[Patto con i Rospi] La vecchia e la nuova generazione

per Ren Natsume di Roy90

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    L’uomo ormai vecchio guardava la neve scendere placidamente sulla valle. L’uomo aveva visto tante stagioni rincorrersi nel loro ciclo senza fine fino a diventare vecchio. Il nero dei capelli era sbiadito fino a prendere il colore della neve che gli cadeva sul capo. La pelle del viso sembrava essere diventata troppa e creava un ritmico alternarsi di pieni e vuoti come le catene montuose e le valli da lui tanto amate. Le mani, ossute e grigie, soffrivano di artrosi.

    Il vecchio ricordava gli anni in cui era uomo. Infida compagna della vita sua, la mente lo riportava indietro nel tempo, quando i indumenti erano duri come il ferro e i suoi arti scattanti come serpenti. Tutti lo conoscevano come un grande samurai e non c’era abitante di Tetsu che non gli si rivolgesse con ammirazione e rispetto.

    L’uomo e il vecchio amavano Tetsu più di ogni altra cosa al mando. L’uomo aveva ripudiato il calore di una donna e di una famiglia. Ed ora, il vecchio soffriva il freddo della solitudine e della montagna.

    L’uomo ormai vecchio aveva visto il paese tanto amato spezzarsi in due come un ponte retto da pilastri marci. Il Bushido, quel libro morale di principi e regole che ogni samurai aveva scritto nel proprio spirito, perdersi tra moti di egoismo e brame di ricchezza.

    Il vecchio aveva abbandonato il suo paese, rinnegando il suo giuramento di fedeltà, per non vedere più. Non sopportava il degrado che aveva ridotto la gloriosa Tetsu a due bandiere strappate dalla stessa asta. Aveva cercato riparo su un monte dove la neve non si scioglieva mai, dove nessuno arrivava mai. Da lì poteva vedere un fiume tagliare una valle. Lo vedeva ghiacciare d’inverno e scorrere irruento d’estate. Ammirava l’espandersi di un villaggio abitato da poche persone, tutte umili e generosi. Esse omaggiavano la sua mistica presenza con viveri e riverenza.
    Quel gente era la sua nuova patria. L’amava più di quanto avesse amato il Paese del Ferro. L’amava più della sua stessa vita. L’amava più della sua unica compagna di vita, l’arma del samurai, la Katana.

    *



    Gill aveva sempre servito Tetsu Ovest. Credeva che Chul Moo Lee avrebbe resto grande i samurai. Con Chul Moo Lee alla guida del Paese, i veri guerrieri del Continente Orientale avrebbero dimostrato a quegli schifosi ninja quanto letale poteva essere una katana. Ogni volta che pensava ai trucchetti magici da quattro soldi dei ninja un grumo di saliva gli riempiva la bocca e sputava a terra disgustato.

    < Se solo Severa non si fosse messa tra i piedi! >

    Gill era lì e vide con i suoi occhi morire l’uomo nel quale credeva. Non poteva sopportare l’idea di servire una sgualdrina che si faceva sbattere dal ninja di turno. Per questo scappò prima che lo potessero catturare, mentre tutti fuggivano come pecore dal sigillo di Chul Moo Lee.

    Dove sarebbe andato? Cosa avrebbe fatto? Aveva desiderato soltanto una bella casa, una bella donna e abbastanza soldi per poter vivere senza dover fare nulla. Era forse troppo?

    *



    Tetsu era di nuovo Tetsu. Non più Est, non più Ovest. Tutto grazie a Jin Senju e a Severa. Per le strade non si parlava d’altro. C’era chi non aveva ancora smaltito la sbornia dei festeggiamenti e chi, molto più semplicemente, continuava a festeggiare bevendo. Ma c’era anche chi riapriva botteghe chiuse e soffiava via la polvere dai banconi. Commercianti che sistemavano carretti fermi da anni e piazze che si riempivano dei venditori provenienti dai paesi limitrofi. C’era molto da fare per rendere nuovamente Tetsu una nazione forte. E per farlo, si doveva irrimediabilmente passare per i samurai del regime dell’Ovest.

    Questi dovevano essere riabilitati al loro rango. Dovevano dimostrare di essere stati mere pedine fedeli al tiranno soltanto perché le circostanze glielo imponevano. Fu il caso di Ren Natsume.

    Prossimo ai trent’anni, il samurai dell’ormai inesistente Tetsu Ovest, sarebbe stato convocato nel nuovo palazzo di Severa. Non avrebbe visto la donna più influente della storia dei samurai, ma avrebbe incontrato un suo superiore.
    < Ren Natsume! > lo squadrò da capo a piede con un cipiglio minaccioso.

    < Sono il maggiore Kirico, verrai affiancato al capitano Hawk per un compito della massima urgenza. >

    Ovviamente avrebbe omesso di dire che Hawk non lo avrebbe propriamente affiancato, ma avrebbe “semplicemente” monitorato l’agire di Ren. Egli abbracciava realmente ancora i dettami del Bushido o millantava ciò soltanto per aver salva la pelle?

    < A nord, vicino al confine delle nostre terre, risultano… come dire… da un villaggio lontano ci è pervenuta questa notizia…> nonostante si fosse dimostrato autoritario e deciso, era chiaro come non fosse bravo ad esporre i propri pensieri. < Ci risulta che siano stati commessi diversi crimini da un samurai rinnegato del vecchio regime di Tetsu Ovest. Andate a indagare! >

    Li congedò così, offrendo loro la possibilità di fare conoscenza.

    < Sono il capitano Hawk, ma questo lo sai già. Tu sei Ren Natsume, questo lo so già. > Strano tipo, il capitano Hawk. Non aveva mai smesso di sorridere, nemmeno quando in presenza del Maggiore. < Sei pronto a partire o hai ancora qualcosa da prendere? Ci vorrà almeno un giorno per arrivare. >

    Roy90 cominciamo! Ci tengo a rendere questo patto più di una mera formalità a cui adempiere per avere una skill in più in scheda. Non nel senso che voglio farti fallire la quest, ma vorrei soltanto rendere il piatto più pepato rispetto a un mero salvataggio di animali in difficoltà. Concentrati sulla narrazione e ci sarà da divertirsi. Almeno spero! sono più agitato di te, credimi!
    Ruola bene la nuova situazione di Tetsu e del tuo pg. Fermati a quando lasciate Tetsu. Chiedi ciò che vuoi ad Hawk, lui sa tutto quel c'è da sapere sulla missione e ti potrebbe rispondere nel prossimo post.
    F u r y porto alla tua conoscenza l'avvio del Patto di Roy, così puoi monitorarmi per bloccarmi nel caso faccia casini o, comunque, per agevolare la valutazione ai fini di questa seconda prova.
     
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    Ciò che era accaduto negli ultimi tempi aveva dell'incredibile. Non pensavo che avrei mai avuto modo di gioire tanto di una sconfitta della mia fazione, ed invece mi trovavo a provare, dentro di me, una soddisfazione che non reputavo possibile. Il giogo crudele e puramente materialista del Generale supremo di Tetsu Ovest era stato infranto ed ora esisteva un'unica Tetsu. Stava ora a noi tutti risollevarla dal baratro in cui la guerra civile l'aveva condotta. Ma la cosa che più mi faceva provare gioia era il fatto che finalmente mia madre e mio padre potessero vivere i loro ultimi anni in un Paese che davvero amassero, era il loro sogno poter un giorno rivivere gli antichi fasti, prima che l'amata patria di mio padre divenisse un campo di battaglia spezzato a metà. Fu proprio per aiutare a coronare questo suo sogno, oltre che per il mio desiderio di poter servire finalmente una causa onorevole invece che redditizia, che decisi di impegnarmi al massimo nella rinascita di Tetsu. Perciò non solo sfruttai i miei risparmi per prendere un nuovo locale in centro, dove poter trasferire la mia attività, ma devi anche domanda di collocazione nelle forze armate come Samurai di Tetsu.

    [...]

    Il trasloco era quasi ultimato, mancava solo poca altra merce ed avrei concluso i preparativi per l'ormai molto vicina apertura. La vecchia baita l'avrei comunque tenuta per escursioni o comunque come deposito, infondo poca sempre essere utile. Qualcosa di molto importante però mi costrinse a rimandare l'inaugurazione, mi fu infatti recapitato un ordine di comparsa al nuovo Palazzo di Severa, nostra Leader. Il motivo di ciò era l'ufficializzazione della mia richiesta di annessione nell'esercito e a quanto pareva lo avrebbero fatto affidandomi una missione, infondo era logico pensare che sarei stato messo alla prova. Sia io che i miei genitori ci ritrovammo ad essere agitati ed emozionati allo stesso tempo, un po come al tempo del vecchio esame Genin ma questa volta era ben diverso. Molto più serio e pericoloso. Non persi dunque altro tempo e preparai tutta la mia attrezzatura.

    [...]

    Giunto a destinazione venni accolto dal maggiore Kiriko che, dopo avermi dato alcune informazioni marginali sulla missione, mi presentò il Capitano Hawk, mio accompagnatore. Il primo era molto schivo e sospettoso infondo giustificato, ma gli avrei dimostrato che poteva fidarsi. Il secondo invece molto più inquietante, con un sorriso malefico e perennemente rivolto a me, non dovevo però lasciarmi condizionare e fare semplicemente ciò che mi veniva ordinato!

    Sono prontissimo Capitano

    Esclamai fiducioso ed indicando di poter andare, durante il cammino ne approfittai però per porre alcune domande.

    Scusi capitano... Ha percaso notizie più dettagliate sul criminale in questione?



    Edited by Roy90 - 9/4/2020, 14:42
     
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    Le lande innevate di Tetsu non erano di certo un posto dove errare privo di meta e sperare di uscirne vivo. La via che attraversava la montagna era sempre innevata, nel mese più freddo dell’anno come in quello più caldo. La primavera stava tardando ad arrivare e non c’era segno di cedimento nella neve compatta. Tuttavia, Gill non era di certo il tipo di esule da darsi alla macchia alla buona, senza sapere dove andare. Le orme che lasciò nella neve erano chiare: puntavano a nord, dove le montagne sono più alte e gli insediamenti umani rari e piccoli.
    Ci aveva pensato tanto, lì sarebbero potuto essere al pari di un daymio. Nessuno lo avrebbe mai scoperto o, perlomeno, non nel breve periodo.

    *



    Il vecchio li percepì nell’aria secca e limpida del mattino: guai.

    L’uomo per il quale aveva dato la vita era stato sconfitto e ucciso. Con sollievo apprese la fine del tiranno che aveva portato Tetsu nel baratro straziante della guerra civile. Il vecchio era troppo saggio e aveva vissuto forse troppo a lungo per lasciarsi tradire dall’entusiasmo, proprio dei giovani neofiti delle vicende del mondo. Ci sarebbero stati molti problemi a seguito della riunificazione di Tetsu. Il nuovo potere centrale avrebbe avuto bisogno di assestarsi prima di riprendere il controllo della nazioni e in questi momenti di incertezza, dove l’autorità dello stato era poco avvertita, c’era sempre chi cercava di approfittarne per appagare i rancori repressi.
    Urla si alzarono dal villaggio fino a raggiungere l’eremo del vecchio. L’ex samurai si alzò e scrutò con gli occhi grigi e spenti la valle e il fiume di ghiaccio. C’era agitazione tra le capanne di legno e paglia del villaggio.

    *



    < In realtà, non sappiamo chi sia. > Il sorrisetto del Capitano Hawk era più inquietante di quanto era apparito fino a poco prima. < Sarà l’ennesimo pezzo di merda da decapitare. Che ne pensi Ren? >

    I due samurai seguirono la strada battuta dai carri. Man mano che si allontanavano dal villaggio, le persone e i carri in transito diminuirono fino a sparire del tutto quando dovettero deviare lasciando la strada maestra.
    Un carro rovesciato sbarrò loro la strada. Il cavallo che lo trainava era disteso in una pozza di sangue. C’era un barile frantumato e nient’altro. Né il carrettiere né il resto della merce, qualora vi fosse mai stata.

    < Ren > chiamò il Capitano < a quanto pare dovremo capire cosa è successo qui. > Fece un paio di giri intorno il carretto e poi riprese. < Sembra che abbiano rapito il carrettiere e rubato la merce che trasportava. Uccidere il cavallo non è stata una mossa molto furba. Una bestia da soma fa sempre comodo e sulla brace ha un sapore temprato da anni di duro lavoro. >

    Le tracce lasciate dai malfattori sarebbero state facili da individuare e, non molto distante dalla strada, avrebbero rinvenuto il corpo sventrato del carrettiere. Un uomo con un grosso ventre due baffoni spioventi imbrattati di sangue.

    Puoi ruolare fino all'arrivo nel villaggio dove siete diretti. Il piccolo imprevisto lo puoi sbrigare come meglio credi. Hai carta bianca sul resto della faccenda. Fai quello che devi e poi prosegui narrando il resto del viaggio. Puoi anche muovere il Capitano, ma lui tenderà sempre a lasciarti agire per primo e, poichè si tratta di briganti di scarsa importanza, te li farà sistemare da solo.
     
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    Alla mia domanda non venne data una risposta precisa, a quanto pare non ci era dato sapere chi fosse il criminale che causava problemi ma la cosa non aveva poi molta importanza.

    Beh certamente è probabile...

    Dissi pensando alla marmaglia di furfanti e mercenari di cui Tetsu Ovest era composto.

    Ma non posso che sperare che almeno qualcuno di quei poveri Samurai decaduti abbia almenno il coraggio di recuperare l'onore perso.

    Continuammo quindi ad avanzare mentre cominciavo sempre di più a ragionare sul cosa volesse effettivamente dire essere un Samurai dedito al Bushido. I miei pensieri vennero però bloccati all'improvviso da una scena a dir poco raccapricciante, da ciò che poteva sembrare un carretto era stato attaccato e l'unica cosa rimasta era la carcassa del cavallo.

    Pare proprio di si...

    Affermai controllando il suolo vicino al carretto e studiando delle impronte decisamente esplicative.

    Erano in due... Il conducente deve aver tentato la fuga ed è stato inseguito... Le tracce sono fresche, non è passato molto...

    Senza indugiare seguii le impronte fino ad uscire dal sentiero e lì si palesò l'ennesima scena da film dell'orrore. L'uomo in fuga doveva essere stato raggiunto, il suo corpo giaceva abbandonato al suolo privo di vita e martoriato. La causa della morte era inequivocabile, purtroppo quello era il lavoro di un mostro, un fanatico assassino che godeva nel far soffrire le sue vittime. Così era stato per il cavallo e così per l'uomo. Non si era trattato di rapina e le orme lo dimostravano, per tutte e quattro non vi era stata variazione di peso ne cambio di impedenza, nulla era stato portato via ne trascinato.

    Da qui non è stato portato via nulla... È stato un orribile omicidio dettato apparentemente da semplice crudeltà e desiderio di fare del male...

    Il mio sguardo si concentrò quindi sulle tracce che si allontanavano e, voltabdomi, mi rivolsi al Capitano.

    So che abbiamo una missione, ma non posso lasciare che tutto questo resti impunito...

    Mi avvicinai quindi al cadavere chiudendo gli occhi ancora spalancati dal terrore e sussurrai

    Giustizia sarà fatta!

    Mi incamminai quindi seguendo le impronte, accompagnato da un Hawk silenzioso, fino a raggiungere un incavo nella montagna nei pressi del quale le orme svanivano.

    Ci siamo...

    Dissi addentrandomi nella grotta, illuminata da alcune torce poste ai lati, sulle pareti. Hawk era di poche parole, ma continuava a fissarmi con quel sorriso inquietante lasciandomi fare ciò che mi ero prefissato: fare giustizia!
    La grotta sembrava abbastanza profonda ma era ben illuminata e presto giungemmo in un'ampia sala dove la coppia era intenta a godere del crimine da poco consumato. Le pareti erano intrise di sangue e svariati orridi attrezzi costellavano il luogo.

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    Ahahahah... Visto che faccia quel grassone mentre le nostre lame lo aprivano? Ahahahah

    Si... Ahahahah... E con i tempi che corrono la colpa sarà data a qualche idiota di Samurai dell'Ovest come quello che crea problemi a Nord... Ahahahah

    Follia, pura follia, come poteva un essere umano ridere e gioire di cose del genere? Qualcosa non andava in quei due.

    Così siete stati voi... Non siete nemmeno dei guerrieri... Nulla più che mocciosi abominevoli...

    Palesandomi estrassi due delle tre katane che portavo al fianco e ne punta i una verso i due.

    Gettate quei coltelli e consegnatevi... Così verrete condotti a Tetsu e processati!

    I due, quasi come impazziti ancor di più nel vedermi, optarono per qualcosa di molto diverso, si divisero chiudendomi al centro e con aggressività mi caricarono.

    Chi sei?! Non rivelerai il nostro segreto!

    A quanto pare non c'era molta scelta, dovevo tramortirli e portarli via svenuti, anche se ciò mi sarebbe costato la perdita di non poco tempo, ma prima di tutto dovevo schivare quella loro offensiva, se così si poteva chiamare. Mi bastò un balzo per salvarmi dalla due lame ma ecco che un imprevisto mi sorprese. La ragazza inciampò e cadde in avanti trafiggendo quello che supponevo essere il suo ragazzo, finendo poi a sua volta ferita gravemente dal suddetto. A quel punto, come ancora in preda a follia e rabbia, mi sorpresero ancora di più iniziando quasi a litigare e cominciando a pugnalarsi fino ad uccidersi a vicenda, soccombendo con del sangue che calava denso dalla bocca oltre che dalle pugnalate.

    Ma che diavolo...

    Esaminando quindi i corpi potei notare qualcosa che spiegò in parte l'accaduto o almeno quella loro follia: droga. Mischiato al sangue che fuoriusciva dalla bocca, si potevano notare tracce di un liquido dal colore e dall'odore che lasciavano pensare ad un particolare miscuglio di erbe. Purtroppo non ero in grado di identificarle ma certamente darebbe stato doveroso portare quell'evento all'attenzione della nuova sovrana di Tetsu.

    Questi ragazzi erano vittime di una potente droga... Andrebbero fatte delle indagini a riguardo... Ma ora è il caso di farli riposare in pace...

    Dissi a Hawk prendendo una pala notata nell'angolo e chiedendo aiuto per recuperare i due corpi. La mia intenzione era seppellirli nel bosco insieme alla loro vittima ed al cavallo, infondo tutti meritavano rispetto nella morte.

    [poco dopo...]

    Avevo appena finito di ricoprire l'ultima buca che mi rivolsi al Capitano.

    Abbiamo perso fin troppo tempo... mi dispiace... Dovremmo ripartire subito

    Nuovamente la risposta si rivelò essere solo uno strano sorriso e mi seguì verso la direzione che stavamo seguendo prima della deviazione. Non vi furono altre interruzioni e ben presto giungemmo al villaggio desiderato.

    Ci siamo!
    Esclamai osservando i dintorni ed il villaggio in generale.

    Ten Natsume

    Resistenza 400
    Stamina 350


    Edited by Roy90 - 12/4/2020, 22:50
     
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    III



    Ciò che Ren avrebbe visto davanti a sé non sarebbe stato altro che un villaggio come tanti. Poche costruzioni di poveri materiali per umili prospettive. Abitanti abituati a nascere, vivere e morire nelle stesse casa, senza lasciare tracce del loro passaggio nel mondo.

    Ren e il Capitano Hawk furono accolti da un uomo corpulento, con una grossa cicatrice sulla guancia.
    < Buonasera, samurai di Tetsu! > li accolse mentre il cielo si tingeva di note violastre, il sole che spariva tra i monti innevati. < Sono Robert, il capo di questa piccola e serena comunità, come potete vedere. Cosa vi ha spinto a fermarvi in un posto come questo piccolo villaggio? > Nella sua voce una nota di apprensione tradiva la sua apparente calma < Spero che non siano problemi, la sorte ce ne risparmi. >

    < Ci è arriva una richiesta di soccorso, proprio da questo villaggio. > Il Capitano Hawk lo squadrò con la sua faccia inespressiva. < Ma a quante pare deve esserci stato un errore. >

    L’uomo grattò la voglia violastra sulla propria guancia con un’espressione incerta. < Qui conduciamo una vita umile e modesta. Non abbiamo mai causato problemi e non abbiamo mai favoreggiato il tiranno dell’Ovest, lo giuro sul cuore di mia figlia. > Recitò quelle parole come se le avesse lette da un copione.

    < Ma vi prego di darmi l’occasione di riparare a questo equivoco > si affrettò ad aggiungere. < Due nobili samurai di Severa si sono spinti fin qui per un mio errore, di certo. Lasciate che vi offra ristoro, perlomeno. Dividerete il mio misero desco con me? > L’uomo si prostrò in un rigido inchino, indicando la struttura alle sue spalle. Rispetto agli altri edifici era più lungo e con un porticato di legno su tre dei quattro lati. Era la sala lunga dove si svolgeva quel minimo di funzione pubblica necessaria al corretto funzionamento del villaggio.

    Una lunga tavola rettangolare fu imbandita di ricche portate, apparentemente in disaccordo con l’umiltà tanto decantata da Robert. L’aria era densa del fumo dei bracieri, sui quali venivano arrostiti due maialini da latte. Lunghe ombre danzavano al ritmo delle fiamme, mentre un bardo pizzicava un’arpa inneggiando la vittoria di Severa.

    < Lui è Gromeus, un nome quanti mai inadatto per un uomo così mingherlino. Ma gli dei gli hanno donato mani di fata con l’arpa, per certo. > Robert alzò in alto calice colmo di una densa birra scura, l’ustione sulla guancia era resa ancora più macabra dalla tremolante luce delle candele. < Brindate con me, samurai di Tetsu? >

    I brindisi sarebbero stati innumerevoli in quella lunga notte. Le pietanze sul tavolo non si sarebbero mai fatte fredde e il sole non sarebbe mai più filtrato dalla imposte in legno. Ogni volta che avrebbero alzato i calici, la cicatrice sulla guancia di Robert avrebbe assunto una connotazione diversa, forse a causa dell'alcool, forse per la scarsa luce, forse per la stanchezza del viaggio. Se i due samurai avessero mostrato sospetto e avessero tentato di abbandonare la sala, avrebbero trovato la porta sbarrata, le finestre impenetrabili. Erano condannati a banchettare per il resto dei loro giorni. Non male, vero?

    *



    Gill era stato un samurai particolare. Non era mai stato portato per il kenjutsu, lento di braccia e troppo scoordinato di gambe per scalare la gerarchia samurai. Trovò posto soltanto tra le fila dei mercenari di Chul Moo Lee grazie alla propria abilità nel manipolare la gente altrui. Sebbene egli millantasse di essere il più letale con la katana, la sua abilità riconosciuta da tutti, era una pura illusione. Gill era un esperto di arti illusorie e grazie ad esse sapeva come ghermire la mente di un nemico ed aprire un varco nella sua guardia. Per il bushido era un trucco da guitti, un modo disonorevole di battere l’avversario, ma per un uomo libero da principi e regole arcaiche era ben altro.

    Non appena raggiunse il villaggio, plasmò la mente del capo villaggio e della figlia, facendosi lasciare il dovere del titolo e il piacere della carne. Gli altri abitanti, sembravano intimoriti dal suo aspetto minaccioso e accettarono il cambio di vertice con remissiva passività, a loro importava soltanto poter continuare la loro vita tenendo lontani i guai.

    Ma lo spirito dei giovani è ribelle per natura e alcuni, tra i più rampanti del villaggio, svelarono l’inganno. Conoscevano la figlia di Robert e il cambiamento innaturale di lei fu palese per i suoi amici. Andarono armati di katana a fare giustizia, ma finirono per massacrarsi a vicenda mentre Gill si contorceva di risate sullo scranno che era di Robert, con la dolce fanciulla al suo fianco. Chi avrebbe potuto mai fermarlo ormai?

    Bene, entriamo nel vivo. Spero sia chiaro che tu e Hawk siete finiti in un genjutsu non appena entrati nel villaggio. Devi trovare un modo per uscirne. C'è un indizio che dovrebbe far capire al tuo pg la falla nel sistema. Mi è piaciuto molto come hai gestito l'escamotage per rendere più interessante il viaggio fino al villaggio. Anche per questo post si puo' risolvere tutto narrando, tralasciando le normali regole valide per i genjutsu. Chiaro è che, per uscirne dovresti usare il kai o procurarti una ferita. Al tuo pg sembrerà tutto realistico, anche quando la situazione dovesse degenerare in un tentativo di fuga, quindi dovresti trovare un valido motivo per ritenere di essere finito in un genjutsu. Per qualsiasi cosa, mp.
     
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    Giunti finalmente al villaggio era quasi sera ed a darci il benvenuto trovammo un uomo che si presentò come Robert, capo di quella comunità e dal volto decisamente particolare visto che portava sulla guancia una cicatrice non indifferente. Iniziammo fin da subito a notate però delle cose che non quadravano. L'uomo infatti sembrava voler negare che fosse accaduto qualcosa, seppur con una ben visibile agitazione. Il capitano Hawk doveva certamente aver pensato anche lui che le cose non tornavano e probabilmente per questo accettò l'ospitalità del capo villaggio. Decisione che ci portò a notare cose ancora più strane, prima fra tutte il lussuoso banchetto tirato su così, dal nulla, in quattro e quattr'otto. Quello era stato definito un piccolo e povero villaggio, abitato da gente semplice, era decisamente strano vedere in tavola tante ed abbondanti particolarità culinarie.

    Capitano... Qualcosa non mi torna... Vorrei approfittarne per fare un giro...

    Sussurrando ciò ad Hawk mi apprestai quindi a lasciare la sala ma trovai le porte sbarrate, cosa che mi fece notare il buio completo proveniente anche dalle finestre. Dubbioso tornai da Hawk e ripresi a bacchettare seppur continuando a guardarmi intorno in cerca di un qualcosa che non riuscìvo ad individuare ancora.
    Dopo svariati brindisi ed ancor più portate però, un ulteriore dettaglio mi si passò. Su quella tavola, da bere e da mangiare non mancavano mai, sembrava si rigenerassero da soli appena mi distrarci.

    Possibile che?!

    Inizialmente avevo pensato a qualcosa di strano nel villaggio, un ricatto, un complotto, ma ora iniziavo a pensare che le insensatezze stessero nell'intero mondo che mi circondava. Ulteriore prova di quella mia tesi era il fatto che non riuscivo più ad avere una cognizione stabile del tempo, a scandire i momenti sembrava ci fossero solo i ricorrenti brindisi proposti da Robert, anch'egli però con qualcosa che non andasse. La sua cicatrice infatti sembrava avere qualcosa di diverso ogni volta che la guardavo. Mi ritrovavo in un loop senza fine, sempre uguale e pieno di imperfezioni.

    ADESSO BASTA!

    Esclamai estraendo una delle mie tre katane e, senza esitazione, la usai per trasfiggere con forza il mio stesso piede. Ormai non avevo più dubbi, ero chiuso in un genjutsu.

    Azioni:
    Autoferita -1

    Resistenza 400 - 1 = 399
    Stamina 350
     
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    IV



    Il velo di finzione si dissipò come nebbia al sole. Ren Natsume pensò bene di trafiggersi un piede con la propria katana con tutta la propria forza. Un dolore atroce lo avrebbe scosso fino a farlo accasciare a terra e, con difficoltà, si sarebbe rimesso in piedi. Aveva deciso di ferirsi per fuggire dalla farsa nella quale era finito, ma a quale prezzo? Fino a quando non avrebbe ricevuto cure, mettere a terra il piede sarebbe stato difficile per lui, se non impossibile. Sono esistiti formidabili spadaccini con un solo braccio, ma non si era mai sentito parlare di samurai con una sola gamba.

    Ad ogni modo, Ren riuscì a raggiungere il centro del villaggio, del Capitano Hawk nessuna traccia. In poco tempo sarebbe arrivato davanti la sala lunga, nella quale aveva banchettato fino a poco prima. Lì di fronte avrebbe finalmente trovato l’uomo che cercava.

    *



    Il vecchio non aveva più la sua katana, l’aveva sepolta tanti anni prima, come un padre con una figlia vittima di prematura morte. Aveva soltanto un robusto bastone di legno di ulivo con sé. Lo afferrò con la mano vecchia ma ancora forte e porto il pollice alla bocca.

    Gill stava aspettando che la cena venisse servita. Scelse di attendere sul porticato della sala lunga, dove aveva deciso di insediarsi in qualità di capo del villaggio. Due intrusi avevano cercato di infiltrarsi all’interno di esso, ma erano caduti vittima del suo genjutsu ad aria, per cui se ne sarebbe potuto occuparedopo cena. Per la prima volta provava un senso di serenità e di appagamento quasi totale: avrebbe vissuto fino al resto dei suoi giorni tra agi e una modesta ricchezza. Non avrebbe voluto torcere un capello a nessuno… se solo quegli sciocchi non avessero fatto irruzione nella sua sala con le armi sguainate.

    < Vecchio! Cosa ci fai qui?! > Nello spiazzo ricoperto dalla neve c’era una figura ingobbita appoggiata a un bastone. Indossava una pelliccia di un marrone sbiadito dal tempo.

    < Potrei chiederti lo stesso. > La voce del vecchio era roca e consumata, tipica di chi non è più abituato a usarla molto.

    < Come hai fatto ad arrivare fin qui? > Nessuno sarebbe potuto entrare nel villaggio senza restare bloccato dalla sua arte illusoria. Gill ne era certo.

    < Sei troppo sicuro di te stesso. La superbia uccide più della spada. > Fu la fredda e minaccioso risposta dell’anziano.

    Gill scoppiò a ridere udendo quelle parole. Sguainò la katana che aveva al fianco e raggiunse il vecchio nella neve. < Quindi la mia superbia starebbe per uccidermi? In effetti > proseguì ammiccando verso il bastone di ulivo < temo più lei, la mia superbia, che un vecchio raggrinzito come te. >

    < Io sono molto affezionato a questo villaggio e ai suoi abitanti. Ti chiedo di andare via e di liberare tutti dal tuo giogo. > Il vecchio avrebbe evitato a qualsiasi costo lo scontro. Aveva rinunciato alle armi, giurando di non spargere mai più sangue, eppure il destino lo aveva portato nuovamente a battersi in nome della giustizia.

    Gill rise ancora, più forte di prima, mentre si avvicinava. < Mi dispiace, ma sono stato acclamato come nuovo capo. Non posso più andarmene ormai. Sai, non abbandonerei mai chi ha riposto in me la sua fiducia. E poi, credo di aver trovato l’amore qui. Pare che lei ricambi, sai? > Un ghigno di diabolico divertimento accompagnò ogni parola del mercenario.

    Il vecchio aveva conosciuto fin troppe persone di quell’infimo livello. Gente abietta alle regole della società e che vogliono far prevalere la primordiale legge del più forte. In un mondo civile, persone come quelle non potevano vivere. Con serena rassegnazione, l’anziano si preparò a fare quanto gli veniva richiesto dal fato.

    Sarebbe morto? Probabile. Era vecchio e disarmato contro un uomo con la metà dei suoi anni e una katana fatta di acciaio affilato. Era pronto a morire? Lo era da anni ormai.

    < Non mi lasci altra scelta. > Fu la sentenza pronunciata con voce roca.

    < Sei solo un vecchio rincitrullito! Sei tu a non lasciarmi altra scelta! > La spada di Gill era già protesa in aria e si abbattè sul vecchio con inesorabile velocità.

    Gli abitanti si erano radunati intorno alla piazza innevata per capire l’origine di quel tumulto. Arrivarono in tempo per vedere il vecchio vacillare in avanti. Un’espressione di allarme sul volto di Gill. La sua katana era stata bloccata a mezz’aria dal bastone del vecchio. Sforzandosi di resistere all’impatto colpo, l’anziano guadagnò un mezzo metro in avanti.

    < Sono vecchio, sì. > Disse a denti stretti. < Ma posso ancora difendere chi amo. Non mi sottovalutare! >

    Raccogliendo tutte le forze nella mano libera, tentò di sferrargli un pugno all’addome, ma Gill fu rapido nello schivare indietreggiando.

    < Va bene! > Gli disse < Allora non ti sottovaluterò! >

    Ripartì alla carica provando un affondo diretto, ma l'acciaio della sua lama venne deviato dal legno del vecchio. Il bastone volteggiò nell’aria e si abbattè sul volto del mercenario come un rapace in picchiata.

    < Maledetto! > Dalla bocca sputò grumi di sangue. Provò un altro fendente rabbioso, non prima di aver bloccato il vecchio con un genjutsu. Il vecchio si sarebbe sentito cadere in un buco nero, mentre la katana di Gill lasciava una scia cremisi sul suo torace.

    Il vecchio vacillò e cadde in ginocchio. Gill si ergeva su di lui, la lama levata in cielo, pronta a colpire.

    Molto bene, siamo al punto di massima tensione dell'evento. Il difetto nel genjutsu era proprio la cicatrice del capo villaggio (era abbastanza ovvio). Diciamo che tu arrivi in tempo per assistere a tutta la scena. Con la Katana ti sei inflitto 90 danni [mi sono cimentato nel lancio del dado ed è uscito 20, roba da non credere]. Hai il piedi leggermente fuori uso. Devi salvare il vecchio, è cruciale per la riuscita del patto, credo lo avrai capito.
     
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    Il mondo fittizzio in cui ero stato rinchiuso crollò come un castello di carta in seguito al forte shock provocato dalla mia fidata katana. Ero lì, accasciato sulla fredda terra di Tetsu, messo in ginocchio dalla mia stessa arma, la stessa arma che fin'ora aveva portato dolore e sofferenza solo ai miei nemici, in quel giorno era stata costretta a fare lo stesso verso colui che la impugnava. Estraendola sentìi l'ennesima scossa pervadermi tutto il corpo, intanto dalla lama, rivoli di sangue scivolavano gocciolando a terra. Sembrava quasi che l'anima stessa di quell'arma, mia fidata alleata e compagna, piangesse per ciò che era stata costretta a fare.

    Non preoccuparti... Presto il colpevole di tutto ciò avrà modo di di fare la nostra conoscenza...

    Esclamai parlando con colei che stringevo ancora saldamente nella mia mano destra, mentre con la sinistra la accarezzavo pulendone via il sangue che ancora la macchiava. Fatto ciò la riposi nel fodero e mi apprestai ad andare avanti, prima di tutto concentrai il mio chakra Suiton nella mano destra per poi applicarlo sulla ferita, dovevo lenire quel dolore, fattò ciò fu il turno rilasciare il potere che mia madre mi aveva donato, il chakra Jinton iniziò ad irradiarsi nel mio corpo fino a concentrarsi nella zona della ferita, le piastrine avrebbero iniziato a muoversi come spinte da una misteriosa energia. Riusciì in questo modo a piantare saldamente il piede in terra, seppur con dolore, e rialzarmi più determinato che mai. Certo non ero al meglio, ma sarebbe stato abbastanza per completare la missione, guardandomi quindi intorno in cerca del Capitano Hawk mi resi conto che era sparito, certamente anche lui si era reso conto di essere prigioniero di un Genjutsu e liberandosi, probabilmente era andato avanti. Io non sarei certo stato da meno e, a passo dolorante ma svelto, mi diressi verso il centro del villaggio, nei pressi della sala visitata in sogno, se così si poteva dire, dove qualcosa stava accadendo. Mi insinuai quindi nella folla che si radunava assistendo ad una scena molto esplicativa riguardo a ciò che stava accadendo, era quantomai chiaro che quell'individuo fosse il samurai che stavano cercando, anche se di samurai aveva ben poco. Lo era certamente di più l'anziano signore che si era erto a difesa delle genti che ormai considerava una famiglia. Stava però per giungere la fine, l'uomo per un attimò si assentò mentalmente, il suo sguardo si perse nel vuoto, e la bestia, perchè non poteva essere altro, affondò il suo colpo costringendolo in ginocchio.

    Maledetto!

    Pensai afferrando saldamente due delle mie tre Katane e, mentre la spada di quel reietto si innalzava, il Jinton fluì prepotente in tutto il mio essere lasciandomi nuovamente entrare in quel regno della velocità dove solo a pochi era concesso addentrarsi. Tentai quindi un rapido scatto verso i due a lame sguainate, la sinistra sarebbe andata a cercare il contatto con l'arma pronta a calare verso la sua vittima, la destra invece avrebbe cercato di avvicinarsi alla gola di quell'essere ignobile, senza affondare ma solo sfiorandolo e mantenendo un leggero contatto.

    Mi scusi... - Dissi all'anziano ancora a terra, con tono calmo e pacato - Se permette continuerei io...

    Rivolgendomi poi al mio nemico, avrei innalzato il tono incupendo il viso.



    E tu... Osi anche definirti un Samurai? Sei solo un lurido brigante... Arrenditi subito, deponi la spada... Non ne meriti una! Verrai portato a Tetsu e processato come traditore oltre che per i crimini commessi ai danni di questa povera gente!

    Sarei stato perentorio nell'imporre la resa, ma sempre allerta e pronto a reagire ad ogni minima mossa.

    Ren Natsume

    Azioni:
    Idratazione Suiton -10 (stamina)
    Rigenerazione accellerativa -25 (stamina)
    Status Velocità -60 (stamina) -50 (resistenza)
    Parata e affondo -2 -2 (resistenza)

    Maestrie:
    Combattente Armato (Spada) II Kenjutsu

    Resistenza 399 - 90 + 45 (rigenerazione) - 60 - 4 = 290
    Stamina 350 - 35 - 50 = 265
     
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    Quanti ne aveva visti di samurai come quello? Fin troppi. Gill ne aveva la nausea. Erano tutti uguali. Ricolmi di superbia soltanto perché vivevano secondo i dettami di principi e regole stupide e prive di logiche.

    < Io definirmi un samurai? Giammai! > Sputò con ferocia quelle parole in faccia a Ren, mentre le loro lame sfregavano l’una contro l’altra.

    Gill sentiva l’acciaio freddo premergli contro la gola, un solo passo falso e avrebbe il suo sangue avrebbe reso la neve del colore dei rubini. Da dov’era sbucato quel sedicente samurai? Che fosse uno di quegli impiccioni finiti nel suo genjutsu? E allora doveva esserne uscito, ma come? Gill cercò risposte senza trovarne alcuna.

    < Siete una massa di stupidi bigotti! > Si sfogò col suo avversario. < Inseguite bovinamente le fottute regole di quel fottuto bushido e vi atteggiare come se foste Dèi scesi in terra. >

    Quel bastardo d’un samurai sembrava essere davvero veloce. Si era frapposto tra Gill e il vecchio come un lampo a ciel sereno. Non poteva abbassare la guardia, non stavolta. Eppure sentir ancora parlare di samurai lo aveva mandato su di giri.

    Quante volte gli avevano fatto quella domanda pregna di veleno. “Ti definiresti un samurai, tu?” Soltanto perché era più rapido nel manipolare la gente piuttosto che menare la katana come una scimmia impazzita doveva essere da meno? Aveva avuto la meglio in centinaia di scontro grazie alle sue doti, ma nulla era valso a far riconoscere il suo valore. La rabbia fece muovere da solo il suo corpo, dimenticandosi della logica e della sacra razionalità. Si staccò dal suo avversario, tentando una spazzata orizzontale all’altezza dell’addome per guadagnare qualche metro.

    < Muori! >

    Avrebbe preso a far oscillare la sua lama, come un pendolo, con una calma quasi irreale data la situazione. Ren avrebbe visto quella lama moltiplicarsi più e più volte, inspiegabilmente. Gill era un illusionista e, come tale, così combatteva. Avrebbe sfruttato quel momentaneo disorientamento del suo avversario per tentare di assestargli un altro fendente discendente, disegnando una traiettoria che dalla spalla destra scendeva verso l’anca sinistra.

    < Lo senti? Eh?! > Gli avrebbe urlato. < Questo senso di inettitudine?! Lo capisci cosa si prova?! >

    Un ultimo sclancio, con tutte le sue forze, con la katana stretta in entrambe le mani, in un fatale affondo che avrebbe trafitto Ren all’altezza del ventre dal basso verso l’alto.


    Credo sia tutto chiaro. Difenditi e contrattacca. Nel caso, mp. Anche se poi posti senza aspettare risposta ^U^
     
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    Il folle, con un tono aspro ed iracondo, si lasciò andare in sfoghi offensivi contro i Samurai ed il Bushido stesso, rinnegandoli e offendendoli. Tanta rabbia e disprezzo verso quelle due facce della stessa medaglia, il sacro Bushido che guida i valorosi ed onorevoli Samurai nelle loro gesta, attraverso i suoi ferrei precetti. Io non ero ancora nessuno per poter vantare piena conoscenza e rispetto di quel codice d'onore, e non ero certamente tanto ipocrita da farlo, ma ero comunque cresciuto secondo gli insegnamenti e la guida dei miei genitori, entrambe persone che credevano fermamente che essere Samurai volesse dire proprio consacrare se stessi al rispetto delle norme morali ivi delineate. Solo in virtù di ciò decisi di ribattere.

    Tu non hai idea di cosa voglia dire essere un Samurai! Io sono cresciuto dal tuo stesso lato del muro, nel caos e nell'insensatezza! Ma ho avuto la fortuna di avere chi mi ha trasmesso lo stesso una giusta morale. Non centra l'abilità con la spada o la capacità di uccidere il proprio nemico, un Samurai è tale prima di tutto con il cuore... Ma chi un cuore non ce l'ha questo non potrà mai capirlo, come non lo capiva quel despota che ci guidava e come non lo capisci tu...

    Al chè, ancora più infervorato da quelle parole, il reietto si staccò dal mio giogo con un repentino movimento all'indietro tentando di colpirmi con un calcio. Io non avevo però la minima intenzione di farmi cogliere alla sprovvista e cercai la scappatoia in una schivata all'indietro, quel tanto che bastava per far andare a vuoto il colpo. Non era certo quel pò di distanza ad impensierirmi.

    CITAZIONE
    < Muori! >

    Quelle parole giunsero come il latrato di un cane malato di rabbia, non più in grado di ragionare lucidamente, una belva che stava per gettarsi furiosamente contro quella che riteneva essere una semplice preda da eliminare, senza rendersi conto di quali fossero le conseguenze di quel gesto. Iniziò quindi a far oscillare la spada in un modo che anch'io conoscevo fin troppo bene, la Nebbiosa Notte Lunare, certo il conoscere cosa stesse per fare non mi dispensava del tutto da ciò che ne derivava, ma sapevo cosa aspettarmi e come poter reagire. Senza esitare feci fluire il mio chakra, mischiato al potere del Jinton, sulla katana rivestendola e, nel momento che ritenevo opportuno, tentai un rapido movimento della lama atto ad allontanare il mio aggressore. In ogni caso non sembrava per nulla intenzionato a darsi per vinto e, seppur nel disonore, tentò un nuovo affondo a cui risposi con uno scarto laterale assistito dalla mia katana che avrebbe tentato di intercettare l'offesa e portarla alla mia sinistra.

    Bene... Hai fatto la tua scelta, ora ne pagherai le conseguenze!

    Esclamai approfittando dell'eventuale tempo guadagnato in caso di riuscita della schivata, infine spostai una delle mie katane nella bocca per poi estrarre la terza.

    Roronoa.Zoro.full.2612540

    Preparati!

    Appena l'uomo fosse tornato in guardia sarei partito a tutta velocità, sfruttando a piena il mio dono, difatti, grazie all'immane velocità che detenevo, si sarebbe creata come l'illusione che ci fossero altri quattro Ren oltre al sottoscritto. Quel mio primo assalto sarebbe quindi sfociato in un unico potente e preciso fendete di spada orizzontale che, se fosse andato a segno, sarebbe stato però equivalente ad un colpo doppio. Non mi sarei però fermato, avevo subito due tentativi di attacco e due ne avrei restituiti, mi apprestai quindi ad una nuova accellerazione repentina tentando di mettere fine a tutto con la mia tecnica più letale che sfruttava a pieno il potere delle mie tre lame: Lame Concatenate!

    Non costringermi a continuare!
    Ren Natsume

    Azioni:
    Mantenimento Status Velocità -35 (stamina) -25 (resistenza)
    Decapitazione della luna crescente -12 (implemento kenjutsu) -25 (diramazione) -25 (infusione jinton)
    Difesa con spada -2 (implemento kenjutsu)

    Decapitazione Frontale + Zanzo -12 (implemento kenjutsu) - 18 (stamina) -18 (resistenza) [dovrebbe ancora avere diramazione Jintonata a meno chè non si distinguano i turni di attacco e difesa]
    Lame concatenate + Zanzo -37 (implemento kenjutsu) - 18 (stamina) -18 (resistenza) [come sopra per una delle tre spade]

    Resistenza 290 -35 -18 -18 = 219
    Stamina 265 -25 -12 -25 -25 -2 -12 -18 -37 -18 = 91

    Note: Per la prima volta uso lo Zanzo... non avendo ben capito se consuma resistenza o stamina ho tolto i 18 ad entrambi, spero di aver sbagliato e che posso recuperare qualcosa XD Per il resto dovrebbe essere tutto giusto anche se un pò incasinato tra bonus vari...
    Ci sono il Kenjutsu e lo statu velocità in generale, la diramazione del chakra abbinata all'infusione Jinton su una delle tre spade.
     
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    L’arte illusoria sapeva essere tanto meschina quanto fatale. Un piccolo errore di valutazione, accompagnato da una spropositata superbia, condussero Ren nella potente illusione del suo avversario. Infatti la tecnica di Gill non era il taijutsu ipotizzato dal samurai della nuova Tetsu unificata, bensì un genjutsu di un certo livello. Mentre Ren osservava il ritmo ondulatorio dell’acciaio del suo avversario, Gill si infiltrava nel suo chakra come un virus e, come tale, lo infettò facendogli credere di vedere decine e decine di katane oscillare nell’aria. Mentre il samurai assisteva impotente a questo sogni ad occhi aperti, Gill si fece largo nelle sue difese, menando un fendente con tale rabbia da recidere vesti, pelle e carne dell’indifeso Ren.

    Ma quello stesso dolore che divampò fiammante dalla spalla fino al bacino lo fece tornare nel tangibile mondo fenomenico. Il divario tra i due spadaccini era notevole, addirittura incolmabile per Gill. Ren Natsume deviò senza fatica il suo affondo, mandandolo a vuoto, nonostante la ferita sanguinante.

    Quello che venne dopo, accadde a una velocità così elevata, che nel villaggio nessuno riuscì a ricostruire gli eventi di quel duello. Ren si mosse a una velocità estrema, ai limiti della possibilità di un essere umano. Gill avrebbe tentato di seguirlo con lo sguardo, pronto a bloccarlo in un altro genjutsu, ma i suoi occhi giravano a vuoto e gli giocarono un brutto scherzo. Non uno, non due, ma ben cinque figure del samurai lo avevano circondato, senza interrompere quella loro macabra danza di morte. Si era moltiplicato, ma quando?

    Gli attacchi che seguirono furono addirittura più rapidi, impossibili da seguire, figurarsi a respingerli.

    Gill cadde in ginocchio, come il vecchio prima di lui. Le sue vesti lacerate lasciavano intravedere una ferita ampia quasi quanto il suo torace. La destrezza del samurai con le katane era stata tale da riuscire a incidere un otto quasi perfetto sul corpo del mercenario, come a voler lasciare la firma del proprio operato.

    < Finisce così… > gli ultimi affannati respiri di Gill lo riportarono indietro nel tempo, tra le braccia della sua amata. < Se solo lei…> tossì sangue, la katana gli scivolò di mano finendo sulla neve già rosseggiante. Le palpebre gli si fecero pesanti e la luce della sera si fece ancora più tenue, fino a finire inghiottita dalle tenebre. Lì in qual mare di buio, Gill avrebbe voluto rivedere una sola persona. La donna con quale avrebbe condiviso il resto della vita anche in una topaia, ma che era stata brutalmente stuprata e uccisa durante la guerra civile da un branco di samurai in rotta. Li aveva uccisi tutti, uno a uno. Quella era l’unica consolazione che portava con sé in quell’abisso oscuro di morte. < Berta, dove sei? >

    *



    Una vita era spirata e un’altra stava spirando nell’indifferenza generale. I cittadini erano visibilmente sollevati dalla morte del loro oppressore e un timido applauso riecheggiò nella piazza innevata.

    < Giovane… > un filo di voce roca avrebbe richiamato l’attenzione di Ren Natsume, il quale non era forse abituato a sentirsi chiamare con quell’appellativo. < Avvicinati. >

    Vani sarebbero i tentativi di soccorso di Ren, il vecchio non avrebbe voluto saperne.

    < Ho ascoltato ciò che hai detto a quell’uomo. Tu… >

    Il vecchio aveva visto nel samurai sé stesso più giovane e ancora in forza tra le fila di Chul Moo Lee. Egli aveva era stato costretto all’esilio per non dover vedere di persona il degrado della sua amata Tetsu, ma quel samurai aveva davanti a sé ancora tutta la vita.

    < Tu hai vissuto gli orrori del despota. > Riprese a fatica. < Ma ora hai tutta una vita davanti per rimettere in piedi Tetsu. I miei occhi grigi hanno visto il futuro ed è più nero di qualunque pessimistica previsione. Non lasciarti ingannare: la morte del tiranno non è che un raggio di sole in una giornata tempestosa. > Il vecchio era steso a terra, riverso nel suo stesso sangue. Un accesso di tosse lo scosse. < Poggia una mano sul mio petto, dammi un po’ forza. Ne ho bisogno per mostrarti una cosa. >

    Se Ren avesse accolto quella richiesta, il vecchio avrebbe utilizzato quelle ultime energie per evocare Gama, il grosso rospo protettore del rotolo più importante per la comunità di anfibi.

    Il rospo si sarebbe mostrato subito allarmato per le condizione del suo amico di vecchia data, ma l’anziano avrebbe zittito anche lui.

    < Io ormai ho concluso il mio percorso. Non è di me che devi preoccuparti, ma di questo giovanotto. Ha vissuto in una realtà fatta di violenza e brutalità, ma non è uscito corrotto. Anzi, sento che il suo spirito è puro come l’acqua della mia sorgente. Ah… quanto vorrei un ultimo sorso di quell’acqua fresca… >

    < Orsù, Gama, apri quel rotolo. >

    L’anfibio parve riluttante, ma eseguì il silenzio.

    < Giovanotto io non posso fare altro che lasciarti questo mio misero testamento. Quando il mio corpo sparirà mangiato dai vermi, di me non resterà nulla. Nessuno mi piangerà, nessuno mi ricorderà. Per questo ti chiedo questo scambio. Ogni volta che userai il potere che sto per passarti, pensa a me. Pensa a questo stupido vecchio che non sarebbe riuscito a difendere neanche questo villaggio sperduto. >


    Se i miei calcoli sono esatti, fai 568 danni. Come riuscita ci sei. La difesa ti è fallita perchè sei caduto vittima di genjutsu. Non so se hai ruolato volontariamente una tecnica per un'altra o se hai inteso male. Comunque, hai solo vinto una cicatrice in più. Gill muore. Il vecchio pure. Il villaggio è libero. Ruola bene questa parte finale perchè stai firmando il rotolo col sangue come fece naruto illo tempore. Credo sia l'ultimo post. Per il rientro al villaggio, il Capitano hawk sbucherà non appena avrai finito il rituale, si complimenterà e dirà di aver mangiato davvero bene. In pratica si è liberato dal genjutsu soltanto quando è morto Gill. Nel caso, mp


    Edited by tisy16 - 19/4/2020, 00:35
     
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    Un piccolo errore, una valutazione errata, il pensare che le mie deduzioni siano sempre corrette, ogni leggerezza sul campo di battaglia può costare la vita. Mi era stata spiegata e ripetuta tante volte quella lezione ma evidentemente non era mai penetrata dentro di me come in quel momento, insieme alla fredda lama di quel Ronin che mi squarciò il tronco lasciandomi un segno ben visibile della superficialità che avevo dimostrato. Non era però quello il momento per perdersi in riflessioni, ero in missione e dovevo reagire subito. Non avrei commesso lo stesso errore del mio avversario. Lui ha avuto la sua occasione, ha colto la breccia nelle mie difese, ma non ha saputo finirmi; io lo avrei fatto!

    Così fù, la mia foga e la mia velocità erano spropositate per la reale preparazione del mio nemico, qualcuno che solo tramite gli insidiosi genjutsu poteva sperare di avere la meglio sugli onorevoli samurai. Un battito d'ali di una farfalla, bastò quel piccolo frangente perchè una ben definita sequenza di colpi delle mie spade mettessero fine a quello scontro, una fine totale, completa, inesorabile. In verità non avrei voluto giungere a tanto nonostante tutto, già tante vite avevo preso nella mia carriera da mercenario e volevo evitare di tagliare altri fili come vero Samurai di Tetsu, ma non potei che arrendermi all'evidenza che i doveri di un guerriero della giustizia, in alcuni casi, richiedono tale fermezza di spirito: "alcuni mali sono talmente profondi che è impossibile che vedano la luce". Le parole di mio padre mi tornarono alla mente, ma era davvero così? Mia madre si rifiutava di pensare al mondo come bianco o nero, riteneva che le circostanze inficiassero in maniera esorbitante sulla azioni di un uomo e che nessuno fosse completamente cattivo o completamente buono. In quel modo di pensare c'era sicuramente un suo senso, quindi che fare?
    Restai qualche secondo imbambolato a fissare il cadavere di quel miserabile, riflettendo su quella domanda, ma la ormai flebile voce del vecchio mi riportò alla realtà.

    CITAZIONE
    < Giovane… Avvicinati.>

    Stava male, era evidente, rapido rinfoderai le spade e rilassai il mio corpo lasciando che il chakra smettesse di fluire in tutto il mio essere, mi diressi quindi verso di lui sorreggendolo.

    Riesce ad alzarsi? Come posso aiutarla?

    Le mie parole furono però completamente ignorate, anzi quell'uomo continuò nel suo discorso prendendomi la mano e tirandomi più vicino. Nonostante tutto la sua presa era salda, certo debole in quanto a forza fisica, ma in lui si percepiva chiaramente una forza ben più vasta, la forza di chi, conscio della sua condizione, si era frapposto tra le persone che amava ed il male che le minacciava. Che grande uomo doveva essere stato!

    CITAZIONE

    <tu hai vissuto gli orrori del despota. Ma ora hai tutta una vita davanti per rimettere in piedi Tetsu. I miei occhi grigi hanno visto il futuro ed è più nero di qualunque pessimistica previsione. Non lasciarti ingannare: la morte del tiranno non è che un raggio di sole in una giornata tempestosa. Poggia una mano sul mio petto, dammi un po’ forza. Ne ho bisogno per mostrarti una cosa.>

    La sua voce era tremante e colpi di tosse lo costringevano a riversare sangue su quella terra ove giaceva. Le sue parole erano però coinvolgenti, non so bene quale fosse il motivo ma mi lasciai completamente andare a ciò che l'uomo dicesse come se fossero le parole di un maestro, di qualcuno in cui poter riporre la massima fiducia. Posi quindi la mia mano su di lui lasciando fluire il mio chakra, ed ecco che qualcosa di assurdo accadde, una nuvola di fumo esplose di fianco a noi e da essa apparve un grosso rospo con un rotolo gigante ben legato sulla schiena. Questi parve decisamente scosso dalla situazione del vecchio e tentò subito di fare qualcosa per aiutarlo, ma nulla, l'anziano ormai in procinto di esalare il suo ultimo respiro, spese quegli ultimi momenti per qualcosa che mai avrei immaginato.

    CITAZIONE
    < Io ormai ho concluso il mio percorso. Non è di me che devi preoccuparti, ma di questo giovanotto. Ha vissuto in una realtà fatta di violenza e brutalità, ma non è uscito corrotto. Anzi, sento che il suo spirito è puro come l’acqua della mia sorgente. Ah… quanto vorrei un ultimo sorso di quell’acqua fresca… Orsù, Gama, apri quel rotolo. >

    Il rospo parve inizialmente riluttante ma eseguì l'ordine con una lacrima ben visibile a solcargli il viso, una lacrima per quello che doveva essere stato un fidato amico. Non potei non commuovermi di fronte a tale scena, al chè strinsi la mano del vecchio che si nuovamente si rivolse a me.

    CITAZIONE

    < Giovanotto io non posso fare altro che lasciarti questo mio misero testamento. Quando il mio corpo sparirà mangiato dai vermi, di me non resterà nulla. Nessuno mi piangerà, nessuno mi ricorderà. Per questo ti chiedo questo scambio. Ogni volta che userai il potere che sto per passarti, pensa a me. Pensa a questo stupido vecchio che non sarebbe riuscito a difendere neanche questo villaggio sperduto. >

    Tenni quindi la mano del vecchio con entrambe le mie ed ergendomi con la schiena proferii quelle parole come fossero un giuramento solenne

    Lo farò... Userò con onore e senso di giustizia questo tuo dono ed ogni volta che questi nuovi amici...- mi volsi quindi a gama con un sorriso fiero ma malinconico - mi soccorreranno mi ricorderò che sei stato tu a concedermi quella possibilità... Ti ringrazio!

    Al chè avrei seguito le indicazioni di Gama e, con il mio sangue, avrei apposto la mia firma sotto quelle degli altri beneficiari di quel patto.

    Con il mio sangue suggello questo patto... Grazie anche a te Gama, avevo già sentito parlare di voi ma non pensavo di arrivare mai a conoscervi... Spero di rivelarmi all'altezza delle sue aspettative...

    Mi rivolsi quindi nuovamente al vecchio, rendendomi però conto che ormai era spirato, aveva lasciato questo mondo pregno di guerra e dolore con il sorriso sulle labbra. Ma il suo ricordo e quello del monito di pericolo che mi ha lasciato, non sarebbero mai svaniti dalla mia memoria.

    In quello stesso momento riapparve anche il capitano Hawk che a quanto pare era rimasto prigioniero del Genjutsu fino al momento della morte di chi l'aveva creato. Mi apprestai quindi, con l'aiuto di Gama a dare degna sepoltura al vecchio, per poi spiegare tutto l'accaduto al capitano. La missione era compiuta e qualcosa di incredibile ne era scaturito!
     
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    Io direi che va bene così. Non essendo moderatore, non ho il potere di prendere decisioni, ma mi limiterò bq esprimere un parere. Parere che è ampiamente favorevole. Per me, puoi hai sottoscritto il patto con i rospi e potrai utilizzarli ogni volta che vorrai, stringendo legami di amicizia e di affetto con loro. I tuoi post mi sono piaciuti, ma il primo e quello del combattimento potevano essere curati un po'si più. Max del tuo grado meno 5. Attendo una mia valutazione, la quale, eccezionalmente, correrà su un doppio binario.
    Spero sinceramente che ti sia piaciuto roy
     
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    Anonymous
    E' stato un patto piuttosto singolare e per questo mi è piaciuto molto.
    Tisy tu puoi prendere il max di exp e do anche a te il benvenuto nello Staff!
     
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13 replies since 7/4/2020, 22:43   389 views
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