Ad ognuno la sua ragione per combattere

[combattimento illegale]

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    [In un luogo imprecisato, in primavera]


    Presentarsi in quel postaccio a volto scoperto e usando il proprio vero nome sarebbe stata una pessima idea. Non si poteva mai sapere chi, per davvero, girasse nei bassifondi di quel luogo. In passato, quanto precisamente l'albina non sapeva, erano saltate delle teste per una faccenda del genere. Spionaggio e un traffico illegale di Gladiatori. Si chiamavano così quelli che erano costretti alla prigionia, lottando nella Fossa per la propria libertà, ad un prezzo assai alto. Sembrava ci fosse una talpa che era riuscita a collegare nomi a volti e, quando il giro era stato beccato, i bastardi che si occupavano di quegli spettacoli avevano dovuto recuperare baracca e burattini e trasferirsi altrove.
    Ci vollero mesi interi prima che le acque si fossero calmate.
    Sapendo ciò, Mokou non aveva la minima intenzione di far parte del gruppetto. Era lì solo per un motivo, esclusi i soldi, che potevano sempre fare comodo: lottare. Era sinceramente stufa degli allenamenti con i sottoposti di Fury. Solo Ban riusciva a tenerle testa, ma il suo carattere impediva all'albina di andarci troppo d'accordo.
    Ran ancora peggio, sembrava pichiasse Mokou solo quando c'era da darle una strigliata per il comportamento "poco educato", come diceva la corvina.
    Qualche scazzottata nella Fossa era decisamente meglio.


    Si presentò più anonima che mai, tanto che non si intuiva neanche fosse una ragazza nel pieno dell'adolescenza. Il corpo era completamente avvolto in uno stretto juban kimono nero (tradizionalmente per uomini, sicché non lungo fino ai piedi ma terminante in vita), tenuto fermo da una fascia piuttosto larga in vita. Anch'essa era nera, ma presentava una fantasia di petali dorati, che componevano righe e colonne piuttosto precise. Attorno alle spalle un haori (il soprabito atto a coprire il kimono, tipicamente maschile) di un viola assai intenso e scuro. Ai suoi bordi correva una fantasia bianca di ghirigori, rappresentanti gli arti di un drago, ovviamente per significato. L'hakama che fasciava le gambe non era troppo largo e copriva il resto del corpo fino ai piedi, rendendo quella figura completamente nera. A completare il tutto, non potevano mancare due importanti dettagli. Una mascherina forata, ovviamente nera, che copriva dal mento al naso della ragazza, lasciando scoperti solo gli occhi scarlatti, se non fosse che Mokou indossò anche un sugegasa. Era un semplice cappello a cono, fatto di bamboo, tipico dei contadini nelle piantagioni di riso. Era piuttosto largo e nero, come il resto dell'outfit. Grazia alla forma del copricapo, la ragazza fu in grado di raccogliere l'immensità dei suoi capelli in un ordinato chignon, che spariva completamente dentro l'indumento.
    Il risultato finale fu che era completamente irriconoscibile e, soprattutto, sembrava un uomo, per giunta un po' strano, dato tutto quel nero.


    Quando venne il suo turno scese nell'arena lentamente, con la testa alta e lo sguardo nascosto dal cappello. Nella Fossa l'illuminazione era scarsa, tuttavia il campo era assai grande. "Campo" non era però la parola giusta. Un'arena scavata nella terra e sistemata alla bell'e meglio. Tutt'attorno, già la folla strillava, fischiava e applaudiva. La maggior parte tenevano soldi nelle mani, sventolandoli verso i combattenti e sputando a terra. Gente infima, che scommetteva tutto ciò che aveva sulla pelle di altre persone.
    Mokou non aveva con sè le proprie armi se non la katana al fianco destro, infoderata. La mano corrispondente vi poggiava sopra, con delicatezza. Tutto il resto del suo equipaggiamento era al sicuro, nel Rifugio. Solo il polsino, al medisimo polso, faceva eccezione.
    Non pronunciò una sola parola mentre attendeva, e soprattutto ascoltava, la presentazione fatta da quell'ubriacone autoproclamatosi speaker, feccia della peggior specie. Probabilmente era in combutta diretta con i teatrani di quel posto. In ogni caso, la presentò come "Gekikara" e non disse molto sul suo conto, se non che aveva già vinto qualche duello, le poche volte in cui si era fatta vedere. Parlava al maschile, fortunatamente. Sembrava non fosse questione da donne, quella.
    L'albina attese quindi, dalla sua parte dell'arena, incurante di quella folla che a metà l'incitava e l'altra la scherniva. Per lei era solo feccia.

    Mokou Houraisan.
    Lascio l'attacco a Roy, ovviamente.
    PS: il regolamento di questa sezione è da stilare. Sappiate solo che sono duelli illegali dove si può morire, che il pubblico è sempre presente e ci troviamo in una zona imprecisata. Non scrivete troppi dettagli sull'ambiente per ovvi motivi. Ah, se non si fosse capito il posto si chiama "La Fossa". Roy, attieniti a ciò che ti ho scritto per mp sul perché il tuo pg si trovi qui.
    Aki, se ti servono dritte per l'arbitraggio contattami pure.
     
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    Yamashita Kazuma, una delle poche persone che potevo definire mio amico, era appena andato via e non nel migliore dei modi. Non si trattava tanto delle ferite che mi aveva lasciato sul corpo, seppur anche quelle fossero gravi, quanto la delusione lasciata dalla spaccatura che si era generata tra noi a portarmi per svariati minuti in un mondo tutto mio. Stavo ripensando a quando lo avevo conosciuto in quel mercato, alle varie chiacchierate che avevamo avuto modo di fare nella bella Kiri. Poi il mio viaggio ebbe inizio, la mia vita cambiò, ed infondo era giusto che mi lasciassi alle spalle tutto della mia vecchia vita.

    E così questo è un addio?

    Quel pensiero occupava tutta la mia mente quando un singolo e ben assestato colpo mi tramortì obbligandomi all'incoscienza.

    ---------------------------------------------------------------------



    Le palpebre iniziarono ad aprirsi, gli occhi azzurri lentamente tornavano ad abituarsi alle sconosciute forme che mi circondavano. Solo una luce soffusa illuminava quella specie di cella in cui mi trovavo, ci volle qualche istante affinchè riuscissi a riprendermi del tutto e fossi in grado di alzarmi ma ciò che potei vedere non potè che confondermi ancora di più. Le ferite che avrei dovuto trovare sul mio corpo erano sparite e non sapevo grazie a chi, non sapevo dov'ero nè tantomeno da quanto fossi lì. Migliaia erano le domande che in quel momento iniziarono a frullarmi per la testa, poi una voce mi scosse.

    Oh... La principessa qui si è svegliata!

    ---------------------------------------------------------------------



    Fu in quel modo che ebbe inizio la mia permanenza qui nella fossa, nei giorni successivi ebbi modo di iniziare a capire dove mi trovassi e sopratutto perchè. Ormai non era nulla che più che carne da macello gettata nell'arena per far divertire gli "spettatori". Tutta quella marmaglia non meritava di certo di vivere sul suolo di quel pianeta donato all'uomo da Buddha. Se ne fossi stato in grado avrei di certo fatto il suo volere sterminandoli tutti, ma non potevo ancora aspirare a gesta di tale portata. Non mi restava che attendere l'occasione giusta per liberarmi da quelle catene, infondo quella poteva essere un'esperienza istruttiva per me. Che quello fosse invero un percorso preparato per me da Buddha fu un'idea che si fece sempre più spazio dentro di me, così strinsi i denti e affrontai di petto quella situazione.

    Questo può davvero essere l'inizio di una nuova vita... Ormai sono solo, Virgo non è più con me... Yamashita ha rinnegato la nostra amicizia...

    Dovevo dare un taglio netto con il passato, e fu proprio con un taglio che decisi di iniziare quella "sventura". Fu più che altro il ricordo delle parole dettemi da qualcuno di ancora troppo distante da me in termini di forza a farmi compiere quel gesto. Dalla mia mano si sprigionò una lama di chakra che iniziai a muovere lentamente e via via sempre più ciocche bionde cadevano al suolo

    lwj2YD7

    Con quel nuovo aspetto, decisi di sfruttare anche il soprannome che avevo adottato dopo aver letto il diario di mio padre, così mi presentai come Odino ed intrapresi la via del Gladiatore dove "Sangue e Sabbia" sarebbero stati il mio pane quotidiano.

    ---------------------------------------------------------------------



    Giunse così il giorno del mio primo incontro, non potevo nascondere una certa agitazione ma dovevo in ogni caso andare avanti, infondo non avevo scelta. Vero è che volevo sfruttare quella situazione per migliorarmi, ma infondo non ero nulla più di uno schiavo costretto alla lotta. A passi lenti ma decisi entrai nell'arena, lì venni letteralmente surclassato dalle grida della folla presente tutt'intorno a noi, tutto quello mi ricordava in un certo senso l'arena degli esami Chunin, che quei candidati si sentissero come mi sentivo io ora mentre erano lì? Beh ovviamente io potevo avere in esclusiva il timore della morte sempre al mio fianco ed il sapore del sangue sempre impresso su ogni mia papilla gustativa, cosa che difficilmente i giovani shinobi di oggi avrebbero provato tanto presto. Dopo una breve occhiata ai dintorni mi dedicai a quello che doveva essere il mio avversario, certamente macabro ed inquietante con quel completo mono nero. Non avevo idea di chi fosse ne di cosa fosse capace, ma in qualche modo dovevo uscire vivo da quello scontro.

    Meglio non partire in quarta con le mie illusioni speciali... Usiamo un approccio più fisico per iniziare!

    Dissi tra me e me mentre il presentatore faceva il suo mestiere vendendo al meglio quell'incontro alla miriade di scommettitori presenti negli spalti.

    Gekirara... Che strano nome... Beh meglio non perdere tempo!

    Durante le presentazioni mi avvicinai lentamente percorrendo quello sconfinato campo polveroso fino ad arrivare ad una decina di metri di distanza dal misterioso uomo, distanza tale da permettermi di osservare i suoi profondi occhi scarlatti. Ancora pochi minuti e poi finalmente il via venne dato. Non esitai nemmeno un istante e, prima ancora di mettermi in guardia, tentai di sprigionare il mio chakra, grazie all'ausilio del sigillo della tigre, nell'area intorno al "pitch black" in modo da farlo cadere vittima di uno dei Genjutsu più fastidiosi che possedevo.

    Tecnica del Viaggio nell'Oscurità

    Ma che quel jutsu fosse andato a segno o no, io avevo già in mente una precisa strategia d'attacco a cui quello start faceva solo da contorno, per quanto utile sarebbe stata la sua efficacia, il mio prossimo passo sarebbe stato infatti quello di tentare una tecnica molto più complessa.

    Assimilazione di Tutto il Creato: Tecnica della Prevenzione dell’Attacco

    Se fossi riuscito ad eseguirla correttamente, mi sarei unito a quello stesso terreno polveroso su cui posavamo i piedi e, rapidamente, avrei tentato di raggiungere le spalle del mio avversario per ricomparire nella sua zona cieca senza fare il minimo rumore. Solo allora il mio attacco vero e proprio si sarebbe palesato, avrei iniziato a far confluire il chakra Katon di cui ero detentore e lo avrei convogliato in entrambe le mani mentre le protraevo verso la schiena del nemico. Se il procedimento fosse andato a buon fine, due lame infuocate si sarebbero generate andando direttamente a tentare di lacerare le carni di colui che mi si opponeva.

    Un tempo questa spada venne usata per tentare di uccidere me... Ora sarà l'arma che mi aprirà la strada verso il futuro!

    Shaka Kurama
    Azioni:
    Viaggio nell'oscurità -35
    Assimilazione di Tutto il Creato -35
    Spada di Fuoco della Prigione Celeste (2 lame) -80

    Resistenza 400
    Stamina 450-35-35-80=300
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    Il ragazzo che aveva davanti a sè, aveva qualcosa di familiare.
    Non riuscì a riconoscerlo a primo impatto ma quei lineamenti poco marcati e i capelli chiari le dicevano qualcosa. Quello stesso sentimento venne immediatamente spazzato via dalla consapevolezza di trovarsi davanti al proprio avversario. Che senso poteva avere in quel momento una distrazione del genere?
    Non c'era motivo di perdersi tra i pensieri. Bisognava combattere. L'incitamento della folla fomentava l'animo guerriero della ragazza, seppur cercasse di tenere fede alla propria maschera, mostrandosi impassibile agli eventi. Il volto tirato in un'espressione tesa. Sguardo vigile e attento a scrutare l'avversario. Concedeva tempo e il vantaggio della prima mossa, ma lei sapeva bene quanto studiare il nemico avrebbe portato lei, in vantaggio.
    Per cui attese e, tempo pochi secondi, i suoi sensi captarono indistintamente qualcosa. Un'oscurità avanzante, pronta a ricoprire ogni cosa e segregarla in un mondo spento e privo di stimoli. Un nero avvolgente che non spaventò Mokou, conscia di ciò che era in grado di fare quella particolare Arte Illusoria. [Conoscenze tecniche e del chakra livello III] Per questo non si scompose, ma impastò il chakra, attivando la propria arte oculare. Lo Sharingan a tre tomoe sarebbe brillato in entrambi gli occhi, al sicuro alla vista della folla ma probabilmente non del suo avversario.
    In ogni caso, il nero non cessava di avanzare e ben presto ricoprì ogni cosa attorno a lei. Era caduta vittima del Genjutsu fisicamente, ma non mentalmente.
    «Mmh...»
    Metterlo alla prova sottoponendogli la sua stessa Arte sarebbe stata la mosse dalla Mukenin. Non solo per saggiare le abilità altrui, ma anche per dimostrare le proprie. La propria discendenza era il suo orgoglio, indi dimostrare di poter creare illusioni più forte di quelle del biondino l'avrebbe riempita di orgoglio.
    Era impossibilitata con la vista e con i sensi, dato che quella distesa nera faceva in modo che lei non fosse altro che il centro di quel buco nero, dove tempo e spazio di distorcevano. Eppure, l'albina conosceva le proprie tecniche, sapeva di poter ripagare Odino con la sua stessa moneta.
    Mokou tentò di mantenere la concentrazione e agire in fretta, per compensare quel momento di stallo. Tentò di applicare all'ambiente circostante delle mutazioni che avvenivano nella sua mente, secondo il suo esclusivo volere. Sfruttando il chakra, queste avrebbero dovuto avvenire anche nel mondo terreno, modificandosi per volontà dell Shinobi, inglobando e compromettendo le menti dei presenti in quell'area. Non c'era bisogno che lei li vedesse, poiché avrebbe agito sull'ambiente in primis, mutandolo agli occhi altrui.
    Ma ciò che davvero voleva era spezzare l'illusione altrui, costringendo l'avversario a subire la sua, di influenza.
    Ciò che la sua illusione avrebbe mostrato all'avversario, sarebbe stato causa di un senso di perdita dell'orientamento e di impotenza. Infatti, chiunque si fosse trovato all'interno di quell'area maledetta, avrebbe chiaramente potuto sentire il mondo cambiare attorno a sè. Una persona qulsiasi, tra tante, avrebbe sentito il proprio corpo immerso e circondato da una sostanza vischiosa e umida. Si sarebbe intrufolata in ogni spazio angusto del suo essere e le avrebbe tolto il respiro. Un liquido rosso scuro, dal forte odore di ferro. Impossibile da respirare, il sapore del sangue si infilava nella bocca, l'odore nelle narici. Oscurava persino la vista. Il corpo della vittima sprofondava verso il basso, trascinato dal proprio peso mentre, guardando in alto, osservava una fioca luce allontanarsi sempre di più. Ed ecco che intorno a sè aveva visioni spaventose di giganti occhi neri, senza palpebre, che seguivano lentamente la discesa in quel buio sconfinato. Era impossibile muoversi mentre si affondava in una sabbie mobili di sangue.
    Così avrebbe potuto sentirsi l'avversario di Mokou e chiunque, anche tra la folla, avesse osato farsi catturare da quella tremenda immagine mentale. Un'immagine di vuoto e disperazione. Non c'era nulla che avrebbe potuto terminare la lentissima discesa di quel corpo immobile, al limite del proprio fiato.C'era solo da chiedersi cosa sarebbe venuto per primo: il soffocamento o la discesa nelle tenebre?

    Gekikara

    Azioni:
    - Attivazione Sharingan [III stadio |+45 riuscita base | -25 stam]
    - Illusione Demoniaca: Tecnica del Falso Ambiente [Scontro tra Jutsu | -10 stam]

    Stamina:
    [1000] -25-10 --> [965]

    Resistenza:
    [500] --> [500]

    Note:
    è un rischio ma on gdr è coerente con il pg: baso tutto sull'intrappolare Shaka nel genjutsu. Se dovesse fallire, ovviamente il resto delle sue azioni vanno a buon fine.
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    CITAZIONE

    Responso nr. #1


    Attacco - Shaka:

    - Viaggio nell'oscurità: Riesce non contrastata
    - Assimilazione di Tutto il Creato: Riesce non contrastata
    - Spada di Fuoco della Prigione Celeste: Riesce non contrastata

    Difesa - Gekikara:

    - Attivazione Sharingan
    - Illusione Demoniaca: Tecnica del Falso Ambiente: Fallisce per decisione arbitrale

    Danni:
    Gekikara:94+85= 179+ 140 a turno
    Shaka://

    Narrazione Turno:
    Lo scontro tra i due illusionisti comincia ed il primo ad agire è Shaka; che tramite la tecnica del viaggio nell'oscurità annebbia la mente e la vista dell'anonima Uchiha. Quest'ultima nonostante avendo attivato lo Sharingan non riesce a contrastare l'illusione nel modo corretto. Ciò la porta a subire due spade di fuoco dritte nella schiena venendo avvolta in un tornado di fiamme, dopo che l'avversario si era materializzato alle sue spalle indisturbato grazie alla distrazione dettata dal Genjutsu.


    Situazione Finale:
    Shaka dietro Gekikara, ad 1 metro e mezzo di distanza.
    Gekikara dentro il viaggio nell'oscurità. Inoltre è avvolta dalle fiamme della prigione celeste e subisce 140 danni a turno finché non estingue le fiamme.
    Attacco a Gekikara.



    Commenti Arbitro:
    Contrastare il viaggio nell'oscurità tramite il falso ambiente potevi anche farlo, quello che per me non è stato corretto in base alla tecnica è il tipo di illusione che hai descritto, che per me è prerogativa del Soggiogamento degli occhi rossi, che appunto ti permette di far vedere all'avversario tutto quello che vuoi. Il falso ambiente invece permette solamente di far credere al nemico di essere in un altro posto, di cambiare scenario, al massimo che cadeva in mare o cose simili, non ti permette di fare cose più elaborate come quelle, secondo me.

    Per il resto nulla da dire, se non che Roy adesso rischia di perdere di nuovo il pg :please:

    Ps: Resistenza degli occhi rossi III: D20: 18 Ti liberi automaticamente dal viaggio dell'oscurità in questo turno, dopo aver subito gli attacchi.
     
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    Il fuoco incandescente ridestò Mokou dall'oscurità nella quale era stata costretta. Uno strano scherzo del fato, o forse aveva solo commesso il più sciocco degli errori: sottovalutare il proprio avversario.
    Le fiamme divamparono ma almeno la luce tornò a splendere nei suoi occhi, ancora irrorati col potere dello Sharingan. Digrignando i denti a causa del calore insopportabile che le stava mangiando viva la pelle, l'albina tentò di dirigersi verso quella che ai suoi occhi era l'unica salvezza, in quel momento. Al centro dell'arena, infatti, vi era un piccolo laghetto. Nulla di particolarmente grande ma si trattava di acqua utile per l'occasione. Facendo attenzione a non bagnare la mancina, l'albina tentò di immergervisi più o meno fino al collo, lasciando che il freddo e il caldo di scontrassero. E, ovviamente, chiunque conoscesse la base delle proprietà elementali, avrebbe capito al volo chi delle due l'avrebbe avuta vinta.
    Il sorriso che l'albina mostrò sotto il largo cappello era più che sinistro. Inquietante. Gli occhi spalancati che non battevano ciglio e quegli spasmi incontrollati di mute risa mentre usciva dall'acqua, assai lentamente. E osservava direttamente il suo avversario, il biondo Odino. La destra afferrò l'haori nero, strappandoselo via di dosso come fosse altro che uno straccio, mostrando cosa ci fosse al di sotto: nient'altro che il corpo completamente avvolto da bende bianche. Il kimono viola legato attorno alla vita restò lì, seppur fradicio.
    «Vedo che hai seguito il mio consiglio.»
    Pronunciò ad alta voce la ragazza, rivolgendosi verso Shaka seppur con il volto mezzo coperto dal cappello. La mano destra ancora posata sull'elsa della katana. Sembrava in forze, nonostante se la fosse vista brutta. Ma adesso era perfettamente lucida, seppur il suo avanzare minaccioso e il tono tetro lasciassero presagire nient'altro che vendetta.
    «Sei stato più furbo di quanto pensassi. Evidentemente hai avuto il tempo di migliorare. L'ultima volta mi sei stato solo d'impiccio.»
    La mano destra si alzò, andando ad afferrare gentilmente il copricapo, senza muoverlo dalla sua posizione. Eppure l'albina tentò già di plasmare il proprio chakra, spinta dall'euforia del momento. Il Dolore era fonta di ispirazione per lei. Aveva intenzione di ripagare con la stessa moneta il suo avversario.
    «Ma se pensi che basti ti sbagli. Ti mostrerò cosa possono fare le Illusioni.»
    Tentò allora di attivare la propria trappola, una volta che si fu avvicinata abbastanza al suo avversario. Avrebbe tentato di irretirne i sensi, instillando nella sua mente lo scenario che ella stessa aveva preparato appositamente per lui. Dai suoi occhi, questa avrebbe dovuto ripercuotersi su Shaka, andando a toccare ogni senso.
    Proprio come aveva fatto con lei, anche Shaka avrebbe dovuto ritrovarsi completamente al buio. Ma non un buio denominato "luogo in completa assenza di luce". Quel buio non era affatto vuoto, ma carico di qualcosa. Una sensazione sinistra che si poteva vedere ad occhio nudo. Sembrava che l'aria stessa, color pece, vibrasse lentamente, come se il ragazzo si trovasse dentro ad un organo che, lentamente, si contraeva e si rilassava, respirando. Persino un'odore di sporco e sangue ferroso si librava nell'aria rappresa. Il caldo di quella chiusura, però, andò ben presto a scontrarsi con un crescendo gelido. Uno spiffero dapprima insignificante che improvvisamente divenne un vero e proprio turbine d'aria pungente. Tonfi sordi e rumore di corpi striscianti che, improvvisamente, si palesarono in quel buio. Spuntavano da ogni direzione, come larve penetravano nel nido, sgusciando in ogni dove. Corpi bianchissimi e smorti che strisciavano sulle pareti, a centinaia di migliaia. Donne dall'aspetto scheletrico e dalle lunghe braccia che si piegavano in pose innaturali, permettendogli di strisciare velocemente in quel nero. Tutte uguali come fossero della stessa progenie, dagli occhi vitrei e dai lunghi e lerci capelli neri. In quella visione, si rivoltarono su Shaka senza che lui avesse il tempo di fare nulla. Il pavimento pulsava forte sotto di lui e il rumore di battiti accelerati del cuore a stento copriva quello strisciare. Le larve-donne mostrarono i lunghi denti aguzzi e l'olezzo di morte che proveniva dalle loro bocche si mischiava all'odore di rancido e sangue. In quell'orrenda illusione, il corpo di Shaka veniva dilaniato a morsi da quelle creature inumane che l'afferravano in ogni dove.
    5PRc
    Strappavano pezzi di pelle e carne, lasciando scoperte vene e muscoli e addentando anche essi, le une dopo le altre, in un circolo infinito. Ogni centimetro del corpo del ragazzo veniva mangiato vivo e lui poteva sentire quell'indescrivibile sensazione di disgusto e dolore. Sentiva la propria pelle venire tirata allo stremo, calda e fredda al contempo, finché si lacerava, staccandosi dal corpo lentamente, come si potrebbe strappare il tessuto di una maglia, in modo imperfetto e rozzo. Come mille aghi penetravano nella pelle, reclamandone il possesso. Brandelli di carne che venivano strappati, lasciando che gli aliti caldi e il sangue ricoprisse ogni cosa. Sempre più debole, il ragazzo avrebbe perso l'uso del corpo, della vista, della parola. Sarebbe stato mangiato come nient'altro che una mosca, divorata dai ragni. Intrappolato a terra, in quella ragnatela immaginaria che ne bloccava i movimenti, sicché era anche schiacciato da quel peso di mille donne che si prendevano la sua vita pezzo dopo pezzo.


    Nella realtà, Mokou tentò di unire le proprie mani a compiere un unico sigillo. Inspirò, concentrandosi per attingere alla propria affinità elementale. Il Katon si plasmò nella sua sacca stomacale, risalendo l'esofago per essere pronto a venire fuori. E, puntando proprio verso il biondino, Mokou tentò di liberare quella poderosa sfera di fuoco, indirizzandola proprio verso il suo avversario. Non un ripensamento, non un attimo di rimorso. Con una freddezza spietata, si limitava ad osservare senza battere le palpebre il biondo, osservandolo con lo Sharingan come a volerlo mettere a nudo. Lo ripagava del male che le aveva inflitto, decidendo spontaneamente di infliggere ancor più dolore di quanto avesse provato lei. Non era dall'albina risparmiarsi o perdere. Fare del male agli altri era la sua unica ragione di vita. Quello Shaka era soltanto uno dei tanti che le era capitato a tiro.

    Gekikara

    Azioni:
    - Mantenimento Sharingan [III stadio | +45 riuscita base | -25 stam]
    - Immergersi nel lago per fermare il fuoco
    - Soggiogamento degli occhi rossi [Genjutsu personale livello A | -50 stam]
    - Palla di fuoco suprema [Riverbero del chakra | +42 riuscita | -18]

    Stamina:
    [965] -25-50-18 --> [972]

    Resistenza:
    [500] -179-140 --> [181]

    Note:
    Scusate il ritardo ma, come ho detto in tag e in pvt, non sono stata molto bene in questi giorni :|
    Ho sfruttato la descrizione dell'arena che ha fatto Fury, c'è un laghetto in mezzo grazie al cielo :si2:
     
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    Tutto accadde in pochi istanti, la mia illusione sembrò iniziare ad avere effetto senza intoppi visto che lo sguardo del mio avversario iniziò a perdersi nel vuoto, segno che la sua percezione della vista si stava oscurando. Ma ecco che qualcosa scosse il mio spirito, non c'era dubbio, gli occhi di quell'uomo iniziarono a mutare in qualcosa che ben conoscevo, che chiunque avesse studiato un minimo di storia ben conosceva. Non c'era da scherzare né da prendere quella situazione alla leggera, mi stavo trovando ad affrontare un detentore di uno dei due grandi Doujutsu, un Uchiha. Fortuna volle che il mio approccio lo colse di sorpresa e riuscii a trafiggerlo con le mie spade fiammeggianti ma da quel momento in poi avrei dovuto fare molta attenzione, se quella era stata solo fortuna difficilmente avrei convinto la dama bendata a sorridermi ancora.

    Dovrò giocarmela con astuzia se voglio concludere qualcosa...

    Mentre i miei pensieri elaboravano la migliore strategia possibile, il mio avversario mostrava evidenti segni di sofferenza in preda alle mie fiamme ardenti, ma ecco che sembrò farsi forza e reagire a quella situazione quantomai pericolosa. Degno di un detentore di quei particolari occhi!

    Beh... Finchè resta distratto dal tentativo di spegnere le fiamme... io posso agire indisturbato!

    Fu così che un piano, subdolo ma all'apparenza necessario, si delineò nei miei pensieri. Il passato era testimone di quanto quegli occhi fossero pericolosi ed io stesso ne avevo potuto avere un assaggio poche settimane prima nel vedere Mokou all'opera. Non avrei certo dato modo a quel misterioso ninja di dare sfoggio di quel potere proprio su di me!

    Se il viaggio nell'oscurità ha avuto effetto come mi è sembrato, non dovrebbe aver visto la mia tecnica successiva... Potrei riuscire a coglierlo ancora di sorpresa!

    Fu così che, mentre il "Pitch Black" arrancava verso il laghetto al centro dell'arena, io mi apprestai a tentare nuovamente il jutsu che poteva essere la chiave di quello scontro.

    Assimilazione di Tutto il Creato: Tecnica della Prevenzione dell’Attacco

    Se fossi riuscito ancora una volta ad eseguirlo correttamente ed il mio essere fosse entrato in sintonia con la terra sotto i miei piedi, sarei nuovamente svanito in quel prezioso elemento dell'universo, madre di tutto il creato, proprio mentre quelle turbinanti fiamme entravano in conflitto con la calma acqua del laghetto.

    Ora pazienta Shaka...

    Dovevo mantenere la concentrazione, lentamente avrei mosso il mio essere attraverso quella immensità di materia che mi avvolgeva fino a che non fossi giunto nella zona esattamente sotto il mio avversario, a pochi passi dal margine che delimitava terra ed acqua. Lì sarei rimasto pazientemente in attesa di cogliere in fallo quel nemico, non potevo permettermi di tirarla per le lunghe perciò la mia prossima mossa sarebbe dovuta essere l'ultima.

    Azioni:
    Assimilazione di Tutto il Creato: Tecnica della Prevenzione dell’Attacco -35

    Resistenza 400
    Stamina 300-35=265

    Conoscenze (per riconoscere lo sharingan e ritenerlo pericoloso):
    Popolari/Linguistiche LvL II
    Storiche LvL II

    Note:
    Tento anche io il tutto per tutto :unsure: non dovrebbero esserci ne errori di utilizzo della tecnica ne fallo di metagame data la situazione e l'approccio stelth che shaka vuole mantenere col suo piano. Lo ritengo coerente con la situazione quindi o la va o la spacca :rosa: Se riesco a nascondermi prima di essere individuato (mokou dovrebbe vedermi solo una volta uscita dal laghetto visto che prima non accenna minimamente a dare peso a shaka), tutta la parte degli attacchi non dovrebbe avvenire, perciò ho evitato di spingermi oltre con la descrizione.
    Attendo e prego :selmo:
     
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    CITAZIONE

    Responso nr. #2


    Attacco - Gekikara:

    - Immergersi nel lago per fermare il fuoco: Riesce non contrastata
    - Soggiogamento degli occhi rossi: Riesce non contrastata
    - Palla di fuoco suprema: Riesce non contrastata

    Difesa - Shaka:

    - Assimilazione di Tutto il Creato: Tecnica della Prevenzione dell’Attacco: Fallisce per decisione arbitrale [Metagame]

    Danni:
    Gekikara://
    Shaka: 103+135= 238+15 danni per ustioni a turno

    Narrazione Turno:
    L'avvolgimento di fuoco portò Gekikara a doversi immediatamente gettare nel laghetto per riuscire ad estinguere le pesanti fiamme. Ma la sua vendetta fu quasi istantanea e subdola. Grazie allo sconfinato potere dei suoi occhi instillò un forte genjutsu nella mente del suo avversario, sfruttando solamente l'incrocio di sguardi. L'illusione fu orribile e il dolore così reale che mise Shaka in ginocchio, senza la possibilità di replicare in alcun modo. L'impotenza del momento lo vide preda di una gigantesca palla di fuoco che lo investì in pieno, ustionandogli il petto e facendogli provare lo stesso dolore che poco prima lui stesso aveva causato all'avversario. Il calore pressante delle fiamme però lo riportò subito alla realtà, facendolo trovare di fronte al suo avversario. Avrà ancora il coraggio di attaccare?


    Situazione Finale:
    Shaka in ginocchio a 5 metri da Gekikara. Quest'ultima guarita da fiamme e ustioni.
    Le ustioni di Shaka provocano un danno di 15 danni a turno a meno di cure specifiche.
    Attacco a Shaka.



    Commenti Arbitro:
    Roy, il tuo purtroppo è metagame per ben due motivi:
    1) Non puoi difenderti ancora prima che il tuo avversario attaccasse, così facendo sarebbe troppo facile e chiunque con una tecnica come la tua, o per esempio il pesce sotterraneo potrebbe eludere tutti gli attacchi avversari ogni turno. Avresti potuto usarla o al termine del turno d'attacco (E quindi l'avversario nel suo turno d'attacco sarebbe stato al corrente che tu fossi sottoterra a avrebbe potuto agire di conseguenza) oppure solo in risposta ad un suo attacco, in questo caso al genjutsu ma in questo specifico caso non avresti potuto farlo ugualmente per ragioni che mi portano al punto 2:
    2) Le conoscenze storiche non ti danno conoscenze specifiche dello sharingan, quelle si ottengono solo con le conoscenze magiche del III livello. Senza conoscenze potrai sapere che lo sharingan è famoso per le illusioni, ma non sai di certo come, quando e perché funzionano. Cosa di cui ti accorgerai o con le conoscenze che non hai, o con le esperienze che hai contro di esso, come in questo caso.
    Detto questo spero di essere stato il più chiaro possibile, per qualsiasi altra cosa contattatemi pure!
     
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    Man mano che le fiamme bruciavano intorno al mio avversario, diventava sempre più facile notarne i lineamenti che venivano alla luce mentre gli abiti ardevano. Fu proprio quello a lasciarmi quasi pietrificato in balia della figura che, ormai libera da quell'inferno, mi si avvicinava.

    Non ci posso credere...

    Pensai mentre le sue parole mi toglievano ogni dubbio

    «Vedo che hai seguito il mio consiglio... Sei stato più furbo di quanto pensassi. Evidentemente hai avuto il tempo di migliorare. L'ultima volta mi sei stato solo d'impiccio... Ma se pensi che basti ti sbagli. Ti mostrerò cosa possono fare le Illusioni.»

    Fu su quell'ultima frase che l'inferno incominciò... Ero ancora troppo sorpreso nel riconoscere Mokou in quel mio misterioso avversario per poter reagire coma avrei dovuto e ne pagai le atroci conseguenze, la scena che mi riservò era ben peggiore di qualsiasi altra io avessi mai osato tentare contro qualcuno, si, era di certo peggio anche dell'essere bruciati vivi da creature infernali. Quasi come salvezza giunse però poi un elemento esterno a farmi uscire da quella macabra tortura, se pur non nel modo più dolce. Un terribile colpo che non avevo nemmeno potuto vedere mi scaraventò a terra ustionandomi non poco, solo a quel punto potei rialzarmi decisamente a fatica volgendo dinuovo lo sguardo verso di lei.

    Non mi sarei mai aspettato di trovare qui proprio te... Ma l'essere riuscito a metterti in difficoltà mi fa pensare che infondo non sono poi così inutile...

    Continuando a parlare avrei quindi iniziato ad avvicinarmi a lei per poi deviare e tentare di aggirarla sulla sinistra.

    E così anche tu padroneggi il Katon, la volta scorsa non ti ho vista usarlo nemmeno una volta...

    La mia mano passò quindi sull'imponente bruciatura delimitandone con le dita i contorni, intanto i miei passi continuavano verso la meta ormai vicina

    Questo laghetto è stato provvidenziale per te, se non ci fosse stato avrei potuto addirittura batterti... Sarebbe stato incredibile... Ma chissà, magari sono ancora in tempo

    Con un sorriso come di chi fa una delle battute del secolo tentai quindi di immergermi come aveva fatto lei pochi istanti prima ma con due sostanziali differenze: nel farlo avrei attinto al potere del mio chakra Suiton per risanare al meglio quella bruciatura ad un nuovo passaggio della mano ed infine mi sarei spinto in profondità quel tanto che bastava per trovarmi sotto il pelo dell'acqua. Da lì non avrei esitato a tentare una nuova offensiva atta a crearmi una nuova occasione di vantaggio. In rigorosa apnea mi apprestai quindi a comporre i sigilli necessari e distesi le braccia in avanti con qualche grado di angolazione verso l'alto, in modo che fossero indirizzate verso Mokou.

    Daibakufu no Jutsu

    Se fossi riuscito ad eseguire correttamente la procedura, un imponente spirale acquatica si sarebbe generata dalle acque di quel lago e scagliata contro la mia rivale. Ma il mio attacco non era così semplice, a quel punto avrei colto l'occasione per tentare un ulteriore giochetto che in passato si rivelò fruttuoso. Grazie al sangue Kurama nelle mie vene avrei concentrato un'elevata quantità di chakra in tutta l'area intorno alla ragazza in modo da tentare una devastante illusione. Se vi fosse rimasta intrappolata avrebbe visto quel flusso d'acqua dare vita a svariate creature, prima un grande numero di cavalli che avrebbero iniziato a galoppare verso di lei con l'intenzione di travolgerla e calpestarla, infine da un flusso più grande avrebbe preso forma un imponente colosso armato di tridente.

    2RdPIKu

    Questo, con immane furia, avrebbe tentato di trapassare le carni della ragazza con la sua arma, ancora ed ancora ed ancora, per poi provare ad afferrarla tra le mani ed inghiottirla rinchiudendola in una prigione d'acqua priva d'aria, lì avrebbe sofferto fino all'ultimo.

    Nel frattempo nella realtà, io non sarei certo rimasto ad aspettare per vedere cosa accadeva, riconoscevo in Mokou un grande ninja e quindi anche un grande pericolo, non potevo correre rischi sopratutto se quel rischio era la mia stessa vita. Raggiunsi quindi il limite del lago e toccando la terra, sempre da sott'acqua, decisi nuovamente di tentare di fondermi con quell'elemento.

    Hiru Banshō: Bōka no Jutsu

    Se fossi nuovamente divenuto un tutt'uno con la solida base di quell'arena, mi sarei diretto senza indugio alle spalle del mio avversario ove l'acqua era ormai defluita e, sbucando fuori silenziosamente a poco più di cinque metri da lei, avrei tentato di dare sfogo alla massima tecnica Katon in mio possesso.

    Gōen no Jutsu

    Direttamente dalla mia bocca sarebbe scaturita un'imponente fiammata che avrebbe portato letteralmente l'inferno in terra. Se fossi stato abbastanza abile nelle tempistiche, anche se Mokou si fosse difesa dai colpi precedenti, cosa che prevedevo, magari sarebbe stata colta di sorpresa da questo attacco credendomi ancora nel lago. Non mi restava che dare il tutto per tutto in ogni singola azione, lottando per la vita.

    Azioni:
    Suiton sulla ferita -10
    Tecnica dell'Esplosione Acquatica -35
    Illusione personale S -90
    Assimilazione di tutto il creato -35
    Tecnica della Grande Fiamma -90

    Resistenza 147
    Stamina 300 - 10 - 35 - 90 - 35 - 90 = 40


    incrocio le dita :please: potere del dado vieni a me :cribbio:
     
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    Resistenza degli occhi rossi= D20: 12
     
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    Kerbe mi ha comunicato che attiverà il mangekyou, quindi rilancio il dado per la resistenza degli occhi rossi:
    D20= 15
    Il genjutsu viene interrotto.
     
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    Osservare dall'alto in basso Shaka, in ginocchio a pochi metri da lei, faceva sentire Mokou forte. Più forte di chiunque altro in quel luogo. Il sorrisetto sghembo e appena accennato le si dipinse sul volto, dondandogli un'aria diabolica. Al contrario di una persona equilibrata, godeva nel vedere quell'immagine palesarsi davanti ai suoi occhi, irrorati dello Sharingan. Il mento alto e il corpo ritto, pronto per continuare quella battaglia. Non immaginava che qualcosa stava per sconvolgerla, da un momento all'altro. Lentamente Shaka si alzò da terra, esattamente come aveva fatto l'albina. Lei aveva lo sguardo vigile su di lui, che, per riprendere fiato, le rivolse la parola. Giustamente, c'era ben altro oltre il semplice combattimento.

    Non mi sarei mai aspettato di trovare qui proprio te... Ma l'essere riuscito a metterti in difficoltà mi fa pensare che infondo non sono poi così inutile...

    «Tsk, pensi davvero di averm-»

    Fu allora. Un brivido dietro la schiena che niente aveva con emozioni come paura, ribrezzo e pericolo. C'era qualcosa di diverso in quella sensazione di completo vuoto. Gli occhi dell'albina si trasformarono senza che lei potesse farci niente: le tre tomoe rotearono fino a creare un disegno che apparteneva a lei solo. Due righe di sangue scivolarono veloci su quella pelle così bianca che l'accostamento dei due colori faceva impressione. Quegli occhi non vedevano più nulla. Il suo intero corpo smise di funzionare, sicché le altre parole di Shaka si persero in un silenzio che diceva ogni cosa. Quel brivido era accompagnato da un nome. Un solo nome.

    «... Yamashita...»

    Pronunciarlo fu confermare quella terribile sensazione. Non erano mai stati amici, mai condiviso niente di nuovo, solo l'odio. Non erano legati da alcun tipo di connessione se non il sangue, alla lontana. Eppure Mokou poté sentire distintamente di non essere più sè stessa. Si vide in un altro corpo, in un altro posto. E sentì la morte portarla via dolcemente, allo stremo delle forze. Ogni altra luce si spense e fu allora che l'albina rinvenne. Assieme a lei la verità di quella visione: Yamashita era morto.

    Quando tornò in sè era ancora nell'arena. Shaka aveva sentito le sue parole, la folel continuava ad incitare alle botte. Ma lei non aveva tempo, non aveva più desiderio di trovarsi in quel posto. Yamashita era morto. Un'occhiata confusa, quasi spaventata, un'occhiata che non apparteneva all'Uchiha ma alla giovane ragazza di sedici anni dentro di lei. In quel momento la sua espressione era più umana che mai.
    Si voltò in fretta, lasciando l'arena tra le urla di disapprovazione del pubblico. Veloce, avvolta nel nero e calandosi il cappello sul volto. Doveva sapere, doveva capire. Mille interrogativi avrebbero ben presto appestato la sua manete, che per ora continuava a rimandare ad un mantra senza fine, logorroico, frustrante: Yamashita era morto.

    Scusate il ritardo. Come anticipato ad entrambi, mi ritiro dall'incontro per motivi off, ma ho lasciato uno spunto in on che magari Roy potrà anche giocarsi :soso: Grazie ad entrambi, magari ripetiamo la prossima volta :rosa:
     
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    ma up cosa? Devi fare il post finale
     
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    Ero carico, stavo per mettere in atto il mio piano offensivo, ma ecco che qualcosa mi bloccò. L'Uchiha stava rispondendo alle mie affermazioni con la sua solida aria di superiorità ma qualcosa cambiò in lei, sembrò paralizzarsi come se la sua mente fosse improvvisamente finita chissà dove, cosa non era certo da lei o almeno non che io sapessi. Ma non era certo finita lì, quegli occhi tanto temuti e desiderati iniziarono a mutare ancora, davanti al mio sguardo incredulo assunsero una forma particolare, decisamente distinta da quella delle tre tomoe che fino a quel momento avevo potuto conoscere, iniziarono inoltre a far scorrere copiose lacrime di sangue.

    Ma che succede... Non capisco...

    Nell'assistere a tutto ciò non potevo che essere sorpreso ed interdetto, non riuscivo a capire cosa si celava dietro quel comportamento, poi un'altra semplice parole, un nome, venne fuori dalla bocca dell'albina.

    «... Yamashita...»

    Ciò aveva ancora meno senso del resto, come faceva lei a conoscere il mio amico, o almeno quello che lo era stato? Certo sapevo che lui aveva intenzione di darle la caccia, ma quell'evento non poteva che farmi pensare a qualcosa di molto più profondo che una semplice conoscenza. Ma la cosa peggiore era il tono con cui lo aveva pronunciato, quasi malinconico, come se improvvisamente si fosse resa conto di qualcosa di terribile. Ma ecco che sembrò risvegliarsi da quella specie di trans mostrandosi in una veste decisamente non sua, sembrava spaesata, fuori luogo, come se fosse una bimba sperduta in mezzo ad un manipolo di tagliagole.

    Mokou...

    Dissi flebilmente cercando di avvicinarmi, ma lei non sembrò concedermi la minima attenzione, semplicemente si voltò ed andò via. Ero tentato di fermarla, di darmi spiegare cosa stava succedendo, perchè aveva nominato Yamashita. Ma ormai i ponti con lui erano tagliati e qualsiasi cosa fosse successa ero abbastanza certo che lui stesso non avrebbe voluto che mi impacciassi. Come se non bastasse anche io avevo diverse cose a cui pensare, per questo rimasi lì al centro dell'arena, ad osservare la mia avversaria abbandonare il campo.

    Poco male... Vuol dire che ho ottenuto la mia prima vittoria no? Per quanto non sia di grande soffisfazione...

    Pensai tra me e me mostrando un leggero sorriso e lasciando scorrere lo sguardo su tutto il pubblico in attesa di una sorta di verdetto.

    Mi dispiace per il ritardo... Non avevo idea di poter già concludere :please:
     
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    70 exp per kerbe.
    Per Roy invece ci sono 45 exp e 11000 Ryo di taglia!
     
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