L'altra faccia della medaglia

x Zend

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    Colui che è e si spera sarà

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    Kiri in quei giorni veniva quasi considerata il centro del mondo, le persone più potenti del continente infatti soggiornavano in quel villaggio storico e dopo aver sottoscritto un alleanza fondamentale per la pace globale, facevano ora spettatori degli esami Chunin, dove Genin provenienti da tutte le terre conosciute si sfidavano per dimostrarsi meritevoli di riceve il giubbotto e poter cominciare a fare sul serio. Ma questo già si sapeva no? Due prove erano passate, una più particolare dell'altra e tutti i presenti, sia pubblico che partecipanti,erano stati messi di fronte a prove stimolanti, non banali e si poteva dire che nessuno era rimasto deluso...beh forse quasi nessuno: non tutti i Genin infatti si erano dimostrati pronti a quel grande passo e chi più chi meno avevano dovuto far fronte a difficoltà notevoli e molti non ce l'avevano fatta, finendo per fare un giro nell'ottimo ospedale di Kiri, un villaggio all'avanguardia in materia di sanità. C'era forse da stupirsi? Fin dall'antichità il primo rimedio contro le ferite era stata da sempre la semplice acqua ed ora agli albori della civiltà umana i più grandi manipolatori di suiton combinavano questo stupendo elemento con le loro conoscenze mediche per salvare vite e lenire ferite. Quando perciò i Jonin prelevarono Zend e Nishnoya dal campo di battaglia della seconda prova, non avevano dubbi su dove avrebbero portato i due ragazzi, soprattutto il suniano che presentava delle serie bruciature in grande parte del corpo. Il viaggio verso l'ospedale fu breve e senza complicazioni, in fondo tutto lo staff che gestiva il torneo aveva previsto incidenti del genere e aveva preparato dei percorsi sicuri nella città per non rallentare eventuali soccorsi, una sicurezza maggiore per quei ragazzi che mettevano tutto loro stessi in una prova così importante. Arrivati davanti alla struttura i due ninja esperti consegnarono i due feriti nelle sapienti mani dei medici: quello con il ciuffo arancione sarebbe stato rilasciato quasi subito viste le poche ferite riportate, mentre l'altro sarebbe stato portato urgentemente in una saletta apposita, in modo che potesse ricevere subito delle cure. Zend svenuto per tutto il tempo e fu un bene per lui, sia per il lancinante dolore che le bruciature gli avrebbero sicuramente provocato, sia perché così ha potuto celare il suo "cambiamento", non tutti sarebbero stati contenti di curare un' Uchiha e quasi sicuramente sarebbe stato messo sotto osservazione visto l'astio che tutti avevano per quell'antico e temuto clan. Non appena il Suninano riaprì gli occhi si ritrovò in una bianca stanza da ospedale, munita di lettino su cui era stato adagiato, una scrivania posta in un angolo e una finestra che dava sulla sottostante via cittadina; affianco a lui c'erano un uomo sulla quaratina, capelli corti bianchi e un fisico alto e asciutto che stava leggendo una cartella con sguardo pensieroso, portava un camice bianco con una targhetta che recita " Dottor Sam Andrews". Non appena si rese conto che il suo paziente si era risvegliato, il dottore terminò la sua attività e risolve il suo sorriso e i suoi occhi verdi al suniano:

    "Ben svegliato! Dovevi aver preso una bella botta, quando ti hanno portato qui eri già svenuto. Come ti senti? Ti va di dirmi come ti chiami e cosa ti è successo?"

    L'uomo parlò con una voce calda e serena, il solo sentirlo metteva tranquillità e calma; mentre era intento a parlare al giovane portò una mano alla tasca destra del suo camice e vi tirò fuori degli occhiali dalla montatura leggera che mise davanti agli occhi per poter continuare ad osservare il ragazzo mentre attendeva la sua risposta.

    Zend Ecco a te :rosa: So che essendo svenuto prima di arrivare in infermeria non hai tantissimo da scrivere, ma in ogni caso sono convinto che farai un buon post :)
     
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    Ero avvolto dall'oscurità più nera in quel luogo a me sconosciuto, nessuno accanto a me per accompagnarmi in quel viaggio pericoloso. Quale fosse il motivo per cui mi trovavo lì mi era ignoto così come il modo con cui lo raggiunsi. Non ricordavo nulla, nemmeno gli eventi capitati qualche ora prima. L'unica certezza che avevo era quella di camminare ed allontanarmi dal buio che mi circondava, come in preda ad un istinto primordiale di fuga. Non avevo idea del perché sentissi di farlo ma solo che andava fatto. In quel momento tutto ciò che sapevo era cosa non sapevo.
    Cominciai lentamente a mettere i piedi l'uno davanti l'altro finché quel gesto non si trasformò automaticamente in una corsa sfrenata verso direzioni sconosciute. Più volte mi guardai intorno nella vana speranza di poter cogliere qualcosa di familiare che potesse stimolare i miei ricordi, ma era così buio che nemmeno le mie stesse mani ero in grado di vedere. Sembrava che la mia stessa esistenza fosse stata cancellata all'interno di quello spazio nel quale ero costretto a vagare. A stento ricordavo ancora il mio nome: Zend...


    * Quale era il mio cognome? Ho un cognome? Devo avere un cognome infondo sono figlio di...Sono veramente figlio di qualcuno? L'unica cosa che ricordo è il mio nome, sono un...? Cosa sono? Avevo un ruolo nella mia vita? *

    Ogni ricordo che possedevo era stato cancellato. Non ricordavo più nulla eccetto chi ero, ma anche quel debole ricordo rischiava di sparire da un momento all'altro. L'assenza di ricordi aveva forse cancellato il mondo attorno a me e la mia stessa natura fisica? Corsi sempre più forte nel tentativo di allontanarmi ma non sentivo ne il peso dei miei passi, ne la fatica che normalmente avrei dovuto provare inoltre mi sembrava di stare fermo. Mi ero davvero mosso oppure ero stato fermo tutto il tempo convinto di averlo fatto? Ci fu un ultimo disperato pensiero che però come tutti gli altri venne sopraffatto.

    * Voglio solo andare via da qui. Voglio andare via da qui? *

    I pensieri cominciarono a farsi sempre più confusi ed il mio atteggiamento sempre più passivo. La corsa di poco prima si tramutò in una camminata molto lenta dopo la quale non fui più in grado di pensare a nulla, come se anche gli stessi pensieri stessero perdendo la loro esistenza in quel nero mondo. Alla fine mi fermai completamente, anche se in realtà non mi mossi mai dalla mia posizione originale.
    Il mio sguardo smeraldino cominciò lentamente a perdere d'intensità iniziando ad assumere quindi una tinta verde molto sbiadita che mai avrebbe ricordato gli occhi originali del ragazzo che ero stato un tempo. Quel processo di scolorimento continuò a lungo fintanto che il bagliore verde non scomparve del tutto lasciando al suo posto un bianco privo di vita.
    Chi aveva provato a fuggire era stata la mia psiche.
    In quello stesso momento Zend smise di esistere.
    Lo stesso tempo aveva smesso di esistere.
    Solo una mente priva di identità.
    Vi era solo il buio.
    Improvvisamente un bagliore rossastro cominciò ad apparire tutt'intorno alla mia posizione come per accerchiarmi, nonostante la mia psiche avesse cancellato la mia stessa esistenza qualcosa di ancora più profondo era rimasto radicata in essa: le mie origini.
    Il rosso divenne sempre più intenso mano a mano che il bagliore si avvicinava mentre delle fiamme cominciarono a bramare lo spazio che stavo occupando. Divennero sempre più alte e calde mentre ardevano il nero che mi circondavano. Stavano creando una nuova realtà. Per quanto la mia psiche avesse cercato di fuggire e dimenticare ogni ricordo, la natura umana non poteva essere spazzata via così facilmente. Nel momento stesso in cui le fiamme la bruciarono ogni più piccolo ricordo tornò in essa vanificando i tentativi fatti nel rimuoverli uno dopo l'altro.
    Ricordavo tutto.
    Mi svegliai di soprassalto mentre un forte dolore mi attraversò l'intero corpo per poi attenuarsi. Le fiamme dell'inferno non desideravano più la mia carne, avevano lasciato il loro mortale abbraccio.


    - Ben svegliato! Dovevi aver preso una bella botta, quando ti hanno portato qui eri già svenuto. Come ti senti? Ti va di dirmi come ti chiami e cosa ti è successo?


    La stanza intorno a me era totalmente bianca arredata molto semplicemente con una scrivania e qualche sedia, mentre dalla finestra penetrava i dolci raggi del Sole. Seduto in un angolo vi era l'uomo che aveva parlato, non sapevo chi fosse ne dove ci trovavamo. Cercai di analizzare la situazione mettendo insieme i ricordi delle ore precedenti. Potevo ancora sentire sulla mia pelle le fiamme di Yamashita che bramavano la mia carne mentre mi accasciavo al suolo privo di energie. Diedi un secondo sguardo all'uomo e prestai attenzione al suo camice bianco ed alla targhetta posta su esso: Dottore. Ero in ospedale, non c'era altra spiegazione.

    -Zend...Provo dolore come se il mio corpo bruciasse ancora ed è interamente colpa di Yamashita, quel bastardo mi ha bruciato vivo davanti a tutti. Ha voluto dimostrare quanto sono debole, quanto sono incapace come ninja. Odio sia lui che me stesso.

    Non riuscii a trattenere le mie emozioni e quelle parole scaturirono quasi in automatico dalla mia bocca. La rabbia che provavo nei confronti di entrambi traspariva da ogni singola sillaba pronunciata. Portai le mani alle spalle e strinsi con quanta più forza possibile come per attenuare la rabbia che dentro di me si era generata. Fu un gesto che però mi costò caro.
    Sentii una terribile fitta di dolore alla spalla sinistra che mi spinse ad emettere un gemito di dolore.
    Odiavo ancora di più sia lui che me.


    Scheda Zend Izuki
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    -Parlato Dottore
     
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    Il Dottor Andrews ne aveva viste tante, da anni lavorava in quell'ospedale e ogni volta aveva fatto del suo meglio per curare, aiutare e in casi estremi salvare la vita alle persone. Sebbene fosse un uomo di mezza età, riusciva ancora a far girare le donne come quando era un ragazzo, un adolescenza passata sui libri quanto palestra che lo avevano portato ad essere uno degli specialisti più rispettati nella sua professione, oltre che un uomo dal notevole aspetto. Non appena le sue infermiere lo avevano accompagnato nella stanza di quel ragazzo e gli avevano dato la sua cartella preliminare, si era subito fatto un'idea di cosa poteva essere capito, in fondo era perfettamente a conoscenza dei rischi che si correvano nell'insegnare delle tecniche mortali a giovani ninja troppo pieni di se stessi e in quell'esame Chunin di incidenti ne aveva visti tanti. Lesse sulla cartella il nome Zend Izuki, ninja di Suna che a quanto pare aveva avuto la peggio nella seconda prova d'esame e si intuiva anche a causa di cosa: la sua spalla sinistra era piena di bolle e bruciature, il rossore si estendeva fin quasi al collo e l'intuito gli diceva che non era l'unica zona colpita. Scosse la testa, fosse stato per lui avrebbe da tempo vietati a dei ragazzi accesso a tecniche del genere, soprattutto perché poi era lui a dover rimettere a posto i pezzi dei giovani che gli mandavano. Il suniano si svegliò proprio mentre Sam si stava soffermando su quel pensiero, facendo tornare sulla terra:

    "Zend...Provo dolore come se il mio corpo bruciasse ancora ed è interamente colpa di Yamashita, quel bastardo mi ha bruciato vivo davanti a tutti. Ha voluto dimostrare quanto sono debole, quanto sono incapace come ninja. Odio sia lui che me stesso."

    Il dottore colse subito la rabbia che sembrava fisicamente fuoriuscire dal ragazzo, non doveva essere contento di come era andata la sua prova e sicuramente il dolore non lo aiutava. Prima che Sam potesse fermarlo, Zend si portò una mano sulla spalla ferita, cercando forse di fugare quel forte sentimento, ma nel fare questo si provocò notevole dolore, quelle bruciature sembravano essere davvero gravi:

    "Ti consiglio di non muoverti e di rimanere il più fermo possibile, ogni movimento potrebbe provocarti notevole dolore. Mi dispiace per quello che ti è successo, capita troppo spesso che forza e controllo non vadano a braccetto. In ogni non ti preoccupare, vedrai che in un lampo ti farò tornare come nuovo."

    Sam cercò di usare il tono più calmo e conciliante possibile, voleva mettere il ragazzo a suo agio per farlo calmare un pochino, se si fosse mosso troppo avrebbe rischiato di farsi altre ferite, oltre che rendere difficile eventuali cure. Decise quindi di alzarsi, posando la cartellina sopra la sua sedia, con passo lento si avvicinò al ragazzo arrivandogli a poco più di un braccio di distanza e prima di cominciare a tastare le parti lese si mise due guanti in lattice che prese dalla sua tasca sinistra. Cominciò quindi il suo esame, prima levò lentamente la maglietta al ragazzo, poi con delicatezza cominciò a tastare la pelle bruciata per valutarne elasticità e resistenza, oltre che monitorare le reazioni del paziente, era una pratica dolorosa ma necessaria, non conoscendo l'entità delle scottature non sarebbe stato in grado di concentrare la giusta quantità di chakra suiton per risanare lo strato epiteliale leso. Tutta l'operazione durò pochi minuti, ma permise al medico di farsi un'idea della situazione, oltre che di individuare la totalità delle bruciature e la loro estensione:

    "Allora...hai due vaste bruciature, una che parte dalla spalla sinistra e arriva praticamente fino al collo, l'altra invece sul basso ventre. Purtroppo oltre che essere estese sono anche di notevole intensità, quel ragazzo di cui parli non c'è andato certamente leggero, tranquillo comunque niente che non si possa risanare!"

    A quel punto Sam si levò i guanti, li andò a buttare nel secchio vicino alla porta della stanza e poi si riavvicinò nuovamente al ragazzo, lo sguardo calmo ma concentrato, la cura stava ormai per cominciare.

    Arriviamo a tre post a testa e poi andiamo tutti a casa, bravo mi sei piaciuto :rosa:
     
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    -Ti consiglio di non muoverti e di rimanere il più fermo possibile, ogni movimento potrebbe provocarti notevole dolore. Mi dispiace per quello che ti è successo, capita troppo spesso che forza e controllo non vadano a braccetto. In ogni non ti preoccupare, vedrai che in un lampo ti farò tornare come nuovo.

    Quelle parole arrivarono in ritardo, quando il danno era già stato fatto. Il dolore tornò alla carica facendosi sentire nuovamente lungo tutto il corpo focalizzandosi però in alcuni suoi punti ed ignorandone altri. Probabilmente mi avevano sottoposto a delle cure di emergenza per sanare le ferite di minore entità almeno per dare il tempo necessario al dottore dinnanzi a me di valutare qual'era il mio stato fisico. Queste erano però solo supposizioni basate su ciò che sentivo sulla mia pelle e su ciò che ero in grado di vedere. Non avevo alcun tipo di conoscenza medica e tantomeno desideravo averne.

    -Non è la forza il problema, è la debolezza la fonte del male! Se fossi stato più forte ci sarebbe stato il bastardo qui e non io. Gliela farò pagare prima o poi, devo solo diventare più forte di lui.

    Mentre quelle parole lasciavano la mia bocca mollai la presa dalla spalle facendo ricadere le mani sul letto. Le emozioni che provavo erano unicamente rivolte a Yamashita ed a me, in quel momento non vi era nessun'altro a cui ero in grado di pensare. La rabbia stava cominciando a condizionarmi portandomi verso la strada che Mashiro sapeva essere sbagliata, lentamente i pensieri sulla supremazia del più forte sarebbero tornati a infestare le pareti della mia psiche. Non era un processo irreversibile, sarebbe stato sufficiente quel qualcosa per cui tornassi a pensare che la differenza tra esseri forti ed esseri debole era del tutto irrilevante, come in passato prima dell'accademia ninja. Ma quando sarebbe accaduto ciò? Il mio cuore si sarebbe mai risanato? Qualcuno sarebbe mai stato in grado di far rivivere il bambino che desiderava ed immaginava il proprio futuro? Forse...
    Solo quando il medico cominciò a visitarmi per osservare meglio le ferite riportate, o rimaste, pensai all'esito della seconda prova e che ero definitivamente fuori dall'esame Chunin. Avevo fallito nel proteggere il rotolo di Noya e probabilmente lo stesso era accaduto a lui. Poco mi importava se non potevo salire di grado ma il pensiero di un nuovo fallimento non faceva altro che alimentare la rabbia che già provavo. Forse provavo pure un po' di rabbia nei confronti di Noya per essere stato troppo debole, per essersi gettato nella mischia senza minimamente pensare ad una strategia. Di quel passo rischiavo che quel sentimento così negativo l'avrei provato nei confronti di chiunque, e non doveva essere così. Potevo controllarla e gestirla? Dipendeva dagli eventi.


    -Allora...hai due vaste bruciature, una che parte dalla spalla sinistra e arriva praticamente fino al collo, l'altra invece sul basso ventre. Purtroppo oltre che essere estese sono anche di notevole intensità, quel ragazzo di cui parli non c'è andato certamente leggero, tranquillo comunque niente che non si possa risanare!

    -Quel bastardo ha voluto infierire, non gli è bastato bruciarmi vivo. Ha dovuto anche marcare il segno dove mi aveva ferito in precedenza, subirà la stessa sorte in futuro.


    Versai nuova rabbia grazie a quelle parole che in qualche modo aiutavano a sopportare il dolore, concentrarsi sull'odiare qualcuno e se stessi poteva risultare efficacie come metodo di distrazione in situazioni del genere, ma per certo non avrebbe potuto portare a nulla di buono.
    Sarei stato marchiato a vita da quelle ustioni e niente avrebbe potuto cancellarle, avrei vissuto i resti dei miei giorni con un monito sulla mia stessa pelle.
    Era la prova della mia debolezza.
    L'avrei trasformato nella prova della mia forza.


    * Almeno non devo più pensare all'esame Chunin. *

    Era quasi una sorta di liberazione anche se andava ad aggiungere un'altra cosa alla lista dei miei numerosi fallimenti. Mashiro non avrebbe reagito in alcun modo, probabilmente avrebbe infierito accennando al fatto che avrei dovuto pensare ed agire diversamente anziché caricare a testa bassa. Voleva essere una cosa ma risultava essere sempre l'opposto. Non ero il solo con dei problemi, mentre io però li manifestavo tramite le mie emozioni c'era chi se ne faceva carico senza farli trasparire. Molti erano così in realtà.
    A quel punto il Dottore si sfilò i guanti e cominciò la sua magia.

    Scheda Zend Izuki
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    -Parlato Dottore

    Non è un granché lo so, ma ero senza ispirazione per questo post sorry
     
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    Si poteva dire tanto sulla medicina, nonostante vi fossero decine e decine di libri che ne approfondivano ogni aspetto c'era sempre qualcuno che poteva trovare delle nuove parole per descriverla, sia in maniera positiva come una scienza in grado di salvare vite umane, sia in maniera negativa come l'uomo che giocava a fare Dio. Ma il nostro caro Dottor Andrews aveva la sua visione personale di tale disciplina ed era quanto mai singolare: per lui curare le persone era un'arte, infatti sebbene tutti i medici di base fossero in grado di lenire le ferite altrui non tutti a suo avviso erano davvero in grado di farlo allo stesso modo, ognuno di loro infatti aveva il suo stile, il suo tocco personale diverso da quello di tutti gli altri, soprattutto quando entrava in gioco la manipolazione del chakra acquatico. In quei momenti in cui chiudeva gli occhi e si concentrava, Sam si vedeva come un pittore fermo davanti alla sua tela, intento a dar vita al dipinto nella sua mente prima di imprimerlo sulla carta, un momento catartico e molto personale che culminava con creazione di un'opera d'arte o nel suo caso di un perfetto intervento di guarigione. Zend dal suo giaciglio vide tutti i passaggi, guardò il suo medico unire le mani davanti a sé, le vide piano piano ricoprirsi di un chakra diafano e quasi trasparente, poi vide queste mani separarsi e con leggerezza posarsi sulla sua pelle bruciata, non provò dolore né fastidio, ma solo una piacevole sensazione di refrigerio, amplificata dall'elevate sensibilità della sua cute lesa. A quel punto Sam cominciò a muovere le mani con movimenti decisi ma allo stesso tempo leggiadri, cominciò a creare il suo capolavoro, pennellata dopo pennellata, seguì le linee di rottura della pelle del ragazzo, risanando lo strato epidermico superficiale andando ad idratare ogni zona che si presentava arrossata. Il Suniano non poteva sapere cosa stesse pensando il suo dottore in quel momento, sul suo volto infatti non si leggeva nulla se non concentrazione e calma, era come in trance mentre faceva il suo spettacolo; c'era qualcosa però che preoccupava il dottor Andrews, ma non lo avrebbe mai dato a vedere: passaggio dopo passaggio, si rese subito conto che quelle non erano bruciature normali, per qualche motivo sembravano essere molto più resistenti al chakra acquatico di quanto preventivato e questo si traduceva purtroppo in una più lenta ripresa per il paziente e sebbene sapeva di star facendo tutto il possibile, non poteva fare a meno di sentirsi in colpa per tale situazione, per quanto si impegnasse c'era sempre qualcosa che a suo avviso avrebbe potuto fare meglio e questo era uno principali motivi per cui era diventato così bravo, una costante autocritica costruttiva che lo aveva fatto diventare uno dei migliori nel suo campo. L'operazione di risanamento durò circa trenta minuti, furono necessari diversi passaggi sulle parti più ferite e il dottore dovette riconcentrasi un paio di volte per non far calare l'intensità del chakra acquatico sulle sue mani. Non appena ebbe finito, Sam tirò un forte sospiro di sollievo, tirò fuori un fazzoletto dalla tasca del suo camice e ci si asciugo il sudore che aveva imperlato la sua fronte:

    "Fiu...mi dispiace averci messo così tanto, ma quelle bruciature erano davvero persistenti...in ogni caso non dovresti avere più fastidio adesso, al massimo ti tirerà la pelle per qualche giorno ma dopo quello ti rimarranno solo delle cicatrici...aspetta che devo prendere una cosa, torno subito."

    Zend vide il dottor Andrews uscire dalla sua stanzetta, cosa che gli diede il tempo di guardare il risultato finale: le bolle e il rossore erano spariti, lasciando il posto a due cicatrici verticali di modeste dimensioni, non avevano un bellissimo aspetto ma in confronto a prima erano tutta un'altra cosa. Dopo un paio di minuti Sam tornò dal suninano con in mano una piccola boccetta piena di un liquido bluastro, si avvicinò al suo lettino e la posò sopra il suo comodino:

    "Questo è un unguento specifico, dovrai applicarlo due volte al giorno sulle cicatrici, le renderà sempre meno visibili prima di farle sparire del tutto. Bastano un paio di gocce dato che è molto potente, ma nonostante il suo effetto lenitivo non sperarti che passino via tanto presto, a giudicare dal loro stato dovrai conviverci per diversi mesi. Se posso darti un consiglio cerca di evitare di subire altri attacchi di fuoco in quelle zone, per quanto la pelle sia stata ormai rimarginata sarà per un po' sensibile quindi cerca di farci attenzione."

    Sam diede al ragazzo gli ultimi accorgimenti per un miglior recupero, poi lo saluto rispettosamente e uscì dalla sua stanzetta; mentre percorreva a grandi passi il corridoio principale dell'ospedale, si soffermò a pensare alle parole cariche d'odio del ragazzo, era sempre brutto essere feriti sia sul corpo che nello spirito, ma quel ragazzo non sembrava essere uno disposto a mollare, avrebbe sicuramente sfruttato l'evento per crescere e migliorare, come aveva imparato anche lui a fare. Il suo pensiero venne interrotto da un'infermiera, un altro ragazzo era stato portato d'urgenza per delle ferite riportate in un allenamento; scosse la testa, quel mondo non sarebbe mai cambiato davvero, ma di certo lui non avrebbe mai smesso di cercare di renderlo migliore.

    Tranquillo era comunque un post gradevole :) Ora fammi il post conclusivo così ti posso dare l'exp e abbiamo finito, sappi comunque che le cicatrici ti rimarranno per due mesi OFF GDR(fino al 22/09/2017). Puoi ruolarti che ogni tanto ti devi mettere l'unguento che ti ha dato, questo poi te lo gestisci tu :) In ogni caso spero ti sia piaciuta questa breve infermeria :D Ora chiederei con garbo ai miei colleghi l'exp del bene :rosa:
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    Costretto sul letto immobile osservai il Dottore operare sulla mia pelle mentre sanava le ustioni che la ricoprivano. Ogni movimento sembrava preciso e privo di esitazione, sapeva esattamente cosa fare e come ciò andava fatto. Privo delle basi per quanto concerne la medicina non potevo assolutamente giudicare il suo operato, dovevo semplicemente fidarmi della sua carica e dell'esperienza che aveva acquisito nel corso di anni all'interno dell'ospedale.
    Il dolore si attenuò sempre più, mentre le mani scivolavano sul corpo come se stessero accarezzando uno specchio d'acqua evitando ci creare increspature sulla superficie della stessa. La sofferenza fisica lentamente stava scomparendo lasciando invece spazio ad una piacevole sensazione di "fresco". Così ad istinto sembrava che le ustioni stessero venendo poco alla volta levigate con l'acqua in modo che le ferite aperte venissero lenite da quell'elemento così distante dalla mia natura, dalle mie origini. Le mie conoscenze elementali si limitavano alla possibilità di imprimere il chakra su superfici in generale, come parti del corpo oppure oggetti, oppure nell'utilizzo di tecniche specifiche. La possibilità di impiego in campo medico era qualcosa di assolutamente nuovo che mai avrei pensato possibile, ma questa era solo una mera speculazione basata su quanto stavo provando. Il mio sguardo era fisso sulla finestra dalla quale entrava la luce diurna. La sensazione di disagio provata durante l'ingresso in campo si era trasformata in un presagio di sventura alla fine. Il legame che avevo con il Sole era qualcosa di strano e inspiegabile, un mio modo di essere nei confronti di qualcosa che non era alla mia portata, non era alla portata di nessuno. Il tepore che provavo quando i suoi raggi mi toccavano rilassava anche la mente, ogni pensiero negativo veniva momentaneamente allontanato in favore della pace che si faceva largo in me. Quel piacere era molto più intenso in passato, quando ancora non ero un ninja e la testa non era satura di dubbi e pensieri. Ad oggi non sarebbe più stato in grado di darmi lo stesso tepore di qualche anno fa, stavo cambiando mentre lui rimaneva lo stesso, lontano dall'uomo.
    Riportai lo sguardo sul Dottore che era ancora intento ad operare. Sembrava perplesso mentre passava nuovamente le mani sopra la ferita al basso ventre, qualcosa lo stava forse turbando impedendogli di raggiungere il giusto grado di concentrazione. Una volta che ebbe terminato con la prima passò alla seconda impiegando più o meno lo stesso tempo, ma anche qui sembrò che qualcosa lo turbasse. Per mia fortuna non sentivo più alcun dolore ma se il suo volto del medico era cambiato durante l'operazione una motivazione doveva esserci.


    -Fiu...mi dispiace averci messo così tanto, ma quelle bruciature erano davvero persistenti...in ogni caso non dovresti avere più fastidio adesso, al massimo ti tirerà la pelle per qualche giorno ma dopo quello ti rimarranno solo delle cicatrici...aspetta che devo prendere una cosa, torno subito.


    Questo spiegava perché in diversi momenti fosse turbato, ma dopo quelle parole sembrò rasserenarsi. Per lui era stato impegnativo ed arduo porre rimedio al danno fatto da altri, ma grazie alla sua bravura ed esperienza vi era riuscito. Quelle ferite non sarebbero scomparse per molto tempo, forse addirittura mai. Ogni volta che le avessi viste mi sarebbe tornato in mente lo scontro nel quale ero stato quasi bruciato vivo, dove la mia vita fu salva solo per miracolo, per mano di qualcuno che non conoscevo. Dopo che svenni non seppi cosa accadde, lo scoprii solamente dopo che fui dimesso dall'infermeria ma in quel momento la verità non mi era stata ancora riferita. L'odio e la rabbia non avrebbero potuto fare altro che accrescere ulteriormente. Guardai la cicatrice mentre il medico era uscito momentaneamente dalla stanza e pensai solo ad una cosa: Yamashita, il bastardo!

    -Questo è un unguento specifico, dovrai applicarlo due volte al giorno sulle cicatrici, le renderà sempre meno visibili prima di farle sparire del tutto. Bastano un paio di gocce dato che è molto potente, ma nonostante il suo effetto lenitivo non sperarti che passino via tanto presto, a giudicare dal loro stato dovrai conviverci per diversi mesi. Se posso darti un consiglio cerca di evitare di subire altri attacchi di fuoco in quelle zone, per quanto la pelle sia stata ormai rimarginata sarà per un po' sensibile quindi cerca di farci attenzione.

    Tornò poco dopo con in mano quello che ero l'unguento "speciale" per ferite del genere. Ovviamente mi diede tutte le spiegazioni necessarie per il trattamento della ferita ed alcuni consigli pratici. Sapevo benissimo anche io che non avrei più dovuto subire colpi del genere negli stessi punti altrimenti le ferite si sarebbero aggravate sicuramente, ma purtroppo il destino aveva altro in serbo per me. Non ero io a controllare la mia vita in quel momento, ero in balia di chi mi stava intorno. Solo se avessi acquisito maggiore forza avrei potuto sperare di poter riprendere le redini e seguire il percorso che volevo.
    Stavo entrando in una spirale che poteva portarmi molto in basso. Se avessi incontrato le persone giuste forse sarei potuto tornare a salire. Ero esattamente a metà tra le due strade solo che un piede era già sceso di un gradino mentre il mio sguardo era indeciso se guardare in alto o in basso.
    La divisione di cui ero vittima sarebbe scomparsa presto o tardi, già un primo passo era stato fatto.
    Quello giusto o quello sbagliato?



    Scheda Zend Izuki
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    Spero vada bene e piaccia, l'ho fatto un po' di fretta visto che devo uscire e non ci sarò fino a domani sera. Grazie per l'infermeria Stompo^^
     
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    Puoi prendere 32 exp, grazie a te :rosa:
     
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