[Spin-off guerra] Come gatti e topi

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    ~ Come Gatti e Topi
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    Tutto ha un inizio ed una fine.
    E' forse la prima grande lezione che la natura ha dato all'uomo, troppo caparbio però per comprenderla ed accettarla, preda di un narcisistico ideale di immortalità ed eternità proprio degli Dei e non dei comuni mortali.
    Ciò che nasce è destinato a perire, per poi dare luce a qualcosa di nuovo e così via, una ciclicità solo in apparenza eterna e invariabile, ma che in realtà cela una inesorabile caducità che spesso preferiamo ignorare, al fine di rifugiarsi in un fittizio, ma ugualmente potente, senso di sicurezza e di controllo.
    Solamente pochi eletti sono stati capaci di accettare questa triste realtà: forse filosofi, intellettuali o semplicemente folli, ma a prescindere da questa sterile categorizzazione, solamente i suddetti possono vantare l'onore di aver vissuto veramente la propria esistenza, accettandone la fine e dunque assaporandone tutte le vicissitudini che separavano i due punti di questo finito segmento.
    E' forse questa epifania a spingere così tanti giovani ad arruolarsi nelle forze militari, offrendo la propria vita ed esponendola a grandi rischi, pur di vivere una vita piena e vera, assaporando il reale senso del piacere, del dolore, dell'amore e della sofferenza?
    Forse si, forse per taluni è stato così, l'imperativo a vivere li ha mossi nella direzione apparentemente opposta, quella del patibolo.
    Forse i più grandi personaggi del Mondo Ninja, i baluardi dell'ideale di pace ed armonia, gli eroi di cui i bambini fingono di imitare le epiche gesta non sono altri che emissari di tali verità, profeti per un popolo troppo vigliacco per fronteggiare la realtà.

    Prompto Argentum non era né un filosofo, né tanto meno un eroe.
    Del giovane biondo dagli occhi azzurri si poteva raccontare molto, come anche tranquillamente ignorarne l'esistenza, dato che era un soldato come tanti.
    Orfano, come tanti.
    Dotato di poteri peculiari e caratteristici, sebbene non eccelsi, come tanti.
    Prompto era semplicemente uno fra i tanti Chuunin della Pioggia, un pedone nell'immensa scacchiera su cui si ergeva l'esercito a cui aveva offerto la propria vita: sebbene giovanissimo - ma non il più giovane - il ragazzo aveva già calcato scenari bellici importanti, partecipando al conflitto nel Paese della Neve o indagando sul mistero della mani mozzate nel Paese del Tè.
    Aveva completato con successo diversi incarichi di prestigio, e proprio questo lo aveva messo in mostra agli occhi delle alte sfere tanto da farlo scegliere per l'incarico che, a distanza di sei mesi, lo vedeva al centro di uno scenario apocalittico.
    Cosa lo avesse spinto ad arruolarsi era difficile a dirsi: l'imprinting dato dal suo passato, dalla solitudine dell'orfanotrofio aveva forse destato in lui la necessità di appartenere a qualcosa, di uno scopo ma sopratutto di compagni con cui condividere tale fardello, in modo da non potersi più sentire solo. D'altra parte, la carriera militare lo costringeva a numerosi viaggi, cosa che amava del proprio lavoro perché gli permetteva di esercitare la sua grande passione per la fotografia, nata per caso sul campo e coltivata costantemente fin da allora, da quando ottenne come compenso la sua prima rudimentale macchina fotografica, che portava sempre con sé, anche a costo di sacrificare dello spazio per un'arma od un utensile Ninja.
    Nella ristretta della casa cui era stipato, poteva sentire le spigolosità in plastica della stessa premergli contro la cute ed i muscoli atrofici deformandone il profilo e creando un momentaneo stampo eritematoso.

    Il giovane biondo aprì gli occhi ed incrociò quelli scarlatti, sadici e crudeli di Surgi: tentò invano di sottrarsi a quel confronto, ma non riusciva a muovere un muscolo, né per voltarsi né per sbarrare il contatto tramite le palpebre.
    Quelli emanavano un'energia potente e sinistra, un flusso di Chakra evidentemente stava fluendo tra i due, facendosi strada attraverso le vie nervose oculari fino ad raggiungere il cervello del Kiriano, indebolito dalla prigionia ed ora completamente alla mercé del suo aguzzino.
    La rapidità con cui il Mukenin si impossessò della sua anima e coscienza fu tale che Prompto non ebbe modo di formulare un pensiero, di capire in quale situazione si trovasse ed eventualmente ideare un piano di fuga: come con un macchinario difettoso, il criminale aveva bruscamente staccato la spina, rendendolo sostanzialmente un vegetale incapace di intendere e di volere, impossibilitato ad autodeterminarsi e necessariamente succube del suo nuovo padrone.

    Ormai non sei altro che un relitto... che schifo.

    Per diversi secondi, il suo padrone lo aveva afferrato per il collo, sollevandolo di peso e stringendo pericolosamente intorno alla sua trachea, costringendo le vie respiratoria ad una fessura tale da renderla insufficiente al compimento della propria funzione.
    Chiunque avesse ancora della linfa vitale in corpo avrebbe istintivamente cercato di sottrarsi a quella condanna a morte, agitando gli arti inferiori per cercare di colpire l'aguzzino e cercando con le proprie mani di allentare la morsa mortale.
    Prompto invece non mostrava alcuna reazione, né emetteva alcun rumore o sibilo alla ricerca disperata di ossigeno per sopravvivere: pur soffocando questi non muoveva un muscolo, come un peso morto tenuto penzoloni, del tutto impotente.
    Alla fine Surgi gettò il corpo in terra, beffandosi della vulnerabilità del suo nuovo giocattolo, inerme e prezioso allo stesso tempo, elemento imprescindibile per la riuscita del piano dei due, come ebbe modo di spiegare Torma ai criminali radunatisi in piazza desiderosi di prende parte a quella razzia.
    Un bagliore illuminò l'intera piazza, come un fulmine in piena notte: Prompto era ancora in terra, il suo padrone non gli aveva ordinato di alzarsi e da bravo soldato non lo fece. Non capì a cosa assistette, forse non avrebbe compreso quel turbinio di immagini nemmeno se avesse il controllo delle sue piene facoltà, figurarsi in quella condizione, una pallida ombra del Ninja che era.
    Il tutto durò una decina di secondi: vide gente deformarsi in bestie, criminali accasciarsi al suolo, stringersi la testa in preda al dolore, contorcersi in preda a spasmi muscolari. Lui non sentiva niente, era immobile, come congelato in quella posizione fisica, incapace di provare qualsiasi emozione.
    Nessuno dei presenti si rialzò, se non i due criminali a capo del saccheggio.

    E' stato un bello spettacolo, complimenti al regista!

    Uno dei due l'aveva presa sul ridire. Sfortunatamente l'altro, no. La collera deformò il suo viso, i suoi occhi scarlatti si fecero grandi, voluminosi, quasi fuoriuscivano dalle orbite troppo piccole per contenerle: non espresse una parola, non sarebbe stato necessario, la sua sete di vendetta era tangibile.
    Posò gli occhi sulla bionda marionetta, ordinando telepaticamente al grosso zombie di dare forma alla sentenza di morte che aveva appena emesso.
    Le grosse mani dell'essere si strinsero ai lati del vacuo volto, i pollici spingevano contro i suoi occhi azzurri, le altre dita contro le ossa del cranio.
    Lo sollevò di peso, continuando ad esercitare una pressione disumana.
    Lo spettacolo durò pochi secondi.
    Prompto non urlò, avrebbe probabilmente voluto e lo avrebbe probabilmente fatto, ma la maledizione che gli era stata scagliata contro gli impediva di esprimersi. La consapevolezza "animale" dell'imminente morte, o forse il dolore stesso, gli permisero di elaborare gli ultimi pensieri, istantanee della sua vita sul punto di estinguersi.

    Mi spiace.. avevo fatto delle promesse e non le ho mantenute. Ho lasciato più cose in sospeso di quante non sia stato capace di risolvere con le mie forze. Ma ci ho provato con tutto me stesso, lo giuro.
    Non arrabbiatevi.

    Shinichi, scusami se sono sparito, scusami se mi sono fatto catturare. Scusami per essere stato debole, per non aver saputo gestire Qayin nel Paese del Tè.. So che se avessi potuto mi saresti venuto a cercare.. se ti arriveranno notizie della mia morte, non ti disperare o non fartene una colpa. Non te l'ho mai detto.. merda, è difficile anche solo pensarlo.. sei il mio rivale ed il mio migliore amico, lo sarai per sempre..

    Mokou.. che ti è successo? Girano voci sul tuo conto, ci sono rapporti militari che... fatico a crederci, non parlano della stessa persona contro cui ho combattuto, che mi ha fatto compagnia in ospedale..
    Chi è quel Mukenin di cui tutti parlano? Perché?.. Temo che non lo saprò mai..
    Non sono riuscito ad aiutarti..

    Ci siamo.. non sono pronto..


    Avrebbe pianto, se avesse potuto controllare il proprio corpo. A rigare le sue guance non c'erano lacrime, bensì un rivolo di sangue che sgorgava dalla cavità orbitaria, deformata e slargata a causa della pressione sui bulbi oculari. Scricchiolii sinistri sotto le possenti dita dello zombie accompagnarono il macabro spettacolo fino a che, con un sorso schiocco, la testa del giovane implose, schizzando ed imbrattando di sangue il volto ed il torace del colosso.
    Lasciò la presa su quello che era rimasto del suo cranio, il corpo privo di vita impattò a terra, accasciandosi su un lato.
    Dalla borsa agganciata alla sua cintura fuoriuscì la sua fedele fotocamera, che rotolò sul suolo portandosi vicino al suo padrone.
    L'impattò fu fatale anche per il prezioso oggetto, che si ruppe in più parti.



    Prompto Argentum, Chuunin del Kirigakure.
    25 Ametsuki 1 a.Z. - 20 Yukitsuki 18 d.Z.



    Niente da aggiungere. Spero sia un bel saluto per Prompto.

     
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    Il corpo del ragazzo venne nuovamente donato al terreno, per via del lancio effettuato da Surgi, che con uno sguardo di disprezzo si liberò dell'impiccio d'innanzi ai suoi occhi.
    Occhi che ormai davano la reale conferma a quel che il mio cervello aveva elaborato fino a qualche secondo prima.
    Io e quel tizio provenivamo dallo stesso albero genealogico.
    Cercai di approcciare un discorso con Surgi, ma Torma colse l'attenzione di tutti, cominciando a spiegare a cosa servissero il biondo e l'argenteo.
    Non espressi le parole, ma speravo che Surgi si fosse accorto del tentato approccio nei suoi confronti... in fondo, avrei avuto modo e tempo per poter parlare con lui. Non stavo mica per morire, no?
    Avevo bisogno di parlare con lui. Non ricordavo nulla del mio passato, ne recente ne remoto... ero come un cucciolo smarrito alla ricerca di qualche informazione e in quel momento, Surgi era la cosa più vicina ad una possibile famiglia, ad un possibile conoscente della mia famiglia. Per quanto ne sapevo, poteva anche essermi cugino.
    Ma non mi focalizzai molto al pensare queste cose. In un modo o in un altro, cercai di prestare attenzione alle parole di Torma.

    Eheheh, penso che tocchi a me prendere possesso della scena ora. Il tempio custodisce un'enormità di tesori, che vanno dall'oro alle belle ragazze caste e pure... ma se finora non siamo entrati è a causa della barriera eretta dalla vecchia amichetta di Surgi. Si tratta essenzialmente di uno strato di chakra vibrante ad altissima frequenza, tanto da non permettere nemmeno alla luce stessa di giungere interamente dall'altra parte. L'unico in grado di oltrepassarla è un ninja in grado di far in modo che il suo stesso corpo entri in fase con quel chakra. E quel qualcuno è... rullo di tamburi... il tizio che mi ha portato qui! Mentre il biondino rallenterà la frequenza delle particelle, tu userai la tua abilità per entrare nel tempio, e sgraffignare il frammento di meteorite: la reliquia più importante custodita al suo interno. Una volta presa dovrai portarcela e-

    La frase non riuscii mai a sentirla per intero. Una luce abbaiante ci investì e tutto quello che riuscii a percepire da quel momento in poi fu solo un dolore lancinante al testa. Sentivo il sangue ribollirmi dentro, mentre lo stomaco si contorceva in preda al dolore causato dagli impulsi elettrici del sistema nervoso.
    Mi afferrai con forza la testa e caddi in ginocchio, cercai sollievo nel raggomitolare il corpo ma il dolore continuava ad aumentare, fino a quando, dopo svariati secondi, tutto sembrò ritornare normale. Nessuno dolore, soltanto silenzio.
    Continuai a guardarmi le ginocchia fino a quando una voce che sembrava provenire da un'altro mondo si fece varco nel silenzio.

    Prestate attenzione... voi anime peccatrici! Vi accingerete ora ad un viaggio attraverso i sei mondi della reincarnazione che conducono alla somma illuminazione dinnanzi al grande Buddha. Ma tale onore è precluso ai malvagi come voi, perciò cadete e patite le pene che avete dispensato agli innocenti!

    NON SO DI COSA PARLI!

    Mi guardai in giro, cercando di capire dove mi trovassi, ma saltava subito all'occhio il fatto che non mi trovassi più nella piazza vicino al tempio.
    La vista ora totalmente bloccata dalla figura di un'immensa statuta dorata che trasportava me e gli altri sul palmo della mano, palmo che dopo qualche secondo si spostò, fancendoci sprofondare in un vuoto cosmico che secondo dopo secondo ci trasportò in mondi diverso.

    Il primo mondo è popolato dalle anime di coloro che hanno tradito... La loro pena è quella di rimanere per l'eternità immersi in un mare di lacrime, le lacrime di chi ha riposto in loro fiducia e ne è rimasto deluso...

    Il secondo mondo è degli ingordi... La loro pena è quella di provare su di se i morsi della fame eterna, hanno tolto il poco per avere il molto, soffriranno in eterno della privazione che hanno provocato...

    Il terzo mondo è popolato dalle anime degli ipocriti... La loro pena è quella di essere tramutati in bestie... Per aver mostrato un'altra faccia sulla terra in Ade sono la sembianza di un animale...

    Il quarto mondo è popolato dalle anime dei violenti... La loro pena è quella di combattere per l'eternità... Nessuno ne uscirà mai vincitore come nessuno è uscito mai vincitore da nessuna guerra...

    Il quinto mondo è il mondo degli umani... La loro pena è quella di essere costretti a cedere alle emozioni... La continua disputa vi regna...

    E il sesto mondo è il mondo della dimenticanza... Nessuna pena è decretata per le anime imprigionate... L'unico conforto, quello di essere ricordati non è però concesso loro... Simili a fantasmi vagano in un limbo senza memoria...

    Continuai a migrare mondo dopo mondo, soffrendo le pene dettate dalla voce, ma nessuna pena fu grande quanto quella che provai nell'ultimo dei mondi.
    Sembrava come fosse stato creato appositamente per il mio soggiorno.
    Non avevo idea di chi fossi, del perchè fossi divenuto un mukenin, del perchè non riuscissi a ricordare. Per quanto la profonda voce avesse espressamente detto che nessuna pena sarebbe stata decretata per coloro che sarebbero rimasti imprigionati all'interno di questo limbo, il mio corpo non la pensava allo stesso modo.
    Ogni pensiero che anche solo ricordasse la mia amnesia, sembrava come rimbombarmi nel cervello, rendendo, a poco a poco, sempre più vacua la mia mente, svuotandola. Eppure... doveva essere l'esatto opposto no?
    E allora perchè... perchè tutto diveniva sempre meno limpido, perchè non riconoscevo più neanche le mie mani, il mio riflesso.
    Perchè non riuscivo a formulare le parole.

    Perchè...?

    E tutto si spense in una fragorosa esplosione di immobile vuoto.

    E così segno la dipartita del mio pg.
     
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    La morte. Se mi avessero chiesto come sarebbe stato morire non avrei immaginato fosse così triste morire.
    Nei libri, nelle storie, la morte tende ad essere rappresentata come un'amica carica d'epicità e poesia. L'esecutrice finale, colei che dona agli uomini l'eterno riposo nel migliore dei modi affinché la storia non si dimentichi di loro.
    La storia ninja, la storia del continente, è piena di morti audaci. Perciò fin dall'inizio del percorso militare ai bambini si insegna a guardare la morte con ammirazione. La morte è il rifugio conciliatorio dopo una vita di sacrifici. Una morte onorevole regala l'ultimo intenso piacere, l'ultima gioia di una vita di sacrifici.

    Sono confuso.

    Dico, tra me e me, accorgendomi solo ora di star vagando in uno spazio non definito.
    Sto vivendo un'esperienza onirica a dire il vero, quasi mistica. Uno strano viaggio, carico di dolore e sofferenza. Ma non ho una bocca per gridare, non ho mani per coprirmi il volto per nascondere il dolore. Non sento nulla. Ho un volto? Se la risposta è sì non lo ricordo.

    Chi sono io?

    Mi domando accorgendomi soltanto ora di come stia vagando nel vuoto, nell'oscurità più totale. Il colore nero nell'immaginario comune è sempre stato un colore associato all'ignoto... Cosa succederebbe se, arrivato in fondo al vuoto, scoprissi che tutto è bianco e lucente!? Non posso saperlo ora. Resto quindi in attesa, o meglio è quello che il mio subconscio vorrebbe che facessi. Una sensazione di fine, di perenne caduta ed abbandono, mi sta accompagnando in quello che è probabilmente il mio ultimo viaggio.
    Un pazzo, purtroppo, deve aver deciso per me la mia sorte. Sì. Non so più chi sono, ma ricordo soltanto una voce lontana, vibrante di soddisfazione, annunciare quella che sarebbe stata la mia sorte come una sadica guida dantesca. Vorrei potermi rigirare su me stesso! Muovere la mani come facevo un tempo! Lo so! SO CHE UN TEMPO NE SONO STATO CAPACE! Ma purtroppo... Non ci riesco. O non so se lo sto facendo. Cado ancora, chiedendomi se ciò avrà realmente fine.

    REAGISCI CUGINO!

    Una voce lontana, un grido disperato, mi riporta quasi in vita. Mi sembra una voce conosciuta, vicina, amica, ma non riesco a definirne la tonalità né comprenderne il significato reale. Ho udito qualcosa però. Di questo riesco ad esserne certo. E sto pensando. Questo lo so. Sì che lo so cazzo!

    I-I-O P-P-A-R-L-L-LO.

    Sentenzio. Già. Parlo. Riesco a farlo. Non ho smarrito me stesso. Ma quindi, ho anche un corpo?! La voce non può fuoriuscire dal nulla! Vorrei aprire gli occhi, ma non so da che parte iniziare. Sono certo di avere degli occhi, spero di averne un bel paio! Continuo a sperarlo, finché, magicamente, sento di possederne un paio.

    INCREDIBILE!

    Grido questa volta, estasiato. Ed allo stesso tempo apro gli occhi.
    Sono seduto su di una sedia in fila ad altre sedie. Ruoto il capo, accorgendomi di essere in una specie di sala d'attesa tutta bianca, dalle sedie, ai muri, alle mattonelle. Persino il bancone e la segretaria sono candidi.

    Ben arrivato, Geralt Aizawa! Sono in pochi coloro che riescono a risvegliarsi giunti a questo punto. Dovevi essere proprio un bel tipetto allora! Molto determinato!

    Quel "dovevi", riuscì a spegnere tutta l'eccitazione precedente. Dovevo? Significava che ero morto!?
    Con uno scatto mi alzo in piedi, scoprendomi perfettamente coordinato ed atleticamente in forma. Non posso essere morto, non sarei così in forma. Mi guardo quindi le mani, agitandole con improvvisa rapidità.

    Ah so già cosa stai pensando... E' un pensiero comune a molti. Credo sia l'unico regalo del mio capo questo: essere qui nella miglior forma possibile. Lasciare il corpo e salutarlo; bello come non lo è mai stato. Toccati la barba, ti accorgerai di come essa sia curata nei minimi dettagli e spuntata di primo pelo.

    Eseguo il suggerimento strofinando le dita sul mento. Al tatto la barba mi sembra estremamente morbida, perfetta a dire il vero come mai prima d'ora.

    Sono veramente giunto al capolinea?

    Domando, atterrito.

    Oh! Ecco il capo! Non preoccuparti, d'ora in poi ci penserà lui!

    Esclama, mentre mi accorgo solo ora di come i suoi contorni ed i dettagli non siano definiti. Mi appare come una figura bianca, più bianca del resto dell'ambiente. La figura, quindi, mi indica di voltarmi. Mi volto, quindi, notando una porta ora che prima non sembrava esserci. Provo ad avvicinarmi ora, anche se la paura mi blocca. Non voglio proseguire ora che so dove andrò.

    Non temere proprio ora. Stai per fare il viaggio più importante della tua vita.



    Una voce mi parla da lontanissimo. E' però molto chiara, ammaliatrice ma allo stesso tempo categorica. Non posso far altro che seguirla ora.

    Stai per toccare il dono più grande che gli uomini abbiano mai ricevuto. Tieniti pronto e non vacillare. Abbraccia quel che stai per vivere, poiché sarà l'ultimo atto della tua esistenza.



    La mano si allunga ora verso il pomello, tremante, ma decisa.

    Ricorda, Geralt Aizawa: la Morte è un dono.



    Sussurra ora la voce. E spingo la porta, spalancandola. La mia esistenza finisce qui.


    Fine
    Scusate il trip, ma un post simile avrei potuto farlo solamente ora ;)

    N.B. Certe approssimazioni descrittive sono volute, per rendere un po' il senso di vuoto, di poca percezione dello spazio.

    Geralt, sei stato il personaggio migliore e con più potenziale inespresso che ho mai avuto. Grazie :cry:
     
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    [Interno del tempio]
    Genoh rimase ad ascoltare le parole dei due. Dato il suo aspetto, sarebbe stato quasi impossibile per chiunque riuscire a decifrare le emozioni che si celavano dietro il suo sguardo. Dalle sue parole e dai toni usati sembrava essere un uomo, o meglio una tartaruga, fin troppo vissuta, tanto da porre la sicurezza e la salvaguardia dei più sopra tutto. Al contrario, i due ninja erano forse ancora troppo giovani e inesperti per comprendere i suoi ragionamenti, essendo spinti ancora da solidi ideali di giustizia e sacrificio.

    Ragazzo, non ringraziarmi. Non ho fatto nulla per salvarvi, se siete vivi è solo grazie a Katari, che ha disobbedito alle mie stesse indicazioni. Non so cosa le sia preso, sinceramente... - rispose a Jin, per poi rivolgere la sua attenzione anche ad Atshushi, il più energico tra i due in quel momento.
    E cosa proporresti di fare, ninja di Kiri? Potrai dire quello che vuoi riguardo Dolph, ma non puoi considerarlo uno stupido, o uno che non impara dai propri errori: la prossima volta non perderà tempo e ti farà fuori subito. Ringrazia la buona sorte se sei ancora vivo. Riguardo alle persone in piazza... Dolph le sta usando per ricattarci: fare qualunque cosa significherebbe abboccare all'amo. Mi dispiace, ma non possiamo far nulla per loro.

    Finita la frase la tartaruga diede le spalle ai due, oltrepassando la soglia della porta per imboccare ancora una volta il corridoio.

    Se volete potete andare a ringraziarla, visto che ha rischiato la vita per venirvi a salvare. Visto che ha partorito da poco, ora sta riposando nell'ultima stanza sulla sinistra alla fine del corridoio. Sentitevi liberi, come ho già detto, di usare i letti per riposarvi e la mensa per rifocillarvi. Addio. - esclamò infine ricominciando a camminare, e non volendo più udire altro da parte due ninja. Ciò che non sfuggì però ai due, fu che Genoh non rivelò nulla riguardo al suo discepolo, né tanto meno su come stessero facendo a tener fuori i "mostri", anzi fece quasi finta di non udire le domande al riguardo, evitando così il discorso. Forse per i due non sarebbe stato opportuno insistere con le loro domande, visto che in qualche modo dovevano pur la vita a quelle persone, ma entrambi riuscivano bene ad avvertire sulla loro pelle quella strana sensazione... come di trovarsi in un posto dal quale non avrebbero potuto uscire, anche volendo.


    [Esterno del Tempio]
    Shaka, il monaco traditore del Paese del Fuoco, era un uomo davvero difficile da decifrare, classificabile quasi al pari di una bomba pronta ad esplodere in qualsiasi momento. Il suo potere era grande, capace di sterminare eserciti interi, ma quel giorno dimostrò come quell'abilità non fosse caduta nelle mani di un eroe, o di qualcuno che lotta per il giusto. Era bensì una forza nelle mani di un mukenin egoista, che si illudeva di purificare il mondo spinto dalle proprie convinzioni, ma che in realtà non era diverso da tutti quelli che aveva ucciso, da Surgi o da Torma. A nulla sarebbero serviti i lamenti, i pianti, le invocazioni disperate delle donne e dei bambini presenti: Shaka li avrebbe solo condannati, non salvati. Infatti, senza alcun rimorso, senza pudore alcuno, il mukenin attivò il sigillo di dislocazione l'attimo prima che il proiettile di sangue di Surgi lo riuscisse a colpire, scampando così da codardo all'ira del Chinoike. Materializzatosi lì, nell'esatto punto in cui aveva posto il sigillo, poté finalmente tirare un sospiro di sollievo, fiero di aver compiuto quella che per lui fu un'opera di bene. Ma vi è un concetto nella filosofia buddhista, la dottrina seguita da Shaka, che domina incontrastato su tutti gli altri, e che influenza credenti e non credenti di ogni altra religione o credenza: il karma. E questi si manifestò, colpendo con la foga di un pugnale affilato il fianco destro del monaco. Un acuto dolore fu ciò che precedette l'apertura di un'ampia ferita da taglio verticale sulla zona in questione. Una sensazione di spostamento, di vertigine, pervase Shaka: fu quasi come se la realtà stessa si stesse improvvisamente piegando attorno a lui. Fu dopo nemmeno un paio di secondi che la sensazione si trasformò in un vero senso di malessere, che portò il mukenin allo svenimento.

    Buongiorno... principessa.

    Con il suono di quel flebile, rilassante, sussurro, Shaka avrebbe iniziato a ridestarsi. L'ambiente attorno a lui era estraneo, ma certo era che non si trovava più alla fossa. Davanti a lui, a meno di qualche centimetro di distanza, anzi quasi appoggiato al suo corpo, vi era Torma, il sadico mukenin dai capelli grigi e l'armatura violacea, che lo teneva spinto contro un muro fatto di pietrisco acuminato. Le lame retrattili poste sui suoi avambracci erano sguainate, e una era conficcata proprio nel fianco destro di Shaka, il cui sangue, scorrendo su di essa, si stava velocemente spargendo a terra. Quando la mente di questi sarebbe riuscita a riprendere totalmente coscienza, avrebbe notato come le sue mani fossero legate ad un paletto conficcato nel muro sopra la sua testa. Le articolazioni erano prive di sensibilità, e piuttosto difficili da muovere, ma riusciva chiaramente a sentire il proprio chakra scorrere liberamente, e per intero, nel suo corpo.

    Sento qualcosa in te... - continuò a sussurrare il mukenin all'orecchio di Shaka - ...parlami di questo qualcosa. Qual è l'origine del tuo potere?

    Domandò, dando infine un paio di schiaffi leggeri alle guance di Shaka con il braccio non impegnato a trafiggergli il fianco, così da aiutarlo a ridestarsi completamente.


    [Esterno del tempio, dinanzi alla scalinata, circa mezz'ora prima]
    La luce che avvolse i presenti si fece sempre più abbaiante, fino a costringere i più a posizionarsi la mano di fronte agli occhi per evitare di esserne accecati. Dopo un paio di secondi un altro bagliore, rosso e di intensità maggiore, segnò la fine della prima luce. Tutto tornò di colpo alla normalità. Il bagliore rosso si scoprì provenire dalla posizione di Surgi, il cui doujutsu brillava ancora nei suoi occhi. Poco dopo dalla sua sclera delle gocce di sangue scivolarono giù a macchiare il suo volto pallido. Il mukenin guardava ora fisso la finestra di uno degli edifici che davano sulla piazza, alla quale si poteva notare un ragazzo biondo in piedi, con gli occhi sgranati in direzione di Surgi. Questi si asciugò il sangue dagli occhi con la punta del dito, facendo si che esso si raccolse sulla punta, pronto a essere sparato dritto dritto contro la testa del ragazzo.

    Fermo, me ne occupo io. - sentenziò però Torma, non nascondendo un piccolo ghigno al lato della bocca. Surgi abbassò la mano, e il sangue cadde semplicemente a terra.

    Prima però continuiamo lo spiegone da dove ci siamo interrotti... ah, sì! Allora tipo veloce, sarai il nostro biglietto di ingresso insieme al biondo. Una volta recuperato il frammento, quei babbi rinchiusi all'interno elimineranno la barriera per tentare di riprenderselo e... AHAHAH! Già mi immagino la scena! AHAHAH! - mentre continuava a ridere fragorosamente, venne avvolto da una sorta di piccolo tornado di vento, che in un attimo lo fece sparire. Stessa sorte toccò al ragazzo alla finestra circa un secondo dopo.
    Surgi fece tornare alla normalità i suoi occhi, e afferrato Prompto dal braccio destro si apprestò a trascinarlo a forza su per la scalinata, facendo segno a Geralt di seguirlo... o meglio il gigante lo "esortò" a seguire il suo padrone posizionandosi dietro il ronin. Arrivati dinanzi alla barriera posta qualche metro dopo l'entrata, oltre la quale non si riusciva a veder nulla se non una sorta di schermo sfuocato, il mukenin lasciò andare Prompto. Grazie al genjutsu di cui era preda, Prompto fu costretto contro la sua volontà a porre le mani sulla barriera, nel mentre che il suo chakra innato fuoriusciva dai punti di fuga delle sue dita. Delle onde invisibili cominciarono ad interagire pian piano con la barriera, rendendola sempre più debole ogni minuto che passava. Lo sforzo che fu richiesto al ninja fu incredibile, e man mano che il tempo passava le sue braccia si intorpidivano sempre di più, diventando sempre più doloranti.

    Appena si riuscirà a vedere dall'altra parte, usa la tua abilità e passa. Quello che cerchi è custodito in una sala circolare, non difficile da trovare, e ha l'aspetto di una pietra. Uccidi pure tutti quelli che ti ostacoleranno, basta che riporti a noi il frammento. Del resto che è custodito all'interno, potrai fare quello che vuoi come d'accordo una volta terminato il tutto.

    Dopo una decina di minuti la barriera collassò visivamente, rendendo possibile osservare la scalinata che scendeva verso il basso. Ora, era il momento di Geralt.

    Pensavate fosse finita, e invece! Guarda che facce!
    Ringrazio Dan, Anyone e Shane per la loro collaborazione a questa trollata a tutto il forum.

    Roy purtroppo la tua azione, per quanto concessa dal gdr, tralasciando il fatto che fosse moralmente giusta o no, in linea con il pensiero o no, non sarebbe potuta riuscire in nessun caso contro Surgi. Egli è probabilmente nella top 3 dei Chinoike più potenti mai esistiti, specializzato in arti illusorie, al tuo livello non c'è modo che una illusione lo scalfisca, specialmente se la fai mentre il Ketsuryugan è attivo. Quindi come si è capito, non hai ruolato la realtà, bensì l'illusione in cui sei caduto nell'attimo esatto in cui Surgi ha contrastato la tua. Stessa cosa hanno fatto i tre morti, della quale ho chiesto la collaborazione. Poi vabeh, non commento il fatto che tu abbia ammazzato i pesci piccoli per poi svignartela con la dislocazione... almeno potevi combattere un minimo per finire degnamente l'evento e per rispetto di quelli che hai ammazzato. Ma amen, alla fine questa è questione di carattere del personaggio, non è condannabile da regolamento.


    @Roy puoi recuperare tutta la stamina spesa così come il danno preso nel precedente turno. Ti becchi però 100 punti danno dalla pugnalata di Torma, e un sanguinamento medio/grave che ti toglie 20 di resistenza ogni turno e ti dà un malus di 20 nelle azioni che richiedono movimenti fisici. Per il turno in questione hai anche le articolazioni intorpidite, perciò avrai la stessa riuscita anche dimezzata. Ora per te inizia un evento diciamo "a parte", la cui riuscita ti ricompenserà a dovere con una abilità personale piuttosto forte, il fallimento con la morte. Impegnati e pensa bene ad ogni singola riga che scrivi, perché non avrò pietà.

    @Cattivi il post valido per voi è lo scorso fino alla vista del bagliore luminoso, che continua in questa parte. Ovviamente nessuno di voi è morto, come si è capito. Ringraziate Surgi :please:

    @Shane ora il protagonista sei tu, perciò datti da fare e vai a stanare quei topi di fogna di tisy e Stompo (sempre tanto love per voi che starete sicuramente leggendo)

    @Dan dovrai continuare a seguire gli ordini di Surgi ruolando come in precedenza, per il momento

    @Anyone nulla di particolare per te in questo post

    @Buoni mi scuso con voi per come la missione dal vostro punto di vista sia ben poco dinamica, ma potete capire che la colpa non è mia :omg: Boh, non ho nulla da dire: post che potete usare per dialogare tra voi, se volete.
     
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    Tutto sembrava essere filato liscio, la dislocazione sembrava aver avuto successo e stavo quasi per tirare un sospiro di sollievo quando qualcosa di assurdo ed inspiegabile accadde. Invece di ritrovarmi nella mia camera alla Fossa, venni come svegliato di soprassalto da una fitta lancinante al fianco, man mano che i sensi si riattivavano un flebile sussurro mi soggiunse.

    Buongiorno... principessa.

    Chi era a parlare? Cosa era successo? Provai a muovermi ma subito dovetti desistere, le braccia fissate ad una trave alta risultavano intorpidite e doloranti mentre il mio corpo veniva schiacciato contro una fredda parete. Attimo dopo attimo misi a fuoco quella che era la situazione: Torma, l'uomo visto in quella piazza addirittura senza testa, era lì davanti a me con quella sua lama retrattile infilzata nelle mie carni.

    Sento qualcosa in te ...parlami di questo qualcosa. Qual è l'origine del tuo potere?

    Sentivo il pesante fiato di quell'individuo mentre mi parlava all'orecchio e mi scuoteva con dei buffetti evidentemente per farmi rinvenire.

    Ahh... Che modi... Non si svegliano così le persone...

    Dissi mettendo meglio a fuoco la lama che mi trafiggeva e lasciava sgorgare il sangue a fiotti

    A quanto pare vi ho sottovalutati per bene... Avevo intuito che voi due non eravate di un livello comune, ma scampare così al mio potere non è da tutti... Sono un Kurama, per rispondere alla tua domanda... Conosci il mio clan?

    Dissi ancora parzialmente stordito ma ormai quasi del tutto lucido.

    Voi chi siete? Ti ho addirittura visto andare in giro senza testa... Ma sopratutto... Come mai sono qui? Cosa volete?

    Chiesi infine iniziando a guardarmi intorno per cercare di capire dove mi trovassi. Quelle domande non erano dettate da un reale interesse quanto più dalla speranza di ottenere un po di tempo. Da quello che avevo visto, il mio aguzzino sembrava quello dei due più loquace ed il giocare su quello poteva essere la carta vincente.

    Qualcosa non torna... Gli eventi non combaciano, non posso aver fallito la dislocazione... Avevo ormai lasciato il campo di battaglia e di certo Torma non può avermi raggiunto correndo... L'unica spiegazione è che sono finito vittima di un Genjutsu... Che vergogna... Vittima di ciò in cui io dovrei essere specializzato... Quegli occhi, deve essere stato per quegli occhi... Ancora una volta sono risultato inutile di fronte a quel potere...

    Nella mia mente iniziai a ragionare su ciò che era accaduto e sulle scelte fatte, ma ecco che una voce giunse alle mie orecchie

    Shaka... Shaka... Distruggi l'uomo di fronte a te... Solo così accrescerai il tuo potere... Solo così potrai compiere la tua missione... Il potere è ciò che devi raggiungere!

    la voce di Buddha mi aveva di nuovo raggiunto ma una sorta di inquietudine mi attanagliava il petto, e non per il dolore fisico che si, mi opprimeva. Qualcosa di ben peggiore in quel momento si stava facendo strada in me dopo tanti anni: il dubbio. Ciò che avevo visto in quella che probabilmente era stata un'illusione mi aveva scosso, il modo in cui Surgi aveva gettato via la vita di quel ragazzo inerme, l'usarlo come una pedina e gettarlo via come fosse spazzatura una volta divenuto privo di utilità. Quanto ero diverso da lui io? Io che avevo fatto da giudice giuria e carnefice per centinaia, anzi migliaia di uomini su quella spiaggia... Io che non avevo battuto ciglio per le vittime morte in quella tragica guerra... Cosa stavo diventando? E per cosa? Era davvero quello il volere di Buddha? Dovevo davvero essere il suo emissario di morte? Le conseguenze delle mie azioni dovevano essere importanti ma io, seguendo quella voce nella mia testa, non vi avevo mai dato il minimo peso... Ma cosa poteva essere se non la voce di Buddha? Su quello avevo praticamente basato la mia vita, su quella convinzione avevo stabilito il mio modo d'essere... Un tarlo allora si insinuò nei miei pensieri andando a richiamare un ricordo della mia infanzia. Quando ricevetti il sigillo Uzumaki atto a bloccare la personalità demoniaca che portavo dentro di me, fu quel maledetto monaco a farlo, contro la sua volontà, ed ecco un breve istante di quell'evento tornare vivido dinnanzi ai miei occhi. Per un breve secondo, quell'uomo ghignò sadicamente. Fu da poco dopo che io iniziai a parlare con Buddha...

    Brutto figlio di...

    Pensai tra me e me avendo sempre più chiaro ciò che poteva essere successo, ma quello non era il momento giusto per perdere il controllo in preda al passato... Sarebbe potuto essere fatale... Sopratutto se avevo ragione... Cercai così di tornare con i piedi per terra e di pensare invece a come uscire da quel casino.

    Azioni:
    //

    Resistenza 600 - 100 = 500
    Stamina 175

    Note: Bel risvolto :D Vediamo come va, come dicevo non sono stato felice di fare le scelte che ho fatto ma Shaka è un pò così. Sul finale anche io avrei voluto combattere un pò ma Shaka ha rischiato troppe volte di morire per correre rischi contro avversari palesemente più potenti avendo anche consumato molte energie... Ora vediamo come va avanti :please:

    Rinota: un grazie a Dan e Prompto che hanno dato la scintilla al cambiamento di Shaka :shifty: spero di sopravvivere e dare a tutti modo di vederlo :please:


    Edited by Roy90 - 17/3/2019, 14:44
     
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    Un gioco di luci abbaglianti ed innaturali inondò la piazza, ghermendo la vista degli Shinobi presenti sul posto e fortunatamente solo quella, dato c'era ben altro in gioco. Un bagliore aureo, un flash di epico fulgore fu letteralmente annichilito da un un'opprimente e asfissiante manto rubino, sgorgato dagli occhi di Surgi ed in grado di inibire, annullare e spezzare la potenza del primo Genjustu come un sottile fuscello.
    Prompto aveva sperimentato in prima persona quel potere, l'intensità ed il vigore di quello sguardo malato, sadico, ma concentrato in una sola persona, su una sola vittima e non su un'area di decine e decine di metri.
    Non serviva dunque altro per motivare lo stato di cosciente catatonia del Chuunin della Pioggia che, sebbene vantasse una discreta competenza nelle arti magiche, comunque di gran lunga inferiore rispetto a quelle del suo aguzzino, era poco versato in quelle illusorie, di cui Surgi aveva dimostrato di essere uno dei migliori utilizzatori.
    Il Chuunin era ancora a terra, ogni respiro gli bruciava in gola come se costretto ad inalare delle lingue di fuoco e con il collo tumefatto ed segnato dall'ecchimotico stampo della mano di Surgi, che fino a qualche istante prima si era divertito a torturarlo; gli occhi gli lacrimavano, lui era forse l'unico testimone oculare di quello scontro di luci, probabilmente gli altri si sarebbero fatti scudo con le mani al fine di salvaguardare la propria vista.
    Due lacrime di sangue macchiavano il viso del Mukenin, la cui attenzione era rivolta alla finestra di una abitazione abbastanza lontana dalla loro posizione, che Prompto non riusciva a mettere bene a fuoco, accecato ancora dal precedente bagliore.

    Fermo, me ne occupo io.
    Prima però continuiamo lo spiegone da dove ci siamo interrotti... ah, sì! Allora tipo veloce, sarai il nostro biglietto di ingresso insieme al biondo. Una volta recuperato il frammento, quei babbi rinchiusi all'interno elimineranno la barriera per tentare di riprenderselo e... AHAHAH! Già mi immagino la scena! AHAHAH!


    L'eccitazione per quello che Torma pensava essere un'imminente successo si manifestò letteralmente come folate di vento dall'andamento circolare, dei veri e propri vortici che emersero dai suoi piedi, dal suo corpo, un potere che Prompto sembrava aver già affrontato in passato, durante il suo primissimo incarico da cacciatore di taglie. Sfortunatamente, il suo stato attuale di coscienza non gli permetteva di elaborare pensieri complessi, o meglio, non gli permetteva di formularne alcuno, tanto invasivo era quel potere che l'aveva soggiogato.
    Inerme si trovava ancora in terra, il volto immerso in quella poltiglia di sangue e polvere, del tutto incapace di esercitare il proprio libero arbitrio, fino a che Surgi non lo afferrò per il braccio, strattonandolo e costringendolo ad alzarsi e forzandolo a dirigersi per la lunga scalinata alla volta del tempio che si ergeva sullo spiazzo ed, in generale, sul Villaggio stesso.
    Le porte del Tempio erano aperte, sebbene una sorta di scudo, una barriera impediva il libero passaggio al gruppo di criminali: addirittura la luce non riusciva a penetrare all'interno dell'edificio in maniera naturale, ma veniva distorta e riflessa da quella sorta di filtro, tale da occultare alla vista le fattezze dell'anticamera del luogo di culto.
    Un'energia familiare e ben conosciuta dal Kiriano permeava la struttura, ed una sua chiara manifestazione era proprio all'ingresso della stessa: i due criminali dovevano aver organizzato il crimine con particolare dovizia, avendo studiato le proprietà di quel sortilegio difensivo e essendosi muniti delle due
    chiavi necessarie a scassinare quella serratura magica.

    Surgi guardò Prompto e questi eseguì il proprio dovere: impose le mani sulla barriera, assaporando e saggiando le frequenze di quelle vorticose onde elettriche, meglio noti come Impulsi, quindi sincronizzò il proprio Chakra con quelle vibrazioni, dunque infuse la propria energia nella stessa.
    I due flussi cozzarono l'un con l'altro, vorticando lentamente in senso contrario, indebolendosi ogni minuto sempre più: le immagini divenivano progressivamente più nitide, sebbene ancora sfocate e poco definite, evidentemente l'assedio aveva bisogno di più tempo o semplicemente l'ariete impiegato nella apertura di una breccia non era sufficientemente potente, Prompto non era certamente al culmine della propria forma fisica, e ovviamente i suoi poteri risentivano di tale condizione.
    Le braccia tremavano sempre di più, i muscoli erano irrigiditi in uno spasmo doloroso: fitte lancinanti percorrevano le lunghe vie nervose che dalla periferia giungevano al cervello, il capolinea di quelle numerose tratte, tentando di evocare delle risposte adeguate alla sensazione dolorosa, risposta che tardava a comparire data l'inibizione causata dal Genjustu del Sangue.
    Eppure il dolore c'era e lo percepiva chiaramente, come anche il progressivo intorpidimento degli arti superiori dovuto all'emissione continua e forzata di Chakra Inputon da ogni suo punto di fuga: quel flusso sembrava danneggiare le cellule endoteliali dei suoi vasi sanguigni, causando il travaso nel sottocute di sangue che, una volta coagulatosi, si manifestava come petecchie o ecchimosi.



    Scusate il post un po' scarno.. domani edito e sistemo il tutto

     
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    La tartaruga ascoltò le nostre parole con un'espressione apparentemente indecifrabile, le varie rughe che solcavano il suo volto a malapena si muovevano mentre udiva tutte le nostre perplessità, sembrava quasi di osservare una statua, chissà cosa si celasse dietro quella sua apparente aria tranquilla ed indifesa, da un lato ero molto incuriosito da quel particolarissimo animale, dall'altro però ero notevolmente infastidito dalla tranquillità che ostentava in una situazione come quella, diversi civili erano prigionieri di pazzi omicidi e lui parlava come se la nostra unica preoccupazione fosse non saltare il thé pomeridiano. Appena finimmo di parlare potei notare il vecchio aprire leggermente la bocca e cominciare con lo stesso tono calmo di prima ad interloquire:

    "Ragazzo, non ringraziarmi. Non ho fatto nulla per salvarvi, se siete vivi è solo grazie a Katari, che ha disobbedito alle mie stesse indicazioni. Non so cosa le sia preso, sinceramente..."

    La sua risposta arrivò abbastanza inaspettata, sembrava che a lui non importasse davvero di noi, non di certo una cosa incoraggiante a dirla tutta, ma soprattutto non mi sfuggì il fatto che non rispose a nessuna delle domande che gli avevo posto in merito alla situazione né tanto meno a quel posto, si comportò come se non gliele avessi mai fatte decisi comunque di non aggiungere nulla lì per lì, limitandomi a lanciare uno sguardo eloquente al mio compagno che nel frattempo era diventato il centro delle attenzioni della tartaruga:

    "E cosa proporresti di fare, ninja di Kiri? Potrai dire quello che vuoi riguardo Dolph, ma non puoi considerarlo uno stupido, o uno che non impara dai propri errori: la prossima volta non perderà tempo e ti farà fuori subito. Ringrazia la buona sorte se sei ancora vivo. Riguardo alle persone in piazza... Dolph le sta usando per ricattarci: fare qualunque cosa significherebbe abboccare all'amo. Mi dispiace, ma non possiamo far nulla per loro."


    Istintivamente strinsi la leggera coperta che mi avvolgeva per sfogare un forte sentimento di rabbia ed impotenza che si stavano facendo largo nel mio cuore, il vecchio aveva a suo modo ragione, strategicamente parlando il suo discorso aveva senso, ma vedere parlare con una tale tranquillità che con quel tono sembrava sfociare nel menefreghismo di innocenti persone, uomini, donne e bambini dandogli praticamente la stessa importanza di bestie da macello mi stava davvero facendo infuriare:

    "Se volete potete andare a ringraziarla, visto che ha rischiato la vita per venirvi a salvare. Visto che ha partorito da poco, ora sta riposando nell'ultima stanza sulla sinistra alla fine del corridoio. Sentitevi liberi, come ho già detto, di usare i letti per riposarvi e la mensa per rifocillarvi. Addio."

    Genoh non attese altre eventuali domande, disse quelle ultime parole e si allontanò senza troppi riguardi verso il corridoio e fuori dalla mia vista, lasciando dietro di sé solo il rumore dei suoi lenti e ritmici passi. Per diversi secondi rimasi in silenzio, sia per metabolizzare al meglio la mole d'informazione che avevo ricevuto e sia per calmare quella breve ma intenso scatto d'ira; appena mi sentii meglio rivolsi nuovamente lo sguardo verso Atshushi:

    "Non fraintendermi, sono felice che loro ci abbiano salvato, ma qui qualcosa non torna, la tartaruga non ci ha detto praticamente nulla sulla situazione, come ci hanno portati qui, come ci tengono al sicuro, per di più da come parla sembra non solo che non abbia interesse per vita degli abitanti del villaggi, ma sembra anche che non condanni l'operato di questo Dolph, da come parlava sembrava quasi volerlo giustificare...speriamo bene..."
    Gli dissi esattamente quello che avevo in testa senza filtri, poi però mi resi conto di essere stato poco delicato e con sguardo dispiaciuto aggiunsi dell'altro:

    "Ah...perdonami, non ti ho chiesto ancora scusa per come è andata sul campo di battaglia, mi sono preoccupato di affrontare quei tizi e proteggere gli abitanti e non ti sono venuto a dare un mano contro Dolph, mi dispiace...tra l'altro non preoccuparti, quando ti ho visto attaccarmi sul finale ho ipotizzato che fossi sotto il suo controllo in qualche modo, tranquillo non serbo rancore, l'unico con cui ce l'ho in questo momento è me stesso..."

    Mi sentivo profondamente deluso dal mio operato, ci sarebbero stati mille modi in cui avrei potuto gestire tutta la situazione e alla fine se non fosse stato per quella donna avrei fatto morire entrambi senza aver risolto nulla, al prossimo incontro con quel criminale non avrei dovuto fare errori. Finito di parlare mi sarei alzato lentamente in piedi, controllando che tutti i miei muscoli rispondessero in modo corretto, poi dopo aver risposto ad eventuali domande del mio compagno avrei avanzato un suggerimento:

    "Senti...ti va di accompagnarmi a ringraziare questa Katari? Oltre a volerle riportare la mia gioia di essere sopravvissuto ad un'orrenda morte forse potrebbe darci qualche informazione in più sulla situazione, sperando che sia più collaborativa di Genoh..."

    Se Atshushi avesse condiviso il mio intento mi sarei diretto insieme a lui verso il luogo dove la tartaruga mi aveva precedentemente indicato, al momento aveva molto poco da fare e raccogliere informazione sembrava la cosa più proficua in quel frangente.


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    III



    -Io… io non posso crederci…-

    Sussurai a me stesso, sbigottito dalla risposta della tartaruga. All’esterno delle mura del tempio il sangue scorreva copioso invece lui ci trattava con una sufficienza snervante e con l’inquietante quiete del mare gelido del nord.
    Strinsi i pugni, cercando di convincermi della giustezza della supposizione di Genoh.

    -Se non possiamo uscire per evitare di fare il loro gioco, siamo certi che loro non riescano a fare irruzione?-

    Avevo provato sulla mia pelle la resistenza della barriera che schermava la complessa struttura dall’esterno, ma se i nostri nemici erano organizzati come affermava l’animale parlante, cosa poteva renderlo tanto certo di essere al sicuro?

    Evitando tutte le nostre domande, lasciò me il mio compagno soli nella stanza. Non prima di averci velatamente consigliato di andare a porre i nostri ringraziamenti alla nostra salvatrice. Katari, una donna appena diventata madre, ora ferita per essersi esposta a un pericolo mortale pur di salvare due ninja sconosciuti. Un’eroina.

    Sentivo il bisogno di ringraziarla personalmente poiché non ne avevo avuto ancora occasione, ma al contempo non potevo arginare il senso di fastidio per essere stato nuovamente incapace di fronteggiare la situazione.
    Jin mi parlò rompendo il silenzio che aveva seguito l’uscita di scena di Genoh.

    -Sono d’accordo con te. Non capisco perché la tartaruga nutra sentimenti così contrastanti con quel Dolph…- sospirai e mi passai le mani in faccia, poi volsi lo sguardo al mio connazionale. -Cosa ne pensi di questo tempio? Possiamo fidarci quando dice che qui siamo al sicuro. Sono certo che avranno un piano per oltrepassare le difese di questo edificio.-

    Mi tornarono in mente le parole di un libro letto tempo addietro e le ripetei così come le ricordavo.

    -Un esercito quando prende d’assedio una roccaforte, chiede prontamente di trattare con gli assediati e nel frattempo scava segretamente gallerie per far crollare le mura. Jin, ho paura che possano sciamare all’interno come cavallette sul grano da un momento all’altro. Ci sarebbe un massacro…-

    Jin mi guardò accigliato e lessi una sorta di dispiace nei suoi occhi neri. Si scusò per com'era andata lì fuori, sorprendendomi perchè ero certo di essere stato io il problema e non lui.

    -Sono io a scusarmi con te per il casino che ho combinato. Mi dispiace non essere stato d’aiuto e di essermi fatto manipolare. Ho cercato di fare del mio meglio, ma purtroppo mi sono fatto raggirare come uno stolto.-

    Mi toccai il fianco destro, pensando che se anche fossi stato in salute il risultato non sarebbe stato diverso. Non potevo incolpare la mia convalescenza per la mia inettitudine.

    -Forse ho sbagliato a intraprendere questa missione… non sono pron-to…-
    Parlando con voci flebile, distolsi lo sguardo.
    Avrei voluto piangere e fu come ingoiare una pietra. Riuscii a controllarmi, ma ero ancora un imberbe ragazzino, forse non ero davvero pronto per quella missione. Forse aveva ragione Nomosi, ero uno degli ultimi eredi di una stirpe secolare, ma per il resto non valevo nulla come ninja o come persona. Non avevo amici, non avevo famiglia, non avevo ideali, non avevo veri e propri obiettivi. Come si poteva vivere senza i pilastri cardine di ogni vita umana?

    Mi riscossi dalle mie cupe riflessioni quando Jin mi propose di andare a fare visita a Katari.

    -Certo che sono d’accordo! Almeno inganneremo il tempo, per quanto possibile. Ma dopo non sarebbe meglio controllare l’ingresso del tempio? Sai, giusto per assicurarci che non stiano succedendo nulla di strano là fuori.-

    CITAZIONE
    Scheda

    Status Atshushi:
    Resistenza: 200
    Stamina: 450
    Protezioni:
    Testa Resistenza protezione:14 -Coprifronte di Kiri
    Busto Resistenza protezione: 80 -Giubbotto Ninja
    Avambraccia Resistenza protezione: 34 -Paravambraccia a Scaglie
    Mani Resistenza protezione: 34 -Guanti Placcati
    Cosce Resistenza protezione: 24 -Paracosce Laminate
    Stinchi Resistenza protezione: 44 -Calzari da combattimento

    Azioni:


    Note:
    Malus del 20 per cento a qualsiasi azione.
    Spero di non annoiarvi con questi miei post.
     
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    [Shaka Kurama]


    Chi ti fa credere di essere nella condizione di fare domande? Per lo più la tua non è stata neanche una risposta esaustiva... - continuò a sussurrare Torma. La sua mano libera sfiorò gli addominali di Shaka, cominciando poi a ruotare l'indice in prossimità di un punto in corrispondenza dello stomaco. In quel momento, Shaka avvertì la voce di Buddha.

    "Shaka... Shaka... Distruggi l'uomo di fronte a te... Solo così accrescerai il tuo potere... Solo così potrai compiere la tua missione... Il potere è ciò che devi raggiungere!"

    "E cosa ti fa credere che ci possa riuscire?"

    La voce di Torma risuonò in modo strano, completamente diverso da come aveva fatto poco prima. In effetti l'ex monaco si accorse di come le labbra del mukenin non si stessero muovendo, né tanto meno stesse effettivamente emettendo qualsiasi altro suono: ciò che aveva "sentito" proveniva dalla sua mente.

    "Come è possibile ciò? Chi diamine sei tu?"

    "Oh, ma allora è un vizio di famiglia! Che ne dici di parlare a quattrocchi, demone? Ti andrebbe?"

    ghrhshdfh_2
    La voce interiore di Shaka non ebbe possibilità di rispondere, poiché Torma aveva già iniziato a far qualcosa di decisamente non positivo. Con le punte delle dita impregnate di chakra, il criminale affondò di colpo la mano nello stomaco di Shaka, provocandogli una sofferenza lancinante. La mano sembrò proprio "entrare" nel suo corpo, sebbene non vi fosse traccia di ferita alcuna, e, afferrato qualcosa, cominciò ad estrarlo lentamente. A Shaka sembrò quasi che Torma stesse tirando fuori il suo stesso intestino tanto fu il dolore. All'inizio ciò che uscì dal monaco non aveva che l'apparenza di un tentacolo azzurro, ma quando Torma ebbe finalmente finito quella sorta di "rituale", il chakra estratto si condensò di colpo proprio al centro della stanza, assumendo delle fattezze umanoidi. Nel giro di un paio di secondi, nella stessa posizione apparì un essere dalla pelle rossa solcata da venature nere, orecchie a punta, capelli lunghi bianchi, e due enormi corna che partivano dalla fronte. Addosso aveva solo dei vestiti logori, ma ciò che avrebbe impressionato soprattutto Shaka era come quell'essere fosse esattamente identico a lui, ma non al lui attuale, bensì al se stesso di quando usò per la prima volta il suo potere innato.

    Che spettacolo, che spettacolo! Mi concederesti l'onore della conoscenza del tuo nome? AHAH! - esclamò Torma, estraendo la lama insanguinata dalla carne di Shaka e lasciandolo cadere a terra, ancora preda dei postumi del terribile dolore dell'estrazione.

    Il... mio nome è...

    -----------------------------------------------------


    [INTERVENTO ESTERNO!]
    Ormai la barriera era un tutt'uno con gli impulsi di Prompto. Surgi sorrise, mentre il chunin lasciava ora cadere le sue braccia sfinite lungo i fianchi. Un torpore quasi insopportabile le pervase qualche secondo dopo: una sensazione molto simile a ciò che si prova quando si tenta di tenere sollevato un peso al limite delle proprie possibilità per almeno una decina o più di minuti. Prompto come umano avrebbe avuto tutto il diritto di emettere un qualche verso di dolore, o di esprimere in qualsiasi altro modo quella terribile esperienza, peccato che lo stesso ragionamento non valesse per una marionetta. E a proposito di marionetta, qualcosa di anomalo accadde proprio l'attimo prima che Geralt potesse apprestarsi ad attraversare la barriera di chakra. Tutti i presenti poterono udire un rumore sordo, come quello di una spada che taglia del bambù, e l'attimo successivo il gigante di Surgi si ritrovò con il busto diviso in due. Ciò che stupì i più fu che la parte tagliata di netto non cadde a terra, bensì l'intero corpo scomparve come risucchiato da un vortice. Sparito il gigante, dietro di lui si manifestò una figura incappucciata, con il corpo coperto da un lungo mantello nero, ed il cui volto risultava impossibile da intravedere.

    E' ora di restituire ciò che non vi appartiene... alleati.

    Quella voce di natura femminile risuonò minacciosa persino per Surgi, che emise un paio di respiri affannosi mentre la sua arte oculare si manifestava nuovamente nei suoi occhi. Questi incontrarono nuovamente lo sguardo di Prompto, che venne ancora una volta preso a forza dal Chinoike per il braccio, e liberato così dal genjutsu. Finalmente la sua coscienza poté riaffiorare, seppur forse sarebbe stato meglio fosse rimasta sopita data la situazione. Ancora una volta venne sollevato di peso dal mukenin e lanciato proprio ai piedi della figura misteriosa. In quel l'unico momento, Prompto avrebbe potuto reagire, tentando di ribellarsi a ciò che fin'ora non era stato altro che un film proiettato davanti ai suoi occhi, ma la possibilità gli venne negata anche questa volta: si sarebbe subito reso conto di come il suo chakra fosse stato completamente assorbito dalla barriera, così come la sua stessa resistenza fisica.

    Cosa ve ne fate di una tale nullità? Perché vi siete scomodati per riprenderlo? - domandò Surgi alla donna, non nascondendo ai presenti l'ennesima, inquietante visione del sangue che lambiva i suoi occhi.

    Noi non ce ne facciamo nulla... IO ne farò qualcosa. - rispose, avvicinandosi successivamente a Prompto per sferrargli un pugno in pieno volto al fine di essere sicura non potesse nuocerle. Lo avrebbe poi afferrato per le vesti logore, avvicinando il proprio volto a quello del ninja. Prompto sarebbe riuscito a distinguere le fattezze della donna, ma la sua ignoranza riguardo i recenti avvenimenti non gli avrebbe permesso di riconoscerla. Senza dire altro, un altro vortice uguale a quello di poco prima partì dal fianco della misteriosa donna, risucchiando sia lei che il povero Prompto. Il manipolatore degli impulsi avrebbe perso i sensi in quel turbinio spazio-temporale.
    Una volta che se ne fu andata, Surgi scoppiò in una fragorosa risata.

    FIGLI DI PUTTANA! CREDETE DAVVERO CHE IO MI SOTTOMETTERO' AD UN UCHIHA?! QUEL RAGAZZO SARA' SOLO L'INIZIO! AHAH!

    Le sue braccia si alzarono al cielo, nel mentre che si consumava quell'atto isterico. Dopo qualche secondo un profondo sospiro fece riapparire nel suo volto la solita espressione apatica, e allo stesso tempo sparire il Ketsurygan dai suoi occhi. Portò dunque lo sguardo nuovamente su Geralt, per interrompere la tensione che si era venuta a creare.

    Non sono affari tuoi questi, hai un lavoro da sbrigare.

    @Roy scegli pure il nome del tuo demone completando la frase nel tuo post. Per ora, in seguito all'estrazione di esso, avrai i tuoi poteri innati dimezzati (ad esempio vorrebbe dire che se una tua illusione dovrebbe infliggere 600 di danno, ne infliggerebbe solo 300). Ovviamente adesso non sentirai più il tuo Buddha. I malus sulla riuscita sono tolti. A te.

    @Dan per te l'evento finisce qua. Puoi prenderti 100 di exp e la promozione a Special Jonin come bonus per il post di morte più bello (dovrai però necessariamente mettere almeno 10 punti in NIN per rispettare i requisiti). La tua promozione sarà resa ufficiale solo una volta tornato a Kiri... cosa che però non accadrà in un futuro troppo prossimo, perché la tua storia prosegue altrove...

    @Any e Shane potete usare anche gli eventi di questo post per arricchire il vostro prossimo.

    @Stompo e tisy il vostro post è legato a quello di Shane, perciò vi tocca aspettare lui.
     
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    La risposta che diedi per prendere tempo mi permise a stento di rendermi conto che, almeno in apparenza, mi trovavo in una specie di cella. Sia le pareti che il pavimento erano in pietra e non era nemmeno così spaziosa, in un certo senso somigliava alla cella dove ero stato prigioniero alla Fossa, solo senza alcun arredamento e con un carnefice sanguinario come servizio aggiunto. Quello che però accadde di lì a pochi istanti fu qualcosa di non poi così inaspettato, ma certamente sconvolgente. Quando udii nuovamente la voce di Buddha, ecco che Torma si intromise nella discussione con mio incredibile stupore.

    "Shaka... Shaka... Distruggi l'uomo di fronte a te... Solo così accrescerai il tuo potere... Solo così potrai compiere la tua missione... Il potere è ciò che devi raggiungere!"

    Quelle furono le parole di colui che credevo esse Buddha, ma che aveva già iniziato a darmi qualche dubbio. Dubbio che in quell'occasione avrei trasformato in certezza.

    "E cosa ti fa credere che ci possa riuscire?"

    Quella frase udita nella mia mente, senza che Torma muovesse minimamente le labbra, mi fecero capire quanto quell'essere poteva essere spaventoso.

    "Come è possibile ciò? Chi diamine sei tu?"

    Nel mentre fu qualcun altro a rispondere a tono al mukenin, ovvero quello che avevo sempre pensato fosse una divinità e che invece si rivelò essere tutt'altro.

    "Oh, ma allora è un vizio di famiglia! Che ne dici di parlare a quattrocchi, demone? Ti andrebbe?"

    Demone, si! Ecco di cosa si trattava, i sospetti che avevo iniziato ad avere si rivelarono fondati e quella presenza nella mia mente non era altri che il demone Kurama mai realmente sigillato dentro di me. Per tutti questi anni si era divertito a minare la mia mente spacciandosi per Buddha ed inducendomi ad accontentare i suoi istinti depravati.

    Intanto il sadico Torma fece qualcosa con la mano, non so bene cosa o come, e riuscì incredibilmente ad estrapolare quella che sembrava proprio l'essenza stessa del demone, la sua materialità. Il dolore che sentii fu lancinante ma nel venire buttato a terra ebbi però modo quantomeno di cercare di riprendermi. Fui trattato alla stregue di un sacco di immondizia gettato via, non che mi dispiacesse, ma l'attenzione che stava riponendo sul demone era leggermente più preoccupante.

    Che spettacolo, che spettacolo! Mi concederesti l'onore della conoscenza del tuo nome? AHAH!

    Approfittai di qual momento di dialogo tra loro per tirarmi su e cercare a fatica di mettermi inpiedi, per contrastare il forte dolore causato da quella estrazione mi appoggiai schiena alla parete per poi premere con forza la mano sulla ferita ancora aperta alla pancia.

    Il... mio nome è... Loki!

    Loki, quel nome, evidentemente almeno su quello eravamo d'accordo.

    E così... Sei sempre stato tu non è vero? Altro che Buddha! Ed io idiota che ci ho creduto come un pollo! Maledetto!

    Esclamai in preda all'ira ma frenato sia dal sanguinamento che ancora lasciava macchiare di rosso la fredda roccia ai miei piedi, sia dalle fitte all'addome per l'estrazione appena subita. Più si andava avanti più quella situazione si faceva pericolosa, dovevo cercare di resistere all'ira e trovare il modo di andarmene, cosa sempre più difficile visto che qualcosa mi diceva di non dover lasciare lì quella parte di me anche se in un certo senso poteva essere un modo per liberarmene. Alla fine un'idea mi balenò in mente e mi lasciai andare alla foga del momento, lasciai che i sentimenti prendessero il sopravvento, cosa che non facevo da anni.

    Mi hai preso in giro ed ingannato per tutti questi anni! Tu e quel farabutto di monaco... Vi siete presi gioco di me! Ma me la pagherete entrambi... Tu per primo!

    Tentai quindi di scagliarmi contro il Demone come per colpirlo violentemente al viso ma, emulando, non poi così tanto, una fitta di dolore alla ferita, avrei lasciato cadere il mio corpo ai piedi di Loki, in modo da entrare in contatto con li, ed ansimando dal dolore. Cosa abbastanza facile visto che quel movimento mi aveva davvero causato una sofferenza non da poco.

    Ahhhhhhhh.....

    Se fossi riuscito ad inscenare questa simil recita, anche se con una più che considerevole base di verità, avrei sfruttato parte delle mi ultime energie per provare nuovamente ad usare la dislocazione, assicurandomi di trovarmi a contatto con Loki in modo da portarlo con me. Obbiettivo del mio spostamento sarebbe stato il mio primo sigillo, quello posto nei pressi del villaggio ove mio padre aveva vissuto i suoi ultimi anni.
    Azioni:
    Aggressione contro Loki -1
    Dislocazione Istantanea -65

    Resistenza 500 - 20 - 1 = 479
    Stamina 175 - 65 = 110

    Note:
    Maestro del Ninjutsu I (per lo sconto sulla dislocazione)
    Popolari/Linguistiche LvL II ( In caso servano per la messa in scena che penso sia abbastanza credibile date le premesse date in preda all'ira )
     
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    Un immensa ondata di luce bianca investì i nostri corpi, obblingando le nostre braccia a coprirci gli occhi.
    Non riuscii minimamente a capire da dove potesse provenire una tale luce da rischiarare tutto il circondario, ma non sembrava essere qualcosa di buono. Per qualche istante sentii qualcosa che non andava in me, come se un chakra esterno si stesse facendo largo all'interno delle vie nervose, provocandomi un leggero dolore alla testa. Ma come ho detto, non durò che per qualche secondo, poichè, una seconda ondata di luce cremisi ben più potente spazzò via la precedente e ristabilì l'ordine all'interno del mio corpo, o almeno così sembrava.
    Era successo tutto così velocemente che quasi non mi accorsi dei rivoli cremisi che rigavano il volto di Surgi, ma mi accorsi istantaneamente del coagulo di sangue che il ragazzo andò a creare sulla punta della sua mano.
    Mano che con fermezza andò a puntare una finestra di una palazzina non esattamente vicina alla nostra posizione.
    Riuscii a capire immediatamente cosa stava per accadere e sarebbe stato parecchio istruttivo il poter vedere la forza di Surgi all'opera, ma Torma decise di fermare la carovana sul più bello.

    Fermo, me ne occupo io.
    Prima però continuiamo lo spiegone da dove ci siamo interrotti... ah, sì! Allora tipo veloce, sarai il nostro biglietto di ingresso insieme al biondo. Una volta recuperato il frammento, quei babbi rinchiusi all'interno elimineranno la barriera per tentare di riprenderselo e... AHAHAH! Già mi immagino la scena! AHAHAH!


    E con ogni probabilità ci sarà un massacro.

    Espressi il mio pensiero ad alta voce nel mentre il potere di Torma si manifestava in tutta la sua bellezza. Delle folate di vento circolari cominciarono a fuoriuscire dai suoi piedi e persino dal corpo, facendolo svanire nel nulla... come se non fosse mai esistito.
    Finito il piccolo spettacolo di Torma, Surgi afferrò il ragazzo dai capelli biondi per il braccio e cominciò a trascinarlo per la scalinata, mentre con la testa ordinava al ragazzo dai capelli argentati di seguirlo, o forse il movimento della testa era per quella specie di zombie, ma sinceramente, poco importava.
    Arrivarono di fronte all'entrata e il biondo venne rilasciato dalla presa di Surgi e, contro la sua volontà, fu costretto a rilasciare sulla barriera un chakra che non avevo mai visto. Delle strane onde cominciarono a muoversi sulla superficie della barriera, che secondo dopo secondo divenne sempre più sottile.

    Appena si riuscirà a vedere dall'altra parte, usa la tua abilità e passa. Quello che cerchi è custodito in una sala circolare, non difficile da trovare, e ha l'aspetto di una pietra. Uccidi pure tutti quelli che ti ostacoleranno, basta che riporti a noi il frammento. Del resto che è custodito all'interno, potrai fare quello che vuoi come d'accordo una volta terminato il tutto.

    E così, aspettammo tutti quanti che la barriera crollasse su se stessa.
    Non ci volle neanche molto, giusto una decina di minuti, in cui il mal'andato ragazzo crollò assieme alla barriera.
    Non potevo immaginare cosa stesse realmente provando il biondo, ma a dirla tutta, non me ne fregava neanche molto.
    Nel mentre, l'argenteo stava per apprestarsi a sfondare la barriera, quando un rumore sordo e secco si fece strada all'interno della piazza.
    Ci voltammo tutti quanti verso l'origine del rumore e rimasi sinceramente stupito da quel che vidi. Non lo diedi troppo a vedere, ma il corpo tagliato di netto del gigante che veniva risucchiato era qualcosa che non avevo mai visto.
    L'artefice di ciò era una figura incappuciata e avvolta da un lungo mantello nero dalla quale si poteva udire una voce femminile.

    E' ora di restituire ciò che non vi appartiene... alleati.

    La minacciosità di quelle parole venne percepita da tutti, persino da Surgi che cominciò a respirare affannosamente mentre riattivava il Ketsuryugan.
    Rimasi un attimo perplesso da tutta la situazione e decisi di sedermi tranquillamente sul carro, mentre il piede sinistro si posizionava su di una cassa la vicino.
    La preoccupazione scaturita dalle parole della donna scemarono dopo pochi secondi... non credo minimamente di essere superiore, ma in quel determinato momento non riuscivo a sentirmi in pericolo. Sapevo di non essere il suo bersaglio.
    Durante tutta la situazione, Surgi liberò il biondo dal suo soggiogamento e lo consegnò alla donna.

    Cosa ve ne fate di una tale nullità? Perché vi siete scomodati per riprenderlo?

    Noi non ce ne facciamo nulla... IO ne farò qualcosa.

    E le dure nocche della donna andarono ad impattare col volto del ragazzo pelle ed ossa, facendolo svenire da li a poco.

    Ahia.. quello fa male.

    E quasi neanche il tempo di finire la frase, un ennesimo vortice risucchiò i due al suo interno. Fu a quel punto che Surgi cambiò in una maniera mai vista fino a quel momento.

    FIGLI DI PUTTANA! CREDETE DAVVERO CHE IO MI SOTTOMETTERO' AD UN UCHIHA?! QUEL RAGAZZO SARA' SOLO L'INIZIO! AHAH!

    Scaturiva isteria da tutti i pori e per qualche secondo nessuno osò neanche fiatare, almeno fino a quando l'apatia non si riappropriò del corpo del ragazzo.

    Non sono affari tuoi questi, hai un lavoro da sbrigare.

    Avrei una domanda, se posso. A che servirebbe questo frammento che state cercando tu e Torma?

    Troppo sfacciato? Probabile.

    Edit: Ho modificato la domanda finale, che non aveva senso prima :asd:


    Edited by Anyone™ - 31/3/2019, 20:14
     
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    Il bagliore luminoso lasciò spazio ad un bagliore rossastro, proveniente da niente di meno che Surgi in persona. Quell'uomo stava dando prova di grande controllo e coordinazione, dimostrando ancora delle enormi capacità combattive e magiche. Non che avessi bisogno di ancora altre dimostrazioni. Lo scontro col Senju a cui avevo assistito prima mi aveva già messo in allarme sulle capacità dell'uomo. I suoi compagni lo avevano eletto "capo", probabilmente ben consci dei suoi straordinari poteri. Ed infatti riusciva, senza problemi, a mantenere in vita quel fantoccio enorme, palesemente controllato da lui, e sembrava aver in qualche modo stregato anche quel ragazzo nella cassa. Sembrava totalmente spaesato, perso nello sguardo e fisicamente debilitato.
    Comunque, Surgi dimostrò nuovamente altra prontezza di spirito e potere, individuando un intruso nella nostra area. Anch'io, sfruttando le mie capacità olfattive, percepii un altro odore, questa volta diverso da quelli conosciuti. Immediatamente mi accorsi di come Surgi stesse preparando un attacco, ma Torma, l'immortale, sembrava volersene occupare lui stesso. Prima di ciò, però, terminò con me.

    Prima però continuiamo lo spiegone da dove ci siamo interrotti... ah, sì! Allora tipo veloce, sarai il nostro biglietto di ingresso insieme al biondo. Una volta recuperato il frammento, quei babbi rinchiusi all'interno elimineranno la barriera per tentare di riprenderselo e... AHAHAH! Già mi immagino la scena! AHAHAH!

    Rimasi per un istante in attesa, domandandomi di aver fatto la scelta giusta. Introdurmi da solo in un edificio sconosciuto per recuperare un frammento di meteorite?! Il piano mi sembrava pieno di falle, considerando la presenza di ben più di un nemico all'interno del tempio. Perciò rimasi per un istante immobile, considerando anche l'idea di darmi alla fuga. Mi accorsi però di come le attività di ciascuno fossero già iniziate. Torma se n'era andato chissà dove, a far scontare la pena all'intruso, mentre Surgi trascinava il prigioniero. Alle mie spalle, invece, vi era quell'essere che faceva capo a Surgi. Il colosso, chiamiamolo così. Quell'essere, minaccioso e terribilmente resistente, serviva, forse, anche per impedire a ciascuno di noi "colpi di testa" improvvisi come, per l'appunto, lo scappare. Perciò seguii Surgi, ripassando le istruzioni fornitemi. Una volta giunti però di fronte all'ingresso, il capo dell'operazione si dimostrò comunque piuttosto scrupoloso e mi ripeté di nuovo il piano.

    Appena si riuscirà a vedere dall'altra parte, usa la tua abilità e passa. Quello che cerchi è custodito in una sala circolare, non difficile da trovare, e ha l'aspetto di una pietra. Uccidi pure tutti quelli che ti ostacoleranno, basta che riporti a noi il frammento. Del resto che è custodito all'interno, potrai fare quello che vuoi come d'accordo una volta terminato il tutto.

    Iniziò il procedimento di "rottura" della barriera, anche se, il mio atteggiamento prudente, non venne meno neanche in quell'occasione.

    D'accordo. Se dovessi incontrare problemi? Ci sono comunque elementi all'interno che probabilmente sarebbero in grado di darmi del filo da torcere...

    Pronunciai questa frase, terminandola, trasalendo per l'ennesimo colpo di scena della giornata: un altro intruso. Questa volta una figura sconosciuta si palesò ai miei occhi, non troppo lontano da me. Mi accorsi, inoltre, di come il colosso fosse stato distrutto da quella figura.

    E' ora di restituire ciò che non vi appartiene... alleati.

    La voce proveniente dalla figura, incappucciata e con mantello, sembrava quella di una donna. Restituire quel che non ci appartiene? Si riferirà sicuramente al ragazzo. Ma, incredibilmente, Surgi eseguì la richiesta della figura sconosciuta! Sorpreso per ciò che vidi, rimasi in attesa, pronto ad attivare il Jinton in caso la situazione potesse degenerare.

    Cosa ve ne fate di una tale nullità? Perché vi siete scomodati per riprenderlo?

    Noi non ce ne facciamo nulla... IO ne farò qualcosa.

    La donna colpì il ragazzo con un pugno, per poi scomparire.

    FIGLI DI PUTTANA! CREDETE DAVVERO CHE IO MI SOTTOMETTERO' AD UN UCHIHA?! QUEL RAGAZZO SARA' SOLO L'INIZIO! AHAH!

    Un Uchiha?! Rimasi di sasso di fronte a quella rivelazione. Mi trovavo tra due fuochi enormi, incandescenti: due traditori con degli enormi poteri ed un Uchiha venuta a reclamare qualcosa di suo. Chi era quel ragazzo? E dove se n'erano andati lui e la donna? A chi faceva capo quella sconosciuta? Avrei realmente riscosso una succosa ricompensa da quell'operazione? Mi domandavo, insicuro, osservando la barriera aperta.

    Non sono affari tuoi questi, hai un lavoro da sbrigare.

    D'accordo. Se incontrerò delle difficoltà però non ti assicuro di riuscire ad assolvere il compito.

    Iniziai quindi a radunare il chakra, plasmandolo, unendolo a quello della velocità. Il chakra Jinton iniziò a percorrere ogni zona del mio corpo, quasi irradiandolo. Una manifestazione d'energia incredibilmente potente, che mi offriva un discreto vantaggio in combattimento.

    Sono pronto!

    Esclamai, mettendomi in posizione. Sarei entrato nel tempio senza sfruttare il Jinton al suo massimo livello, per evitare di farmi individuare dal nemico. Perciò avrei sfruttato il chakra della Velocità soltanto per entrare nell'edificio.
    Scattai in avanti, chiudendo per un istante gli occhi, temendo che la barriera tornasse attiva proprio durante il transito da fuori a dentro. Ma ciò non avvenne. Non produssi un rumore particolarmente potente, d'altronde non attivai lo status supersonico, quindi disattivai il Jinton. Dopodiché iniziai a respirare l'aria all'interno del tempio, cercando di individuare odori familiari (come i due ninja che avevo visto combattere il colosso e Surgi sulla piazza). Inoltre, iniziai a guardarmi intorno, riflettendo sul come muovermi: "massima prudenza", mi dissi.

    Devo scalare l'uso del Jinton oppure no??
    Non ho descritto il tempio perché mi sembrava di aver capito di ruolare fino all'ingresso del tempio.

    Comunque sfrutto l'olfatto sovrasviluppato e le conoscenze geografiche di livello II per orientarmi lì dentro. Non so se sfruttare l'olfatto potrebbe permettere al mio pg di conoscere la posizione di qualcuno presente nell'edificio.
     
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    [Esterno del Tempio]

    [Shaka Kurama]


    Un vero e proprio senso di pesantezza, di pressione, pervase i presenti mentre il demone rivolgeva loro il suo sguardo. Quegli occhi privi di pupille, completamente bianchi, emanavano uno strano bagliore ad intermittenza. Nel mentre che Shaka sfogava la sua frustrazione per mezzo delle parole, Loki inclinava la testa di lato in lato, come se non riuscisse esattamente a capire la voce del suo "altro io", o meglio come se non gliene importasse nulla. Torma, dal canto suo, aveva ancora stampato in volto un sorriso malizioso, ed era intento a gustarsi la scena a braccia conserte. Quando Shaka inscenò la sua caduta per afferrare Loki, riuscendo a raggiungergli le caviglie, il mukenin incominciò a ridere fragorosamente, di nuovo. Fu allora, quando la dislocazione fu finalmente eseguita, che Shaka si sarebbe reso conto di come ancora una volta non avesse fatto i conti con i limiti del suo potere, o meglio con le sue potenzialità questa volta. Si ritrovò da solo alla sua destinazione, del demone non vi era più traccia: ancora una volta, era stato sopraffatto dal potere illusorio avversario, che stavolta, paradossalmente, si trattava della sua stessa abilità.

    Mossa sbagliata, caro amico cornuto. - esclamò Torma, scontrando tra loro le sue due lame retrattili.

    Patetico... insieme potevamo ottenere un potere oltre ogni immaginazione, e sarebbe stato a quel punto che lo avrei schiacciato. Invece tu, e lui, mi avete rovinato i piani. COME AVETE OSATO?! ME LA PAGHERETE! - l'urlo finale di Loki precedette lo sciogliersi istantaneo delle pareti che circondavano i due, che divennero una sostanza simile alla lava. Quello del demone Kurama di Shaka era un potere illusorio incredibile, fuori da quasi ogni schema per distruttività e possibilità d'utilizzo, ed investì il mukenin un attacco dopo l'altro. Torma venne bruciato, affogato, sferzato in tutto il corpo da taglienti raffiche di vento, impalato al muro... ogni sorta di illusione che il demone utilizzava contro lo jashinista, sembrava però essere vana. Ogni volta Torma si rialzava, ridendo, ed ogni volta il demone lo colpiva con più forza, esaurendo man mano tutte le sue energie senza procurare un vero e proprio danno al suo avversario.

    EHEH, ora capisco molte cose. Sai, quando ti ho avvertito per la prima volta, o meglio quando ho avvertito il tuo potere, pensavo saresti stata una bella gatta da pelare... invece mi è bastato così poco per capire i tuoi punti deboli, ed il perché tu avessi così tanto bisogno di quel tizio.

    CHIUDI QUELLA MALEDETTA FOGNA! IO NO- - Loki si interruppe di colpo, osservando con orrore come la sua mano destra stesse lentamente diventando sempre più trasparente.

    Mi sono divertito, anche se pensavo di unire l'utile al dilettevole sfruttandoti anche per altro in futuro. Mi limiterò a venderti al miglior acquirente, una volta sistemata la faccenda che ho lasciato in sospeso.

    Facendo scontrare un ultima volta tra di loro le sue due lame, Torma scattò a gran velocità verso Loki, appoggiandogli la mano destra sul petto prima che fosse in grado di reagire. Con un altro sorriso, fece uso di un fuuinjutsu, il "sigillo dei quattro simboli", per sigillare nuovamente il demone Loki, questa volta all'interno di uno strano vaso bianco posto ad uno degli angoli della stanza. Egli si sarebbe di nuovo trasformato in un agglomerato di chakra bluastro, finendo confinato dentro quel contenitore inanimato. Torma si sarebbe limitato infine a posizionare il coperchio e a sigillare il tutto con un talismano adesivo.

    Dai su, guarda il lato positivo: poteva andarti peggio... avrei potuto sigillarti in un cesso, AHAH!

    [Hakum]


    Surgi posò il suo sguardo sul ragazzo che aveva avuto il coraggio di avvicinarlo, analizzandolo attentamente.

    Ma tu guarda! L'idiota del mio commilitone mi aveva detto che noi due condividevamo lo stesso sangue, ma a quanto pare tu sei molto più stupido di me. Se non ti uccido seduta stante per aver osato avvicinarmi è solo per questo... e forse perché la tua spavalderia in fondo in fondo mi piace. - rispose Surgi, con un tono talmente calmo da far venire a chiunque la pelle d'oca.

    A cosa serve il Frammento? Se devo dirlo... a noi non serve a nulla. Torma fa tutto per divertimento, io solo per vedere raso al suolo questo posto. Il Frammento andrà nelle mani dello Yukage, anche perché da quella pietra è saggio starne alla larga. Invece, cosa ci fa un Chinoike in questo posto? Non dirmi che anche tu cerchi solo ricchezze come questo sterco che abbiamo assoldato... sarebbe deludente. Intrattienimi con la tua storia nel mentre che aspettiamo che il tizio veloce ritorni, su.

    [Interno del Tempio]

    [Geralt Aizawa]


    Permeando le sue fibre muscolari con il suo chakra innato, Geralt riuscì senza problemi ad oltrepassare la tanto temuta barriera; non avrebbe avvertito che alcuni leggeri formicolii dopo il passaggio, sensazioni che così come erano venute se ne sarebbero andate in nemmeno un minuto di orologio. Il traditore di Tetsu, una volta imboccate le scale verso il basso, si sarebbe ritrovato in un lungo corridoio di pietra, illuminato da alcune torce poste ai lati. Ai suoi lati vi numerose porte, alcune delle quali chiuse, altre leggermente aperte. Il corridoio finiva in una grande sala, occupata da dei grandi tavoli che però non avevano nulla sopra. Grazie al suo olfatto, il ronin riusciva ad essere consapevole di chiunque si muovesse vicino a lui. Nessun odore sembrava essergli però familiare, né tanto meno di qualche interesse, tranne uno, decisamente strano, che non aveva mai sentito prima e diverso da quello "umano". Alla fine, per lui non sarebbe stato difficile evitare le poche persone incontrate (tutte donne vestite con classici abiti bianchi da novizie del tempio) facendo uso delle sue arti, fino ad arrivare, dopo qualche minuto passato a girovagare nella struttura e ad osservare i presenti, dinanzi ad un grande portone spalancato. Esso dava su una stanza circolare, al cui centro vi era un piedistallo dalla forma piuttosto insolita. Sorretta da esso, una sfera emanante una strana aura violacea.

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    Dentro la stanza, assieme a Geralt, vi erano due ragazze, una delle quali portava un neonato in braccio, mentre l'altra era intenta a spazzare con la scopa il pavimento. A circondare il piedistallo, in una ampia circonferenza, vi erano delle postazioni lignee, di quelle comunemente utilizzate per appoggiare le ginocchia e le mani nell'atto della preghiera, le quali sarebbero potuti essere molto utili a Geralt come nascondiglio.

    Dai, che tra dieci minuti è l'ora della riunione! Deve essere tutto spazzato alla perfezione! - esclamò la ragazza che teneva il bambino, mentre l'altra le rispose con un sospiro e un cenno della testa. Le povere erano completamente ignare della presenza di Geralt nella stanza, ma il neonato sembrava stranamente agitato, fino a scoppiare in un fastidiosissimo pianto in risposta all'avvicinarsi di Geralt. Cosa avrebbe fatto il ronin per svolgere il suo compito?

    [Altri]


    Alla fine, i due "eroi" della situazione decisero insieme di recarsi a parlare con la loro salvatrice, forse l'unica che mostrasse un qualche interesse per loro in quel luogo. Giunti dove Genoh aveva indicato loro, e oltrepassata la porta socchiusa, si ritrovarono in una stanza praticamente uguale a quella che avevano lasciato. Distesa sul letto vi era Katari: una donna di bell'aspetto sui vent'anni, con capelli corti di colore violaceo. Il suo aspetto pallido e sudato esprimeva meglio di mille parole le condizioni in cui versasse in seguito al suo gesto.

    NONONO, cosa ci fate voi qui? Uscite subito! - esclamò una voce femminile da dietro i due, appartenente ad una monaca con degli asciugamani in mano.

    Va tutto bene... possono entrare. - disse invece Katari, la quale riusciva a malapena a muovere la testa. La monaca obbedì alla volontà della moribonda, mettendole subito un panno bagnato sulla fronte. Come nell'altra stanza, anche qui vi era un altro letto che i due avrebbero potuto sfruttare per sedersi.

    Tranquilli, è stato mio dovere salvarvi... non dovete ringraziarmi. Immagino avrete molte domande, e che mio "nonno" non vi abbia detto nulla. Scusatelo, ma non si fida di nessuno estraneo a questo tempio, anche se... io credo di potermi fidare di voi: ho visto come avete combattuto contro di... loro. Il ragazzo dai capelli castani... era un mio confratello, una volta. Egli non ha mai bramato il potere del Frammento, credo che stia facendo tutto questo per un altro scopo.

    Con dei respiri veloci, Katari avrebbe fatto una pausa dal suo discorso, anche per sentire le opinioni dei due prima di continuare.

    Il Frammento è l'ultimo pezzo rimasto della "Stella", un meteorite caduto secoli fa, e custodito nel villaggio di Hoshi fino a qualche anno prima della Quarta guerra ninja. Venne poi distrutto da un precedente Hokage, e solo il Frammento riuscì ad arrivare in questo tempio, che ora porta il nome del vecchio villaggio. Esso è la fonte di un grande potere per chiunque sia abbastanza forte da sopportare la sua pressione ma... si tratta di un potere che porta anche il suo stesso utilizzatore all'autodistruzione, così come il resto del mondo. Io... ho un favore da chiedervi...

    A quel punto del discorso, i suoi occhi divennero lucidi, ed il parlare già difficile era ora interrotto da dei piccoli singhiozzi.

    Tutto questo è accaduto a causa di quella pietra maledetta voi... dovete porre fine a tutto. Distruggete... il Frammento... ve ne prego. - disse infine, prima di perdere conoscenza.

    Non vi preoccupate, ha solo bisogno di molto riposo per riprendersi. Ha ragione: tutto ciò perché il Maestro si ostina a proteggere quel sasso, che fino ad ora ci ha portato solo disgrazie. Vi indicherò dove si trova, ma dovete sbrigarvi: tra dieci minuti ci sarà la riunione di preghiera quotidiana di fronte al Frammento. Io resterò con lei, non me la sento di lasciarla sola.

    La monaca avrebbe dunque indicato la strada per la stessa sala dove in quello stesso momento un infiltrato dall'esterno stava aspettando di entrare in azione. Ai ninja ci sarebbero voluti meno di due minuti per arrivare lì.

    Anche Roy ci lascia. La tua sarebbe stata anche una buona azione, ma sicuramente da non fare all'inizio, quando il potere del demone è massimo. Peccato sia andata così, perché con l'aiuto di Torma sarebbe stato relativamente facile riprendersi il maltolto. Per ora, fino a che non riprenderai il tuo demone in qualche modo, dovrai giocare con gli effetti dell'innata dimezzati. Fattelo aggiungere come malus alla scheda. Puoi prendere 80 di exp, 1000 di taglia, e andare in pace.

    @Shane Descrivi come vuoi le tue azioni stealth, e come arrivi al punto indicato. Poi puoi nasconderti come vuoi (io ti ho suggerito un modo nel post, ma non durerà molto). Il tuo obiettivo è dinanzi a te, e devi cercare di prenderlo senza farti scoprire. Vediamo cosa ne esce fuori.

    @Any eeh, finché non si muovono questi altri c'è poco da fare :asd:

    @Topi penso sia tutto chiaro per voi che avete ricevuto lo spiegone, finalmente.
     
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    Feci irruzione all'interno del tempio senza alcuna difficoltà. Avvertii un leggero pizzico sulla cute, probabilmente causato dalla barriera indebolita, ma per il resto nient'altro. Cominciai a scendere la scalinata che mi si parava di fronte, Sfruttando i sensi dell'olfatto. Cominciavo a percepire odori a me sconosciuti, mentre gli occhi mi mostravano un corridoio largo, sui circa quattro o cinque metri, con alcune torce che fungevano da illuminazione. In tutto il tempio, però, vi era un'illuminazione non molto forte, cosa che poteva andare a mio vantaggio.
    Cominciai la discesa, prestando ben attenzione agli odori attorno a me, ma dopo aver sceso qualche scalino, venni distratto da un odore sconosciuto, ma ben diverso da quello umano. Provai a decifrarlo, deducendone magari l'origine. Non riuscii a determinarne né la provenienza, né cosa lo producesse, ma dedussi facilmente che si sarebbe potuto trattare del frammento.

    D'altronde un frammento di meteorite non può avere un odore che posso conoscere....

    Mi dissi, continuando la discesa con maggiore attenzione. Iniziai a spostarmi per il corridoio, accorgendomi della presenza di numerose donne. Numerosi odori erano presenti in quell'ala del tempio, sia nelle stanze che davano sul corridoio, che nel corridoio stesso. Sfruttai quindi l'illuminazione precaria della zona per spostarmi con attenzione e con un'agilità quasi felina. Mi avvicinavo sempre più all'odore, al possibile frammento, senza però disdegnare di tanto in tanto qualche sbirciatina nelle stanze con la porta aperta. Ben due avevano delle monache che parlavano tra di loro, mentre in un'altra non vidi nessuno. Ovviamente semplici e fugaci occhiate, dettate più dalla curiosità che da vera e propria esigenza. Dopo non aver avvistato nulla di interessante, giunsi nei pressi dell'odore sconosciuto. Vi era un'enorme portone e non persi occasione per infilarmici dentro.
    Una stanza circolare conteneva all'interno, al centro di essa, un piedistallo con il tanto ambito frammento di meteorite. Vi era una strana mano a reggere la pietra, una zampa a dire il vero, composta di tre dita. La osservai per qualche istante, percependo l'odore della pietra come un qualcosa di "vivo". Un leggero brivido mi percorse la schiena, mentre con me vi erano altre tre individui. Due monache, una intenta a spazzare a terra ed un altra che reggeva un bambino. L'infante, che già prima di entrare nella stanza piagnucolava, non appena mi posizionai dietro delle panche di legno, cominciò a piangere in modo più concitato, come se percepisse la mia presenza.

    Dai, che tra dieci minuti è l'ora della riunione! Deve essere tutto spazzato alla perfezione!

    Esclamò la donna "armata" di bambino, esortando la compare ad affrettarsi con le pulizie. Non appena udii ciò trasalii, rendendomi conto di come il tempo a mia disposizione fosse in realtà piuttosto breve. Avevo un'occasione in quel momento per rubare l'oggetto e filarmela grazie al Jinton in pochissimi istanti. Meditai qualche secondo sul da farsi, accorgendomi di come in realtà fosse tutto abbastanza semplice. Ero ben nascosto, ma avrei potuto facilmente venir fuori e liberarmi delle due donne e, seppur a malincuore, del bambino senza alcuna difficoltà. Improvvisai, senza stare troppo a pensarci su, un piano piuttosto semplice ma rapido. Il più rapido possibile. Avrei cominciato armandomi di un kunai. L'avrei sfruttato per produrre un rumore, mirato a distrarre le due donne. Essendo di ferro, se gettati a terra, i kunai riescono a produrre un suono discretamente forte se lanciati contro una superficie. Non abbastanza forte da essere udito per coloro che sono al di fuori della stanza o in corridoio, ma capace di attirare l'attenzione dei presenti oltre me. Nello stesso istante in cui avrei lanciato il kunai, sporgendomi leggermente verso destra, avrei attivato il Jinton. Il kunai si sarebbe dovuto infrangere, senza conficcarvisi, contro il muro dalla parte opposta alla mia, praticamente a sinistra delle due donne. Ciò avrebbe richiamato la loro attenzione un solo, semplice istante, ma quel singolo, semplice istante, sarebbe bastato a me ed alla mia Wakizashi, opportunamente allungata grazie alla diramazione del Chakra, per liberarmene. Essendo il bambino in braccio ad una delle due avrei puntato prima decapitarlo, per poi correggere nel mentre la direzione del colpo per tranciare di netto le teste delle altre due. Sarei piombato alle loro spalle con una velocità ed una precisione tale da non dar loro neanche il tempo d'urlare.
    Sembravo pronto, pronto a lanciare il kunai, quando un istante mi arrestai. In quel singolo secondo, un forte scontro avvenne nella mia testa. Mi bloccai un istante, uno solo, ma fu lunghissimo. Un senso di rimorso, di pietà e di grande tristezza mi avvolse, tutto insieme, un enorme mix letale, che mi fece esitare un attimo. Stavo andando avanti, calandomi sempre di più in un abisso d'orrore e morte da cui avevo sempre cercato in ogni modo di sfuggire. Per giorni dopo la Battaglia del Golfo degli Squali, mi convinsi d'aver agito per pura sopravvivenza, il ché forse era anche veritiero, ma ora quale alibi avrei potuto accampare? Stavo muovendomi sempre per sopravvivere, per incassare ryo preziosi e per farmi magari un nome come mercenario, ma a che prezzo? Uccidere persino dei bambini? Avrei sporcato la mia anima fino a quel punto? Sì, mi dissi, preparandomi ad eseguire il piano prefissatomi. Sguainai anche la Wakizashi senza produrre il minimo rumore, concentrandomi appieno. Sarebbe stata un'operazione comunque molto difficile e che avrebbe richiesto grande, grandissima destrezza ed abilità col chakra. Infondere il proprio corpo del Jinton in un istante e subito dopo, mentre si sferra il primo colpo, allungare la portata dell'arma grazie alla diramazione non era proprio un'azione da principiante. Non tanto per la difficoltà "magica" in sé, ma per la rapidità di successione che avrebbe richiesto. Mi sentivo in grado però di agire con tale sicurezza, d'altronde padroneggiavo senza difficoltà lo Status Supersonico, vera punta di diamante della mia innata. Quindi mi accinsi a lanciare il kunai, conscio che dopo quel lancio non sarei più potuto tornare indietro. Se quell'operazione fosse terminata con lo sterminio della cittadina (che era già avvenuto) e degli abitanti del tempio, anche il mio nome avrebbe figurato tra i partecipanti alla strage di massa. Io, Geralt Aizawa, che in cuor mio sognavo di cambiare le cose a Tetsu, di riunire magari il villaggio ed alzare un unico vessillo, rompendo magari i vecchi schemi retrogradi a cui ero stato sottoposto durante il mio addestramento, ero in procinto di aumentare le vittime provocate dalle mie spade. Anche se, giunto a quel punto, poco prima di lanciare il coltello, non avevo più dubbi su quel che fosse giusto fare per me. Un sentimento strano però oramai faceva capolino in me. Se da un lato la parte più ambiziosa della mia persona desiderava potere, soldi ed ancora potere, dall'altro lato rabbrividivo per quel che era il mondo al di fuori dei grandi villaggi. Povere persone ammassate in centri abitativi minuscoli, indifesi, vittime della furia omicida di due pazzi e di traditori mercenari in cerca di grana. In parte disgustato, osservai la mano che stringeva il Kunai aprirsi, mentre il braccio tramite il moto di esso accompagnava l'azione. Osservai quindi il Kunai nell'istante in cui si staccò dalla mia mano, iniziando nella medesima frazione di secondo ad attivare il Jinton in tutto il corpo. Non appena l'arma avrebbe impattato contro il muro sarei venuto fuori armato di Wakizashi, visto che la Katana era fin troppo lunga per essere estratta da accovacciato, ed avrei immesso il mio chakra nella lama, irrorandola, allungandola e rendendola tagliente come non mai. Quelle due ed il bambino sarebbero morte prima di accorgersene. Avrei messo fine alle loro sfortunate esistenze, colpevoli solamente di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. Dopodiché, sperando di mantenere la lucidità, avrei tranciato la mano di una delle donne e me ne sarei servito per afferrare quel frammento. Una piccola precauzione, visto che la pietra mi trasmetteva un senso d'angoscia e reverenziale timore. Non volevo entrarci in contatto direttamente, perciò avrei optato per la mano di una delle morte... Tanto a loro non sarebbe servita.

    Geralt vecchio mio... Se esiste un giudizio divino dopo la morte spera che arrivi il più tardi possibile, quel che stai per fare non lo ripagherai neanche tra mille anni..

    Sentenziai in silenzio, mentre osservavo il kunai volare verso il muro. Durante quel secondo accadde un'altra cosa, molto strana e bizzarra. Ripensai ai miei trascorsi, alla voglia di emergere ed all'insofferenza verso l'autorità. E mi accorsi come, in ogni occasione, ci fosse sempre un qualcosa di sbagliato in me. Al contrario dei miei compagni non provavo vero rispetto per i miei superiori. Li osservavo sempre, squadrandoli, cercando il contatto visivo, come a comunicare loro come non li ritenessi i MIEI capi. Quando ci cimentavamo in prove fisiche, durante il periodo da recluta, il mio individualismo veniva fuori. Finché, quando mi trovai a lottare per la mia vita, abbandonai il maggiore Aaron Matsagi alla morte ed uccisi dei ninja per disertare. Tutto esclusivamente per seguire me stesso, le mie idee, la mia vita e salvaguardare il mio futuro. Mosso sempre dal bisogno d'emergere come singolo, mosso sempre dal desiderio di evadere dagli schemi ed arrivare al traguardo nel modo più rapido. La mia abilità innata sintetizzava perfettamente ciò che ero. Mi muovevo veloce per arrivare al traguardo, concentrato solo sulla meta senza godermi realmente il viaggio. Ma, stavo lentamente scoprendo, come, da dopo la diserzione, tutto cominciava ad apparire più chiaro e godibile. Il pericolo, il combattere per la propria vita costantemente mi stavano facendo apprezzare anche il viaggio e non solo il traguardo. Ero pronto a sporcare la mia vita... Di nuovo.


    E questo è.... Sì, Geralt è una merda umana. Spero però di aver reso molto l'idea del mio pg, visto che ci tengo molto a non farlo sembrare una macchietta. Il post è molto "brain-oriented", concentrato soprattutto sui pensieri del ronin in un momento simile. Geralt, da quando l'ho ruolato, ho sempre cercato di farlo sembrare attento e ligio ma sempre con qualche stortura a sporcarne il disegno. E vorrei pian piano, visto il tipo di vita che ora dovrà condurre, "sporcarlo" sempre di più. L'azione in sé è in pg poiché Geralt ha già ucciso per trarne guadagno (in questo caso per uscir vivo dalla Battaglia del Golfo degli Squali), ingannato ed ucciso alle spalle dei commilitoni senza un vero e proprio rimorso. E quest'atto serve a renderlo ancora meno equilibrato, più incline a trovare il metodo più violento e facile per risolvere i problemi. Spero funzioni.
     
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    "Mmm sì in effetti pensandoci bene non è una cattiva idea, magari dopo essere passati da quella ragazza potremmo fare un sopralluogo, nel frattempo teniamo gli occhi bene aperti"

    Risposi alla domanda del mio compagno con già entrambi i piedi fuori dalla porta, oltre a volerla ringraziare in modo sentito per come mi aveva e ci aveva salvato la vita speravo che almeno lei potesse aiutarci a fare luce su tutta quella situazione, troppi punti interrogativi si stavano facendo largo nella mia mente e più passava il tempo e meno riuscivo a farli tacitare. Le indicazioni che ci aveva dato Genoh mi permisero di orientarmi facilmente in quel luogo, complici sia il mio innato senso dell'orientamento e sia la semplicità del posto stesso, apparentemente una semplice serie di corridoi in pietra spogli intervallati da stanze o chiuse o strutturalmente identiche a quella in cui mi ero risvegliato io, la vita che dovevano compiere i monaci in quel tempio doveva essere davvero minimalista e difficile, non li invidiavo di certo. Lungo il tutto sommato breve tragitto cominciai a fare qualche tentativo per testare il mio udito, notando con profondo dispiacere come questo risultasse ancora danneggiato, era davvero estraniante poter sentire così poco del posto in cui mi circondava, mi sentivo mutilato, nudo e paradossalmente quasi ceco, senza rendermene conto avevo da sempre fatto un profondo affidamento sul quel senso assai sviluppato e saperlo così indebolito era qualcosa che faticavo ancora ad accettare. Arrivati a destinazione trovammo una porta socchiusa che aprii delicatamente e non appena feci capolino con la testa venni accolto da un'accalorata voce femminile:

    "È permesso?"

    "NONONO, cosa ci fate voi qui? Uscite subito!"

    La donna in questione era una monaca con degli asciugamani bagnati in mano che stava al capezzale di un letto dove era distesa una ragazza dai capelli violacei, indugiai diversi secondi sul suo profilo e sul suo viso che malgrado l'aspetto stanco ed indebolito risultava comunque molto più che gradevole, tempo che mi impedì visibilmente di reagire alla sfuriata subita:

    "Va tutto bene... possono entrare"

    La ragazza, senza muoversi dal letto né girare la testa, pur parlando con voce flebile e debole, sembrò riuscire a rassicurare la monaca che si limitò ad adagiarle l'asciugamano sulla fronte senza aggiungere altro. Riprendendo un attimo possesso delle mie facoltà mentali mi resi conto della presenza di un ulteriore letto affianco a quello della giovane, così decisi di facilitarle il compito andandomi a mettermici seduto sopra, permettendole così di potermi vedere senza dover fare sforzi; avvicinandomi a lei ebbi tra l'altro il tempo di collegare quella situazione e quello che ci aveva detto precedentemente la tartaruga e mi spiegai cosa avesse la ragazza, non che ne sapessi molto ma di certo dare alla luce un bambino non doveva essere una cosa rilassante, la domanda che mi sorse spontanea però era dove e chi fosse il padre, ma lì per lì non mi sembrò il modo migliore per iniziare una conversazione con una sconosciuta:

    "Tranquilla non volevamo disturbare, eravamo solo venuti qui per ringraziarti di persona, se non fosse stato per te a quest'ora saremmo entrambi morti."

    Rafforzai i miei ringraziamenti portando le braccia attaccate al corpo lungo le gambe, alzandomi per un attimo in piedi e facendo un breve inchino prima di rimettermi seduto, l'avevo visto fare poche volte a mio padre e tutte le volte era stato quando voleva ringraziare qualcuno con tutto il suo cuore o per lo meno mi aveva detto così la prima volta che glielo avevo chiesto:

    "Tranquilli, è stato mio dovere salvarvi... non dovete ringraziarmi. Immagino avrete molte domande, e che mio "nonno" non vi abbia detto nulla. Scusatelo, ma non si fida di nessuno estraneo a questo tempio, anche se... io credo di potermi fidare di voi: ho visto come avete combattuto contro di... loro. Il ragazzo dai capelli castani... era un mio confratello, una volta. Egli non ha mai bramato il potere del Frammento, credo che stia facendo tutto questo per un altro scopo."

    Inizialmente la ragazza non disse nulla di nuovo, all'infuori forse di quel nonno che dal suo tono sembrava più un epiteto che uno stato sociale vero e proprio, era evidente comunque che parlare per lei in quello stato fosse uno sforzo non indifferente, un dettaglio che non mi sfuggì e che anzi aumentò la stima che avevo cominciato a provare per quella ragazza, quando poi nominò il frammento avvertii chiaramente il mio viso corrucciarsi in una decisa espressione di stupore, tanto che mi venne spontaneo chiedere:

    "Il Frammento? Di che cosa si tratta? E perché Genoh non ce ne avrebbe parlato?"

    Katari fece una breve pausa prima di continuare il discorso:

    "Il Frammento è l'ultimo pezzo rimasto della "Stella", un meteorite caduto secoli fa, e custodito nel villaggio di Hoshi fino a qualche anno prima della Quarta guerra ninja. Venne poi distrutto da un precedente Hokage, e solo il Frammento riuscì ad arrivare in questo tempio, che ora porta il nome del vecchio villaggio. Esso è la fonte di un grande potere per chiunque sia abbastanza forte da sopportare la sua pressione ma... si tratta di un potere che porta anche il suo stesso utilizzatore all'autodistruzione, così come il resto del mondo. Io... ho un favore da chiedervi..."

    Mano a mano che la giovane ci spiegava la situazione mi divenne tutto più chiaro, se davvero questo Frammento l'attacco in massa dei Mukenin aveva decisamente più senso, così come la diffidenza di quell'anziana tartaruga, ma se davvero l'obiettivo di Dolph non era prenderlo perché guidare altri a possederlo? Quali erano le sue mire? Quella spiegazione aveva sollevato un'altra decina di domande che però non sembravano destinate ad avere una risposta:

    "Tutto questo è accaduto a causa di quella pietra maledetta voi... dovete porre fine a tutto. Distruggete... il Frammento... ve ne prego"

    Quelle ultime parole furono intervallate da forti singhiozzi che collimarono nel suo svenimento, cosa che mi mise notevolmente in allerta facendomi schizzare subito in piedi; fu in quel momento che la monaca che l'aveva assistita prese la parola:

    "Non vi preoccupate, ha solo bisogno di molto riposo per riprendersi. Ha ragione: tutto ciò perché il Maestro si ostina a proteggere quel sasso, che fino ad ora ci ha portato solo disgrazie. Vi indicherò dove si trova, ma dovete sbrigarvi: tra dieci minuti ci sarà la riunione di preghiera quotidiana di fronte al Frammento. Io resterò con lei, non me la sento di lasciarla sola."

    Vedere una così bella ragazza arrivare quasi a piangere per la situazione ebbe lo stesso effetto di una stilettata nel cuore, ogni volta mi dispiaceva, mi doleva tantissimo vedere le persone soffrire e lei non fece eccezione, mi ci volle qualche secondo di concentrazione per evitare di finire in lacrime a mia volta e poter prendere la parola:

    "Onestamente non so che dirle, distruggerlo senza sapere bene cosa sia in grado di fare non mi sembra la soluzione ideale, le posso dire però che se dovessimo riuscire a tranquillizzare la situazione all'esterno farò rapporto ai miei superiori affinché venga spostato in un posto sicuro e lontano, cosìcché non possa più nuocervi, ma se è davvero ciò che stanno cercando quei Mukenin forse potrebbe esserci una soluzione per mettere tutti in salvo, anche arrivando ad usarlo come merce di scambio se dovesse rivelarsi necessario, la mia priorità del resto è e rimane l'incolumità vostra e degli abitanti che sono tenuti prigionieri, in confronto a quella per me quell'oggetto non vale più di un normale sasso."

    Cercai di parlare alla donna con la voce più decisa e rassicurante possibile, poi mi girai verso il mio compagno:

    "Meglio muoversi, prima vediamo con i nostri occhi questo manufatto e prima possiamo capire cosa farci, non penso che farebbe piacere agli altri monaci o a Genoh se ci trovassero lì dentro."

    Mi diressi a passo svelto verso la porta aperta della stanza, ma prima di uscire nel corridoio mi girai di scatto verso la monaca per dirle un'altra cosa:

    "Ah...ehm...se dovesse servile qualcosa o potessi fare qualcosa per aiutare la ragazza...ecco non esiti a chiamarmi!"

    A quel punto, visibilmente rosso in volto, mi sarei girato nuovamente verso la porta e a passo svelto mi sarei diretto versi la stanza che mi aveva indicato la donna, chiedendomi dentro di me che forma avesse quel famigerato pezzo di stella.

    Scheda
    Resistenza:1000
    Stamina:1000
     
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