[Story Mode] L'equilibrio tra bene e male.

Tradimento Shaka Kurama

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    Hey, Axel. You haven't forgotten? You made us a promise. That you'd always be there... to bring us back.

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    Konoha, 4 Yukitsuki, ore 16:37.


    L’imbrunire del tramonto aveva reso i muri delle case di Konoha color bronzo, le poche nubi presenti si lasciavano cullare dall’aria gelida che di tanto in tanto sbuffava per l’etere. Un fascio di luce rifletté sulla vetrata gotica di un’immane perfezione, tant’è che sembrava lasciasse impresso nel pavimento il disegno della stessa vetrata. La luce sembrava assumere un significato prettamente simbolico: la nascita di qualcosa, un segno divino, anzi si potrebbe addirittura dire che è l’intera espressione del divino. La contrapposizione tra bene e male, la materia buia, simbolo del peccato. Il mondo gira attorno a questa contrapposizione, l’equilibrio costante tra questi due estremi: e se per caso qualcuno provasse a far prevalere uno sull’altro le conseguenze sarebbero catastrofiche. E la storia, in questo caso, insegna. Il capo monaco se ne stava lì seduto avvolto da quella stessa luce su di una sedia rivestita da velluto rosso cinabro. Sfogliava uno di quei libri con centimetri di polvere sulla rilegatura, che da l’impressione di un qualcosa di vissuto, datato. Di tanto in tanto si leccava l’indice, per facilitarsi con la sfogliatura delle pagine imbrunite dalla vecchiaia. Le rughe solcavano il suo viso, che comunque era perennemente solcato da un sorriso. I lunghi capelli bianchi scivolavano lungo la sua schiena, seguendo il corso della spina dorsale: una coda lunga racchiusa da un elastico color grigio che si frapponeva tra lo schienale e la schiena dell’uomo. La sottile linea tra bene e male stava nuovamente per essere lacerata. Lo sentiva dentro di sé, un ribollio che partiva dalle viscere e risaliva l’intero organismo, premendo con prepotenza i tasti immaginari che scaricano il senso di preoccupazione nella mente umana. E non riusciva ad ignorarlo. Il silenzio tombale che regnava in quella stanza accentuò questo senso di preoccupazione. Fremeva, formiche ai piedi e farfalle nello stomaco. Non riusciva a non pensarci, tamburellava sul legno del bracciolo nervosamente mentre il sorriso scemava man mano che i secondi scanditi dall’orologio a muro ticchettavano ed echeggiavano nell’intera stanza. I suoi sospetti erano più che fondati.

    Mi scusi per l’interruzione Hideaki-Sama. Lui è stato avvistato nei pressi del tempio, in una zona a nord nei pressi del confine con Oto. E’ stato individuato dalle nostre sentinelle e, a parer mio, bisognerebbe inviare una squadra di ricognizione. Ovviamente questa squadra verrà scortata da uno dei nostri ninja d’esperienza, Makoto Iburi, che lei conosce gran bene.

    Chiuso il libro, lo sguardo di Hideaki s’indirizzò sugli occhi colmi di terrore del proprio consigliere di fiducia. Sapeva bene chi fosse LUI, sapeva bene cosa aveva fatto in passato. Oltre che uccidere una buona parte dei migliori monaci in circolazione a quel tempo, diciotto anni fa, aveva sgozzato davanti a lui la propria figlia, l’unica tanto desiderata e tanto cercata. L’immagine del sangue schizzare dalla trachea era ancora tangibile nella sua mente, tant’è che si lasciò scappare uno scatto d’ira. Le pagine del libro iniziarono a volteggiare nell’aria, seguendo non so quale legge fisica. E la copertina andò a sbattere sul muro, cadendo inesorabilmente a terra.

    Catturatelo e portatelo davanti al mio cospetto. Lascio a voi i dettagli.

    Si sedette piangente sulla sedia, lasciando solcare il velluto con le proprie lacrime. La cattura del mostro del Monastero ebbe ufficialmente inizio.




    Due ore dopo





    Si presentarono solo in due alla richiesta di prestare servizio per il proprio monastero. Ovviamente uno fu Makoto Iburu. L’altro, invece, fu Shaka Kurama.

    Bene, sarò breve. Una sentinella ha avvistato un uomo pericolosissimo per il monastero. La sua identità è segreta, in pochi conoscono e ricordano le oscenità che ha fatto: sia perché o sono sotto terra da quasi vent’anni o perché han cercato di dimenticare. Il vostro compito è stanarlo, catturarlo e consegnarlo qua. La partenza è prevista per domani mattina, quindi andate a riposarvi. Anzi, Makoto, rimani qua: devo parlarti.


    Bene, spero di essere stato abbastanza chiaro. Hai carta libera su tutto, tranne sul fatto che sei obbligato a seguire ciò che ho scritto io, ovvero devi ruolare che ti presenti al cospetto del pg. Occhio a non muovere Makoto Iburu, è un PNG che muoverò esclusivamente io. Concludi dicendo che siete in viaggio verso il confine tra Oto e Konoha, inventa quello che vuoi. Buona fortuna!
     
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    Ero rientrato da pochi giorni al monastero ma qualcosa dentro di me era profondamente mutato, non riuscivo più a sentirmi a casa in quel luogo o almeno non più come prima. Le esperienze e le consapevolezze acquisite durante il mio ultimo viaggio mi avevano fatto capire quanto la struttura della società moderna fosse fragile. Individui come il cosiddetto "figlio bastardo del caos" erano nati e avrebbero continuato a nascere proprio da quel sistema corrotto e pregno di mistificazioni, dove il popolo vive separato dalla realtà delle cose, all'interno di una fitta coltre di nebbia. Per me che vivevo secondo le leggi di Buddha, quelle dell'uomo passavano in secondo piano ed anzi, in certe occasioni perdevano di qualsiasi valore. Perché d'altronde dover considerare valide delle leggi che i governanti stessi applicavano a propria discrezione? Favoritismi e raccomandazioni erano ormai all'ordine del giorno ma d'altronde tutto quello faceva parte dell'essere umani, nel momento in cui qualcuno ottiene il potere si trova prima o poi e desiderare di farne un uso personale a discapito degli altri. Finché in questo c'è una sorta di moderazione può anche essere tollerato, ma quando interi villaggi, o addirittura il sistema cardine che li amministra, si fondano su questo ignobile concetto, allora c'è bisogno di qualcuno che viva al di fuori del sistema e provveda a dissipare la coltre di nebbia che rende prigionieri gli ignari.

    Buddha... Sarà quindi questo il mio cammino? Sono pronto a portare sul mondo sia la tua mano gentile e purificatrice, che quella impassibile e devastatrice... Dammi solo un segno della via da percorrere...

    Il volere del Dio era ormai chiaro ai miei occhi ma qualcosa ancora mi mancava, quell'input specifico che mettesse in moto gli ingranaggi. D'altronde, come per tutti i viaggi, il primo passo è il più difficile. In quei giorni passai molto più tempo del solito a meditare ed a cercare una risposta a quel quesito, fino a che finalmente accadde. Erano circa le 18.00 quando una sorta di agitazione iniziò a regnare nel monastero.

    Ma cosa succede? Non li avevo mai visti così nervosi...

    Uscendo nel cortile mi fu chiaro cosa stesse accadendo, una missione particolare stava per essere organizzata ed a quanto pare era una questione molto delicata. Solitamente le missioni per il monastero venivano assegnate a monaci specifici ma il fatto stesso che questa volta la richiesta fosse estesa a tutti, e che non sembravano esserci volontari mi confermò che quello era il segnale che attendevo. Fu così che alle 18.30 mi presentai al cospetto del capo monaco insieme all'unico altro monaco che aveva deciso di adempiere ad i suoi doveri: Makoto Iburo. Di certo le sue ragioni erano profondamente diverse dalle mie ma ora dovevo pensare solo ad interpretare quel segno che Buddha mi stava inviando.

    Bene, sarò breve. Una sentinella ha avvistato un uomo pericolosissimo per il monastero. La sua identità è segreta, in pochi conoscono e ricordano le oscenità che ha fatto: sia perché o sono sotto terra da quasi vent’anni o perché han cercato di dimenticare. Il vostro compito è stanarlo, catturarlo e consegnarlo qua. La partenza è prevista per domani mattina, quindi andate a riposarvi. Anzi, Makoto, rimani qua: devo parlarti.


    Ascoltai attentamente le parole del capo monaco e lessi nei suoi atteggiamenti una certa ira nel parlare di quell'individuo. Si trattava di un qualcosa accaduto svariati anni prima del mio arrivo al monastero quindi non avevo idea di cosa si trattasse ma decisamente era qualcosa di serio, quello però non sembrava il momento di chiedere spiegazioni più approfondite. Al termine del monologo mi inchinai in segno di rispetto e mi congedai

    Bene, sarò pronto per la partenza!

    E salutai anche quello che sarebbe stato il mio compagno per quel viaggio

    A domani...

    La notte trascorse relativamente tranquilla seppur una certa dose di agitazione e di curiosità mi tenessero in uno stato di tensione non indifferente. Giunse così il momento della partenza e, dopo una abbondante colazione alla mensa del monastero, io e Makoto attraversammo i cancelli.

    Un momento solo...

    Fermai il mio compagno rivolgendomi in direzione del lato est della foresta e emettendo un fischio. Pochi istanti dopo ecco che il mio fedele Virgo giunse rapido e pronto a partire.

    Buon giorno Virgo... Sei pronto a partire?

    Un gesto di assenso del capo del mio adorato lupo, diede il via a quel viaggio, verso il confine con Oto, che sospettavo avrebbe dato una profonda svolta alla mia vita.

    Shaka Kurama
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    Entrambi si diressero all'interno della foresta che si diramava in un gioco magnifico di colori, svariando dal verde dell'erba pregna di rugiada alla tonalità un poco più scura delle foglie degli alberi più alti, che svettavano su tutto il paese. Una vera meraviglia per gli occhi. L'umidità presente, oltretutto, rendeva il tutto più "da mondo delle favole": diciamo quasi che sembrasse essere tutto fuorché Konoha. Makoto procedeva a passo spedito, mentre monitorava la situazione grazie alle proprie abilità sensoriali. Era una perfetta combinazione, una vera e propria macchina da guerra. Chissà perché non avesse ancora abbandonato le rigide regole del monastero.

    Non intralciarmi, per favore. Non fare altro che seguirmi, poi, quando arriveremo, ti dirò cosa fare. Intanto ho captato una forte presenza di Chakra a nord-est, nella nostra direzione. Il nemico dovrebbe essere esattamente sul confine tra il Suono e la Foglia.

    Trasformatosi in fumo iniziò a diramarsi per l'etere, sfrecciando a passo d'uomo tra le fronde. Avrebbe cercato ogni minimo dettaglio per poter favorire la propria riuscita.

    [...]



    Chissà quale è il motivo che spinge una persona ad abbandonare il proprio figlio in balia di sconosciuti. Un minimo di rimorso lacera in profondità i tessuti del cuore, ma non quelli fisici, quelli spirituali. Si sentiva male, aveva bisogno di conoscere il proprio figlio. Arrancava ad andare avanti. Ecco perché stava tornando al monastero, empio per i mali commessi, il dolore provocato, la sofferenza atroce che si portava dietro da...18 anni, ormai. Era lì, seduto su un ramo non troppo distante da terra, a circa cinque metri. Assaporava con sdegno i panini al riso preparati in fretta e furia, mentre con gli occhi spenti e privi di voglia di vivere scrutava l'orizzonte. Aveva vissuto tutti quegli anni a Oto, coltivando riso e ricorrendo al chakra quelle poche volte in cui era messo alle strette. Era visto come un benevole uomo, rispettoso, serio. Ma, purtroppo, si era macchiato di fin troppi crimini per venir espiato dalle proprie a colpe. Ma loro non lo sapevano, no. Loro lo adulavano. E non sapevano nemmeno di esser vittime di un Genjutsu. Non sapevano niente. Abbandonato quel piccolo villaggio rurale, uno degli ultimi dell'intero continente creato prevalentemente da contadini senza alcuna radice tecnologica, si trovò lì, ad osservare il sole che sorgeva dalle risaie ed illuminava la natura. Respirava a pieni polmoni, aspettava solo il momento giusto per ritrovare suo figlio. E questa volta si sarebbe pentito di tutto. Solo per donare un sorriso al proprio Shaka.

    [...]



    Eccoci...l'intensità del Chakra è sempre più tangente. Preparati, dobbiamo catturarlo VIVO.

    Erano finalmente giunti a destinazione dopo venti minuti di cammino. Ora spettava a loro trovare una strategia adatta per stanare il fuggitivo e braccarlo nelle loro braccia, in modo da tornare al monastero vittoriosi.


    Scusami tanto Roy :sigh:

    Altro post descrittivo, poi dal prossimo post inizierà l'azione vera e propria. Descrivi il viaggio, fermati nel momento in cui il tuo compagno ti parla. A te!
     
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    Il viaggio si protraeva spedito verso la nostra meta e la curiosità di sapere verso cosa stessimo correndo era sempre di più, non tanto per la missione in se quanto per arrivare a comprendere ciò che Buddha mi stava indicando. Lo sfondo intorno a noi intanto iniziava a mutare e mi trovai ad assistere a qualcosa che non avevo mai visto nelle zone della foresta esplorate prima, quel turbinio di colori era qualcosa di davvero affascinante che però venne in un certo senso rovinato dalle presuntuose parole del mio compagno.

    Non intralciarmi, per favore. Non fare altro che seguirmi, poi, quando arriveremo, ti dirò cosa fare. Intanto ho captato una forte presenza di Chakra a nord-est, nella nostra direzione. Il nemico dovrebbe essere esattamente sul confine tra il Suono e la Foglia.

    Nel sentire quei toni non potei che restare deluso da quel Makoto, che fosse così con tutti o lo fosse solo con me per via del mio "problema" non poteva certo avere la presunzione di mettersi al di sopra di me e di trattarmi come un bambino. Ma oltre a quei toni potei notare un'altra cosa ben più interessante da quelle parole. Makoto aveva "captato" del chakra, non ne sapevo molto di lui ma a quanto pare era un ninja sensoriale, quella branca di specializzazione mi aveva sempre affascinato in effetti, ma quello non era il momento per pensarci.

    Io sono qui per aiutarti non per intralciarti... E per fare farlo nel modo migliore dovrei almeno sapere verso cosa ci stiamo dirigendo. Se una volta a destinazione ci trovassimo di fronte ad una situazione imprevista potrei davvero esserti d'intralcio se non so cosa stiamo facendo... Io terrò il passo ma nel frattempo vorrei mi dessi qualche informazione in più sul bersaglio o quantomeno sulle sue capacità

    Continuai quindi a seguirlo sia in caso di risposta che di silenzio, d'altronde la mia guida non era certo quel presuntuoso ma Buddha. Quando sarebbe stato il momento avrei capito comunque quale fosse il messaggio. Continuando la marcia, ci avvicinammo sempre di più al confine con Oto fino a che non arrestammo la corsa.

    Eccoci...l'intensità del Chakra è sempre più tangente. Preparati, dobbiamo catturarlo VIVO.

    Mi guardai intorno e cercai di fare mente locale, se non mi ero perso e sapevo bene che non era così, lì intorno non vi era altro altro che un semplice villaggio di contadini. Poteva davvero essere così pericoloso qualcuno che si trovava lì? La faccenda si faceva sempre più strana ma non potevo che andare avanti, perciò misi da parte i dubbi e mi preparai ad una eventuale battaglia seguito da Virgo che iniziò ad annusare l'aria.

    Siamo pronti

    Azioni:
    //

    Stamina 250
    Resistenza 200

    Azioni Virgo:
    Usa l'olfatto fenomenale per cercare tracce

    Resistenza 150


    Conoscenze:
    Orientative e geografiche LvL II
    Popolari/Linguistiche LvL II
    Storiche LvL I

    Maestria:
    Nautilus I
     
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    Un fruscio scosse i capelli dall'orecchio destro di Makoto, una brezza che non presagiva niente di buono. I due erano proprio sul confine di Otogakure, fissavano i lunghi ceppi di riso incolti in lontananza, sentivano il puzzo di palude. Una zona talmente rurale da far impressione, a differenza dell'avanguardia tecnologica che aveva investito l'intero Continente Orientale, Ishivar compreso. Un simile contrasto che non lasciava altro che amarezza in bocca. A passi leggeri, il membro del clan del Fumo si spostava verso una collina, tenendo sempre all'erta il proprio sesto senso, cercando di captare un benché minimo movimento sospetto che avrebbe consegnato il fuggiasco nelle loro mani. Niente, silenzio totale se non per i sibili di vento autunnale che riecheggiavano per quella radura.

    Sembrerebbe tutto apposto. Tieni gli occhi aperti, però.

    Perché mai dovresti tenere gli occhi aperti, figlio mio?

    !!



    Sceso dal ramo su cui giaceva, Jin Kurama, il padre di Shaka, si prostrò di fronte ai due che lo stavano cercando assiduamente. Il volto smorto, arti consumati dai calli del lavoro manuale, occhi spenti ma colmi di lacrime alla vista del proprio figlio. I lunghi e biondi capelli scivolavano sulle sue forti spalle, mentre un vestiario da dimenticare lasciava spazio alla trasandatezza che non lo preoccupava minimamente. Si avvicinò lentamente a Shaka senza mai distogliere lo sguardo dai suoi occhi blu. Ci si era tuffato, perso. I ricordi che riaffioravano in mente bombardavano il suo cuore di un susseguirsi di emozioni negative. Angoscia mista a rabbia. Voleva piangere e basta, chiedere perdono ed accoglierlo. Si prostrò ai piedi del figlio, mentre Makoto osservava la scena con aria superiore, senza provar la benché minima emozione. Piatto, distaccato, freddo.

    S...Shaka... perdonami... non volevo farti del male...

    ...

    Sprazzi di sangue vennero sputati dalla bocca di Jin. Le sue braccia avvolgevano il bacino del figlio, mentre il sangue iniziava a sgorgare e macchiare i vestiti. Gli occhi stavano perdendo vita, la pelle prendeva colorazioni simil rame, sembrava che l'intero organismo si stesse...ossidando. Lacrime ben più copiose del sangue andarono a mischiarsi con il liquido plasmatico, assumendo diverse sfumature di rosso. Il sole era ben alto nel cielo e l'intera zona era illuminata. Chiunque fosse passato di lì, ma dubito che qualcuno l'avrebbe fatto se non Shaka e Makoto, avrebbe potuto leggere la sofferenza e la disperazione nel volto di Jin, che nel frattempo si era accasciato al suolo, con lo sguardo sempre rivolto verso il proprio figlio, colui ripudiato in età infantile e ricercato dopo troppo, troppo tempo. Il suo tempo stava per scadere, ma sarebbe morto felice.

    M...Makoto... bastardo...conosco fin trop- *cough*-po bene... il tuo clan... Mi stai...facendo marcire dall'interno...vero...? S-Shaka... mi dispiace... ti ho sempre voluto bene... non rinnegare mai il tuo clan, onoralo sempre e comunque... fottitene di quei monaci... non sono altro che dei...codardi...

    ...

    Ti voglio... bene.

    Esalando l'ultimo respiro, con lui una densa nube di fumo sarebbe uscita dalla bocca. Fluttuava nell'etere, aspettava solo che l'intera coscienza si riprendesse prima di ricomporre il proprio corpo in carne ed ossa. Umani. Nessun ritegno, nessun rancore. L'impassibilità fatta uomo. Makoto Iburu aveva appena ammazzato il padre di Shaka Kurama. Dopotutto, non era altro che un traditore del monastero. Le cose sarebbero dovute andare così in qualsiasi modo.

    Bene, direi che possiamo tornare a casa. O no, Shaka?


    E qui iniziamo a divertirci. Per favore, fai un post un pochino più decoroso di quello di prima, descrivi il tutto e fai emergere le sensazioni di Shaka. Poi puoi attaccare direttamente Makoto. Il risultato di tutto questo dipende solo da te Roy! :rosa:
     
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    "Siamo pronti"... un'espressione così tanto usata ma allo stesso modo priva di senso, infondo nella vita non si poteva mai essere davvero pronti ad affrontare ciò che l'ignoto ha in serbo per noi. Il futuro è qualcosa di tanto vicino a noi ma allo stesso tempo così lontano, certo possiamo avere il controllo delle nostre azioni ma sono molte di più le cose di cui quel controllo ci sfugge. Non vi è alcun modo di agire sulla realtà per farla andare sempre come noi vorremmo. Solo Buddha ha conoscenza e potere sul destino, ciò che accadde quel giorno fu la goccia finale che mi portò ad una consapevolezza superiore.

    Perché mai dovresti tenere gli occhi aperti, figlio mio?

    Da quella semplice frase nacque la goccia, o forse era meglio dire il fiume in piena, che mandò in frantumi le ultime catene che mi tenevano legato ad un mondo schiavo di se stesso. Un uomo privato della sua voglia di vivere, cosparso dei segni inequivocabili del duro lavoro, prostrato ai miei piedi in cerca di perdono e redenzione; era questa la persona che avevo davanti e non lo spietato e terribile criminale che mi aspettavo. Mi osservava intensamente, come perso nei miei occhi, ed io non potei che cadere a mia volta nello sconfinato mondo carico di risentimento che viveva ben palpabile all'interno dei suoi.

    S...Shaka... perdonami... non volevo farti del male...

    Fin dal primo momento in cui vidi quella figura capii chi era, non so ben definire cosa me ne diede la certezza ma dentro di me seppi subito che quell'uomo era mio padre e che il segno tanto atteso da Buddha si sarebbe manifestato tramite lui. Alcune domande stavano finalmente trovando risposta nella mia mente ma molte altre stavano prendendo il loro posto.

    Mio... padre... Buddha... è per lui che mi hai inviato qui? Per ricongiungermi a lui?

    Non mi ero mai dato molti interrogativi su chi fossi e da dovi venissi, grato ai monaci per avermi cresciuto vivevo la mia vita nella luce di Buddha senza pormi il problema. Ma ora tutto cambiava, mio padre avrebbe fatto parte del mio futuro o almeno quella era la prima cosa che pensai. Fu proprio in concomitanza di quel pensiero che ebbe inizio la scena che mi avrebbe sconvolto. Quell'uomo, mio padre, in preda all'agonia, sputava sangue e lentamente si spegneva in preda a quelle che sembravano essere sofferenze indicibili. Le sue mani mi avevano avvolto i fianchi amorevolmente ma quell'abbraccio fu spezzato da qualcosa che non identificai subito, la mia mente era inondata da miliardi di quesiti, domande, risposte, pezzi che man mano si incastravano per formare un puzzle più grande.

    Padre cosa succede?

    Volevo gridarlo, ma le mie labbra non si mossero, lo vedevo soffrire davanti a me, accasciarsi al suolo in fin di vita, ma quegli occhi che restavano fissi verso i miei bloccavano ogni mio muscolo, tenevano a freno ogni mia volontà.

    M...Makoto... bastardo...conosco fin trop- *cough*-po bene... il tuo clan... Mi stai...facendo marcire dall'interno...vero...? S-Shaka... mi dispiace... ti ho sempre voluto bene... non rinnegare mai il tuo clan, onoralo sempre e comunque... fottitene di quei monaci... non sono altro che dei...codardi...


    La voce tremante di mio padre giunse chiara alle mie orecchie, Makoto, era lui che lo stava uccidendo. Tutti quei pensieri mi avevano fatto completamente dimenticare che non ero li da solo e che per il monastero quell'uomo era una grave minaccia.

    NO NO NO...

    Quella sillaba si ripeteva all'infinito nella mia mente come se un mio pensiero potesse cambiare ciò che stava accadendo, mi sembrava quasi di poter provare io stesso quel dolore atroce seppur mi resi conto che andava oltre la mia immaginazione.

    Cosa sto facendo? Perchè non mi muovo? In questo giorno ho ritrovato mio padre, non può essere anche il giorno in cui lo perdo nuovamente...

    Come poco prima, esattamente al termine di quel mio pensiero un'ultima frase venne proferita dalla bocca di quell'uomo.

    Ti voglio... bene.

    Quell'ultima parola fu talmente flebile che a stento la compresi, era successo, mio padre era morto, ucciso da Makoto per conto del monastero. Nel momento esatto in cui l'uomo davanti a me esalò quell'ultimo respiro, tutto dentro di me andò in frantumi, mi sentii spezzare l'anima ed un furore inimmaginabile mi attraversò.

    Padre... Perchè? Ora che vi avevo ritrovato? Makoto maledetto bastardo...

    Stavo agire in modo totalmente sconsiderato, volevo semplicemente aggredirlo e fargli sputare sangue fino alla fine, fargli provare le stesse sofferenze che lui aveva riservato a mio padre, ma non lo feci. Venni salvato proprio da quell'uomo ormai privo di vita, volli osservarlo un'ultima volta e nel suo volto non lessi sofferenza o tristezza. Era felice, felice di aver potuto ritrovare suo figlio prima andare via per sempre da quell'inferno chiamato mondo. Quella consapevolezza che si insinuò dentro di me sembrò ricostruire, pezzo dopo pezzo, l'essenza del mio essere. Lentamente chiusi gli occhi e, come se il tempo intorno a me si fosse bloccato, ritrovai l'ordine nei miei pensieri.

    Devo stare calmo... Aveva ragione mio padre... Sono tutti un branco di luridi bugiardi...

    In quel momento non potei fare a meno di ottenere un'altra certezza, ero stato usato!

    Ora capisco perchè non mi hanno voluto dare nessuna informazione, mi hanno usato per distrarre mio padre... Se non fossi stato qui e lui avesse combattuto forse sarebbe andata diversamente...

    In quel momento i miei occhi si spalancarono ma il mio cosiddetto compagno non poteva vederli stando pochi metri alle mie spalle

    Bene, direi che possiamo tornare a casa. O no, Shaka?

    Oh Makoto, per me è ancora presto per tornare... Ma fidati che un giorno lo farò... Ma questo non vale per te... Tu resterai qui con mio padre...

    Quel pensiero mi condusse in uno stato di tranquillità assoluta, in quel momento non provavo nulla, ero freddo e distaccato. Per la via che stavo intraprendendo le emozioni dovevano essere tenute a bada, almeno quando dovevo agire in quel modo. Non potevo avere ripensamenti o esitazioni nel momento cruciale. Non diedi alcuna risposta a quella domanda, mi limitai a comporre un singolo sigillo davanti a me e quindi celato alla vista di quel bastardo: Tigre. Attivai il mio chakra espandendolo in tutta l'area circostante nel tentativo di rilasciare la Tecnica del Viaggio nell'Oscurità, non so se Makoto si aspettasse o no una reazione del genere ma speravo comunque di poterlo prendere di sorpresa. Feci un rapido segno a Virgo per indirizzarlo contro il nostro nuovo bersaglio e lui, senza perdere tempo, tentò un approccio zannuto verso il lato sinistro del collo cercando di far penetrare ben in profondità i suoi denti aguzzi. Anche io avrei continuato a darmi da fare tentando un approccio "conclusivo", concentrai il chara nella mia mano destra in modo da cercare di creare una lama ben affilata e con quella avrei provato a trafiggere Makoto alla gola, pochi centimetri più al centro del morso di Virgo che avrebbe nel frattempo provato ad infierire ad oltranza sulle carni di quel bastardo.

    Oggi morirai anche tu!

    Azioni:
    Tecnica del Viaggio nell'Oscurità -35
    Spada di Chakra: Grande Taglio Incrociato alla gola -18

    Resistenza 200
    Stamina 197

    Azioni Virgo:
    Morso al collo x4

    Resistenza 146
     
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    Buio. Non v'era altro che buio totale agli occhi dell'assassino. I suoi occhi erano aperti, certamente, ma sembrava che la vista gli fosse stata portata via da chissà quale elemento secondario. Sarebbe dovuto morire, stando alle parole del Kurama. La sua tecnica, quel padroneggio affabile del Genjutsu, era però un'arma a doppio taglio. Da un lato i colpi di Virgo andarono a segno, lasciando segni tangenti sul collo di Makoto, tuttavia tale spada di puro chakra non lasciò altro che un solco nell'etere, fendendone i legami invisibili ad occhio umano grazie ad una semplice tecnica Doton, il Pesce Sotterraneo. La distanza tra i due era minima, tuttavia v'era una cosa che Shaka aveva dimenticato di tenere ben a mente: la caparbietà del rivale monaco. La sfortuna volle che il suo udito era più sviluppato della norma, al che, ad ogni movimento o di Virgo o di Shaka, una mappa dettagliata dello spazio circostante poteva apparire nell'oblio oscuro in cui si trovava. Cilecca, purtroppo.

    Ah, caro il mio Shaka... mi sa che adesso, tu, morirai. Non io. E seguirai tuo padre, quel bastardo che ha ucciso i miei genitori. E' una vendetta, sì. E l'ho architettata altrettanto bene. Buddha, questa volta, non ti salverà. Doton: Retsudo Tenshou.

    Sbucò fuori a circa cinque metri dalla sua posizione originale, ancora conscio del fatto di essere in superiorità, pregno d'orgoglio e di superbia, l'Iburi iniziò a caricare un'imponente massa di chakra all'interno del proprio palmo della mano destra. Ne sentiva il calore, ribolliva il sangue nelle sue vene. Abbassandosi a terra avrebbe rilasciato il chakra nel terreno rilasciando onde d'urto pazzesche. Vibrava tutto, l'aria, il suolo, gli organi. Anche il corpo dell'ormai defunto padre di Shaka vibrava senza controllo. Una spaccatura nel terreno profonda 5 metri si aprì ai piedi del Kurama ed addirittura inghiottì il suo cane. Dall'alto avrebbe potuto sentire una risata malefica, frutto dell'opera di Makoto.

    AHAHAHAHAHAHAHA. BASTARDO. Difenditi da questo, ora. MUORI! DOTON: DORO HOSHI!

    Impose il proprio controllo sul suo sistema circolatorio del chakra servendosi del sigillo del Serpente. Dalla propria posizione, un'immensa fanghiglia avrebbe lentamente solcato lo spazio creatosi tra lui e la voragine. Sempre più velocemente, sfruttando anche il dislivello creatosi, il fango avrebbe cercato di sommergere i corpi sia di Shaka che di Virgo, lasciandone libere solo le teste. Forse non v'era modo di difendersi ma, tuttavia, era quello lo scopo a cui il monaco - traditore ormai - mirava.


    Allora, ti dico una cosa: Makoto ha poca resistenza ma tanta stamina, quindi fa bene i calcoli. La situazione penso sia chiara, ti è andata male per il Taglio Incrociato (Coi calcoli arrivi a 124 in riuscita, considera che Makoto ha statistiche da Chuunin). Tuttavia i morsi di Virgo hanno fatto 50 danni, causando anche del sanguinamento. Per certi versi ti è andata bene, per altri male. Comunque bel post, bravo Roy! Tocca a te difenderti adesso :sisi: Ah, dimenticavo, non hai preso danni per il palmo sismico in quanto era un'azione di supporto per creare la frattura!
     
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    L'offensiva funzionò solo in parte, il silenzioso Virgo riuscì nel suo intento e lasciò dei bei segni sulla gola di quel bastardo ma io non ebbi la stessa soddisfazione. Evidentemente Makoto era in grado di percepirmi in qualche modo.

    Beh meglio così... Sarebbe stato noioso ucciderti subito... Soffrirai come hai fatto soffrire mio padre...

    Mi ripetei in mentre mentre lo osservavo fare qualcosa di strano con un palmo al suolo

    Ah, caro il mio Shaka... mi sa che adesso, tu, morirai. Non io. E seguirai tuo padre, quel bastardo che ha ucciso i miei genitori. E' una vendetta, sì. E l'ho architettata altrettanto bene. Buddha, questa volta, non ti salverà. Doton: Retsudo Tenshou.

    Quello shinobi non si trovava privato solo della vista intesa come uno dei sensi principali, era completamente accecato anche dalla vendetta. Il suo orgoglio e la sua superbia sarebbero stati i suoi biglietti di sola andata per l'inferno. Seppur sotto di me si aprì una voragine che mi inghiottì, mantenni la calma e, con al mio fianco Virgo, anch'esso imprigionato, mi apprestai ad una soluzione drastica che non solo mi portasse fuori di li, ma mi mettesse anche in una situazione di vantaggio.

    AHAHAHAHAHAHAHA. BASTARDO. Difenditi da questo, ora. MUORI! DOTON: DORO HOSHI!

    Fu così che mentre Makoto perdeva tempo a ridere ed insultarmi, io mi preparai a tentare la tecnica del richiamo.

    Kuchiyose - Rashoumon

    Mentre componevo i sigilli e posizionavo i palmi a terra feci segno a Virgo di porsi esattamente di fianco a me, tentai quindi di evocare il possente Rashoumon ma questa volta non per la sua solita funzione difensiva intesa come bloccaggio, bensì per innalzare me e Virgo al di fuori della voragine evitando il pericolo di restare sommersi da quel fango che lentamente iniziava a riempire quello spazio. L'assordante rumore della sua comparsa, unito al continuo riecchegiare delle catene che lo circondano avrebbero fatto da Requiem per l'Iburu. Se vi fossi riuscito, sarei rimasto sulla vetta della mia creazione mentre Virgo avrebbe eseguito un silenzioso balzo per posizionarsi alle spalle del nemico in attesa del momento propizio per attaccare. La voragine da cui si sarebbe destato il cancello degli inferi sarebbe finita in frantumi come la zona rocciosa circostante lasciando il giusto spazio al possente colosso.



    Azioni:
    Mantenimento Viaggio nell'oscurità -20
    Rahoumon -80

    Resistenza 200
    Stamina 97

    Azioni Virgo:
    Balzo per aggirera Makoto -1

    Resistenza
    145


    Edited by Roy90 - 28/12/2017, 18:36
     
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    È quasi finito il tuo post sta tranquillo, ho avuto dei problemi e non sono stato tanto al pc.
     
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    La porta d'acciaio gigantesca non fece altro che bloccare il flusso di terra smossa verso i due compagini. Lo guardava dal basso verso l'altro e non fece altro che ridere, sganasciarsi dalle risate fino a quasi sputare le budella. Il desiderio di vendetta nei confronti del Kurama sopraffava ogni cazzo di emozione, ogni pensiero razionale era messo da parte e questo poteva essere uno spiraglio per il monaco, una boccata d'aria che portava nient'altro che speranza. Il rumore ridondante delle catene che si levavano nell'aria ad ogni centimetro macinato dal Rashoumon venne accompagnato dallo schiocco delle sue dita. Seppur in ritardo di millisecondi, sembrava divertirsi. In più la vista l'aveva ritrovato, finalmente aveva riacquistato la possibilità di vedere il proprio avversario morire per mano sua e, finalmente, riportare pace ai propri parenti morti.

    MUAHAHAHA, KURAMA. SEI DESTINATO A MORIRE, SEI DESTINATO AD ESSERE UN EMARGINATO PER L'ETERNITA'!

    GiganticRedElephantbeetle-size_restricted



    Trasformatosi in fumo, iniziò a volteggiare nell'etere, per poi seguire una corrente ascensionale ed infiltrarsi nella bocca di Shaka. Il suo jutsu prediletto, utilizzato per uccidere il padre del biondo, la Tecnica della Possessione Fumosa. Rideva, ancora, mentre osservava il mondo da quegli occhi tanto odiati e bramati. Era la fine di Shaka?


    Bene, Makoto è dentro di te. Se non ti liberi entro due turni sei morto. Trova un modo di riprendere possesso del tuo corpo, da questo dipenderà l'esito della Story Mode.
     
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    Le cose non andarono esattamente come volevo ma quantomeno arrestai il flusso di fango. Makoto nel frattempo iniziò a perdersi in una risata incontrollata e frenetica, sembrava completamente impazzito, come se la follia si fosse completamente impadronito di lui. Che quello fosse il primo segno della sua fine?

    Non devo perdere questa occasione, se resta in questo stato posso sfruttarlo a mio vantaggio…

    In quello stesso istante accade qualcosa che non mi sarei aspettato, mi stava guardando, quel bastardo aveva trovato un modo per aggirare il mio Genjutsu. Ma il tornare a vedere non lo avrebbe salvato da ciò che avevo intenzione di fare.

    MUAHAHAHA, KURAMA. SEI DESTINATO A MORIRE, SEI DESTINATO AD ESSERE UN EMARGINATO PER L'ETERNITA'!

    Le farneticazione di Makoto proseguirono in preda alla sua follia ma io mi mostrai freddo e pronto ad ogni sua mossa avventata.

    Certo che sono destinato a morire Makoto… Tutti lo siamo… Ma il mio giorno non è oggi! Questo è riservato a te!

    Improvvisamente la sagoma ben delineata del mio ex compagno iniziò a perdere di consistenza fino a restare nulla più di un agglomerato di fumo, in quella forma volteggiò più volte nell’aria per poi iniziare a muoversi verso di me.

    Vuole uccidermi nello stesso modo di mio padre?! Non ti sarà facile come con lui! Vieni!

    Tentai di evitare quel fumo ma si spostava troppo velocemente, in pochi istanti aveva già avvolto la mia faccia e volente o nolente mi ritrovai a respiralo. Iniziai subito a pensare a qualche modo per liberarmi di quel parassita quando qualcosa mi sorprese, era diverso da ciò che aveva fatto a mio padre, non potevo muovermi.

    Mi sta controllando… Il mio corpo non risponde…

    Quell’inconveniente mi colse alla sprovvista, che dietro quella parvenza di follia ci fosse un piano ben organizzato? No, non poteva essere una messa in scena. Che non potesse usare nuovamente quel tipo di jutsu?

    Mio padre si muoveva e parlava liberamente… Così in preda alla follia dovrebbe fare tutto il possibile per uccidermi subito… Non posso che dedurre una sua impossibilità nel praticare nuovamente quel colpo letale… Beh meglio per me…

    Tranquillizzato da quella probabilità evitai comunque di rilassarmi troppo, ero pur sempre sotto il suo controllo e dovevo fare qualcosa, la chiave di tutto poteva essere proprio capire il perché di quella differenza.

    Mmh… Che sia…

    Un’illuminazione mi balenò per la testa…

    Una possibilità potrebbe essere il non avere più abbastanza energie, ma non mi sembra questo il caso… Allora… Che subisca anche lui dolore dai danni che provoca in quello stato? Ora tutto quadra… Degno del parassita quale è…

    Il piano che si stava delineando nella mia mente era pericoloso e basato su mere ipotesi, ma era l’unico che avevo. Per di più, se avevo ragione, avrei sconfitto quell’essere infimo sul suo territorio e questa era di certo una soddisfazione non da poco. Senza perdere altro tempo concentrai il mio chakra e cercai di rilasciarlo nella zona in cui ci trovavamo. Il mio obbiettivo era Virgo, purtroppo non mi era possibile comunicare con lui avendo perso il controllo del mio corpo e quindi avrei dovuto usare un metodo alternativo per dirgli cosa fare. Se fossi riuscito nel mio intento, avrei creato un Falso Ambiente: lentamente i rabbiosi occhi del mio Rashomoon sarebbero svaniti ed avrebbe preso forma una sconfinata distesa verde sovrastata da un immenso cielo stellato, unici invasori di quel panorama due alberi gemelli contornati da un incessante vorticare di petali di ciliegio.

    hqdefault

    Proprio quei petali avrebbero raggiunto Virgo e dinnanzi a lui avrebbero composto delle lettere nell’aria fino a formare una semplice parola: ATTACCAMI! A quel punto il mondo da me creato sarebbe svanito rompendosi in mille pezzi e facendo riapparire la realtà così com’era.

    Non temere Virgo… Fa ciò che devi come anche io sto per farlo!

    Sperando che il mio fedele compagno avesse recepito l’ordine e tentasse di attaccarmi azzannandomi al braccio senza fermarsi, io lo avrei assistito come potevo. Tentai infatti di fare in modo che il mio corpo non si muovesse nemmeno secondo la volontà del mio invasore.

    Se non posso controllare io il mio corpo… Non lo farai nemmeno tu!

    Sfruttando l’abilità derivante dal mio sangue, dal sangue dei nobili Kurama, tentai di focalizzare sulla zona in cui mi trovavo il potere di uno dei mie più avanzati Genjutsu, quello paralizzante. Se fossi riuscito a rilasciarlo su me stesso, il mio corpo sarebbe diventato una vera e propria gabbia per l’assassino di mio padre. A questo punto toccava a me dire la mia. Feci ricorso al massimo della mia concentrazione e tentai di evocare alle mie spalle il sacro potere concessomi da Buddha, la sua stessa personificazione sarebbe venuta in mio soccorso, celata alla mia vista ma non al mio controllo.



    Se vi fossi riuscito, due delle possenti mani del Dio si sarebbero mosse all’unisono in una potente combinazione atta a schiacciare me al loro interno.

    Esci dal mio corpo maledetto bastardo!

    Azioni:
    Falso ambiente -10
    Genjutsu paralizzante -35
    Evocazione Dono dei Saggi -35 ( dovrebbe essere un'azione gratuita in termini di slot)
    Attacco con il Buddha X2 ( come descritto nel post intendo quell'azione come due colpi distinti che impattano con Shaka al centro)

    Resistenza 200
    Stamina 17

    Azioni Virgo:
    Morso al braccio X4 -4

    Resistenza 142 ( ho recuperato il punto speso per il balzo non avvenuto al turno precedente )


    Edited by Roy90 - 8/1/2018, 02:13
     
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    D'improvviso il cielo si squarciò. Un rombo di tuono, un fragore che piombò sul terreno direttamente dall'atmosfera e si diramò nell'aria creando un gioco di luci che avrebbero lasciato chiunque a bocca aperta. Il cane di Shaka, Virgo, aveva ancora i suoi denti conficcati nel braccio del proprio padrone. Evidentemente la strategia attuata dal biondo era andata a buon fine, dato che ad ogni morso subito sulle proprie carni esso si rifletteva esattamente sul "corpo" dell'assassino. Sentiva i denti lacerare i tessuti delle braccia. Il Kurama aveva espiato le proprie colpe flagellando il proprio corpo, cercando di trasmetterne il dolore provato, sofferto, che tanto causò agonia in quel momento, all'Iburi. Le due mani di Buddha schiacciarono il corpo e il cane, che per sfortuna non riuscì a scansare con velocità il colpo del protettore di Shaka. Il suo corpo segnato da lividi cadde a terra, mentre la pioggia iniziava a solcare l'etere. Sembrava una scena fatta apposta: l'espiazione dei peccati e la punizione di un peccatore. Sfortunatamente, però, Makoto era ancora in vita. Sentiva la presenza del demone all'interno di Shaka e, spaventato a morte oltre che in fin di vita, decise di uscire dalla bocca del Kurama sempre sotto forma di fumo. Il suo corpo si ricompose pragmatico dalla testa ai piedi. Infine, con un sorriso in volto, si inginocchiò. Guardava il corpo simil esanime del proprio nemico, a terra. Giaceva e si compiaceva di ciò che aveva fatto. Era riuscito a sconfiggere padre e figlio nello stesso giorno, a distanza di minuti. Aveva compiuto la sua vendetta. O forse no?

    Anf... aahhhhh.

    Prese quanta più aria possibile, alzò gli occhi al cielo. Il suo volto si illuminò grazie ad una prima fioca luce dal basso, poi sempre più intensa. Color vermiglio. Delle fiamme stavano ricoprendo la mano, anzi, l'intero braccio di Makoto. Non stava bruciando, no. Stava per infliggere il colpo finale a Shaka. Stava per porre fine alla sua esistenza. Alzato il braccio al cielo, teso verso le nubi incombenti sull'intera zona, iniziò a pregare.

    Dio, perdonami, per ciò che faccio. Dio, perdona l'anima impura di Shaka Kurama. Dio, perdona i miei peccati ed abbi misericordia della mia anima quando arriverà il giorno. Infondimi la forza per porre fine alla vita di questo giovane peccatore. Katon, Tenrō Kaken!

    Si avvicinò carponi al corpo di Shaka che, nel frattempo, stava ricominciando a prendere conoscenza. Abbassatosi, sempre con la lama di fuoco che ormai ardeva e bruciava la steppa attorno a se, cercò di trafiggere il cranio del Kurama. Era quasi arrivata la fine, per uno dei due.


    Prendi 120 danni, Virgo ne prende 65, devi assolutamente difenderti da questo colpo o vai K.O. con conseguente morte. Siamo alle battute finali, ma adesso voglio veramente il meglio di te Roy. Stupiscimi.
     
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    In quel funesto giorno il clima sembrava voler fare da cornice perfetta a ciò che stava accadendo. Come se se il mio stesso animo si riflettesse prepotentemente su ciò che mi circondava. Insieme a quel possente rombo, dall'essenza stessa del mio essere scaturì devastante un fragoroso urlò che squarciò il cielo.

    AHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!

    Non era un grido di dolore per quanto in quel momento ne stessi provando. Ogni singola particella del mio essere era concentrata su ciò che stavo facendo e non su ciò che stavo subendo. Le laceranti fauci di Virgo, le possenti mani di Buddha, questi furono gli strumenti di cui mi avvalei per dare il via a ciò che a breve avrei portato a termine; strumenti tanto potenti da farmi addirittura perdere i sensi per qualche istante. Il tempo era come congelato per la mia mente che, viva più che mai, sembrò distaccarsi dal suo corpo terreno fino a librarsi alta su ciò che stava accadendo. Tutt'ora non so dire se quello sia stato un semplice sogno o un evento reale, tant'è che vidi me stesso al suolo: i lunghi capelli, increspati dalla dura battaglia, coprivano rozzamente il mio viso livido e parte del mio corpo mentre, poco distante da me, Virgo tentava di tirarsi su affannosamente. Ricordo come fosse ieri tutti i mille e più interrogativi che mi posi, pensai addirittura di essere morto e che come spirito stavo abbandonando il mondo materiali per raggiungere quello spirituale. Giunse però alle mie orecchie una voce calda e rinvigorente che mi riportò alla concentrazione spazzando via gli affanni in cui il mio pensiero mi stava lascando naufragare.

    Shaka... Shaka... Non lasciare che i dubbi offuschino il tuo pensiero... Non è ancora tempo per te di lasciare questo mondo... Ricorda il compito che ti ho assegnato...

    Librando pochi metri sopra il mio corpo mi voltai rivolgendo lo sguardo al cielo nero, fu così che venni avvolto da una luce pura ed abbagliante.

    Segui la via su cui ti ho condotto... Vivi per il futuro... Ma non dimenticare mai il passato!!!

    Dopo quelle parole la luce iniziò ad affievolirsi mentre il mio spirito veniva spinto da una forza invisibile verso il corpo a cui apparteneva fino a riempirlo nuovamente. Buddha era intervenuto in mio sostegno ed aveva innescato un processo nei miei pensieri che mi portò a rivedere davanti a me ogni istante della mia vita come in un film mandato avanti velocemente. Una scena però sembrò focalizzarsi, avevo da poco superato l'esame per diventare Genin ed il mio maestro si stava congratulando con me per il brillante risultato.

    Bravissimo Shaka... Ero certo che ce l'avresti fatta... E come da tradizione ecco a te due regali che ti aiuteranno nella tua radiosa carriera...

    Mi stava porgendo due oggetti e, ringraziandolo da più profondo del mio cuore, li accettai ponendoli con cure nel mio borsello porta oggetti. Uno dei due lo avevo sfruttato alcuni mesi prima, ma il secondo era ancora lì al mio fianco, perfetto per la situazione in cui mi trovavo.

    Maestro... Grazie...

    Con quel pensiero la mia coscienza tornò alla realtà nuda e cruda del mondo terreno, l'adrenalina schizzava ancora dentro di me e la mia mano era già nel borsello decisa a tenere saldamente tra le dita quella tanto piccola quanto importante pillola.

    Non devo perdere un solo istante...

    Estrassi il tonico coagulante mentre il mio sguardo indagatore cercava di individuare il mio nemico, lo vidi proprio mentre tentavo di insinuare la pillola nella mia bocca. Il mio piano aveva funzionato, non era stato decisivo ma di certo aveva lasciato i suoi effetti, Makoto avanzava verso di me ma lo faceva barcollante ed in ginocchio. Da cielo iniziavano a cadere scrosci di pioggia mentre le parole di quel bastardo giungevano alle mie orecchie.

    Dio, perdonami, per ciò che faccio. Dio, perdona l'anima impura di Shaka Kurama. Dio, perdona i miei peccati ed abbi misericordia della mia anima quando arriverà il giorno. Infondimi la forza per porre fine alla vita di questo giovane peccatore. Katon, Tenrō Kaken!

    Il braccio dell'Iburi iniziò ad ardere di fiamme intense mentre il mio corpo avrebbe iniziato ad assimilare gli effetti del tonico, se fossi riuscito ad ingerilo.

    Non invocare Dio... Buddha guida la mia mano... Non c'è luce per te ma solo l'oblio più profondo!!!

    Si, era Buddha a guidarmi anche in questo ultimo tentativo di avere la meglio sul bastardo che aveva trucidato mio padre ed ora cercava di incenerire me. Il mio Dio aveva lasciato scendere su di noi quella pioggia per un motivo, mi stava indicando che tipo di approccio utilizzare ed io avrei seguito la sua indicazione. Concentrai il mio chakra Suiton con la giusta attenzione fino a che non fosse giunto il momento più propizio per rilasciarlo, avrei infatti tentato di rilasciare una possente onda su larga scala che avrebbe scacciato il mio aggressore estinguendo quelle malefiche fiamme che attentavano alla mia vita. In quella circostanza la pioggia, che dal cielo sgorgava per giungere in mio aiuto, sarebbe stata determinante per la mia salvezza. In tutto ciò Virgo stava scuotendo il suo pelo bagnato dalla pioggia e si avvicinava alla mia posizione fermandosi pochi passi alla mia destra preparandosi a insinuare nuovamente le sue zanne nelle carni di quell'uomo infido, sarebbe stato infatti lui la mia speranza di salvezza in caso Makoto fosse stato ancora in grado di combattere. Le mie energie erano agli sgoccioli, iniziavo a sentirmi debole ed affaticato ed a stento riuscivo a tirarmi su.

    Azioni:
    Assunzione Tonico coagulante
    Violenta onda acquatica -15

    Stamina 2
    Resistenza 80 >>> (+150) 200

    Azioni Virgo:
    Spostamento di fianco a Shaka

    Resistenza 77


    L'assunzione del tonico è un supporto che non va in riuscita giusto? Dovrebbe essere tutto in regola ma in caso mi sbagli, l'azione principale è la difesa con la violenta onda acquatica :asd:
     
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    Gli ultimi attimi di vita di Makoto furono terrorizzanti. Un meticoloso viaggio interiore, degli strani flashback che raffiguravano il suo passato, da quella carotide sgozzata, il sangue che sgorgava dal corpo martoriato del padre, l'urlo di dolore che fece sobbalzare un'ultima volta il cuore di sua madre. Un vorticare di emozioni. Ma lui non voleva morire. Non voleva, doveva compiere la propria vendetta. Fu tutto ciò che bastò. Invocare Buddha, il fare appello alla propria voglia di vivere, di lasciare un segno. Il tonico permise a Shaka di rinvigorirsi quanto basta per poter sfoggiare l'ultima difesa, una Mizurappa che andò a colpire in pieno petto Makoto, sbalzandolo a terra, con la faccia che assaggiava il terriccio. Si poteva benissimo vedere spegnersi quella fiamma che era la vita vera e propria, l'essenza più ricercata. Una graduale sfumatura di rosso che via via scemava verso il nulla era poco visibile sul braccio di Makoto, il chakra non circolava così come il cuore, oramai, non pompava più il sangue ad ogni tessuto del suo corpo. La pioggia si fece più intensa e scandiva il tempo con battiti che facevano da base al respiro di Shaka e Virgo che pareva a momenti sincronizzato, quasi ci fosse una sorta di connessione tra di loro. Lui li osservava, mentre le palpebre si chiudevano da sole per l'ultima volta. Se non vi fosse stata la pioggia si sarebbe potuto sentire un ultimo soffio di vita uscire dalla sua bocca, una sola, semplicissima parola. Shaka. Si spense così, mentre la consapevolezza dell'aver infranto le sacre leggi del monastero e, in aggiunta, l'aver ucciso un uomo raggiungeva le profondità dell'animo del Kurama. Da lì in poi avrebbe preso in mano la propria vita, non sarebbe stato succube di regola alcuna. Avrebbe avuto libero arbitrio su qualsiasi cosa. Dicono che sono le responsabilità a rendere un uomo grande; ed è proprio questo il concetto che avrebbe dovuto assimilare il biondo, per poter sopravvivere alla dura lex della sopravvivenza. Il pomeriggio si macchiò di rosso sangue, mentre cominciava una nuova vita per Shaka Kurama, ex monaco e Shinobi di Konohagure no Sato.

    Bene, finito. Sei stato bravo, per questo ti prendi exp da missione B: (32+35)x2=134.

    In più ti prendi 3000 ryo di taglia, il titolo di Mukenin D, 100 punti parametrici da smistare. Penso sia tutto.

    Comunque, un consiglio per il futuro: quando fai un evento speciale come può essere la Story Mode piuttosto che una Missione difficile o altro, impegnati di più, descrivi di più. Sei partito maluccio, ma poi ti sei ripreso pian piano. Sei stato coerente con il PG e per questo ho deciso di premiarti.

    Aspetto exp anche io poi chiudo.
     
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