Kenjutsu Che Passione!

P.Q. Roy90 - Kerberotte - Delin

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    Kenjutsu Che Passione



    La neve cadeva fine, trasportata da una leggera brezza lungo le ampie distese di Tetsu. Via via mi accingevo ad uscire dal territorio Ovest del Paese del Ferro ed addentrarmi sempre più nella zona cosiddetta neutrale, una sorta di cuscinetto tra le divergenze ideologiche con l'Est. I cosiddetti "Veri Samurai", guidati da Severa non andavano per niente daccordo con i "prezzolati", noncuranti del Bushido, del mio territorio natio.

    Non deve essere male vivere dall'altra parte...

    Pensavo lungo la strada, ricordando gli insegnamenti dei miei genitori, molto più inclini ad un comportamento retto ed impeccabile. Purtroppo per me, nonostante la mia consapevolezza di ciò, crescendo mi ero trovato comunque a lasciarmi coinvolgere forse troppo in affari poco "puliti", ma non ero ancora caduto tanto in basso da rinnegare i precetti trasmessimi nonostante tutto da mio padre.

    Beh... Ora basta perdersi in fantasie e ricordi... Devo rimboccarmi le maniche...

    Il motivo del mio spostamento non era infatti di piacere, nella zona neutrale avevo infatti tirato su la mia attività. Dopo anni di duro lavoro, avevo aperto la mia bottega e portavo aventi fieramente la mia passione di mastro armaiolo riscuotendo un discreto successo. Tutto ciò senza ovviamente mettere da parte i miei doveri da Samurai nè gli allenamenti; il mio obbiettivo restava sempre e comunque diventare lo spadaccino più forte del mondo!

    166398_piccolabaita-inverno



    Il posto non era così complicato da raggiungere nè da un versante di Tetsu, nè dall'altro. Certo poteva essere difficoltoso per chi non lo conoscesse, ma ormai ero abbastanza famoso e bastava chiedere in giro per indicazioni più o meno precise, ma comunque sufficienti a rintracciarmi. Giunto quindi a destinazione, come di consueto aprii la porta lasciando che il solito campanellino inondasse la sala d'esposizione con il suo suono e mi persi qualche istante ad osservare la varia mercie meticolosamente ordinata ed esposta per sezioni: dalle katane, mie creazioni predilette, ad ogni genere di arma o armatura. In quella sala, non più grande di una classico salone, oltrepassai il largo bancone posto infondo e quindi la porta alle sue spalle; da lì vi era l'accesso alla zona riservata, molto più ampia e piena dei più disparati ferri del mestiere. Al centro c'era una grande fornace con cui scioglievo i vari materiali, con davanti il classico piedistallo per gli stampi da utilizzare; diversi mobiletti e appoggi di vario genere costellavano la zona, pieni di minerali, metalli, attrezzi ed addirittura qualche lama mal riuscita che sarebbe potuta sempre tornare utile. Insomma un pò l'opposto della sala d'esposizione, ad una prima occhiata molto poco ordinato come posto di lavoro certo, ma all'occorrenza sapevo bene dove trovare ogni cosa. In quel periodo poi mi stavo giusto dedicando ad alcuni progetti "innovativi" quindi i vari tentativi e progetti sparsi non contribuivano ad una migliore parvenza, fortuna che lì ero praticamente l'unico ad entrare. Dopo un attimo di contemplazione mi immersi quindi nel lavoro, prestando comunque sempre attenzione all'eventuale rumore del campanello, casomai dovessero entrare eventuali clienti.

    Kerberotte, eccoci qui xD spero sia abbastanza come imput iniziale...
    Ps. volevo taggare anche Delin ma non so mettere il primo carattere del nick :patpat:


    Edited by Roy90 - 21/1/2020, 08:24
     
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    Narrato - « Parlato » - « Pensato »
    Hisao era abbastanza deluso dall'evolversi degli eventi recenti, se doveva essere onesto. Non che fosse il tipico matto che se ne andava in giro scrutando il villaggio e pensando di poter ricavare una strana conoscenza superiore a tutti, ma era alquanto irritato dal fatto che avesse dovuto recuperare una ferita al petto in mezzo al disastro di una guerra civile. Se prima le ostilità erano accese ma perlomeno si poteva camminare per strada tranquilli, ora era difficile poter vivere una vita normale con la guerriglia urbana che poteva colpire chiunque. Innocente o colpevole, civile o guerriero...era complicato descrivere le sensazioni di paura ma anche di voglia di rivalsa del samurai. Certamente gli sarebbe piaciuto poter vivere una vita senza preoccupazioni, combattere per la propria libertà ed infischiarsene del conflitto. Ma allo stesso tempo avrebbe preferito non uscire più di casa per timore di essere il prossimo ad essere colpito. Era tornato da un mese da Kiri, dove l'unica cosa che aveva ricevuto erano un paio di pagine di appunti sulla loro tecnica e sulla loro situazione politica ed un colpo di lama sul petto che ancora gli faceva un male cane. Si poteva dire che un samurai doveva essere abituato ad essere ferito e portare con orgoglio le cicatrici, ma lui aveva lasciato il villaggio per puro piacere personale ed aveva combattuto con un ninja senza autorizzazione alcuna. Considerati i tempi probabilmente lo avrebbero decapitato soltanto per aver osato lasciare il villaggio, anche se quando era partito non aveva tutte quelle preoccupazioni. Era rimasto un altro paio di giorni in mezzo alla nebbia giusto per evitare di morire dissanguato, ma aveva potuto solo arrangiarsi da solo per non destare sospetti alle autorità cittadine. Era quindi partito di tutta fretta utilizzando i propri mezzi a disposizione, arrivando di nuovo a Tetsu ferito e malaticcio. Non avrebbe dovuto intraprendere quel viaggio in quelle condizioni, ma ancora un po' e lo avrebbero cercato per farlo fuori senza neanche ricorrere alle buone maniere. Era stato un mese di sofferenza, in cui ogni respiro provocava una sensazione di rottura e dolore nel suo petto, in cui restava notti insonne rannicchiato sul suo materassino in mezzo al freddo. Generalmente non era una persona troppo freddolosa, ma stava così male che aveva sentito le mani e i piedi diventare glaciali. Il troppo sforzo gli aveva fatto male e ne aveva pagato le conseguenze, senza neanche poterlo dire al padre. Lui era rimasto abbastanza stordito dal saké per permettergli di nascondere la faccenda per qualche giorno, ma ai suoi ennesimi lamenti aveva preteso di capire cosa era successo. Aveva mentito di nuovo, spudoratamente. Aveva detto che erano stati dei samurai della parte Est a malmenarlo per ragione alcuna se non di appartenere ad un'altra fazione. L'ex-samurai si era scaldato talmente tanto che voleva quasi prendere la sua vecchia katana ed affrontare chiunque fossero questi in un duello, ma tra mille suppliche ed alzate di voce gli aveva detto di non immischiarsi. L'unica cosa che ptoeva fare era aiutarlo a trattare quella ferita senza dirlo ad altri, perché altrimenti sarebbe morto d'infezione o altro.
    Ora stava meglio. Anche se gli faceva ancora male respirare, la ferita si era chiusa quasi del tutto ed il generale senso di spossatezza si era affievolito. Non era ancora del tutto al massimo della sua forma, ma era abbastanza confidente che non sarebbe svenuto in giro come stava per accadere qualche giorno prima. Nella sua testa, mentre si rigirava nel letto, aveva solo un pensiero: doveva armarsi meglio, perché il mondo di fuori non scherzava. Era stato un idiota a pensare che potesse sottovalutare la tecnica di spada degli altri villaggi, forse dimostrandosi un po' superbo verso Juza. Ma se i samurai non potevano superare i ninja nemmeno in uno scontro armato, cosa potevano fare veramente per conquistarsi un posto nel mondo come tanto decantavano tutti? Erano dubbi che lo avevano afflitto e mettevano alla prova le sue certezze sul lavoro che faceva. Era un ruolo normale lì, ma era convinto che chiunque da fuori rispettasse il loro portamento e la loro abilità. Aveva fatto una pessima figura...ma perché gli importava di una cosa del genere, se alla fine quella carriera era solo un mezzo per la stabilità economica?
    Quella mattina aveva cercato di scacciare quei pensieri quando si era svegliato. Era rotolato fuori dal lettino con le sottili ma calde coperte trascinate dietro, mentre sentiva il pavimento di legno scuro scricchiolare. Aiutandosi con le mani aveva cercato di mettersi seduto senza sforzare i muscoli senza troppo successo, vista la fitta di dolore che gli scese fino al fianco. Prese un lungo respiro cercando di non badarci troppo, usando le gambe per rialzarsi e facendo toccare i piedi nudi con il gelo accumulato sul terreno. Sospirò, mentre camminava piano verso il suo armadio per prepararsi. I momenti poco dopo il risveglio erano i peggiori, visto che si sentiva una bambola sul procinto di rompersi. Muoversi poco per non far riaprire i tagli, ma spazientirsi appena sentiva il bruciore riaffiorare. Andò in bagno sfilando la garza che gli aveva procurato suo padre, notando che era più pulita del solito. Almeno si stava finalmente chiudendo definitivamente. Avrebbe dato una sciacquata con l'acqua congelata per pulire il tutto, prima di passare al resto del corpo e riavvolgere con garze pulite. Si era poi vestito con un maglione nero dal collo alto, corredato di pantaloni del medesimo colore, mettendo sopra la giacca nera che aveva sempre con sé. Avrebbe finito il tutto con un paio di guanti scuri, che perlomeno lo tenevano al caldo. Odiava che l'ammalarsi abbassasse la sua tolleranza per il freddo, ma l'unico modo per non smettere di sentire le mani era fare l'elegantone. Indossò quindi il cinturino sul fianco, ponendo la sua wakizashi che forse avrebbe presto trovato un'altra fredda compagna. Si era infatti svegliato presto per andare a comprare una katana, visto che aveva accumulato abbastanza soldi da potersela permettere finalmente. Era un po' una sua vergogna il non poter girare con la tipica spada dei samurai, visto che era quasi uno status symbol lì. Aveva sentito di un certo fabbro piuttosto abile a svariati chilometri da Tetsu Ovest, in una specie di zona grigia dove c'era una tregua tra le due fazioni. Tutti sembravano rispettare la parola di non belligeranza all'interno di quell'area, ma non se la sentiva di andarsene senza alcuna difesa personale. Chissà cosa poteva girare nella mente di certi individui e di certo lui non sarebbe finito infilzato come uno spiedino perché doveva fare per forza il pacifista.
    Uscendo quindi di casa prese le sue cose, dando un'occhiata al padre che dormiva nel soggiorno, rivolgendogli un raro sorriso. Quando riposava sembrava così tranquillo e senza pensieri, al contrario del solito. Gli aveva detto che andava a fare due compere quella mattina e che sarebbe tornato con molta probabilità nel tardo pomeriggio. Sul tavolo basso c'era un piccolo contenitore avvolto in un fazzoletto completamente bianco, ovvero il pranzo che aveva in qualche modo cucinato per lui. Era così strano che fosse così affettivo ultimamente, forse perché stava male. Non che fosse una persona priva di amore, ma era totalmente incapace ad esprimerlo bene. Era quasi sempre un po' imbarazzato in sua presenza e generalmente si facevano gli affari loro. Gli sarebbe piaciuto renderlo così tranquillo per sempre e forse un giorno ci sarebbe riuscito. Doveva solo aspettare l'occasione giusta e se ne sarebbero andati da quella schifosissima casa. Aprì per un istante la porta scorrevole, uscendo di tutta fretta per andare al limite del villaggio, dove il carro che aveva prenotato lo stava aspettando. Non voleva far entrare il freddo mattutino, anche se il vento sembrava essersi calmato. Un debole sole illuminava il mattino, senza migliorare però il suo sconforto. Non era nelle condizioni per affrontare quella strada a piedi, in mezzo alla neve ed aveva fatto uno strappo alla regola visti i recenti guadagni. L'uomo che guidava il carro era un contadino che vendeva di solito i suoi prodotti in quelle zone e si offriva di portare chiunque lo pagasse nella zona neutrale. Era quasi un lusso poter viaggiare con un mezzo per lui, quindi si mise accanto all'uomo senza rivolgergli parola per quasi tutto il tragitto. Si concentrò sulle distese accecanti di neve per non pensare al proprio dolore, con gli occhi che inviavano scosse nervose al suo cervello quasi per protestare. Hisao pensò al tipo che gestiva il negozio, che era abbastanza "famoso" nel suo villaggio se così si poteva dire. Ren Natsume, era quello il nome se non ricordava male, aveva deciso di aprire bottega nella parte neutrale. Probabilmente era così avido di denaro che vendeva armi al nemico per massimizzare il guadagno. Non poteva che invidiare però il suo aver avuto un'idea così geniale. Era abbastanza rinomato per la qualità delle sue armi, cosa che lo aveva spinto naturalmente ad andare da lui. Era un samurai ed era anche un suo superiore a quanto pare, facendogli crescere dello sconforto nel petto. Avrebbe dovuto rivolgersi a lui come negoziante o come superiore? Era importante fare una bella faccia in quei casi, ma voleva pure evitare di mostrarsi troppo puntiglioso. Si coprì il viso con la mano, facendo riposare la vista. Non ci voleva molto a raggiungere il posto, forse perché il contadino sapeva la strada. Probabilmente il samurai corvino non era il suo primo passeggerò per di lì. Le distese completamente nude e rocciose fecero spazio alla vegetazione e ai campi coltivati, con il verde scuro e spento che combatteva col bianco. Attraversarono un sentiero più battuto, notando anche qualche carro che si muoveva nella direzione opposta. Vide in lontananza un edificio di modeste dimensioni, indicando al contadino di fermarsi lì davanti. Visto che aveva già pagato lo salutò scendendo un po' a fatica, osservando per qualche istante l'esterno di quella che sembrava una casa di montagna. Era carina, non poteva ammettere il contrario. Aveva più o meno gusto, quel Ren.
    Spinse la porta, entrando e facendo suonare un campanellino. I lunghi capelli neri erano pettinati lisci e probabilmente sembrava appena uscito da una battaglia con un calamaro gigante per quanto nero indossava. Faceva decisamente più caldo rispetto a fuori, cosa che apprezzò enormemente. A prima vista sembrava un negozio abbastanza normale anche se decisamente ben fornito, con numerosa merce sistemata quasi in modo ossessivo come se fosse un emporio che troveresti al centro di Tetsu Est. C'erano sistemate varie armature e piccole armi da lancio oltre che strani aggeggi che non aveva mai visto. In posa come longilinee signore eleganti, c'erano in un angolo numerose spade di varie dimensioni e fatture. Il bancone sembrava vuoto per ora, ma forse sarebbe arrivato qualcuno nel mentre. Cominciò a curiosare nel negozio, dando un'occhiata da vicino alle luccicanti katana senza però toccarle. Dopotutto, non voleva sembrare un ladro appena entrato. Sembravano splendide e gli sarebbe piaciuto vedere quanto fossero pesanti, affilate, fredde, di qualità. Sembrava che ci fossero anche diverse pesanti armature e i tipici kunai e shuriken che ormai anche loro avevano adottato. Cominciò a vagare per le varie sezioni, avvicinandosi di tanto in tanto per osservare da vicino e aspettandosi il famoso Ren apparire da un momento all'altro.
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    È proprio vero che da grandi capacità derivano altrettante responsabilità. Un gioco continuo ed implacabile che scandisce perfettamente ogni singolo aspetto temporale della vita di chi è investito dal peso di essere di vitale importanza per qualcuno, come anche per il sistema. Diviene un peso che non molti sono tagliati per sopportare, ma non è il caso di Yozora.
    Nonostante quello sia letteralmente il suo unico giorno libero della settimana - che la porta lontana dall'Accademia di Tetsu Est, laddove in qualità di Colonnello è suo compito addestrare i sottoposti Samurai con fin troppa veemenza - lo impiega viaggiando per una giusta causa. Ryo spesi per portarsi fuori dal villaggio principale, spingendosi verso la costa a sud, più o meno nelle zone "neutrali" del Paese del Ferro. La guerra civile non ha di certo risparmiato nessuno ma vi sono zone, per quanto strategicamente utili ad una fazione più che all'altra considerando la vicinanza con il mare, che sembrano aver risentito meno di quel conflitto interno durissimo, durato ormai fin troppo tempo. Proprio in una zona come quella la necessità indirizza la Samurai che, abbandonata la propria carrozza al villaggio più vicino, prosegue a piedi senza farsi alcun cruccio dei fiocchi di nevi che danzano lenti e soavi donando alla vista una vasta distesa di bianco candido.
    Il passo della giovane ragazza è svelto e cadenzato da un'andatura marziale, così come l'espressione che mantiene lungo il tragitto. Marziale, fredda e dura come un vero Samurai nonostante il naso sia di un rosso paonazzo a causa del freddo e lei non ne sia nemmeno a conoscenza. Dopo poche ore di viaggio si presenta di buona lena difronte al luogo che stava cercando.

    "Dovrebbe essere proprio questo" si dice osservando la struttura di legno. Più che un'armeria rinomata, sembrava una onsen tradizionale. Di certo alla ragazza non dispiacerebbe trovarsi davanti una sorgente termale al chiuso, considerando quel freddo. Ma è lì non per riposarsi, purtroppo. I passi giungono alla porta d'ingresso qualche minuto dopo che questa venisse aperta da un ragazzo con i capelli scuri di cui lei non si è minimamente avveduta. Giunge quindi all'ingresso dell'armeria e, semplicemente poggiando la mancina sulla porta, spinge verso l'interno la stessa e la campanella all'uscio ne annuncia la presenza.

    - Ohayō... -

    Pronuncia con voce nasale per salutare con educazione chiunque si trovi all'interno del locale. Piuttosto caldo, accogliente. Forse fin troppo poiché lo sbalzo di temperatura fa subito rabbrividire la ragazza dai lunghi capelli castani.

    - Eh... ETCIÙ! -

    Starnutisce sonoramente non appena mette piede dentro, persino con i grandi occhi color nocciola tutti umidi, provati dalle temperature in ribasso. Si presenta vestita con una lungo e pesante pastrano di un bel blu scuro che ricade fino a metà dei polpacci, mostrando dei anfibi neri e chiusi, piuttosto alto giacché la fine viene nascosta dal mantello stesso che avvolge il corpo minuto della ragazza. Senza che il cappuccio ne nasconda il viso roseo, la Samurai - sprovvista di qualsiasi arma attualmente - non perde certo tempo a guardarsi attorno: cercato il bancone, fa per dirigersi verso quello. Non è l'unica cliente - o curiosa - presente quel mattino, però. L'occhiata che rivolge a Hisao è indecifrabile quando, ritrovandoselo davanti e quindi "intralciando" il suo cammino, si ritrova a schiarirsi la voce.

    - Permesso -, sentenzia ad alta voce, anzi chiede nonostante il tono appaia stranamente frettoloso nei confronti dello sconosciuto. Lo ignorerebbe totalmente da quel momento, affrettandosi a sbrigare i suoi affari il prima possibile sperando di potersi rilassare un po' prima di ricominciare con l'addestramento dell'indomani. Giunta nei pressi del bancone, la moretta poggia gli avambracci sulla superficie lignea e, sporgendosi in avanti nel tentativo di cercare qualcuno in particolare - non trovandola lì pronta a servirla - si ritrova ad esclamare ad alta voce:

    - C'è nessuno? Sto cercando Natusme san -

    Il proprietario di quell'armeria, da ciò che sa. O almeno, così le è stato indicato.
    E lo aspetta lì, pronta per rompere le scatole di primo mattino senza tanti complimenti, giacché sotto il bel visetto si nasconde un animo che scalpita per non perdere nemmeno un secondo del suo prezioso giorno libero. Possibile che Ren Natsume potrà riconoscere quel viso roseo e dagli occhi grandi. Non certo per la sua bellezza quanto per il suo grado essendo la giovanissima una delle punte di diamante di Severa, Generale di Tetsu Est. L'alto grado e l'abilità è quantomeno rinomata almeno nel lato del Paese del Ferro per il quale Yozora combatte, differente rispetto a quella degli altri due presenti. Questo, tuttavia, non sembra turbare la giovane nemmeno un po'.

     
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    Ero a lavoro da non più di un'oretta e stavo giusto ultimando l'ultima katana di una serie richiestemi non molto tempo prima. La mia mente pregustava già il meritato riposo dopo l'estenuante lavoro dei giorni precedenti e già iniziavo a fantasticare sui miei progetti personali, alcune armi particolari che avevo iniziato a sviluppare tempo addietro, qualcosa però mi fece presagire che le cose non sarebbero andate esattamente in quel modo, o almeno non quella mattina: il campanello del negozio, suonato per ben due volte nell'arco di pochi minuti.

    Dei clienti... Meglio sbrigarsi

    Pensai tra me e me riponendo la katana su un apposito piedistallo che avevo di fianco e mi diressi rapido attraverso il passaggio che mi avrebbe condotto già dietro al bancone, coperto da una tendina opaca che impediva la visuale sul retro. La mia comparsa avvenne quasi in concomitanza con l'arrivo al bancone della ragazza dal viso familiare che nel frattempo palesò il motivo della sua presenza, ovvero parlare con me.

    Mi chiami pure Ren

    Esordìi raggiungendola e ponendomi di fronte a lei, separati solo dal bancone in legno. Al che proseguii dando una rapida occhiata anche all'altro ragazzo impegnato ad ammirare la merce esposta, per poi tornare alla ragazza con un sorriso cordiale.

    Non c'è bisogno di eccessive formalità, come posso esserle utile?

    Più la guardavo più avevo il presentimento di averla già vista da qualche parte ma non me ne preoccupai più di tanto, infondo non sembrava avere un atteggiamento pericoloso, doveva certamente essere una Samurai d'elitè di uno schieramento o dell'altro, ma ero più che abituato a trattare con entrambi quindi ulla di nuovo. Attesi quindi la sua risposta continuando, di tanto in tanto, ad osservare il secondo cliente casomai avesse mostrato segni di bisogno o comunque per accertarmi che non combinasse pasticci.

    Ren Natsume

    Con le mie conoscenze avrei potuto ruolare una maggiore conoscenza del tuo pg Kerby, ma avendo richiesto l'eventuale possibilità a modificare tali conoscenze (non avendo mai fatto role di alcun tipo, questa è la prima oltre ad una semplice pq), mi sono tenuto sul vago.
     
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    Un negozietto niente male alla fine. Qualunque luogo con un minimo di calore era probabilmente meglio di casa sua, quindi forse il suo giudizio era un po' influenzato. Gli venne quasi in mente di prendere una katana e provare a tastarne il peso visto che non arrivava nessuno, con la mano che si allungava verso uno dei manici. Magari il negozio era chiuso e lui si era infiltrato senza permesso? Il gesto venne interrotto sul nascere al sentire del campanello alle sue spalle suonare, facendolo trasalire e ritrarre la mano di scatto. Si girò verso la nuova arrivata - una donna incappucciata che pronunciò parole di saluto generali. Più che parlare con lui, sembrava aver rivolto il suo saluto all'intero negozio, giusto per educazione. Non che potesse contraddire una cosa del genere, visto che rimanere in un locale silenzioso era piuttosto imbarazzante.
    « Buongiorno...e salute. » - Avrebbe risposto a voce bassa Hisao, mentre guardava la sconosciuta avvicinarsi. Il negozio era piccolino, certo, ma doveva proprio passare di lì dove stava guardando lui? Chi era questa tizia per atteggiarsi in quel modo? Hisao aveva avuto qualche esperienza con le donne, ma non era tipo da vantarsi di conoscerle tutte o di essere un rubacuori. Forse era un lato del suo carattere piuttosto scorretto, ma si chiedeva che genere di fastidio avesse provocato a quella tizia per farle esclamare un permesso quando doveva essere lei a muovere i piedi da lì. Probabilmente era raffreddata, febbrile o chissà quale altro disturbo. Probabilmente non avrebbe neanche ringraziato la sua cortesia. Hisao era tanto infastidito quanto codardo e non poté fare a meno che rivolgere un sorrisetto imbarazzato alla donna, cercando di levarsi con il suo vestiario ingombrante da di mezzo. « Mi scusi... » - Si sarebbe girato cercando di guardare di nuovo le spade, anche se ora c'era quella strana donna e non si fidava di avvicinarsi troppo a lei. Forse era un po' inquietante, ma preferiva il negozio di trenta secondi fa dove regnava la solitudine ed il silenzio. La donna avrebbe esclamato un'altra volta, cercando il suo stesso uomo. Forse avrebbe risolto il problema, ma doveva per forza atteggiarsi come se dovesse volare dall'altra parte del continente in cinque minuti? Hisao andò verso l'altra parte del negozio, guardando di sfuggita le wakizashi appese, ma soprattutto gettando un occhio sulla donna appena entrata. Se era in un'armeria era sicuramente un samurai e...ed effettivamente era come se l'avesse vista da qualche parte. Non il tipo di persona che vedi dal vivo, come se avessi visto solo immagini e avessi sentito solo racconti su un individuo. Magari era un qualche tipo di samurai di alto rango che non conosceva? Non sapendo il suo nome, era ancora più difficile capire se fosse un qualche tipo di celebrità. Un personaggio lo era di sicuro.
    Entrava ora sul palco un'altra star, il tanto ricercato Ren Natsume. Se lo era immaginato...come dire, quasi uguale alla figura che si era appena affacciata sul bancone. Il corpo dalla pelle un po' scura e pieno di rughe e cicatrici, in contrasto con i capelli di uno strano colore. Era come se l'idea di un fabbro si fosse fatta a persona ed avesse deciso di aprire un negozio. Non lo aveva mai visto di persona, ma l'immagine di carattere burbero fu distrutta dal momento in cui si atteggiò da gentile negoziante. Era quasi come il commesso di una farmacia ninja o di una drogheria, neanche troppo esuberante come il proprietario di un ristorantino tradizionale. Era una persona decisamente particolare, ma non era quello il punto importante. L'avvenimento grave era che la donna lo aveva appena superato quando era entrato evidentemente prima lui. Neanche un po' di educazione in quella nana, a quanto pare. Il detto che nelle botti piccole ci fosse il vino buono sembrava essere stato annullato in quel momento. Hisao non era però tipo da fare particolari storie. Non era certo un matusalemme che andava in giro a lamentarsi che la fila non fosse stata rispettata, alzando la voce in preda alla deficienza. Non voleva però sembrare un tipo a cui si potevano mettere sempre i piedi in testa. Anche lui era irritato dalla sua condizione e dal clima, mica solo lei.
    « Quando ha tempo mi potrebbe aiutare pure a me, Natsume-san? Anche perché sono entrato prima io. » - Avrebbe sorriso ad entrambi, formando un mosaico con le dita incrociate tra di loro. Poteva benissimo ignorarlo e continuare a gettargli occhiate, ma quella piccola rivalsa lo soddisfaceva nel profondo. Una piccola parte del suo cervello gli continuava ad urlare che aveva appena fatto un pessimo errore.
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    È bastato qualche secondo all'interno dell'armeria ed è chiaro chi sia a comandare. È quella ragazza non troppo alta che con noncuranza invidiabile si muove come se quel posto fosse suo. Non di certo sgraziata né sprezzante nella gestualità, ma va dritta al sodo senza perdere tempo. Ed ovviamente ignora Hisao come non ci fosse un domani. Passa accanto al ragazzo a labbra serrate, contrita nonostante sia abbastanza in grado di dissimulare il proprio atteggiamento. Non ricambia il sorriso dell'Akiyama né tantomeno lo ringrazia per averla fatta passare.

    - Mpfh -. Mugola semplicemente tra sé e sé, tirando dritto proprio verso il bancone. Della serie "come rendersi antipatica con meno di cinque parole". Non è di certo colpa dell'altro Samurai ma questa è un'altra storia. Dunque poggia gli avambracci sul bancone e richiama il proprietario che si paesa qualche istante più tardi. Fa dunque il suo ingresso Ren.

    - Oh... -

    Si sente mugolare Yozora silenziosamente ma non è chiaro il perché. In ogni caso le braccia scivolano via dal bancone e le dita vanno ad intrecciarsi tra di loro dietro la schiena mentre la castana se ne sta a fissare il famoso artigiano. China la testa verso questo nel momento in cui sono uno di fronte all'altra, non mancando di un'educazione superficiale, forse, ma che non manca di esistere.

    - Piacere, Natsume san. Il mio nome è Furuta Yozora -

    Si presenta e quindi rialza lo sguardo. E non appena il giovane uomo prova a metterla e mettersi a proprio agio, ecco che Yozora gli rivolge la prima stoccata.
    CITAZIONE
    Mi chiami pure Ren

    - Preferisco non prendermi questa confidenza, grazie -

    Non ha proprio pazienza con gli uomini. Per lo meno mantiene una certa facciata educata nonostante non rivolga all'altro nemmeno mezzo sorriso. Totalmente gelida e marziale, potrebbe cominciare subito a fare le proprie domande ma lei e Ren vengono interrotti da Hisao.
    CITAZIONE
    « Quando ha tempo mi potrebbe aiutare pure a me, Natsume-san? Anche perché sono entrato prima io. »

    Al sentirlo parlare, Yozora torce collo e torace per squadrarlo dalla testa ai piedi, fissandolo con aria piuttosto critica e rispondendo con tono chiaramente supponente.

    - Non c'è mica il biglietto da prendere, mi pare. Chi tardi arriva male alloggia -

    Da prendere a schiaffi ma piuttosto soddisfatta della "argustissima" risposta, la Samurai accenna un sorrisetto soddisfatto prima di tornare a voltarsi verso Ren, riprendendo completamente l'aplomb che la contraddistingue in quanto Colonnello. Deve pur essere professionale ad un certo punto, no?

    - Dunque, Natsume san, ho delle domande da farti. Si dia il caso che stia cercando un oggetto un po' "particolare". E in realtà speravo che tu avessi qualche informazione in merito... -

    Il tono è volutamente basso ma non abbastanza da rendere quella conversazione privata, sicché anche Hisao potrà sentire chiaramente le parole della moretta.

    - Ti dice nulla il "Guanto della Luna"? -

    Domanda infine verso Ren che forse potrebbe restare deluso dal fatto che la giovane ragazza abbia viaggiato non per comprare qualcosa in particolare ma solo per sfruttare la sua conoscenza e chiedergli di quel misterioso guanto.
     
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    La mattina che avevo intenzione di dedicare ad impegni ben precisi, sembrava prendere una piega del tutto diversa e probabilmente duratura. I due clienti iniziarono quasi da subito con dei, seppur futili, battibecchi ma che sembravano portare ad una sorta di gara autoritaria tra "la ragazza", tale Furuta Yozora, evidentemente abituata a guardare gli altri dall'alto in basso, o almeno per modo di dire, ed il giovane ancora sconosciuto che, si innalzava di fronte a quella autorità pur di non mostrarsi vittima.

    Tipetti interessanti

    Pensai sorridendo alla vista dell'ultima scenetta e decidendomi a mettere fine a ciò

    In effetti potrebbe essere una buona idea mettere dei numeretti dopo l'ingresso, in questo modo anche i più autoritari capirebbero che nel mio negozio ogni cliente è uguale ed importante in egual misura...

    Il mio tono non era canzonatorio ma tranquillo e scherzoso, esattamente come qualche minuto prima. Le mie parole rivelavano però una fondamentale verità: una volta entrati nelle mura della mia armeria non esistevano più origini o ranghi. Ciò valeva per tutti, che fossero provenienti da Tetsu Ovest o Est, valeva addirittura per i Ninja, l'unico requisito era comportarsi secondo giustizia e dimostrare sincero interesse per le armi. Ciò mi portò difatti ad avere una certa simpatia verso il ragazzo rispetto all'autoriataria fanciulla che proseguì palesando il motivo della sua visita. Evidentemente non era lì per semplici acquisti ma per qualcosa che destò il mio interesse: il Guanto della Luna.

    Mmh... Guanto della Luna...

    A quelle parole i miei occhi brillarono per un istante ed un sorriso soddisfatto balenò per un istante impercettibile sul mio viso, ovviamente non perchè sapessi di cosa si stesse parlando, ma come conseguenza ad un mio semplice ragionamento. Se avevo ragione, e la ragazza era una Samurai di alto grado, probabilmente proveniente da Tetsu Est, non si sarebbe mossa per futili motivi... Aggiungendo poi il tono con cui ha parlato di quell'oggetto, c'era da presagire una probabile avventura nascosta dietro l'angolo per chi si accingesse a partire alla ricerca del "Guanto", ricerca che Furuta Yozora aveva già iniziato.

    Stai cercando qualcosa di interessante...

    Proferii sorridendo, non per mentire ma semplicemente per palesare le mie deduzioni, lasciai però libera interpretazione a quella mia frase. La mia sete di avventura stava prendendo il sopravvento.

    Non potevi cercare persona migliore per per informazioni sulle specifiche dell'oggetto in questione... Ma sono un professionista e non posso permettermi di dare erroneamente false informazioni, mi esporrò solo se avessi la possibilità di esaminarlo... Il che ci porta ad un'offerta che posso farti... Il mio aiuto nella ricerca del Guanto in questione, che ovviamente terrai per te, in cambio ti chiedo solo di poterlo esaminare una volta recuperato

    Certo era un'affermazione rischiosa, se le mie deduzioni fossero state errate avrei potuto fare una pessima figura, ma il mio istinto aveva quasi sempre ragione oltre al fatto che la caccia alle avventure era il mio punto debole. Non dovevo però dimenticare l'altro cliente che intanto era in attesa.

    Pensaci con calma...

    Continuai per poi rivolgermi al ragazzo

    Ora occupiamoci di te... Cerchi qualcosa in particolare?

    Mi spostai quindi di qualche passo in modo da osservarlo meglio e dedicare quindi anche a lui la giusta attenzione.

     
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    In effetti potrebbe essere una buona idea mettere dei numeretti dopo l'ingresso, in questo modo anche i più autoritari capirebbero che nel mio negozio ogni cliente è uguale ed importante in egual misura...

    Sbuffa sonoramente sentendosi chiamata in causa come "cliente autoritaria", la quale non si sente. Alla fine cosa ha fatto se non passare avanti a qualcuno che le stava facendo perdere tempo? Non si cura di sottolineare il malinteso e, con la faccia tosta che si ritrova, fa le sue domande a Ren senza nemmeno avergli realmente prestato attenzione. Che l'altro poi abbia assunto un tono gentile piuttosto che sprezzante, per la Samurai non fa alcuna differenza. E dunque la risposta dell'artigiano non tarda ad arrivare, catturando l'attenzione della giovane mora.
    CITAZIONE
    Non potevi cercare persona migliore per per informazioni sulle specifiche dell'oggetto in questione... Ma sono un professionista e non posso permettermi di dare erroneamente false informazioni, mi esporrò solo se avessi la possibilità di esaminarlo... Il che ci porta ad un'offerta che posso farti... Il mio aiuto nella ricerca del Guanto in questione, che ovviamente terrai per te, in cambio ti chiedo solo di poterlo esaminare una volta recuperato

    Bingo. Un sorrisetto malizioso e soddisfatto si dipinde allora sul bel volto della giovane che annuisce e schiocca la lingua al palato per tutta risposta.

    - Affare fatto. Quindi dimmi: sai dove si trova? -

    Incalza mettendo in secondo piano la faccenda della condivisione e bla bla bla... Non le interessa ciò che avverrà, per ora le interessa solo mettere le mani su quel guanto. Il problema nasce solo nel momento in cui il proprietario dell'armeria fa il passo falso di distrarsi da Yozora per concentrarsi su Hisao. Vedersi momentaneamente ignorata accende un moto di stizza nell'altra che subito si impettisce, permalosa come pochi.

    - Guardi che non avevo ancora finito, Natsume san. -

    Proferisce più lugubre, lanciando un'occhiataccia verso l'altro cliente, il corvino lì accanto. In realtà sta mentendo e, per non fare la figura di quella che sbraita e basta, lo sguardo scatta veloce dal bancone agli oggetti esposti verso l'alto delle pareti, soffermandosi su qualcosa in particolare che cattura la sua attenzione, nonostante l'abbia fatto solo ora.

    - Quello lì. Vorrei anche quello scudo, per cortesia! -

    E indica con la manina un semplice scudo tondeggiante, dalle dimensioni grandi e probabilmente di ferro giacché ha pochi intarsi e decorazioni sul fronte. Uno scudo qualsiasi in pratica.

    scusate il ritardo, purtroppo ho avuto gravi problemi in off che mi hanno impossibilitata a continuare
     
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    Onestamente, Hisao non si sarebbe mai aspettato di trovare una donna del genere in un'armeria. O una persona del genere, se proprio doveva precisare. Non sapeva bene cosa volesse ottenere nell'aggiungere quel piccolo ed accusatorio discorso alla conversazione, né perché si fosse comportato così. Forse era semplicemente fin troppo irritato per poter farsi passare di fronte in modo così spudorato, forse era semplicemente fin troppo orgoglioso. Non lo era solitamente, forse era più uno che preferiva non dire nulla pur di non scatenare conflitti inutili. Eppure quella volta aveva deciso di parlare e non aveva ottenuto nulla, rinforzando la sua teoria. Anche se quella ragazzina forse aveva sbagliato, prendersela in quel modo non sarebbe servito a nulla. Era meglio vivere la propria vita come al solito e cercare di essere perlomeno una persona normale. Rimase in silenzio quando la ragazza spazzò via ogni possibilità di farlo controbattere con un semplice ma antico detto. Onestamente era ancora in vena di dirle qualcosa, ma non era proprio una sua capacità avere delle risposte pronte ed argute per ogni occasione. Aveva sentito il suo nome, che gli era in qualche modo familiare. Forse era una samurai dell'altro lato o persino del suo? No, sembrava fin troppo aggraziata nei gesti, nonostante fosse estremamente diretta. La risposta di Ren però scatenò in lui uno strano senso di vergogna, nonostante lo stesse effettivamente difendendo. Poteva anche avere ragione, ma dire quelle cose a chi sta cercando di comprare gli sembrava una strategia estremamente inefficace. Non aveva bisogno che quel tizio lo difendesse, visto che non voleva essere difeso. Aveva accettato la sconfitta prima, ma il fuoco dell'imbarazzo quasi accese il suo viso di una sfumatura rosea. Quando Ren si mise a concentrarsi su di lui, pensò che la situazione stava diventando più grave del previsto. Quell'uomo era forse un grande conoscitore di manufatti e forgiatore di armi, ma era veramente un pessimo commerciante. Anche perché l'altra non aveva effettivamente finito ed era visibilmente irritata da essere stata superata. Forse l'uomo dai capelli colorati lo aveva fatto per fare più veloce o ristabilire l'ordine, ma non poteva che pensare che aveva incrinato di più i rapporti tra i due clienti. Non aveva nemmeno idea di che fosse quel guanto della luna, visto che sembrava una specie di manufatto segreto di cui non si sapeva nulla, di quelli che appartenevano ad antichi guerrieri. Era forse una discussione interessante, che non stava origliando intenzionalmente per una volta.
    No, non andava per niente bene così. Non poteva permettere di passare per il cliente lamentoso, di quelli che vedi in fila al mercato lamentarsi dei tempi andati. Soprattutto visto che quella donna chiamata Furuta aveva sbuffato, cosa che rendeva evidente quanto essere chiamata "autoritaria" non le andasse a genio. Diavolo, non sarebbe andata a genio nemmeno a lui. Cercò di salvare la situazione quanto meglio poteva, anche se l'altra non era proprio in vena di farlo.
    « Può finire con la signorina, posso aspettare. » - Alzò le mani coperte dai guanti in avanti, come se volesse difendersi da quel senso di inadeguatezza che sentiva trasmesso. Sorrise in modo innocente, aggrottando le sopracciglia per dirgli di lasciare perdere. Avrebbe aspettato che Ren servisse alla donna lo scudo, prima di cominciare a parlare. Forse con un po' di diplomazia si poteva risolvere tutto, anche se dubitava molto di possedere un qualsiasi tipo di charme con le persone. « Siamo partiti col piede sbagliato. Akiyama, soldato di Tetsu. Piacere. » - Un piccolo inchino frettoloso per cercare di recuperare un po' di dignità, per recuperare un po' di rispetto e darlo anche a lei. Non sapeva se avrebbe accettato le sue...scuse, sempre che glie ne dovesse alcuna. Si sarebbe poi girato verso il fabbro, mentre ancora saliva con la testa.
    « Ero venuto per una katana. Anche se ormai sembra più un contrabbandiere di manufatti strani, Natsume-san. » - Avrebbe detto ridendo sotto i baffi, mentre i ciuffi neri coprivano la sua fronte ed incrociava le dita tra di loro. Forse avrebbe potuto imparare un po' di più su quel guanto dal nome così misterioso, oppure cercare qualcosa di ben più utile e raro per sé stesso. Sperava perlomeno di aver risolto i propri problemi con la samurai, visto che voleva evitare di essere trapassato da qualche lama che non sarebbe riuscito a vedere un'altra volta. Chissà se quella curiosità sarebbe stata ripagata. Forse i due parlavano in codice dall'inizio e lui stava per essere rapito da qualche setta. O forse erano semplicemente molto diretti entrambi, un po' troppo per il samurai corvino.
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    Gli argomenti esposti alla ragazza sembrarono essere efficaci, giunse infatti risposta positiva alla mia offerta ma con una domanda ben specifica subito dopo. L'interesse che dimostrava verso l'oggetto era indubbio e ciò non faceva che confermare l'idea che quello fosse un manufatto di gran pregio, cosa che mi incuriosiva sempre di più a riguardo.

    Sono girate parecchie voci a riguardo ma con un minimo di approfondimento si sono tutte rivelate infondate. Allo stato attuale non posso dirti nulla di specifico sul dove sia, ma possiamo lavorarci...

    Risposi con l'ennesima mezza verità, per poi dedicare attenzione anche all'altro cliente. Ciò portò però a quello che poteva essere definito un piccolo battibecco, nulla che però non si potesse risolvere.

    Oggigiorno la gente si agita per nulla...

    Pensai mentre la Samurai cercava di tenere la mia attenzione ancora concentrata sui suoi bisogni, questavolta indirizzati ad un semplice scudo posto tra gli scaffali. Al che la raggiunsi osservandola per un attimo, spostando poi lo sguardo allo scudo e nuovamente verso di lei.

    Certo, nessun problema... Anche se potrei consigliare qualcosa di diverso, magari più raffinato ed efficace... Che ne pensi?

    Mi rivolsi poi fugacemente anche al ragazzo avendo ascoltato anche il suo intervento durante la discussione di poco prima.

    Inizia pure a guardarti intorno... Presto sarò da te e ci occuperemo della tua katana

    Tornai quindi con lo sguardo alla ragazzina attendendo una eventuale conferma di desiderare quello scudo oppure la possibilità di variare target di scelta.



    Tranquilli per le tempistiche, è una semplice pq e non ci corre dietro nessuno :B):
     
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    È praticamente da quando è entrata in quell'armeria che vuole attirare l'attenzione su di sé. Prima con i modi, poi con le richieste, non sembra voler perdere tempo e questo si traduce nel non lasciare spazio a nessun'altro. Il povero Ren non avrà pace fino a che la moretta non avrà ciò che desidera e, fino ad allora, trattare con lei sarà estremamente difficile. Non che manchi di educazione o che sia aggressiva, ma il modo sprezzante ed egocentrico non contribuisce a creare un bel clima all'interno dell'armeria. Ed ha cominciato con Hisao a mostrare il caratterino tutto pepe che si ritrova; ed è il momento che il corvino si riavvicini a lei. "Hm? E ora cosa vuole questo qui?", pensa - sempre gentilissima verso gli uomini... - osservandolo con un sopracciglio alzato. L'altro, tuttavia, sembra pacato nel rivolgerle la parola, affatto in vena di litigi.
    CITAZIONE
    « Siamo partiti col piede sbagliato. Akiyama, soldato di Tetsu. Piacere. »

    Medita un attimo mentre serra le labbra color corallo, quindi non può fare meno all'educazione e si placa mantenendo una certa rigidità nel volto. Si inchina a sua volta, presentandosi non solo al Soldato quanto al proprietario dell'armeria, non essendosi presentata come si deve nemmeno con lui, omettendo il proprio grado e mestiere.

    - Furuta Yozora, Colonnello di Tetsu. Piacere. -

    Non sta a darsi tante arie, abbastanza sicura di sé da capire quanto non ce ne sia bisogno. Ha davanti un Soldato, un pesce piccolo sotto ogni punto di vista. Non fa la spavalda ma nemmeno cambia atteggiamento trovandosi davanti ad un collega. Lo stesso che ora si rivolge a Ren, avendo sentito la richiesta della giovane Samurai.
    CITAZIONE
    « Ero venuto per una katana. Anche se ormai sembra più un contrabbandiere di manufatti strani, Natsume-san. »

    - Non si tratta di un "manufatto strano", Akiyama san. È un tesoro. Si dice tramuti in pietra ciò che tocca! -

    Interrompe con una punta di saccenza la ragazza, riportando l'attenzione su di sé inventandosi di quello scudo di cui ha proprio bisogno. E il venditore ovviamente coglie la palla al balzo.
    CITAZIONE
    Certo, nessun problema... Anche se potrei consigliare qualcosa di diverso, magari più raffinato ed efficace... Che ne pensi?

    A quel punto la ragazza si stringe nelle spalle sottili e non può far altro che accettare di buon grado, trattenendosi a stento dall'alzare gli occhi al cielo, lasciandosi andare - invece - ad un sospiro appena accennato.

    - Mpfh, va bene. Cosa hai da mostrarmi, quindi? -

    Ormai ha detto che comprerà uno scudo e non può tirarsi indietro, incrociando le braccia al petto modesto, in attesa di sapere per cosa le toccherà sborsare stavolta.
     
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    « Piacere, Furuta-san. Non mi aspettavo di trovare addirittura un colonnello...dell'altra parte, qui. » - Avrebbe risposto, cercando di nascondere lo stupore nelle sue parole melliflue. Quella donna era addirittura un colonnello? Va bene, gli era sembrata perlomeno qualcuno di conosciuto considerata la conversazione tra lei e l'altro fabbro dai capelli verdi. Si aspettava un grado più alto del suo, non che fosse difficile. Come pensato dalla donna, lui era un pesce piccolo. Non era nulla di particolarmente importante, mentre lei era come uno squalo in un piccolo mare. Si chiedeva se la sua vita non fosse stata in pericolo fino ad un paio di minuti prima, quando aveva osato dubitare della buonafede della castana. Come dire, Hisao era pur sempre una persona codarda. Decideva di fare scontri solo con chi riteneva fosse abbastanza innocuo e di certo non si sarebbe messo a litigare con una persona che era talmente abile da poter teoricamente diventare a capo di Tetsu. E di sicuro quella donna non proveniva dalla Tetsu Est, visto che l'avrebbe riconosciuta perlomeno. Era in realtà una grande supposizione, ma era anche curioso di vedere la sua reazione a quel dettaglio aggiunto (nonostante aggiungere dettagli avesse decisamente aumentato le sue probabilità di morire lì). Hisao era sollevato che anche lei avesse deciso di salutarlo con rispetto, cosa che andava a significare che forse avrebbe mantenuto la propria testa sul collo quel giorno. Non sembrava badare a molto a lui, in verità, e forse aveva capito adesso che semplicemente non gli importava granché di lui. Yozora era una persona che gli incuteva timore solo dal suo grado, semplicemente perché non aveva mai avuto così vicino un samurai tanto abile. Era come trovare l'autore del tuo libro preferito per caso e scoprirlo dopo. Era una persona reale o solo un demone che maneggiava la spada con furia e precisione?
    « Oh...non avevo mai sentito di una cosa del genere. Sembra molto spaventoso, in realtà! » - Avrebbe risposto con faccia confusa, visto che effettivamente non era proprio esperto di quelle cose. Si chiedeva se funzionasse anche sugli esseri umani e se si potesse salvare qualcuno che era stato tramutato in pietra. Lo faceva un po' rabbrividire il pensiero di diventare una statua e poi venire distrutto. Più che un tesoro, gli sembrava un'orribile arma. Non poteva che avere dubbi su cosa quei due potessero farci o saperne, forse in una visione un po' cinica della gente. Pure lui ne avrebbe approfittato probabilmente, era nella sua natura da essere umano. Forse lo avrebbe rivenduto a qualcuno per farci qualche soldo. Non sembrava però che il fabbro fosse intenzionato a rivelare molto altro o che conoscesse qualcosa di più. Gli aveva detto di guardarsi intorno nel frattempo, cosa che forse era più utile che litigare con altri clienti.
    « Certo. Mi chiami quando ha finito. » - Rispose con un gesto della mano e si girò, mentre sempre Ren sembrava intenzionato a mostrare a Furuta qualcosa di ben più bello di uno scudo. Avrebbe teso occhi ed orecchie, un po' incuriosito da quel che poteva tirare fuori. Cosa poteva esserci di più bello che aveva la stessa funzionalità di uno scudo. In realtà si chiedeva se ci fosse qualcosa di particolare da controllare in una katana. Aveva studiato per gran parte della sua vita come usarle, nonostante il tempo effettivo fosse esiguo, ma non sapeva come venivano forgiate. Lì ne erano disposte a decine, quindi si trattava di modelli standard o di varie misure che lui non conosceva. Sospirò, mentre il suo riflesso gli veniva restituito dalle lame delle katana.

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    Una mattina decisamente particolare quella, non poteva che essere definita così. Tre persone così diverse ma infondo simili si erano incontrate per caso ed erano finite in una discussione alquanto interessante, su un oggetto di inestimabile valore e rarità. Un colonnello dedito all'avventura, un soldato innamorato delle spade, ed io, un sergente colmo di entrambe; quella miscela poteva essere esplosiva.

    Visto che siamo in vena di presentazioni ufficiali... Natsume Ren, sergente di Tetsu

    Il discorso non divagò però più di tanto restando in parte sul particolare oggetto e lasciando trapelare interessanti dettagli sullo stesso. Cercai di non dare a vedere la mia sorpresa nello scoprire di cosa fosse effettivamente capace, anzi annuii a conferma come se già lo sapessi, non potevo mostrarmi del tutto ignorante in materia se volevo quantomeno avere la possibilità di analizzarlo un giorno. Senza però insistere troppo, mi dedicato a quello che in realtà era il mio scopo in quanto armaiolo: trovare il meglio per ogni cliente.

    Cosa ne pensi di questo?

    Indicai un particolare oggetto posto su uno scaffale a poco più di cinque passi da noi. A prima vista sembrava una piastra metallica di colore rosso, munita di cinghie fissanti per il braccio.

    Essendo più fine e meno ingombrante, ma egualmente resistente, potrà esserti molto più utile sul campo...

    Al che lo indossano mostrando come aderisse comodamente all'avanguardia e, poi con un rapido movimento, come potesse scattare ed aprirsi a ventaglio fino a diventare un vero e proprio scudo simile al precedente.

    Ti si addicono anche i colori... Non pensi?

    Conclusi sorridendo e lasciando che lo scudo si richiudesse, nascondendo nuovamente le forme di colore bianco visibili sullo sfondo rosso, solo ad arma aperta. Al che lo rimossi dal braccio e lo porsi al colonnello, curioso della reazione che avrebbe avuto.



    Il post non è il massimo ma sono da cel non potendo più usare nemmeno il pc del lavoro :ehm: diventa sempre più difficile poter postare :sigh:

    Comunque, lo scudo è un normalissimo scudo d'acciaio, solo colorato e con apertura e chiusura a scatto. Non dovrebbero esserci problemi a riguardo, giusto?
     
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    Ha quindi tutta l'attenzione dell'artigiano e non potrebbe chiedere di meglio. Chiede ciò che vuole riguardo il guanto della luna e invero nemmeno le dispiace quando è Hisao a rivolgerle la parola, presentandosi come si deve. Per lo meno cessa quell'aria tesa di ostilità che si era creata fino a poco prima, distendendo gli animi di tutti i presenti.
    CITAZIONE
    « Piacere, Furuta-san. Non mi aspettavo di trovare addirittura un colonnello...dell'altra parte, qui. »

    A quelle parole la ragazza fa spallucce senza tanti complimenti, rispondendo senza nemmeno guardare il Soldato, incrociando le braccia al petto e tornando ad osservare lo scudo che svetta sopra il bancone.

    - Beh, fino a prova contraria questo è territorio neutrale -, rimbecca arricciando appena la punta del naso, sapientona come sempre. - Sono qui solo per fare compere, quindi... -

    Non concede spazio né vittoria all'altro, ora concentrandosi sullo scudo che le viene mostrato da Ren. Lo osserva con un sopracciglio alzato, rimbalzando gli occhioni nocciola dall'ammasso di ferro all'artigiano, piuttosto critica nell'ascoltare le sue parole.
    CITAZIONE
    Cosa ne pensi di questo? Essendo più fine e meno ingombrante, ma egualmente resistente, potrà esserti molto più utile sul campo... Ti si addicono anche i colori... Non pensi?

    - Hm, penso di sì... va bene, prendo quello allora! -

    Tanto uno vale l'altro dato che la scusa dello scudo è stata, appunto, solo una scusa. A quel punto, non avendo più motivo di farla pagare ad Hisao per esserle andato contro, va a rivolgergli un'occhiata più cortese per quanto fredda come al suo solito. Resta sempre un ragazzo e lei non li sopporta proprio. Nessuno di loro.

    - Prego, Akiyama san. -

    Fa spazio al corvino per lasciarlo passare ora che ha finito. Tuttavia, non se ne va ancora. Le braccia restano conserte al petto e, arretrando di appena un passo, la Samurai se ne resta lì ad osservare gli altri due e i loro affari, sfacciatamente e senza preoccuparsi di risultare fastidiosa. Ha una bella faccia tosta, insomma.
     
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    « Oh, capisco. E piacere, Natsume-san. » Il giovane corvino rispose con brevi parole sentendo il motivo per la visita in quel posto. In effetti, tralasciando la strana ricerca di manufatti, era abbastanza ovvio che uno andasse lì per comprare. Forse non era totalmente la verità, o forse erano semplicemente le paranoie di Hisao, ma forse aveva comprato quello scudo solo per non far sembrare tutto ciò un giro losco. Non c'erano altre spiegazioni a quel desiderio improvviso e probabilmente i due stavano sul serio contrabbandando qualcosa per spedirlo sul confine. Il suo sorriso timido celava l'idea di denunciarli alle autorità, ma come aveva appena detto Furuta erano su un territorio neutrale. Probabilmente nessuno avrebbe ascoltato le parole di un misero soldato poco bravo con le spade e una tale notizia avrebbe dato alla donna un valido motivo per decapitarlo. Un sergente ed un colonnello, tutti superiori a lui. Si sentiva un po' sotto pressione se doveva ammetterlo. Temeva di aver fatto brutta figura e che questo avesse un qualche riscontro sulla sua carriera. Ren sembrava dalla sua parte perlomeno, quindi forse non c'era nulla di cui preoccuparsi. Forse.
    Hisao si guardò quindi un pochino in giro, mentre pensava se avesse un po' esagerato a portarsi il pranzo dietro. Beh, certo, non era esattamente un luogo vicino quello. Però non aveva nemmeno fame, anzi, sentiva una leggera nausea ed un sapore metallico nella bocca. Era come se avesse una scheggia di ferro sotto la lingua che gli mandava orribili sensazioni tramite le papille gustative. Si chiedeva se fosse a causa della ferita o di altro, ma a parte sembrare un po' malaticcio non poteva fare molto per esprimere i suoi problemi. Si appuntò mentalmente, mentre osservava un numeroso set di sottili ma affilati coltelli, che avrebbe fatto meglio ad andare da qualche medico per sentire un parere. Sospirò, mentre sentiva la donna comperare alle sue spalle. Osservò il piccolo aggeggio che univa le piastre con uno scudo e doveva ammettere che era un marchingegno estremamente interessante. Tralasciando il colore non proprio di suo gusto, era estremamente curioso su come funzionasse una cosa simile. Se si apriva a ventaglio...forse c'era qualche chiodo che fermava lo scudo quando si apriva? C'era forse un pulsante per poterlo rimettere al suo posto? Se era un pezzo d'armatura, doveva essere anche leggero per non intralciare i movimenti, quindi di chissà quale lega era composto. Perdendosi un attimo nel ragionamento, vide poi la donna fissarlo per invitarlo a proseguire nel suo acquisto. Era rimasto leggermente interdetto visto che sembrava sul punto di volerlo trafiggere al minimo movimento, ma probabilmente si stava sbagliando.
    « Ah. Sì, ecco Natsume-san... » - Il giovane si avvicinò timido grattandosi la testa come imbarazzato, chiedendosi se ne era valsa la pena di andare fin lì per una semplice spada. Il viaggio era stato lungo ed in mezzo al freddo, che non riusciva più a sopportare. Non aveva oggetti preziosi da trovare o proporre, era solo un semplice uomo che aveva bisogno di una lama migliore. « In realtà mi servirebbe solo una katana. Avevo sentito dire che qui ci sono armi di qualità e quindi...quanto verrebbe a costare una? » - Finì sorridendo ed unendo i polpastrelli tra di loro. Hisao di soldi ne aveva pochi e doveva spenderli bene. Era il punto che gli interessava di più e piuttosto non avrebbe comprato niente pur di non finire il poco denaro che aveva. Non si sarebbe mai permesso di rubare, semplicemente perché non poteva proprio avere appigli lì dentro. Inoltre, ora che lo guardava da più vicino, il proprietario del negozio era decisamente spaventoso. I capelli dal colore curioso quasi stonavano con il suo aspetto burbero e vissuto, nonostante fosse solo un grado in più di lui. Hisao, al contrario, era quasi candido come la neve ed estremamente comune in viso. Sperava che le tariffe di Natsume-san non fossero troppo alte e che non tornasse a casa a mani vuote, considerata la fatica per raggiungere il territorio neutrale.
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