[C] Into the forest

Max 3 Genin + 1 Chunin

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    Colui che è e si spera sarà

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    Verso cosa si stavano cacciando i nostri ninja? Il signor Nazu non aveva dato loro praticamente nulla su cui lavorare e la cosa non li rallegrava di certo, né al Chunin infatti né al Genin di Kiri aveva detto nulla, posticipando quel momento fino a quando non sarebbe stata necessaria più alcuna spiegazione; in quel viaggio divenne presto evidente a tutti come quell'uomo non amasse molto relazionarsi con altre persone, di certo non il miglior compagno di viaggio, anche se il suo atteggiamento reticente spronò i giovani a parlottare tra loro per buttare giù qualche idea, parlando chi più chi meno delle sue peculiari abilità, certo non vastissime data la loro poca esperienza generale, ma di certo la somma di quella li spingeva a non avere paura di niente.
    Dopo diverse ore di cammino, il gruppo di ninja capì di essere arrivato a destinazione quando si videro apparire davanti il villaggio del mandante della missione, un posto assai particolare, formato da tante piccole casette in legno e paglia costruite attigue agli alberi stessi, piccoli campi coltivati recintati da ceppi di legno davanti alle abitazioni e diversi passanti, per lo più anziani, intenti a portare avanti la loro vita serenamente facendo su e giù per delle piccole strade improvvisate in mezzo agli arbusti.

    ezgif_15

    Il signor Nazu sorrise al limite della commozione vedendo il profilo familiare del suo villaggio, non ricordava un momento in cui non aveva vissuto tra quei forti tronchi, da anni faceva l'impossibile per proteggere quello che per lui era un autentico paradiso e anche stavolta non sarebbe stato da meno:

    "Eccoci arrivati ragazzi ad Aborea, casa mia e di tantissime persone a me care, ricordatevi di loro quando staneremo quella bestia, perché sono coloro che dobbiamo proteggere"

    A quel punto l'uomo fece una pausa, in modo che tutti i ragazzi che lo stavano accompagnando potessero metabolizzare appieno le sue parole e cominciare a dare un'occhiata in giro:

    "Non siamo ancora arrivati alla nostra destinazione, fortunatamente quella cosa non è arrivata fin qui..."

    Nazu si incamminò infatti su di un percorso che volgeva a sinistra e girava intorno al villaggio stesso, conducendo a quello che dopo un paio di minuti di camminata si rivelò essere un recinto in metallo con diverse galline al suo interno che ruzzolavano da una parte e dall'altra, controllate a vista da un signore anziano della stessa età del loro accompagnatore, a cui Nazu rivolse un cenno di saluto con il capo:

    "Qui è dove sono avvenute le sparizioni, la bestia è arrivata qui probabilmente per saziare il suo appetito, riuscendo senza difficoltà a scavalcare il recinto, a mangiarsi diverse galline prime di sparire nuovamente tra le fronde degli alberi..."

    L'uomo parlava avvicinandosi progressivamente al limitare del recinto ed un volta arrivatovi avrebbe aperto la porta d'ingresso e facendo attenzione a non far uscire nessun pennuto li avrebbe fatti entrare tutti; le galline all'ingresso dei nuovi visitatori cominciarono a muoversi all'impazzata allontanandosi da loro e andandosi in parte a rifugiare all'interno delle casette in legno che avevano costruito per fargli deporre le uova:

    "Guardate qui, la bestia deve essere entrata da questo lato, ha preso quello che gli serviva e poi è uscita dall'altra parte..."

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    I giovani ninja potevano chiaramente vedere diverse impronte dalle esagerate dimensioni intervallarsi a scie di sangue lungo tutta la lunghezza dell'area recintata, tutti dettagli che confermavano la storia del guardiacaccia:

    "Come potete osservare le impronte sono enormi, ricordano quelle di un orso, ma di solito anche gli esemplari più grandi le hanno al massimo poco più ampie delle mani di un uomo adulto, qui pariamo di qualcosa grande almeno il doppio per dimensioni e stazza, se guardate poi attentamente qui..."

    Nazu si accovacciò al suolo ed indicò una serie di impronte poste le une di seguito alle altre:

    "Si può notare come il rapido susseguirsi dei passi suggerisca una camminata a quattro zampe, ma poiché il recinto è rimasto intatto possiamo supporre che quella cosa sia in grado di mettersi su due zampe e probabilmente anche saltare, senza dubbio un essere dotato di un'intelligenza sopra la media..."

    L'uomo pronunciò quelle parole con un'evidente vena di preoccupazione, unendo i puntini nessuno poteva davvero essere completamente tranquillo in quella situazione:

    "Comunque non vi ho portato qui per cercare indizi, a quello ci ho già pensato io, volevo solo darvi un'idea riguardo alla cosa con cui abbiamo a che fare. Quello che faremo per stanarla sarà tenderle una trappola esattamente in questo punto sfruttando questi poveri animali, è sempre apparsa di notte e mai di giorno, perciò abbiamo diverse ore per buttare giù una strategia efficace e catturarla, ho diverse trappola a casa mia che potremmo utilizzare per rallentarla, ferirla e successivamente seguirla nella foresta fino alla sua tana, vi affido il compito di piazzarle qui nei paraggi e soprattutto di tenerle d'occhio dalla distanza e nascosti, non appena le sentirete scattare o vedrete qualcosa fate un fischio e se avete bisogno di aiuto...beh urlate e convergermo tutti in quel punto..."

    Il piano era finemente elaborato, indice del fatto di quanto il signor Nazu ci avesse pensato a lungo durante le ore di viaggio, si capiva ancora una volta quanto fosse determinato ad eliminare quella bestia una volta per tutte:

    "Ora se avete delle domande od eventuali suggerimenti fateli adesso, poi cominceremo a preparare il terreno per la caccia"

    La situazione mi sembra chiara, fate le domande che volete al signor Nazu(come al solito risposta dopo) e poi descrivetemi il modo in cui nascondete la trappola(ve ne dà una a testa) e come vi nascondete a vostra volta, il signor Nazu sarà nascosto vicino al recinto, enjoy :rosa:


    Edited by Stompo - 21/3/2018, 17:57
     
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    Atshushi Nasushimo


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    Genin di Kirigakure




    Parlato
    Pensato
    Altri
    IV
    C’è un fenomeno capace di lasciare stupito chiunque in questo mondo. Non è proprio un fenomeno che appare e si consuma in pochi istante. È, piuttosto, una realtà consolidata negli anni, sorta ed ampliata impercettibilmente nascosta tra catene montuose, boschi o vallate sconosciute. Si tratta di piccoli villaggi in cui vivono persone abituate a condurre una vita quasi eremitica, senza mai uscire dal proprio “giardino”, vivendo di ciò che potevano ricavare con le proprie forze sfruttando la natura circostante. Uno di quei villaggi, se lo ritrovarono davanti il piccolo gruppo di ninja guidato dal Signor Nazu alla fine della strada che, allontanandosi da Konoha era ormai ridotta ad un sentiero scosceso, li aveva portati in quel pittoresco quadro di vita rurale.
    Le case erano in paglia e legno, ma la loro peculiarità stava nell’essere state innalzate intorno al basso tronco degli alberi, sfruttando a mo’ di pilastro portanti, infatti avevano quasi tutte una forma tondeggiante. Erano strutture semplici costruite con pazienza e dedizione. Ed umili erano i loro abitanti, mentre scrutavano con occhiate indecifrabili gli stranieri sfilare tra i sentieri del loro piccolo villaggio.
    Il Signor Nazu li guidò attraverso quelle casupole circondate da piccoli orticelli. Spiegò ai quattro ragazzi che il luogo delle sparizioni era fuori dal villaggio e li condusse in una piccola area disboscata, eccetto per un albero dal largo tronco che gettava la propria ombra su un pollaio. Il sole era ancora alto sopra le fronde verdeggianti del bosco circostante e le variopinte galline scorrazzavano da una parte all’altra della recinzione che circondava le loro piccole casupole in legno. Un uomo, non molto diverso dal committente della loro missione, sedeva sotto l'albero tenendole d'occhio.
    Il Signor Nazu li guidò nel perimetro del pollaio, portandoli in una sudicia poltiglia di fango ed escrementi di pennuti. Finalmente, il guardiacaccia sciolse la lingua e cominciò a spiegare ai tre ninja e ad Azibo i dettagli del motivo che lo avevano spinto a chiamarli. Rispose subito al dubbio del Genin di Kiri, il quale tenendosi la bocca sporca di sangue con l mano, esaminò l’impronta della bestia. Non ne capiva molto se non che era molto marcata ed ampia, simile alla zampata di un orso. Fortunatamente, fu il guardiacaccia ad analizzarla.
    “Quindi può alzarsi anche su due zampe…”
    Tornarono al centro del pollaio, mentre il Signor Nazu continuava ad impartire disposizioni.
    “Quindi attaccherà di notte e mangerà più di una gallina, questo vuol dire che resterà qui per un po’ a fare danni.”
    Infine, furono distribuite delle tagliole per orsi; una d Atshushi che la prese sorridendo pensando al suo jutsu Raiton ed altrettante al resto del gruppo. Le avrebbero dovute piazzare per poi attendere la notte.
    Atshushi tossì e rimase un attimo ad osservare la tagliola riflettendo su come avrebbero potuto catturare l’animale. Con l’occhio della mente rivedeva la recinzione, il grosso albero che si innalzava al centro di essa, le strutture in legno dislocate nel pollaio e decise di proporre l’idea che gli era balenata in mente.
    -Io non so come ragioni un animale.-
    Non era un buon incipit.
    -Ma qui non si tratta neanche di una bestia comune. Secondo me, ci sono due ipotesi di attacco per stasera, o forse tre?-
    Guardò il signor Nazu.
    -Ne è certo che attaccherà di nuovo qui o ci sono altre stalle nei paraggi?-
    Tornò a rivolgersi al gruppo, a Takeshi particolarmente, perché sarebbe stata fondamentale la sua approvazione.
    -Un animale dovrebbe essere abitudinario e scommetto che oltrepasserà la recinzione dallo stesso punto in cui lo ha già fatto. Oppure, nella seconda ipotesi, potrebbe arrivare dalla parte opposta per evitare eventuali trappole, ammesso che sia davvero così intelligente.-
    Prese fiato: faceva fatica a respirare e parlare contemporaneamente.
    -Si potrebbero piazzare le trappole a ridosso della parte interna del recinto dove ha lasciato le impronte ed una all’interno del pollaio più lontano da quel punto.-
    Le trappole all’esterno vicino la recinzione sarebbero state coperte con del fogliame, anche se scavalcando la staccionata su due zampe, la bestia non avrebbe potuto far caso a cosa lo attendesse oltre. Diede ciò per scontato e non lo riferì agli altri.
    -Voi potreste nascondervi negli altri pollai e restare in attesa. Da come ho capito, noi dobbiamo solo ferirlo e rallentarlo per ora.-
    Il fianco gli doleva ogni volta che agitava le braccia gesticolando, come a voler dar forme alle sue parole. Non negava che provava non poca agitazione a parlare così apertamente in quella situazione.
    -Invece, io preferire salire su quell’albero per evitare di farci scoprire a causa della mia tosse. Inoltre da lì potrei attivare un jutsu che getterebbe un po’ di scompiglio affinché la bestia perda il controllo.-
    Faceva fatica a trattenere i colpi di tosse che premevano in gola.
    -Ad ogni modo, io conosco un jutsu che replica le trappole del Signor Nazu, potrei disporne altre nei punti non difesi della recinzione. Quante ne dovrei crearne?-
    La osservò cercando di capire quanto fosse ampia.
    -Non mi sembra molto grande.-
    Decretò.
    Rimase in silenzio, in attesa di una risposta. Si era esposto e ne andava fiero. La passività e l’inerzia sopprimono l’animo.





    Stompo ha detto che la recinzione è 6x6

    Scheda
    Riepilogo:

    Status Atshushi:
    Resistenza: 100
    Stamina: 150-20=130

    Note:disporei una trappola all'imboccatura ndlla casa uova più distante da dove ci sono le impronte, opportunamente nascosta con fogliame, fanghiglia e rametti e ne piazzo una elettrica nelle prossimità dell'evento altre casette vicino al lato con le impronte ed un'altra a ridosso della recinzione, sempre da quel versante


    Edited by tisy16 - 23/3/2018, 14:05
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    All'improvviso Azibo cominciò a sparare domande a mitraglietta e devo ammettere che per qualche secondo il tizio mi preoccupò. Sia io che il guardiacaccia lasciammo sbattere la sfrontatezza e la curiosità inappropriata dell'ishivariano, continuando a dialogare tra noi senza calcolarlo neppure.
    I tre Genin avevano già collaborato nella precedente missione e questo avrebbe potuto fare la differenza per loro. Nonostante le poche informazioni sul nemico potevo dire di avere un buon mix di elementi. Il fuuton, ma soprattutto il suiton di Hakum mi sarebbe stato molto utile. Avevo già in mente come affrontare l'animale, ma era inutile fare piani precisi in quel frangente.

    Il villaggio era un vero e proprio paradiso pensionistico. Un insieme di piccole case armoniose con la natura, ove la maggior parte degli abitanti erano anziani presso poco quanto Nazu. Aborea non era grande, riuscivamo ad intravedere tutto il villaggio raccolto in un punto, con qualche rara costruzione in lontananza. Oltrepassammo il villaggio passando da sinistra sotto lo sguardo ansioso e preoccupato degli abitanti. Per loro era arrivata la cavalleria ma la paura che la pace potesse rompersi da un momento all'altro era pur sempre presente.
    Il pollaio non si trovava lì, ma ad una distanza isolata rispetto alle casette dei cittadini. Sei metri per sei di recinzione metallica, alta poco più di due metri. All'interno, una dozzina di galline con le rispettive cucce deponi uova. L'impronta del presunto animale era abbastanza grande e non v'era nulla da analizzare, ad occhio potevo confermare tutte le parole di Nazu, per questo mi limitai ad osservare i dintorni, cercando di imparare per bene tutto il territorio circostante.


    L'intelligenza di un animale, per quanto possa essere sviluppata, resta sempre quella di un animale..

    Sospirai, ascoltando tutte le parole di Atshushi.

    Si, dovrebbe fare le stesse cose delle notte precedenti, quindi metteremo delle trappole in prossimità di quei lati, e altre in quelli restanti. Non si sa mai, ma è meglio chiudere tutti e quattro i lati, così una volta dentro ne beccherà almeno una.
    Che tu ti nasconda sull'albero è una buona idea, ma Azibo e Hakum ti seguiranno. Vi nasconderete tutti e tre li sopra, nella folta chioma. In tutto formeremo un triangolo. Il signor Nazu coprirà quell'angolo a destra e io mi posizionerò in quell'altro. Ricordate di non ingaggiare la bestia a distanza ravvicinata finché non capiamo con cosa abbiamo a che fare, potrebbe essere più pericolosa di quanto pensiate.


    Dei strani pensieri mi vagarono per la mente, e un idea si palesò ben chiara. La scacciai, convinto che quella che pensavo fosse solo una leggenda.

    Il taglio della tigre è utile in questi casi, ne piazzeremo qualcuno nei punti scoperti. Forza, cominciamo a preparare l'area che tra poco farà buio.

    A quel punto avremmo cominciato a preparare tutte le trappole, posizionandole nei punti ove l'animale era già passato, oltre che piazzarne altre nei restanti lati. Dopo aver terminato quelle fisiche, io e Atshushi cercammo di coprire altre aree con il jutsu raiton, così dimostrai che oltre lui, anche io possedevo quell'elemento.
    Infine ci saremmo posizionati tutti nei rispettivi nascondigli e io in particolare, mi sarei posizionato nel mio angolo sopra un albero, ove avrei potuto avere tutta la visuale dell'area circostante. Concentrando il chakra e la mente avrei attivato l'armatura ossea, e poi avrei creato una mappa sonora di tutto il perimetro tramite il mio udito fine.


    Scusate il post scarnissimo ma sto poco bene e non ho voglia, ma per forza di cose dovevo postare.
    Azioni:
    - Attivazione armatura Ossea
    - Taglio della tigre x2

    R: 600
    C: 500-45-20= 435

    La trappola di Nazu la metto in uno dei 4 lati, e le altre 2 di fulmine in altri lati diversi. Scegli tu quali.
     
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    "Eccoci arrivati ragazzi ad Aborea, casa mia e di tantissime persone a me care, ricordatevi di loro quando staneremo quella bestia, perché sono coloro che dobbiamo proteggere"



    Il villaggio si presentò di colpo ai nostri occhi, inaspettato e bellissimo, come il cuore di un fiore nascosto dai suoi stessi petali. La foresta lo nascondeva e si univa ad esso in una sintonia perfetta, mai vista prima. Le abitazioni erano dello stesso legno dei tronchi che le sorreggevano, e nonostante la semplicità di una società evidentemente arretrata, fui estremamente colpito da quel luogo. Per un certo verso mi ricordava Ishivar, si capiva immediatamente che la vita fosse rimasta indietro di molti anni, eppure a differenza del mio villaggio qui tutto sembrava non risentire di qualsiasi cosa gli stesse attorno. Sembrava un posto fuori dal mondo, e fuori dal tempo.

    È davvero un bel posto, signor Nazu. Capisco quanto valga la pena proteggerlo!

    Ci addentrammo solo parzialmente nel cuore del paesello, poiché in realtà la nostra destinazione era un’altra, poco distante dal centro abitato. Aggirando il villaggio infatti giungemmo presso un recinto, al cui interno starnazzavano diversi volatili, impegnati nella loro quotidiana vita da galline. Gli animali erano quelli coinvolti nelle sparizioni, e Nazu ci fornì tutte le informazioni di cui era a conoscenza. Fui molto soddisfatto del suo riassunto, si capiva che era un cacciatore e aveva focalizzato l’attenzione sui dettagli giusti. Riuscimmo a capire come la bestia fosse riuscita a entrare, e anche a farci un’idea delle sue caratteristiche. Doveva essere molto grossa a giudicare dalle impronte. Conclusa l’esposizione Nazu ci lasciò la parola, per capire come volevamo organizzarci e per sentire eventuali nostri pareri. Disse che ci avrebbe dato alcune delle sue trappole per grossi animali e dovevamo soprattuto decidere come piazzarle. Il primo a parlare fu Atshushi, seguito da Takeshi, poi toccò a me.

    Sono d’accordo con Atshushi, anche io penso che piazzerò la mia trappola fuori da uno dei dormitori, in questo modo riusciremo a proteggerli entrambi. Penso poi che dovremmo chiudere l’ingresso delle casette, in modo che sia possibile aprirle solo dall’esterno, evitando così che le galline stesse finiscano nelle trappole. Anche perché lasciandole libere rischierebbero di finire anche nelle altre tagliole che abbiamo piazzato in giro per il recinto... lei che ne dice, signor Nazu? D’altronde l’esperto di caccia è lei e vorrei una sua conferma.

    Dopo aver deciso quale fosse la cosa migliore da fare iniziammo a piazzare le trappole nei punti decisi. Io come detto piazzai la mia fuori da uno dei dormitori, nascondendola poi con del terriccio identico a quello che si trovava su quel tipo di terreno, in modo che il punto non fosse in alcun modo riconoscibile con lo sguardo. Conclusa quell’operazione, non restava che nasconderci a nostra volta. Come deciso da Takeshi, io Hakum e Atshushi restammo insieme e ci nascondemmo su un albero nel bel mezzo del recinto.

    Ehi ragazzi, pensavo una cosa, se quell’animale è come ce lo immaginiamo, sono sicuro che abbia dei sensi sviluppati. Dato che ci nasconderemo e resteremo in silenzio, penso che dovremmo completare il nostro camuffamento anche come odori.

    Mi tolsi il mio abito bianco, che avrei successivamente portato dentro la capanna degli attrezzi, poi, rimasto a petto nudo, mi sporcai con la terra del campo, sulle braccia, sul busto e sul volto, mascherandomi in modo tribale, come era usanza nelle mie terre, disegnando quindi dei motivi sul mio corpo. Visto che era prevista una battaglia, utilizzai dei motivi da guerra.

    Volete che dipinga anche voi?

    Conclusa la fase preparativa, mi arrampicai sul grosso vegetale, afferrando i tronchi più resistenti e raggiungendo una delle cime più folte, posta a metà altezza. Diciamo che da quell’altezza sarei potuto saltare giù senza farmi male utilizzando la concentrazione del chakra, ma difficilmente sarei stato raggiungibile da un’animale, per quanto grande potrebbe essere stato. Da quel momento iniziai a memorizzare la posizione di tutte le trappole piazzate, in modo da evitare di finirci io stesso, e ripassai più volte la lezione in modo da impararla a memoria. D’altronde dovevamo aspettare la notte e quello mi sembrava il modo migliore per sfruttare quel tempo. Poi cercai di immaginare come si sarebbe svolta la battaglia, e ripensando all’ultima missione mi venne in mente un modo in cui io e Hakum potevamo collaborare. Mi rivolsi a lui.

    Ehi Hakum, hai presente quella tecnica che hai usato l’altra volta, quella specie di getto d’aria… ecco, quando ti do il segnale, potresti usarla per potenziare la mia lancia?



    Akito se vuoi dare direttive sii più preciso, "quel lato" "quell'altro" non vuol dire niente :please:
     
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    Arrivammo al tanto agognato villaggio del signor Nazu. Non immaginavo assolutamente fosse così bello. Era immerso tra dei grossi tronchi ricolmi di rami fiorenti di foglie, che proteggevano il capo dal sole battente del caldo paese del fuoco.

    Eccoci arrivati ragazzi ad Aborea, casa mia e di tantissime persone a me care, ricordatevi di loro quando staneremo quella bestia, perché sono coloro che dobbiamo proteggere.


    Rimasi minuti su minuti a contemplare la bellezza di quel villaggio integrato nella boscaglia più folta, rimuginando su quanto potesse essere bello poter vivere all'interno di quel villaggio.
    Mi venne quasi spontaneo chiedere se fossimo arrivati a destinazione, ma il vecchio mandante non mi diede neanche modo di aprire bocca, poichè rispose alla mia domanda, quasi come se mi leggesse nella mente.

    Non siamo ancora arrivati alla nostra destinazione, fortunatamente quella cosa non è arrivata fin qui...

    Ci incamminammo in un piccolo percorso che si apriva sulla nostra sinistra e girammo tutt'attorno al villaggio, riuscendo a visualizzarlo quasi nella sua interezza. Camminammo solo per un paio di minuti, al termine dei quali ci ritrovammo subito fuori una recinzione in metallo con all'interno diverse galline.
    Mi guardai in torno per cercare di capire qualcosa in più, ma l'unica cosa di cui mi accorsi fu di un signore aziano, che poteva avere più o meno l'età del signor Nazu.

    Qui è dove sono avvenute le sparizioni, la bestia è arrivata qui probabilmente per saziare il suo appetito, riuscendo senza difficoltà a scavalcare il recinto, a mangiarsi diverse galline prime di sparire nuovamente tra le fronde degli alberi...

    A quanto pareva eravamo davanti al luogo del misfatto. Il signor Nazu si avvicinò sempre di più al limite della recinzione, per poi abbassarsi e indicarci quella che doveva essere l'impronta dell'animale da cacciare.
    Non bisognava avere una specializzazione in Zoologia per rendersi conto delle esagerate dimensioni dell'impronta.
    A quel punto, il signor Nazu cominciò a spiegarci tutto quel che aveva ricavato dalle ricerche effettuate, assegnando ad ognuno di noi una tagliola da piazzare sul terreno per riuscire a rallentare e ferire l'animale.
    Il nostro compito, per il momento, era quello di posizionare le trappole nei punti strategici lungo il tratto di strada in cui era più semplice che l'animale passasse sopra.

    L'intelligenza di un animale, per quanto possa essere sviluppata, resta sempre quella di un animale...

    Mi voltai verso il volto dell'argentato, che prese a sospirare mentre Atsushi diceva la propria sulla situazione.

    Si, dovrebbe fare le stesse cose delle notte precedenti, quindi metteremo delle trappole in prossimità di quei lati, e altre in quelli restanti. Non si sa mai, ma è meglio chiudere tutti e quattro i lati, così una volta dentro ne beccherà almeno una.
    Che tu ti nasconda sull'albero è una buona idea, ma Azibo e Hakum ti seguiranno. Vi nasconderete tutti e tre li sopra, nella folta chioma. In tutto formeremo un triangolo. Il signor Nazu coprirà quell'angolo a destra e io mi posizionerò in quell'altro. Ricordate di non ingaggiare la bestia a distanza ravvicinata finché non capiamo con cosa abbiamo a che fare, potrebbe essere più pericolosa di quanto pensiate.


    Sono d’accordo con Atshushi, anche io penso che piazzerò la mia trappola fuori da uno dei dormitori, in questo modo riusciremo a proteggerli entrambi. Penso poi che dovremmo chiudere l’ingresso delle casette, in modo che sia possibile aprirle solo dall’esterno, evitando così che le galline stesse finiscano nelle trappole. Anche perché lasciandole libere rischierebbero di finire anche nelle altre tagliole che abbiamo piazzato in giro per il recinto... lei che ne dice, signor Nazu? D’altronde l’esperto di caccia è lei e vorrei una sua conferma.

    Io non mi pronunciai. Quello era un periodo molto strano della mia vita... non riuscivo ad aprirmi come avevo sempre fatto. Probabilmente per le cose che mi accadevano attorno. Ai tempi, ero sicuro che fossero solo cose passeggere.
    Comunque, mi misi all'opera osservando il percorso svolto precedentemente dall'animale, nascondendola quasi al centro della recinzione, poco prima dell'entrata di una delle due casette.A quel punto, decisi di scavare una piccola buca più o meno di due o tre centimetri, in modo tale da non dare troppo nell'occhio con l'amasso di fanghiglia che subito dopo gettai sopra la trappola per mimetizzarla. Il funzionamento sarebbe comunque stato ottimale, poichè mi assicurai che la fanghiglia non si andasse a incalare all'interno del meccanismo di azionamento.
    Fatto ciò, io, Azibo e Takeshi salimmo sopra un albero abbastanza alto proprio ai lati del recinto. Ci nascondemmo e cominciammo ad aspettare.

    Ehi ragazzi, pensavo una cosa, se quell’animale è come ce lo immaginiamo, sono sicuro che abbia dei sensi sviluppati. Dato che ci nasconderemo e resteremo in silenzio, penso che dovremmo completare il nostro camuffamento anche come odori.

    Sono d'accordo!

    Guardai il ragazzo Ishivariano e cominciai ad emularlo. Mi tolsi la parte superiore dei vestiti e aspettai che li portasse all'interno della capanne degli attrezzi. A quel punto, il ragazzo cominciò a sporcarsi della terra del campo, creando un motivo tribale su tutto il corpo.

    Volete che dipinga anche voi?

    Se può servire al risultato, questo ed altro!

    Aspettai che facesse lo stesso tipo di tribali anche su di me a quel punto cominciammo ad aspettare. Non eravamo troppo in alto, ma neanche abbastanza in basso da permettere all'animale di poterci raggiungere facilmente. O almeno, era quello il pensiero dell'intero gruppo.

    Ehi Hakum, hai presente quella tecnica che hai usato l’altra volta, quella specie di getto d’aria… ecco, quando ti do il segnale, potresti usarla per potenziare la mia lancia?


    Certo, ma non garantisco sul risultato... ma possiamo provare senza alcun problema!

    E così, aspettammo l'arrivo della notte.
     
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    Riflettere, ragionare, pianificare, questo fu quello che fecero i nostri eroi per creare una strategia adatta per ad affrontare al meglio quella misteriosa bestia: seguendo infatti le direttive del signor Nazu ed gli esperti consigli di Takeshi, il Chunin, la squadra di ninja circondó quell'unico pollaio del villaggio con trappole meccaniche ed elementali più o meno nascoste con del fogliame e con quello che quel terreno boschivo aveva da offire, ma sarebbe bastato a fermare quello sconosciuto animale? Sistemare i tranelli e pianificare la strategia di difesa portó via parecchie ore, tutti i preparativi infatti vennero ultimati quando il sole aveva giusto giusto terminato la sua lenta discesa oltre l'orizzonte, lasciando ai suoi ultimi raggi il compito disegnare nel cielo degli arabeschi affreschi con tinte purpuree e rosate. A quel punto al gruppo non restó che cominciare a nascondersi tra gli alberi, chi in alto sopra i rami, con occhi attenti ad ogni movimento, chi in basso pronto a difendere il pollaio e ad affrontare la bestia corpo a corpo.

    a-forest-darkly3

    Il tempo cominció lentamente a passare, la foresta rimaneva silente ad osservare lo svolgersi degli eventi, scossa ogni tanto da un gelido e freddo vento che ne muoveva le fronde ululando in modo quasi sinistro. Cosa stavano pensando in quel momento i nostri eroi? Cosa stavano provando? Paura, ansia, eccitazione, queste ed altre si stavano probabilmente inseguendo nella mente dei giovani ninja, ma non in quella del signor Nazu, lui era calmo, tranquillo, il respiro lento appena udibile, reggeva il suo arco con una freccia giá incoccata e ascolta in silenzio ogni singolo fruscio delle foglie, l'apoteosi del cacciatore in attesa della sua preda. Un'altra ora passó a vuoto, tediando la pazienza e la concentrazione tutti, ma proprio quando i più avevano cominciato a pensare che nulla sarebbe apparso apparve qualcosa, un ritmico rimbombo nel terreno intervallato da rami rotti e rumori innaturali per un foresta assonnata che anticiparono l'arrivo di una gigantesca figura a malapena visibile alla poca luce della luna e delle torce poste all'esterno del pollaio: corpo lungo sei metri, avanzava a quattro zampe scuotendo il terreno al suo passaggio, tutti potevano immaginare come si presentasse quella bestia, ma solo il signor Nazu poteva vedere, grazie alla sua vista allenata da anni di esperienza, ciò che si nascondeva dietro quella sagoma nera, qualcosa con cui mai aveva avuto a che fare e che quindi non sapeva fino in fondo come gestire. La bestia si era finalmente palesata, a passo lento si avvicinó al recinto, ma prima che potesse anche solo entrare nella luce delle lanterne del pollaio venne fermata da qualcosa che la prese di sorpresa:

    *SLACK*

    Un forte rumore metallico anticipò quello che fu un agghiacciante e basso ruggito colmo di dolore, la bestia era caduta vittima di una trappola, ora stava al gruppo di ninja cercare di sfruttare quel suo momento di distrazione a loro vantaggio.

    Perfetto, la bestia si trova vicino al lato opposto del pollaio rispetto al nascondiglio di Takeshi e del Signor Nazu (15 metri), mentre si trova alla destra dei Genin sugli alberi a circa 10 metri, l'illuminazione come avrete intuito è scarsa, quelle lanterne illuminano solo un paio di metri intorno al pollaio, a voi la mossa :rosa:
     
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    Atshushi Nasushimo


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    Genin di Kirigakure




    Parlato
    Pensato
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    Il tempo è elastico. Un’estremità è nella nostra mano, l’altra la tiene il futuro che non resta mai fermo mai fermo nello stesso punto per evitare di sfiorire in passato. Cosa vuol dire ciò? Semplicemente che il tempo è l’unità più relativa del mondo. Un minuto può durare un’ora, forse un giorno. Un giorno può terminare in un battito di ciglia, svanendo nell’oblio in meno di un attimo. Possiamo reggere con forza il nostro lembo di elastico e lasciare che il futuro lo allunghi a dismisura oppure possiamo assecondare la sua frenetica corsa verso l’ignoto, evitando spiacevoli dilazioni del tempo.
    Ma allora perché quando siamo felici il tempo vola, ma nei momenti di dolori diventa stantio, immobile, tragicamente interminabile? Perché l’essere umano è nato imperfetto e non è capace di adattarsi al mondo in cui vive e quindi fa esattamente il contrario di ciò che dovrebbe fare per ridurre la sofferenza intrinseca nella vita stessa. Se è felice, si lascia trasportare dal futuro, come un cucciolo vivace al guinzaglio del padrone, e senza che se ne accorga la felicità vissuta è adombrata dal grigiore del passato; quando prova una qualsivoglia sofferenza, pianta i piedi a terra e fa trascinare con forza, mentre il presente si dilata in archi temporali più ampi degli arcobaleni che attraversano la volta celeste.
    Pensieri simili si rincorrevano confusamente nella mente del quattordicenne Atshushi, mentre nudo e con la pelle sporca di fango ed escrementi di pollame, attendeva appollaiato su un ramo di un albero. I rami fogliosi e la sporcizia avrebbero dovuto tenerlo mimetizzato dalla belva che si aggirava tra la foresta del Paese del Fuoco, all’interno della quale, in un luogo non meglio identificato se non col nome di Aborea, viveva il Signor Nazu e la sua gente. Persone umili, cacciatori eccellenti e ineccepibili esempi di simbiosi uomo-natura.
    L’idea di sporcare la pelle nuda col fango era stata di Azibo ed era stata accettata da Atshushi, sebbene fosse risentito di non aver pensato lui all’ipotesi che il proprio odore umano avesse messo in allarme l’animale che stava facendo strage delle galline di Aborea. Tuttavia, la sua nudità ne esponeva la pallida pelle al freddo della notte che,spinto da un vento inclemente, gli faceva increspare la pelle. Restare lucido gli era impossibile, ma non riusciva neanche a spegnere il proprio corpo perché, c’è da sapere, che il freddo provoca più dolore del ferro affilato. Il sangue gli si faceva più denso nelle vene e fluiva a fatica fino a quando le mani non divennero appendici morte del suo corpo. La punta delle dite era come un peso estraneo al suo corpo. Si strofinava disperatamente sui fianchi, sulle gambe, sulle braccia, ma era solo un dispendio di energie. Cominciò a maledire di nuovo Azibo, il bronzeo guerriero, perché gli aveva causato di nuovo sofferenza, sebbene sapesse perfettamente che era stata un’ottima idea. Il pallido genin aveva gli occhi lucidi ed il busto pervaso da una fitta intensa di dolore per lo sforzo con il quale tentava spasmodicamente di bloccare i colpi di tosse. Sangue caldo gli colava dai lati della bocca e, subito, si affrettava a pulirlo stringendo le labbra con la mano sporca per sopprimere la tosse. Infatti non tossiva, però rantolava e agonizzava come un uomo ferito mortalmente. Si sforzava di farlo il più silenziosamente possibile, non ottenendo altro che versi sempre più aspri.
    L’unico suono che scandiva il tempo, oltre ai versi di Atshushi, era il lamento di una civetta in lontananza che infastidiva l’orecchio di Atshushi. Finalmente uno scatto di ferraglia spezzò il silenzio infinito di quella notte. Un brutale suono gutturale fece sobbalzare il cuore in gola al genin che strinse forte il ramo a cui si teneva. Era un lamento selvaggio, di una sofferenza ancestrale che proveniva alla destra dell’albero sul quale si trovavano Atshushi, Hakum ed Azibo. La luna restava timidamente nascosta dietro le nubi e le torce poste intorno al recinto diffondevano una fioca luce che rendevano difficile al genin di Kiri identificare cosa avesse fatto scattare le tagliole che avevano posizionato con tanta cura.
    Scorse, strizzando gli occhi, soltanto una sagoma inverosimilmente grande, la quale si allungava per una distanza tale da superare un carro preso per la sua lunghezza. I brividi di freddo divennero tremori di paura. Avrebbe potuto finalmente tossire, ma doveva prima fare luce su quella bestia. Non era solo, con lui c’erano i suoi compagni. Takeshi era un ninja dalle grandi dote e forse sarebbe riuscito a risolvere la situazione da solo ed Hakum ed Azibo non sarebbero rimasti a guardare. Quanto ad Atshushi, cominciò ad impastare chakra, con una mano stringeva l’albero, con l’altra la bocca. Gli ci volle una dose di concentrazione fuori dall’abitudinario per accumulare il chakra sulla pelle. Per un attimo una sensazione di tepore gli regalò un attimo confortante di calore, ma svanì poco dopo perché era riuscito a sfruttare l’energia accumulata sul proprio epidermide per creare dei globuli lucenti tra le fronde degli alberi. Silenti, immateriali, percettibili soltanto per la vista, giacevano immobili a mezz’aria tra le fronde degli alberi, riscaldando i ragazzi con la loro presenza eterea. L’idea di Atshushi era di scagliargli contro quella sagoma che ora distinse meglio e comprese che non doveva essere più distante di dieci metri dal suo nascondiglio. Prendere la mira era quasi superfluo data la molta del suo bersaglio. Si limitò a mirare al centro dell’animale che ululava di dolore e si contorceva stretta dalla morsa della tagliola.
    "Così dovrei illuminare quella bestia affinchè tutti possano vederla e colpirla."
    Poi, finalmente, potè tossire.






    Stompo ha detto che la recinzione è 6x6

    Scheda
    Riepilogo:
    1) Sfere lucenti

    Status Atshushi:
    Resistenza: 100
    Stamina: 130-10=120

    Note:

    Domani lo sistemo per bene. Prendete per buone le azioni del mio pg


    Edited by tisy16 - 29/3/2018, 19:54
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    Il campo fu preparato a dovere, trappole, nascondigli e strategie. Azibo si dipinse il corpo con la sporcizia del luogo, prerogativa del suo popolo che riuscì a trasmettere anche ad un altro ragazzo del gruppo, Atshushi. Io non condividevo quel metodo, nonostante potesse riuscire a camuffare in qualche modo il nostro odore naturale. Preferivo restare per com'ero e rischiare di farmi scoprire. Dubitavo dell'intelligenza superiore di quel mostro, anche se qualche idea mi fece barcollare per un attimo la memoria, mi convinsi subito dopo che non c'era nulla di cui preoccuparsi. Un semplice animale troppo cresciuto, nulla di più.
    Il tempo passava molto lentamente e io mi trovavo appollaiato sul mio albero, seduto su un ramo e appoggiato al tronco spesso e robusto della pianta. Ognuno era nella propria postazione e niente si mosse, a parte le galline, per diverse ore. Da lassù avevo la situazione abbastanza sotto controllo. Tutto il recinto era a vista, compreso l'albero ove si trovavano i tre Genin. Solamente il signor Nazu non riuscivo a vedere, ma lui sapeva cavarsela da solo. Non riuscivo a sentire neanche dei suoni provenienti dalla sua posizione, era abile a camuffarsi con l'ambiente, una furtività degna di un cacciatore esperto come lui. Al contrario dei miei giovani sottoposti, che anche se non li vedevo per la fitta chioma dell'albero, riuscivo a sentirli chiaramente concentrando mente e timpani.


    La noia pervase ben presto il mio corpo. Presi uno shuriken dal borsello e cominciai a giocarci con le mani, facendolo roteare tra le dita e agitandolo in vari modi, evitando di fare qualsiasi tipo di rumore. I miei sensi erano sempre allerta e man mano che il sole calava, mi accorgevo sempre di più che la visibilità in quel posto scarseggiava. In ogni caso dovevo farne a meno, poiché troppa luce avrebbe potuto far insospettire il nemico. Ma la cosa non mi disturbava completamente, ero abituato a muovermi e ad agire sfruttando solamente i rumori dell'ambiente che mi circondava.
    All'improvviso riuscii a percepire dei leggeri tonfi che impattavano contro il terriccio del suolo. Erano quasi impercettibili e si avvicinavano pian piano ad una parte del recinto. Alzai lo sguardo e cercai di scrutare la provenienza di quei rumori, a giudicare dal ritmo dei passi doveva essere qualcosa a quattro zampe. La lontananza non mi permetteva di vedere con chiarezza, ma quando la trappola si attivò e il ruggito veemente mi diede conferma, decisi di agire in fretta. Compiendo il sigillo della tigre cercai di concentrare velocemente il chakra con l'intento di effettuare un movimento fulmineo tramite la tecnica del corpo sfarfallante. Provai dunque a balzare silenzioso e agile come un felino, sfilando la spada ossea dal fodero con rapidità durante l'intervallo a mezz'aria. Quindici metri li avrei percorsi in un secondo grazie alla mia elevata preparazione fisica, e l'obiettivo era proprio quello di agire repentinamente, prima di qualsiasi altro e prima che la bestia potesse scappare. Caricando il raiton nell'arma provai quindi ad atterrare direttamente sul dorso della creatura, infilzandola nella schiena fino a trapassarla e provando a conficcare la spada nel terreno attraverso il suo corpo, in modo da bloccarla completamente al suolo. Le proprietà elementali del fulmine mi sarebbero servite nel caso di un eventuale spessa corazza, e qualsiasi armatura sarebbe diventata del semplice burro per un arma imbevuta di raiton. Ma non mi sarei fermato lì.


    Hakum, preparati a bagnare il nostro amico al mio segnale!

    Caricando i quadricipiti tentai di balzare in alto, a dieci metri di altezza in verticale. Nel frattempo avrei sfilato tre shuriken dal borsello e con un unico lancio li avrei lanciati attorno al mostro, provando a chiuderlo dentro un triangolo immaginario. Quel triangolo avrebbe preso realmente forma quando impastai il chakra elementale e tentai di infonderlo nelle tre armi, provando ad utilizzare per la prima volta il legame di fulmine.

    Adesso!

    A quel punto avrei tirato fuori il Kobashot e l'avrei usato per aggrapparmi all'albero dei miei tre compagni. Prima di poter cadere sopra l'animale, cercai di usare il meccanismo di richiamo del filo per avvolgermi e catapultarmi sopra un ramo dell'albero in questione. Poi avrei osservato l'esito delle mie azioni e per una maggior sicurezza avrei provato ad effettuare un'ennesima tecnica.

    Raiton!: Torabasami..

    Impastando il chakra tentai di far materializzare una trappola elettrica anche sotto le zampe del mostro, in modo da bloccargli una possibile fuga nel sottosuolo. Se tutto fosse andato secondo i miei piani, la bestia non avrebbe avuto scampo.
    Azioni eseguite:
    - Tecnica del corpo sfarfallante + Affondo con spada ossea imbevuta di raiton (Come da post, cerco di bloccarla nel terreno)
    - Lancio dei tre shuriken
    - Legame di fulmine
    - Taglio della Tigre
    - Mantenimento Armatura Ossea

    Resistenza: 600-1-1= 598
    Chakra: 435-5-15-18-10-25= 362

    Ho considerato il fatto che per una questione abissale di riuscita, le mie azioni dovrebbero avvenire prima di quelle dei miei compagni.
     
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    Il tempo... il tempo è relativo. Può dilatarsi e restringersi... ma mai tornare indietro. Questo era il principio universale che governava la nostra dimensione. Nessuno era in grado di portare indietro il tempo e modificarlo a proprio piacimento. Nessuno era in grado di aspettarsi cosa il futuro potesse riservargli e nessuno riusciva a governare questo strano dilatarsi e restringersi continuo di questa entità volatile chiamata tempo. Il tempo passava sempre più lentamente, mentre cercavamo in tutti i modi di rimanere immobili sopra alla folta chioma dell'albero, aspettando qualcosa che sarebbe potuto anche non tornare mai più. La pazienza, però, era una cosa fondamentale per coloro che volevano essere definiti ninja, quindi, fiato in bocca e occhi attenti presero il posto di qualsiasi altro pensiero potessi avere in quel momento. Almeno fino a quando non mi accorsi delle reali condizioni di Atsushi.
    Non mi espressi a parole, e senza farmi scoprire, girai lentamente il mio volto verso di lui, fissandolo. Assottigliai gli occhi e cominciai a rimuginare su cosa potesse avere o comunque di che problema potesse soffrire. L'unica cosa che mi venne in mente fu una polmonite, ma non essendo un medico, non potevo esserne sicuro. Pensavo e ripensavo, quando ad un tratto, il rumore metallico che tutti ci aspettavamo finalmente arrivò, assieme ai guaiti di dolore della bestia. Mossi la testa lentamente, pur di non fare rumore e riuscii a vederla, seppur non molto bene.
    L'unica cosa che riuscii a capire fu che si dimenava come una forsennata, cercando di sfuggire dalla presa metallica della trappola.
    Non sapevo molto bene come muovermi in questa situazione, quindi, aspettai il segnale da parte di Akito per muovermi. Non mi importava molto dell'esperienza in più o dell'età. L'unica cosa che contava nel mondo dei ninja era la gerarchia.
    Non passarono neanche pochi secondi, che il chunin si lanciò all'attacco, con una possibile serie di colpi letali se fossero andati a segno, ma, per ogni evenienza, mi chiese di aiutarlo con un Jutsu Suiton.
    Aspettai il segnale, mentre lui balzava in aria e lanciava sul terreno tre shuriken che poco dopo si sarebbero dovuti trasformare in tre muri elettrici non troppo lontani gli uni dagli altri. A quel punto mi venne un idea.

    Adesso!

    Senza pensarci più di tanto, feci coincidere le mie mani come in segno di preghiera e cominciai a far scorrere il chakra, impastandolo al meglio delle mie possibilità. Dall'intero "campo" di battaglia cominciai a raccogliere tutta l'acqua possibile e, se non fosse bastata avrei aggiunto un po' anche della mia. Ero concentrato, ma non dovevo perdere secondi preziosi, quindi, non appena lo shuriken di dimensioni abbastanza grandi venne creato, lo lanciai tramite il chakra contro il nemico. Lo scopo era quello di oltrepassare la barriera elettrica tramite la debolezza elementare e far, allo stesso tempo, impregnare il mio shuriken dell'elemento Raiton. Ma, anche se questo non avesse avuto successo e la barriera non passasse il proprio elemento al mio, non appena l'arma avesse impattato contro l'animale, avrei disgregato l'ammasso d'acqua, facendo comunque in modo da utilizzare l'acqua come conduttore tramite il terreno.

    Resistenza: 200
    Stamina: 250 -35= 215

    Azioni:

    -Arte acquatica: armamento acquatico x1 Lvl A (slot disponibili: 7/11)
    -Sfaldo lo shuriken per utilizzarlo come conduttore


    Scusate il post ed il ritardo
     
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    La notte scese lenta, il tempo sembrava non dover passare mai. Sull’albero stavamo immobili e in silenzio, ad aspettare qualcosa che eravamo riusciti a malapena a immaginare. Eravamo a pochi metri l’uno dall’altro, lo stesso trio del paese del fulmine, appollaiati sui rami più resistenti e comodi. Io stavo steso a pancia in giù su un grosso legno, abbastanza piatto da lasciarmi un minimo spazio di manovra. Non avevo comunque modo di muovermi più di tanto, e lo star fermo mi provocava fastidi di ogni sorta. Scoprii quanto odiassi dover attendere inerme che qualcosa accadesse, potendomi solo sgranchire le gambe di tanto in tanto piegando le ginocchia, o roteando il collo che mi si incriccava in quella posizione non del tutto naturale. Venne infine la notte, che avvolse ogni cosa e ci lasciò solo un minimo di visibilità quando i nostri occhi si abituarono al buio. Qualche fiaccola illuminava qua e là alcune zone della recinzione, eppure era prevedibile che l’animale avrebbe evitato quanto più possibile il fuoco e la luce. Solitamente con gli animali selvaggi è così, e questo pensiero mi suggerì che nel caso le cose si fossero messe male, sarei potuto ricorrere al fuoco. Passò circa un’ora senza che nulla accadesse, poi qualcosa rumoreggiò tra gli alberi, scuotendo le fronde in lontananza con una violenza tale da giungere distintamente alle nostre orecchie. Il legno degli alberi scrocchiava come ossa che si rompono al suo passaggio, e fu solo questione di poco prima che la figura di un’immensa bestia si presentò ai nostri occhi.

    Eccolo

    Non era nulla più che un’ombra, eppure era subito chiaro quanto fosse grosso, una figura scura e massiccia che si muoveva nelle tenebre. Stemmo tutti immobili, credo che nessuno trai miei compagni di albero si sarebbe mai gettato contro un essere del genere, dunque aspettammo.

    CLANG!



    Una trappola scattò, l’urlo che ne seguì confermò il mio primo pensiero. Era il momento di agire e Takeshi fu il primo a partire, agilissima la sua ombra sfrecciò nella notte e si gettò sul nemico prima ancora che io potessi pensare a cosa fare. In realtà avevo già deciso come avrei agito inizialmente e dopo un primo istante di smarrimento per la sorpresa, estrassi la mia fionda dal taschino, impugnandola saldamente con la mano del mio avambraccio meccanico. Con me avevo alcune pietre che accuratamente avevo selezionato a tempo perso, un passatempo che ormai era diventata un’abitudine e mi permetteva di avere quasi sempre con me qualche munizione. Nella notte non era facile individuare un bersaglio certo, e sebbene mi ritenessi comunque un discreto tiratore, non potevo scoccare col rischio di colpire Takeshi. Mi aiutò Atshushi, il quale utilizzò la stessa tecnica che aveva usato nel nostro combattimento, attraverso cui creò delle sfere lucenti che illuminarono la scena in modo migliore. Ora per un attimo potevo avere una buona visuale ed approfittai per cercare di colpire il bersaglio. Era davvero grosso e non potevo sbagliare. Caricai l’elastico stringendovi all’interno un sasso di forma leggermente ovale, perfettamente liscio. Dopo aver concentrato il mio chakra fuuton nel colpo, la mia mano destra lasciò la presa, sferrando il proiettile. Avrei mirato alla testa dell’animale, una prima e una seconda volta. Due colpi identici che a contatto col bersaglio avrebbero causato una minuscola esplosione. Non mi mossi più di tanto dal mio nascondiglio, rimanendo tra le fronde degli alberi i miei colpi sarebbero fuoriusciti dalla chioma del vegetale, il rischio di bruciare la mia copertura era minimo. Non dovetti nemmeno muovermi per mettermi in posizione, steso a pancia in giù ero nella posa classica del cecchino e potevo mirare con mano ferma. Ora non restava che attendere l’esito del nostro attacco.

    CITAZIONE
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    - Attacco con Tirador x2 + Scoppio ad aria compressa (-2 resistenza, -20 stamina)

    Resistenza: 150 - 2 = 148
    Stamina: 100 - 20 = 80
     
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    Colui che è e si spera sarà

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    Si dice spesso che la natura sia la madre di tutte le cose, benevola e grande ha donato a milioni di unici organismi la vita, quello che però non si dice spesso è di come lei, alle volte, senta il bisogno di osare, di andare oltre creando in modo del tutto casuale qualcosa che esula dal normale, delle anomalie se vogliamo che mettono in pericolo la vita degli essere "normali".
    Era forse questo quello che si trovavano davanti i nostri giovani eroi? La luce non li aiutava per niente nel rispondere a questa domanda, ma loro era intelligenti, preparati e guidati da persone con esperienza, tutte cose che la bestia non poteva prevedere; caduta nella trappola infatti l'essere fu, per la prima volta nella sua vita, sorpreso, niente era mai riuscito a sorprenderlo ed anche quei pochi strani bipedi che aveva incontrato non avevano mai presentato una vera minaccia per i suoi artigli e per le sue zanne, almeno fino a quel momento quando degli improvvisi movimenti tra gli alberi e un improvviso dolore alla schiena la colsero di sorpresa e la fecero infuriare e dimenare cercando invano di rimuovere quel fastidio che provava, gridando a destra e a manca la sua frustrazione e il suo dolore. Quel "piccolo" fastidio era in realtà creato dal giovane Takeshi che con maestria era riuscito a saltarle sulla schiena, senza però riuscire a fare altro se non rimanere li appeso in balia dei movimenti della bestia che non sembrava risentire più di tanto del suo attacco, girandosi continuamente in tutte le direzioni tentando di liberarsi sia il piede destro che la schiena; il giovane Chunin Kiriano da quella distanza poteva cogliere solo alcuni di quelli strani lineamenti, ma non ebbe il tempo di guardare troppo a lungo l'essere, poiché all'improvviso avvertì un improvviso bruciore alla schiena e un breve momento di cecità, qualcosa l'aveva colpito alle spalle e sebbene non gli avesse fatto alcun male non era probabilmente riuscito a colpire il suo vero obiettivo, creando però una breve fonte di luce che permise a tutti tranne che a Takeshi di vedere per bene il vero volto di quel macabro essere:

    orso

    Pelle raggrinzita e ricoperta di tagli e ferite, due occhi piccoli ma colmi di rabbia e due fauci piene di denti aguzzi e grondanti di sangue, quell' improvviso flash fece scattare qualcosa nella bestia, malgrado non l'avesse colpito la luce lo aveva evidentemente danneggiato, facendolo spaventare come non mai e dandogli la scarica di adrenalina per liberarsi dalla trappola al suolo e cominciare a fuggire ad una velocità incredibile nella stessa direzione da dove era venuta... ma gli altri ninja?
    Purtroppo il tutto avvenne in pochissimi secondi, quella specie di orso mutante era incredibilmente rapido per la sua stazza, talmente veloce che solo il signor Nazu riuscì a colpire la bestia in fuga con una freccia al polpaccio sinistro e la spada ossea ancora conficcata nella schiena, gli altri attacchi non furono abbastanza veloci per colpire la belva, fortunatamente Takeshi riuscì a mettersi in salvo sull'albero insieme ai suoi alleati, ma il problema era diventato un altro, la bestia infatti, seppur ferita e sanguinante, si stava allontanando e tutta la velocità dalla loro posizione, con tutta l'intenzione di non farsi catturare:

    "Andiamo ragazzi non facciamocela sfuggire, se siamo fortunati ci porterà alla sua tana!"

    Disse il signor Nazu correndo come un fulmine all'inseguimento di quello strano orso, ora stava ai ninja cominciare quella folle corsa in mezzo ad una buia foresta.

    Ecco a voi la bestia :rosa: Non è molto bella ma è assai simpatica...ok cavolate a parte la bestia se n'è andata, il colpo di Takeshi e il colpo del signor Nazu non le hanno fatto pochi danni ma per dei lanci sfortunati non siete riusciti a colpirla tutti(Tisy tu hai colpito Akito per un fantastico 1 al dado XD ). Da qui in poi comincia un bel inseguimento(per il regolamento leggete qui), avete due turni per raggiungere la bestia, dopo di che fugge via, non sapete di preciso quanto sia lontana, limitatevi a postare quanto spingete e come cercate di raggiungerla, potete anche attaccare in maniera consona se volete, a voi :rosa:


    Edited by Stompo - 1/4/2018, 22:10
     
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    Quel che sentimmo con le nostre orecchie, in quel momento l’unico organo capace di capire qualcosa, fu paragonabile solo a ciò che potemmo successivamente osservare. Sinistri lamenti provenivano dalle tenebre, pareva di sentir gridare un demone, un verso inumano, simile al grugnito di un maiale ma molto profondo, si potrebbe dire oscuro. Grida di dolore squarciavano il silenzio che fino a pochi minuti prima dominava incontrastato. Poi la luce rischiarò le tenebre, e avrei voluto non l’avesse mai fatto. Non sapevo quel che avevo visto, era troppo impossibile per essere vero. Credetti d’aver avuto una visione, una distorsione della realtà creata dalla mia mente in quei pochi secondi di luce, forse per la paura, pensai. Già, pensai, e persi tempo, ma non potevo credere all’esistenza di una bestia del genere. Forse fu proprio l’esitazione che ebbi nel momento in cui vidi la bestia a farmi perdere il colpo, persi l’attimo migliore di luce e dovetti scagliare quando l’illuminazione era ormai affievolita. Nello stesso istante sentii il rumore della trappola che andava in pezzi, metalli che venivano scardinati con violenza. Nell’ombra la figura si mosse, tentando un’evidente fuga ed azionandoci congiuntamente per gettarci al suo inseguimento. Scesi dall’albero attutendo la caduta con la concentrazione del chakra applicata alla pianta dei piedi, poi corsi verso il lato del recinto nei pressi del quale tutto era accaduto, afferrai una delle torce poste a illuminare la scena e la portai con me per donare un minimo di illuminazione a tutto il gruppo, quanto meno per vederci l'un l'altro. Immediatamente Takeshi e il signor Nazu presero la testa dell’inseguimento, dandoci modo di seguirli visto che, almeno per quanto mi riguarda, brancolavo letteralmente nel buio. Fortunatamente la torcia mi impediva di inciampare e di vedere dove mettevo i piedi, ma non avevo la minima idea di dove stesse scappando la bestia. Nonostante questo la situazione non si stava mettendo bene. Notai che stavo perdendo terreno dal duo di testa e che i miei compagni alle mie spalle erano ancora più in difficoltà di me. Se volevo sferrare il mio colpo non avevo altra occasione, avevo bisogno almeno che Atshushi illuminasse di nuovo la scena e probabilmente anche che Hakum potenziasse il mio colpo. Dovevo rallentare la fuga di quell’essere e dovevo farlo con l’arma migliore che portavo con me: la mia fidata lancia!

    Atshushi, usa di nuovo le sfere di luce! … Hakum, è il momento! Avvicinati!

    Era il momento di fare gioco di squadra, e la riuscita dell’azione dipendeva ugualmente da me e dai miei due compagni. Atshushi avrebbe dovuto illuminare la scena, poi, quando sarei riuscito ad avere la visuale, avrei afferrato la mia lancia, sfilandola dal laccio che la teneva legata alla mia schiena. Avrei tramesso il mio chakra fuuton nell’arma, poi mi sarei fermato di colpo, per sfruttare tutta la forza d’inerzia che potevo immettere nel lancio e per prendere la mira in modo migliore. Avrei scagliato la mia asta nell’aria, dritta per dritta contro il bersaglio, con una parabola minima e la massima potenza.

    ORAAAA!

    A questo punto Hakum, come d’accordo preso in precedenza, avrebbe potenziato il mio lancio col suo getto d’aria dai palmi, aumentando il danno e la gittata del colpo, che si sarebbe dovuto conficcare con violenza nel corpo della bestia. Mirai centralmente, con un colpo del genere e potenziato doppiamente avrei dovuto causare un danno abbastanza importante sui suoi movimenti, qualunque punto avessi colpito. O almeno così speravo.

    CITAZIONE
    Azioni:
    - Attacco con lancia + chakra fuuton + sforzo extra max (51 resistenza, 10 stamina)

    Resistenza: 148 - 51 = 97
    Stamina: 80 - 10 = 70


    Note: Ragazzi scusate se prima non vi ho consultato, ma ho trovato tempo stasera per postare al volo e sta settimana sono piuttosto impegnato, spero non ci siano problemi nell'aiuto che vi ho chiesto on game :lol:
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    La luce era molto scarsa e nonostante mi trovassi sopra il corpo dell'enorme bestia, non riuscivo a distinguere per bene con cosa avevo a che fare. La stazza era più grande di quella di un orso. Il corpo lungo e mastodontico, le quattro zampe ben salde sul terreno nonostante una di esse fosse intrappolata nella tagliola. La mia spada non fu lunga abbastanza da riuscire a fissare il suo corpo sul terreno e i suoi dimenamenti non facevano intendere che fossi una bella presenza sulla sua schiena. Poi sentii un formicolio provenire dalla schiena, come un piccolo colpetto che dopo qualche secondo comincia a bruciare. Nulla di così potente da poter scalfire la mia armatura, ma quella sensazione precedette un abbaglio, poi fu tutto bianco.
    Nel frattempo l'animale prese a strillare e a dimenarsi molto vivacemente e ciò mi obbligò a cambiare momentaneamente i piani. Quel bagliore improvviso causato da Atshushi mi accecò per diversi secondi, secondi che mi costarono cari in quel frangente. Ma grazie al kobashot riuscii ad agganciarmi e a trascinarmi sull'albero dei miei compagni, riprendendomi dalla cecità dopo pochi secondi.

    Mi hai preso in pieno, cento punti!

    Il mio tono era ironico e scherzoso, cercavo di trasparire sicurezza e tranquillità anche in una situazione di piena azione come quella. Non l'avevo con lui, così come non l'avevo con nessuno. Poco prima che la vista tornasse normale, riuscii a sentire lo scoccare di una freccia. Anche Nazu provò a colpire l'animale e quando riacquistai del tutto la visibilità, la bestia si stava già allontanando.

    "Andiamo ragazzi non facciamocela sfuggire, se siamo fortunati ci porterà alla sua tana!"

    Stia tranquillo Nazu, non riuscirà a scappare.

    E proprio mentre rassicuravo Nazu e mi apprestavo a comporre il sigillo della tigre, mi rivolgetti ai tre ragazzi, comunicandogli il da fare.

    Sta volta non posso stare al vostro passo, andrò avanti. Cercate di raggiungermi restando insieme e se avete qualche attacco a lungo raggio, vedete di prendere per bene la mira!

    Cercando di irrorare tutto l'apparato circolatorio di chakra con una propulsione improvvisa, provai a scattare con una velocità così fulminea e immediata che avrei spaccato il legno sul quale risiedevo qualche istante prima per via del contraccolpo. L'obbiettivo era quello di sprintare ai limiti del mio corpo per riuscire a ridurre quanta più distanza possibile dalla creatura. Se pensava di riuscire a scapparmi si sbagliava non poco. Le mie gambe venivano allenate da una vita per momenti del genere e quel giorno sarebbero state messe alla prova. Avrei provato ad essere il più veloce possibile, neanche Nazu alla sua età avrebbe potuto reggere il mio ritmo.
    Una volta che la strana creatura fosse stata a tiro, avrei estratto due skewers dal borsello e dopo aver provato a renderli elettrificati grazie all'elemento fulmine, li avrei lanciati in direzione della zampa posteriore sinistra del mostro. Poi avrei ripetuto il procedimento per mirare alla zampa posteriore destra della bestia, cercando di zoppicarla tanto quanto bastava per arrestarle la corsa.
    Una volta che la distanza si sarebbe ridotta ulteriormente avrei cambiato armi, usandone un tipo molto più duro e letale.


    Teshi sendan!

    Il bersaglio dei proiettili digitali sarebbe stato totalmente diverso. L'obbiettivo era quello di colpire la testa, affinché le piccole ossa potessero penetrargli il cranio e colpire il cervello, uccidendo definitivamente la bestia. Quindi cercai di prendere attentamente la mira e dopo aver esternato leggermente le falangi avrei tentato di lanciare le armi tramite un movimento secco e rapido del braccio destro.
    L'animale era abbastanza tenace, ma io lo ero di più.

    Azioni eseguite:
    - Tecnica del corpo sfarfallante + Sprint ( Sandali chiodati - Stile della cavalletta - Wushu)
    - Lancio simultaneo di 2 Skewers con Raiton
    - Lancio simultaneo di 2 Skewers con Raiton
    - Proiettili Digitali
    - Mantenimento armatura ossea

    Resistenza: 599-65-1-1-18= 514
    Chakra: 390-5-15-15-18-25= 312

    Di base, sprintando col wushu riesco a percorrere 390 metri in un turno....
     
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    Il buio e la confusione creata dalle azioni di ognuno di noi, circolavano liberi nell'aria, lasciandomi alquanto interdetto.
    Non ero abituato ad orientarmi al buio, non ne avevo mai avuto occasione, tranne la volta che rimasi bloccato nella grotta di Kumo assieme ai miei compagni. Era una situazione nuova e, come unico punto di riferimento, potevo utilizzare solo ed unicamente i ruggiti sommessi e gli intensi guaiti dettati dal dolore della tagliola che gli si conficcava nelle carni. Riuscii a capire che la maggioranza delle azioni che avevamo contato di portare a termine non erano andate proprio a buon fine, poichè la bestia riuscì a sfasciare del tutto le tagliole d'acciaio, riuscendo a scappare. Rimanemmo un attimo di sasso quando riuscimmo ad intravedere le fattezze dell'essere, perdendo tempo e facendola allontare più del dovuto.+

    Andiamo ragazzi non facciamocela sfuggire, se siamo fortunati ci porterà alla sua tana!

    Stia tranquillo Nazu, non riuscirà a scappare.

    Rimasi fermo ed in silenzio a guardare quello scambio di battute tra Akito ed il signor Nazu, aspettando un ordine da parte del ragazzo che portava il grado più alto del gruppo. Ordine che alla fine risultò essere un "fate quel che potete, io gli vado dietro".

    Sta volta non posso stare al vostro passo, andrò avanti. Cercate di raggiungermi restando insieme e se avete qualche attacco a lungo raggio, vedete di prendere per bene la mira!

    Ottimo.

    Accettai comunque di buon grado. Sinceramente non m'importava molto il pensiero che potessero cominciare a farsi i miei compagni di me. In quel determinato frangente della mia vita mi trovavo completamente spaesato... quasi come se non fossi più realmente io, ma solo la mia immagine.
    Il ragazzo dai capelli argentei scattò in avanti e scomparve velocemente davanti ai nostri occhi, mentre io, Atsushi e Azibo cominciammo la corsa per la rimonta dei parecchi metri che ci eravamo persi dietro.
    Per quanto ci sforzassimo, rimanevamo comunque troppo lenti. Il gruppo guidato da Akito e Nazu ci era avanti di parecchio, mentre noi arrancavamo.
    A quel punto, ad Azibo venne un'idea che forse ci avrebbe permesso di rallentare il più possibile la bestia, se non ucciderla.
    Mi chiese di avvicinarmi e accennando un cenno col capo, mi avvicinai fino ad affiancarlo.
    A quel punto, un urlo diede il via alle nostre azioni.
    Il ragazzo lanciò la lancia potenziata dal suo chakra, che a mia volta avrei dovuto potenziare, quindi, senza perdere troppo tempo, allungai le mani proprio di fronte a me e spinsi l'aria attraverso i piccoli fori posti sui mei palmi. Spinsi più che potei, con tutta la mia forza, senza però sapere se realmente sarebbe andata a segno.

    Resistenza: 200
    Stamina: 215 -10 -50= 155

    Azioni:
    -Onda tagliente da entrambe le mani + sforzo extra massimo

    Note: Scusate di nuovo per il post e per l'attesa...
     
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    Atshushi Nasushimo


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    Genin di Kirigakure




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    VI
    Le sfere di luce di Atshushi fendettero l’aria a una velocità tale da ovalizzarsi, lasciando una scia luminosa che rischiarava i tetti delle cucce in legno dove le galline avevano cominciato a starnazzare. Impattarono su un’ombra che sembrava cavalcare la bestia. Ne conseguì un’espansione di luce color giallo chiaro che rischiarò l’oscurità della notte. Atshushi strabuzzò gli occhi per cogliere le fattezze dell’animale, ma tutto ciò che vide fu un ammasso di carne rossa e lucida, come se fosse unta di grasso.
    E scorse anche Takeshi, sulla groppa dall’animale inferocito, intento a domarlo, agitandosi in quella bizzarra ed improvvisata danza notturna per ancora qualche attimo prima di risprofondare nell’oscurità.
    “Dannazione!”
    Si maledisse Atshushi perché capito di aver mirato male il suo jutsu, colpendo il ninja di Kiri.
    Il buio era di nuovo calato e la strana bestia, la quale sembrava priva di pelliccia o di un qualsivoglia tessuto in grado di proteggerne le carni esposte agli elementi, era tornata ad essere un’ombra ululante. Si dimenava nella fredda oscurità della notte e un fragore di parti metalliche preannunciò la sua imminente fuga.
    Atshushi osservava la scena, appollaiato sull’albero, tossendo sangue, con una mano sulla bocca ad arginare il liquido caldo che affiorava dalla sua gola come acqua da un pozzo. Non si preoccupava delle strane fattezze della bestia, non provava neanche paura, perché aveva ormai chiara la situazione: Takeshi avrebbe abbattuto l’animale e lui poteva essere soltanto d’impaccio, come era già stato. Il muscoloso ninja di Kiri lo raggiunse tra le fronde del sempreverde, mentre l’animale, incurante delle ferite subite, si dava ad una rapida fuga.
    -Mi dispiace Takeshi!-
    Si affrettò a scusarsi con l’imponente sagome dell’esperto ninja. Egli non sembrava essersela presa, anzi pareva non aver accusato per nulla il colpo. Infatti, scattò in avanti con tale impeto e rapidità da frantumare la corteccia dell’albero. In un attimo sparì nella foresta, insieme al Signor Nazu, il quale si era lanciato all’inseguimento della bestia incitandoli a seguirlo.
    Atshushi sentì Azibo impartire disposizioni e lo seguì con lo sguardo scendere a terra e, dopo aver afferrato una torcia, lo perse di vista mentre si addentrava nel sottobosco. Hakum lo seguì a ruota ed indietro rimase soltanto il pallido ed infreddolito, oltre che nudo ed infangato, genin di Kiri.
    Scese dall’albero con un balzo, concentrando il chakra sulle piante dei piedi nella speranza di rendere quanto più delicato possibile l’atterraggio, ma il sobbalzo gli fece provare una fitta atroce al torace. Tossendo, cercò di correre sulle orme della bestia e dei suoi compagni, sforzandosi di accelerare il passo ignorando il dolore al fianco e l’incessante tosse che gli spezzava il fiato. Azibo gli aveva chiesto di usar nuovamente le sfere, ma non se la sentiva dopo l’errore accaduto poco prima. Inoltre, la visibilità nella foresta era molto scarsa e, tra i tronchi e gli arbusti, non riusciva nemmeno a scorgere il barlume della torcia del lanciere. Avrebbe evocato le sfere di luce per garantirsi la sicurezza di vedere dove poggiare i piedi, quindi non le avrebbe scagliate e tentò di farle orbitare poco sopra il suo capo. Udiva rumori di passi, rami spezzati e tonfi sordi e li sfruttò per tentare di raggiungere i suoi compagni, ignorando fitte di dolori, sangue e tosse.








    Scheda
    Riepilogo:
    1) Sfere lucenti

    Status Atshushi:
    Resistenza: 100
    Stamina: 120-10=110

    Note:Il mio pg ha 10 di agilità, quindi dovrebbe riuscire a percorrere 5 metri, il minimo ed indispensabile per uscire dal recinto. Inoltre ha un malus sulle azioni fisiche e nei post descrivo sempre la sua salute come molto precaria, quindi trovo inverosimile farlo sprintare senza un grave ed urgente motivo, non che cambierebbe molto. Probabilmente se riuscisse ad arrivare nel limitare del bosco oltre il recinto sarebbe già una fortuna.

    Chiedo scusa a tutti per l'attesa, ma sono in fase d'esami e venerdì aveva un test molto difficile
     
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41 replies since 2/3/2018, 12:36   1206 views
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