

    PRESTO... AVVISATE RYUGA E PORTATE QUI IL SUO PRIGIONIERO!

    Tre individui in tutta fretta iniziarono a muoversi tra i corridoi a passo svelto, uno era diretto nelle stanze della Spada di Fury, mentre gli altri due nelle prigioni. Il dado era tratto e non restava che mettere insieme i pezzi mancanti per far si che, ancora una volta, l'essere umano potesse giocare a fare Dio.



    The_Dragon Cagnellone, a voi le belle cose. Narrate a vostro piacimento il come vi chiamano/trascinano e conducono al laboratorio. La descrizione di questo la lascio a Dragon visto che era già presente in sue pq. Per questo come per tutti gli altri post prendetevi il tempo che vi serve ed impegnatevi, sarà un evento semplice in un certo senso ma la qualità dei post decreterà come andrà a finire
     
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    L'ultima cosa che ricordavo era un grosso rospo. Curioso. Il luogo in cui mi trovavo al momento di questa storia non mi era chiaro, mi ero svegliato in una stanza buia, ammanettato a un muro con catene che mi bloccavano il chakra tramite particolari sigilli impressi al di sopra del metallo ghiacciato. Difficile dire da quanto mi trovassi in quel luogo, in bocca avevo sapore di cenere e polvere, mossi la lingua sul palato e sulle gengive alla disperata ricerca d'umidità ma non ve n'era la minima traccia. Schioccai con la lingua, annaspando mentre cercavo di mettermi in piedi. Ebbi uno svarione quando mi alzai, quindi mi appoggiai al muro per non cadere. La parete era sconnessa e tagliente, d'un cemento grezzo e friabile.

    Tsk! Tsk!


    Avanzai nelle tenebre che mi avvolgevano, ovviamente ci vedevo abbastanza bene, i miei occhi mi permettevano di vedere nella notte e il tempo che avevo passato la dentro non aveva fatto altro che aumentare la mia percezione. La poca luce che filtrava da sotto una porta bastava a illuminarmi tutta la stanza, laddove nessun altro sarebbe riuscito a vedere probabilmente. In ogni caso non c'era gran che da vedere. Anzi, non c'era niente! Dopo la porta vi era una parte di stanza con un tavolino vuoto, una sedia, una candela spenta e nient'altro.

    *Sdeng!* *Sta-tang!* *Cata-clunch!*

    Vani i tentativi di dimenarsi, la catena era fissata al muro e non v'era modo di liberarvisi. Tentai di strattonarla in ogni modo finché le braccia mi reggevano ma era incredibilmente spessa e pesante, e ogni mio tentativo mi apparve incredibilmente vano. Stremato tornai a sedermi poggiando il polsi tra le gambe e chinando la testa sul petto, sconfortato. I pensieri iniziavano ad affollare la mia mente, quando d'improvviso la porta si aprì, e venni abbagliato da una forte luce proveniente dall'esterno.

    Prendetelo!

    Edited by Cagnellone - 24/9/2020, 12:21
     
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    Un pallido sole si erse sul Paese della Speranza, paese ormai in rovina e sotto il controllo della più grande organizzazione criminale del mondo. Qui vi era di stanza l’intero esercito di Fury, tra cui un giovane, membro di uno dei più antichi e famosi dell’intera storia ninja, un giovane Senju che da poco si era unito a questo esercito.
    Il soffitto della camera era di un fine marmo multicolore, l’occhio di Ryuga ne seguiva le varie sfumature finendo per perdersi ogni volta in quel marasma di colori, stava annoiando. Disteso sul suo letto il giovane pensava alla sua vita a com’era cambiata in questi anni di solitudine e paura, come la sua strada avesse deviato in un nuovo ed assai insolito percorso, dove questa nuova strada lo aveva portato, ma ancor più alla noia mortale che ora stava provando. Chiuse gli occhi e respirò con tranquillità cercando di rilassarsi e scacciare quella noia, ma un lieve mal di testa fece capolino ricordandogli che era ancora lì in quel buco di stanza. Cosa fare, ormai le idee per ingannare il tempo scarseggiavano e quel mal di testa non presagiva nulla di buono, magari doveva semplicemente girarsi dall’altra parte e dormire recuperando le forze.


    ”Che palle! Qui è pieno di gente interessante ma non c’è un cavolo da fare!”

    Effettivamente stare lì era noioso avvolte, per questo aveva fatto dei lunghi viaggi negli ultimi tempi, per trovare emozioni nuove che lo facessero sentire vivo. Il suo pensiero passò al suo prigioniero, chiuso in una cella da solo e sicuramente molto più annoiato di lui. A quel pensiero un sorriso divertito si accese sul volto del giovane.
    Tock... tock...
    Finalmente quel silenzio fu rotto da qualcuno che bussava alla porta della sua stanza.


    - Chi è?

    Una voce maschile fece capolino da dietro la massiccia porta.

    - Sono Thomas signor Ryuga, mi manda il Dottor Mortimer è ora!

    Quelle parole furono come manna dal cielo per il giovane, subito scattò in piedi attraversò di corsa la stanza spalancando di colpo la porta, davanti a lui stava un uomo di grossa stazza.

    - Che stiamo aspettando? Andiamo!

    Senza aspettare una risposta dell’omone Ryuga partì in quarta verso la clinica, quella noiosa giornata era appena diventata la più fantastica e interessante della sua intera vita.
    La strada che separava la sua nuova casa dalla clinica era molta, ma in quel momento fu molto più breve, la raggiunse dopo solo qualche minuto, spalancata di colpo la porta entrò di corse nello stabile.


    - Da questa parte!

    L’omone che era con lui gli indicava la direzione da prendere mentre aspettava che lo seguisse, Ryuga si stupì che fosse riuscito a stare al passo con lui vista la sua stazza, ma in fin dei conti sapeva che tutti gli uomini di Fury erano persone fuori dal comune, per cui si apprestò a seguirlo.

    - È tutto pronto per l’intervento.

    Percorsero diversi corridoi di quella clinica, prima di fermarsi davanti ad una porta con su scritto “Sala operatoria 1”.
    In quel momento Ryuga deglutì, la tensione stava prendendo il sopravvento in lui, in fin dei conti sapeva che quello era un intervento pericoloso, per cui stava per mettere in gioco la sua stessa vita.


    - E allora giochiamo!



    Ryuga Senju

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    Ryuga ed Azibo... Due individui che per puro caso avevano incrociato i loro cammini, erano finiti per reincontrarsi. Destino? Caso? Fortuna? Sfortuna? L'unica cosa certa era che ben presto le vite di entrambi sarebbero mutate radicalmente... O finite... Solo le prossime ore avrebbero potuto dirci cosa ne sarebbe stato dei due, diretti all'unisono nella fatiscente clinica, organizzata alla bene e meglio, ma nonostante tutto con tutte le attrezzature necessarie a portare a termine l'ardue compito.

    Il primo a giungere fu Ryuga e, varcando la soglia, non potè che restare sorpreso di vedere il medico che ormai poteva dire di conoscere abbastanza bene, in un atteggiamento completamente diverso dal solito, sembrava quasi un'altra persona e, se non fosse stato per la peculiare cicatrice sul suo volto, avrebbe potuto scambiarlo per un gemello.

    Oh Ryuga... Sei pronto? Oggi non c'è spazio per le stupidaggini... Hai ancora qualcosa da fare prima dell'intervento? Testamento o roba simile? Una volta fatta l'anestesia non sappiamo se ti risveglierai...

    Lo sguardo dell'uomo era serio e, dopo un attimo di silenzio, se Ryuga non avesse risposto, gli sarebbe stato indicata una coppia di lettini a poco più di un metro d distanza l'uno dall'altro e contornati da una miriade di strumenti chirurgici e macchinari dalla funzione ignota ai non addetti ai lavori. Fu proprio in quel momento che la porta si aprì nuovamente ed Azibo, spinto da due omaccioni, fece capolino nella stanza.

    Ed ecco il nostro secondo ospite... Tranquillo... Per te non sarà nulla di traumatico... L'equivalente di una donazione di sangue... O meglio due o tre per essere precisi, ma ti riprenderai... Anche se non so quanto possa essere un bene per te visto dove ti trovi...

    Al che, ad un cenno del medico, il prigioniero venne legato su uno dei due lettini mentre Ryuga avrebbe dovuto accomodarsi sull'altro.

    Bene... Ora fate entrambi la nanna signorini...

    Nel dire ciò ad entrambi fu inserita una flebo nel braccio, evidentemente con un potente anestetizzante al suo interno, tantè che in pochi istanti entrambi persero i sensi e vennero rapidamente intubati. Era giunto il grande momento.

    Verrà fuori un capolavoro!

    Esclamò sorridendo e mettendo un paio di guanti in lattice mentre osservava i due individui pronti ad essere sottoposti al suo trattamento.

    Solo una rapida informazione per cagnellone. Ad azibo è stata rimossa anche la protesi :quoto:

     
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    Due uomini fecero capolinea nella stanza, le loro ombre si allungarono nel fascio di luce che penetrò dalla porta, per poi accorciarsi mano a mano che si avvicinavano. Erano due energumeni, pezzi grossi da almeno un quintale l'uno, sembravano addestrati al combattimento e portavano numerose cicatrici su tutto il corpo. Uno dei due fece scattare la serratura della cella e apri la porta che cigolò sonoramente, quindi entrambi entrarono e mi si fecero incontro. Io mi alzai, preoccupato, sapevo che non avevo la minima possibilità di ribellarmi e potevo solo sperare che non avessero brutte intenzioni. Ignoravo il motivo per cui mi trovavo li, non sapevo dove mi trovavo ne cosa voleva questa gente da me. Immaginavo di essere finito nelle mani di qualche organizzazione criminale, tuttavia ignoravo quale potesse essere il mio ruolo nelle trame di queste persone.

    Prendilo, forza!

    No, prendilo tu!

    Ehi, avevamo detto che oggi toccava a me comandare!

    Uff!


    Non sembravano due cime, i loro movimenti erano leggermente goffi ora che erano vicini, le loro voci erano profonde ma erano voci che avresti associato a due grossi bambinoni. Mentre decidevano chi dei due avrebbe dovuto slegarmi si diedero una spinta ciascuno sulla spalla, come in una specie di stupido litigio infantile. Eppure, nonostante i modi bambineschi, davano l'idea di essere due tipi molto pericolosi. Alla fine quello più alto cedette e mi si fece incontro, tramite un'altra chiave aprì alcuni dei lucchetti delle catene che mi opprimevano, e una parte di queste cadde al suolo, dandomi modo di allontanarmi dal muro a cui ero costretto. Con una spinta venni allontanato dal mio angolino.

    Dove mi state portando?

    I due non risposero. Ridevano bofonchiando tra loro. Mi sentivo agitato, continuai a chiedere informazioni ma i due finirono col prendermi in giro, evitando puntualmente di rispondermi e spintonandomi verso la porta principale della stanza. Ormai ero al varco e mi ero scaldato parecchio, e più mi arrabbiavo e più i due ridevano.

    ORA BASTA!

    Una voce alle mie spalle mi gelò il sangue nelle vene. Lo stesso effetto ebbe sui due omoni, che di colpo si fecero seri. Mi voltai, un terzo uomo aspettava alla porta, un tizio alto e magro, con la faccia lunga e gli occhiali rotondi e sottili, vestito di tutto punto con un completo blu, una camicia bianca e la cravatta rossa. La sua personalità era tale da opprimere le altre, di fatto non riuscii a aprire più bocca. Non mi restava che aspettare la mia sorte.

    Fui condotto attraverso un corridoio e sopra a una rampa di scale, dalla poca illuminazione pensai di trovarmi in un sotterraneo, ma non riuscii a capire null'altro su quel posto. Una volta salita la rampa di scale camminammo per un altro corridoio fino a giungere a una porta. Sentivo delle voci discutere dall'altro lato. Quando questa si aprì, venni introdotto in una specie di laboratorio, vi erano provette e macchinari, strumenti e altri oggetti. Vi erano due persone all'interno, un tizio col camice e la faccia segnata da una vistosa cicatrice mi rivolse la parola.

    Ed ecco il nostro secondo ospite... Tranquillo... Per te non sarà nulla di traumatico... L'equivalente di una donazione di sangue... O meglio due o tre per essere precisi, ma ti riprenderai... Anche se non so quanto possa essere un bene per te visto dove ti trovi...

    Non capii di cosa stesse parlando, soprattutto perchè la mia attenzione si focalizzò sul secondo personaggio presente nella stanza, il quale avevo visto poco tempo prima. Era coinvolto nella mia stessa missione, e finalmente tutto mi fu chiaro. Era stato lui a rapirmi. Qualche ricordo mi tornò alla mente, e tentai di far luce sulla faccenda rivolgendogli alcune domande.

    Ehi, tu! Si può sapere che razza di storia è questa! DOVE MI TROVO!? CHE CI FACCIO QUI!?

    Ero molto nervoso, urlavo e mi dimenavo, tanto che uno dei due uomini che mi tenevano per un braccio mi colpi sulla testa, rintronandomi e mettendomi a tacere. Ero confuso, venni condotto a una sedia, legato in modo che non potessi muovermi e infine collegato a una flebo tramite un ago. Quello che doveva essere un medico si chinò su di me, sentii la puntura di un ago sull'unico braccio disponibile, poi il volto di quell'uomo iniziò ad annebbiarsi. Mi addormentai...
     
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    Il tempo era giunto, ora non si poteva più tornare indietro, le scelte erano state fatte, i destini erano stati scritti, ora stava solamente alla vita leggerli.
    Ryuga entrò dentro la stanza, si trovò davanti un luogo pieno di attrezzature per l’operazione che di lì a poco lo avrebbe coinvolto e ne rimase sinceramente colpito da come l’avevano sistemata. Ad accoglierlo fu la voce del suo “amico” dottore, Mortimer.


    - Oh Ryuga... Sei pronto? Oggi non c'è spazio per le stupidaggini... Hai ancora qualcosa da fare prima dell'intervento? Testamento o roba simile? Una volta fatta l'anestesia non sappiamo se ti risveglierai...

    A primo avviso questa frase poteva sembrare una battuta, ma il volto e l’atteggiamento di Mortimer lasciavano poco spazio alla fantasia. Il dottore era visibilmente teso e serio, cosa che poco lo caratterizzava, Ryuga infatti aveva conosciuto il suo vero carattere, ma molto probabilmente la serietà e la complessità di quella operazione lo aveva costretto ad adottare l’altro lato della medaglia del suo essere. Eppure tutto questo non importò minimamente al giovane che, quasi come fosse paralizzato, continuava a riflettere sulle parole che il dottore aveva appena pronunciato. Rischiava di morire, ma questo lo sapeva benissimo, come ben si sa chi non risica non rosica e questa filosofia li aveva già fatto superare questa paura. Quello che aveva colpito il giovane era l’idea che fosse solo al mondo, testamento a chi? Non aveva nessuno. Cose da fare? Persone da avvisare? Nessuna risposta pure qui, visto che non aveva nessuno con cui fare qualcosa e nessuno da dover avvisare. Era solo.
    Improvvisamente si riscosse e rispose al dottore.


    - Ormai è tardi per tornare indietro Mortimer, so che questa operazione sarà come una roulette russa, ma comunque sono pronto! Sto mettendo in gioco la mia vita, ma poco mi importa e se mai non dovessi svegliarmi puoi tenerti pure il mio corpo per i tuoi esperimenti...

    Fece qualche passo verso il centro della stanza.

    - Ecco il mio testamento...

    In fin dei conti una volta morto non gli sarebbe importato assolutamente niente di cosa avrebbero fatto con il suo corpo, per cui lasciarlo a lui non gli faceva né caldo né freddo.
    Mortimer sorrise alle parole di Ryuga e gli indicò due lettini, sicuramente uno dei due era per lui e l’altro era facile capire a chi sarebbe appartenuto. Azibo.
    In quello stesso momento, neanche a farlo apposta, si aprì nuovamente la porta e, nientemeno che, un malconcio Azibo entrò nella stanza spinto da altri gorilla. Azibo sembrava spaesato, forse pensava di essere condotto in qualche sala di torture e invece si ritrovava li difronte a loro.


    - Ed ecco il nostro secondo ospite... Tranquillo... Per te non sarà nulla di traumatico... L'equivalente di una donazione di sangue... O meglio due o tre per essere precisi, ma ti riprenderai... Anche se non so quanto possa essere un bene per te visto dove ti trovi...

    A quelle parole l’espressione di Azibo sembrò essere ancora più confusa, ma cambiò drasticamente quando il suo sguardo incrociò quello di Ryuga e subito fu chiaro quello che sarebbe successo.

    - Ehi, tu! Si può sapere che razza di storia è questa! DOVE MI TROVO!? CHE CI FACCIO QUI!?

    Dal tomo di voce quasi urlato fu chiaro che la confusione era passata lasciando ad altre emozioni.
    Ad un cenno del dottore Azibo fu condotto a forza su uno dei lettini e tramortito con una bella botta in testa, tutto questo accompagnato da un sorriso divertito del mukenin. Ryuga si aspettava una reazione del genere dal suo prigioniero, in fin dei conti la parola stessa lo implicava. Il dottore e il mukenin si guardarono divertiti e l’ultimo andò a distendersi sul lettino, pronto per quello che lo attendeva. Sul braccio destro gli fu inserita una flebo con uno strano liquido trasparente e nel giro di qualche istante il suo corpo si fece sempre più pesante e gli occhi si chiusero facendolo sprofondare in un sonno senza sogni. Era giunto il tempo, lo show poteva cominciare.




    Ryuga Senju

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    I due caddero in quel sonno profondo abbastanza rapidamente ed il medico si ingegnò immediatamente nel collegare ai due corpi svariati elettrodi per monitorare i segni vitali dei "pazienti". La fase preparatoria durò circa altri dieci minuti e poi, anche per Mortimer, giunse il momento di dare il via alla parte complicata. Per prima cosa chiamò le due infermiere che attendevano nell'altra stanza e subito presero diversi strumenti necessari all'operazione.

    Bisturi!

    Disse con tono tranquillo ma perentorio ed una delle due porse prontamente la piccola ed affilata lama mentre la seconda stava già prendendo pinza e tampone in una mano ed aspiratore nell'altra. Mortimer, compiaciuto, si avvicinò ad Azibo ed incise un profondo taglio sul fianco destro, poco sotto le ultime coste, il solco arrivò quasi fino al bacino e da lì sarebbero state estratte le cellule alla base della vita stessa, le staminali. Quello era infatti il metodo meno rischioso per portare a compimento quel tipo di intervento. Il processo fu molto lungo e delicato e, dopo svariate ore, durante le quali una delle due infermiere iniziò ad incidere dei tagli in diversi punti del corpo di Ryuga, il medico stava per accingersi a passare alla seconda fare del processo: l'innesto.

    Voi iniziate a ricucire il donatore...

    Senza prestare poi attenzione al resto, l'uomo concentrò tutte le sue attenzioni su ciò che stava per fare. Il minimo errore sarebbe potuto essere fatale ma lui era sicuro di se. Le sue mani ferme sembravano fluttuare nell'aria come se dipingessero un'opera destinata a divenire famosa nei secoli a venire, e forse sarebbe stato così. Dalle zone in cui erano state fatte le incisioni, Mortimer prelevò dei campioni di tessuto non indifferenti e, spostandosi davanti alla grande macchina distante solo pochi passi dai due letti, inserì nei due oblò, simili a piccoli fornetti, uno di quei campioni e parte delle cellule staminali raccolte. Avviando il processo, si iniziò a sentire un leggero rumore sempre crescente che terminò in pochi minuti, a quel punto il medico estrasse una sostanza tissutale da un terzo oblò e subito si apprestò ad innestarla in una delle zone da cui erano stati i campioni di Ryuga. Il processo si ripetè diverse volte e, mentre l'uomo faceva il lavoro di innesto, una delle due infermiere si dedicò a ricucire il mukenin. Era ormai quasi sera quando l'ultimo punto di sutura venne messo sul corpo di Ryuga, l'intervento era terminato e tutto sembrava essere andato per il meglio, ma ancora nulla era certo. Solo i prossimi giorni avrebbero potuto dire come sarebbero andate le cose.

    *SBAMMMMM*

    Nell'attimo di tranquillità in cui i tre addetti all'operazione stavano tirando un sospiro di sollievo e stavano distendendo i nervi, lasciando che i due pazienti continuassero a riposare, ancora collegati agli elettrodi che li monitoravano, la porta si spalancò violentemente ed un uomo alto e dal fisico assurdamente scolpito si catapultò nella sala operatoria.

    MA CHE CAZZO SUCCEDE?!

    Il tono di Mortimer ed i suoi modi si rivelarono decisamente iracondi e sconvolti, era assurdo che qualcuno facesse una cosa del genere durante una sua operazione, se fosse arrivato poco prima avrebbe potuto rovinare il suo capolavoro e, di conseguenza causare la morte del paziente. Si, l'ordine di priorità era discutibile, ma si sa, i geni sono folli e Mortimer lo era di certo.

    Yuuuuzuuuuuuu!

    Il biondo gridò con ira il nome di una delle due infermiere mentre l'altra tentava di fermarlo ma senza successo, venne infatti colpita violentemente con uno schiaffo e tramortita. Mortimer intanto, sempre pronto a tutto, afferrò due siringhe poste su un carrellino vicino ai due pazienti e le piantò nel torace dei due iniettandone il contenuto: Adrenalina pura. Estrasse le siringe e gettandole via si frappose tra l'uomo e Yuzu palesemente terrorizzata. Sie Ryuga che Azibo si sarebbero quindi risvegliati di soprassalto, con il battito a mille e senza avere idea di cosa stesse accadendo.

    Ed ora un pò di pepe :hehe: Siete iperattivi ma con 1/3 dei vostri parametri di Stamine e Resistenza. I parametri naturali sono dimezzati. A voi :kerberotte:
     
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    Gli occhi si spalancarono improvvisamente mentre una sensazione simile ad una scarica elettrica attraversava l’intero corpo di Ryuga e il cuore galoppava all’impazzata. La sensazione di intontimento che ci si sarebbe aspettati dopo un anestesista come quella appena subita non colse minimamente il giovane, ma al suo posto vi era una scarica di energia e lucidità che aveva in se qualcosa di strano.
    Ryuga si alzò di scatto sul lettino e si guardò attorno, non si accorse minimamente dei punti che tiravano sul suo corpo, ma la sua attenzione si focalizzo su quello che stava accadendo nella stanza. Un uomo mai visto prima era nella stanza con il dottore piazzato davanti con uno sguardo serio in corpo, era palese che stesse proteggendo la ragazza dietro di lui, mentre un’altra ragazza giaceva sul pavimento. Era chiaro che cosa stesse succedendo, ma non il motivo di tale scompiglio, però la scarica di adrenalina nel corpo di Ryuga gli permise di alzarsi in piedi e, senza pensarci due volte, di cercare di intervenire componendo una serie lunghissima di sigilli e, allungando il braccio destro davanti a se, provò a bloccare il biondino creando di pali di legno che lo avrebbero avvolto come un salame se fossero riusciti a prenderlo, mentre quasi contemporaneamente dal suo corpo si sarebbero generate due copie lignee che avrebbero preso posto una al fianco di Mortimer a difesa della ragazza, mentre la seconda sarebbe rimasta al fianco di Ryuga pronta ad intervenire per supportarlo. Ryuga sapeva che per quanto non sentisse il dolore il suo corpo non era nelle condizioni per reggere un eventuale scontro, per cui doveva muoversi e mettere fine a questo caos.


    - Mortimer che cazzo sta succedendo qui???

    Si rese conto che anche Azibo era sveglio e reattivo come lui, come poteva essere?

    ”Ma che cazzo succede qui???”



    Ryuga Senju

    Resistenza: 300
    Stamina: 333-18-35=280

    Tecniche usate:
    - Moltiplicazione Legnosa del Corpo (Moku Bunshin no jutsu)(-35)
    - Tecnica della Grande Boscaglia (Daijurin no Jutsu)(-18)






     
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    Caddi in un sonno profondissimo, un limbo dentro al quale mi sembrò di restare per giorni. Sentivo delle voci lontane rimbombarmi nella testa mentre la mia mente viaggiava attraverso sogni colorati ed incredibilmente fittizi. Non sapevo nemmeno se mi sarei mai più svegliato, quella dimensione era incredibilmente profonda e sembrava non dover avere mai fine. Le droghe che mi erano state somministrate erano incredibilmente potenti.

    Yuuuuzuuuuuuu!

    Un'ultima voce lontana giunse alla mia mente, poi fu come essere gettato dentro a un vortice. Fui risucchiato violentemente dalla dimensione in cui mi trovavo, e di colpo fui catapultato di nuovo nel mondo reale.

    Oooough!!


    Aspirai una boccata d'aria profondissima, come se fossi stato senza respiro per molto tempo. Aprendo gli occhi vidi soffitto, sentivo gli occhi spalancati all'inverosimile, fui pervaso da un incredibile energia, la quale mi provoco uno spasmo corporeo talmente forte da spezzare le catene che mi imprigionavano. Mi misi seduto in preda all'agitazione, in pochi secondi ero sudato marcio e avevo il fiatone. Sentivo scorrermi dentro una strana energia, mi agitava e mi rendeva inquieto, a tal punto che nemmeno riuscii a collegare subito dove mi trovavo e cosa stava succedendo. Poi vi ragionai.

    Mh...

    La stanza era nel caos più totale, un uomo dai capelli biondi era piombato nella stanza sfondando la porta, e ora fronteggiava il resto delle persone nella stanza. In me la voglia di provare a far qualcosa era tanta, ma cercai di resistere ancora un minimo per capire come si sarebbe evoluta la faccenda...
     
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    Caos, agitazione, mente poco lucida e senso di perenne agitazione. In questo modo i due ragazzi si risvegliarono da quella delicata operazione e ciò avrebbe certamente sortito effetti ben visibili sul loro fisico, Mortimer non poteva però evitarle di indurre quel brusco risveglio; se la situazione fosse degenerata ed i due fossero stati coinvolti, gli sarebbe potuta andare peggio.

    Riaprendo gli occhi e trovandosi in quel frangente, i due ebbero reazioni diametralmente opposte. Azibo, si rivelò abbastanza riflessivo e cerco di non essere avventato come avrebbe voluto, anche a causa della quantità di adrenalina che aveva ancora in circolo. Fu forse proprio a causa di quella sostanza che invece Ryuga non si fece pregare troppo e tentò subito di intervenire, qualcosa però non funzionò come avrebbe dovuto; nessuna delle sue tecniche si innescò come avrebbe voluto, il chakra sembrava fluire in modo instabile ed i sensi iniziarono ad avere dei momenti di maggiore intensità causando anche dei pesanti giramenti di testa. Fu infatti mentre barcollava per un attimo che vide qualcosa di cui non capì bene il senso.

    Il biondo si scagliò contro Mortimer ma questi si prodigò in un rapido movimento delle braccia che sembrarono intente a parare il pugno in arrivo, ma questo si stoppò a metà strada dopo essere stato apparentemente sfiorato dalle mani del medico. Altri movimenti del mukenin si susseguirono rapidi e fluenti; le sue mani, apparentemente avvolte da un velo di chakra bluastro, attraversavano l'aria puntando a determinati punti precedentemente identificati, punti focali del corpo ben conosciuti dal Ninja. In men che non si dica l'uomo era paralizzato quasi completamente, solo la bocca sembrava non aver riportato limitazioni e lo dimostrò in breve.

    Maledetto me la pagherai... Liberami e ti distruggo! Te e quella traditrice!

    A quelle parole l'infermiera sussultò terrorizzata e scoppiò in lacrime

    No lasciami stare! Tu non devi più avere nulla a che fare con me!

    Mortimer, a questo punto, fece un rapido passo avanti, talmente tanto da non permettere ai presenti, pur sempre scombussolati ed incapaci di seguire con troppa attenzione l'azione, di identificare la natura di ciò che accadeva. Gli occhi dell'uomo si spalancarono e dopo qualche istante si accasciò al suolo privo di vita.

    Eri solo un idiota... Mi sono preoccupato tanto per nulla... Maledetta feccia...

    Voltò quindi lo sguardo verso Yuzu probabilmente per accertarsi delle sue condizioni che, nonostante lo spavento e le lacrime, erano pressocchè ottimali. Tornò quindi ad osservare i due pazienti, uno in piedi e l'altro ancora seduto ma pur sempre privo di vincoli fisici.

    Mi dispiace per il brusco risveglio... Cercate di fare respiri profondi per ristabilire il vostro battito accellerato... Notate stranezze?

    Si concentrò quindi su Ryuga

    Come ti senti? Il chakra come reagisce?

    Ed infine, dopo la risposta si voltò verso Azibo

    E tu? Non dovresti avere grossi problemi se non una certa spossatezza, non cercare di fare movimenti troppo bruschi... Peggioreresti solo la situazione... E non tentare di fare l'eroe ora che sei libero... Fai il bravo almeno fino a che non esci da qui dentro... Non voglio altri morti qui dentro, uno è anche troppo...

    La frase finale sembrò quasi un monito per Ryuga ed a quel punto si si dedicò alle sue due infermiere che iniziavano a riprendersi, una dallo shock e l'altra dalla perdita di sensi.



    Eh si era solo un intermezzo per movimentare un pò e vedere cosa mi combinavate xD Priorità ad Azibo in questo ultimo post e Ryuga chiude i battenti... Poi ci saranno le assegnazioni del caso, non rilassatevi perchè in base alla qualità anche di quest'ultimo post potranno esserci sorprese belle o brutte per entrambi
     
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    Il caos nella stanza era insopportabile, le voci dei presenti suonavano come tamburi nelle mie orecchie, i loro movimenti erano sfuocati, coi corpi che lasciavano una specie di scia ad ogni movimento. Sullo sfondo era tutto opaco, e le immagini dietro ai protagonisti apparivano sfuocate. Mi sembrava di essere ancora dentro a un sogno, eppure sapevo bene che quella era la realtà. Mi resi conto che stava ccadendo qualcosa di insolito e pensai di scappare, vi pensai più volte, ma mi resi conto di non essere assolutamente in grado di tentare un'impresa del genere. La porta era solo a qualche metro dalla mia posizione, ma troppe persone erano tra me e il mio obbiettivo, persone di cui non sapevo nulla, praticamente. Inoltre ero debilitato, scombussolato e scarico di energie, senza contare che non avevo la minima idea di dove questa mia fuga avrebbe potuto portarmi. Era una brutta situazione, e l'unica cosa che riuscii a fare fu stare a guardare, cercando di capirci qualcosa.

    Auh...

    Un feroce mal di testa mi spaccò il cranio di colpo, proprio quando l'uomo che aveva fatto irruzione nella stanza stava per attaccare. Di colpo le immagini si fecero sfuocate, vidi bianco e poi tutto nero, perdendo i sensi per qualche secondo. Per fortuna trovai un appoggio ed evitai di finire a terra. Poggiai le mani sulla faccia, sostenendola, e resistetti più volte all'impulso di vomitare. Quando quella spiacevole sensazione svanì, la vista tornò a farsi normale, e dunque alzai la testa.

    Maledetto me la pagherai... Liberami e ti distruggo! Te e quella traditrice!

    No lasciami stare! Tu non devi più avere nulla a che fare con me!


    Il biondino era ora completamente paralizzato, non riusciva più a muoversi e l'unica cosa che riuscì a fare fu inveire contro il dottore e una delle sue assistenti. A quanto pare era una delle ragazze il motivo che lo aveva spinto fin lì, e fu anche la ragione della sua morte. Vidi i suoi occhi spalancarsi di colpo, vedere la luce e poi spegnersi per sempre. Potevo vederli chiaramente, coi miei occhi era come se fossi li a un passo da lui. Non capii a causa di cosa questo avvenne, ma percepii chiaramente la vita che abbandonava il suo corpo, che ora giaceva inerme al terreno.

    Eri solo un idiota... Mi sono preoccupato tanto per nulla... Maledetta feccia...


    Il dottore inveì sul cadavere, poi tornò alle sue funzioni come se nulla fosse successo. Si accertò che la sua assistente stesse bene, la donna abbassò lo sguardo quando il dottore vi si avvicinò, i suoi occhi erano gonfi di lacrime e solo lei poteva sapere cosa stesse provando in quel momento. Ma l'attenzione del medico non era tanto per lei, piuttosto sui soggetti del suo esperimento, ovvero io e l'altro ragazzo. Si accertò delle condizioni di entrambi, come se noi due fossimo le uniche cose che lo interessavano in quel momento. Fu meticoloso nell'analizzarci, e dopo essersi accertato che anche io stessi bene, mi disse questo.

    Non dovresti avere grossi problemi se non una certa spossatezza, non cercare di fare movimenti troppo bruschi... Peggioreresti solo la situazione... E non tentare di fare l'eroe ora che sei libero... Fai il bravo almeno fino a che non esci da qui dentro...


    Già, qui dentro. Ma qui dentro dove? Non risposi, feci un cenno con la testa per comunicare che avevo capito il messaggio e abbozzai un sorriso leggero mentre abbassavo lo sguardo in segno di sottomissione. Ero solo un uomo in catene, prigioniero di uomini capaci di uccidere. Ed ero solo. Mentre guardavo il pavimento della stanza mi resi conto davvero di che brutta situazione fosse quella in cui mi trovavo, una situazione in cui ero stato catapultato di colpo, senza possibilità di capire nemmeno quel che mi stava accadendo. Eppure ormai c'ero dentro, e l'unica cosa da fare questo punto era cercare di capire come uscirne...
     
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    La situazione non poteva essere più assurda, mai una cosa che andasse per il verso giusto. Svegliarsi dopo un intervento così delicato, con il cuore a mille e un pazzo che rivuole la sua lady non curandosi di dove si trovava e chi rischiava di uccidere per la sua stupidità.
    La situazione però si rivelò ancora più incasinata di quanto sembrasse infatti Ryuga, cercando di neutralizzare il biondino forte della scarica di adrenalina che aveva in corpo, fece male i suoi calcoli perché nessuna delle sue tecniche funzionò, il chakra che scorreva in lui sembrava strano, non fluiva nel verso giusto.


    ”Porca miseria!”

    Il cuore di Ryuga iniziò a battere sempre più forte, le gambe li cedettero e si ritrovò appoggiato al lettino con la mano destra sul cuore. Nel frattempo il buon vecchio Mortimer mise fine a quella buffonata prima bloccando il biondino con una serie di rapidissimi e precisi colpì e l’utilizzo di una strana tecnica, poi in un secondo momento lo terminò. Ryuga si rialzò e si sedette sul lettino, il cuore non dava segni di voler scendere da cavallo, mentre l’adrenalina iniziava a scemare e il dolore post intervento iniziò a farsi sentire. In quel momento, passato il trambusto, il dottore tornò a seguire il suo operato, cercando di riprendere il controllo sui suoi pazienti.

    - Mi dispiace per il brusco risveglio... Cercate di fare respiri profondi per ristabilire il vostro battito accellerato... Notate stranezze?

    Ryuga fece come aveva detto, cercò di regolare il suo respiro e rallentare il suo battito cardiaco, ci volle un po’ ma pian piano tornò normale, solo allora poté tirare il fiato ed esaminare il suo corpo, effettivamente c’era qualcosa che non andava e si apprestò a comunicarlo al medico.

    - A parte il cuore che stava per scoppiare? Beh si... direi proprio che c’è qualcosa che non va... il mio chakra non funziona come dovrebbe, fluisce nel mio corpo in maniera strana, irregolare... non so come spiegarmi, ma poco fa non sono riuscito ad attivare nessuna delle sue tecniche che volevo usare...

    Ryuga ignorò completamente Azibo, ora non gli serviva più, poteva fare quelle che voleva, non gliene fregava più nulla. Ora come ora voleva solamente capire cosa non andava in lui e se quello fosse un problema temporaneo o permanente. Osservò le sue mani che si aprivano e si chiudevano, cercò di sentire come il suo corpo reagisse, ma il dolore si stava facendo sempre più forte, per cui si distese nuovamente.

    - Doc non hai nulla per il dolore? Mi sa che l’iniezione di poco fa sta perdendo il suo effetto...



    Ryuga Senju

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    Ed è fatta, per cagne Max - 3 mentre per dragon Max - 5.
    In più dragon acquisisce l' innata da metamorfo e potrà procedere con i vari sblocchi. Unica differenza sarà che tutti i costi di attivazione, mantenimento e jutsu d'innata, saranno raddoppiati :quoto:
     
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