[Caccia - Evento Speciale] Colori o forme?

Per Stompo - Licenza da Cacciatore di Taglie

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    I giorni successivi al funerale dei Kage, a Kiri si respirava un'aria statica. Persino la nebbia aveva lasciato un po' di riposo agli abitanti che continuavano la loro vita come sempre, cercando di lasciarsi alle spalle, ancora una volta, il dolore e la tristezza dovute alla sola esistenze di quelle terre sempre macchiate di sangue per colpa del potere concesso dagli dei.
    Hoshi fece chiamare Yamashita, anzi Itari, al suo cospetto. Aveva in mente per lui una missione che molto probabilmente avrebbe destato il suo interesse personale e non solo il suo.
    Era vestita con il suo abito cerimoniale di colore rosa ciliegio e i capelli erano sistemati in modo che fossero legati a coda di cavallo mentre esaminava delle carte sulla sua scrivania.
    Itari entrò dalla porta dopo aver bussato.

    Scusa se ti ho fatto chiamare così senza preavviso, Itari. Ma ho pensato ad un certo tipo di missione che credo potrebbe essere consona per te.

    Staccò gli occhi dal tavolo solo quando il ragazzo si fosse avvicinato abbastanza da poter vederlo al meglio nel suo nuovo aspetto.

    Spero che tu ti stia trovando bene nei tuoi nuovi... Ehm... Nelle tue nuove mansioni. Ti trovo bene.

    Gli sorrise così spontaneamente, come le riusciva bene fin da piccola. La sua più grande dote era quella d'instillare negli altri un senso di appagamento e di serenità tale che era ben voluta da tutti per questo.
    Neanche con i suoi occhi rossi speciali avrebbe potuto fare nulla contro la personalità solare di quella donna che ne aveva passate tante, ma che continuava a portare avanti un lavoro così arduo e complicato con estremo zelo.

    Ti ho chiamato qui perché mi è stato riferito che ti sei interessato molto alla storia, o perlomeno ad una branca di essa che può aiutarti a riscoprire tesori antichi, perduti e segreti. Da un po' di tempo oramai molti shinobi ottengono la licenza di Cacciatore di Taglia che include anche quella di Cacciatore di Tesori per così dire se si tratta di recuperare oggetti del tipo che ti ho appena citato. Visto il tuo interesse, ti concederò la licenza se porterai a termine con successo questo incarico.

    Diede le spalle al ninja facendo cenno con la testa di seguirlo fino alla scrivania centrale. Sulla superficie della stessa vi erano due fogli essenzialmente, uno era un disegno di qualcosa che forse nè lei nè il Chunin avevano mai visto. L'altro foglio invece aveva dei caratteri risalenti ad una lingua antica che somigliava ad una fusione tra il linguaggio base delle Terre ninja e l'alfabeto antico Ishivariano.

    I nostri esperti non sono riusciti a capire cosa sia l'oggetto nel disegno, ma questi documenti sono stati arduamente recuperati durante un'esplorazione dei nostri Anbu in collaborazione con alcuni guerrieri d'Ishivar oltre il confine verso il Continente Occidentale. Tuttavia, il testo invece sembrerebbe riportare la seguente traduzione:

    "Recati lì dove il sole trasforma il buio in colore e raggiungi la candida vetta mentre il baleno t'investe. Solo allora con occhi scarlatti potrai vedere ciò che il globo vuole mostrarti e solo con quelli potrai raggiungere il più forte e spietato degli antichi capi.
    Il globo è luce, il globo è vita."

    Inoltre sembra che qualcuno abbia scritto quelle che noi crediamo siano delle coordinate che corrispondono a questo punto!


    Allargò una porzione di mappa che faceva vedere perfettamente il Paese del Vortice, oramai praticamente disabitato e il Paese delle Onde.

    Come vedi la X rossa indica le coordinate decifrate, è in mare, non sappiamo però se si riferisce al fondo. In ogni caso, detto questo, non mi aspetto necessariamente che tu risolva tutto il mistero legato a questi due documenti,
    ma sospettiamo che quelle coordinate portano o al globo nel disegno o a qualcos'altro che ti ci può portare, scopri quello che puoi e torna col bottino! Potrebbe anche essere divertente, no?


    Dopo una leggera risata, si fece seria e guardò negli occhi Yamashita/Itari, poggiò le sue morbide mani sulle sue spalle e poi parlò nuovamente.

    Fai attenzione e guardati sempre le spalle. Inutile che ti menta, ovviamente nel documento si parla di occhi scarlatti e pensiamo si possa riferire al potere che tu possiedi. Prima di andare via dal villaggio passa pure nell'ufficio 32, è dove teniamo una specie di archivio, dì che ti mando io e fatti consegnare una Maschera Subacquea se non ne hai già una, penso potrebbe servirti. Buona fortuna, Itari della Nebbia!

    Così congedò il Chunin speranzosa che quella missione potesse avvicinarlo di più al mistero e anche che il ragazzo si potesse fare valere.


    I documenti sono tuoi ovviamente, al momento il tuo compito e recarti in quella X rossa, descrivi tutto,
    descrivi che ti prendi la Maschera e hai carta bianca per il viaggio, racconta fino a che non sei a destinazione.
     
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    *Toc...Toc...TOC*
    Tre colpi alla porta, tre macigni che caddero sopra la mia testa, non avevo idea di che ore fossero e sinceramente nemmeno mi interessava più tanto, in quel momento riuscivo solo a pensare ai minuti di sonno che stavo perdendo e al mal di testa che quei botti mi avrebbero fatto venire se non mi fossi rimesso prontamente a letto:

    "Itari è stata richiesta la tua presenza dalla Mizukage in persona, cinque minuti e ti voglio fuori di qui"

    Uno dei lati negativi del vivere nel palazzo della tua Kage, essere sempre a disposizione in caso di bisogno ma allo stesso momento essere sempre rintracciabile in caso qualcuno avesse bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa, certe volte mi sembrava che per quanto fossi diventato a tutti gli effetti un ninja di Kiri fossi visto ancora come "lo scroccone di Konoha", anche se teoricamente nessuno avrebbe dovuto riconoscermi, probabilmente si trattava di un'altra delle mie fissazioni mentali, come al solito. Quello in ogni caso non era il momento per perdermi in quel flusso di pensieri, se avessi indugiato ulteriormente mi sarei come minimo beccato altri sassi sulla mia porta ed era qualcosa che volevo evitare a tutti i costi:

    "Bene, ci sarò"

    Una risposta dura data quasi con un tono scocciato, ormai mi stavo abituando a parlare in quel modo, anche se c'era una parte di me che vibrava impercettibilmente ogni volta che me ne uscivo così, del resto avevo imparato assai bene che non solo era impossibile cambiare del tutto, ma era anche profondamente sbagliato. L'uomo non mi rispose nemmeno, sentii solo i suoi passi allontanarsi dalla mia porta, segnale che sfruttai per costringermi ad alzarmi dal letto e cominciare a prepararmi, in tre minuti e mezzo fui pronto, maglietta e pantaloni blu scuro, giubbotto Chunin a posto, coprifronte ben tirato a reggere i miei ingombranti capelli, guanti neri tesi a protezione delle mani e fida bandana ben tirata fino al naso, che in quel periodo freddo e gelido non finiva mai di darmi soddisfazioni. Ricontrollai di avere tutto a posto e poi dopo aver controllato al volo di aver chiuso bene la porta mi fiondai a passo svelto verso l'ufficio della Kage, ero perfettamente con i tempi ma arrivare puntuale se non in anticipo era sempre qualcosa che veniva nascostamente apprezzato; arrivato davanti alla mia destinazione feci un cenno di saluto alle guardie che si trovavano all'esterno, poi avvicinai la mano destra all'uscio e bussai delicatamente prima di entrare, ero certo che mi stesse aspettando ma che fossi Itari o Yamashita non avrei di certo perso la mia educazione. All'interno dell'ufficio venni investito fin da subito dalla quasi abbagliante luce che entrava entrava senza filtri dalla finestra leggermente aperta alla destra della scrivania centrale, ogni minuto che passava mi pentivo sempre di più di aver fatto tardi la sera prima per studiarmi un libro che approfondiva la geografia del Continente Occidentale:

    "Scusa se ti ho fatto chiamare così senza preavviso, Itari. Ma ho pensato ad un certo tipo di missione che credo potrebbe essere consona per te."

    La donna portava uno stilosissimo vestito lungo color rosa e i capelli legati dietro la testa con una coda di cavallo, notai con piacere che fortunatamente si presentava con un viso molto più disteso e rilassato dall'ultima volta che l'avevo incontrata, di questo ne ero assai lieto; una volta dentro la trovai intenta a studiare delle carte sulla scrivania, non appena le arrivai vicino alzò gli occhi verso di me:

    "Spero che tu ti stia trovando bene nei tuoi nuovi... Ehm... Nelle tue nuove mansioni. Ti trovo bene."

    A quel punto la Mizukage mi sorrise, fu come vedere sbocciare una rosa davanti ai propri occhi, quella semplice espressione di gentilezza mi comunicò in un istante una calma ed una serenità che avevo provato solamente attivando il mio Sharigan Ipnotico, ma mentre in quel caso non sentivo assolutamente nulla, qui potevo sentirsi scaldare persino il mio cuore, era senza'altro una donna straordinaria:

    "Grazie, anche io sono contento di vederla sorridere di nuovo."

    Questa volta utilizzai un tono molto più tranquillo e rilassato guardandola a mia volta negli occhi, con lei potevo evitare di fingermi qualcun altro, potevo palare senza remore né preoccupazioni, lei sapeva chi fossi, stava probabilmente solo aspettando di vedere chi sarei diventato:

    "Ti ho chiamato qui perché mi è stato riferito che ti sei interessato molto alla storia, o perlomeno ad una branca di essa che può aiutarti a riscoprire tesori antichi, perduti e segreti. Da un po' di tempo oramai molti shinobi ottengono la licenza di Cacciatore di Taglia che include anche quella di Cacciatore di Tesori per così dire se si tratta di recuperare oggetti del tipo che ti ho appena citato. Visto il tuo interesse, ti concederò la licenza se porterai a termine con successo questo incarico."

    Fin dalle prime parole la mia mente si accese, aveva usato tutte le parole giuste per attirare la mia attenzione e dal quel momento ogni mia cellula nervosa era pronta a carpire ogni informazioni possibile, quando finì di parlare infatti mi limitai ad annuire, sul mio volto si poteva chiaramente leggere tutto quello che stavo provando in quel momento, di certo anche lei se ne poteva via via rendere conto; prima di continuare mise sotto la mia attenzione prima verso un particolare disegno, dal tratto era stato fatto da un abile disegnatore che aveva passato più e più volte il tratto per cercare di rappresentare con la massima precisione quella che sembrava una specie di sfera che presentava dei particolarissimi solchi sulla sua superficie, lì per lì non avevo idea di cosa fosse o cosa rappresentasse, ma avrei dato qualsiasi cosa per poter tenere in mano quello strano oggetto; il secondo foglio invece era qualcosa di molto più conosciuto, a prima vista sembrava una lingua ibrida che presentava la sintassi tipica del nostro comune linguaggio scritto e alcune lettere dell'alfabeto Ishivariano antico, avrei potuto con qualche ora di studio decifrarlo senza problemi, ma fortunatamente ci avevano già pensato altri:

    "I nostri esperti non sono riusciti a capire cosa sia l'oggetto nel disegno, ma questi documenti sono stati arduamente recuperati durante un'esplorazione dei nostri Anbu in collaborazione con alcuni guerrieri d'Ishivar oltre il confine verso il Continente Occidentale. Tuttavia, il testo invece sembrerebbe riportare la seguente traduzione:

    "Recati lì dove il sole trasforma il buio in colore e raggiungi la candida vetta mentre il baleno t'investe. Solo allora con occhi scarlatti potrai vedere ciò che il globo vuole mostrarti e solo con quelli potrai raggiungere il più forte e spietato degli antichi capi.
    Il globo è luce, il globo è vita."


    Affascinante, i miei occhi si perdevano in quelle parole intrise di antico linguaggio cercando di ritrovarne il senso, era chiaramente un'informazione nascosta, era una pratica piuttosto comunque nell'antichità, celare il dato in maniera tale che non tutti potessero accedervi direttamente, c'erano parole chiave che si riferivano a dettagli precisi, riflettendoci su per un po' avrei potuto senz'altro capirci di più; l'unico dettaglio che mi inquietava erano questi antichi capi, potevano essere divinità, o semplicemente esseri molto potenti agli occhi di chi aveva scritto quel testo, in ogni caso avrei dovuto tenere gli occhi aperti. La mia mente aveva già cominciato a lavorare senza sosta, non avevo nemmeno finito di sentire quello che Hoshi aveva da dirmi che stavo già lavorando in background a quella missione:

    "Inoltre sembra che qualcuno abbia scritto quelle che noi crediamo siano delle coordinate che corrispondono a questo punto!"

    La Mizukage mi mostrò su una mappa il luogo in mezzo al mare esattamente dove aveva detto lei a parole, teoricamente non c'era niente lì, ma qualcuno sembrava pensare il contrario:

    "Come vedi la X rossa indica le coordinate decifrate, è in mare, non sappiamo però se si riferisce al fondo. In ogni caso, detto questo, non mi aspetto necessariamente che tu risolva tutto il mistero legato a questi due documenti,
    ma sospettiamo che quelle coordinate portano o al globo nel disegno o a qualcos'altro che ti ci può portare, scopri quello che puoi e torna col bottino! Potrebbe anche essere divertente, no?"


    La donna esordì a quel punto con un'improvvisa risata, che fece comparire sul mio volto un sorriso che era chiaramente visibile anche attraverso la bandana, quel missione diventava ogni secondo più interessante; prima di parlare nuovamente poi si avvicinò posandomi le mani sulle spalle, cogliendomi completamente di sorpresa e facendomi leggermente arrossire:

    "Fai attenzione e guardati sempre le spalle. Inutile che ti menta, ovviamente nel documento si parla di occhi scarlatti e pensiamo si possa riferire al potere che tu possiedi. Prima di andare via dal villaggio passa pure nell'ufficio 32, è dove teniamo una specie di archivio, dì che ti mando io e fatti consegnare una Maschera Subacquea se non ne hai già una, penso potrebbe servirti. Buona fortuna, Itari della Nebbia!"

    Annuii, anche io ero giunto alla sua stessa conclusione, poteva anche solo essere una coincidenza, ma non fare un tentativo sarebbe stato stolto ed incauto:

    "Grazie Hoshi-sama, farò luce su tutta questa storia e le farò avere notizie il prima possibile, non la deluderò"

    Salutai la Mizukage con un piccolo inchino e uscendo dal suo ufficio presi con me tutti i documenti che mi aveva mostrato, mi sarei preso altro tempo per fare mente locale, anche se contavo di non farmi tutti quei giorni di viaggio, ero consapevole che avrei avuto comunque discreto tempo per rileggerli; mi chiusi delicatamente la porta dietro le spalle, ripassandomi mentalmente tutto quello che avevo bisogno di prendere, e poi mi diressi rapidamente verso la mia stanza, sentivo il mio cervello fremere all'idea di compiere quell'incredibile missione, mi sentivo galvanizzato, euforico ma anche spaventato, non avevo mai fatto una cosa del genere da solo, in un modo o nell'altro avevo sempre avuto qualcuno pronto ad assistermi o a supportarmi anche solo a parole, finalmente il mio grande momento era arrivato, nessun altro mi avrebbe potuto salvare, ma al tempo stesso nessun altro avrebbe potuto prendersi il merito per quel lavoro, ormai il comando ce l'avevo io.

    [...]

    "Chi hai detto che sei ragazzo?"

    L'uomo dall'altra parte di quella scrivania aveva un'aria assente e svogliata, quella mattina era decisamente presto per tutti, ma nonostante l'ora ed il sole ancora addormentato tra le nuvole ero riuscito a preparare tutto il necessario per la missione in pochi minuti, dislocandomi al sigillo più vicino al quel famigerato ufficio 32, la cosa bella era che mi sentivo talmente in ansia per quella missione che avevo ricontrollato tutto il mio equipaggiamento almeno 5 volte:

    "Itari della Nebbia, mi manda la Mizukage"

    Pronunciai il mio "nome" di nuovo, scandendo bene le parole, dal mio tono si intuiva facilmente quanto fossi scocciato della cosa e che fossi di fretta, ma l'uomo sembrò non accorgersene:

    "Che nome strano, i tuoi avevano un bella inventiva eh? "

    Una battuta infelice che trovò il mio sguardo serio e nemmeno un accenno di sorriso, cavolo se stavo diventando bravo; l'uomo si rese conto della cosa e si affrettò a cambiare argomento:

    "E...ecco a te, la maschera subacquea che hai richiesto, non so quanto ti convenga immergerti con questo freddo..."

    A questo giro non mi voltai nemmeno, mi limitai semplicemente a chiudermi la porta alle spalle senza fiatare, avevo troppo per la testa per stare appresso a quel simpaticone, riposi la maschera nello zaino e dopo un breve momento di concentrazione mi dislocai al sigillo che avevo messo al porto di Konoha durante la caccia che avevo fatto con Shinichi, l'unico amico che avevo e che forse sarebbe stato interessato a sentire che avrei potuto raccontare a missione finita. In un battito di ciglia passai dal tiepido sole invernale ad una gelida e sferzante brezza marina, non mi serviva guardare la mappa per sapere né tutto il tempo che avevo risparmiato né quale sarebbe stata la prossima tappa del mio viaggio, mi sarei infatti fatto portare da una barca fino al Paese del vortice e con un piccolo sovrapprezzo sarei probabilmente riuscito a farmi accompagnare fino alla X rossa, avrei avuto il tempo per pensare, recuperare le energie e riflettere su quello che mi apprestavo a compiere.

    [...]

    Sole, mare, onde, qualche isolato gabbiano e il capitano della bagnarola su cui viaggiavamo, ci avevo messo un po' a trovare qualcuno disposto a portarmi dovevo volevo senza fare troppe domande e non avendo molti Ryo con me avevo dovuto abbassare di molto gli standard di viaggio, diciamo solo che per tutti i due lunghi giorni di viaggio pregai di non affondare insieme a quella che il suo proprietario definiva barca, l'unica cosa che mi consolava era l'idea di non aver bisogno di affrontare il viaggio di ritorno, anche se era pur sempre una magra consolazione. Per mia fortuna ebbi tanto tempo per rileggermi tutti i documenti che Hoshi mi aveva lasciato, seduto sul letto dell'unica stanza disponibile, ottenuta dopo aver convinto con le buone il capitano che ne avessi più bisogno di lui, mi rilessi più e più volte il messaggio ritrovato dagli Anbu, guardai per ore il disegno di quella sfera, era solo una rappresentazione, ma in qualche modo era talmente realistica da sembrarmi reale, ipotesi su ipotesi si affacciavano nella mia mente cercando di pensare a cosa potesse essere e ogni volta sentivo quelle parole rimbombarmi nella testa, dovevo capire il loro significato, dovevo assolutamente risolvere quel mistero.
    Alla fine del secondo giorno di viaggio, quando il sole aveva già cominciato a scendere dal suo trono all'apice del cielo ed aveva iniziato la sua lenta dipartita, mi sarei reso conto di aver raggiunto il punto segnato sulla mappa e dopo aver rimesso tutto nel mio zaino e averlo chiuso per bene avrei detto al capitano di fermare la nave e tornare indietro; lui lì per lì mi avrebbe guardato perplesso:

    "È sicuro? Non le serve passaggio per tornare?"

    L'uomo parlava in maniera stentata la nostra lingua, aveva un accento molto marcato e gutturale che probabilmente sarebbe stato quasi divertente se fossimo stati in un altro momento e se fossi stato ancora Yamashita Kazuma:

    "No. Ci vediamo capitano"

    A quel punto avrei scavalcato con un salto la sponda destra della barca e cercando di concentrare una parte del mio chakra sulla pianta dei piedi per non affondare nell'acqua avrei cominciato a guardarmi intorno, cercando eventuali strutture naturali o punti d'interesse sopra il livello del mare che avrebbero potuto attirare la mia attenzione, la caccia al tesoro era cominciata.
    Itari della Nebbia

    Resistenza:700
    Stamina:1000

    Azioni:
    -Concentrazione del Chakra per camminare sull'acqua

    c o n o s c e n z e:
    Storiche III
    Orientative e geografiche III
    Militaristiche strategiche II

    m a e s t r i e:
    Maestro dei Ninjutsu II° Livello: Mastermind
    Mangiafuoco III° Livello: Fiamma!
    Resistenza alle illusioni III° Livello: Testa sulle Spalle


    Non ho specificato quanto eventualmente ho dato al marinaio per portarmi lì perché era una cosa prettamente narrativa, come le varie dislocazioni, se poi devo scalare Ryo o Stamina dimmelo che lo faccio nel prossimo post; comunque ti dico che mi sto fomentando fin da adesso XD


    Edited by Stompo - 20/3/2018, 13:00
     
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    Scali 1500 Ryo per il passaggio. Non c'è nulla nella superficie che possa aiutarti a capire qualcosa. Perciò nel mio post sto dando per scontato che t'immergi.


    Il ragazzo non ci pensò più di una volta nel lanciarsi nel fondo del mare, come del resto il tipo che gli aveva dato il passaggio non si era fatto scrupoli a tornare indietro con un ghigno sulla faccia.
    Pensava a quanto fosse stato fortunato quel giorno.

    CITAZIONE
    - Il resto dei soldi li avrai quando tornerai indietro assicurandoti che il deficiente si sia immerso. -

    - MA... SONO 50.000 RYO! -

    - Si, so contare, grandissimo imbecille. Non urlare o ti sgozzo qui e ora. Prendi i soldi, accompagna il ragazzo dove ti dice e stop. La storia che mi hai detto, piuttosto. E' vera? -

    - Se... Se intende la storia sul mostro... Si, cioè non molti hanno fatto ritorno da qui... Quella cosa è troppo... -

    - Quella cosa non è un mostro qualunque, ignorante. In ogni caso. Va bene, puoi congedarti e non una parola su quello che ci siamo detti, hai capito? -

    Si... Ehm... sissignora...



    Si era intascato 25.000 Ryo, in aggiunta ai mille del povero scemo che stava per essere sbudellato, mentre lui poteva cambiare completamente vita e magari iniziare una carriera più decente. Peccato che non sarebbe arrivato a destinazione, nè lui nè la sua bagnarola. Il mostro non era quello che stava per affrontare Itari, era piuttosto quello che aveva corrotto il capitano.

    Scendendo verso il fondale marino, Itari avrebbe trovato solo rocce e piccoli promontori sottomarini. Un incredibile buio e una pesante pressione che poteva veramente essere un problema spingendosi sempre di più in quell'impresa.
    Un rumore sordo iniziò a diramarsi per tutto il fondale. Ogni creatura che poteva aver osservato il ninja immergersi nel loro mondo, svanì alla vista dell'Uchiha per rifugiarsi in qualche tanta nascosta. Il rumore continuò a farsi sempre più forte, sembrava come un trombone che suonava con rabbia sempre sullo stesso pezzo, sullo stesso giro di note.
    Insopportabile col passare del tempo. Il ninja si sarebbe dovuto mettere all'erta e magari anche inchinarsi di fronte ad uno dei sovrani del mare: il...

    CITAZIONE

    ...Leviatano, fai il tuo lavoro e poi rivelami cosa proteggi. AHAHAHAHAHAHAH!


    heartless_comm_19___leviathan_by_lynxgriffin


    Sei nel fondo del mare in compagnia di questo simpatico cucciolo. Attacco a te, sappi che è veramente ENORME. Stiamo parlando di una grandezza pari a quella del Juubi tipo.
    Buon divertimento!
     
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    Colui che è e si spera sarà

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    Sceso al livello dell'acqua e superata l'istantanea sensazione di freddo che provai per un attimo nel momento in cui i miei piedi entrarono in contatto con il mare, non notai, come previsto, nulla di interessante, quel punto non sembrava avere niente di speciale fuori dall'acqua, cominciai a girarmi intorno ma non vi era nulla, la cosa più vicina che potevo vedere era l'Isola del Vortice, di cui si intravedeva il profilo guardando verso Nord e la barca dell'uomo che mi aveva portato fin lì che dopo poco non divenne più di un puntino in lontananza. Istintivamente scossi la testa, una parte di me, molto piccola in realtà, aveva quasi sperato che che arrivato qui mi sarei trovato davanti una gigantesca montagna, un antico tempio o cose del genere, rendendo la ricerca un pochettino più facile, ma la realtà era che fin da quando avevo preso in mano quella maschera subacquea tra le mani era nato in mente il desiderio di provarla ed esplorare tutto ciò che quel mare aveva da offrire, quante altre volte mi sarebbe capitato di potermi immergere a quelle profondità e scoprire cosa si celava al di sotto di quelle onde? Del resto lo diceva anche l'indovinello che la Mizukage mi aveva letto o per lo meno la sua prima parte, mi sembrava quasi che le parole della donna mi rimbombassero ancora negli occhi fin dal primo momento in cui mi aveva recitato quei pochi versi:

    "Recati lì dove il sole trasforma il buio in colore..."

    Dato il luogo in cui mi trovavo e non essendoci molto in giro, l'unica a cosa a cui potevano riferirsi era il fondale marino, posto dove i raggi del sole arrivavano con difficoltà, dando effettivamente delle note di colore ad uno spazio immerso nel buio più totale, sì era decisamente lì che mi sarei dovuto dirigere. Preso quindi coraggio tirai fuori dal mio zaino la maschera che mi era stata consegnata ad inizio missione e feci attenzione nel mettermela nel modo corretto, cosa che mi richiese comunque qualche secondo, il suo design era abbastanza intuitivo, ma la tensione da un lato e l'eccitazione dall'altro mi richiesero molti più controlli del previsto; con quell'ultimo dettaglio apposto e lo zaino richiuso con la massima attenzione cominciai a fare una serie di respiri profondi, cosa bizzarra considerando che stavo respirando dell'ossigeno artificiale, ma mi aveva sempre aiutato a rilassarmi e di certo non mi avrebbe fermato ora:

    "Il mio primo passo verso l'ignoto..."

    L'avrei probabilmente detto ad alta voce, ma con la bocca coperta potei solo pronunciare quelle parole nella mia testa, a quel punto avrei allungato la gamba destra in avanti, come se volessi fare il passo per camminare, ma al momento del contatto con la superficie del mare avrei smesso di concentrare il mio chakra sotto i miei piedi per poter essere inghiottito dalla scura acqua che mi circondava.

    Perso nel Abisso...


    La prima cosa che mi colpì fu non solo la fredda acqua che mi cinse con il suo gelido abbraccio, ma il silenzio, fin dal primo istante in cui mi ero immerso mi resi conto di come nulla arrivasse alle mie sensibili orecchie, tutto appariva ovattato, distante e la cosa un pochettino mi spaventava, con la vista limitata dalla poca luce e l'udito inutilizzabile sarebbe stato davvero difficile orientarsi lì sotto e trovare quello che stavo cercando, l'unico lato positivo di tutta quella faccenda era che avrei probabilmente potuto usare il mio Sharingan senza problemi, alla fine lì sotto c'eravamo solo io e qualche pesce, nessuno che avrebbe potuto fare due più due e scoprire chi in realtà fossi. Dopo i primi secondi riuscii in ogni caso ad abituarmi alla salinità di quell'acqua e potei aprire gli occhi, prima guardando il tutto un po' sfuocato, poi riuscendo via via a definire sempre più dettagli di quello che mi circondava, permettendomi di andare via via sempre più in profondità, immergendomi immenso spazio pieno ma allo stesso tempo completamente vuoto, mi faceva davvero uno strano effetto muovermi lì sotto, mi faceva sentire come un insetto perso in uno sconfinato mondo più grande di lui di migliaia di volte, come guardare una stanza dal buco della serratura. I minuti cominciarono a passare e con loro se ne andò via piano piano anche la luce, ogni metro che facevo verso il basso mi faceva piombare sempre di più proprio in quel buio in cui dovevo immergermi, rendendomi via via più difficile l'esplorazione del paesaggio, formato per lo più da alture sottomarine e qualche sporadico pesce che con molta diffidenza si allontanava da me non appena provavo ad avvicinarmi, del resto come potevo dargli torto, ero io l'estraneo qui; ciò di cui mi resi conto dopo un po' fu la maggiore pressione che vi era lì sotto, non potevo sentirla addosso ma sapevo che c'era grazie alle mie orecchie che diventavano via via più chiuse ed ovattate, ad un certo punto arrivarono quasi a farmi del male tale era intensa quella forza che premeva su di me, ma non potevo arrendermi, non potevo tornare indietro, dovevo portare a termine quella missione a tutti i costi.
    Fu proprio in quel momento che lo cominciai ad avvertire, un vibrazione inizialmente bassa ma con forza crescente, non potevo sentire dei suoni lì sotto, ma allo stesso temo era come se stessi ascoltando in quel momento un potente suono grave che si faceva via via più intenso e forte, potevo sentire il mio stesso corpo tremare sotto tale influsso, lì per lì cominciai a guardarmi intorno cercando di capire da cosa si originasse tutto quello che stavo avvertendo, mentre quell'inudibile rumore penetrava sempre di più nel mio cervello scavando nelle sue profondità e facendomi venire un mal di testa che cresceva di secondo in secondo. Ad un certo punto però tutte queste cose passarono in secondo piano, un nota più potente infatti mi costrinse istintivamente a portare le mani alle orecchie, almeno per quell'istante che mi servì per girarmi verso il punto da cui avevo avvertito provenire il tutto, poi ricaddero lentamente lungo i fianchi, accompagnati dai miei due occhi spalancati e dalla bocca, seppure coperta dalla maschera, aperta e senza parole: davanti a me era comparsa un'immensa ombra il cui contorno non sembrava avere fine, con quella poca luce potevo solo intuire i suoi lineamenti ma quello che non mi poteva sfuggire erano i suoi giganteschi occhi gialli e luminosi che sentivo fissarmi con un'intensità incredibile, quasi come se volessero passarmi attraverso, qualunque cosa fosse ero entrato nel suo territorio ed ora voleva quasi sicuramente giocare con me.

    Inizio dei Giochi


    Ansia, paura, terrore, quella cosa era grande probabilmente almeno come quel gigante di pietra che era apparso a Barbakos, solo che questa volta ero da solo e sotto l'acqua, senza poter fare appello alle mie tecniche più potenti che cosa avrei potuto fare? Quei sentimenti negativi cominciarono ad impossessarsi di me, mi sentii stanco, debole, completamente impotente di fronte a quel essere che ogni probabilità poteva uccidermi in un colpo solo, in quegli istanti mi sentii nuovamente come davanti a quel tempio Uchiha, completamente sottomesso a mia madre, incapace di agire, bieco spettatore di quel gesto inumano che mi portò in fin di vita, tutto quell'allenamento, tutti quegli sforzi alla fine non erano serviti a niente, il fu Yamashita Kazuma, ora Itari della Nebbia, sarebbe morto in mare, il suo corpo non sarebbe stato più ritrovato e nessuno avrebbe pianto una lacrima per lui, un maledetto Uchiha che liberava il mondo dal suo maledetto potere...

    No.

    Una voce all'interno del mio cuore disse quell'unica parola, una goccia di speranza ed ostinazione che non sembrava all'inizio trovare appigli in quel mare di disperazione:

    "Mostra chi sei, non provare paura, soprattutto non provarla per te stesso, libera il tuo potere e scopri se davvero hai dei limiti come credi..."

    Non provare paura per te stesso, non avere paura di usare il tuo potere, quelle parole cominciarono a rimbombarmi nella testa, creando piano piano lo spazio per il coraggio, per la voglia di non arrendersi, per la speranza, no, per la certezza di potercela fare; per un istante chiusi gli occhi e cominciai a non pensare a niente, non alla fredda acqua, non alla gigantesca bestia che avevo davanti a me, non alla missione, c'ero solo io al centro del vuoto, un puntino all'interno di quell'immenso nulla.
    A quel punto, quando mi sarei sentito pronto, avrei cercato di concentrare una cospicua porzione di chakra nei miei occhi, tentando di attivare il potere che i miei avi mi avevano donato e che mia madre aveva prima preso e poi restituito, se avessi fatto tutto correttamente avrei riaperto gli occhi mostrando al mio avversario il mio vero volto.



    Con lo Sharigan Ipnotico avrei probabilmente potuto comprendere meglio l'immensità di quell'essere, ma non avrei più provato paura, ansia, terrore, nello stesso istante in cui i miei occhi si sarebbero accesi di rosso non avrei più provato nulla se non una sconfinata calma, come il mare in cui mi ero immerso mi sarei sentito libero da qualsiasi vincolo emotivo con un unico obiettivo davanti, ossia far capire a quella bestia chi era al comando. Sapendo con certezza che non avrei potuto andarci leggero, avrei cercato di cominciare lo scontro portandomi il più velocemente possibile sulla più vicina sezione rocciosa del fondale marino, una volta arrivato lì avrei provato a far fluire il mio chakra verso le mie mani, cercando di tracciare con esso dei simboli ben precisi sul loro dorso di loro sfruttando i pollici, poi quando mi sarei sentito pronto avrei rilasciato tutta quell'energia poggiando con forza le mani sulla roccia sottostante, tentando di eseguire la tecnica del Mountain Smash sfruttando il fondale che si sarebbe dovuto trovare sotto quell'essere immenso, con l'intento di provare a chiudere quantomeno l'area del suo corpo da cui avrei potuto vedere brillare i suoi occhi gialli con delle gigantesche pareti di roccia. Sapevo che probabilmente quello stratagemma non avrebbe bloccato quell'essere molto a lungo, così avrei cercato di sfruttare anche solo quei pochi secondi che la tecnica precedente mi avrebbe potuto offrire per tentare di concentrare nuovamente il mio chakra senza però usare i sigilli che mi sarebbero stati richiesti, non ne avrei avuto più bisogno, stavolta provando a dirigerlo intorno a quella che avrei considerato essere la testa del mostro e quando mi sarei sentito pronto avrei cercato di far assorbire a quel chakra l'elemento del vento per farlo comprimere e farlo diventare tagliente e letale, sperando che potesse tagliare di netto quella belva e liberarmi del problema sfruttando quell'improvvisa compressione. Infine, in caso quell'essere fosse riuscito a sopravvivere avrei cercato di preparare il mio ultimo e decisivo attacco, prima di tutto avrei provato ad utilizzare il potere del mio occhio destro per scomparire completamente nella mia dimensione spaziale e cercare di riapparire successivamente circa 5 metri davanti e sopra a dove avrei pensato essere la sua testa e a quel punto avrei cercato di utilizzare il potere del mio occhio sinistro, quello stesso potere che mai avevo avuto il coraggio di utilizzare avendone compreso l'utilizzo e il potenziale tramite gli studi e alcuni pallidi tentavi mai andati in porto, avevo compreso quello e soprattutto quanto potesse essere rischioso,ma in ogni caso non avrei potuto permettermi di tergiversare, avrei concentrato la mia linea di vista proprio su quegli occhi gialli per poi tentare di rilasciare il chakra che avrei accumulato nel mio Sharigan sinistro cercando di farli sparire insieme a tutto il resto della testa nella mia dimensione personale, ignorando il dolore ed il fastidio che probabilmente sarebbero sopraggiunti. Così avrei fatto, così avrei dato tutto me stesso e mi sarei opposto a quell'essere, se fosse bastato o meno solo il tempo me l'avrebbe detto.

    Itari della Nebbia
    Resistenza:700
    Stamina: 1000-35-100-70-110-110=575

    Azioni:
    -Attivazione Sharigan Ipnotico
    -Mountain Smash
    -Squarcio del Vento
    -Migrazione Spazio-Temporale
    -Kamui

    Maestrie e Abilità:
    Riverbero del Chakra
    Jutsu ad una sola mano
    Specializzazione Sensoriale: Udito Fenomenale
    Maestro dei Ninjutsu II° Livello: Mastermind
    Mangiafuoco III° Livello: Fiamma!
    Resistenza alle illusioni III° Livello: Testa sulle Spalle

    Conoscenze:
    Storiche III
    Orientative e geografiche III
    Militaristiche strategiche II

    Ok perfetto grazie, dopo mi scalo i Ryo e 1 diottria(al momento XD)
     
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    Il Leviatano aveva una storia singolare. Era stato messo a guardia di quegli abissi per evitare che qualcuno potesse arrivare ad un oggetto costruito da un uomo del clan Uzumaki. Costui, a quanto pare, fu cacciato dal suo stesso clan per aver dato vita a due abomini pericolosi, il primo era il Leviatano, il secondo era uno strumento così proibito che poteva dare accesso a segreti arcani e potenti.
    Creato con quello scopo, niente sembrava poterlo fermare. I pochi che ci hanno provato giacevano nel fondo del mare sotto forma di polvere di ossa schiacciati dal peso di antichi relitti di velieri.
    Itari provò fin da subito utilizzando un bel po' di assi nella manica, conscio che tergiversare o trattenersi con un mostro del genere non sarebbe servito poi a molto.
    I suoi sforzi erano ammirevoli, ma quella non fu la prima volta che il Leviatano affrontava uno shinobi ben preparato e lui stessa era creazione di un ninja.
    Qualcosa lo scosse nel momento in cui gli occhi di Itari s'illuminarono di rosso e lo Sharingan Ipnotico nacque nelle sue pupille.
    Il Leviatano si mosse frenetico nell'acqua. Nella sua mente artificiale erano rimasti impressi quegli occhi maledetti e si contorceva per la rabbia e per il dolore. Evidentemente un altro con quel potere, aveva già avuto un incontro ravvicinato con quell'antica bestia.
    L'arte della Terra utilizzata dall'Uchiha sembrava potesse avere un grande effetto per schiacciare quell'enorme aragosta, la quale si difese semplicemente chiudendosi in sè stessa e utilizzando le sue enormi chele per spaccare la roccia dei fondali.
    Il secondo attacco di Vento fu un mezzo successo invece. Itari aveva puntato alla testa, ma il mostro, nonostante la sua grandezza, si muoveva agilmente in acqua e nel farlo, salvaguardando la sua testa, si ritrovò con la chela sinistra mozzata.
    Il suono che si udiva prima, quello che sembrava essere il verso dell'animale, si espanse in tutto il mare circostante e di certo Itari non poteva sopportarlo, lui più di altri.
    L'Uchiha iniziò a sentire un fastidio incredibile e un dolore forte alla testa, quasi come un'emicrania improvvisa, e questa perdita di concentrazione non portò a compimento l'azione di poter utilizzare i suoi poteri oculari.
    Se non che il Kamui riuscì ad attivarsi però in una posizione del tutto diversa da quella che Itari aveva pianificato e la sua precisione andò a farsi benedire.
    Il Kamui distrusse uno scoglio vicino al Leviatano. In pratica uno spreco. La partita era appena iniziata e i due si erano scambiati giusto i primi "graffi".
    Il Leviatano aveva tutta l'intenzione di vendicare la sua chela e utilizzando la sua gemella rimasta, come una furia avrebbe tentato di stritolare (o sarebbe meglio dire polverizzare) il corpo di Itari.
    Ciò che sarebbe rimasto di lui, avrebbe tentato di portarlo alle sue fauci nascoste per farsi l'ennesimo spuntino.


    Itari: 100 danni e un malus di -25 sulle azioni per l'udito danneggiato
    Leviatano: privo della chela sinstra, 255 danni

    Recuperi il chakra dalla Migrazione Spazio-Temporale, ma non dal Kamui
     
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    La determinazione ed il coraggio erano in grado di donare forza e potenza ineguagliabili, ma nemmeno quelle sembravano essere in grado di aiutarmi contro quel gigantesco essere marino, ai suoi occhi non dovevo essere tanto più piccolo di un granchio o di un pesciolino che cercava di sfuggire dalle sue chele, non dovevo essere una grande sfida per lui. A tutto questo però pensai solo per i primi secondi, poi come un'onda sulla spiaggia l'apparizione del mio Sharigan Ipnotico spazzò via tutto quanto, lasciandomi dentro quella calma glaciale di cui avevo tanto bisogno in quei momenti di difficoltà; in quel momento non ci avrei probabilmente pensato, ma in generale trovavo sempre affascinante come quegli occhi mi facevano vedere il mondo, non era solo il fatto di vederlo muoversi più lentamente o di poter vedere debolmente il chakra, no era diverso, a volte mi sembrava proprio di poter veder le cose da un altro punto di vista, cogliendo dettagli che mi sarebbero sfuggiti altrimenti. In ogni caso in quel momento non c'erano piaceri né sofferenze, ma solo un grande ed importante obiettivo davanti e mi misi rapidamente all'opera per portarlo a termine, scendendo al livello del vicino fondale infatti chiusi quell'essere dentro alla mia trappola di terra, già pronto mentalmente alla prossima mossa, ma solo per vederlo distruggere con facilità disarmante tutto il mio lavoro; bah poco male, era pensato come diversivo fin dall'inizio, quei preziosi secondi infatti furono tutto ciò di cui avevo bisogno per concentrare il mio chakra tagliente e lanciare la tecnica diretta alla sua testa, ma nuovamente il gigante si dimostrò preparato e con innaturale agilità si spostò all'ultimo permettendomi solo di tranciargli la chela sinistra che dopo qualche secondo cadde sul fondale molto meno minacciosa. Ormai era fatta pensai, una ferita del genere di certo non poteva non averla sentita, con la mia ultima mossa gli avrei mozzato la testa e poi all'improvviso dolore, come non l'avevo mai provato, in un istante la bestia produsse un suono talmente acuto che persi ogni tipo di concentrazione e mi portai le mani alle orecchie, un lamento carico di furia cieca che arrivò dal nulla, non sapevo se fosse un attacco vero e proprio o solo il suo grido di dolore per quello che gli avevo fatto, quello di cui ero certo è che se avesse continuato avrei seriamente rischiato di perdere del tutto l'udito tale era il male che stavo provando, così tentai nonostante il forte mal di testa di utilizzare l'altra mia potente tecnica oculare, ma non riuscii a prendere bene la mira e finii solo per far sparire nella mia dimensione un inutile pezzo di scoglio, non proprio il bersaglio che avevo in mente.
    Eccomi lì quindi, la testa mi scoppiava, l'occhio sinistro aveva cominciato a farmi male, lo sentivo pulsare tanto si era sforzato per eseguire quella mossa e alla fine ero solo riuscito a tagliare una chela a quell'essere, certo non era un magrissimo bottino, ma dato che che l'idea iniziale era di vederlo già stecchito davanti a me non potevo fare salti gioia, di per sé non li avrei potuti fare nemmeno volendolo, in quel momento non provavo niente se non quel acutissimo mal di testa che non sembrava volermi lasciare scampo, avrei dovuto di certo trovare una soluzione a più presto per quel problema, come anche alla gigantesca sorella della chela che avevo fatto a fette che si stava avvicinando ad una velocità preoccupante con cattive intenzioni, al mio nuovo amico non doveva essere piaciuta quella mossa e come minimo voleva restituirmi il favore. Cosa fare a quel punto? La dislocazione era effettivamente veloce, ma non potevo lanciare Kunai sott'acqua e altre tecniche difensive non mi avrebbero di certo potuto aiutare, in quei pochi secondi che avevo priva di finire stritolato mi resi conto di avere solo una reale possibilità di salvezza, così avrei cercato di fare il possibile per resistere a quel fastidioso mal di testa cercando di mantenere le mani a protezione delle orecchie e quando mi sarei sentito pronto avrei cercato di concentrare il chakra nel mio occhio destro con l'intento di usufruire della potente tecnica della Migrazione Spazio-Temporale su me stesso e tentare di diventare intangibile per evitare quel poderoso attacco che avrebbe senza dubbio messo prematuramente fine alla mia vita.
    Ma se tutto fosse andato male? Se quell'essere fosse riuscito a colpirmi cosa avrei fatto? Stretto nella sua letale morsa con le ossa che avrebbero probabilmente scricchiolato sotto quell'ingestibile pressione mi sarei ritrovato davanti alle sue gigantesche fauci pronte a farmi diventare il loro prossimo pasto, senza provare paura, terrore o ansia, avrei visto la morte in faccia senza battere ciglio, cercando di mettere in pratica il mio ultimo e disperato tentativo di sopravvivere: avrei aspettato che quell'essere mi avesse portato vicino alla sua bocca a quel punto avrei cercato di concentrare una parte del mio chakra nell'occhio destro per provare ad utilizzare nuovamente la Migrazione per cercare di diventare intangibile e poi avrei sfruttato quell'eventuale momento di confusione dell'essere per concentrare tutte le energie rimaste prima per cercare di replicare la mia letale tecnica di Vento, che per mia fortuna grazie alle mie abilità magiche avrei potuto eseguire anche senza l'ausilio delle mani, e dirigere eventualmente il mio tagliente chakra sulla sua gigantesca chela rimasta per provare a levarla da mezzo e poter a quel punto tentare nuovamente di utilizzare il Kamui per far sparire la gigantesca testa di quell'essere nella mia dimensione e porre potenzialmente fine allo scontro; con ogni probabilità avrei cercato di mettere in pratica questo piano anche senza necessariamente dover finire prigioniero di quell'essere ma in ogni caso tutto sarebbe stato sempre mirato alla mia sopravvivenza e all'eliminazione di quel maledetto affare.

    Itari della Nebbia
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    Edited by Stompo - 10/4/2018, 13:44
     
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    Dopo un primo scambio di colpi, i due avversari si trovarono in una situazione di svantaggio reciproco, svantaggio che però, all'inizio, toccò da vicino l'Uchiha.
    Non fu abbastanza veloce da rendersi intangibile alla presa feroce della chela. Inutile dire che le ossa delle sue braccia andarono distrutte e qualche costola s'inclinò, il che fu anche un bene, perché in qualche modo quel danno permise al giovane Itari di sopravvivere a diventare totalmente poltiglia. Cosa che non era esclusa finché il Leviatano avesse avuto l'intenzione di masticarlo e ingerirlo.
    Peccato che non sapesse delle intenzioni della sua prossima vittima, il quale poteva solamente contare sul Kamui in quella condizione. Stavolta la mira, nonostante il dolore atroce per il colpo ricevuto, fu migliore del precedente tentativo e riuscì ad andare oltre uno spiraglio nella presa della chela, andando così a dislocare il cranio dell'antica bestia.
    Lo scontro si concluse in quel modo. La testa fu strappata alla sua testa dalla forza spazio-temporale del Kamui. Come per magia il resto dell'esoscheletro immenso iniziò a dissolversi in tanti pezzi che volarono via come fogli bruciati, mescolandosi alle profondità del mare.
    Itari fu quindi libero dalla presa quasi fatale, trovandosi così in un fondale con entrambe le braccia fuori uso e un dolore atroce misto alla consapevolezza che restare lì, in quelle condizioni, non era un'opzione plausibile.
    Sigilli strani comparvero dalla scogliera dal fondale sabbioso.



    S'illuminarono di rosso e da essi iniziò a proiettarsi circa dieci raggi di chakra, il quale era bianco, sembrava quasi una luce, ma racchiudeva una potenza incredibile per essere un colpo così compatto, ciò significava che non era innocuo come sembrava.
    In tutto ciò, nella dimensione personale di Itari/Yamashita, la testa del Leviatano non si dissolse come il resto del suo corpo, ma divenne qualcos'altro: una specie di globo dorato che galleggiava a mezz'aria.
    Il nostro "cacciatore" se ne sarebbe accorto in qualche modo? Sempre se fosse riuscito a sopravvivere a quell'ulteriore trappola mortale a cui era sottoposto!


    Itari ha preso 180 danni, in più le braccia sono fuori uso, necessita di cure serie perché si sono completamente fratturate.
    Due costole, una a destra e una a sinistra son inclinate, il tuo malus nelle azioni è salito a -35 punti.

    Il Leviatano è morto.

    La sua testa/globo è nella tua dimensione personale

    Attento alle trappole!
     
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    Come si poteva sentire un lacerante dolore dilaniare le tue carni e non provare nemmeno un briciolo di emozione? Come si poteva avvertire le propria braccia spezzarsi, le proprie costole rompersi e venire investiti dal cascata di sconcerto fisico senza provare terrore, ansia o semplicemente la paura di morire? Ero lì, stretto nella chela di un mostro che si era dimostrato ben più veloce di me e avevo il volto contratto dal dolore, avevo distintamente avvertito le ossa delle mie braccia andare in mille pezzi, se mi fossi trovato sulla terra ferma e avessi ancora l'udito ben funzionante avrei quasi certamente avvertito dei suoni che mi avrebbero fatto accapponare la pelle, ma nonostante tutto questo, nonostante il dolore che lentamente prendeva il possesso di ogni cellula del mio corpo non provavo niente, nessuna emozione appariva sulla mia tavolozza mentale, in quei momenti sarebbe stato perfettamente normale provare paura per la terribile fine che la mia vita stava per incontrare, invece non c'era nulla dentro di me, solo quella fredda e glaciale calma che aveva preso il controllo nell'esatto secondo in cui avevo liberato appieno il mio ancestrale potere, perché ogni volta mi ritrovavo in quello stato? Perché non ero mai in grado di provare liberamente le mie emozioni? Me l'ero chiesto più e più volte, ma non ero mai riuscito a darmi una risposta soddisfacente, chissà se mai sarei riuscito a venire a capo di quell'irrisolvibile enigma interiore, chissà...
    In quel momento però, con il mio corpo che faceva l'impossibile per rimanere attaccato alla vita, quella quiete interiore mi tornò utile anzi, si potrebbe benissimo dire che mi salvò la vita: stretto in quella presa infatti, se mi fossi lasciato prendere dal panico non avrei fatto in tempo a fare nulla e sarei diventato mangime per giganteschi mostri marini, invece, proprio nel momento in cui il mostro mi stava portando a quella che lui aveva scelto come mia tomba, riuscii in qualche modo a trovare la lucidità e la concentrazione per utilizzare nuovamente il potere oculare del mio occhio sinistro, riuscendo finalmente a colpire la testa del mio avversario che scomparve senza lasciare traccia nella mia dimensione spaziale personale. Un colpo di fortuna? Un segno del destino? Lì per lì non mi importava granché, nemmeno quando cominciai a vedere il resto del corpo del mostro scomparire come fosse fatto di tanti piccoli fogli bruciacchiati riuscii a provare felicità e sollievo, dentro di me sentivo solo ed unicamente il dolore, non solo nelle braccia che avevano assunto delle posizione del tutto innaturali, ma anche nel mio occhio destro che bruciava come se qualcuno ci avesse buttato qualcosa di incandescente sopra e al livello del mio petto, ad ogni singolo respiro che facevo in quella maschera chiusa avvertivo come una stilettata poco sopra l'addome, con ogni probabilità quell'essere era arrivato persino a rompermi delle costole, insomma non mi serviva un genio per capire che in quello stato mi sarebbe stato impossibile completare la caccia; probabilmente se fossi riuscito a guarire del tutto e avessi disattivato il mio Sharigan avrei anche potuto prendermela a ridere ripensando a quella scena, in un modo o nell'altro gli incontri che facevo con esseri giganteschi finivano sempre male, in quei momenti la fortuna non sembrava mai essere troppo dalla mia, certo almeno quella volta ero riuscito a mantenermi vigile, era già un inizio.
    Come conferma di come la dea bendata non fosse un mia fan, ancora prima che potessi cantar vittoria mi ritrovai a dover fronteggiare un'altra minaccia, sotto al fondale marino infatti comparve un simbolo centrale di colore rosso, contornato da cerchi e da strane incisioni di cui lì per lì ignoravo il significato, anche perché con la testa, gli occhi e le orecchie doloranti e con il corpo che mi urlava continuamente la sua sofferenza riuscire a concentrarmi era davvero impossibile, per quanto in un altro momento mi sarebbe potuto probabilmente piacere. Quegli strani simboli in ogni caso non si rivelarono innocui, anzi senza preavviso cominciarono a rilasciare una serie di raggi luminosi proprio nella mia direzione, fasci apparentemente di luce ma che ad uno sguardo più attento mi sarebbero sembrati densi densi di chakra, insomma farsi colpire non mi sembrava di certo una buona idea; il problema però era come fare? La mia missione era trovare quella strana sfera, lei o almeno un indizio che potesse condurmi ad essa, ma l'unica cosa che avevo trovato in quello scuro abisso erano stati un mostro gigantesco che era sparito senza lasciare traccia e una serie di strani simboli apparsi alla sua dipartita che non sembravano per niente amichevoli, anche volendo provare ad esaminare quest'ultimi non avrei potuto farlo in quello stato, avrei in ogni caso dovuto tornarci in un secondo momento con le braccia ed il resto apposto, contando però di sopravvivere a quell'imminente e repentino attacco a sorpresa, cosa che nelle mie condizioni sembrava tutto meno che scontato. Non avevo il tempo per fare una scelta né per starci troppo a pensare, in quella frazione di secondo che avrei avuto a disposizione, il mio cervello avrebbe vagliato come migliore modo per sopravvivere quello di usare la Dislocazione Istantanea, sia perché avrebbe richiesto meno concentrazione e dispendio di chakra della Migrazione, sia perché con il dolore che stavo provando soprattutto all'occhio sinistro in quel momento avrebbe significato rischiare di affaticarli ulteriormente ed era qualcosa che avevo fatto anche fin troppo in quella circostanza; tutto considerato quindi avrei cercato in quello che non era più di un battito di ciglia di concentrare il più velocemente possibile tutto il chakra che avevo a disposizione, provando con tutta la mia forza ad ignorare il diffuso ed intenso dolore in ogni parte del mio corpo, per provare a direzionarlo insieme a tutto il resto del mio corpo tutto in una volta sola verso il sigillo che avevo messo davanti all'ufficio della Mizukage, che sarebbe stato il primo posto che mi sarebbe venuto in mente, e cercare quindi di dislocarmi via da ogni possibile guaio, del resto dopo aver vinto contro un gigantesco marino, rischiare di farmi del male o peggio per colpa di semplici raggi di luce sarebbe stato davvero il colmo.

    Itari della Nebbia
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    Stamina: 430-35-50-60=285

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    -Dislocazione Istantanea+ Sforzo Extra Max

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    Ci sono forze nel mondo che difficilmente possiamo contrastare. Capitano situazioni che non possiamo controllare e lamentarcene non risolve assolutamente nulla.
    Se anche a voi è capitato di ritrovarsi nelle condizioni del povero Itari, sott'acqua, ferito e potenzialmente ferito, allora potrete immaginare di cosa sto parlando.
    Vi ricordate?
    Nella storia che vi sto raccontando c'era un altro personaggio, un altro particolare che Itari/Yamashita non poteva considerare perché non ne era a conoscenza a differenza nostra.
    A nulla servirono i suoi sforzi per dislocarsi via da quell'inferno bagnato e freddo, la sua maschera subacquea era la sua condanna e ne era all'oscuro.

    CITAZIONE
    - Ah... Dimenticavo, manometti la sua maschera subacquea con questo.

    - Co-cos'è questa boccetta?

    - Questo... E'... vita...

    ...o morte. Il capitano della bagnarola aveva inserito il liquido all'interno della maschera subacquea che a poco a poco si sarebbe rilasciato nel corpo di Itari che l'avrebbe inalato mentre era in forma gassosa a piccole dosi.
    Iniziò a sentire una fitta al petto, come se lo stesse per colpire un arresto cardiaco.
    Primula aveva pensato a tutto, ma non doveva ucciderlo. Lui gli serviva vivo per due motivi che avrebbe scoperto a breve.
    Inutile dire che i raggi luminosi non lo colpirono, ma semplicemente perché non appena svenne in mezzo alle profondità marine, Primula lo tirò fuori ad una velocità assurda.


    [...]



    12 Mezuki. Ore 02.00 a.m.

    Aprendo i suoi occhi stanchi e debilitati, Itari si sarebbe sentito pesante e debole, quasi come quando perse la sua gamba a Barbakos.
    Aveva il petto che gli doleva, probabilmente rimasugli del veleno paralizzante e atrofizzante che Primula gli aveva somministrato approfittando del capitano che era dalla sua parte.
    Svegliandosi si sarebbe accorto di essere su un letto legato con delle catene pesanti che avvolgevano le sue caviglie, il suo addome e i polsi.
    Le braccia stranamente non gli facevano più male e sentiva che poteva muoverle se non fossero state bloccate dalle catene.
    Erano passati due giorni da quando aveva perso i sensi e a quanto pare Primula l'aveva tenuto in vita.
    Poi apparve a lui...



    Era adagiata su un lettino accanto a lui, in posa provocante, con la spada leggendaria sempre nelle sue mani e con tutto sotto controllo, o almeno così pensava.

    Ben svegliato Yamashita Uchiha, o forse non ti fai chiamare più così, vero? A giudicare dal tuo aspetto deduco che la Mizukage ti stia nascondendo al mondo perché sei fin troppo famoso adesso.

    Si alzò per mettersi a cavalcioni sul corpo debole del ragazzo. In un'altra situazione poteva sembra che stesse giocando in modo erotico con la prossima preda della sua lussuria, ma Primula aveva decisamente altre intenzioni.

    Sai? Vorrei poter giocare un po' con te prima di arrivare al dunque, ma ti dico fin da subito che se sei ancora vivo è perché non hai la piena responsabilità della morte di mia sorella Lilia, ma voglio che tu mi conduca all'assassino, Shinichi Yuki...

    Con fare malizioso iniziò a passare la sua mano candida sulle labbra di Itari fino a spingersi più in giù, prima i pettorali, poi l'addome.
    Arrivando ai genitali del ragazzo, li strinse, non troppo forte e lo guardò poi dritto negli occhi avvicinandosi praticamente a pochi millimetri, leccandogli la guancia destra. Poi continuò sussurrandogli nell'orecchio qualcos'altro.

    ...e poi voglio il globo, la testa del Leviatano che così magistralmente hai ucciso. Se fai tutto quello che ti chiedo, non solo resterai vivo, ma non avrai conseguenze e io te ne sarò... grata...

    Dicendo questo, si alzò in piedi nel letto, in questo modo, essendo in basso, Itari avrebbe potuto notare che Primula non indossava alcun intimo sotto i suoi abiti succinti. Poi tornò a mettersi a cavalcioni su di lui e si morse il dito indice destro.

    Allora? La scelta sembra ovvia, no?


    Hai 500 di Resistenza e 500 di Stamina dopo il tuo risveglio. Le tue braccia sono tornate a posto, ma le tue azioni attuali sprecherebbero il doppio della Resistenza se son fisiche ovviamente.
    Sei completamente legato, ma niente ti vieta di usare il chakra, pensa bene a tutto e vediamo come te la cavi.
     
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    Primula

    Ad essere onesti, fin da quanto avevo cominciato quella missione avevo dato per scontato che si sarebbe trattato di un compito semplice, un'esplorazione come tante ne avevo fatte in passato, solo un po' più importante perché commissionatami dalla Mizukage in persona, insomma quanto poteva essere difficile un caccia al tesoro? Forte dei miei mezzi, del mio nuovo Sharigan, che problemi avrei mai potuto incontrare? Uno sciocco disilluso e superficiale, questo ero stato, talmente convinto dei miei mezzi da essere venuto meno all'accortezza necessaria per completare missioni più difficili di salvare gattini scappati sopra gli alberi, la speranza ormai era solo non arrivare a pagare un prezzo troppo alto.
    In quel momento lo stress era probabilmente al massimo, avevo in qualche modo messo a tacere un gigantesco mostro marino che mi aveva strizzato per bene, le braccia erano fuori uso e la testa sembrava essere sul punto di scoppiare, ma con lo Sharigan Ipnotico a calmare ogni possibile sensazione o sentimento non potevo vacillare, ero certo che ne sarei uscito facendo ricorso ad una tecnica su cui mi ero tanto allenato e che tanto significava per me, ma come detto prima era stata proprio la mia tracotanza a mettermi nei guai e quello fu il momento in cui mio malgrado me ne resi conto: i raggi mi stavano per raggiungere, la pressione era alle stelle, il cuore pompava sempre più velocemente sangue in ogni organo del mio corpo, se fossi stato sulla terraferma avrei con ogni probabilità cominciato a sudare copiosamente, ogni respiro diventava sempre più veloce del precedente, cercando di prendere più aria possibile da quella maschera finché, completamente all'improvviso, avvertii una violenta fitta al petto e tutto il corpo cominciò a fermarsi, a spegnersi, tutto divenne sfuocato, buio, mentre lentamente persi la sensibilità ed il controllo sui miei arti, in pochi istanti il mio io cosciente si spense, le forze vennero meno e svenni completamente in balia del mio destino.
    Buio ed una fredda e completa oscurità mi avvolsero e mi trascinarono in un sonno inquieto e senza sogni, la cosa in fondo non mi stupiva, che cosa avrei potuto desiderare di vedere in punto di morte? Nessuno mi aspettava a casa, nessuno sapeva che fossi lì ad eccezione della Mizukage, se fossi morto lì sarei diventato niente di più di un nome su di una lapide, chi davvero avrebbe speso un lacrima per me? Ero il figlio di un Uchiha che non era mai riuscito a portare a termine un compito che gli era stato assegnato, una personaggio scomodo che non sarebbe probabilmente mancato a nessuno e che sarebbe presto o tardi finito mangiato dai pesci, una fine gloriosa senza alcun dubbio.
    Ciò che mi aspettavo sembrava non essere ancora arrivato, dopo infatti un tempo indefinito passato in quello che sembra a tutti gli effetti un eterno ed oscuro oblio, la luce si riaccese, i miei deboli occhi si riaprirono lentamente solo per portare altro dolore alla testa che sembrava essere sul punto di star per esplodere, ma purtroppo non potevo farne a meno, dato che quello che vedevo era ben lontano dall'essere un fondale marino e la cosa mi lasciava profondamente perplesso; secondo dopo secondo cominciai a riacquistare una maggiore cognizione di me stesso, mi sentivo intorpidita ogni parte del corpo, come se non le avessi mosse per diverso tempo e mi sentivo stanco, come dopo un'intesa giornata di allenamento, ma il dettaglio chiave lo scoprii provando mettermi seduto, braccia, mani e gambe infatti erano costrette in pesanti catene di metallo che mi tenevano fermo in quello che sembrava una specie di letto. Il primo istinto che avrei avuto sarebbe stato quello di provare a liberami cercando di concentrare il mio chakra in prossimitá delle aree costrette e tentare di utilizzare la tecnica della fuga per liberarmi; nei successivi secondi in ogni caso sarei stato contento, anzi quasi felice di essere ancora vivo, la situazione in cui mi trovavo sotto al mare non era delle migliori e per qualche strano motivo non sentivo alcun dolore alle mie braccia, come se magicamente fossero tornate normali, certo ero legato come un salame, ma almeno ero vivo no? A quel punto però una voce sconosciuta rovinò la mia stupenda favoletta, aveva un tono molto femminile ed apparteneva ad una donna che non conoscevo e che era appoggiata in modo assai provocante su di un lettino affianco a me:

    "Ben svegliato Yamashita Uchiha, o forse non ti fai chiamare più così, vero? A giudicare dal tuo aspetto deduco che la Mizukage ti stia nascondendo al mondo perché sei fin troppo famoso adesso."

    Capelli bianchi, occhi gialli, portava dei vestiti davvero bizzarri che terminavano alla vita con una mezza gonna che copriva a malapena ciò che gli competeva, senza volerlo mi soffermai a lungo sui suoi dolci lineamenti, sulle lunga gambe scoperte per metà e sulle sue gentile forme tenute debolmente a freno dal suo succinto abbigliamento, ci misi decisamente troppo ad accorgermi che teneva in mano una spada dall'aspetto poco rassicurante e che mi aveva chiamato per nome, ma non era per niente facile ragionare in quel momento, diversi pensieri stavano cominciando ad affollare la mia testa, a differenza del sangue che aveva invece deciso di defluire in tutt'altra direzione; la donna sconosciuta, forte senza dubbio del potere che sapeva di esercitare, si alzò con notevole agilità dal suo giaciglio e si mise seduta sopra di me, facendomi diventare dello stesso colore dei miei originali capelli e accelerando il sopracitato processo naturale:

    "Sai? Vorrei poter giocare un po' con te prima di arrivare al dunque, ma ti dico fin da subito che se sei ancora vivo è perché non hai la piena responsabilità della morte di mia sorella Lilia, ma voglio che tu mi conduca all'assassino, Shinichi Yuki..."

    Lilia, Shinichi Yuki, tutti nomi che lentamente si fecero strada verso il mio cervello per andare ad accendere dei campanelli di allarme, chiunque avessi davanti doveva essere collegata a quelle persone, ma la mia mente non fu abbastanza veloce per unire i puntini ed agire, si perse completamente con quello che accadde dopo: la donna passò la sua mano sulle mie labbra, poi scese lungo il torace, poi sull'addome, arrivando nel punto che in quei momenti stava diventando il centro pensante del mio intero corpo e diede una leggera stretta che tranciò di netto ogni blando contatto che era rimasto con la testa, subito prima di arrivare vicinissima al mio volto, leccarmi la guancia destra e sussurrarmi qualcosa all'orecchio:

    "...e poi voglio il globo, la testa del Leviatano che così magistralmente hai ucciso. Se fai tutto quello che ti chiedo, non solo resterai vivo, ma non avrai conseguenze e io te ne sarò... grata..."

    Mi stavo letteralmente sciogliendo su quel letto, in quegli istanti avevo seria difficoltà a pensare in modo razionale, non sentivo nemmeno le pesanti catene che mi stavano tenendo bloccato, quella mano era sembrata una piuma che mi aveva fatto venire un brivido lungo tutta la spina dorsale, unito poi a quella stretta che aveva in un istante diffuso il calore del mio corpo tutto in un solo posto, nel momento in cui mi leccò la guancia arrivai perfino a chiudere gli occhi tale l'intensità delle sensazione che stavo in quegli istanti provando, sentivo che era vicina al mio viso dal suo caldo respiro che mi passava sotto la bandana accarezzandomi le guance, stava diventando tutto davvero troppo per un ragazzo che mai era entrato così in intimità con una donna; l'apice di tutto però fu quando la provocatrice, appena finito di parlare, si tirò su in piedi sul letto, facendomi vedere tutto ciò che i suoi vestiti cercavano invano di coprire, d'istinto spalancai gli occhi, increduli di fronte a quell'inatteso spettacolo, se c'era rimasto qualcosa nel mio cervello se ne andò con il resto del flusso sanguigno con quella vista, lasciandomi l'impossibile compito di rispondere ma senza le facoltà per farlo:

    "Allora? La scelta sembra ovvia, no?"

    "Ehm...io non...so dove...no chi...ehm Shinichi dove sia..."

    Parlare era davvero difficile, le parole uscivano sconclusionate senza nessun filo logico, spesso a monosillabi e con diversi secondi di intervallo tra l'una e l'altra, inutile dire quanto mi fosse impossibile controllare ciò che stessi dicendo, ormai avevo perso il controllo della situazione già da tempo:

    "Per la testa di...di quel coso non...non c'è più...non...non è qui ma se vuoi posso...andare...a prenderla e te lo...ehm...te la do..."

    Non avevo davvero idea di chi fosse quella donna, ma in quel momento mi sarebbe stato davvero difficile negarle quello che chiedeva. non sapevo nemmeno se la testa del mostro fosse ancora nella mia dimensione o fosse sparita insieme al resto del corpo, ma di certo non ci avrei pensato in quel momento, guidato da ben altri istinti e desideri avrei cercato di convogliare una piccola parte del mio chakra nei miei occhi per attivare nuovamente lo Sharigan Ipnotico per poi poter idealmente usare per tentare di andare nella mia dimensione e vedere cosa fosse rimasto di quell'affare, ma cosa mi sarebbe successo non appena sarei stato invaso da quella calma e quella tranquillità che quegli occhi mi avrebbero trasmesso? Sarei riuscito a tornare in controllo di me stesso o avrei continuato ad essere schiavo delle mie pulsioni? Senza dubbio se mi fossi ripreso avrei cercato di ugualmente di utilizzare migrazione,tentando di concentrare il chakra nel mio occhio destro per sparire nella mia dimensione e in caso lei mi avess seguito avrei cercato di sembrare ancora accondiscendente per provare a trovare un momento per contrattaccare.
    Ma se fossi rimasto ancora legato a ció che quella donna sembrava promettermi? Di certo non avrei saputo dirle di no, avrei fatto ció che mi avrebbe chiesto senza riserve.

    Itari della Nebbia
    Resistenza: 500
    Stamina: 500-35-1-110"354

    Azioni:
    -Tecnica della Fuga
    -Attivazione Sharingan Ipnotico
    -Migrazione Spazio-temporale


    Maestrie e Abilità:
    Riverbero del Chakra
    Jutsu ad una sola mano
    Specializzazione Sensoriale: Udito Fenomenale
    Maestro dei Ninjutsu II° Livello: Mastermind
    Mangiafuoco III° Livello: Fiamma!
    Resistenza alle illusioni III° Livello: Testa sulle Spalle

    Conoscenze:
    Storiche III
    Orientative e geografiche III
    Militaristiche strategiche II
     
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    Gli occhi di Itari non erano Sharingan normali. Il potere che aveva risvegliato il suo Mangekyou proveniva dall'amore, non dall'odio.
    Quegli stessi occhi gli permisero di uscire dall'inganno che la seduzione di Primula produceva. La libido iniziò a calare e la luce della chiarezza distrusse le ombre dell'incertezza come un lampo nella sua mente.
    Riuscì ad agire perfettamente, liberarsi e dislocarsi nella sua stessa dimensione.
    La Mukenin lo seguì perché a contatto con lui, conscia che anche se avesse fatto resistenza, lei lo avrebbe ucciso seduta stante.



    La dimensione dello Sharingan Ipnotico.
    Un luogo diverso per ognuno dei possessori del potere del Kamui. I due si ritrovarono lì dentro e davanti a loro vi era una sfera dorata che galleggiava sospeso sulla piattaforma dov'erano arrivati.
    Gli occhi di Primula s'illuminarono, lei sapeva di cosa si trattava, sapeva che poteri nascondeva quella sfera e sapeva perché era stata nascosta.
    Senza pensarci, mosse la sua amata spada, Venusia, con un affondo dritto al centro della schiena della sua preda.

    Mi sono offerta di renderti un uomo, ma visto che hai agito per i cazzi tuoi, muori.
     
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    Grazie...
    Mamma...

    Non saprei davvero dire il perché, ma quello fu il primo pensiero che passò nella mia mente non appena riuscii a tornare in me, quelle due semplici parole che piano piano si sparsero nella mia testa allontanando tutto ciò che fino a quel momento aveva fatto l'impossibile per farmi perdere il lume della ragione, tutti i pensieri lascivi che quella donna mi aveva messo a forza improvvisamente sparirono nell'esatto momento in lo Sharingan Ipnotico comparve nei miei occhi, il primo regalo che Oceania mi aveva fatto non più da carnefice ma da madre era riuscito a darmi la speranza, davvero incredibile, avrei mai potuto crederci qualche mese fa? Per la prima volta da quando avevo risvegliato quei potenti occhi, quella calma e quella tranquillità che mi stavano investendo non mi parvero innaturali o strani, anzi in quegli ultimi secondi di emotività prima del loro impetuoso arrivo le avvertii quasi come un profondo e silente abbraccio, uno di quei momenti di affetto e di amore che non ero mai riuscito ad avere con mia madre e che ora sembrava essere l'unica cosa in grado di salvarmi; quel momento di tenerezza però durò solo un istante, con la mente calma e libera da cattivi pensieri infatti non persi tempo e dopo essermi liberato dalle catene dislocai me e la donna nella mia dimensione, una mossa sicuramente azzardata ma che mi permetteva in qualche modo di potermela giocare in casa e avere più possibilità di sopravvivere. Non appena vidi comparire intorno a me quel bizzarro ma familiare paesaggio, non potei fare a meno di notare un particolare che stonava con tutto il resto, a pochi metri da me galleggiava infatti un piccolo globo, quello stesso piccolo globo che sembrava assomigliare molto a quello ritratto sul disegno che mi aveva consegnato la Mizukage e che la donna mia aveva chiesto di recuperare, dentro di me non avevo minimamente idea di come fosse finito lì, probabilmente era effettivamente collegato alla testa di quel mostro, particolare che avrei sicuramente riconosciuto data la poca varietà che quel luogo sapeva offrire, ma dopo pochi secondi tutto il resto, lui compreso, perse di importanza:

    "Mi sono offerta di renderti un uomo, ma visto che hai agito per i cazzi tuoi, muori."

    La sua voce veniva da dietro di me, ormai aveva perso tutto il fascino che vi avevo visto fino a poco tempo prima, appariva dura, secca, irritata, evidentemente non doveva essere molto contenta di come stavano andando le cose; quel dettagli ad ogni modo passo in secondo piano, infatti se fossi riuscito ad accorgermene tramite il mio sviluppato udito o magari con la coda miei attenti occhi, mi sarei reso conto di come la donna avesse intenzione di chiudere rapidamente la partita con un attacco della sua spada, qualcosa che avrei senz'altro accettato con difficoltà:

    "Mi dispiace, sei una bella donna... ma non sei il mio tipo..."

    Game on!


    Mentre le parole calme ed il tono tranquillo avrebbero risposto per le rime alla sua affermazione, il resto del corpo avrebbe fatto il possibile per evitare quella morte orrenda che la donna aveva intenzione di donarmi, cercando infatti di concentrare il più velocemente possibile il chakra nel mio occhio destro avrei cercato di utilizzare nuovamente la Migrazione Spazio-Temporale per diventare intangibile tentando di portare il mio corpo nella dimensione del reale e provare quindi ad evitare il colpo, a quel punto se tutto fosse andato bene avrei cercato di spostare la mia immagine residua in modo da idealmente allontanarmi dal profilo della lama e poter liberare il mio corpo che avrei prontamente richiamato in causa per cercare di tirare fuori con la mano destra due kunai con sigillo dal mio taschino delle armi e provare a lanciarli uno dritto contro il petto della mia avversaria, l'altro invece sarebbe dovuto semplicemente cadere a terra e conficcarsi poco oltre i miei piedi, non sarebbe di certo stata una mossa puramente offensiva, ma avrebbe fatto comunque parte del piano che avevo in mente per mettere fuori gioco quella lasciva pazza: il mio pensiero in sé per sé era semplice e forse un po' ingenuo, ma faceva leva sull'aria di superiorità che quella donna sembrava ostentare nei miei confronti, vedendomi probabilmente come una pedina sacrificale e niente più, difficilmente avrebbe troppo preso sul serio il lancio di kunai alla sua persona, probabilmente lo avrebbe schivato spostandosi di lato o magari lo avrebbe deflesso via con la sua spada, ma questo avrebbe comunque fatto il mio gioco, non appena infatti avrei visto quella piccola arma da lancio allontanarsi da lei in qualunque direzione e le fosse stata il più lontano possibile, avrei cercato di concentrare il mio chakra su di essa per dislocarmici e poter provare qualcosa che fosse idealmente abbastanza forte da sconfiggerla:

    " Loop Temporale!"

    Tentando di incanalare il più velocemente possibile il chakra, avrei cercato di dirigerne il flusso come un fiume in piena verso il kunai con sigillo che avrei lasciato vicino ai miei piedi e idealmente vicino a quelli della mia avversaria, il tutto per provare ad eseguire, senza fortunatamente il bisogno di usare alcun sigillo grazie alle mie ormai migliorate abilità, la tecnica che avevo personalmente inventato, con la quale avrei cercato di far fuoriuscire da quel piccolo sigillo, ripetendo due volta di fila lo stesso procedimento, uno dopo l'altro entrambi i Rasenbomb che avevo precedentemente dislocato con la medesima mossa diverso tempo prima, idealmente entrambi diretti verso il petto o più in generale il corpo della mia avversaria e con l'ideale compito di esploderle addosso e provare a scrivere la parola fine a quel combattimento.


    Itari della Nebbia
    Resistenza: 500-1=499
    Stamina: 354-35-110-80-80=49

    Azioni:
    -Mantenimento Sharingan Ipnotico
    -Migrazione Spazio Temporale
    -Lancio 2 kunai
    -Loop Temporale x2

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    Primula. Una ragazza che aveva sempre dovuto affrontare la dura vita di strada cercando di proteggere la sorellina dai pericoli di un mondo corrotto.
    Col tempo aveva capito che le migliori armi di una donna risiedono nella seduzione e nella provocazione che il suo corpo, da tenere allenato, poteva fornirle. Vendette il suo corpo un paio di volte ad esseri spregevoli pur di sopravvivere e prendersi cura della sorellina più piccola: Lilia.
    I Figli di Zero divennero la sua casa, la sua ragion d'essere, lì con la sua forza poteva essere rispettata, da schiava divenne padrona e con lei anche sua sorella, con la quale aveva instaurato un rapporto morboso e incestuoso che andava avanti da anni. Lilia avrebbe fatto qualsiasi cosa per la sorella che amava e Primula avrebbe distrutto il mondo con le sue mani senza lei.
    Quel giorno contro Yamashita, lei aveva iniziato la sua lotta personale verso la vendetta, accrescendo il suo odio e credetemi se vi dico che l'odio ha una portata più grande di qualsiasi altro sentimento, sta a noi decidere come usarlo e se lasciarlo in gabbia o libero di divorare ogni cosa, anche noi stessi.
    Primula era annebbiata dalla sua arroganza e dalla sicurezza di essere tra le più forti del continente e quella stessa sicurezza non le permise d'infilzare con la sua Venusia, il petto dell'Uchiha che riuscendo ad eludere l'attacco ed elaborando una strategia perfetta tra i suoi occhi e la Dislocazione, era riuscito nell'intento di fare un bello scacco alla sua avversaria, anche a costo di una gran quantità della sua riserva di chakra, quasi al limite.
    Una gigantesca esplosione investì in pieno Primula, fiamme elevatissime si alzarono e spazzarono via cubi e cubi sospesi in quella dimensione. L'onda d'urto coinvolse anche l'autore di quel devastante attacco. Itari ne avrebbe patito le ustioni, altre cicatrici da conservare nella sua storia, se fosse sopravvissuto ancora.
    Lo scoppio provocato dall'impatto dei due Rasenbomb, coinvolse anche il globo dorato che però sembrò non essere minimamente intaccato dall'offensiva, a parte il divenire incandescente.

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    Le fiamme vennero spazzate via da un'ondata purpurea improvvisa, la cui origine era la nuova forma di Primula.
    Riportava alcune ustioni sulla nuova pelle bluastra, ma niente che potesse tangerla in maniera significativa.

    Allora non sei un buono a nulla come pensavo... Mi hai costretta a fondermi con Venusia per resistere a quell'attacco. Ritieniti fortunato che pochi mi hanno portato a questo punto.

    Nell'aria della dimensione s'iniziò a sentire un'odore forte, come se fosse una specie di profumo inebriante. Ovviamente, per le abilità di Primula, quel profumo non era affatto positivo, era segno che già aveva intossicato tutto con i suoi veleni.
    Il terreno dove si trovava lei, almeno in un raggio di 2 metri, iniziò addirittura a corrodersi, non come acido, ma era come se la materia potesse morire.
    Dal suo corpo uscivano dell'escrescenze le cui punte erano copie di Venusia stessa. Poteva anche farla comparire dai suoi arti o da dove volesse. La sua anima era un tutt'uno con quella della spada venefica stessa.
    L'impatto riportato dai due Rasenbomb aveva comunque debilitato molto il suo corpo e lo sentiva come una lama che gli trafiggeva il petto.
    Se non avesse attivato l'asso nella manica in quel momento, probabilmente sarebbe morta bruciando e carbonizzandosi, ma com'era successa alla sorella, la trasformazione dovuta a quelle spade dava un certo margine vantaggioso in termini di resistenza del corpo.
    Aveva due obiettivi: il globo e Shinichi. Uno era dietro Yamashita e l'altro era ottenibile creando casini a Kiri, oppure sfruttando il suo avversario del momento.
    Ricordandosi di non lasciarsi trasportare troppo dalla rabbia, decise di concentrare una nube tossica tutt'attorno al povero ninja di Kiri e approfittando di questo, cercando di recidere le sue gambe con due bei fendenti di quelle spade tremende che roteava in giro dal suo nuovo corpo da demone.


    - Primula ha subito un danno pari a 990 danni, grazie alla trasformazione ne ha recuperati 300, ma ha un malus sulle azioni per essere spossata.

    - Yamashita ha subito 100 danni base dall'essere stato coinvolto nel raggio dell'esplosione, perde 20 punti danno a turno per le ustioni

    - I due si trovano a 7 metri uno di fronte all'altro e la sfera dorata è ad un metro alle spalle di Yamashita

    - L'aria è più pesante e quindi i sensi sono alterati, questo darà un malus sulle azioni a Yamashita, pari a -15

    - In un'area di 2 metri da Primula, oltre al raddoppiamento del malus, chi vi entra subisce un'avvelenamento che parte da un danno di 20 base e cresce ad ogni turno del 50% della cifra precedente.
     
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    Colui che è e si spera sarà

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    Primula

    Lo dirò senza problemi, non appena vidi impattare entrambi i Rasenbomb contro la mia avversaria, nel preciso istante in cui li osservai esplodere in tutta la loro magnificenza dentro di me pensai di aver vinto, non importava che quelle stesse fiamme mi investirono il volto, le mani, il petto, non mi preoccupavano altre cicatrici, in quel momento tutto quello che volevo era sconfiggere quella donna ed ero seriamente convinto di esserci riuscito...
    Stupido, non ero altro che quello, un bambino che da poco aveva cominciato ad affacciarsi al mondo degli adulti e che pensava di poter contare qualcosa, in quegli attimi privi emozioni e pieni di calma non mi attraversò nemmeno per un secondo che lei potesse sopravvivere a quella che era senza ombra di dubbio la più potente combinazione offensiva che avessi mai creato, purtroppo per me però quello non era il regno delle favole e il lieto fine sembrava ancora assai lontano:

    Allora non sei un buono a nulla come pensavo... Mi hai costretta a fondermi con Venusia per resistere a quell'attacco. Ritieniti fortunato che pochi mi hanno portato a questo punto.

    In un istante le fiamme blu sparirono, surclassate da un'onda di energia violacea che si espanse in tutte le direzioni, senza saperlo stavo per essere l'unico spettatore di qualcosa di davvero di incredibile: era dalla mia avversaria infatti che si era propagata quella purpurea energia, rivelandosi con un aspetto completamente diverso, in un istante infatti si era trasformata in un essere bluastro con artigli viola e due occhi rossi penetranti che mi guardavano con un misto di rabbia ed odio, ai suoi piedi vedevo il terreno corrodersi, quasi marcire e come ciliegina sulla torta era comparso dal nulla un odore suadente, inebriante che sembrava improvvisamente aver coperto ogni cosa, ogni respiro era più pesante del precedente e la cosa non mi piaceva per niente, se non fosse stato per l'eccezionale potere del mio Sharigan avrei di certo provato paura per quello che mi vedevo davanti, anche senza quel potente sentimento ad urlarmi pericolo nelle orecchie però sapevo che dovevo fare molta attenzione, in quegli istanti ero pericolosamente in bilico tra la vita e la morte, un passo falso a quel punto avrebbe significato la fine di tutto e questo non ero disposto ad accettarlo. Certo, tutti bei pensieri, ma cosa potevo davvero fare ? Potevo mentire a lei, potevo anche apparire calmo e rilassato ma non potevo mentire a me stesso, le bruciature mi mandavano dei dolori lancinanti, la testa cominciava a dolermi sempre di più ad ogni secondo che passava, mi sentivo stanco, spossato, affaticato, la vista aveva leggermente cominciato ad appannarsi e soprattutto sapevo di avere pochissimo chakra rimasto, l'attacco mi aveva prosciugato, sarebbe dovuto essere il mio scacco matto, ma alla fine si era rivelato essere non più di una semplice distrazione e adesso la donna sembrava voler fare sul serio, che cosa potevo fare per salvarmi? La mia avversaria in ogni caso non aveva voglia di lasciarmi riflettere su di una strategia, senza troppi complimenti infatti si fece avanti con il corpo circondato da quelle che sembravano delle spade roteanti con delle pessime intenzioni, assistita in parte anche da un strana nube che aveva cominciato ad addensarsi intorno a me, qualsiasi cosa avessi avuto intenzione di fare avrei dovuto farla subito.
    Non avevo tempo, non avevo idee e quella donna che mi veniva incontro ad un velocità innaturale non mi lasciava nemmeno il tempo di pensare, mi potevo solo affidare al mio istinto e sperare che in qualche modo mi permettesse di uscirne vivo, sarebbe bastato? Non mi restava da fare altro che scoprirlo: la prima cosa che avrei provato a fare sarebbe stata quella di tentare di chiudere naso e bocca il più a lungo possiible per cercare in qualche modo di limitare, almeno per qualche secondo, l'effetto di quell'aria che era probabilmente diventata più mia nemica che altro, a quel punto avrei tentato di concentrare il più velocemente possibile il mio poco chakra rimasto e malleandolo ed espandendolo sotto i miei piedi senza uso di sigilli avrei cercato di utilizzare una delle poche tecniche a cui in quel momento potevo appellarmi:

    "Tecnica del Pesce Sotterraneo!"

    Non avevo mai usato quella tecnica in un combattimento vero, ma se tutto fosse andato per il verso giusto sarei forse riuscito ad evitare l'iniziale attacco che quella donna aveva intenzione di rivolgermi con le sue spade sparendo per un istante nel terreno e se fossi riuscito in quell'impresa o meno avrei a quel punto rischiato il tutto per tutto facendo qualcosa che razionalmente sarebbe sembrato inutile, ossia mi sarei eventualmente mosso sopra o sotto terra per cercare di raggiungere il globo che si sarebbe dovuto trovare dietro di me, uscire eventualmente in superficie e cercare di prenderlo tra le mani.
    Perché...perché fare una cosa del genere? Non saprei dirlo con certezza, una parte di me era rimasta affascinata da quell'oggetto fin dal primo momento in cui vi avevo messo gli occhi sopra, era palesemente qualcosa di particolare, di arcano, di magico e vi ero inconsciamente attratto, ma soprattutto era ciò che dovevo recuperare, l'oggetto che la Mizukage mi aveva mandato a cercare e a prendere, avrei fatto di tutto per non farlo cadere nelle mani sbagliate e se questo avesse significato morire tenendolo tra le mani fino all'ultimo mio respiro, allora così sarebbe stato, avrei fatto capire a quella pazza che avrebbe potuto farmi di tutto, ma sarei rimasto un ninja fino alla fine.


    Itari della Nebbia
    Resistenza: 379
    Stamina: 49-35-10=4

    Azioni:
    -Mantenimento Sharingan Ipnotico
    -Tecnica del Pesce Sotterraneo
    -Tentativo di afferrare la Sfera

    Maestrie e Abilità:
    Riverbero del Chakra
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    Specializzazione Sensoriale: Udito Fenomenale
    Maestro dei Ninjutsu II° Livello: Mastermind
    Mangiafuoco III° Livello: Fiamma!
    Resistenza alle illusioni III° Livello: Testa sulle Spalle

    Conoscenze:
    Storiche III
    Orientative e geografiche III
    Militaristiche strategiche II
     
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    Gli ultimi disperati tentativi di Yamashita erano raccolti in una difesa da quattro soldi rispetto a quello che vi era nel repertorio delle sue tecniche, ma non credete l'abbia fatto per carenza d'acume, piuttosto perché oramai la sua riserva di chakra si era esaurita. Mentre Primula, nonostante il danno riportato, aveva ancora tanti, ma tanti assi nella manica.
    Quella del Pesce Sotterraneo si rivelò una scelta ovvia, ma altrettanto inefficace. Primula riuscì a recidere i tendini
    all'altezza delle ginocchia del povero Uchiha, il quale nonostante l'impossibilità a muovere le gambe per la ferita riportata, riuscì ad afferrare il globo d'oro sospeso. Il dolore per lui era lancinante, rischiava anche di perdere l'uso degli arti inferiori per quel preciso attacco e come se non bastasse, il veleno di Primula era già entrato in circolo e iniziò a sentire una paralisi lungo tutto il corpo seguita da improvvisi bruciori sottocutanei. Uno scenario orribile.
    Quando la mano di Yamashita entrò in contatto con l'oggetto misterioso, gli sembrò quasi di essersi catapultato in un'altra dimensione.

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    In quell'oscurità illuminato da fasci di luce verdi, egli aveva nella sua mente una visione chiara di tutto il mondo conosciuto. Il suo cervello elaborò in poco tempo miliardi d'informazioni sullo spazio e sulle sue coordinate precise, come se Yamashita avesse esplorato in un colpo solo ogni angolo del pianeta e ne conoscesse l'esatta ubicazione, pur non sapendo di preciso cosa avrebbe potuto trovare in alcuni punti.
    Iniziò a fuoriuscire del sangue dal suo naso copiosamente, come se fosse uno sfogo del cervello per l'improvvisa mole di lavoro che stava applicando.
    Le sue forze iniziarono a mancargli e improvvisamente fu portato via da quel sogno, risvegliandosi bruscamente per Primula che lo afferrò per i capelli e lo tirò via dalla sfera.

    Hai visto tutto, vero? Ogni luogo possibile. Sei il primo dopo secoli e secoli ad aver accesso a tutte queste informazioni. Si dice che questa cosa luccicante sia conosciuta come un oggetto così mitico da pensare che non potesse esistere: Kami Chikyūgi, il Globo Divino. Oltre a contenere tutte le informazioni precise delle coordinate del nostro mondo, si dice nasconda il segreto per l'accesso a tesori antichi e sepolti. Inoltre esso stesso può entrare in contatto con altri oggetti unici e artefatti. Il suo creatore aveva racchiuso il suo sapere qua dentro, ma non credere che ti basti toccarlo una sola volta per assimilare il suo potere. Ti ha dato visione del mondo solo per qualche istante, ma non sei abbastanza in forze per avere tutto.
    Ora, a me non frega un cazzo di te, davvero. Per me sei solo un coglione pieno di sentimentalismi inutili che ha tanto potenziale sprecato. Io ho in mente solo una cosa: uccidere Shinichi Yuki nel modo più cruento possibile, recuperare la spada di mia sorella che lui ha rubato e usare il globo per migliorare le peculiarità delle nostre spade, trovare altri oggetti simili e cancellarvi tutti. Tutti. Perché...


    Fu allora che lo alzò con ancora più forza. Yamashita era oramai perso nella nube tossica e nel veleno che era in circolo nel suo corpo, non sentiva più le ossa, i muscoli, riusciva solo a capire perfettamente tutto e a sentire dolore, il suo cervello era rimasto attivo.

    ...PERCHE' NON HA UN CAZZO DI SENSO TUTTO QUESTO SENZA LILIA E VOI ME L'AVETE PORTATA VIA! ORA... MIO GRANDISSIMO FIGLIO DI UNA CAGNA LADRA...

    Lo buttò per terra con così tanta forza che il terreno si spaccò creando una cupola per l'onda d'urto. La sua rabbia era incontrollabile, o forse era paura? Dietro quella maschera da demone pieno di forze, si celava una donna che sapeva perfettamente che per uscire da lì, aveva bisogno di Yamashita vivo.
    Cercò di placare la sua ira e si avvicinò lentamente a lui, accovacciandosi e puntandogli una lama alla gola.

    ...hai una scelta da fare. O muori qui o ci fai uscire da questa dimensione con la sfera e lo so che non hai più abbastanza chakra, per quello ci penso io, ma scegli ora, perché solo io posso salvarti dal veleno.
     
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