[Spin-Off Guerra] Scorte personali

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    Hey, Axel. You haven't forgotten? You made us a promise. That you'd always be there... to bring us back.

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    Urgente! Servono quattro persone attualmente non impegnate in guerra per scortare un gruppo di Studenti dai confini di Oto ad Iwa! Fatevi trovare ad Oto, al portone d'ingresso ad est del paese del Suono, troverete chi vi guiderà. Giorno di ritrovo xx/xx alle 4:30 di mattina. Non fatevi scoprire!

    Eccoce qua! Potete prenotarvi per postare, oppure postare direttamente, come preferite voi. Tra una settimana partirà la missione, ruolate che arrivate al portone est di Oto, al resto ci penso io. :rosa:

    Dragon partecipa alla missione come Mukenin, più avanti le direttive per lui!


    Edited by røxasv² - 27/2/2019, 11:36
     
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    Dadi Junsui ♪



    Narrato - Parlato
    Quando Dadi aveva sentito che c'era bisogno urgente di ninja per una missione di recupero ad Oto, la cosa gli era parsa davvero ironica e quasi sull'orlo di una comicità molto triste.
    Non era passato nemmeno un mese da quando era fuggita in fretta e furia dal suo villaggio in preda alla distruzione ed adesso doveva ritornarci per aiutare chi non era stato fortunato come lei. Aveva però accettato in ogni caso la sera stessa in cui avevano dato l'annuncio all'accampamento. Era stato quasi un gesto naturale, un modo per sdebitarsi. La verità è che si sentiva in colpa per aver lasciato amici e compagni di classi indietro, senza tenere conto di nessuno, nemmeno dei suoi genitori alla fin fine. Era in realtà anche un'occasione, se mai fosse capitato, di poterli ritrovare. Se fossero entrati dentro Oto, avrebbe forse avuto la possibilità di cercarli e forse portarli ad Iwa.
    Era partita il giorno dopo l'annuncio, considerato che Oto non era proprio a due passi da lì ed essenzialmente passava le giornate ad allenarsi, facendo da guida per i più nuovi od occupandosi di qualche mansione per la tendopoli del Suono. Non aveva quindi nulla che la tenesse lì forzatamente, più che altro perché quelli erano compiti che si era assegnata autonomamente. Non riusciva a stare in un posto ferma senza fare nulla per troppo tempo ma partecipare a quella missione, anche se non era di altissimo livello a detta dei suoi superiori, era qualcosa di decisamente più serio. Lei però si sentiva più forte di quando era arrivata nel campo, era come se quelle dure condizioni l'avessero rinforzata esternamente. Dentro di sé però quell'albina si sentiva ancora un fiocco di neve sulla roccia calda e nuda e se forse poteva cristallizzarsi fuori e resistere al sole, era ancora fragile e si sarebbe potuta frantumare in qualsiasi momento. Si era quindi vestita con il completo da Genin che era riuscita a lavare, oltre che portare con sé i propri porta armi quasi vuoti se non per quel singolo kunai, oltre che un piccolo tonico che prima o poi avrebbe usato (anche se era piuttosto sicura che non avesse una scadenza). Il coprifronte di Oto svettava quasi fiero sulla sua fronte, come se il simbolo del suo villaggio le donasse forza.
    Partì dunque quando ancora le stelle stavano nel cielo mute ad osservarla ed il sole faceva capolino appena, con solo qualche torcia ad illuminare le tende di chi stava ancora sveglio di guardia. Aveva salutato un suo superiore che le aveva timidamente augurato buona fortuna. Era da sola questa volta ed orientarsi inizialmente non fu facile, ma le luci dell'alba la aiutarono. Secondo i suoi calcoli, partendo così presto avrebbe preso sì freddo ma sarebbe arrivata qualche giorno dopo all'orario prestabilito. Ripeté così la strada che aveva fatto con Saiko ed i suoi nonni, Kurosawa e Shizuka. Quel fiume che scendeva dalle alte montagne del Paese della Roccia e che trasformava il terreno duro in una più morbida ed accogliente terra che ospitava la vegetazione fluviale. Quel corso d'acqua si portava dietro però anche la testimonianza di ciò che aveva fatto e ricordi che avrebbe voluto volentieri cancellare. I suoi passi ricorrevano quelli ormai cancellati dal vento e dalla pioggia ed anche se non era passato tutto questo tempo, le sembrava di non essere mai passata da lì. Era forse il bosco che era cambiato, oppure era lei che non ricordava nulla di quella sfaticata?

    Mi sei mancata... Quando arrivò tra quelle familiari risaie, una sensazione di nostalgia la pervase e si sentì un po' stringere il cuore a vedere i campi ormai semi abbandonati e di un colore così scuro in quella stagione. Era come se l'aria stessa le volesse ricordare qualcosa. Volevo buttarsi in quel mare scuro e non uscirne più, ma poté solo attraversarlo per cercare di non farsi scoprire. Era come se il cielo ancora buio si mischiasse coi campi scuri e così nervosamente silenziosi, neanche scossi da un grillo che volesse approfittare di uno spettatore per uno spettacolo musicale. Camminare nel terreno fangoso era decisamente più scomodo ed anche meno piacevole e si sarebbe di certo sporcata gli stivali, ma le piante di riso erano un modo piuttosto efficace per nascondersi dai nemici. Non sembrava però che quella parte del territorio attorno al villaggio fosse pattugliato ed anzi un silenzio innaturale anche per un luogo di campagna come quello sembrava voler far tacere ogni essere vivente ed anche il vento. Avrebbe voluto molto entrare in una delle tante case diroccate che affiancavano la terra battuta, ma non poteva controllare ne aiutare ogni civile che molto probabilmente non abitava nemmeno più lì. Tagliò quindi per il bosco immergendosi tra gli arbusti verde scuro, facendo il giro largo per arrivare sul lato est del villaggio. Il portone est a quell'ora del mattino sembrava essere deserto e forse chi aveva organizzato la missione aveva studiato gli orari delle guardie, fortunatamente aveva aggiunto tra sé e sé la ragazza. In quel suo camminare furtivo aveva raggiunto una mezz'oretta dopo il punto prestabilito e quell'ingresso le faceva tornare in mente, un po' come tutto, i giorni in cui usciva dal villaggio per allenarsi con il suo maestro oppure per aiutare i genitori nell'attività commerciale. Chissà dov'erano, chissà come stavano. In quel momento non sembrava esserci nemmeno traccia di ninja alleati, segno probabile che era arrivata per prima. Sapeva che doveva arrivare qualcuno, non sapendo quanti e chi. Decise quindi di avvicinarsi all'ingresso, facendo sempre attenzione ai propri movimenti e dintorni, appiattendosi il più possibile nella parete accanto alla porta per la città che custodiva i suoi ricordi come uno scrigno.



    ◆Dadi Junsui◇
    Link scheda.
    Resistenza: 100/100
    Stamina: 200/200
    ◆Equipaggiamento e Protezioni:
    ◆Kunai x1
    ◆Tonico Coagulante x1
    Testa Resistenza protezione: Coprifronte di Oto [+30]
    Azioni: //


    Edited by ¬Delin - 2/3/2019, 18:38
     
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    Finite le prenotazioni! Appena postate tutti (tranne Dragon) posto con le direttive sia per Dragon che per voi. Ragazzi, la prossima volta, per prenotare, vi chiedo di farlo sotto spoiler :sisi:
     
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    PROLOGO


    Purtroppo, come già detto, la guerra non finì con la vittoria nel golfo dell’arpione, ma le ripercussioni sulla vita di tutti i giorni si protrassero per mesi dopo la battaglia. Non era passato molto dal mio ritorno in patria quando una nuova lettera giunse alla mia dimora. Mi invitava a recarmi a Oto per una richiesta d’aiuto immediata. Mi misi in viaggio in giornata, e nei tempi prestabiliti giunsi nelle terre del suono, sorvolando il deserto e gli altri paesi senza incorrere in problemi. D’altronde apparivo come un semplice gufo e solo uno shinobi molto esperto si sarebbe potuto accorgere della mia reale natura. Una volta giunto nelle terre del suono ripresi la mia reale forma, non mi piaceva l’idea di volare a bassa quota in quelle paludi infernali. D’altronde non potevo sorvolare la zona dall’alto, la nebbia presente in quasi tutte le zone del paese rendeva impossibile una corretta visuale aerea. L’unico modo per giungere alla capitale era seguendo i sentieri tra le paludi, alcuni dei quali erano delle vere e proprie trappole mortali. Oto per anni era stata fuori dai giochi degli shinobi, e il suo creatore, Orochimaru, era un nemico della pace. Non volendo esser trovato, aveva reso la strada verso la capitale del suo regno di terrore un vero incubo per chi si volesse intrufolare, e nonostante siano passati secoli, le strade del suono non possono mai dirsi del tutto sicure. Si rischia sempre di finire in qualche percorso che porti in paludi particolarmente pericolose, oppure percorsi trabocchetto possono far girare gli inesperti per giorni, rischiando di consumare le scorte di viveri e costringendoli a bere acqua di palude, spesso velenosa e quindi mortale. Non è raro imbattersi in scheletri nelle paludi. Scheletri umani. Scheletri umani coi coprifronte, già. Per fortuna le mie capacità di orientamento erano superiori alla media, e nonostante fosse solo la seconda volta che mi recavo in quei luoghi, riuscii a giungere alle porte della capitale senza problemi. Entrai in città prima del tramonto del giorno prestabilito, mi apparve silenziosa e inquietante. Presi una stanza presso un’osteria, mangiai e andai a dormire molto presto, prima delle galline. Mi svegliai dunque nella notte, dirigendomi verso il luogo dell’incontro.
     
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    || Kurosawa Guren || - || Suiden no naka ni kakusa reta suishō || -

    Parlato|Pensato

    Stavo osservando la bacheca delle missioni di Iwa, ma non c'erano missioni altamente interessanti da svolgere, e pensai di tornare all'accampamento. Mentre sopraggiungevo, sentii un annuncio.

    CITAZIONE
    Urgente! Servono quattro persone attualmente non impegnate in guerra per scortare un gruppo di Studenti dai confini di Oto ad Iwa! Fatevi trovare ad Oto, al portone d'ingresso ad est del paese del Suono, troverete chi vi guiderà. Giorno di ritrovo xx/xx alle 4:30 di mattina. Non fatevi scoprire!

    Accettai la missione senza indugio. Chi non era stato fortunato, desiderava scappare dal villaggio, ma senza scorta sarebbero certamente caduti in mano ai pirati...o ai mukenin. Sentivo che era il mio compito di ninja otoano.

    Per chi non era pratico del Paese del Suono, i tortuosi sentieri attraverso la foresta creati a suo tempo da Orochimaru potevano essere infiniti e contorti come un serpente, ma per chi li conosceva era un gioco da ragazzi navigare le foreste intorno al villaggio. Fortunatamente per me, conoscevo molti dei passaggi segreti attorno e nel villaggio, e sapevo come orientarmici. Mi misi in moto da Iwa immediatamente una volta preso tutto il necessario. Arrivai nei dintorni di Oto al tramonto del giorno prestabilito dalla missione e, per evitare di essere scoperto, presi l'accortezza di andare alla periferia del villaggio, dove c'era un'osteria, vi presi una stanza e, dopo aver mangiato in modo da ricaricare le mie energie, andai a riposare.

    Nel cuore della notte, mi svegliai per dirigermi al luogo dell'incontro fissato dalla missione. Arrivato sul luogo, presi dalla tasca il coprifronte e me lo legai alla testa, fieramente svettante e leggermente illuminato dalla penombra lunare.

    Kurosawa Guren
    Stamina: 200/200
    Resistenza: 200/200

    Equipaggiamenti:
    Shuriken del Vento Demoniaco sulla schiena tramite Cintura Porta-Armi
    Borsello Porta-oggetti sulla parte sinistra della vita (20m Filo d'Acciaio)

    Protezioni:
    Testa - Coprifronte di Oto (+30)

    Azioni:
    //



     
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  6. Shirka
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    User deleted


    La sua vita si era ridotta ad una lunga attesa, al trascinarsi di giorni sempre uguali sanciti da una ferrea quotidianità. Svegliarsi all'alba, allenarsi per tre ore, andare nella tenda degli incarichi, svolgere gli incarichi ricevuti, andare alla tenda del cibo, mangiare, riposare un'ora, allenarsi per tre ore, andare a chiedere incarichi più importanti, tornare alla tenda del cibo, mangiare, dormire. Il giorno dopo, ricominciare. Il più delle volte il suo tempo veniva speso da altri per svolgere mansioni banali, come recapitare messaggi oppure recuperare qualche consegna, in rare occasioni fare da collegamento fra un Ninja di Oto ed un qualche altro Ninja di Iwa. Erano compiti svilenti del suo ruolo e delle sue capacità, era una fatto, ma lei non riusciva a vederlo così. Si fermava molto prima, accettava tacitamente quella situazione ed andava avanti, anzi era contenta di poter fare qualcosa e nel ripetersi dei giorni aveva trovato la propria dimensione. La sua mente, purtroppo, andava soltanto ad un pensiero. Oto, riprendere il Villaggio, uccidere i Ninja di Konoha. Ed era un pensiero freddo, una lama di ghiaccio nel cuore che non l'abbandonava mai, un'ossessione incapace persino di risvegliare in lei la passione dei folli. Era ormai un secondo istinto, una parte di lei si occupava di sopravvivere mentre l'altra pensava ad uccidere i Ninja invasori. Esattamente così, semplice.

    Quando vide la possibilità di andare in missione, accettare fu la scelta più ovvia, e tutto cambiò. L'apatico sopravvivere giorno dopo giorno si accese di un'eccitazione malsana che la mise subito in movimento. Andò alla sua tenda, mise assieme l'occorrente per il viaggio, passando tutto in rassegna almeno una decina di volte. Il desiderio era quello di partire subito ma sapeva di avere poca dimestichezza con l'ambiente e s'impose di trattenere l'entusiasmo. Allora tirò fuori la wakizashi che aveva acquistato coi soldi degli incarichi svolti e la ispezionò, assicurandosi che non ci fossero parti difettose e che la lama fosse perfettamente pulita, così da poter entrare ed uscire dal fodero senza rischio d'incastrarsi. Andò a dormire con grande fatica, soltanto perché sapeva di aver bisogno di qualche ora di sonno per poter essere efficiente al massimo. Sognò Ragel, era seduto in riva ad un fiume che lei sapeva di conoscere anche se non riusciva a dargli un nome. Era distante e per quanto provasse a raggiungerlo lui rimaneva sempre lì, sopra una roccia. Alle fine le fece un cenno benevolo della testa ed il sognò finì. Era mattina.

    Le conoscenze strategiche sviluppate in accademia le dicevano di scegliere un percorso diverso da quello della fuga, perché probabilmente era noto, ma aveva poche nozioni riguardo a quel territorio e rifare il percorso a ritroso, per come lo ricordava, divenne una scelta obbligata. All'avvicinarsi della sua terra natale l'emozione cresceva e quando sbucò dalla foresta che appena pochi giorni prima aveva coperto la ritirata sua e dei suoi compagni lo fece con la trepidazione di una bambina che sta per ricevere un regalo. La delusione fu bruciante, perché anche se non era cambiato niente ai suoi occhi era tutto diverso. Non le sembrava più casa sua, il Villaggio aveva un aspetto grigio ed alieno, privo dei dolci ricordi che si era aspettata di rivivere. Come il cadavere di una persona amata, che nell'aspetto è identico ma al tempo stesso è completamente diverso. Si passò il dorso della mano sugli occhi, bloccando le lacrime prima che diventassero più di piccoli diamanti, indistruttibili come la sua determinazione.

    Conosceva bene la porta est ma adesso quello era territorio nemico, per cui cercò una zona riparata, possibilmente con della vegetazione, dalla quale potesse osservarla senza essere vista, ed attese. La wakizashi premeva contro la coscia sinistra mentre il kunai era inserito in una delle tasche laterali, a destra. Era pronta, doveva solo portare pazienza.




    • Statistiche

    Resistenza 150/150
    Stamina 50/50
    • Ferite

    -
    -
    -
    • Azioni

    -
    -
    -
    • Equipaggiamento

    Taschino porta-armi | Kunai x1
    Cinturino per Arti Dx | Wakizashi x 1

     
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    Fischiava uno strano vento, quella mattina. Non vi era nessun altro rumore se non lo scrosciare di quel sibilo per le risaie nei dintorni di Oto, oltre che dentro al villaggio stesso. Tutti gli "abitanti" erano rinchiusi in casa a riposare. La dittatura che prese il sopravvento aveva risucchiato le forze dei compagini, tant'è che di rado si potevano sentire delle russa, aguzzando l'udito. I quattro giovani, chi più chi meno, pensavano di avere lo stesso scopo in mente, ovvero salvare un gruppo di studenti e scortarli fino ad Iwa. La cosa, tuttavia, avrebbe avuto un risvolto...diverso, in qualche maniera.

    Dadi Junsui



    La ragazza, ancora con la schiena sul muro, si accorse giustamente di essere da sola. Erano le 4:30 in punto, nessun'altra anima viva avrebbe potuto apparire di fronte all'albina. Questo, ovviamente, era strano. Tuttavia non si era accorta di ciò che aveva ai suoi piedi. Un dito, tagliato di netto. Il sangue secco attorno al taglio si fondeva con il terriccio che stava ai piedi di Dadi. Quel dito puntava niente di meno che la foresta dalla quale la ragazza era appena arrivata. Il silenzio, però, si ruppe nel momento in cui una baraonda iniziò a riecheggiare all'interno delle mura del villaggio. Urla, schiamazzi, offese.

    Azibo



    Il giovane Ishivariano trovò riparo all'interno di Oto, in una locanda. Ciò che non pensò fu che, tuttavia, al momento del saldo del conto, si ritrovò sprovvisto dei Ryo necessari per pagare, per sua sfortuna. Il locandiere, famoso ai cittadini della capitale del Suono per la propria intolleranza verso il genere umano, iniziò a sbraitare ed inveire contro il giovane che, malgrado fosse lì con intenzioni più che valide, si ritrovò rincorso dal proprietario di quel tugurio per le strade desolate di una Oto ancora tra le braccia di Morfeo.

    Kurosawa Guren



    Nella stessa locanda, come per ironia, il ragazzo dai capelli corvini si imbatté nel sipario Azibo-locandiere. Infatti, non appena il locandiere varcò l'uscio della propria dimora "allargata", riuscì anche a svignarsela senza aver pagato. Che fortuna, per non usare eufemismi! Mentre camminava nella notte, bello tranquillo, il vento cessò nel giro di una manciata di secondi. Strano? Coincidenza? Probabilmente al giovane di Iwa non sarebbe mai venuta in mente la possibilità di essere seguito da qualcuno. Eppure...

    Hakuro



    Tutto ciò che l'altra albina della storia sentiva era il freddo pungente delle notti del Suono. Le conosceva bene, essendo nata lì. Però in qualche modo il freddo pungeva di più quella notte, premeva con più forza. Quelle fronde che la riparavano dalla vista di terzi non riuscivano a proteggerla anche dal freddo. Nel silenzio più totale, senza che il vento continuasse a soffiare come non mai, sentiva dei passi. Passi che provenivano da sopra di lei, esattamente sopra alle mura che circondavano la città.



    Okay, ho deciso di giocarmela un po' così all'inizio. Avete carta libera, in questo giro farò entrare Dragon ad un certo punto, quindi vorrei che postaste nel seguente ordine:

    Zyliath
    Shirka
    Dragon
    Cagne
    Delin

    Dragon, a te do i dettagli per MP su cosa devi scrivere.

    Cagne, il tuo è un Inseguimento, quindi spera di riuscire a scappare :asd:

    Per il resto, ora passo ad alcuni accorgimenti per voi e qualche commento sui post.

    CITAZIONE
    Delin, bel post, niente da dire. Coerente col PG e il background, continua così.

    Cagne, mi va bene il post, però alcune cose mi hanno fatto storcere il naso. Come fa un ninja di Ishivar a conoscere Orochimaru senza avere le conoscenze? :asd: E, altra cosa, come puoi pensare di uscire da una locanda senza pagare? :asd: Per sta volta passi, tranquillo :fifi:

    Zyliath niente da dire, il post va bene. Potevi impegnarti un pochino di più però va bene così :sisi:

    Shirka bel post, va bene :sisi:
     
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    || Kurosawa Guren || - || Suiden no naka ni kakusa reta suishō || -

    Parlato|Pensato


    [Otogakure, Taverna - la notte della missione]



    Ormai il buio e le ombre erano cadute sul villaggio, e i suoi abitanti si erano adagiati tra le braccia di Orfeo - e lo si poteva notare dal rumore del russare della gente che si poteva sentire riecheggiare tra i vicoli.

    Mi trovavo nella mia stanza alla taverna, e controllavo le ultime cose prima di partire, in modo da essere sicuro di essere pronto e preparato per qualunque evenienza. Ero seduto sul letto, dopo essermi vestito e aver controllato il borsello porta-oggetti che avevo posato alla mia sinistra; presi la cintura porta-armi di cuoio, vi sganciai lo Shuriken* e lo aprii, quindi iniziai a pulirlo con un panno per rimuovere la polvere depositatasi durante il viaggio - e feci la stessa cosa anche con il coprifronte.

    Una volta puliti entrambi, riagganciai lo Shuriken alla cintura di cuoio, che poi allacciai a tracolla sopra i miei vestiti, legai il coprifronte al collo, agganciai il borsello porta-armi sulla sinistra della mia vita e, infine, mi diressi verso l'uscita. Mentre mi avvicinavo al salone principale, sentii il mormorio ed il vociare degli avventori presenti in quel momento.

    Quando però entrai nel salone, notai che tutti gli avventori erano concentrati su due persone: un ragazzo, la cui origine non riuscii a carpire, e il locandiere, con quest'ultimo visibilmente alterato. Non capivo il motivo dell'intera scena, ma mi misi ad osservarla, divertito dalle reazioni. Alla fine, il ragazzo è riuscito a sfuggire al locandirere, che si mise però a corrergli dietro. Può riterensi fortunato se non lo prende!

    Mi avvicinai ad uno degli avventori per chiedere cos'era successo. Mi disse che il ragazzo, di origine ishivariana, non aveva i Ryo per pagare e, per il fatto aggiunto che lo stesso locandiere era decisamente intollerante 'verso l'intero genere umano', ha cominciato a urlare e ad insultarlo, da lì è derivata tutta la scena appena conclusa.

    Ringraziando l'avventore, uscii dalla locanda e mi diressi verso il luogo convenuto per la missione di salvataggio. Si sentiva una piacevole brezza tirare per le strade del villaggio, quasi rilassante; la ricordavo bene, nelle giornate afose, questa brezza che rinfrancava dal caldo torrido. A pensarci, mi salì il senso di nostalgia.

    All'improvviso, mentre ero in cammino accompagnato dal chiarore della luna e col favore delle ombre, la brezza che ho sentito finora - e che mi accompagnava durante il cammino - svanì nel giro di pochissimi secondi. Non ci diedi subito molto peso, poichè poteva essere una coincidenza, o semplicemente un evento casuale - strano, ma pur sempre casuale...

    ...oppure ero stato seguito da qualcuno?

    "No, non penso di essere stato seguito..." - pensai - "Ho preso tutte le precauzioni per non dare nell'occhio...probabilmente si tratta di un caso fortuito. Ma è meglio che rimango in allerta, essendo comunque in territorio nemico..."

    P.S: Rox, il mio pg è di Oto, ma è fuggito ad Iwa, ndr.


    Kurosawa Guren
    Stamina: 200/200
    Resistenza: 200/200

    Equipaggiamenti:
    Shuriken del Vento Demoniaco sulla schiena tramite Cintura Porta-Armi
    Borsello Porta-oggetti sulla parte sinistra della vita (20m Filo d'Acciaio)

    Protezioni:
    Testa - Coprifronte di Oto (+30)

    Azioni:
    //

    Bonus/Malus:
    //

    Note:
    * Shuriken del Vento Demoniaco



     
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  10. Shirka
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    User deleted


    Una volta di più la sua vita si ridusse ad attendere, senza sapere nemmeno lei cosa. Ma ci era abituata, quella era la forma che aveva preso la sua mente e nella calma prima delle tempesta aveva trovato la propria dimensione, ed il freddo era una spina nel fianco abbastanza acuta da tenerla sveglia ed attenta, benché quel pungolare continuo rischiasse alla lunga di mettere seriamente a dura prova la sua resistenza. Difficile dire quanto tempo trascorse ma ad un certo punto della notte una figura entrò nel suo campo visivo, in corrispondenza della porta che stava sorvegliando, e le occorse più di un momento per collegare quelle forme incerte ad una figura conosciuta.

    A dispetto dell'aver riconosciuto Dadi, scelse ugualmente di mantenere la posizione poiché non aveva ancora un reale motivo per fare altrimenti. Tale decisione si rivelò quella giusta perché appena qualche momento dopo un suono attirò l'attenzione di Hakuro. Si sporse e cercò di capire da cosa provenisse quel suono di passi, alzando lo sguardo sopra le mura della città.




    • Statistiche

    Resistenza 150/150
    Stamina 50/50
    • Ferite

    -
    -
    -
    • Azioni

    -
    -
    -
    • Equipaggiamento

    Taschino porta-armi | Kunai x1
    Cinturino per Arti Dx | Wakizashi x 1

     
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    SCORTE PERSONALI




    Narrato - - Parlato - "Pensato"



    Le giornate passavo veloci e il potenziale di Ryuga cresceva, la guerra si faceva sempre più impervia sull’intero continente, le notizie gli arrivavano grazie ai suoi due nuovi amici. La situazione sul continente non era delle migliori, pur avendo vinto su diversi territori i ninja avevano perso diverse città chiave tra le quali Oto. Città ricca di ricordi per il giovane ninja di Kiri, li aveva conosciuto Gama e intrapreso un patto con i rappresentanti della sua razza. Una volta che seppe della situazione ad Oto non poteva non andare a vedere con i suoi occhi e magari essere d’aiuto ad eventuali ninja superstiti. Per questo si era messo in viaggio verso quel villaggio. Dopo giorni di cammino arrivò alle porte del villaggio, il suo aspetto giustamente cambiato così da no farsi riconoscere.



    Ora tra le vie di Oto si respirava una nuova aria, si percepiva che qualcosa era cambiato. La gente sembrava spaventata, quasi scappavano per le vie della città. Dalle sue informazioni era territorio dei Figli di zero, lo stesso gruppo che aveva causato la morte dei suoi genitori. Una rabbia gli montò dentro, avrebbe fatto di tutto per scombussolare i piani di quei figli di puttana. Per di più ora poteva essere d’aiuto in quella guerra, infatti dalla sue informazioni gli risultava che per i villaggi era arrivata una richiesta d’aiuto alquanto strana, infatti chiedevano di aiutare alcune persone di Oto ad andarsene verso villaggi più sicuri. La domanda gli era sorta spontanea, ma comunque aveva voluto controllare.
    Passarono le ore mentre attendeva il momento del ritrovo, avrebbe osservato la scena dall’alto e da debita distanza, così da poter intervenire se vi fosse stato qualche problema, quindi decise di prendere posizione sulle mura della città.
    Un rumore attirò la sua attenzione, volse il suo sguardo verso la direzione in cui proveniva un vociare sempre più forte, davanti ai suoi occhi vide uscire da una locanda niente meno che Azibo che correva inseguito da una persona che animatamente gli sbraitava contro.


    - Com’è piccolo il mondo. Chi si aspettava di vederlo qui...

    La coppia sparì nei vicoli e Ryuga continuò ad osservare la città che pian piano iniziava ad entrare nel regno di morfeo. L’attenzione di Ryuga fu attirata da un giovane che, come Azibo, usciva dalla locanda. Non sapeva cosa in lui lo attirasse, una sensazione o altro, ma senza accorgersene stava camminando sulle mura a piccoli passi seguendolo in quella notte scura.



    Ryuga Senju

    Resistenza: 400
    Stamina: 400

    Azioni e Tecniche usate:







    Edited by The_Dragon - 10/5/2019, 00:25
     
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    CAPITOLO 1 . AL VERDE


    Oto, zona centrale, ore 4.00

    Come programmato mi feci svegliare nel cuore della notte dal guardiano notturno dell’osteria, un omone di almeno cento kili che si occupava di mantenere l’ordine nel locale durante le ore più pericolose, occupandosi non solo della gestione della clientela nelle camere, ma anche di quella al bancone, sbarazzandosi degli ubriaconi più molesti e restii ad andarsene una volta al verde. Non sembrava un postaccio, eppure quando scesi le scale dal piano superiore mi trovai davanti a tutt’altro posto rispetto a quello che avevo lasciato alle prime ore della sera. Al piano terra il caos regnava sovrano, i miei piedi s’incollavano al suolo ad ogni passo a causa dello sporco presente sul pavimento. Resti d’ogni natura dominavano i tavoli mentre una donna vestita di pesanti abiti neri e bianchi cercava di pulire, con molta calma. Erano presenti ancora un paio di clienti, ubriaconi che si erano addormentati sulle panche di legno, uno rannicchiato su se stesso e uno con la faccia sul tavolo, con la testa dentro a un piatto. Sembrava morto, non fosse che il suo pesante respiro sbrodolava il contenuto della ciotola nel quale era riposto il suo volto, poggiato su una guancia dentro a quella che sembrava essere una zuppa di fagioli.

    Sono 10 ryo per la notte.

    L’uomo sulla cinquantina non sembrava aver passato la migliore delle serate, sul volto presentava un grosso e violaceo livido all’altezza della tempia e il suo braccio sanguinava leggermente. Era veramente grosso, le braccia muscolose e l’altezza superiore al metro e novanta avrebbero scoraggiato molti dal trovarci da ridire, senza contare i tatuaggi sul collo e sul resto del corpo. Era l’ultima persona a cui avrei voluto dire di non possedere i soldi per pagare, eppure, frugando tra le mie tasche, non trovai la piccola scorta di monete che avevo portato per il viaggio. Deglutii in cerca di tempo, alzai lo sguardo e lo trovai a fissarmi con uno sguardo non proprio simpatico.

    Solo un attimo, credo di aver lasciato alcune cose in camera…


    Sapevo benissimo che non era così, come al mio solito avevo controllato bene la camera prima di lasciarla, senza contare che era talmente spoglia che non era possibile abbandonarvi qualcosa dopo aver controllato. Pensai al da farsi, pensai che in trenta minuti scarsi dovevo trovarmi a un appuntamento e che sicuramente non mi avrebbero aspettato in caso di ritardo. Pensai che avevo fatto troppa strada e perso troppo tempo per farmi sfuggire quell’occasione, e feci l’unica cosa che mi venne in mente in quei momenti di scarsa lucidità post-risveglio: me la diedi a gambe, con la prospettiva di tornare a pagare una volta conclusa la missione. Salii dunque le scale che si avvolgevano a chiocciola sopra il bancone dove si trovava il mio nuovo amico, e una volta a metà del percorso in salita, mi lanciai al di sotto, planando dopra la testa dell’omone e atterrando in mezzo ai tavoli.

    Ehi, tu! Cosa pensi di fare?!


    Senza voltarmi indietro corsi verso la porta, la spalancai e mi gettai fuori dal locale. Questa non fece nemmeno in tempo a richiudersi prima che il bestione la riaprisse con un colpo che giunse alle mie orecchie. Sentii il legno sbattere con violenza e i passi pesanti del mio inseguitore alle mie spalle. Oto era deserta, in quell’ora della notte non un’anima popolava le strade e non potevo certo sperare di fuggire tra la folla. La mia unica possibilità era seminare il mio inseguitore. L’ingresso della locanda dava su un vialetto perpendicolare a una delle strade principali, da cui poi si diramavano altre stradine. Una volta raggiunta la strada maestra avrei tentato di eseguire la tecnica della moltiplicazione, disperdendomi assieme alle mie copie in diverse direzioni, sperando che quel semplice trucchetto sarebbe servito a seminare quella bestia di un locandiere…


    CITAZIONE
    Scheda

    Azioni:
    - Tecnica della Moltiplicazione del Corpo (5 stamina, 3 copie)

    Resistenza: 400
    Stamina: 100 - 5 = 95

    Resistenza protesi: 200
    Stamina protesi: 200

    Note: Non ho visto Kurosawa, magari lui ha visto me ma io sono sceso prima e non l'ho ancora visto.


    Edited by Cagnellone - 27/3/2019, 01:53
     
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    Dadi Junsui ♪



    Narrato - Parlato Parlato
    L'albina si era avvicinata alle alte pareti che proteggevano il villaggio del suono dagli invasori, nonostante questi avessero ormai preso possesso della città stessa. Effettivamente aveva concentrato tutti i suoi sensi nell'ambiente circostante, puntando gli occhi cercando qualsiasi intruso a quel paesaggio naturale. Dadi non aveva effettivamente notato Hakuro, anche perché se lo avesse fatto l'avrebbe sicuramente salutata o si sarebbe unita a lei nell'attesa. Ed effettivamente lei era lì, quasi al buio, ad aspettare che qualcosa succedesse, il freddo che le penetrava nelle scarpe e che le faceva sfregare le dita una contro l'altra. Restare lì da sola la faceva innervosire, più che altro perché le faceva venire il neo che avesse sbagliato qualcosa. Posizione, orario, vestiario...c'erano molte possibili opzioni che sperò di non aver ignorato o dimenticato. Quando posò lo sguardo sul terreno, specialmente su quell'appendice mozzata, non capì istantaneamente che si trattasse di un dito. Il suo cervello aveva provato a registrare cosa potesse essere quella cosa dal colore bluastro e con una discreta macchia marrone scuro che la circondava. Avvicinò di qualche centimetro il viso al terreno piegandosi in avanti, prima di ritrarsi di scatto notando la vera natura di quella cosa buttata per terra. Dadi evitò di urlare, più che altro perché una sensazione di mancamento le attraversò il corpo e la fece appoggiare a peso morto sulle mura. Se la ninja di Oto era già chiara di carnagione, ora probabilmente il suo colorito avrebbe fatto invidia ad un foglio di carta. Dadi si chiese innanzitutto di chi fosse quel dito e perché si trovasse lì. Si mise a guardarlo attentamente, notando con orrore che il bianco dell'osso faceva capolino dalla carne ancora non del tutto in putrefazione. Le veniva da vomitare, ma si trattenne. La cosa peggiore che aveva visto prima di diventare una genin era un taglio provocato da un kunai lanciato male, ma quella era una vera e propria parte del corpo lasciata lì, ad indicare quasi appositamente la foresta di fronte a lei.
    Come c'è finito un dito lì? Punta alla foresta, quindi teoricamente qualcuno era più o meno messo come me...ma può essere caduto dal cielo? Era appena passata da lì e le sembrava improbabile che non avesse notato qualche nemico o che questo l'avesse lasciato passare. Escludendo quell'opzione, per l'albina sembrava più probabile che qualcuno lo avesse messo lì appositamente o fosse caduto dalle mura. Mettere un dito sanguinante per indicare qualcosa senza lasciare altre traccie gli sembrava strano. Non conosceva alla perfezione come funzionava l'anatomia dell'uomo, ma forse era stato mozzato a qualcuno che si trovava sulle mura
    ed era caduto così? Le sembravano entrambe cose molto strane ed era piuttosto sicura che i diti non si mozzassero e si mettessero in un punto preciso per caso, ne che andassero in giro di loro spontanea volontà. Si massaggiò le tempie. Doveva stare calma e provare a ragionare in qualche modo. Era pur sempre lì per salvare delle persone, no? Avrebbe cercato di vedere se la macchia di sangue del dito continuasse in qualche direzione particolare, per provare a cercare in seguito almeno il corpo che aveva perso l'appendice. Avrebbe poi fatto qualche passo in avanti, cercando di tornare frettolosamente nella foresta, nascondendosi con cautela tra la vegetazione. Doveva vedere se c'era qualcosa sulle mura, ma da dove si trovava in quel momento sarebbe stato impossibile.


    ◆Dadi Junsui◇
    Link scheda.
    Resistenza: 100/100
    Stamina: 200/200
    ◆Equipaggiamento e Protezioni:
    ◆Kunai x1
    ◆Tonico Coagulante x1
    Testa Resistenza protezione: Coprifronte di Oto [+30]
    Azioni: //
     
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    Hey, Axel. You haven't forgotten? You made us a promise. That you'd always be there... to bring us back.

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    Domani pomeriggio posto, scusate l'attesa :sisi:
     
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    Cinque vite umane legate da un filo conduttore. Tale filo, tuttavia, si sarebbe prima o poi spezzato.

    [Kurosawa & Hakuro]



    Il giovane stanziatosi ad Iwa, dopo essere scampato alle grinfie dei dittatori di Oto, si trovava all'interno del villaggio camminando tranquillamente. La brezza che accompagnava i suoi passi stava lentamente scemando, sarebbe potuto essere un segno di presagio come anche un qualsiasi scherzo della natura che si diverte a prender per il culo la gente. D'un tratto, dei passi simil furtivi sarebbero arrivati al suo orecchio. L'intensità degli stessi, man mano che il giovane si avvicinava ad una grande struttura rettangolare, aumentava a dismisura. Ecco che una figura, aprendo lentamente la porta d'ingresso a tale struttura, posizionò il proprio occhio tra la porta in legno appena aperta e lo stipite della stessa.

    Pss, sei tu uno dei ragazzi della missione di soccorso? Abbiamo avuto un problema, ci stiamo rintanando qua. Mi chiamo Sakeshi, sono un Chuunin di Oto. Anzi, ero... Per favore, se hai visto qualcuno che potrebbe essere dei nostri, portalo qui. Abbiamo bisogno di un'altra persona per salvarci.

    Detto ciò, lasciò allungò al ragazzo una ricetrasmittente, che avrebbe dovuto mettere nel proprio orecchio. Grazie a ciò avrebbe potuto seguire sia le direttive del Chuunin che comunicare con lo stesso, nel caso avesse trovato qualcuno.

    ---

    L'albina, di canto proprio, presa dalla curiosità si sollevò ed entrò nella cittadina un tempo ridente. Guardandosi attorno, avrebbe visto nient'altro che lo stesso Kurosawa, intento a girovagare per il paese. Avrebbe addirittura visto il siparietto tra il ragazzo corvino e la porta, ovviamente non si sarebbe mai immaginata che lì dentro avrebbe avuto inizio la propria missione.

    [Azibo & Dadi]



    Il frenetico inseguimento del locandiere non ebbe l'esito sperato dallo stesso. Incapace nell'utilizzo delle tecniche ninja, nonostante fosse a nemmeno due metri di distanza dall'Ishivariano, perse la concentrazione nel momento in cui le copie del ragazzo si dispersero per le viuzzole di Oto.

    Bah, fanculo. Non ne vale la pena, per una manciata di Ryo.

    Si ritirò, così, deluso, nella propria dimora adibita all'alloggio di terzi. Il ragazzo, invece, si ritrovò alle porte di Oto, proprio all'imbocco della foresta. Il buio fitto che circondava qualsiasi corpo presente all'interno - ed esterno - delle mura della capitale del Suono, stava pian piano lasciando spazio a qualche leggerissimo sprazzo di luce, segno che l'alba stava oramai prendendo il controllo della notte. La visione era ancora abbastanza limitata, ovviamente, sia a causa delle alte fronde che a causa del buio insediatosi in qualsivoglia oggetto animato e non. Tuttavia, girandosi alla propria destra, notò una figura pallida, illuminata dal fievole plenilunio che stava ancora sorvegliando l'intero continente. Quella figura non era altro che Dadi, l'altra ragazza albina che aveva preso parte alla missione. Tuttavia nessuno dei due ne era a conoscenza. E lo sguardo dell'ex kunoichi del Suono era ancora puntato su quel dito pregno di sangue.

    [Ryuga]



    Il mukenin, assolto nei propri pensieri, vide sia Azibo scappare dal locandiere e dirigersi verso l'esterno del villaggio che Kurosawa, del quale comunque non conosceva il nome, dirigersi verso il reticolato di mattoni con cui avrebbe, una manciata di secondi dopo, chiacchierato con gaudio. Il suo passo furtivo, tuttavia, si fermò nel momento in cui l'equilibrio andò a farsi benedire. Con un capitombolo, piombò proprio all'esterno del villaggio, tra alcuni arbusti lasciati lì a crescere selvaggiamente, dove la natura faceva ancora il proprio corso. Il rumore fu tale da spaventare i pochi cardellini che avevano appena superato lo status di dormiveglia e si stavano accingendo a cinguettare gioiosamente per dare il buongiorno ad un'altra frenetica giornata. D'altronde, chi poteva biasimarli. Non avevano a che fare con alcun problema, se non cercare del cibo per sostenere i loro piccoli pargoli.


    Ok, ragazzi. Andiamo con ordine.

    Voglio dividervi, come avrete già capito. Cagne e Delin dovranno ruolare insieme, però voglio che Delin posti prima di lui. Sarà lui a decidere cosa fare, se muoversi o meno da lì. Dragon è caduto a qualche decina di metri di distanza da Cagne e Delin, non è stato "scoperto", le direttive te le ho mandate via mp.
    Shirka e Zyliath, voi due, come gli altri compagini, vi trovate all'interno delle mura. Il primo a muoversi dovrà essere Zyliath, Shirka segui pure il suo post per scrivere.
    Quindi, ricapitolando:

    Cagne e Delin siete all'esterno delle mura, tra l'ingresso e la foresta. Dovete decidere cosa fare, se spostarvi per monitorare la situazione dall'alto, magari su qualche albero, o fare qualsiasi altra cosa vogliate. Vi chiedo solo di non entrare nel villaggio.

    Dragon, tu hai le direttive per MP.

    Shirka e Zyliath, invece, dovrete dirigervi all'interno di quella casa per incontrare il PNG che vi aiuterà a salvare i ragazzi. Ancora uno-due giri di post e si inizia.

    Non c'è un ordine per postare questa volta, chiedo solo a Delin e Zyliath di postare prima degli altri compagni. Dragon, tu invece puoi postare tranquillamente dopo che Delin e Cagne hanno postato.

    :rosa:
     
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