[B] Per riprendere quel che è nostro!

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    Se avessi potuto farlo avrei riso per la gioia che provavo. I nostri compagni erano arrivati e forse potevano salvarci la vita o quantomeno, nella peggiore delle ipotesi, ammazzare quel sadico. Intanto tutto attorno a noi ribolliva. La terra stessa tremava, questa caverna da lì a poco ci avrebbe seppellito tutti. Con i miei occhi tenni puntata la situazione. Uno dei ragazzi, l’unico che non conoscevo, agì direttamente contro Buza. Gli lanciò delle tecniche d’acqua formidabili e intanto quello che era un rospo parlante lo aiutò nell’offensiva. Di tutta la situazione che si era venuta a creare non mi stupiva la presenza di un rospo fuori misura in grado di esprimersi a parole. Tifavo per il successo di quell’operazione, i ragazzi erano stati coraggiosi ad intervenire ed altruisti a recuperarci. In particolare il ragazzo di Oto di nome Kurosawa mi stava trasportando fuori da quell’inferno. Non ci avevo scambiato nessun discorso, eppure stava mettendo a rischio la sua vita per me. Lo apprezzavo. Se fossimo usciti e se ci fossimo salvati lo avrei ringraziato sentitamente. Così come tutti quei ninja che stavano partecipando a quella maledetta missione.

    Vedevo finalmente la porta. Eravamo vicini, così vicini ad uscire dallo stomaco di quel mostro. Ma niente andò secondo i piani. Buza dall’alto delle sue incredibili capacità, che avevo potuto personalmente testare, ribaltò la situazione. Andò su tutte le furie e gridò. Vidi il suo sguardo che mirava a me. I miei denti iniziarono a battere e le mie viscere si strinsero. Tutto il dolore che provavo fu soffocato dalla paura che mi incuteva quel tizio. Avevo provato di tutto per fermarlo, ma ero troppo debole per impensierirlo. Ed ora era arrabbiato perché voleva me? Perché?!

    In uno schiocco di dita spazzò via Kurosawa e mi afferrò per il collo. La sua mano mi stringeva stretto in una morsa da cui non potevo fuggire neanche se avessi avuto le forze. Il sangue mi colava sulla mano destra. Lo sentivo perché era caldo. Così come gocciolava sui vestiti cadendo a terra dal mio fianco. Ogni goccia cadendo creava uno schiocco che mi rimbombava nel cervello. Guardai il nemico negli occhi per qualche istante finché tutto attorno a noi non cambiò. I clangori metallici, la terra che tremava e i massi che cadevano erano tutti cessati. Aleggiava solo un silenzio assoluto e tremendamente assordante.
    La sua mano non cessava di tenermi. La mia gola bruciava e non potevo neanche intimargli di lasciarmi. Ma questo comunque avvenne dopo poco. Mi scaraventò a lato di quella stanza buia. L’impatto fu forte e doloroso. Tossì altro sangue per terra. Appoggiai la testa sulla mia spalla sinistra e fissai il pavimento di cemento asettico come tutta la stanza.
    Tutti i miei pensieri rimasero sospesi. Non avevo neanche la forza di pensare a cosa mi stava accadendo. Preferivo morire. A questo punto desideravo la morte. Perché Kami? Perché divinità degli uomini? Perché.....che ho fatto per meritarmelo?

    Fui sollevato dal suolo e appoggiato su un letto di pietra gelido. Qualche lacrima mi solcava il volto. Qualcuna di esse mi arrivò alle labbra e ne potei sentire il sapore salato. Lo assaporai. Intanto fui immobilizzato, proprio lì in mezzo a quella stanza. Che cosa ne avrebbe fatto di me?
    Ero totalmente alla sua merce e prima che iniziasse il suo esperimento mi chiese il mio nome. Aveva qualche significato? Lì ai confini dell’umanità e della vita? Glielo dissi comunque con il poco fiato che avevo.

    -Sono Suzaku...

    D’un tratto sembrava felice, anzi euforico. Avvicinò la sua mano al mio petto e diede inizio alle danze. Ciò che accadde dopo mi avrebbe segnato per tutto il resto della mia esistenza. Decine e decine di aghi fuoriuscirono da quel letto degli orrori e mi aggredirono. Provai a scuotermi, anche a costo di peggiorare le mie ferite. Ma non potevo fuggire. Ero suo. Il suo pupazzo e la sua cavia. Fui trafitto in ogni posto, ovunque, perfino nel volto. Mi trapassarono, infilzandomi in profondità. Ognuno di essi espulse una sostanza che iniziò a bruciarmi da dentro. Un fuoco che arse molto rapidamente. Urlai con tutto ciò che mi rimaneva. La mia voce era spezzata e soffocata. Quando mi aveva stretto il collo mi doveva aver momentaneamente danneggiato le corde vocali.
    Il dolore che provai era indescrivibile. Tutto ciò che avevo provato nella mia vita, tutto insieme non raggiungeva quel fuoco. Esso premeva attraverso di me, pulsava e mi divorava. Se avessi potuto paragonare il suono di quel dolore lo avrei accostato a quello di una voce che gridava da un pozzo profondo. E quella voce era la mia. Debole e disperata.

    Per tutto quel tempo avevo tenuto chiusi i miei occhi. Avevo maledetto il giorno in cui avevo deciso di accettare la missione. Che avevo fatto di così terribile?! Perché il kami del fuoco non decide semplicemente di lasciarmi morire? Perché nessuno mi aiuta? Perché...perché sono solo?
    Riaprì di scatto gli occhi quando colui che mi seviziava mi sussurrò all’orecchio.

    CITAZIONE
    Ora tutto è pronto. Juin... Jutsu...

    Così vidi il resto dell’esperimento concludersi. Mi puntò un dito proprio sul mio petto, all’altezza del cuore, mentre continuavo a contorcermi spasmodicamente senza controllo. Mi perforò e mi lasciò un segno. Potevo appena vederlo. Un simbolo di natura sconosciuta era impresso su di me.

    Cos’era tutto ciò? Il dolore era arrivato al culmine, qualche altro secondo, qualche istante e sarei morto. Finalmente avrei potuto evitare di soffrire ancora. Avrei forse potuto abbracciare per la prima volta mia madre.

    Il simbolo iniziò a brillare e tutto intorno a me cambiò. Non mi trovavo più in quella fredda e spoglia stanza e Buza era sparito.

    Ho oltrepassato il confine labile tra vita e morte?

    Stavo nuotando sempre più in profondità. Qualcosa che luccicava mi stava attirando verso il fondo. La luce che proveniva dall’alto andava via via svanendo. Attorno a me potevo vedere una barriera corallina. I colori andavano da tutte le sfumature di rosso fino all’arancio e potevo intravedere qua e là perfino alcune tinte diverse di verde. Erano tutti colori brillanti. Ad ogni sbracciata mi sembrava di avvicinarmi a quel luccichio. I miei polmoni erano pieni d’aria, mi sembrava di essere così fresco e così lucido che l’aria non mi preoccupava. Ma dopo qualche altro metro la barriera corallina cambiò, i colori da accesi divennero spenti e grigi. E proprio a qualche metro da ciò che perseguivo sentì la necessità di prendere ossigeno. Se non avessi respirato sarei annegato. Ma ero così vicino che non mi importava che se non avessi iniziato subito a risalire non ce l’avrei fatta. Ma la curiosità mi trascinava, dovevo vedere cos’era. Così mi spinsi verso il fondo usando la barriera come un trampolino. Era tagliente ma ciò nonostante non mi ferì. Finalmente lo potevo vedere e con una mano lo sfiorai. Era una pietra perfettamente ovale. Sembrava viva e pulsava come un cuore. Improvvisamente un occhietto indagatore si aprì da quel sasso e sbatté le palpebre. Mi squadrò intensamente. Fui costretto ad alzare la testa perché non potevo più trattenermi dal prendere un respiro. Però, invece che riempire i miei polmoni d’acqua, riemersi in una grotta. Pertanto semplicemente nuotai fino a trovare il bordo. Così uscì fuori e iniziai a guardarmi in giro. Delle pitture rupestri ne decoravano i lati. Raffiguravano scene di lotta, violenza e sesso. Erano tutte realizzate con il sangue. Lo potevo capire dall’odore pungente. Fissandolo sempre più a lungo mi ci persi al suo interno. Ne fui catturato e tirato con forza travolgente.
    Vidi tutto ciò che era dipinto. Ma soprattutto fui colto dalle emozioni che mi tempestarono. Violenza, divertimento, lussuria, piacere irrefrenabile. Tutto in un vortice senza fine, tutto portato all’eccesso. Centinaia di uomini e donne che perdevano loro stessi. Fui per un giorno ognuno di loro. Vidi ciò che vedeva un boia che lavorava per diletto, ciò che vedeva un molestatore di donne. Vidi uomini morire per la loro ingordigia ed avarizia. Vissi il punto di vista di un membro di una setta che praticava riti di ogni tipo. In particolare assistetti ad un rito che apparentemente era di iniziazione. Dove uomini e donne mascherati osservavano un gruppo di persone disposte a cerchio. All’interno di quel cerchio un uomo vestito di rosso e con una maschera decorata realizzava una sorta di danza. Tutto trasmetteva un senso di religiosità e misticismo che non capivo. Ma iniziava a turbarmi profondamente. Ad un tratto ognuno dei presenti che si trovava ai lati di quel cerchio si inginocchiò e si svestì. Stava per accadere qualcosa, lo sapevo, ne ero totalmente certo. Così feci un passo per avvicinarmi e guardare meglio. Ma tutti i presenti si girarono verso di me. Sembravano migliaia e mi paralizzai. Tutti dissero all’unisono il mio nome ed esso rimbombò dappertutto come un monito.
    Distolsi lo sguardo e ritornai in quella caverna.
    Così continuai a procedere all’interno di quel lugubre antro. Esso si stringeva in un lungo corridoio. Sarebbero potuti passare solamente quattro uomini uno affianco all’altro. Doveva essere opera umana, i bordi erano troppo regolari per essere una normale conformazione naturale. Però non c’erano torce a rischiarare il cammino, solamente una luce fioca e rossa che proveniva dalla fine. Ai lati del percorso in cui mi stavo dirigendo c’erano dei topi. Decine se non centinaia di ratti uniti in dei cerchi. Le loro code erano legate assieme dalla sporcizia e forse da qualche sortilegio malefico. Erano tutti morti e ed alcuni di loro erano mangiucchiati o decapitati. Non mi chiesi il perché. Rimasi impassibile, semplice spettatore di ciò che i miei sensi mi mostravano.
    Intanto dei ganci iniziarono a sbucare dal soffitto. Inizialmente non vi era agganciato nulla. Ma passo dopo passo potei vedere che su ognuno di essi vi era incrostata una sostanza secca e grumosa. Preferì non soffermarmi oltre.
    Infine raggiunsi quella luce, girai l’angolo ed essa sparì. Ora una piccola fessura al lato di quella stanza incavata nella roccia rischiarava la mia vista. Era la luce lunare. Era flebile ed ogni tanto oscurata dalle nuvole. Uno scheletro ancora vestito da pirata era poggiato a terra. Non era ancorato da nessuna catena, eppure era rimasto lì. Neanche in questo caso mi chiesi com’era morto o com’era finito lì. Egli indicava con una mano una porta di legno, mentre il suo volto era rivolto dalla parte opposta. Spinsi quella porta che si aprì stridendo le mie orecchie. Al di là di essa trovai i resti di un rituale oscuro. Vi era un cerchio che era stato tracciato a terra ed un palo di legno con affissa una maschera con le corna. Essa non ricordava nessuna creatura a me conosciuta, anzi poteva essere solamente paragonata ad uno yokai della mitologia. Una pozza di sangue vecchio era al centro di quel cerchio. L’odore che permeava la stanza era nauseabondo, perfino peggiore di quello che proveniva dai ratti. Per la prima volta in quel viaggio onirico non ero più impassibile, volevo vomitare ed espellere tutto ciò che avevo visto. La maschera iniziò a ridere ed era una risata profonda e diabolica. Che pian piano cambiò. Risuonava sempre di più in una risata infantile ed isterica e allo stesso tempo i connotati della maschera cambiarono. Essa diventò il volto di Buza. Colui che mi aveva impresso lo stesso marchio che vidi affisso sul retro della porta che avevo appena varcato.

    Mi risvegliai. Il mio torturatore era ancora sopra di me, forse stava per darmi il colpo finale. Invece Buza, ancora una volta, mi stupì. Non voleva la mia morte, non l’aveva mai voluta. Il dolore era solo un danno collaterale delle sue macchinazioni. Infatti mi curò dalla mie ferite. Una aura benefica mi avvolse e pian piano ripianò il mio corpo. Il mio spirito non so se sarebbe mai del tutto guarito.

    Tutta la visione che avevo avuto era solamente un allucinazione? Tutto ciò derivava solo dal dolore? Perché gli dei mi stavano maledicendo? Che fosse il mio destino soffrire? Dopotutto la mia nascita aveva significato la morte di mia madre...

    Con un po’ di forza e coraggio ritrovato mi rivolsi direttamente all’unica persona in quella stanza e forse nel mondo che aveva delle risposte alle mie domande.

    -Perché tutto questo? Dove siamo ora?

    E per ultimo gli posi le domande che mi stavano più a cuore ed infatti la mia voce tremolò:

    -Che cosa ne vuoi fare di me? E che cos’è quel simbolo sul mio petto?

    Avevo paura delle sue possibili risposte. Non lo avevo insultato o maledetto per ciò che mi aveva fatto, tanto non sarebbe servito. Anzi avrei rischiato di peggio. Comunque il mio cuore batteva forte e questo forse era un bene. Significava che ero vivo e la vita mi scorreva a pieno ritmo nelle vene. Ogni battito era così potente che mi arrivava fino in gola. Perché il mio animo ben sapeva che da quel giorno non sarei mai più stato lo stesso.

    Suzaku Kaguya
    Resistenza: 1
    Stamina://

    Azioni:
    //

    Note:
    Ho messo il simbolo in spoiler e come ci eravamo detti ho cambiato il posto “nascondendolo” un po’ di più mettendolo sul cuore :rosa:


    Edited by Steg - 15/10/2019, 12:44
     
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  2. |Omnimon|
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    Narrato
    Parlato Saiko
    Pensato Saiko


    Ci ero riuscito, mi ero avvicinato a Shizuka e Buza era distratto dagli attacchi dei cloni e di Ryuga. Per un momento sorrisi, cominciavo a vedere un barlume di luce. Però fui troppo lento. Buza si accorse di tutto e in urlo disperato cominciò a scaraventarsi contro tutto. Corsi con Shizuka in braccio verso l'uscita, a pieni polmoni. Giunse un urlo furibondo di Buza, stava perdendo le sue cavie e questo lo stava sicuramente turbando. Uscii appena in tempo dall'ingresso del laboratorio che alle mie spalle tutto, TUTTO, cominciò a crollare; Kurosawa che era poco dietro di me non riuscì ad avere la mia stessa fortuna. Sentii solo un gran baccano provenire dall'interno, non potevo sapere cosa accadeva ora lì ma potevo solo incitarli.

    "Ryuga! Escogita qualcosa, vi aspetterò al villaggio!"

    Avevo troppi pochi mezzi poterli aiutare, dovevo ancora una volta contare su Ryuga.
    Strappai un pezzo dalla mia maglia e cercai di fare un bendaggio di fortuna alla ferita di Shizuka per poi caricarmela in spalla e partire verso il villaggio.
    Nella mia idea lì c'era sicuramente qualcuno che avrebbe potuto aiutare la mia amica e prendersene cura, così che io fossi potuto tornare al laboratorio.
    Quel percorso sembrava non finire mai, era lunghissimo, le mie gambe volevano cedere più e più volte, sulla mia spalla scorreva il sangue della mia amica nonostante il bendaggio: il bendaggio non era perfetto e si notava.
    Ero teso, spaventato, ansioso, e stanco.
    Il cuore nel mio petto batteva all'impazzata, il fiato era corto, ero pieno di sudore, terra e sangue.

    Dopo svariati minuti all'orizzonte vidi finalmente le porte del villaggio. Per la prima volta dall'inizio di quello schifo di missione ero contento di vedere quel villaggio. Passai nelle strade principali urlando a più non posso.

    "AIUTO!! HO BISOGNO DI AIUTO! HO UNA PERSONA FERITA CON ME!"

    Speravo qualcuno del villaggio si affacciasse, che portasse la testa fuori dalla proprio abitazione per aiutarci. La gola mi bruciava per le urla, per la mancanza di fiato e per l'aria fredda che avevo respirato per tutto il tempo.
    Corsi per tutte le strade del villaggio sperando che qualcuno potesse darci aiuto e primo soccorso.
    Speravo che, una volta lasciata la mia amica alle cure di qualcuno, potessi tornare indietro ad aiutare il resto della squadra.

    "AIUTO!"


    Resistenza 400
    Stamina 395
    Protezioni:
    Testa Resistenza protezione: 30
    Busto Resistenza protezione: 100

    Equip:kama, kunai

    Azioni:
     
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    -Shizuka Parlato
    -Saiko Parlato



    L'unica cosa più familiare in quel momento era figura del mio migliore amico e compaesano. Saiko si avvicinò e mi caricò quanto più velocemente possibile, per permetterci così di fuggire lontano da quel posto mal sano e soprattutto da quello psicopatico , che di umano non aveva niente. Mi sentivo così dannatamente debole davanti ai suoi occhi, e lo ero davvero. Ero patetica, ed ero lì inerme aggrappata alle spalle del mio amico, lasciando che si occupasse di me. Odiai tutto ciò, ero assolutamente inutile, solamente un peso.


    "Ryuga! Escogita qualcosa, vi aspetterò al villaggio!"


    Ryuga?Chi era Ryuga? Qualcuno che era venuto in nostro soccorso? Non mi sembra di averlo visto alla riunione del team con il signor Gon. Se Saiko si affidava così tanto a lui , vuol dire che questo tizio era abbastanza forte da contrastare Buza. Mi sarebbe davvero piaciuto dargli una mano, mi sarei sentita soddisfatta e soprattutto non un peso morto per chiunque. Quei ragazzi stavano rischiando la vita per noi. Avrei voluto girarmi per guardare in faccia quegli eroi, ma data la mia condizione fisica, non potevo muovermi un granché.Non riuscivo nemmeno a mettere a fuoco i miei occhi, vedevo tutto appannato, per via di tutto quel fumo misto a terriccio. Potevo percepire , solo grazie al mio udito, che tutta quella grotta stava crollando su se stessa, inghiottendo qualsiasi cosa vi era dentro. Sperai con tutta me stessa, che nessuno ne rimaneva secco, e soprattutto rimasi in pensiero per Suzaku, che come me era rimasto fuori combattimento. Avrei voluto ringraziarlo per avermi aiutata e se riuscirò a sopravvivere gli sarò debitrice a vita.

    Una volta fuori, in caso fossimo riusciti a fuggire, mi avrebbe portato in un luogo sicuro , e mi avrebbe effettuato un primo soccorso, strappandosi un lembo di maglia necessario per tamponare la ferita tra il collo e la spalla. Sentivo che era molto spaventato, e stanco per la situazione, ma tipico di Saiko non si lasciava abbattere dalle difficoltà. Più correva spedito verso il villaggio, senza mai fermarsi. Il suo fiato si faceva sempre più corto, e sentivo il suo cuore battere all'impazzata. In quel momento , la sua determinazione mi teneva ancora viva.

    Una volta arrivati al villaggio, Saiko iniziò ad urlare chiedendo soccorso, cercando disperatamente per ogni via qualcuno, qualcuno che mi potesse prendere in cura.

    -Sai....Ko

    Chiamai a fatica il mio migliore amico, con la voce rotta e singhiozzante.

    -Mi...Dispia...ce.

    Aggiunsi, rimanendo in balia del mio destino.



    Statistiche:
    -Stamina=400
    -Resistenza=1

    Oggetti:
    -Shurikenx5
    -Filo d'acciaio 20m

    Equip:
    -Coprifronte

    Azioni=//



     
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    Suzaku


    Perché tutto questo? Dove siamo ora? Che cosa ne vuoi fare di me? E che cos’è quel simbolo sul mio petto?

    [x] Udendo quelle domande, Buza interrompe la litania che stava recitando e apre gli occhi abbassandoli sul corpo disteso di Suzaku, senza disgiungere le mani che mantengono attivo il Jutsu medico. Per un breve istante la solita espressione folle decorata con quel sorrisetto ripugnante attraversa il volto del Mukenin, ma tale espressione viene soppressa all'istante dalla serietà e dalla compostezza. E' la prima volta da quando Buza ha incontrato Suzaku e gli altri, che assume un'espressione simile. Tra risate folli, scatti d'ira animaleschi e quella sua strana passività priva di qualsiasi emozione umana, fin'ora quell'individuo malato non sembra aver mai manifestato uno stato d'animo consono alla situazione, facendosi sempre passare per una creatura talmente deviata a livello mentale da non poter quasi essere considerata umana. Gli Shinobi stessi che l'hanno combattuto, dall'inizio alla fine, l'hanno visto unicamente come un semplice -ed enormemente minaccioso- pericolo da affrontare, allo stesso modo in cui affronti una bestia feroce: non ti chiedi cosa spinga la sua ferocia, quali processi mentali lo inducano ad agire in un certo modo. In altre parole, non ti preoccupi di capire un nemico simile. Pensi solo a come sopravvivere. Ora però, per la prima volta, Buza sembra comportarsi in una maniera quasi "sana", instillando probabilmente un certo dubbio nella mente della sua cavia; infatti se Suzaku fino a quel momento credeva di avere a che fare con un maniaco assassino, ora forse la sua opinione potrebbe essere messa, anche se leggermente, in discussione. Buza quindi fissa il Genin negli occhi con espressione greve e concentrata, dimostrando di considerare il ragazzo ben più di un semplice campione da laboratorio su cui fare esperimenti. Perchè improvvisamente lo scienziato sembra capace di un comportamento normale? Forse perchè in anni ed anni di latitanza passati in solitudine a condurre studi ed esprimenti per i propri interessi personali, ha perso quasi totalmente il ricordo di cosa significasse avere a che fare con altre persone. Ha perso ogni convenzione sociale, ogni freno morale che normalmente è d'obbligo se si vuole avere a che fare con gli altri. Ha perso, i sostanza, il suo lato umano. Ma ora per la prima volta qualcuno -Suzaku- gli pone delle domande, domande piuttosto personali. Gli domanda quali sono i motivi che lo spingono e quale sia il suo scopo, oltre a domandargli dove si trovano e cosa sia quel simbolo impresso sulla pelle del ragazzo. E con una voce che sembra quasi non appartenergli, Buza risponde:

    Juin-Jutsu, un Sigillo Maledetto. Perchè voglio maledire la tua esistenza...
    Il suo potere si attiverà ogni volta che giungerai vicino al limite. A quel punto muterai, ogni freno inibitorio si scioglierà, e si libererà la tua essenza. Tutti bramiamo il potere, nessuno escluso. Non c'è essere al mondo che ami essere sottomesso al più forte. La debolezza è l'unica causa dell'assenza di libertà. In un mondo sovrappopolato come questo, dove per vivere assieme bisogna creare innumerevoli regole, vincoli e prigioni, ponendo pochi al di sopra di tutti in modo da governare le masse per il loro stesso bene, hai solo due alternative: restare nell'ombra del potere e sopravvivere ad una vita in cui la parola chiave è "subire", ma ne uscirai come una creatura debole, pallida, spaventata dalla luce, tanto da non riuscire nemmeno a tenere gli occhi aperti; oppure uscire dall'ombra, farti un bagno di luce e ricaricare le tue forze sotto le sue calde carezze... in altre parole sottrarti all'ombra del potere e divenire tu stesso il potere, colui che illumina a giorno la propria via lasciandosi alle spalle l'ombra in cui tutti gli altri marciscono dimenandosi l'uno contro l'altro per rimanere nascosti. Io sto sacrificando me stesso per seguire questa via. Oramai agli occhi degli altri non sono altro che un cancro, una malattia, qualcosa di maligno da estirpare. Io stesso sento la mia anima svanire ogni giorno che passa, e mi sento un guscio vuoto che agisce solo per inerzia. Per quanto crudeli siano i miei esperimenti, oramai non provo più niente. E non so nemmeno se è un bene oppure un male. Forse è il prezzo da pagare per avere il potere. Forse essere liberi dalle prigioni della società significa questo, significa diventare quel che sono diventato io. O forse sono stato troppo debole: nel tentativo di diventare potente, ho consumato troppo me stesso, ed ora mi sto incenerendo nell'incendio che io stesso ho appiccato. Ultimamente me ne sono convinto sempre di più, ed oramai ne sono certo. Si, io stesso sono la causa della mia rovina, perchè sono stato troppo debole. Chiunque, guardandomi, vedrebbe qualcosa di rotto, mal funzionante, qualcosa da eliminare. Ecco perchè ho deciso di scegliere qualcuno, ovvero te. Se io mi sono perso lungo la mia ricerca del potere, l'unica cosa che posso fare per rendere giustizia al mio sacrificio è di trasmettere ciò che ho scoperto a qualcun altro, una creatura fresca e nuova, forte ed incontaminate, tu. Ed il primo passo è maledirti. Si perchè il potere che ti ho donato è solo un assaggio, un brevissimo sguardo alla luce, quella che io bramo ardentemente. Con questo breve sguardo ti ho maledetto, perchè una volta vista la luce, è impossibile tornare nell'ombra e sentirsi a proprio agio. Tutte le creature alla nascita sono libere, fatte per la libertà. E' la crescita che ci distrugge. Se hai rinnegato totalmente la tua vera essenza, la libertà, allora nemmeno questo breve sguardo potrà risvegliare il potere che è in te. Se invece nel tuo animo alloggia ancora una speranza, il Sigillo Maledetto ti mostrerà la via verso la luce.


    Un'improvvisa ed inaspettata lacrima riga la guancia di quella creatura che si fa chiamare Buza. Un essere rovinato, consumato e sbagliato per sua stessa ammissione, ma ancora capace di mostrare un barlume di ragione, come ha appena dimostrato. Quando la lacrima sfiora le sue labbra, queste si increspano in un sorriso amaro, pieno di sofferenze e rimpianti. Poi qualcosa dentro di lui scatta, ed il suo volto muta in un espressione sadica ma al tempo stesso divertita, maligna ma al tempo stesso ironica, ed improvvisamente Buza torna ad essere quello di prima, un individuo pazzo e deviato. La maschera è tornata al suo posto.

    ih hi hi heh he he HAHHA HA HAHAHA HA HA!

    Lo scienziato sghignazza a crepapelle interrompendo il Jutsu curativo e portandosi le mani nei capelli mentre fissa Suzaku, la sua opera.

    Bene, l'atto è compiuto, ih hi hi hiii...

    Il suo comportamento è mutato in modo tanto radicale e ad una velocità talmente repentina, che agli occhi di Suzaku il Buza di ora sembra un'altra persona persino nell'aspetto.

    Vai, e divertiti!


    Schiocca le dita ed il Genin sparisce dal tavolo di pietra a cui poco prima era incatenato...
    ...ricompare disteso nella sabbia, immerso nella notte gelida che aleggia sul villaggio in cui la missione ha avuto inizio. Il dolore delle ferite sul corpo del ragazzo è sparito, come se si fosse appena svegliato da un lungo incubo travagliato. Ma la le cicatrici che rovinano la pelle di Suzaku sono una prova inconfutabile del fatto che tutto ciò sia avvenuto realmente. Per non parlare del marchio, la maledizione impressa sul suo cuore...


    A breve la seconda parte del post.


    Edited by a n s - 17/10/2019, 01:54
     
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    Saiko & Shizuka


    AIUTO!! HO BISOGNO DI AIUTO! HO UNA PERSONA FERITA CON ME!

    Anche se inizialmente tutti gli abitanti del villaggio sembravano volersi serrare in casa immediatamente al calare della notte senza nessuna intenzione di venirsene fuori prima dell'alba, questa notte Saiko non ha difficoltà a trovare qualcuno. Infatti già molte persone si sono riversate nelle strade deserte prima ancora che il Chunnin giungesse al villaggio. Il motivo è semplice: per la prima volta le urla che alcune notti inondavano il villaggio annunciando la sparizione di qualcuno, si erano interrotte molto prima del normale. Inoltre i boati provenienti dal lontano laboratorio avevano scosso non pochi animi, e quando le persone spaventate ma curiose erano uscite dalle proprie abitazioni, aveva iniziato a correre la voce che degli Shinobi erano giunti sul posto per risolvere la terribile situazione. Quindi quando le disperate richieste di aiuto di Saiko arrivano al villaggio, molti si dirigono verso di lui. Inizialmente le persone sono spaventate, si tengono a distanza e squadrano lo Shinobi e la ragazza tra le sue braccia con diffidenza. Qualcuno grida qualche domanda per sapere cos'è successo. Ma finalmente una vecchia signora corre loro incontro dimostrando coraggio e buonsenso:

    Oh buon Dio, spostatevi voi!

    Sbraita contro il muro di persone che si è formato lungo la strada, tra cui si trova anche Suzaku. Non appena riesce a raggiungere i due Ninja, la preoccupazione della signora è evidente:

    Venite, venite, seguitemi, vi porto a casa mia! Fidatevi di me, ho lavorato sui campi di battaglia prima ancora che voi nasceste. Venite, veloci! Questa povera ragazza è in fin di vita! Non posso fare molto ma sicuramente riuscirò a farla sopravvivere ancora per un po'! Oh, povera signorina...


    Ryuga & Kurosawa


    Molti Shinobi, molto più potenti di Ryuga e Kurosawa messi insieme, si sarebbero trovati in seria difficoltà nel trovarsi intrappolati a decine di metri di profondità sotto un tetto di roccia in procinto di collassare. Ma molti Shinobi, a prescindere dalla loro potenza , non possono vantare di possedere l'innata arte del clan Senju. Non per niente quest'arte, che di base consiste nella semplice manipolazione del legno, è stata sviluppata e tramandata alle generazioni future dal leggendario Hashirama. Ed il Primo Hokage non l'ha certamente sviluppata a caso, ma con il preciso scopo di tenere testa e surclassare la sconfinata potenza dei Bijuu, quei demoni mastodontici che si dice fossero capaci di spazzare un intero Villaggio Ninja con una semplice spazzata di una delle loro code. L'arte Senju è infatti la più devastante in assoluto, ideata soprattutto per gestire minacce su larga scala, un'abilità che se portata alla sua massima potenza non ha rivali, come dimostrato non solo da Hashirama e dal suo rivale Madara in forma Edo Tensei, ma persino da alcuni suoi successori come ad esempio Nonubu Senju, che fu capace di conquistare due Villaggi Ninja in nome di Zero.
    Poste queste premesse, che minaccia può costituire qualche migliaio di metri cubi di roccia che crollano dall'alto. Nulla. Infatti Ryuga non ha la minima difficoltà ad arrestare la caduta rocciosa. Anzi, è addirittura capace di respingere la roccia scaraventandola verso l'alto, con l'accortezza di far precipitare i giganteschi massi nella direzione opposta a quella in cui potrebbero trovarsi i suoi compagni di missione. Nonostante ciò, l'intero laboratorio viene pressoché cancellato dalla faccia della Terra, ma sia Ryuga che Kurosawa ne escono totalmente illesi, circondati dalle gigantesche creazioni di legno che resteranno lì nel deserto a testimoniare il combattimento disperato cui i cinque Shinobi, chi più chi meno, hanno preso parte. E così si ritrovano da soli, mentre Suzaku soffre sotto di ferri di Buza in chissà quale luogo remoto e Saiko trascina Shizuka lontano in cerca di aiuto.



    Bene ragazzi, dovete fare un ultimo giro di post e poi la missione sarà conclusa con successo. Infatti anche se non avete sconfitto Buza, avete comunque risolto il problema delle sparizioni nel villaggio ed inoltre facendo rapporto comunicherete le informazioni relative a questo nuovo Mukenin (Buza). Le indicazioni che vi do per l'ultimo post sono queste:

    Steg: come scritto nel post, Buza ti riporta nel villaggio. Sei perfettamente guarito, hai recuperato tutta la Resistenza ed il Chakra. Aggirandoti nel villaggio incontri Saiko e Shizuka. Quindi leggiti anche la parte relativa a loro.
    n.b.: ricorda che il sigillo maledetto è un potere illegale. Se qualcuno ti dovesse denunciare alle autorità, verresti catturato, interrogato e, se anche riesci a farti scagionare, ti bloccherebbero il potere del sigillo. Ovviamente in futuro avrai di nuovo a che fare con Buza.

    Omnimon e Sachigo: come scritto nel post, la signora viene in vostro soccorso. Potete narrare voi la parte relativa alle sue cure, però sappiate che essendo una semplice infermiera non riesce a rimettere in sesto Shizuka, può solo rallentare le emorragie momentaneamente. Nel seguire la signora, incontrate anche Suzaku. Una volta consegnata Shizuka nelle mani della signora, uno di voi due (o entrambi) può ruolare che si avvia verso il proprio Paese di origine (potete anche metterci in mezzo che tornate al laboratorio a cercare Ryuga e Kurosawa se volete) per fare rapporto raccontando l'accaduto, e per inviare Ninja medici al villaggio in modo che prelevino Shizuka e la guariscano. Ovviamente non dovete ruolare tutta sta roba, basta che terminate il post scrivendo che vi avviate verso il vostro Paese e bla bla bla...

    Dragon e Zyliath: come scritto nel post, voi due restate soli per conto vostro. Quindi avete carta bianca. Se scegliete di sparire insieme, Kurosawa verrà ritenuto disperso con la clausola "possibile traditore". Infatti i vostri compagni di missione, andando a fare rapporto, racconteranno di Ryuga e del fatto che lui e Kurosawa sono spariti. Dalla descrizione di Ryuga, al Paese capiranno che si trattava di un Mukenin, ed inviando gli Anbu al laboratorio distrutto di Buza, non troveranno tracce di Ryuga e Kurosawa. Ergo, capiranno che Kurosawa è sparito assieme a Ryuga. Questo però ti da un vantaggio Zyliath: infatti se in futuro verrai catturato, forse se te la giochi bene potrai dire che Ryuga ti ha catturato contro la tua volontà. Ovviamente se ciò non risulterà credibile, ciccia. In ogni caso, se sparisci assieme a Ryuga, diventi Mukenin come richiesto!
    Ti ricordo però che l'esito del tradimento dipenderà da come ti muoverai, da come ruolerai, dalle motivazioni su cui si baserà il tuo PG e dalla loro coerenza con il background del PG stesso. In altre parole, dipenderà da questo ultimo post e da eventuali post futuri riguardanti il tradimento. Se non lo riterrò valido, dovrai vedertela con gli Anbu Black Ops.

    ORDINE DI POSTAGGIO:
    Dragon e Zyliath possono postare quando vogliono perchè sono isolati rispetto agli altri. Invece Omnimon e Sachigo devono attendere il post di Steg!

    I tempi di postaggio sono gli stessi del giro precedente.
     
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    PER RIPRENDERE QUEL CHE È NOSTRO!




    Narrato - - Parlato - "Pensato"



    Un rumore devastante proruppe sopra le teste dei due shinobi, aldilà della cupola di legno, persino nelle viscere della terra dove si trovava Ryuga il boato fu tale da farla tremare. Una testa sbucò dal terreno mentre lentamente la cupola si ritrasse rivelando il cielo stellato sopra di loro. Ryuga fuoriuscì del tutto dal terreno, ormai non vi era più alcun pericolo, il soffitto, che pochi istanti prima minacciava di crollargli addosso, non vi era più spazzato letteralmente via dalla potentissima tecnica del giovane Senju. Si rialzò ammirando il suo operato. Immense mani di legno sovrastavano il laboratorio ormai devastato, si innalzavano verso la buia notte come giganti nell’oscurità.
    Il ninja fece qualche passo avanti osservando il caos che regnava attorno a lui, non poteva credere che quella battaglia fosse stata la più cocente sconfitta della sua vita dopo quel nefasto giorno nel golfo degli squali. Si era ripromesso di non essere più un debole, si era allenato fino allo sfinimento ed era addirittura riuscito a padroneggiare il livello più alto del Mokuton, eppure tutto quello non gli aveva permesso di fare anche un singolo passo in avanti da quel giorno. Si sentiva un granello di polvere nell’universo, propio come quel giorno. Inutile.


    - Fanculo!

    Tiro un sonoro pugno alla base di una delle sue immense mani di legno, uno sfogo della rabbia crescente dentro di lui.

    ”Sono ancora una nullità...”

    Il pulsante dolore alla mano iniziò a farsi sentire in maniera sempre più crescente. Aveva picchiato troppo forte quel duro legno. Si massaggiò la mano e cercò nel contempo di darsi un contegno, in fin dei conti non era solo. Si girò e sedette su una roccia fissando Kurosawa. Si passò una mano tra i capelli e iniziò a ridere, una risata di gioia misto a sfinimento.

    - Siamo vivi...

    Si tolse il coprifronte e lo osservò sulla sua mano, cos’era lui? I vincoli del villaggio ormai erano recisi da troppo tempo, ma ancora portava il coprifronte con se, come se questo potesse in qualche modo renderlo ancora un membro? Non ci aveva pensato finora ma aveva giurato di vendicarsi anche su quei vermi che avevano mandato al macello lui e i suoi amici come bestie al mattatoio. Senza quasi a rendersene conto iniziò a parlare, quasi come se stesse facendo un dialogo con se stesso.

    - Ancora una volta hanno mandato dei giovani ninja al macello... come pensavano che dei semplici genin potessero reggere il confronto con quel demone? Cazzo come missione era un grado B, non avrebbero avuto speranze neanche se avessero voluto... neanche io avevo speranze contro quel mostro in uno scontro diretto...

    Alzò lo sguardo dal coprifronte osservando il giovane, lo sguardo serio.

    - È bene che tu sappia cosa il tuo villaggio ha fatto per te, per la tua sopravvivenza... niente! Hanno mandato te e i tuoi compagni verso morte certa! Non hanno mandato nessuno ad aiutarvi! Questa era una missione da jonin e non da dei genin alle prime armi come voi! I villaggi se ne fregano se voi sopravvivete o no, queste cose non hanno più importanza per loro, siete solo carne da macello di cui possono disporre e a cui possono far fare ciò che vogliono... da troppo tempo ormai l’ho imparato sulla mia pelle e questo...

    Fece un eloquente gesto indicando il caos che lo circondava... il suo tono cambiò facendosi più calmo e serio...

    - Ne è l’ennesima prova! Senti sappi che io non sono più ninja di Kiri da tempo, sono un ricercato, giro per il mondo combattendo il male in ogni sua forma e cercando di impedire che sofferenze come quelle che ho vissuto capitino ad altri... Il mondo non è bianco e non è nero. Non tutti i ninja sono persone onorevoli perché purtroppo ci sono delle eccezioni, ma esistono ninja come me che vengono classificati come traditori pur non volendo compiere atti di malvagità... A volte le regole possono diventare un fardello troppo pesante da sopportare, per questo svicolarsi da tali regole ti permette di vedere il quadro più ampio e crescere ancora di più. Essere libero di scegliere la propria via, questo dovrebbe fare uno shinobi. Io combatto il male che invade questo mondo e per questo sono intervenuto nella vostra missione, stavo cercando di porre rimedio alla scelta idiota dei vostri capi villaggio e di salvare le vostre vite... Buza è il male e esseri come lui vanno fermati, solo così il mondo sarà un posto migliore.

    Fece passare qualche secondo nei quali rimase totalmente in silenzio così da far assimilare tutte quelle informazioni a Kurosawa.

    - Senti quello che sto per proporti ti sembrerà assurdo, ma penso che un ninja con le tue potenzialità possa essermi molto utile... vedi sta per nascere un’organizzazione alla quale potresti fare molto comodo. Ne fanno parte ninja come me, forti come me e anche di più, con i miei stessi ideali. Sto cercando nuovi membri da far entrare tra le fila del Ragnarok, che ne dici potrebbe interessarti?

    Ryuga tacque lasciando al giovane il tempo per pensarci, in fin dei conti lo aveva bombardato di informazioni e non sapeva se le avrebbe prese in modo positivo o negativo. Per cui gli diede tempo.
    Dopo un po’ però decise di alzarsi e girandosi verso la struttura in legno che aveva affianco vi fece crescere una serie quasi infinita di scalini tutt’attorno in maniera che potessero uscire. Non si era dimenticato di Saiko e della ragazza, ma in fin dei conti ormai poco gli importava se erano ancora vivi oppure no, il villaggio era stato “liberato da Buza” per ora e questo gli bastava, era stanco per cui se ne sarebbe andato. Iniziò così a salire le scale, ma si fermò dopo qualche scalino.


    - Sei libero di fare quello che vuoi Kurosawa, ma sappi che se decidi di seguirmi la tua vita cambierà completamente, potrai diventare più forte di quanto neanche immagini e smetterla di essere solamente un peso per gli altri... a te la scelta.

    Riprese a salire gli scalini in direzione ella superficie, non si voltò neanche a guardare Kurosawa mentre gli parlò, stava a lui decidere se seguirlo oppure no, in ogni caso una volta in cima avrebbe preso la direzione che lo avrebbe portato verso casa senza voltarsi, non aveva più alcun interesse in quel deserto. Ora voleva solo farla pagare a Buza. Doveva diventare più forte e sopratutto doveva poter essere d’aiuto al prossimo. Una cosa gli aveva fatto capire quella missione, non era in grado di soccorrere il prossimo e quindi aiutarlo veramente per cui ormai aveva. deciso, avrebbe imparato l’arte medica.



    Ryuga Senju

    Resistenza: 600
    Stamina: 236-10= 226

    Tecniche e abilità usate:
    - uso semplice del Mokuton (-10)






    Edited by The_Dragon - 17/10/2019, 11:14
     
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    || Kurosawa Guren || - || Suiden no naka ni kakusa reta suishō || -

    [color=goldenrod]Parlato | Pensato | Ryuga


    Vivi. Per miracolo, per fortuna - non me ne importava granchè in quel momento. Eravamo vive - anche se malconci - e questa era la cosa più importante.
    Dopo tutto quel caos, vedere il cielo stellato con i propri occhi era una soddisfazione più che gratificante, lì per lì - probabilmente questa non era minimanente una missione di grado B, ma di grado A se non addirittura di grado S...qualcosa per cui noi quattro, 2 chunin e 2 genin, non avevamo minimanente le capacità.

    Lentamente, mi rialzai, scrollandomi la polvere da dosso - e tossendo nel contempo per i chili di polvere che probabilmente avevo respirato. Vidi Ryuga già in piedi, a qualche passo da me, che scrutava il caos tutto attorno a noi. Poco dopo, lo sentii proferire un poderoso e sonoro...

    Fanculo!

    ...seguito da un altrettanto poderoso pugno contro una delle gigantesche mani di legno da lui create. Osservando il modo con cui si massaggiava la mano poco dopo, supposi che doveva fare piuttosto male - non che il legno fosse proprio morbido, d'altronde - almeno potevamo riprenderci un momento dopo tutto.

    Siamo vivi...

    "E lo siamo grazie a te e alla tua forza - se non fossi arrivato a darci man forte, noi quattro saremmo certamente morti. Questa non è stata una missione, ma quasi un massacro...

    Nel momento in cui finii di parlare, notai che Ryuga si tolse lentamente il coprifronte e cominciò ad osservarlo. Poco dopo, cominciò a parlare, ma non sapevo se parlava tra sè e sè oppure era rivolto a me, che nel frattempo mi accinsi a sedere su una grossa roccia, lì vicino.

    Ancora una volta hanno mandato dei giovani ninja al macello... come pensavano che dei semplici genin potessero reggere il confronto con quel demone? Cazzo come missione era un grado B, non avrebbero avuto speranze neanche se avessero voluto... neanche io avevo speranze contro quel mostro in uno scontro diretto...

    Ancora una volta...? Dei giovani al macello...? Non riuscivo a capire dove volesse andare a parare, ma su una cosa aveva ragione: non era una missione per ninja come noi alle prime armi, ma per ninja ben più esperti. E noi quattro abbiamo commesso ben due errori colossali: dividerci e sottovalutare la missione. Stavo per proferire parola, ma intuii che Ryuga non aveva ancora finito, per cui rimasi in silenzio, mentre lo stesso posò lo sguardo su di me.

    È bene che tu sappia cosa il tuo villaggio ha fatto per te, per la tua sopravvivenza... niente! Hanno mandato te e i tuoi compagni verso morte certa! Non hanno mandato nessuno a me aiutarvi! Questa era una missione da jonin e non da dei genin alle prime armi come voi! I villaggi se ne fregano se voi sopravvivete o no, queste cose non hanno più importanza per loro, siete solo carne da macello di cui possono disporre e a cui possono far fare ciò che vogliono... da troppo tempo ormai l’ho imparato sulla mia pelle e questo...

    Non potevo dargli torto - se Iwa avesse saputo la nostra situazione, avrebbero mandato rinforzi? Il villaggio ci avrebbe sostenuto? Saremmo sopravvissuti, oppure avremmo fatto tutti e quattro una cruenta fine? Dubbi su dubbi cominciavano ad attanagliarmi, mentre Ryuga continuava il suo discorso, con un esplicito gesto rivolto a contemplare il caos rimasto attorno a noi.

    Ne è l’ennesima prova! Senti sappi che io non sono più ninja di Kiri da tempo, sono un ricercato, giro per il mondo combattendo il male in ogni sua forma e cercando di impedire che sofferenze come quelle che ho vissuto capitino ad altri... Il mondo non è bianco e non è nero. Non tutti i ninja sono persone onorevoli perché purtroppo ci sono delle eccezioni, ma esistono ninja come me che vengono classificati come traditori pur non volendo compiere atti di malvagità... A volte le regole possono diventare un fardello troppo pesante da sopportare, per questo svicolarsi da tali regole ti permette di vedere il quadro più ampio e crescere ancora di più. Essere libero di scegliere la propria via, questo dovrebbe fare uno shinobi. Io combatto il male che invade questo mondo e per questo sono intervenuto nella vostra missione, stavo cercando di porre rimedio alla scelta idiota dei vostri capi villaggio e di salvare le vostre vite... Buza è il male e esseri come lui vanno fermati, solo così il mondo sarà un posto migliore.

    Ryuga...un mukenin?! La notizia mi prese di sorpresa, e la mia espressione facciale ne era la dimostrazione - infatti lo squadrai con lo sguardo. Per tutto questo tempo, aiutandoci in questa missione, si è finto un Jonin di Kiri...eppure, nonostante tutto, ci ha aiutato al meglio delle sue capacità.
    Quindi...non è del tutto vero quello che ci hanno insegnato, ovvero che tutti i mukenin sono ninja traditori che commettono reati di atrocità variabile...ci sono delle eccezzioni, e Ryuga ne era una. Un altro mukenin qualsiasi avrebbe potuto ucciderci tutti e quattro, infischiandosene di Buza, ma Ryuga non l'ha fatto, perchè il suo obiettivo era tentare di salvarci da morte certa - un obiettivo più che nobile. Anche se, dal punto di vista dei vilaggi ninja, poteva essere visto come un criminale ed un traditore, per me non lo era, ma tutt'altro: era un ninja che, nonstante avesse segnato il suo destino diventando un mukenin, era decisamente degno di lode, al contrario di certi altri.
    All'inizio, e lo ammetto, nutrivo decisi sospetti ai suoi riguardi - mi sembrava strano che un Jonin da Kiri arrivasse in questo villaggio tra le sabbie in così poco tempo, citandone uno di sospetto - ma quei sospetti che ebbi fino ad allora si tramutarono ben presto in rispetto verso di lui e verso le sue capacità. Un profondo rispetto, che sapevo che si sarebbe sviluppato di lì in avanti.
    Mentre ero intento ad assimilare le informazioni, ecco che il mukenin continuò.

    Senti quello che sto per proporti ti sembrerà assurdo, ma penso che un ninja con le tue potenzialità possa essermi molto utile... vedi sta per nascere un’organizzazione al quel potresti fare molto comodo. Ne fanno d’arte ninja come me, forti come me e anche di più, con i miei stessi ideali. Sto cercando nuovi membri da far entrare tra le fila del Ragnarok, che ne dici potrebbe interessarti?

    Diventare un mukenin...ma con gli ideali che persegue Ryuga...e collaborare con ninja della sua stessa forza se non più forti di lui...in questa organizzazione di cui lui fa parte, Ragnarok...
    All'inizio sarei stato decisamente a sfavore di una decisione del genere, ma da come si era evoluta la situazione, sentivo che era la decisione migliore per me. Anzi, questa era la decisione migliore - sia per me che per gli altri. Al momento, ero stato semplicemente un peso per tutti. Ed è solo grazie alla forza del mukenin che avevo davanti a me che eravamo vivi. Se volevo aiutare non solo Saiko, Shizuka e Suzaku, ma anche altri ninja che, malauguratamente, si fossero trovati nella stessa situazione, sarei dovuto diventare un mukenin io stesso - avrei dovuto liberarmi del giogo delle regole dei villaggi.

    Sei libero di fare quello che vuoi Kurosawa, ma sappi che se decidi di seguirmi la tua vita cambierà completamente, potrai diventare più forte di quanto neanche immagini e smetterla di essere solamente un peso per gli altri... a te la scelta.

    Era la decisione più difficile ed importante della mia vita. Avevo davanti a me un bivio: rimanere un ninja fedele al proprio villaggio, ed essere un peso per tutti, nonchè non essere in grado di sprigionare quello che era il mio vero potenziale...oppure unirmi a Ryuga e all'organizzazione da lui nominata, Ragnarok, seguendo quell'ideale che ha guidato quel mukenin fino a noi quattro. Vidi però che Ryuga, grazie alla sua arte, creò una serie di scalini che avrebbero portato in superficie, e cominciò a risalirli.
    Prendendo il mio destino a due mani, decisi di recidere i miei legami col mio villaggio e seguire Ryuga, unendomi alla sua organizzazione - riflettendoci un pò, era chiaro che Iwa non avrebbe mandato altri shinobi alleati a supporto, nè tantomeno si sarebbe preoccupata del destino di quattro giovani ninja trattati da loro come capri espiatori. Ryuga, per quanto mi dolesse ammetterlo, aveva ragione su tutti i fronti. Inoltre, mi aveva salvato la vita, per cui volevo ringraziarlo, e forse era proprio questo il modo. Alzandomi dalla roccia dove ero stato seduto finora, risalii gli scalini a passo sostenuto, raggiungendo Ryuga.

    "Ryuga...ti devo ringraziare per avermi salvato la pelle. Riflettendoci su, ho avuto un serio conflitto interiore su che decisione prendere, in questo momento. Se ti seguo ora, forse hai capito cosa ho deciso di fare, ma te lo dico mentre ci muoviamo: hai ragione su tutti i fronti, a riferimento di quello che hai detto prima...Se il villaggio sapeva la diffcoltà vera di questa missione, avrebbe mandato dei Jonin esperti e non quattro ninja alle prime armi come noi quattro. E penso addirittura che, se avessimo anche mandato una richiesta d'aiuto, non avrebbero mandato rinforzi, lasciandoci allo sbaraglio contro un demone come lo è Buza. So che il tuo ideale e quello della tua organizzazione è degno di lode, e sono disposto a seguirlo e, se seguire te ed unirmi a Ragnarok significa avere la possibilità, da dietro le quinte, di aiutare giovani ninja come me in situazioni del genere, allora sono disposto a tagliare tutti i miei legami coi villaggi e seguirti, ed è esattamente quello che ho deciso di fare. Perciò verrò con te. Fai strada."

    Ora mi sentivo decisamente meglio. Era come se un nuovo vento era soffiato dentro di me, un vento di rinnovamento. Ora non ero più legato dalle catene opprimenti dei villaggi e delle loro regole, non mi sentivo più un peso per chiunque. Da quel momento, potevo realmente diventare assai più forte di quanto ero adesso, senza limiti o freni. Ora mi era tutto chiaro - potevo diventare quello che volevo. E non ero da solo. L'organizzazione Ragnarok sarebbe stata la mia nuova 'casa', se si può definire così.

    Oto rimarrà sempre nel mio cuore, ma se ci sarei ritornato, un giorno, sarei stato un nemico - certo - ma un nemico molto, molto più forte di adesso, imprevedibile...e saggio.
    Questo per me era l'ultimo passo da shinobi di villaggio, e il primo da mukenin.
    Un passo importante, ma di cui non mi pentirò mai.
    Kurosawa Guren
    Stamina: 245/250
    Resistenza: 250/250

    Equipaggiamenti:
    Shuriken del Vento Demoniaco sulla schiena tramite Cintura Porta-Armi
    Borsello Porta-oggetti sulla parte sinistra della vita (20m Filo d'Acciaio)
    Borsello Porta-oggetti sulla parte destra della vita (Kunai x5, Tonico Coagulante x3)

    Protezioni:
    Testa - Coprifronte di Oto (+30)

    Azioni:
    //

    Bonus/Malus:
    //

    Note:
    //


    // Penso sia uno dei post migliori che ho mai scritto...se lo rileggo, mi emoziono io stesso, lol :D





    Edited by Zyliath - 17/10/2019, 16:52
     
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    La sua litania stava funzionando, mi sentivo sempre meglio. Le ferite si stavano cicatrizzando e forse da lì a poco sarei potuto tornare a muovermi. Ma non mi importava, in quel momento volvevo solamente sentire le sue risposte. Dovevo trovare un significato a tutto ciò che mi era capitato. Lo guardai fisso negli occhi e vidi scattare qualcosa in Buza. La sua espressione mutò profondamente e cambiò atteggiamento. Non mi aspettavo minimamente un cambio così repentino di umore. Egli imprevedibilmente mi mostrò un lato di se che probabilmente non fuoriusciva da tempo. Che anche un essere come lui potesse avere un po’ di umanità ancora dentro di se? Non lo credevo possibile, oramai ero totalmente convinto che fosse un mostro ed invece mi dovevo ricredere. Fui scosso da questo lato celato di lui. Egli mi spiegò il suo punto di vista e i motivi che lo spingevano ad agire per quella via oscura . E ne fui scioccato. Il suo discorso stranamente filava, voleva essere libero da ogni vincolo e da ogni limitazione ed aveva scelto quella vita. Ma io non la condividevo, anche se non sarei stato in grado di controbattere al suo ragionamento, sapevo comunque in cuor mio che non volevo spezzare ogni legame con il mondo. Che significato avrebbe avuto una vita così? Un giorno avrei trovato una risposta al suo monito.
    Guardai nuovamente il simbolo. Quel marchio era ben visibile sul mio petto, nero come il catrame. Questa maledizione mi avrebbe infettato con i suoi propositi?
    Mi parlò di elevarmi nella luce e di affrancarmi dall’oscurità, tuttavia era lui il cacciatore notturno, lo scienziato pazzo che sperimentava lontano dalla luce naturale del sole...Le sue parole avrebbe mai avuto un senso per me? Forse solo quando si sarebbe attivato questo segno maledetto. Ed esso mi avrebbe corrotto? Avrei mai più avuto scelta sul mio destino? Avrei avuto la forza di combattere questo marchio?

    Respiravo a ritmo più regolare, spingevo con le braccia e con le gambe i freni che mi mantenevano. Cercavo di testarli per poter individuare un punto debole in cui romperli. Anche se mi stava guarendo non volevo rimanere nelle sue grinfie. Specialmente dopo che aveva finito il suo discorso ed era tornato ad essere il Buza che avevo imparato a conoscere nella caverna. Potevano due persone così differenti albergare nello stesso corpo?

    Troppe domande senza risposta frullavano nella mia testa che avrei voluto chiedere a chi mi aveva impresso il segno ma infine fui teletrasportato nel deserto. Lo stesso deserto che circondava quel villaggio dove erano iniziate le nostre disavventure. La sabbia era fredda e la notte ancora dominava il cielo. Mi squadrai. Avevo ancora le ferite e il segno maledetto. Non sapevo esattamente cosa fare, cercai di ricordarmi cos’era successo nella caverna. Mi pareva che Shizuka fosse scappata con un altro ragazzo di Oto. Doveva essere ancora ferita e sicuramente si erano recati al villaggio.
    Mi fermai un momento prima di correre. Che cosa avrei fatto con quel marchio? Lo avrei dovuto rivelare al mondo? Dirlo ai miei superiori? Così che potessero aiutarmi a risolvere la situazione? Buza lo aveva definito come un assaggio di potere, una forza che mi avrebbe aiutato nei momenti di difficoltà...e se quindi lo celassi? E se questo potere oltre ad essere una maledizione potesse adempire ad altri scopi? Mi ero reso conto in quella caverna di essere maledettamente debole. In fin dei conti ero sempre stato troppo debole difronte le situazioni che mi si paravano. Non volevo più sentirmi così. Quindi presi la mia decisione. Mi chiusi ogni bottone della maglia che portavo e corsi verso il villaggio.

    Vidi gente spaesata ammassata in piazza. Forse si erano resi conto che quella notte era accaduto qualcosa. Cercai con lo sguardo i miei compagni di missione e infine li notai. Stavano seguendo una signora che forse era in grado di curare Shizuka. Ma riuscì ad ascoltare una parte del discorso e sembrava che non potesse guarirla del tutto. Così, quando mi avvicinai, mi rivolsi a Saiko.

    -Saiko tu conosci meglio Shizuka, dalle una mano restando qui. Io proverò a correre il più forte possibile per mandare qui qualche medico in grado di salvarla.

    Poi guardai Shizuka, non sembrava affatto in buone condizioni ma comunque meglio di prima. Mi sentivo in colpa per il fatto che io stessi bene e lei no.

    -Shizuka ti troverò un medico. Lo farò non ti preoccupare.

    Così mi congedai dandogli un ultimo saluto ed iniziai a correre velocemente verso uno dei villaggi che avevo visto lungo la strada per raggiungere il luogo della missione. Tracciai un piano nella mia mente. In una di quelle città avrei trovato un medico in grado di curare Shizuka. Gli avrei dato le indicazioni per raggiungere quel villaggio sperduto e se tutto fosse andato secondo i piani la kunoichi avrebbe ricevuto le cure che necessitava. Successivamente mi sarei recato al mio villaggio natale, dove avrei fatto rapporto.

    Non era un piano complicato, dovevo essere solo svelto e un pizzico fortunato. Guardai per l’ultima volta dietro di me. Il villaggio si faceva sempre più piccolo alle mie spalle. Alzai lo sguardo e vidi che la notte iniziava a diradarsi. Gli spruzzi arancioni nel cielo segnavano l’arrivo del sole. Un nuovo giorno saliva e si elevava ed un altro moriva. Un ciclo di rinascita. Che fosse lo stesso per me?

    Suzaku Kaguya
    Resistenza:450
    Stamina:150

    Azioni:
    //


    Edited by Steg - 17/10/2019, 17:26
     
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    Colui che è e si spera sarà

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    Ans tu intanto ti puoi prender max exp per l'evento :rosa:
     
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  10. |Omnimon|
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    Narrato
    Parlato Saiko
    Pensato Saiko


    Avevo le gambe a pezzi. Non avevo più voce in corpo. Avevo urlato fino allo sfinimento, notai però tante persone riunirsi intorno a noi. Ero stupito da ciò, quel villaggio che sembrava fino a poche ore fa "morto" ora si stava rianimando. Nessuna di quelle persone intorno a noi però mosse un dito per aiutarci, erano lì a guardare, per guardare Shizuka morire precisamente.

    - BASTARDI AIUTATECI!

    Ad un tratto sentii la voce di una vecchina che si faceva strada in quella massa di persone. Si presentò dicendoci di essere una infermiera e di poter aiutare la mia amica almeno a restare in vita. Non mi fidavo completamente di quella signora, pensai a come il signor Gon fosse all'improvviso impazzito e di come mi avesse attaccato. E se questa persona avesse in realtà ucciso la mia amica? Ci chiese di fidarci, la guardai in volto e non potei alla fine non essere d'accordo; questa anziana era l'unica persona che forse potesse fare qualcosa di utile in quel villaggio.
    Ad un tratto sentii anche la voce dell'altro ninja che era con noi in missione, Suzaku. Lui sarebbe partito alla ricerca di un medico, ma se Shizuka fosse stata in grado di partire l'avrei riportata a Iwa, lì sicuramente ci sarebbe stato qualcuno di più utile e in grado di guarirla al meglio.

    - Suzaku ti ringrazio, fa presto! Se riesci, avvisa gli altri due, se sono ancora vivi, che possono tornare ai villaggi. Qui resto io.

    Incitai così il collega, dimenticandomi tutto ciò che fosse accaduto nella grotta. In quel momento non era la mia priorità. Ripresi in braccio Shizuka e proseguii al seguito della vecchina, verso il suo domicilio.
    Quella strada, seppur breve, mi diede modo di riflettere: per il mio egoismo e per una sbagliata indicazione del villaggio avevo messo tutti in pericolo. Ero ancora troppo debole per seguire queste missioni. Debole per difendere una squadra e debole per rendermi conto di ciò che accadeva intorno a me. Avevo ucciso una persona a sangue freddo quando avrei potuto tranquillamente disarmarla, mi ero dovuto affidare ad uno qualunque che si era uno alla missione e non ero stato in grado di fare nulla contro quel mostro di Buza. Avevo potuto vedere poco delle sue abilità ma ciò che ero riuscito a vedere mi aveva convinto che non fosse una normale missione di livello B, qui ci sarebbero dovuti essere almeno due jonin, non dei genin o dei neochunin. Non avevo valutato per nulla bene le difficoltà.
    Arrivammo a casa della vecchina che mi indicò un letto e lasciai Shizuka alle sue cure. Mi sedetti ad un tavolo e bevvi dell'acqua. Continuai la mia riflessione.

    - Appena tornerò a Iwa dovrò darmi da fare. Sono un debole, non ho alcuna capacità e un mostor del genere non avrei avuto alcuna possibilità di colpirlo. - La rabbia crebbe dentro di me - - Devo migliorarmi, devo trovare la mia via.

    Questa avventura mi aveva esposto le mie debolezze. Dopo la battaglia al golfo delle sirene credevo di essere migliorato, ma ciò mi aveva dimostrato quanto mi sbagliassi. Un errore grandissimo.

    - Signora la ringrazio per ciò che fa. Io... io andrò a casa del signor Gon, purtroppo è morto e ho bisogno di continuare ricerche su questa missione. Tornerò presto.

    Mi avviai a casa del signor Gon dove avrei cominciato a pulire il sangue e sistemare il cadavere del defunto in camera. Mi sembrava dovuto, ero stato l'uccisore e, al termine della giornata, l'ucciso. Sentivo dentro di me un gran vuoto. Non capivo precisamente cosa mi era accaduto ma dovevo decidermi ad affrontare quel demone che avvertivo dentro di me. La mia follia doveva finire, dovevo darmi da fare. Volevo diventare un cacciatore di taglie, ma ero troppo debole, forse dovevo dedicarmi ad altro. Sarei potuto diventare io stesso un ninja medico? In un team dovrebbe essercene sempre uno. Avrei avuto tempo per pensarci.

    Una volta terminato a casa del signor Gon, i miei abiti erano intrisi del suo sangue e sentivo quell'odore ovunque. Camminai per il villaggio in quello stato. Tornai a casa della vecchina che era ancora impegnata con Shizuka.
    Loro erano in una stanza a parte quindi la vecchina non riuscì a notare le mie condizioni.
    Tornai al tavolo, mi sedetti su una sedia e poggiai la testa sul tavolo. Cominciai a piangere, per svariati minuti, fino a crollare in sonno. Odiavo ciò che non ero in grado di fare. Ammiravo Ryuga per essersi dato tanto da fare. Chissà se lo avrei reincontrato.

    Qui, in questo villaggio, in queste condizioni, sarebbe cominciata la mia avventura. Di nuovo. Forse per l'ultima volta.


    Resistenza 400
    Stamina 395
    Protezioni:
    Testa Resistenza protezione: 30
    Busto Resistenza protezione: 100

    Equip:kama, kunai

    Azioni:



    Bella missione :P Mi ha dato spunti per proseguire la storia del mio pg. Mi metterò a scrivere pq su pq e fare missioni ;)
     
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    -Parlato Shizuka
    -Parlato Suzaku
    -Parlato Saiko



    Più i minuti passavano e più mi sentivo debole. Le mie forze mi stavano quasi abbandonando.L'unica cosa che mi teneva ancora cosciente era il tocco delle braccia di Saiko, che mi tenevano ben stretta a sé. Sapevo quanto lui si stesse sforzando a chiedere aiuto.

    - BASTARDI AIUTATECI!

    Mi dispiaceva davvero dover dare a Saiko tutto questo peso insormontabile. Non avevo la ben che minima idea di cosa avesse passato, mentre ero imprigionata nella caverna degli orrori di Buza, ma conoscendolo potevo intendere che egli insieme a Kurosawa, non se la fossero cavata chissà quanto egregiamente. Avvertivo la presenza di molte persone intorno a noi, che ci guardavano, con i loro occhi che pareva quasi come se avessero riacquistato umanità.

    Ad un tratto, dal centro della folla, si sentì una flebile voce di una signora, che gentilmente si offrì di curarmi o per lo meno di prestarmi un primo soccorso,in modo tale da tamponare quella ferita che per sempre mi rimarrà il segno. Non solo in senso fisico, ma sentivo che quella ferita avesse anche il significato del mio peggiore fallimento. In tutti i modi ho cercato di migliorarmi. In tutti i modi con l'andare del tempo credevo di aver eseguito il mio dovere da ninja alla perfezione. In tutti i modi volevo attaccarmi alla mia vita, per dare un significato al gesto che Kara, salvandoci la vita, avesse compiuto.

    Ad un certo punto , entrammo nella casa della vecchietta che gentilmente si propose di curarmi. Una volta fatto ciò, Saiko, mi lasciò, facendomi appoggiare delicatamente al letto di quella casa, molto semplice e modesta. Dopo di ché vidi che il mio compaesano si allontanava mano mano dal letto , e si avvicinava così la signora con una benda che usò per tamponare per bene le mie ferite. Alla minima pressione, sentivo un dolore acuto e bruciante. I due tagli provocati dal quell'attacco misterioso, dovevano essere assolutamente disinfettate.

    Improvvisamente, un'ombra si palesò davanti alla mia vista, niente potevo vedere chiaramente se non leggermente annebbiato, credevo fosse la figura di Saiko, ma quando la vecchia si spostò per andare a prendere altri oggetti per la medicazione, riuscì a capire che mi sbagliai.

    -Shizuka ti troverò un medico. Lo farò non ti preoccupare.

    Era la voce di Suzaku. Stava bene e niente mi poteva far sentire più felice. Una lacrima mi rigò una guancia.

    -Urgh! Ti ringrazio,Suzaku...G-grazie...Urg...Di tutto

    Dissi con un tono flebile e strozzato,mentre gli rivolgevo un lieve sorriso.Gli dovevo la vita a quel ragazzo. Sperai che un giorno potessi rincontrarlo e ricambiare il suo favore. Infine vidi che si voltò e lasciò la casa. In quel momento ritornò la vecchia con ago e filo,e una ciotola. Posò tutto accanto ad un comodino accanto al letto su cui ero disposta. Per prima cosa, mise la mano destra all'interno del recipiente , per poi spalmarmi la misteriosa sostanza di colore verde dal'odore pungente e delicato allo stesso momento, intorno alle zone interessate. Doveva essere una sorta di disinfettante. Spalmò omogeneamente e delicatamente quella sottospecie di pomata.Al tatto era molto fresca, ma allo stesso tempo mi sentivo bruciare brutalmente.

    -Ourgh!

    Strinsi i denti, cercando di non muovermi , per non complicare l'operazione, e chiusi gli occhi per concentrarmi. Una volta finito, posò la ciotola sul comodino, e un tono calmo e pacato,mi fece cenno di stare quanto più ferma possibile, poiché mi avrebbe dovuto richiudere le ferite aperte. Dopo di ciò, iniziò a richiudermi i tagli, in maniera un po' rude, ma efficace. Ricordo la sensazione,dell'ago che trapassava le mie carni, era una sensazione indescrivibile e interminabile. Una volta conclusasi "la procedura", poggiò leggermente le mani su entrambi le ferite, mi fasciò il tutto con bende e garze. Sentivo che il peggio era passato,e solo l'idea mi faceva sentire meglio.




    -Onestamente non le ho fatto usare il chakra, poiché essendo una prima "cura" ho pensato che il resto dovesse farlo proprio il medico. Non so se va bene.
     
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    Steg, i tuoi post mi sono sempre piaciuti e ti sei mosso bene, eccetto per il generale erroraccio iniziale di dividervi. Puoi prendere 75 exp, 3330 Ryo di ricompensa e 3000 Ryo di taglia. Oltre ad aggiungerti il sigillo maledetto (specifica la posizione e l'aspetto in scheda) devi inserire tra i segni particolari la cicatrice al braccio e quella al fianco, vicino a quella che hai già :asd:

    Omnimon, puoi prendere 75 exp, 3330 Ryo di ricompensa e 3000 Ryo di taglia.

    Sachigo, puoi prendere 65 exp, 3330 Ryo di ricompensa e 3000 Ryo di taglia. Anche te devi inserire tra i segni particolari la cicatrice alla spalla e quella alla gamba.

    Zyliath, avendo tradito non puoi ricevere la ricompensa in Ryo. Ricevi 65 exp e 3000 Ryo di taglia. Questa taglia purtroppo non è utile ai 10000 Ryo di taglia che ti servono per diventare Mukenin D, visto che non l'hai guadagnata da Mukenin. Passi al grado di Mukenin D, e ricevi 100 punti parametrici per il tradimento. Ricordati che d'ora in poi per gli aggiornamenti dovrai aprire un thread in Sperimentazioni Illegali (Zona Mukenin). A breve ti abilito alla sezione e ti sposto la scheda nei Mukenin.

    Dragon, non posso farti valere questo evento ne come missione, ne come incarico. Però a logica, anche se hai agito unicamente per i tuoi scopi, voglio comunque darti della taglia perchè le azioni che hai compiuto ti hanno fatto diventare più "famoso" a livello di criminalità, e la taglia è la quantificazione monetaria di quanto un criminale è ricercato. Ricevi 75 exp e 2000 Ryo di taglia. Non sono stato alto con l'exp perchè bisogna anche considerare che essendoti intrufolato dopo, hai scritto meno post.

    Inoltre considerando che dall'inizio alla fine la missione ha proceduto senza un singolo intoppo (cosa che io apprezzo immensamente) ognuno di voi riceve 15 exp bonus, da aggiungere a quelli sopra assegnati.



    Alla prossima ragazzi :rosa:


    Edited by Stompo - 11/4/2020, 12:03
     
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