Inizio [PQ]

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    CITAZIONE
    Continua da qui, stesso giorno. Poco dopo.

    Legenda

    Narrato
    Pensato Nice
    Parlato Nice




    Diventato genin?!-Parte I



    Il ragazzo aveva appena combattuto contro Akira, e, sfortunatamente, aveva vinto. Però la sensei sembrava propensa ad accogliere il suo desiderio di venir bocciato. Nice, seduto sotto l'ombra del grande faggio, ai margini del giardino, sorrideva. Finalmente aveva raggiunto il suo obiettivo e sarebbe stato bocciato. Non sarebbe mai diventato un ninja, lo aveva giurato a se stesso, contro il volere della sua famiglia.
    Eppure non ne poteva essere ancora del tutto certo e, per questo, si sentiva abbastanza nervoso, mentre osservava gli altri studenti sostenere l'esame genin, pur mantenendo un atteggiamento annoiato era ansioso di sapere se era riuscito nel suo intento.
    Guardare quei ragazzi combattere per diventare genin era noiosissimo e, ben presto, non prestò più attenzione. Dopo molto tempo, quello che sembrò al giovane un'eternità, quando in realtà erano passate poco più di due ore, gli esami finirono. Giunse quindi il momento di rivelare gli esiti.
    Il giovane osservò Akira, il suo avversario, che ricambiò lo sguardo con rabbia. Una volta Nice aveva letto su un libro, nella biblioteca di famiglia, “La gente si dimentica che ti ama, ma chi ti odia non se lo scorda”, a quanto pare era vero, probabilmente quel ragazzo avrebbe continuato ad opporsi a Nice a ogni singola opportunità. Fortunatamente, mentre il chuunin leggeva i nomi dei promossi, venne fatto il nome di Akira. Quest'ultimo esultò a voce alta, e anche Nice tirò un sospiro di sollievo, visto che, essendo passato il suo avversario, lui quasi di sicuro sarebbe stato bocciato. E, infatti, il suo nome non era fra quello dei promossi.
    Ce l'aveva fatta! Non sarebbe diventato mai un ninja!
    Con un sorriso da ebete in faccia, Nice seguì gli altri studenti verso l'uscita. Fra i bocciati, lui era l'unico a sorridere, alcuni erano addirittura in lacrime. Al contrario i promossi erano tutti sorrisi e urla di gioia. Il gruppo, unito nonostante i diversi stati di animo, attraversò compatto lo stupendo giardino naturale dell'accademia e i numerosi corridoi di legno intagliati, fino a raggiungere l'uscita.
    La piazza antistante l'ingresso era gremita di gente, sembrava ci fosse mezzo villaggio in attesa dei risultati. Gran parte della gerarchia ninja era in attesa di scoprire chi fossero i nuovi colleghi, e, qui e là, si poteva intravedere qualche jounin, sebbene ben pochi fossero venuti, era comunque segno di gran interesse che un ninja all'apice venisse ad attendere.
    E, all'interno di quel tumulto di uomini e donne, vecchi e anziani, Nice notò subito, quasi il suo sguardo fosse attratto da loro, tre figure. Al loro passaggio la folla si scansava con rispetto, e quindi il trio, fendendo la calca come una freccia, senza incontrare ostacoli, si avvicinava rapidamente a Nice. Il giovane sapeva benissimo chi fossero. In testa, il vecchio rattrappito, il volto solcato da un reticolo di rughe, la lunga bianca barba e la testa rasata e lucente, il bastone ad aiutare quel corpo a sostenere il peso dei quasi cento anni di vita: Ren Hayato, il nonno di Nice. Ren era quasi una leggenda nel villaggio, essendo stato, ai suoi tempi, un jounin di gran rilievo, sopravvissuto a numerose battaglie, che, al momento del congedo, era stato persino nominato Anbu, come riconoscimento dei suoi meriti in servizio. Mentre attraversava la folla alcuni, uomini e donne di mezza età che sapevano chi fosse, lo guardavano stupiti ed eccitati dal fatto che una tale figura fosse lì ad attendere gli esami dei loro figli.
    Alle spalle di Ren due figure più giovani, sulla trentina, i capelli neri, e la barba ben rifinita. Camminavano diritti, con dignità, dimostrando un portamento regale. A loro erano rivolti gli sguardi ammirati dei giovani. Infatti, questi ultimi pur non riconoscendo il vecchio Ren, non potevano non conoscere Ryo e Hei, i famosi gemelli jounin del villaggio, la coppia lampo del Jinton. Anche Nice li guardò, con apprensione: suo padre, Ryo, era sempre stato molto duro con lui, e anche adesso lo fissava con sguardo indagatore, suo zio Hei, al contrario, lo trattava sempre come un fratellino più che come un nipote, e anche adesso gli sorrideva, quasi consapevole di cosa fosse successo.
    Il trio, così composto, arrivò davanti a Nice, e si fermò bruscamente. La folla fece largo e alcuni, fra i più introdotti nel mondo del gossip, immaginarono ben presto chi fosse Nice.
    Il ragazzo rimase impassibile, anche se, dentro di sé, forse per la prima volta da chissà quanto tempo, stava tremando di paura. Una goccia di freddo sudore gli attraversò la schiena.

    E adesso chi glielo dice che sono stato bocciato?!
     
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    Legenda

    Narrato
    Pensato Nice
    Parlato Nice
    Parlato Esaminatrice
    Parlato Ren




    Promosso a tradimento-Parte II



    Proprio in quel momento, quando Nice non sapeva come spiegarsi, qualcuno si avvicinò alle sue spalle. Girandosi, il giovane riconobbe l'esaminatrice degli esami per diventare genin, i lunghi capelli castani in disordine. La donna gli porse il coprifronte, pronunciando queste parole:

    Un uomo che si oppone al proprio destino non merita di perdere. E questo, anche se forse non lo capisci, lo è.
    Hai più motivazione di quanta immagini. Dovresti solo.. capire cosa vuoi farci.
    Buona fortuna.


    Il ragazzo lo prese, suo malgrado, e si girò verso i suoi parenti, in mano il simbolo della promozione. Hei sembrava dispiaciuto, forse era quello che conosceva meglio Nice, e sapeva cosa quella promozione significasse per lui: una vita che odiava. Ryo sorrideva, forse per la prima volta orgoglioso di suo figlio che, finalmente, aveva fatto qualcosa che approvava. Ren, al contrario, guardava Nice con una sguardo imperscrutabile, quasi fosse in grado di sondare la sua anima. Il ragazzo era sollevato di non aver dovuto affrontare l'ira dei parenti, ma, più che altro, era confuso.
    Le parole della donna risuonavano ancora nella sua mente ma, nonostante tutto, non riusciva ad essere nemmeno minimamente felice di essere diventato un ninja. Suo nonno si girò, senza dire nulla, e se ne andò. I suoi due figli lo seguirono, e Nice dietro di loro.

    […]

    Un paio di ore dopo, Nice, dopo essersi fatto la doccia ed essersi cambiato, indossava ora il coprifronte al collo, come una sciarpa, con le cuffie attorno ad esso. Si trovava in giardino, nel suo punto preferito, un grosso faggio, vicino alle acque di un piccolo stagno pieno di pesci. Adagiato sui rami dell'albero secolare, il ragazzo osservava come rapito le acque muoversi placidamente, smosse dalla lieve brezza serale. Ad un tratto una voce a lui famigliare lo risvegliò.

    So come ti senti...

    Disse il nonno, che si trovava a pochi passi dall'albero, anche il suo sguardo fisso sui pesci nello stagno.

    Sai, tutti dicono che io sia stato un ninja onorevole, ma, all'inizio, mi sentivo come te. Una Kekkei Genkai non è un dono, come molti pensano. Al contrario: è una maledizione. Il tuo destino, il tuo futuro, è scritto nelle tue ossa, nel tuo codice genetico, ancor prima di nascere. Non trovi sia terribile?

    Nice, a queste parole, lo fissò rapito. Erano esattamente le stesse cose che si era ripetuto per anni, sin da quando era stato costretto ad iscriversi all'accademia. Aveva sempre desiderato cambiare quel destino.

    Penso sia una disgrazia. Ma, cosa posso fare? Non posso oppormi al fato.

    Rispose, indicando chiaramente il coprifronte che aveva ricevuto, come a voler dire che ormai vi era dentro e non poteva più uscirne. Ren, ancora una volta, lo guardò comprensivo. Era raro che suo nonno fosse così serio e profondo, di solito sembrava un anziano qualunque, forse un po' più brusco. La mano sinistra del vecchio andò a lisciargli la barba bianca.

    La mia risposta è: sali in alto. La vita di un ninja è più libera di quanto immagini, uno shinobi ha un'unica responsabilità: proteggere. Come, quando e perchè sta a lui deciderlo. Esistono infinite possibilità nella vita di un ninja, ma solo chi è in cima può vederle.
    Solo chi ha il coraggio di coglierle.


    Nice ricambiò lo sguardo, pensieroso.

    Da domani ti allenerò io. Sarà un brutto periodo questo, per te, ma più ti impegnerai, più in fretta salirai la scala, e più libero sarai.

    Con queste parole si allontanò. Il ragazzo rimase lì, appollaiato su quell'albero, a riflettere. Il sole tramontò, facendo spazio a una notte stellata, e Nice, finalmente, scese e attraversò il giardino.
    Aveva deciso di fidarsi di suo nonno, dall'indomani, per lui, sarebbe iniziato un periodo duro.
     
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    Legenda

    Narrato
    Pensato Nice
    Parlato Nice
    Parlato Ren




    Un duro allenamento-Parte III



    Nice iniziò dunque la sua strada per diventare un ninja sotto la supervisione del miglior maestro che potesse incontrare: Ren Hayato, suo nonno. Dalla mattina seguente per Nice iniziò un periodo duro. Sveglia la mattina alle 6, una veloce colazione e poi, per il resto della mattina, allenamento fisico. Questo atto a potenziare il suo fisico, ma soprattutto la sua agilità. In questo campo i suoi miglioramenti furono molti, riuscendo a raddoppiare in poco tempo la sua velocità. Questo allenamento, gli aveva spiegato il nonno, era stato creato da lui, quando era ancora giovane, per poter sviluppare le capacità chiave della loro Kekkei Genkai: il Jinton. Nice, finalmente un po' più motivato, sentiva di star progredendo a livelli ottimi, e che, ormai, non era nemmeno paragonobile al se stesso di qualche settimana prima, un giovane che non voleva far nulla e le cui abilità erano appena accettabili. Aveva anche iniziato a comprendere come, dopo la sua promozione a genin, tutto fosse cambiato, e, sebbene non fosse ciò che voleva, si stava abituando a quella vita che, nonostante tutto,era forse migliore di quanto pensasse.
    Subito dopo pranzo aveva persino un paio d'ore libere, e ne approfittava per tornare alla sua vecchia vita: leggere su un albero in giardino, uscire con i suoi amici per la città, importunare le ragazze. Insomma, aveva persino tempo di vivere la vita di un semplice sedicenne.
    La sera, invece, suo nonno lo istruiva sul comportamento di un ninja, su come agire in qualche situazione, sul perchè è meglio un colpo invece che un altro in una determinata situazione. Il giovane stava seduto, attento, e annuiva, d'altronde aveva sempre amato la teoria e quello era forse il momento dell'addestramento che preferiva.
    Dopo qualche settimana, il nonno cominciò a istruirlo anche di mattina, perchè evidentemente il suo fisico era pronto per perseguire la via del Taijutsu. E fu così che cominciò a insegnarli i rudimenti del combattimento corpo a corpo: qualche presa, come contrastare un colpo con lo stesso attacco e così via. Dopo qualche giorno, quando Nice ebbe appreso tutto ciò a un livello sufficiente, il nonno gli insegnò delle vere e proprie tecniche.
    L'Entrata Dinamica non era altro che un calcio, e Nice l'apprese in poco più di un paio di giorni. L'alzata della foglia e la raffica della foglia erano colpi più complessi, per cui serviva il giusto tempismo, e ci mise un po' di più. Ren, in cuor suo, era stupito e orgoglioso del talento di suo nipote. I suoi figli, sebbene talentuosi, non potevano essere minimamente paragonati a lui. Anche lui, da giovane, era appena meno talentuoso.
    Ma, nonostante, e forse proprio a causa, del talento di Nice, Ren era preoccupato. Nel campo di battaglia, spesso, è colui che è più promettente a essere più in pericolo, perchè diventa un bersaglio da abbattere prima che diventi troppo pericoloso.
    Serviva un modo per proteggere suo nipote, e Ren, utilizzando i suoi fondi, fece un dono al ragazzo: un'arma. Quando Nice vide per la prima volta quei lucenti tirapugni, con delle affilate lame che ne uscivano alle estremità, era un po' intimorito. Non aveva mai usato una vera e propria arma, e il pensiero di poter uccidere qualcuno con un gesto lo spaventava. Ci volle un po' prima che il nonno lo convincesse a provarli e, piano piano, con il tempo, imparò a trattarli come se fossero un semplicissimo strumento del mestiere. Solo a quel punto Ren iniziò a istruirlo sul loro utilizzo, procedendo piano, affinchè assimilasse tutto ciò che voleva trasmettergli. I tirapugni erano infatti perfetto complemento alla loro abilità innata e non solo Ren, ma anche Ryo ed Hei li utilizzavano, anche se di rado avevano la necessità di usarli, soprattutto all'interno del villaggio, e quindi Nice non li aveva mai visti.
    Pian piano il giovane imparò a combatterci in modo discreto e a quel punto suo nonno gli insegnò una tecnica assassina, da non usare mai e poi mai a cuor leggero contro un civile, la Decapitazione della Luna Crescente.
    Dopo averla perfezionata, Ren era soddisfatto, e annunciò a suo nipote che, da quel momento in avanti, gli avrebbe assegnato dei compiti da svolgere, così da fare esperienza sul campo e migliorarsi.

    Fine pq
     
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