[Spin-Off Guerra] Scorte personali

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    Viva La Raza!

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    || Kurosawa Guren || - || Suiden no naka ni kakusa reta suishō || -

    Parlato|Pensato|[color=red]Sakeshi


    Mentre stavo camminando, con la mente ancora a quello strano scherzo di Madre Natura con la brezza, mi accorsi di un rumore, simile a dei passi pseudo-furtivi. Istintivamente, mi fermai per cercare di ascoltarli, in modo da capire la direzione da cui provenivano.

    Mi voltai in ciascuna direzione, con l'udito all'erta, per cercare di captare il minimo fruscio di foglie. Cominciai ad avvicinarmi, poco a poco, verso una grande struttura, di forma rettangolare, vicina a me, e notai che il rumore dei passi che avevo sentito prima continuava ad aumentare ad ogni passo che facevo verso di essa e, alla fine, mi trovai davanti ad una porta. Mi ci avvicinai molto cautamente e, di lì a un minuto circa, si aprì lentamente dall'interno. Non capii chi ci fosse dietro la stessa finchè la persona dietro la porta non mi parlò.

    "Pss, sei tu uno dei ragazzi della missione di soccorso? Abbiamo avuto un problema, ci stiamo rintanando qua. Mi chiamo Sakeshi, sono un Chuunin di Oto. Anzi, ero... Per favore, se hai visto qualcuno che potrebbe essere dei nostri, portalo qui. Abbiamo bisogno di un'altra persona per salvarci."

    "Io sono Kurosawa - e sì, sono uno dei ninja inviati per la missione di soccorso. Voi rimanete qui ben nascosti, mentre io cerco un'altra persona per aiutarvi."

    Ciò detto, Sakeshi mi allungò una ricetrasmittente -che presi e successivamente misi all'orecchio- con la quale sarei stato in grado sia di seguire le sue direttive che comunicare con lui direttamente. Poco dopo, la porta si richiuse ed io cominciai a cercare qualcuno dei miei possibili compagni che avessero partecipato a questa missione. Non sapevo in quanti eravamo, però - perciò la mia ricerca partiva decisamente in salita.

    E fu così che Madama Fortuna mi sorrise.

    Grazie al chiarore della luna, vidi una sagoma che si guardava attorno. Non sapevo chi fosse nè che intenzioni avesse, però - ma ero sicuro che mi aveva visto parlare con lui...e la cosa mi preoccupava. Salii su di una parete vicina e cercai di muovermi verso la sagoma, col favore del buio, in modo da arrivarle alle spalle. Notai però un coprifronte -di quale villaggio, non lo sapevo, in quanto non è assolutamente facile vedere al buio, a meno che non sei un felino o un ninja esperto- nella penombra che rifletteva leggermente il chiarore lunare. Capii che non era una minaccia, ma un possibile ninja alleato. Arrivato alle spalle della figura -che da vicino notai che era palesemente femminile- la toccai sulla spalla sinistra per attirare la sua attenzione. Nel momento in cui si voltò verso di me, le feci cenno di non fiatare.

    "Sei uno dei ninja incaricato della missione di soccorso? Se si, seguimi. Ti spiego dopo, ora non è nè il luogo nè il momento."

    // Io ho fatto il mio lavoro - Shirka, a te la palla! :hat:


    Kurosawa Guren
    Stamina: 200/200
    Resistenza: 200/200

    Equipaggiamenti:
    Shuriken del Vento Demoniaco sulla schiena tramite Cintura Porta-Armi
    Borsello Porta-oggetti sulla parte sinistra della vita (20m Filo d'Acciaio)

    Protezioni:
    Testa - Coprifronte di Oto (+30)

    Azioni:
    //

    Bonus/Malus:
    //

    Note:
    Ottenimento di x1 Ricetrasmittente per comunicare col Chuunin



     
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    Dadi Junsui ♪



    Narrato - Parlato Pensato
    Dadi non fu particolarmente fortunata nella sua ricerca, visto che quelle traccie sembravano particolarmente difficili da seguire in quelle condizioni di luce. Alla fine era mattino molto presto e nonostante il mattino cercasse di fare capolino, avevano scelto quell'orario proprio per evitare di essere visti, nonostante lei sembrasse rischiarare l'ambiente come un enorme masso bianco. A quanto pare nessuno aveva lanciato un dito insanguinato, anche perché da sopra non vide nulla di particolarmente preoccupante, nemmeno una figura che facesse da vedetta per stanare eventuali intrusi. Riguardo a questo Dadi tirò un sospiro di sollievo: avrebbe preferito evitare di combattere in svantaggio numerico o da sola, più che altro perché preferiva lavorare in squadra con gli altri. L'appendice tranciata a quanto pare non portava da nessuna parte e Dadi si era esposta leggermente in quel momento, camminando cauta di fronte all'ingresso della città. Si grattò la testa interdetta. Forse era stato solo un segno del caso alla fine. Dopotutto i pirati non erano in pratica umani per lei, quasi animali che non avevano fatto altro che cacciarla via dalla propria terra. Non si sarebbe stupita se si fossero messi a mutilare gente per divertimento di fronte a lei o se avessero cominciato a praticare il cannibalismo. Oto era solo una delle tante tappe della loro razzia: appena le risaie fossero state completamente consumate dalla loro fame inestinguibile di risorse, probabilmente se ne sarebbero andati lasciandosi dietro un deserto di distruzione.
    Mh... Dadi sospirò, passandosi la mano sul viso. L'aria umida della regione non le era mancata per niente, poiché le sembrava di stare sudando in modo estremo. Più che altro, le sembrava che la propria pelle si fosse impregnata d'acqua ed ora il vento le sferzasse le carni ed i vestiti. Forse era il nervosismo per quella strana sensazione. Forse era il silenzio innaturale che proveniva dall'interno della città, come se l'avessero svuotata di tutta la vita. Era meglio continuare a nascondersi fino all'orario prestabilito e sperare che nessuno la notasse. Dadi si voltò, cercando di ricordarsi dove si fosse messa prima di essere disturbata dall'orrenda visione di quel dito. I suoi occhi color ghiaccio non incontrarono però solo il portone che conduceva all'interno del villaggio, dove avrebbe voluto dirigersi, ma vide una figura dall'aspetto molto curioso. La sua prima reazione fu quella di avere un brivido ed irrigidire i muscoli, quasi come se chiunque fosse di fronte a sè avesse intenzione di farle del male. Dopo qualche istante l'albina si ricordò che lei era una ninja ed arretrò, passando la mano sinistra sulla coscia per infilare l'indice nell'anello metallico del kunai. La ragazza non riusciva a vederlo bene, nonostante fosse sicuro che lei fosse molto notabile in quell'oscurità. Ironicamente, colei che aveva ereditato il sangue dei "Fantasmi del Suono" era decisamente poco portata a mimetizzarsi. In ogni caso, osservandolo meglio, Dadi vide che aveva la pelle molto scura e sembrava provenire da una terra lontana. Non assomigliava lontanamente alle persone dei villaggi del Suono e della Roccia, ovvero le etnie con la quale era più entrata a contatto. Non le sembrava però un pirata, che avevano il volto scavato e barbe che non erano consoni a chi abitava nel continente. Sembrava essere arrivato lì dopo una corsa, più che altro perché notava i respiri lunghi e veloci che sembrava fare, nonostante potesse notare che era decisamente più alto di lei, non che fosse difficile. L'albina non riusciva a vedere nessun particolare segno di riconoscimento di alcun villaggio però, nessun coprifronte o altro simbolo che potesse risolvere i suoi dubbi. Ed anche se fosse stato di un villaggio, da che razza di luogo proveniva?
    Fermo lì. La sua voce era seria e risuonava nel silenzio della foresta, mentre sfilava l'indice dalla lama, lasciandola riposare per quel momento. Per ora, doveva far vedere innanzitutto che era un ninja e che non aveva cattive intenzioni. Non voleva problemi con sconosciuti, ma doveva anche capire se quel tizio facesse parte della missione che le era stata assegnata. Ora che ci pensava, i suoi superiori avrebbero potuto fornire più dettagli, ma non aveva tempo di lamentarsene in quel momento. Alzò la mano destra con il palmo rivolto verso Azibo, per mostrare che non stesse architettando nulla, per poi tamburellare con l'indice sinistro la placca metallica del suo coprifronte, in parte coperto dai suoi capelli color neve.
    Fai parte della squadra che doveva trovarsi qui alle quattro e mezza di mattina? La ragazza continuò a parlare mentre lo guardava negli occhi, stando sull'attenti. Cercò di restare sul vago per quanto riguardava le sue intenzioni, più che altro per quale motivo si trovasse effettivamente lì. Se faceva veramente parte della missione, avrebbe capito e non ci sarebbero stati problemi. Se era un nemico, avrebbe potuto forse intuire che c'erano altri insieme a lei, ma doveva prendersi questo rischio. Avrebbe potuto togliersi la vita in caso fosse stata presa: era meglio uccidersi subito che restare in balia dei pirati. Se avesse ricevuto una risposta negativa, avrebbe semplicemente rimesso la mano sul kunai ed aspettato la mossa del tipo.
    In caso avesse ricevuto una risposta positiva, Dadi avrebbe rilassato i muscoli delle spalle e si sarebbe avvicinata ad Azibo, presentandosi. La sua voce era bassa in quel momento, per evitare di attirare altra attenzione.
    Sono Junsui, una ninja di Oto. Tu sei...? Avrebbe passato gli occhi sul suo vestiario, per cercare una qualsiasi traccia che potesse ricondurla all'origine del ragazzo. Era genuinamente curiosa da dove potesse provenire e che strane terre avesse attraversato per vestirsi in quel modo. Avrebbe atteso la risposta di Azibo, per continuare a guardare l'entrata del villaggio. Era così tentata di entrare in quel momento, ma c'erano solo 2 persone in quel momento all'appuntamento. Sarebbe stato meglio che tutti fossero arrivato un po' in anticipo come lei, più che altro per organizzarsi. Era meglio arrivare prima che arrivare in ritardo, no? Sbuffò sistemandosi i capelli, indecisa sul da farsi.
    Hai qualche idea di che ora sia? Ci dovevano essere quattro persone ma siamo solo due. Forse sarebbe meglio aspettare qui... Era piuttosto insicura che quella fosse l'opzione migliore, però. Aspettare lì sarebbe stato controproducente se qualcuno non fosse riuscito ad arrivare per un qualsiasi motivo. Forse si era perso, visto che sembrava che non ci fossero solo ninja del Villaggio del Suono ad attraversare quelle paludi. Però allo stesso tempo la fretta era una cattiva consigliera e rischiava di non far trovare nessuno agli altri suoi compagni. Si appoggiò ad un albero, sentendo gli uccellini cinguettare. Se l'orario fosse stato ancora accettabile, era meglio aspettare semplicemente e non farsi notare. Era comunque preoccupata che fosse successo qualcosa e la sua paranoia cominciava a collaborare con la sua fantasia.


    ◆Dadi Junsui◇
    Link scheda.
    Resistenza: 100/100
    Stamina: 200/200
    ◆Equipaggiamento e Protezioni:
    ◆Kunai x1
    ◆Tonico Coagulante x1
    Testa Resistenza protezione: Coprifronte di Oto [+30]
    Azioni: //
     
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    CAPITOLO 2 . LA RAGAZZA E IL DITO (?)


    Oto, zona est, ore 4.10

    Il mio stratagemma ebbe successo, il locandiere restò spiazzato dalla comparsa delle copie e non ci volle molto prima che rinunciasse all’inseguimento. Nascostomi su uno dei tetti, lo osservai nel velleitario tentativo di inseguire una delle ombre, la quale si dissolse in una nuvola di fumo, uscita dal raggio massimo della tecnica. Rimasto solo e nel silenzio, si guardò un paio di volte intorno, maledicendomi e imprecando prima di andarsene, riprendendo la strada da cui era arrivato.

    *L’ho scampata bella, ora è meglio che mi avvii al luogo di ritrovo, è quasi l’alba…*

    I primi raggi di un debole sole stavano nascendo da dietro le colline che circondavano la zona, la nebbia non sembrava però lasciar spazio a tanta luminosità, facendo si che l’atmosfera risultasse comunque tetra. Notai che alla fine le mie disavventure mi avevano portato presso le porte della città, proprio dal lato in cui il villaggio lasciava spazio alla foresta. Uscii dal territorio urbano, dando un’occhiata al perimetro per capire se qualcun altro fosse giunto li per i miei stessi motivi.

    *Là c’è qualcuno!*


    Notai una figura nell’ombra. Il suo colore bianchiccio risplendeva nella notte, si trattava di una ragazza. Mi avvicinai, tirando giù il cappuccio in modo da far vedere il mio volto altrimenti nascosto. Si trattava di un ninja, portava il coprifronte di Oto e a un primo approccio non sembrò fidarsi molto della mia persona.

    Fermo lì. Fai parte della squadra che doveva trovarsi qui alle quattro e mezza di mattina?

    Esatto!

    Sono Junsui, una ninja di Oto. Tu sei...?

    Io mi chiamo Azibo, e vengo da Ishivar.


    Allungai la mano in segno di saluto. Superati i convenevoli, ci ritrovammo entrambi ad aspettare qualcosa, e fu in quei momenti di attesa che notai che la ragazza stavaa osservando qualcosa che si trovava a terra vicino ai suoi piedi. Aguzzando la vista riconobbi un dito umano, tranciato di netto, con l’indice che indicava chiaramente una direzione nella foresta.

    Hai qualche idea di che ora sia? Ci dovevano essere quattro persone ma siamo solo due. Forse sarebbe meglio aspettare qui...

    Mai visto nulla del genere. Sono d’accordo, aspettiamo…
     
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    SCORTE PERSONALI




    Narrato - - Parlato - "Pensato"



    La notte era ormai all’epilogo, il sole sarebbe sotto di li a poco. Il giovane Ryuga da sopra le mura seguiva incuriosito il suo vecchio sfidante che scappava da un oste infuriato, o almeno così pensò visto come il tipo era vestito. Chissà cosa aveva combinato per farlo infuriare così. Per fortuna riuscì a scampargli facendo ricorso alla tecnica della moltiplicazione. Questo però fu anche per lui un male, infatti non riuscì più a distinguerlo e quindi lo perse di vista.

    ”Chi si aspettava di trovarlo da queste parti... vabbè andiamo al luogo di ritrovo...”

    Improvvisamente, mentre correva sulle alte mura, mise il piede in fallo, come fece non gli fu chiaro, ma questo fu abbastanza per farlo finire giù dalle alte mura. Finì il tutto con una rovinosa caduta in mezzo alla boscaglia.

    - Porca pur...

    Le parole uscirono dalla sua bocca in un lieve sussurro, tale era stata la botta che gli mancò il fiato. Come poteva essere stato così idiota da scivolare in quel modo? Manco fosse stato un bambino alle prime armi. Si alzò a fatica e controllò le sue condizioni, aveva riportato diverse ferite superficiali dovute al contatto con i vari rami e gli doleva la schiena, dolore causato dallo schianto sul terreno, anche se un cespuglio gli aveva attutito la caduta evitandogli danni ben peggiori.
    Una volta controllatosi e resosi conto di essere stato fortunatissimo, iniziò a guardarsi attorno sperando di non aver attirato l’attenzione di qualche occhio indiscreto. Sarebbe stata una grossa sfortuna se dopo tutto si fosse fatto scoprire per una cazzata del genere, ma per fortuna non vi era anima viva, o quasi, che lo avesse potuto vedere, solo un paio di persone in lontananza che, a quanto pareva, non si erano accorte di lui. Si accucciò dietro un cespuglio e da li osservò i due ragazzi che a quanto pareva stavano discutendo fra loro e, per questo, non lo avevano notato. Tra i due riconobbe nuovamente Azibo.


    ”Ma guarda un po’ te se non me lo ritrovo anche qui...”

    Ryuga sorrise, avvolte il destino era davvero bizzarro. Quei due però erano sicuramente ninja incaricati per la missione, visto che stavano attendendo qualcosa o qualcuno nel luogo del ritrovo. Bingo, li aveva trovati. Ora non doveva far altro che aspettare e seguirli, così da proteggerli e salvaguardare il buon esito della missione. Per farlo però doveva mantenere le distanze e seguirli da lontano, ma al contempo avrebbe dovuto proteggersi cercando di evitare di venir scoperto. La soluzione era ovvia e l’avrebbe attuata seduta stante. Mise la mano destra sull’avambraccio dove vi era una ferita superficiale e la sporcò con il suo sangue, per poi appoggiarla sulla sua spalla destra e, richiamando il suo chakra, diede il via alla sua tecnica dell’evocazione.
    In una nuova di fumo apparve sulla sua spalla sinistra un piccolo rospo.




    Il piccolo rospo cercò di parlare chiedendo spiegazioni, ma Ryuga gli appoggiò la mano sulla bocca zittendolo prima che potesse farlo scoprire. Poi sottovoce gli spiegò la situazione.

    - Kosuke silenzio, vedi quei due? Tienili sotto stretta sorveglianza dobbiamo seguirli. In più stai attento che non ci siano persone attorno a noi, non dobbiamo farci prendere alle spalle.

    Kosuke annuì e iniziò a respirare a pieni polmoni l’aria circostante iniziando a captare gli odori che vi erano lì attorno forte delle sue capacità sensoriali. Per non parlare dell’udito fine che possedeva, insomma era un radar perfetto. Ora dovevano solamente aspettare.



    Ryuga Senju

    Resistenza: 400
    Stamina: 400-20=380

    Azioni e Tecniche usate:
    - Tecnica del richiamo (-20)




     
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    Hey, Axel. You haven't forgotten? You made us a promise. That you'd always be there... to bring us back.

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    Shirka ha ancora 3 giorni a partire da oggi (11/05) per postare, poi salterà il turno.
     
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    Shirka salta questo turno, stasera posto in missione! Se dovesse saltare anche il prossimo turno, la missione le fallirà e continuerete voi. Scusate l'attesa ma sono presissimo dal lavoro! :rosa:
     
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    Causa impossibilità momentanea del master dell'evento, la missione è congelata fino a nuovo ordine!
    I partecipanti possono prendere parte ad altri eventi e riprendere questo in seguito.
     
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