Vizi di un eremita dal manto bianco

Story mode - Jin Senju

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    Fu l'esperienza più spaventosa della mia vita: gli interminabili secondi d'attesa tra una fase della respirazione e l'altra, l'occhio che nella quasi totale penombra cercava di controllare volta per volta il profilo della pelle del serpente per evitare di finirci contro, il dannato animale che ogni tanto decideva di cambiare ritmo saltando un respiro, velocizzandolo, un paio di volte dovetti persino contenermi dal grattarmi il naso che in completa immobilità ed attesa decideva di darmi fastidio, probabilmente avrò respirato non più di tre volte in tutta quella lenta operazione che sarà sì durata pochi minuti, ma che sembrava avermi tenuto appeso per ore. In ogni caso tra preghiere, fortuna ed una mia trasfigurazione che sarebbe parsa alquanto comica se vista dall'esterno, riuscii a superare la misteriosa parete rettiliana semovente, riuscendo passo dopo passo a riacquistare colore e a poter regolarizzare nuovamente il mio respiro. Il passaggio in roccia da quel punto continuava alla stregua del segmento precedente, nessuna luce o torcia che potesse illuminare la strada, malgrado che l'unica cosa che avvertissi fosse il ritmico rumore dei miei passi e poco altro non riuscivo a rilassarmi del tutto, dopo quello che avevo vissuto temevo un possibile attacco, una trappola od un'imboscata dietro ogni angolo e svolta che quel percorso mi obbligava a prendere, dentro il mio cervello sapevo che grazie alla mia aura sarei stato in grado di percepire un nemico ben prima che questo potesse rappresentare una vera minaccia, tuttavia questa convinzione non era comunque sufficiente a farmi abbassare la guardia. I minuti passavano tutti uguali gli uni agli altri, ad ogni svolta la mia speranza di intravedere l'uscita aumentava a dismisura solo per essere smentita da un altro buio e tetro passaggio, era incredibile constatare quanto si estendessero quelle gallerie, chissà quanti anni avevano e da quanto erano abitate da giganteschi serpenti assassini, probabilmente non avrei mai avuto risposta a quelle domande, visto che gli unici che potevano darmele erano troppo impegnati a cercare di mangiarmi la faccia. Dopo un quantitativo di tempo imprecisato e superato l'ennesimo angolo venni sorpreso da una lontana luce, una flebile e distante speranza che in quel buio totale a cui mi ero ormai abituato sembrava quasi un piccolo sole. La gioia unita alla possibilità di poter finalmente respirare aria fresca mi fece accelerare il passo, portandomi rapidamente a scoprire quanto fossi lontano dalla verità: l'illuminazione era fornita infatti da una torcia posta sulla parete, un triste artificio che però mi portò davanti, un passo dopo l'altro, ad altre due sue sorelle che delineavano le ombre ed i contorni di un gigantesco portone. Le considerazioni da fare erano tante, aprilo avrebbe potuto mettermi in pericolo scoprendo dall'altra parte il fratello od il cugino di quel gigantesco serpente di prima o una stanza piena zeppa dei suoi piccoli figlioletti, d'altro canto non potevo nemmeno tornare indietro, da tempo ormai quell'opzione aveva smesso di essere praticabile. Dopo averci dunque ragionato per qualche secondo mi convinsi di non avere delle vere alternative e con entrambe le mani spinsi il pesante portone in legno, venendo subito investito da una decisa zaffata di fumo che mi fece tossire un paio di volte prima di potermi cominciare a guardare intorno: la sala che mi si parava davanti era immensa, mi veniva difficile riuscire a determinarne le esatte dimensioni data la sua portata, il soffitto era sorretto da gigantesche colonne decorate che portavano diverse incisioni di età e soggetti sconosciuti e...

    "Non mi ero forse raccomandato di non entrare in nessuna caverna? Avevo ragione a pensare tu non fossi un tipo sveglio."

    Quelle parole mi sorpresero, principalmente perché mi resi conto che a pronunciarle fosse stato un serpente bianco posto ad una cinquantina di metri da me che oltre ad essere lungo un metraggio imprecisato(sembrava non avere fine), portava uno strano copricapo, una collana, diversi anelli dorati lungo il suo corpo e sembrava intento a fumare una stecca allungata, ah già e malgrado fosse un serpente aveva un tono di voce ricordava quello del signore anziano che mi aveva mandato lì a prendere l'erba blu, aspetta ma cosa diavolo...

    "Cosa spinge voi giovani a non dar mai retta ai consigli di chi ha più esperienza di vita di voi?"

    Ci misi diversi secondi ad unire i punti, mi sorpresi del non constatare in lui alcuna minaccia, cosa che mi portò a disattivare l'aura e domandarmi diversi perché, uno più indeciso dell'altro se prevalere o meno; il rettile dal canto suo aspettava una risposta fumando senza troppi problemi e rilasciando delle grandi vampate di fumo che impregnava l'aria di un odore al quale mi stavo lentamente abituando:

    "Al mio arrivo all'imbocco delle grotte ero deciso sul seguire il suo consiglio, prendere l'erba, che tra l'altro ho qui nel taschino ed andare via. Nel momento però in cui ho visto una bambina spaventata correrci dentro non ho potuto fare a meno di seguirla, anche sapendo che potesse essere pericoloso per la mia persona. Certo, alla fine si è rivelata essere un serpente molto affettuoso, ma ero pronto ad accettare il rischio per lei, anche a costo di rischiare la vita. Chissà, magari ha ragione lei e sono semplicemente un ingenuo, ma non posso farci molto sono fatto così. "

    A quel punto feci una pausa, cercando di mettere bene le parole le une dietro alle altre:

    "Posso chiederle il perché di tutto questo? Non ho avvertito ostilità in lei, quindi deduco che ci fosse un motivo per avermi fatto venire qui diverso dal diventare il pranzo, in fondo sapeva cosa mi aspettava e secondo me sapeva anche che sarei entrato malgrado il suo avvertimento, ho ragione?"

    Le mie erano solo ipotesi, non avevo dalla mia che riflessioni personali, tuttavia ero curioso di sapere i motivi dietro le azioni quel serpente, un essere senza dubbio sovrannaturale che aveva deciso di mandarmi alla ricerca di qualcosa che avrebbe apparentemente potuto prendere per conto suo, che fossero solo tutta una serie di coincidenze?

    Jin Senju
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    Maestro dei Ninjutsu III° Livello: Obelisco del Sole
    Nautilis III° Livello: Accumulo Molecolare d'Acqua
    Resistenza alle illusioni III° Livello: Testa sulle Spalle

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    Tecniche e del chakra III
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    Il serpente, così come aveva fatto precedentemente nella sua forma di vecchio, non sembrava curarsi molto delle parole di Jin, continuando imperterrito ad aspirare fumo e riemetterlo. Fu solo quando il ragazzo nominò quelle foglie blu che il serpente avrebbe finalmente aguzzato la vista per meglio inquadrare il giovane. L'attimo dopo, una piccola zona di pelle vicina al suo muso cominciò letteralmente a plasmarsi in un altra forma, ovvero quella di un minuscolo serpente anch'esso bianco, che sembrava quasi la sua versione in miniatura. Esso era attaccato al corpo principale, e la sua unica funzione fu quella di afferrare il bocchino e permettere al rettile principale di poter far fuoriuscire la lingua biforcuta: era in questo modo che, infatti, i serpenti percepivano odori impossibili da captare per un comune essere umano.

    - Aaah, che fragranza sublime! - esclamò a bassa voce nel bel mezzo del discorso del jonin. Dopo le ultime parole di quest'ultimo il serpente scoppiò in una fragorosa risata.

    - No, ti confermi un ingenuo, ragazzo. Non ho nessun secondo fine, tranne quello che ti ho chiesto e per cui sei giunto qui. Ti avevo detto di non entrare per nessun motivo in questa grotta, e si trattava di un consiglio reale, non di... come la chiamate? Psicologia inversa? - interruppe per un attimo il suo discorso, così da riportare la fonte di fumo alla sua bocca.
    - Sono anni e anni che quell'erba cresce sul ciglio della mia casa, e sono anni che tento di averla in ogni modo, facendo affidamento sui viandanti che giungono alla mia casa. -

    A quel punto Jin avrebbe sicuramente chiesto il perché il gigantesco serpente non se la prendesse da solo, al che il rettile avrebbe risposto: - Secondo te non lo farei se potessi... USCIRE?!
    L'ultima parola fu pronunciata con un urlo così fragoroso che l'intera stanza sembrò tremare. Considerando il mostro che dormiva a relativamente breve distanza, sarebbe stato meglio per Jin contenere la conversazione da quel punto in avanti. Solo in quel momento il Senju si sarebbe accorto di come quelle che pensava essere colonne, altro non fossero che ancora il corpo di quel serpente, così come le stesse pareti di quella stanza.
    - Il mio corpo è la montagna, io SONO la montagna. E invece loro, i miei figli, mi tormentano attirando qui gli stupidi come te e uccidendoli, senza pensare minimamente ai miei bisogni. D'altronde questo posto è sempre rimasto segreto per questo motivo: nessuno ne esce vivo, nessuno. E tu... dovrai essere il prossimo, tuo malgrado. L'eremita Serpebianca non può permettere a nessuno, benché meno ad uno straniero, di conoscere l'ubicazione della Caverna dei Draghi. Ma il fatto che tu sia arrivato qui ti concede un piccolo... privilegio. -

    In quell'esatto momento, un altro serpente si sarebbe generato dalla parte del suo corpo più in prossimità di Jin. Egli se ne accorse, ma quell'estensione del rettile fu talmente rapida che egli non poté far nulla per impedire gli mordesse il polpaccio. Il suo morso era incredibilmente più forte rispetto a quello degli altri, ed infatti riuscì a penetrare la carne, nonostante la protezione. Da quel morso chiunque si sarebbe aspettato un'iniezione di letale veleno, ma ciò non avvenne... infatti fu peggio: le gambe del kiriano cominciarono lentamente a trasformarsi in pietra!

    - Il mio morso non è venefico nel senso comune del termine, bensì fa da catalizzatore per un processo di accumulo di energia naturale. Chi non la sa controllare, come nel tuo caso, si trasforma in pietra. Diventerai la mia prima statua, e mi terrai compagnia in eterno! Più tardi invece assaggeremo insieme quello splendido tabacco! -

    Nel prossimo post si deciderà tra la tua morte istantanea o il proseguimento dell'evento a seconda di quello che farai, quindi attenzione (prenditi tempo per pensare). Hai almeno due modi per scamparla, è difficile ma non impossibile. L'energia naturale che sta affluendo senza controllo nel tuo corpo non ti permette di utilizzare nessuna tecnica che richieda chakra.
     
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    Il Serpente bianco sembrò ignorarmi inizialmente, esattamente come aveva fatto nella sua forma umanoide, ma poi quando nominai quelle foglie blu sembrò ravvivarsi facendo qualcosa che onestamente non mi aspettavo: dal suo infatti sembrò allungarsi un brandello di pelle che prese rapidamente la forma di un piccolo serpente, questi resse lo strano oggetto che il serpentone stava fumando e gli permise di tirare fuori la sua immensa lingua biforcuta, grande praticamente come un carro merci, davvero impressionante:

    "Aaah, che fragranza sublime!"

    Quella sua breve uscita non portò però ad altri commenti, decisi quindi di continuare il mio discorso sempre più confuso fino a che le mie domande non generarono una sua fragorosa risata, talmente potente da far vibrare con forza tutta la stanza e le pareti annesse, se non fossi stato presente alla scena avrei pensato senza dubbio ad un piccolo terremoto:

    " No, ti confermi un ingenuo, ragazzo. Non ho nessun secondo fine, tranne quello che ti ho chiesto e per cui sei giunto qui. Ti avevo detto di non entrare per nessun motivo in questa grotta, e si trattava di un consiglio reale, non di... come la chiamate? Psicologia inversa?"

    Le sue parole mi sorpresero, alla fine i miei pensieri si erano davvero rivelati tali, supposizioni che non avevano trovato fondamento; la pausa nel suo discorso fu ad ogni modo breve, giusto il tempo di tirare un altra boccata di quell'oggetto fumoso e liberare un altra nuvola bianca nell'aria, mi venne spontaneo chiedermi da dove arrivasse l'aria pulita, visto che malgrado i lunghi e bui cunicoli sembrava non mancare:

    "Sono anni e anni che quell'erba cresce sul ciglio della mia casa, e sono anni che tento di averla in ogni modo, facendo affidamento sui viandanti che giungono alla mia casa."

    Il termine del suo discorso mi portò a corrugare la faccia con un forte domanda in testa, talmente forte da superare il controllo mentale ed uscire dalla mia bocca senza filtro:

    "Mi scusi, ma se la brama così tanto non le basta percorrere i cunicoli e prenderla?"

    Sì, aveva decisamente ragione lui, ero davvero uno stupido, ormai era troppo tardi per ritirare la domanda:

    "Secondo te non lo farei se potessi... USCIRE?!"

    Quell'ultimo verbo fu pronunciato con una voce talmente alta e forte da sembrare un vero e proprio urlo, scuotendo nuovamente la stanza dalle fondamenta e facendo cadere a pochi passi da me quelle che sembravano delle piccole macerie provenienti dal soffitto. Spostando lo sguardo verso l'alto e lateralmente per controllare la stabilità di quel posto mi resi conto che quelle che avevo considerato essere colonne e persino le pareti erano vibranti, semoventi, parte probabilmente del corpo di quel rettile, inutile dire che dopo quella realizzazione se la mia mascella non fosse stata attaccata al mio cranio me la sarei ritrovata in pezzi ai miei piedi. Avrei senz'altro dovuto ragionare un po' di più sulle mie parole, sia perché farlo arrabbiare non sembrava una buona idea e soprattutto perché se avesse svegliato il piccolo figlioletto viola sarei senz'altro finito dalla padella alla brace, non che in quel momento fossi in un campo di margherite:

    "Il mio corpo è la montagna, io SONO la montagna. E invece loro, i miei figli, mi tormentano attirando qui gli stupidi come te e uccidendoli, senza pensare minimamente ai miei bisogni. D'altronde questo posto è sempre rimasto segreto per questo motivo: nessuno ne esce vivo, nessuno. E tu... dovrai essere il prossimo, tuo malgrado. L'eremita Serpebianca non può permettere a nessuno, benché meno ad uno straniero, di conoscere l'ubicazione della Caverna dei Draghi. Ma il fatto che tu sia arrivato qui ti concede un piccolo... privilegio."

    In quel momento, inutile negarlo, avevo abbassato la guardia: ero confuso, impaurito, strabiliato nel parlare con un essere che probabilmente veniva venerato in qualche antica mitologia o religione, quando mi resi conto di una piccola propaggine serpentesca che si animò dal corpo bianco del rettilone fu troppo tardi. Il morso arrivò alla carne, era talmente potente che la protezione in legno poté far ben poco. A quel punto la prima cosa che mi venne in mente fu un eventuale veleno, la mia mente infatti cercò di ragionare rapidamente su come poter limitarne la diffusione, ma venni nuovamente sorpreso, la gamba morsa infatti, così come la sua gemella, cominciarono lentamente a trasformarsi in legno, generando in me un profondo sgomento:

    " Il mio morso non è venefico nel senso comune del termine, bensì fa da catalizzatore per un processo di accumulo di energia naturale. Chi non la sa controllare, come nel tuo caso, si trasforma in pietra. Diventerai la mia prima statua, e mi terrai compagnia in eterno! Più tardi invece assaggeremo insieme quello splendido tabacco! "

    Energia Naturale, chakra esterno, le sue parole mi permisero di dare un nome ed un volto a quello che stava trasformando le mie gambe in delle rocce dalla forma strana, dovevo rapidamente cercare di trovare una soluzione o sarei diventato un ingombrante pezzo d'arredamento per stanze di serpenti. La prima cosa di cui mi resi rapidamente conto fu la mia impossibilità di utilizzare il mio chakra, mi spiegai la cosa riflettendo sul fatto che probabilmente quel flusso esterno stesse turbando il mio flusso interiore impedendomi il suo corretto utilizzo, con quello fuori gioco era da escludere l'uso di tecniche o altre abilità che si basavano su di esso, in sostanza non potevo fare affidamento su alcun trucco di magia legnosa per potermi tirare fuori da quell'impiccio, visto che richiedevano tutte un utilizzo del chakra. Decisi quindi di sfruttare le mie conoscenze apprese sullo studio del sistema circolatorio, come prima cosa avrei cercato di portarmi lentamente seduto chiudendo gli occhi, poggiando le mani sulle cosce, provando a stare il più fermo possibile e cercando di rallentare il respiro, se fossi infatti riuscito a tranquillizzarmi avrei rallentato il mio battito cardiaco, attenuando la pressione sanguigna e parallelamente quella del mio flusso interiore di chakra, tutto per tentare di rallentare la trasformazione in pietra e darmi più tempo per riflettere. A quel punto avrei cercato di direzione il flusso di chakra interiore in modo tale da farlo scorrere in senso opposto a quello che stava cercando di entrare nel mio corpo, la mia idea era quella di provare a rallentare l'energia in entrata il più possibile in modo da poter dare il tempo al mio corpo di abituarsi per quanto possibile ad essa ed impedire quindi che prendesse il sopravvento su tutto il mio organismo. Ero conscio che quello che avevo in mente avrebbe portato ad un lotta lenta, pesante e costante, un processo lungo e difficile, sempre che fossi riuscito a metterlo in pratica, per portare a termine un'operazione del genere comunque mi sarebbe servita la massima concentrazione, perciò avrei tentato, parallelamente a tutte le mie manovre interne, di liberare la mente, di isolarmi da tutto quello che mi circondava, non ci sarebbe più dovuta essere quella stanza della montagna, non ci sarebbe più dovuto essere quell'immenso serpente, non ci sarebbe dovuto più essere nemmeno quel bianco fumo che impregnava l'aria, non un rumore, non un suono, non un fiato, l'unica cosa su cui mi sarei dovuto concentrare sarebbe stato quel flusso entrante, quell'energia esterna che continuava imperterrita ad entrare nel mio organismo come un fiume in piena che aveva trovato un nuovo pertugio nella terra, dovevo riuscire a fermarla, dovevo riuscire a bilanciarla, ad impedire che mi inondasse, ne andava della mia vita, se avessi fallito lì tutto sarebbe andato perduto.

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    Ci andiamo di conoscenze e vediamo come va XD
     
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    Godendosi la scena tra una boccata di fumo e un'altra, il vecchio eremita non sembrava scosso in alcun modo dal terribile destino al quale aveva condannato quel ragazzo; la sua mente era per più di metà occupata dal solo ed unico pensiero di poter assaporare quel "magnifico" tabacco blu. Nessuno con un minimo di conoscenze riguardo al mondo della natura sarebbe rimasto stupito della cosa: i serpenti, a prescindere dall'età, rimanevano animali subdoli, con in mente solo ed esclusivamente i propri interessi. Mai erano riusciti, nei numerosissimi anni di rapporti con i ninja del Fuoco, ad instaurare qualcosa di vagamente simile all'amicizia con un essere umano, d'altronde non riuscivano nemmeno ad instaurare rapporti tra loro stessi. Purtroppo per il vecchio Serpebianca, il ragazzo dinanzi a lui vantava una linea di sangue di tutto rispetto, e avrebbe avuto occasione di poterlo dimostrare.

    L'energia naturale si stava facendo strada nel suo sistema circolatorio come uno squalo, inglobando il chakra normale e distruggendo ogni cellula che trovava sul suo cammino, rendendole pietra. L'agitazione provata da Jin non faceva altro che accelerare il processo, oltretutto: il restare calmi si sarebbe rivelato fondamentale. In quel pazzo tentativo di ostacolare il processo, Jin sarebbe caduto in una sorta di trance, non avvertendo più nulla dell'ambiente esterno. Le sue gambe, ormai completamente ridotte in mera pietra, un attimo prima terribilmente doloranti, cessarono di colpo di esistere, così come tutto il resto.

    Si sarebbe ritrovato circondato dalla più totale oscurità. Il suo corpo, malgrado la totale assenza di illuminazione, gli era perfettamente visibile, come se brillasse di luce propria. Nessun contorno era ben definito: era come se tutto sfumasse come in un incubo. L'intera stanza era scomparsa, così come ogni rumore o odore. In lontananza, dove prima giaceva il serpente dalla pelle bianca, vi era un'altra, inquietante, figura. Nemmeno lei era inizialmente ben definita, ma questa sua condizione cessò di lì a poco, quando il suo enorme volto venne illuminato da degli occhi rossi.

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    Come Jin stesso, ora anche "lui" era totalmente visibile. Un'imponente creatura serpentesca era lì, davanti a lui a circa una cinquantina di metri di distanza. La sua incredibile stazza rendeva quella distanza, seppur considerevole, molto, ma molto più trascurabile di quanto in realtà fosse. Se il serpente dormiente con cui Jin aveva avuto a che fare ricordava vagamente un drago, quest'essere portava il concetto all'estremo. La sua pelle era di un colore blu notte, mentre gli aculei cosparsi lungo il suo corpo erano del nero più intenso a cui un essere umano avrebbe mai potuto pensare. Due corna del medesimo colore svettavano sulla sua testa, superate in altezza solo dalle ali che cadevano come un mantello sul suo corpo. La dentatura era simile a quella di uno squalo, con denti aguzzi e affilati.
    Le sue due possenti zampe erano tenute conserte ed una di esse, la destra per la precisione, teneva un sigaro. Anch'esso produceva, come la sigaretta dell'eremita, una quantità di fumo impressionante, che si raccoglieva ai piedi del drago non lasciando intravedere la fine del suo corpo, anzi sembrava che il fumo stesso fosse il suo corpo.

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    Il solo osservare quella creatura riusciva a far percepire l'immensa malvagità che si celava nel suo animo. Un essere fatto di puro e solo desiderio di distruggere. Il fumo sarebbe arrivato di lì a poco a contatto con le gambe di Jin, avvolgendosi attorno ad esse in maniera tangibile, come avrebbe fatto un liquido o un solido, e salendo man mano sempre più lungo il corpo. Man mano che il fumo lo avvolgeva sempre di più, l'animo buono del Senju sarebbe stato contaminato dall'oscurità, dal rancore, dal desiderio di fare del male. La malvagità di quella creatura stava prendendo possesso di ogni fibra del suo essere, facendogli tornare alla memoria ogni terribile momento, ogni singolo attimo di sofferenza della sua vita da shinobi. Stava a lui cercare di trovare la forza, di riuscire a scorgere quel barlume di luce che gli avrebbe donato la volontà di resistere a quell'abisso. Il drago, il portatore di oscurità, lo avrebbe osservato da lontano, emettendo ancora più fumo con un sadico sorriso dipinto in volto.

    Dovrai fare il miglior post della tua vita, dove vivrai nuovamente tutti i brutti momenti della tua vita fino a questo momento. Se il tuo cuore avrà la forza di reagire all'oscurità, di trovare un appiglio di luce a cui aggrapparsi, essa potrà essere spazzata via da un tuo UNICO attacco. Potrai essere autoconclusivo nell'azione, del resto siamo nel tuo mondo.
     
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    "Sono morto?"

    Il pensiero uscì per conto suo dalla bocca, la mia voce si perse nel buio, rimbalzando e disperdendosi in un eco generato da muri invisibili, tutto intorno a me sembrava fatto di niente, come se stessi cadendo in un pozzo scuro senza fine, l'unica cosa che riuscivo a mettere a fuoco era il mio corpo, quasi come se brillassi di una luce interiore, un triste navigatore in un tetro e vuoto mare. Non avvertivo più tristezza, paura, rabbia, non sentivo né il freddo né il caldo, l'aveva detto quel serpente no? Mi doveva aver trasformato nella sua statua personale, destinato a sorbirmi per tutta l'eternità quel dannato fumo, incredibile mi sembrava pure di vederlo davanti a me, quasi come se volesse sbeffeggiarmi ancora ed ancora nel mio nulla eterno, tutto perché avevo voluto seguire quelle coordinate, tutto perché avevo voluto aiutare un signore anziano, perché avevo voluto correre in soccorso di una bambina, avevo cercato di fare sempre la cosa giusta ed alla fine dove mi aveva condotto? La sfuocata figura posta a diversi metri davanti a me cominciò lentamente a prendere forma, prima spuntarono i suoi due luminosi occhi rossi, poi il muso blu, i denti affilati e sporgenti, il corpo voluminoso ed allungato, le corna e gli spuntoni neri, le grandi ali viola ed infine un sigaro, cosa diavolo era quello? Non era il serpente bianco, anzi a dirla tutta non sembrava nemmeno un serpente, aveva qualcosa di diverso, sia anatomicamente che proprio come atteggiamento, emanava un'aura cattiva, oscura, malvagia, mai avevo provato qualcosa di simile. Spostai lo sguardo verso il limite inferiore della sua figura e non riuscii a vederne i contorni, c'era solo e soltanto quel dannatissimo fumo che continuava ad uscire copioso dal sigaro e dalla bocca di quel mostro, quasi come se facesse parte di quell'essere.
    Perché, che cosa ci faceva lui qui, che cosa voleva da me? Quella domanda perse rapidamente di senso, il mio cervello mi intimava, quasi mi gridava di stargli lontano, sentiva come se quell'essere fosse qualcosa di sbagliato, qualcosa di profondamente maligno e lui strepitava cercando di farmi capire come dovessi girare i tacchi e mettermi a correre nella direzione opposta. Il mostro cominciò ad osservarmi, poi dopo qualche secondo mi sorrise ed espulse dalla bocca una densa nuvola di fumo che prese ad espandersi intorno a sé guadagnando metri dopo metri, prima che me ne potessi rendere conto quella sostanza aeriforme cominciò a circondarmi, poi come se fosse solida, come se fosse viva cominciò a salirmi ricoprendomi i piedi, le gambe ed istantaneamente avvertii freddo, un gelo come non l'avevo mai provato, lo sentivo entrambe dentro la pelle, nei muscoli, dentro le ossa stesse, avrei voluto urlare, avrei voluto gridare ma prima che potessi farlo venni sorpreso da un pensiero inatteso:

    "Arrabbiati...perdi il controllo...fagli vedere cosa sai fare..."

    Era stata la mia voce interiore a parlare, ma non al tempo stesso sentivo di non essere davvero io, come potevo? Non ero mai stato così cattivo, così malvagio, così...

    "Fai scorrere il suo sangue...fallo per lei...fallo per il suo bambino..."

    Un altro pensiero intruso, seguito da una rabbia cieca, un'ira incontrollabile che aumentava mano a mano che quel fumo continuava a divorare il mio corpo, la mia mente diventava sempre più annebbiata, più debole, più...

    "Smettila di controllarti, smetti di combattere, sappiamo entrambi chi sei davvero, libera tutto il tuo potere..."

    Il freddo divenne puro dolore, la rabbia esplose come un carta bomba, prima che il fumo potesse raggiungere la mia testa chiusi gli occhi sperando che finisse tutto, che potessi tornare in pace e così, per un attimo, avvenne.

    [...]

    Apro gli occhi. Sono davanti ad uno specchio vecchio e malridotto. Ho 5 anni, una ferita sotto l'occhio destro e sento le urla dei miei genitori venire dalla stanza accanto. Non ricordo come mi sono fatto quel taglio, alla fine è solo un modo come un altro per farmi notare, non ho amici, non ho dei giocattoli, non ho un colore preferito, ho solo una mappa del continente su cui mi diverto a scarabocchiare. Mamma e papà non ci sono mai, dicono che devono pensare a lavorare, a prendere qualcosa da mangiare, che sono abbastanza grande per stare da solo ed altre cose che non posso capire, non che mi importi. Una lacrima comincia a scendere lungo la guancia, seguita rapidamente da tante altre sue sorelle. Sono triste, ho freddo, voglio un abbraccio più della zuppa che mi hanno lasciato sul letto, che cosa ho fatto di male? Cosa c'è che non va in me?
    Mentre mi asciugò le lacrime con la manica del pigiama spostò lo sguardo sul comodino, c'è il libro sui sigilli che mi hanno regalato per il mio compleanno. Mi avvicino, lo prendo, mi butto sul letto e comincio a leggere, la guance umide che bagnano il cuscino, scandisco nella mia mente ogni parola, cerco di sovrastare il rumore di piatti rotti che viene dall'altra parte della porta.

    "Segui la mia voce"

    [...]

    Apro gli occhi. Mi sveglio di soprassalto, è la notte del mio quindicesimo compleanno, il cuore batte nel mio petto all'impazzata, mi levo da dosso la coperta sudata e a piedi scalzi mi dirigo nella stanza accanto, quella dove dormono i miei genitori. Vuota. Controllo in bagno, controllo la cucina, vuote entrambe. Una paura incontrollata prende possesso di me, corro verso la porta di casa e urlo al vento i loro nomi più e più volte, nessuna risposta. Un fiume di lacrime comincia a bagnarmi gli occhi mentre mi trascino fino alla sedia posta davanti al tavolo in cucina, sopra ci trovo un foglio giallo pieno di scritte nere, lo leggo, lo leggo più e più volte, qualche lacrima ci cade sopra facendo sbiadire alcune parole eppure io continuo leggerlo. Lascio cadere il foglio, poggio la testa sul legno del tavolo e continuo a piangere, a singhiozzare, penso di non essere mai stato così triste e solo come in quel momento. Raccolgo la lettera, mi soffermo sulle ultime due righe: "Ricordati che ti ameremo per sempre". Sorrido, piego delicatamente il foglio di carta e lo metto in tasca. Noto che sul divano c'è un piccolo pacchetto rettangolare con un fiocco sopra. Mi avvicino, lo apro, c'è un kunai nuovo di zecca, il primo che riesco a vedere dal vivo. Sorrido di nuovo, mi asciugo gli occhi con il dorso della mano. Guardo la porta d'ingresso ancora aperta, la chiudo, mi allontano di qualche passo e singhiozzando comincio a tirarci contro l'arma da lancio, una, due, tre volte. Comincio a cantarmi a bassa voce la canzone di buon compleanno mentre le mie guance cominciano ad asciugarsi.

    "Segui la mia voce"

    [...]

    Apro gli occhi. Ho le braccia tese davanti a me, sono chiuso in una maschera di legno insieme ad altri due ninja e ad un samurai, tutti con la faccia rivolta a terra e le lacrime. L'involucro si apre, l'aria fredda e ricca di salsedine ci colpisce a tutti in faccia, i miei compagni si rialzano impauriti. La ragazza dai capelli verdi è scappata. Mi guardo intorno, cerco le tracce degli altri che hanno combattuto con noi fino a pochi istanti prima, vedo solo polvere. Cado in ginocchio mentre mi rendo conto di quello che è successo, sento uno dei ninja mettermi una mano sulla spalla destra, mi dice qualcosa ma non riesco nemmeno a sentirlo, ho lo sguardo fisso su quello che resta dei nostri alleati venire portato via dal vento. Non sono riuscito a salvarli, sento che è colpa mia, delle mie indecisioni, della mia titubanza. Mi odio, per la prima volta provo una fortissima rabbia nei miei confronti, potevo fare di più per loro e invece adesso sono diventati granelli di sabbia. Mi forzo e mi rimetto in piedi, controllo lo stato di salute dei sopravvissuti e comincio a camminare verso il campo base, la guerra è ancora lontana dall'essere vinta.

    "Segui la mia voce"

    [...]

    Apro gli occhi. Mi trovo davanti ad un grande portone semiaperto in legno, la monaca lo apre con sicurezza facendo qualche passo all'interno prima di fermasi di colpo e bloccarsi sul posto, a quel punto mi sposto leggermente alla sua destra con aria confusa per cercare di capire sta guardando e in quel momento che vedo rotolare un oggetto sferico che si fermò davanti ai nostri piedi. È una testa mozzata di bambino ricoperta di sangue, un occhio è girato tutto a destra mentre l'altro guarda dritto davanti a sé, il volto è inespressivo, sembra quasi quello di un bambolotto ma il sangue che lentamente continua ad uscire dalla base del collo dice il contrario.
    Una testa.
    Di un bambino.
    Lentamente sollevo...

    "BASTA"

    Urlai squarciando l'immagine che avevo davanti a me, in un istante tutto sparì, l'ambiente scomparve come inghiottito dal nero, dal nulla, improvvisamente quel lungo viaggio ebbe fine. Mi ritrovai inginocchiato a terra, le guance rigate dal pianto, il cuore che martellava nel petto, la mente in bilico tra la paura, l'odio, la rabbia e la tristezza della solitudine:

    "Ti prego...basta...non ce la faccio più..."

    Le parole mi uscivano a fatica, la voce era fioca, strozzata da un pianto quasi incontrollato, il suono dei miei lamenti riecheggiavano in quello spazio infinito, facendomi sentire sempre più solo:

    "Ti vuoi arrendere proprio adesso che sei quasi alla fine?"

    A pochi metri da me, alla mia sinistra, comparve un esatta copia di me quando ero bambino, lo stesso taglio sotto l'occhio, mi sorrideva benevolo:

    "Dove sono finiti il tuo coraggio, la tua determinazione, la tua voglia di fare del bene agli altri e di non arrenderti?"

    Accanto a lui, esattamente davanti a me, comparve un mio clone identico in tutto e per tutto, anche lui a suo modo mi guardava sorridendomi:

    "Non pensare a coloro che hai perso, a coloro che non hai salvato. Pensa invece a quelli che grazie a te hanno potuto riabbracciare i propri cari, pensa a quanti bambini sono potuti nascere perché tu hai combattuto un giorno di più. Non ti arrendere adesso, hai ancora tanta strada da fare, so che sei più forte di così, andiamo reagisci!"

    L'ultimo a chiudere il trio, posto alla mia destra, era un versione di me più adulta, matura, con la voce un po' più bassa ed i capelli neri lunghi che gli superavano le spalle e anche lui mi sorrideva convinto. Avevano ragione, tutti loro, non era finita, anzi forse era più giusto dire che era appena cominciata. Avrei sopportato l'odio, la tristezza, la paura, la solitudine più e più volte se fosse stato necessario, perché tutti sbagliavano, io stesso l'avevo fatto più volte e l'avrei senza dubbio fatto di nuovo, ma alla fine il valore di una persona stava nel riuscire ad essere veramente se stessi e a rimanerci nonostante tutto. Mi tirai su in piedi e guardando i tre me sorrisi:

    "Avete ragione, non mi arrenderò, a costo di essere l'unica luce nell'oscurità continuerò a brillare affinché tutti possano sentirsi più al sicuro, affinché possano continuare a vedere chiaramente il futuro davanti a loro. Non sarà né un mostro, né un serpente né chi per loro a fermarmi!"

    Loro annuirono all'unisono, poi schioccarono nello stesso momento le dita e per un attimo fu di nuovo buio. Dopo qualche secondo mi resi conto di essere ad occhi chiusi ed aprendoli mi ritrovai nuovamente davanti a quel mostrone blu gigantesco, il fumo che stava lentamente per ricoprirmi la testa:

    "Vuoi davvero vedere di cosa sono capace?"

    In un attimo tutti i sentimenti negativi erano spariti, persino la sensazione di freddo che avevo avvertito prima era solo un lontano ricordo, mi sentivo felice, leggero, sicuro di me, sapevo cosa fare. Dal centro del mio petto cominciò a comparire una luce d'intensità crescente che lentamente cominciò a coprire tutto il mio corpo facendo ritirare di scatto il fumo limitandolo e confinandolo ad una certa distanza da me:

    "Il mio nome è Jin Senju, sono l'Obelisco del Sole, a costo di combatterti fino alla morte spazzerò via te e tutta la malvagità di cui ti fai carico!"

    Allargai entrambe le mie braccia verso l'esterno, fissando il sguardo sui due occhi rossi del mostro:

    "MO..."

    Cominciai a convogliare nei palmi delle mie mani tutto il chakra di cui disponevo, ogni goccia, ogni barlume di energia che il mio corpo poteva utilizzare sarebbe stata diretta in cui precisi punti:

    "...KU..."

    L'elevata quantità di energia raggruppata avrebbe dovuto far brillare le mie mani di un blu acceso mentre i muscoli coinvolti in una contrazione massimale avrebbero dovuto tendersi oltre allo stremo delle forza cominciando ad avvicinare i palmi gli uni agli altri all'altezza del mio volto, cominciando a generare delle piccole scosse di energia bluastre che si sarebbero propagate lungo gli arti superiori percorrendo tutto il corpo ad intervalli regolari quasi come fosse un manto continuo di energia:

    "...SEN!"

    L'energia accumulata si sarebbe liberata in un gigantesco raggio di puro chakra dal diametro esagerato che avrebbe percorso metro dopo metro tutta la distanza che lo separava dal suo bersaglio impattando con pura forza il mostrone blu con le ali con la chiara intenzione di spazzare via dall'esistenza lui e tutta la sua tracotante malvagità.

    d14c24f602f5563fcdf1463d842881ad

    Jin Senju
    Resistenza:998
    Stamina:1089

    Azioni:
    -Mokusen(max chakra spendibile) +sforzo max

    m a e s t r i e:
    Maestro dei Ninjutsu III° Livello: Obelisco del Sole
    Nautilis III° Livello: Accumulo Molecolare d'Acqua
    Resistenza alle illusioni III° Livello: Testa sulle Spalle

    c o n o s c e n z e:
    Tecniche e del chakra III
    Orientative e geografiche III
    Militaristiche strategiche II

    Ho preferito il cambio di tempi verbale per rendere meglio i singoli viaggi mentali, ho ritenuto rendesse meglio. Onestamente essendo nella mia testa non so se devo scalare chakra o meno, non penso, in ogni caso ho scritto l'azione solo per rendere l'idea della portata della tecnica XD
     
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    - Aah, l'essenza del paradiso! - esclamò tutto d'un tratto il grande eremita serpente, quando una improvvisa ondata di odore di quel tabacco blu invase la stanza. In un primo momento pensò si trattasse di quello presente nelle tasche del ragazzo che, magari scosso da qualche suo movimento, aveva emanato un odore più forte. Ma non ci volle molto perché quella spiegazione così assurda venisse scartata da egli stesso. I suoi occhi si spalancarono di colpo non appena incontrarono una figura umanoide, apparsa all'improvviso accanto alla sua preda. Il suo volto non era visibile, ma ciò non rappresentò un impedimento per le capacità superiori del rettile, il quale lo riconobbe subito.

    - TU! Come diamine hai fatto ad entrare?! - urlò.
    La misteriosa figura sorrise, e avvolta da una nuvola di fumo bianco si rilevò nel suo vero aspetto, quello di un'enorme testuggine grigia dai lunghi baffi bianchi.
    - Non fare il burbero come al solito, ti ho portato qualcosa! - rispose, e così delle bellissime foglie di colore blu cominciarono a fluttuare intorno a lui, fino ad arrivare in prossimità di Serpebianca, come una sorta di offerta.
    - Hai molti pregi Genoh, ma la generosità non è tra questi... immagino tu voglia qualcosa in cambio. - disse il serpente, assumendo una compostezza ben diversa da quella che teneva fino ad un attimo prima, indice del fatto che rispettava il suo interlocutore.
    - Questo ragazzo ha salvato me e la mia gente da un grande pericolo, e per questo non merita di certo di finire i suoi giorni in questo modo. Interrompi gli effetti del tuo morso, te ne prego!
    - Pff, anche volendo non potrei. Il morso è destinato soltanto a coloro che hanno compreso come dominare l'energia naturale, che sono pronti a diventare Eremiti. Non è un esame che può essere ripetuto se fallito, perché l'unico altro risultato possibile è la morte. Ciò nonostante, tra tutte è l'unica morte onorevole che poteva trovare qui. Non posso permettere che uno straniero venga a conoscenza della posizione di questo posto.
    - Vi è sempre rimedio a tutto. Il fatto che tu non ne sia a conoscenza non vuol certo dire che non esista.
    - Ormai l'unico che riuscirebbe a scamparla sarebbe un diretto discendente del vecchio, e non credo che... - le parole di Serpebianca vennero interrotte non appena poso lo sguardo su Jin. La pietra che stava letteralmente divorando le sue carni, si era arrestata poco sopra al suo ginocchio e degli strani simboli e linee di colore nero erano apparsi intorno al suo volto.
    - Questo non è normale... -
    - Parli del diavolo... sembra ti abbia fregato, mio caro. -
    - Quella sostanza intorno al suo corpo ha assorbito il chakra eremitico che avevo lui iniettato... ha fatto rimanere solo quanto bastava.
    Come vedi, questo ragazzo ha grandi capacità. Sarebbe un peccato se morisse in un posto come questo, non trovi? Che ne dici se...

    [...]


    Jin aveva affrontato una vera e propria battaglia contro quell'energia oscura che cercava di distruggere il suo corpo. Alla fine, era riuscito a spazzarla via, e non solo: l'aveva domata. Il merito poteva essere dato alla sua eredità, ma anche la volontà del ragazzo si rivelò di fondamentale importanza. Alla fine di tutto, però, cadde anch'egli. I sensi lo abbandonarono, così come avrebbe fatto la sua vita se non fosse stato per qualcuno che doveva ripagare un "debito" nei suoi confronti. Genoh lo aveva salvato dalle grinfie dell'eremita serpente, ma per far ciò fu costretto a cancellare completamente ogni suo ricordo dell'accaduto, facendo sì che si svegliasse qualche ora dopo, in prossimità del villaggio vicino. L'unica memoria sarebbe stata di natura fisica: il suo corpo, ora, era in possesso di una nuova, incredibile capacità, sebbene non se ne rendesse ancora conto. Sarebbe stato in grado di capirne il funzionamento e sfruttarla, ma ci sarebbe voluto del tempo, e molta pazienza.

    Va bene, evento finito. Sei stato bravo, quindi hai sbloccato l'arte eremitica Perfetta. Per il modo diciamo "action" con cui l'hai acquisita dovrai però svolgere una pq di minimo tre post in cui rifletti e impari a richiamare l'energia naturale. La tua arte eremitica ha però un "difetto": per evitare di essere trasformato in pietra mentre richiami l'energia naturale, dovrai SEMPRE ricoprire il tuo corpo di legno. Questo perché non l'hai acquisita tramite addestramento, bensì come "prodotto forzato" e non hai la capacità di gestire a pieno il chakra eremitico. Il tuo legno ha la capacità di assorbire l'eccesso e farti così entrare in modalità eremitica. Dovrai aggiungerla come clausola alla modalità, quando l'aggiungerai in scheda.

    Di questa esperienza non ricorderai nulla, perché ti è stata cancellata la memoria.

    EDIT: Puoi prendere il max.


    Edited by ¬Nagi - 28/9/2019, 20:13
     
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    Colui che è e si spera sarà

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    Grazie, storymode assai bella :D
    Prenda anche lei il max :rosa:
     
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21 replies since 6/9/2019, 16:20   478 views
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