Accademia Ryu!

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    Ci troviamo in delle montagne più alte del continente, in quella catena montuosa si arrampica il villaggio di Kumo cercando di slanciarsi verso il cielo con le sue costruzioni tipiche e i sentieri che ripercorrono i costoni delle alture immerse nelle nuvole. In una delle vette più alte si trova l’accademia del luogo, un posto dall’architettura militare e che trasmette immediatamente la marzialità richiesta dai suoi studenti durante l’intero corso a loro dedicato. Sono passati anni, per alcuni anche troppi, ma finalmente oggi è il tempo di porre la parola fine, o inizio secondo il punto di vista, considerato che manca pochissimo ai temutissimi esami Genin! Si sente nervosismo nell’aria, le mandrie di ragazzini urlanti che solitamente popolano il cortile rilasciano note decisamente più tese mentre della paura tradisce i meno coraggiosi in pianti o piccoli attacchi di panico.

    Ogni anno è la stessa storia.


    All’interno dell’edificio, precisamente al secondo piano, è possibile scorgere un uomo dai capelli scuri e dalla carnagione tipica del luogo. Indossa la divisa militare di Kumo ed un coprifronte si staglia sulla fronte andando a limitare quella zazzera mogano che si sparpaglia qua e là. Appoggiato sull’infisso slancia lo sguardo sotto di sé andando a scrutare quasi annoiato i candidati del giorno magari provando ad indovinare chi potrebbe farcela o no. Anche se è giovane, il maestro Jiga, si è sempre distinto per le sue capacità sia combattive che intellettive: nei campi di battaglia è uno di quelli che fanno la differenza ma lui si è sempre votato all’insegnamento cercando, comunque, qualcosa che possa instillare quell’antica scintilla di entusiasmo che gli faccia ricordare una volta tanto il perché ha scelto questa strada. Non c’è altro da dire: il segnale che indica l’inizio degli esami viene mandato attraverso gli altoparlanti e tutti gli studenti dovranno avvicendersi a trovare la loro aula con maestro annesso. Fortuna vuole che il nostro Ryu è stato assegnato alla classe di Jiga che dovrà supervisionare ed esaminare i suoi candidati ormai giunti in classe. Si troveranno in una stanza semplice, per lo più vuota. Una cattedra sovrasta accanto ad una parete mentre tutto il resto è libero. A quanto pare, considerato lo spazio disponibile, non sarà una semplice interrogazione.

    Su su! Ora in ordine vi presentate. Ditemi qualcosa di voi e poi tornate fuori. Appena sarete chiamati entrate e procederemo all’esame.

    Con dire gentile spiega le dinamiche della sua prima prova, nulla di troppo complicato in effetti. Lascerà quindi che i suoi occhi chiari come il cielo si posino su ognuno dei presenti ascoltando il racconto dei candidati ed annuendo appena. Oltre quella scrivania, seduto con garbo, lo si vedrà prendere qualche appunto ogni tanto mentre nessuna emozione, se non interesse garbato, sporchi il suo viso giovane.



    ZeÞ™ ecco a te! Un post di presentazione, sbizzarrisciti col tuo personaggio e fammi vedere com'è ben fatto! Sorprendimi :rosa:
     
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  2. ZeÞ™
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    Narrato
    Parlato
    Akemi
    Sensei


    Non era una mattina come le altre, a distanza di qualche ora avrei finalmente sostenuto l'esame di promozione a genin insieme a Seiji e ad Akemi. Il mio stato d'animo poteva definirsi neutrale, non ero affatto agitato ma neanche eccessivamente euforico. Spesso quando si viene valutati per qualcosa ci si sente sotto pressione, ma in quella determinata circostanza mi sentivo molto sicuro di me. Mi ero dato da fare durante tutto il periodo dell'accademia, dimostrando più volte le mia doti di apprendimento, sapevo che non avrei fallito. D'altro canto sapevo benissimo che Akemi invece era un pò più ansiosa di me per questo genere di cose, quindi immaginavo fosse già sveglia da ore, anzi, mi ero stupito di non averla trovata a bussare alla finestra di camera mia.
    Mi alzai dal letto e iniziai a prepararmi, saltai la colazione di proposito perché ero in largo anticipo, e volevo passare a casa di Akemi per vedere quale fosse il suo stato di ansia in quel momento. Non mi aspettavo di trovarla seduta in un angolino a piangere, Akemi non era fatta così, era molto simile a me per certi aspetti e quindi ci capivamo alla perfezione. Non la preoccupava fallire il test, ma deludere i suoi genitori, il cui giudizio era molto importante per lei. E nonostante quest'ultimi fossero delle persone molto comprensive e affatto opprimenti, Akemi si sentiva comunque in dovere di non deludere mai le loro aspettative, era un peso che si portava sempre dietro.
    Quando misi piede fuori casa venni investito dall'aria fresca mattutina tipica di Kumo, era una di quelle sensazioni di cui non avrei mai fatto a meno. Le strade era quasi completamente deserte, erano appena le sette del mattino e l'accademia avrebbe aperto alle otto, calcolando che casa di Akemi distava cinque minuti a piedi dalla mia, avevo tutto il tempo di fare colazione insieme a lei. Tra noi due c'era un rapporto molto particolare, ci conoscevamo da tanto tempo, eravamo molto legati io avrei fatto qualsiasi cosa per lei.
    Spesso mi capitava di trovarmi a casa di Akemi, i suoi genitori e la sorellina più piccola erano un pò come una seconda famiglia per me, ed erano talmente abituati a vedermi in giro per casa che spesso non ci facevano nemmeno più caso.
    Essendo abbastanza presto evitai di bussare alla porta, e saltai direttamente sul tetto all'altezza della finestra di camera sua. Vidi subito Akemi seduta sul letto a contemplare il vuoto, e appena mi vide sorrise e si alzò ad aprirmi.


    Meno male che sei arrivato

    Akemi era un ragazza dai lunghi capelli corvini, aveva dei bellissimi occhi blu e un'altezza nella media.

    Pensavo di andare a fare colazione insieme visto che è presto, se ne hai voglia

    Certo, ho proprio bisogno di uscire di casa, sono in piedi da più di un'ora a pensare all'esame

    Uscì dalla finestra lasciandola accostata, e insieme scendemmo in strada in cerca di qualcosa di dolce da mandare giù. La verità è che potevo anche stare senza far colazione, però stare con lei mi rilassava oltremodo. I suoi sorrisi spontanei erano diventati per me come un qualcosa di necessario, di cui non potevo fare a meno.

    Hai sentito Seiji, eravamo rimasti che ci saremmo trovati direttamente davanti all'accademia...sai quanto gli piace dormire

    Sì Seiji era il mio migliore amico, era come un fratello acquisito per me, e sapevo molto bene quanto amasse dormire.

    Sì sì lo vediamo direttamente dopo, arriverà alle otto spaccate come al solito, non un minuto in ritardo ne in anticipo.

    Seiji era un ragazzo veramente particolare, aveva un talento fuori dal comune per le arti ninja ma non era mai stato uno a cui piaceva vantarsene o farne sfoggio. Non si tirava indietro quando c'era da mettersi in gioco, ma per la maggior parte delle ore in accademia sonnecchiava annoiato. Io e lui ci somigliavamo molto caratterialmente, non faticavamo affatto a capirci al volo.
    L'ora insieme ad Akemi trascrose molto in fretta, e ben presto fummo nel cortile dell'accademia in attesa di Seiji, che arrivò puntualissimo quando si aprirono i portoni. Ben presto un fiume di studenti si riversò nell'atrio dove vi erano vari shinobi intenti a dare istruzioni. Eravamo stati divisi in più classi e la cosa non mi sorprese affatto, eravamo parecchi e riunirci tutti in un'unica aula avrebbe reso agli esaminaori il compito di osservarci parecchio arduo. Sfortuna volle che Akemi fu assegnata ad un sensei diverso dal mio, mentre Seiji finì nella mia stessa aula.


    Ci vediamo dopo, fagli vedere quanto vali

    Salutai Akemi con un sorriso e mi diressi insieme a Seiji e ad un gruppetto di ragazzi nell'aula che ci era stata assegnata.
    La stanza era per lo più vuota, vi era solo una cattedra che sovrastava il resto e un sensei. Un ragazzo dalla carnagione tipica di Kumo e dai capelli scuri, occhi chiari e uno sguardo impassibile.


    Su su! Ora in ordine vi presentate. Ditemi qualcosa di voi e poi tornate fuori. Appena sarete chiamati entrate e procederemo all’esame.

    Aspettai il mio turno con pazienza, l'agitazione iniziava a farsi sentire nonostante fino a quel momento non l'avevo avvertita minimamente. Feci un respiro profondo e provai a rilassarmi, ma il ragazzo alla mia sinistra aveva appena finito di parlare, di conseguenza era il mio turno.

    Salve, mi chiamo Ryu Shinoi e appartengo ad un antico clan di Kumo. La mia famiglia ha servito il villaggio per generazioni, io sono qui per continuare questa tradizione se così la si può definire, ma non solo...Non voglio che fraintenda, non sono qui perché mi sento in dovere di farlo o perché costretto, ma essere uno shinobi è parte integrante di me, e la mia ambizione più grande è quella di poter difendere il villaggio come un soldato d'elitè, preservare i suoi interessi e proteggere i suoi abitanti. Amo la mia patria, e voglio che Kumo torni ad essere il paese sovrano che era un tempo, ed io spero di poter dare una mano in questo.

    Le parole mi erano uscite quasi da sole, avevo detto quello che mi passava per la testa senza alcuna limitazioni forse risultando anche un pò arrogante, ma poco importava, non vi erano bugie in quello che avevo detto e la sincerità in determinate occasioni era tutto.
    Durante il mio breve monologo il sensei aveva preso pochi appunti, distogliendo di rado lo sguardo e annuendo appena, ma non lasciando trasparire nulla. Abbastanza frustrante in effetti, ma non mi aspettavo reazione diversa, rimasi in attesa che anche il resto dei miei compagni finisse di parlare. Quando venne il turno di Seiji non ascoltai nemmeno, lo conoscevo molto bene e sapevo benissimo quali fossero i suoi sogni e le sue ambizioni.


    Perdona il post non molto all'altezza, è tanto che non scrivo e devo riprendere un pò la mano :sisi:
     
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    Il maestro annota, quasi distratto, parole incomprensibili che vengono vergate con archi più o meno ampi lasciando che la penna scorra sul foglio da compilare. Burocrazia. Una parola per racchiudere tutto il significato di quelle inutili crocette, note o commenti da imprimere – senza una vera ragione – su quella carta precompilata. Nonostante la superficiale attenzione sia impegnata a tracciare ghirigori dal senso compiuto il suo cervello elabora costantemente quelle parole lasciate dai suoi studenti completamente presi nell’esteriorizzare la loro filosofia di vita ancora acerba e probabilmente non pronta a scontrarsi con il mondo lì fuori.

    Bene, potete andare.

    Alza finalmente lo sguardo da quei fogli lasciandosi qualche secondo per osservare per un’ultima volta i suoi studenti tutti insieme. Questi si accomoderanno tutti fuori seguendo un flusso regolare sotto gli occhi vigili del sensei per poi venire richiamati uno alla volta all’interno della stessa stanza. Dall’esterno non si sentiranno rumori: un po’ se quelle quattro mura siano magicamente rivestite da qualcosa che non permetta al suono di uscire. Altro fatto interessante è che nessuno dei candidati sia mai uscito da quella porta lasciando esterrefatti alcuni ragazzini che hanno colto quel particolare che forse non ha molta importanza in quel momento.

    Ryu Shinoi.

    La voce è chiara, ferma e perentoria. Richiama il giovanotto che si è espresso tra gli ultimi e non ci vorrà molto prima che lo studente possa ritrovarsi ancora una volta in quell’aula adesso completamente vuota per eccezione del sensei adesso appoggiato alla cattedra e con lo sguardo che già penetra quello dell’esaminato. Se ne sta con le braccia conserte, in silenzio, aspettando che prendesse posto al centro della stanza indicato con un leggero movimento della testa.

    Allora.. tu sei quello del diventare ninja per servire il villaggio, proteggere e blablabla?

    Fa con dire annoiato facendo penzolare appena la testa a destra e sinistra, accompagna quelle parole con un movimento rotatorio degli occhi cercando un paio di fogli sparsi nella scrivania alle sue spalle. Afferrato qualcuno lascerebbe il tempo dell’altro di rispondere aspettandosi ovviamente un rispetto garantito dalla situazione ed ovviamente dalla loro diversa posizione nella scala gerarchica.

    Puoi farmi vedere la tua tecnica della moltiplicazione?

    Una richiesta lanciata lì, quasi distratta, che però deve essere ovviamente esercitata dall'esaminando per procedere nell’esame.



    Esegui la tecnica della moltiplicazione attenendoti al regolamento: non essere autoconclusivo e sii preciso in tutto ^^
    Ricorda inoltre di inserire lo specchietto finale! Per qualsiasi dubbio contattami pure.
     
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  4. ZeÞ™
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    Quando finalmente tutti finirono di raccontare la propria storia il sensei alzò lo sguardo dalla pila di fogli sulla quale era intento a scrivere appunti. Ci congedò e noi ci accomodammo fuori in attesa di essere chiamati nuovamente all’interno della stanza per un’ulteriore prova.
    Ero sempre stato una persona intenta a notare piccole cose, atteggiamenti sguardi fugaci, lievi sospiri. Proprio per questo non mi era sfuggito l’atteggiamento del sensei, non sembrava molto entusiasta di essere lì, probabilmente non gradiva il compito che gli era stato assegnato o molto più semplicemente era il suo modo di fare.
    I primi ragazzi vennero chiamati all’interno, uno dopo l’altro entrarono nella stanza ma non vi uscirono, pensai che dovessero rimanere dentro per la consegna dei coprifronte, ma sinceramente non diedi molto peso alla cosa, ero più concentrato a cogliere dei rumori all’interno della stanza per cercare di capire in cosa consisteva la prova successiva, ma con scarsi risultati.


    Ryu Shinoi.

    Era il mio turno, scambiai uno sguardo di intesa con Seiji ed entrai senza esitazioni nella stanza completamente vuota, ad eccezione del sensei ovviamente. Gli studenti entrati prima di me non c’erano, e iniziavo a chiedermi dove fossero finiti. Il sensei mi fece un breve cenno con la testa ad indicarmi il centro della stanza, dove andai a posizionarmi sotto il suo sguardo vigile.

    Allora.. tu sei quello del diventare ninja per servire il villaggio, proteggere e blablabla?

    Mi grattai appena la testa cercando di nascondere un po’ il fastidio che stavo provando in quel momento, feci finta di non aver visto la sua aria di sufficienza nel pronunciare quelle parole e mi limitai a rispondere, impassibile.

    Sì, sono io.

    Puoi farmi vedere la tua tecnica della moltiplicazione?

    Nulla di più facile per me, era una delle tre tecniche base, provate e riprovate durante tutto il periodo dell’accademia. Annuì appena e mi preparai all’esecuzione.
    La tecnica non richiedeva particolare concentrazione ma io mi ci misi di impegno comunque, non volevo fare una figuraccia men che meno dinnanzi a lui. Ripassai mentalmente quanto appreso in accademia, i sigilli, il chakra e la tecnica. Divaricai appena le gambe e iniziai a comporre i sigilli ripetendoli mentalmente.


    Pecora, serpente, tigre

    Sentì il chakra iniziare a montare, mi concentrai su di esso e lo impastai a dovere prima di rilasciarlo.

    Bunshin no Jutsu

    Il mio intento era quello di creare tre copie uguale a me che mi comparissero di fianco. Quando comparve la nuvola di fumo non ero ancora sicuro di aver eseguito correttamente la tecnica, in passato avevo visto gente utilizzare troppo chakra o anche troppo poco, con un’esecuzione davvero orribile, e sinceramente speravo di non aver fatto lo stesso errore.

    Resistenza: 100
    Stamina: 100 - 5 = 95

    Azioni: Tecnica della moltiplicazione(x3)
     
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    Quella nuvoletta di fumo esplode come da manuale, il gas si dipana nell’aria in mille volute arricciate disegnando ghirigori dalla fantasia casuale. L’esaminatore non muove ciglio, poggiato su quella scrivania fa scorrere il tempo con la sua naturalezza lasciando che un respiro decisamente tranquillo ritmi i secondi che passano fino al totale disfacimento di tutto. Tra le mani stringe un coprifronte nuovo di zecca, lo fa ciondolare quasi con aria annoiata lasciandolo lì come un amo, o distrazione, per il povero studente. Questo però non è decisamente bastato! Ecco infatti che un clone perfettamente creato fa la sua comparsa accanto a Ryu. Ogni suo tratto, vestito e addirittura dettaglio è perfettamente realizzato e clonato nell’ “illusione” proiettata accanto a lui.

    Ben fatto!

    Con una spinta della schiena si staccherebbe dalla cattedra compiendo passi regolari e misurati fino ad avvicinarsi allo studente e al suo clone. Si prenderebbe il tempo necessario per osservare quella creazione andando a girarle attorno, lo sguardo balla sopra e sotto cercando qualche imperfezione tipica delle prime esecuzioni. Sbavatura che evidentemente non esistono visto l’espressione decisamente soddisfatta che si incastra nel visto con estrema felicità. Gli occhi cercano lo sguardo dell’esaminato provando ad infondere una sensazione di sicurezza e silenziosa approvazione.

    E’ perfetto. Certo, io avrei provato a farne due o tre per impressionarmi ma questo va decisamente bene.

    Annuisce fiero cercando di allargare ancora di più il sorriso. La sua voce è calda, completamente diversa da quella di prima. Le sue movenze quasi paterne in quell’avvicinarsi nella speranza di poggiare la mano destra sulla spalla del giovane. Stringerebbe appena con le dite cercando di trasmettere una forza presente ma comunque leggera.


    Scusa se prima ti ho detto così ma fa parte del mio lavoro. Ho cercato di minare i tuoi valori che possono sembrare solo dei cliché. Ne ho sentiti tanti sai? Persone come te, insomma. Compagni, superiori e studenti. Tutti quanti mossi dalle stesse parole che hai detto poco fa. Li ho visti cadere tutti, uno dopo l’altro. Pochissimi sono rimasti e io sono tra questi.

    Si allontanerebbe appena andando a distaccarsi da quel contatto decisamente poco accademico.

    La mia prova era stupida ma l’hai comunque superata. In futuro ti smonteranno tutto quello in cui credi, proveranno a farti cadere sotto il pavimento sotto i piedi. Sta a te resistere no? Sono sicuro che questo coprifronte significherà molto per te, un po’ come lo ha fatto con me al tempo. Mi raccomando, fa attenzione.

    E così, in quel di Kumo, nasce un nuovo Genin. E’ pronto a fiondarsi in quel mondo pronto a travolgerlo? Questo non possiamo di certo saperlo. L’unica cosa che deve fare adesso è uscire dalla finestra che il sensei gli indica, si era già detto che la segretezza era tutto? E poi, pff, cosa vuoi che faccia un salto di un paio di metri ad uno shinobi nuovo di zecca?



    Bene! Sei promosso a Genin! Dovrai comunque fare il post finale prima di poter richiedere le modifiche.

    Un solo appunto: ti ho fatto riuscire solo un clone perchè nella parte di generazione e concentrazione sei stato un pelino autoconclusivo u.u Devi sapere che nei combattimenti non è detto che l'azione riesca nemmeno nell'esecuzione, magari ti impediscono proprio di eseguirla quindi effettivamente non accadono delle cose che tu hai dato per scontato nella narrazione :rosa: ma queste sono piccolezza, il resto andava benissimo.

    Ti assegnerò l'exp dopo il tuo post conclusivo. Qualcuno può fare lo stesso per me? :rosa:


    Edited by Kuma° - 2/6/2017, 23:44
     
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    Colui che è e si spera sarà

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    Non tutto era andato come previsto, di fianco a me giaceva immobile una copia perfettamente identica al sottoscritto nonostante io avessi cercato di crearne 3. Ero abbastanza deluso nonostante la tecnica fosse riuscita in parte, quella per me era una grande delusione. Non era dello stesso parere il sensei che per la prima volta da quando ci eravamo incontrati sembrava mostrare un briciolo di emozioni.

    Ben fatto!

    Con un balzo si era alzato dalla sedia e stava scrutando con attenzione il mio clone, che sembrava ben riuscito. Iniziai ad osservarlo anche io notando con gioia che non vi erano imperfezioni in quell’unica copia.

    E’ perfetto. Certo, io avrei provato a farne due o tre per impressionarmi ma questo va decisamente bene.

    Mi trattenni dal dirgli che in realtà ci avevo provato, decisi di farlo passare come una cosa volontaria, tanto non mi cambiava nulla, l’importante era l’esecuzione dopotutto. D’altronde il sensei mi stava dando più soddisfazioni di quanto in realtà meritassi, visto il suo sguardo fiero puntato in mia direzione, sembrava un’altra persone rispetto a quella conosciuto qualche attimo prima. Posò una mano sulla mia spalla e fece per parlare.

    Scusa se prima ti ho detto così ma fa parte del mio lavoro. Ho cercato di minare i tuoi valori che possono sembrare solo dei cliché. Ne ho sentiti tanti sai? Persone come te, insomma. Compagni, superiori e studenti. Tutti quanti mossi dalle stesse parole che hai detto poco fa. Li ho visti cadere tutti, uno dopo l’altro. Pochissimi sono rimasti e io sono tra questi.

    Iniziavo finalmente a capire e ad accettare il suo comportamento, era anche quella una prova dopotutto. Se non sei in grado di credere nei tuoi stessi valori non vale neanche la pena che ti scomodi ad uscire da casa. Il sensei aveva tentato di sminuire le mie parole per vedere quanto effettivamente credessi in esse.

    La mia prova era stupida ma l’hai comunque superata. In futuro ti smonteranno tutto quello in cui credi, proveranno a farti cadere sotto il pavimento sotto i piedi. Sta a te resistere no? Sono sicuro che questo coprifronte significherà molto per te, un po’ come lo ha fatto con me al tempo. Mi raccomando, fa attenzione.

    Come aveva detto lui la prova non era difficile, ma il suo significato era immenso per me, e l’oggetto che mi stava porgendo significava molto. Il tanto desiderato coprifronte di Kumo era a pochi centimetri da me, allungai la mano e lo presi, legandomelo immediatamente intorno alla testa.

    La ringrazio, spero che il nostro cammino possa incrociarsi nuovamente un giorno

    Chinai leggermente il capo in segno di rispetto e saltai giù dalla finestra indicatami dal sensei, svelando l’arcano mistero che si celava dietro la scomparsa degli studenti entrati prima di me. Atterrai con leggerezza per strada, e con passo deciso e sicuro mi incamminai verso il luogo dove solitamente ci allenavamo io Seiji e Akemi, in attesa che anche loro tornassero trionfanti dalla prova.
     
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    Puoi prendere 32! Và in pace!
     
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