Non c' è due senza tre!

Infermeria Incursio92 e Stompo

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  1. Incursio92
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    Ero ferito alle corde vocali, non riuscivo a parlare bene e pure se ci tentassi il dolore alla gola aumentava, così decisi che era meglio tacere per il momento, così mi concentrai su Yamashita, aveva la pelle del torace fortemente ustionata, fortuna sua è stata che non abbia voluto continuare a combattere, perchè se avessi usato un' altra volta una mia tecnica Yoton e per lui sarebbe stata la fine, ma non intesa come sconfitta bensì la morte.
    Il mio era un potere distruttivo immenso, per questo lo adoravo, il mio era un potere adatto solo a coloro che sognavano la grandezza, a coloro come me, infatti ormai da tempo avevo deciso di dedicare la mia vita ad un unico scopo: circondami solo di persone forti e con esse guardare dall' alto al basso tutti i deboli!
    Questo però non era tutto, proprio come me, molti altri per così dire " eletti " avevano avuto il dono di un potere unico che gli altri potevano solo sognare, quindi continuamente mi domandavo:

    " Perchè dovremmo essere considerati uguali a tutti gli altri?! O come dire che un lupo ed un agnello sono la stessa cosa! "

    Proprio per questo motivo, che non avevo mai detto a nessuno, non facevo del male, o per meglio dire non ne facevo più di quello che serviva, a coloro che mostravano di avere un potere unico come me ed adesso ai miei occhi ne era comparso un' altro di questi " eletti ": Yama.
    La trasformazione dei suoi occhi mi aveva lasciato esterrefatto, senza fiato, con l' animo ardente e la voglia di vederlo crescere sempre di più; quel potere che si era dimostrato capace di mettermi alle strette era davvero formidabile ed ero sicuro che sviluppandosi ancora di più sarebbe diventato qualcosa ancora più grande e magnifico.
    Camminavamo tra gli alberi della foresta, tenendo Yama col braccio attorno al mio collo per aiutarlo, piano piano per evitare di farci ulteriormente del male, ma nonostante il dolore che provavo alla bocca non riuscivo a distogliere lo sguardo da quegli occhi rosso sangue macchiati di nero; essi però, ad un tratto, tornarono al loro stato normale...

    " Evidentemente deve aver appena risvegliato il suo potere, quindi non ne ha ancora alcun controllo! "

    Siccome sapevo bene come le persone " speciali " come noi venissero guardati da alcuni con paura e da altri come possibili armi da sfruttare, feci cenno a Yama indicandogli prima i suoi occhi poi me e gli feci capire di non dir niente riguardo le nostre capacità; non sapevo se si fosse accorto di quel potere che si era svegliato, ma non volevo corresse il rischio che lo dicesse a qualcuno e rischiare di venire sfruttato per esso o peggio ancora, stessa cosa se avesse parlato del mio potere a qualcuno.
    Arrivammo dopo qualche minuto alle porte della clinica di Konoha, dopo aver bussato alla porta le infermiere ci vennero a soccorrere subito e dopo averci fatto coricare in dei lettini ci portarono dentro, adesso eravamo nelle loro mani, ma io sarei stato, come l' altra volta, attento a non dire niente nè del mio potere nè di quello di Yama, nella speranza che lui facesse lo stesso.

    Kenji Guren
    Ormai sono un ospite assiduo di questa clinica ahahahah con questa sono tre volte che ci vado :asd:
     
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    Sapevo che per l'infermeria non ci aspettava un percorso particolarmente lungo, ma ero cosciente anche che nel mio stato non sarebbe stata una passeggiata di salute. Il dolore al petto era qualcosa di incalcolabile, sebbene stessi cominciando a capire come camminare senza provocarmi altro dolore non riuscivo a levarmi la sensazione di bruciore intenso che avvertivo e in cima a tutto questo cercavo in tutti i modi di non guardare in che stato fosse il mio petto, non ci riuscivo mi dava...quasi fastidio, avrei aspettato l'infermeria e il dottore per sapere cosa mi fosse successo. C'era un'altra cosa però. Alla fine, quando il dolore aveva raggiunto l'apice, per qualche secondo tutto aveva cominciato a muoversi più lentamente. Che cosa mi era successo? Che fosse un effetto collaterale della tecnica di Kenji? Forse era un altro tipo di veleno, come quello dei Sebon? Sapevo solo che per un lungo tragitto lui non mi aveva staccato gli occhi di dosso, quasi come se stesse guardando qualcosa:

    "Beh adesso di sicuro non me lo può dire, né so che lo farebbe se potesse...Magari è solo preoccupato per me...Boh non ne ho idea"

    Sentivo che quello che avevo provato non dipendava da altre tecniche, qualcosa era successo in me ma non sapevo cosa, appena mi fossi ripreso avrei senz'altro cominciato ad indagare, volevo capire perché forse...naa forse non era il pensarci per il momento. Ogni tanto cercavo di spostare lentamente la testa per vedere come stava Kenji, per sforutna di entrambi non poteva essere molto di compagnia. Non ero ancora riuscito ad inquadrare il ninja di Oto, tralasciando il cambio di aspetto di cui ignoravo la ragione, in ogni scontro sembrava guidato da una forte rabbia che poi ad un certo punto cercava di reprimere per non andare troppo oltre. La tecnica che aveva utilizzato lui non era del semplice fuoco, lo sapeva lui e lo sapevo pure io, probabilmente non mi avrebbe mai detto di cosa si trattasse ma di certo capivo che era qualcosa di molto pericoloso:

    "Dovrò fare attenzione le prossime volte, se avessi presi quei globi a piena potenza chissà che cosa mi avrebbero potuto fare..."

    Ci aiutammo entrambi per tutto il tragitto che ci si parò davanti, cosa ci permise di mantenere un passo regolare e di arrivare in pochi minuti davanti alle porte dell'infermeria. Non so se il dottore avrebbe potuto capire dalla mia ferita il tipo di tecnica utilizzato da Kenji, di sicuro io non ne avrei fatto parola, erano cose sue e se avesse voluto ne avrebbe parlato lui. In ogni caso varcammo le pesanti porte del palazzo e ci affidammo alle sagge mani degli esperti.

    Yamashita Kazuma
    Beh dai pure io sono un affiliato, sono già a due XD
     
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    Appena i due entrarono nella clinica del Fuoco furono subito notati da alcuni dei portantini davanti ai distributori automatici, intenti a prendersi una piccola pausa di dieci minuti nel bel mezzo del turno lavorativo. Momento di relax che interruppero subito appena i due genin arrivarono abbastanza vicini da permettere loro di rendersi conto delle terribili condizioni in cui versavano. Uno di loro aveva i vestiti bruciati e delle ustioni ai lati della bocca, mentre l'altro, quello che appariva più grave, sembrava avere un vero e proprio buco scavato al centro del petto.

    Oh, mio dio!

    Esclamò una delle infermiere addette alla portineria. I portantini non persero tempo, e dopo aver lanciato uno sguardo di intesa alle infermiere dietro il bancone dell'ingresso dell'ospedale, corsero lungo il corridoio del piano terra per poi tornare un attimo dopo con ben due barelle. Caricarono sopra i due genin, e uno di loro, un ragazzo piuttosto giovane dai capelli scuri, dopo aver osservato bene la terribile ferita di Yamashita, diede gli ordini ai suoi colleghi.

    Questo portatelo in sala operatoria, è un codice rosso! L'altro portatelo nella venti, codice giallo! MUOVERSI!

    Con una rapidità degna di nota, ecco che le due barelle presero due direzioni opposte, separando di conseguenza i due genin. Quella con sopra Yamashita si diresse lungo il corridoio di destra, fino ad arrivare davanti ad una porta bianchissima, mentre l'altra, trasportante Kenji, percorse un altro corridoio fino ad arrivare in una normalissima stanza di ospedale. Il genin di Oto venne così scaricato su un letto, con i portantini che sparirono subito per andare a chiamare il dottore, il quale arrivò pochi attimi dopo. Si trattava di una sua vecchia conoscenza, lo stesso dottore che lo aveva già curato dalle ustioni la prima volta che era stato lì: il dottor Nikita. Kenji avrebbe riconosciuto subito il vecchio dottore, la cui testa sembrava ancora più pelata e le rughe ancora più evidenti della scorsa volta.

    Ancora tu?! Che diamine ti è successo stavolta?

    --------------------------------------


    Dalla parte di Yamashita le cose non erano così semplici da definirlo un codice giallo come Kenji, bensì quello immediatamente più grave, di solito assegnato a coloro che erano in pericolo di vita. I globi di lava dell'avversario, non solo avevano scavato un vero e proprio buco nella carne del giovane, bensì si erano solidificati, creando una patina di roccia vulcanica nerissima che aveva impedito l'emorragia, ma allo stesso tempo se non rimossa all'istante avrebbe compromesso le stesse funzioni vitali del paziente. Almeno un lato positivo era presente in tutta la faccenda, ovvero che lo sharingan ad una tomoe di Yamashita si era disattivato nel momento stesso in cui l'adrenalina aveva smesso di circolare nel corpo del ragazzo. E fu una vera e propria fortuna, dato che molti dei medici e infermieri della clinica si sarebbero rifiutati categoricamente di curare un ragazzo nelle cui vene scorreva un sangue maledetto, preferendo addirittura di mettere fine alle sue sofferenze loro stessi.
    Quando la barella varcò la porta bianca, Yamashita fu spogliato dai resti della parte superiore del suo vestito e messo su un'altra barella, la quale varcò un altra porta bianca all'interno della stanza, arrivando così finalmente in sala operatoria. Una luce accecante colpì la vista del genin, che ci mise qualche secondo prima di poter riaprire del tutto gli occhi. Si ritrovò dunque circondato da persone in abiti verdi, una delle quali stava già utilizzando del chakra acquatico nel vano tentativo di pulire la ferita. Uno dei chirurghi espresse subito la sua disapprovazione, prendendo da uno sportello una siringa piena di liquido giallognolo.

    Inutile, dobbiamo procedere alla vecchia maniera e anestetizzarlo.

    Vi ho dato la traccia da seguire. Ovviamente Cursio tu riesci a parlare, ti fa malissimo quando lo fai ma comunque ci riesci quel minimo che basta per far capire al dottore le tue condizioni. In quanto a te Stompo, beh, preparati all'operazione :soso:
     
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    La nostra entrata nello stabile non passò inosservata, fummo subito notati da due infermiere che erano lì vicino. La loro reazione non fu delle migliori, soprattutto quando posarono gli occhi su di me:

    "Oh, mio dio!"

    L'esclamazione di una di queste non piacque per niente, di fatto io non avevo ancora avuto il coraggio di guardare la causa del mio forte dolore al petto, anche perchè con il passare dei minuti il fastidio era andato via via scemando. All'urlo della donna la mia curiosità ebbe la meglio e abbassai gli occhi per vedere che cosa mi fossi fatto: nel punto dove quei globi incandescenti avevano impattato si era formato un buco, un grosso buco nero, certo non stavo sanguinando ma non poteva essere una cosa positivo avere un maledetto foro nel petto! Se prima ero preoccupato, ora stavo cominciando seriamente a spaventarmi, sembrava che mi fosse caduto dell'acido sul petto. Le due donne non persero tempo e dopo essere sparite dalla nostra vista tornarono con due barelle. Erano visibilmente agitate, lo vedevo dai loro occhi, continuavano a lanciarmi sguardi preoccupati al petto e la cosa non faceva stare per niente bene. Ci aiutarono a metterci sulle barelle che ci avevano portato:

    "Questo portatelo in sala operatoria, è un codice rosso! L'altro portatelo nella venti, codice giallo! MUOVERSI!"

    Codice Rosso?? Era la prima volta che mi capitava di sentire una cosa del genere ma non mi serviva una ulteriore spiegazione, capii da solo che andasse a delineare una situazione grave...Sala operatoria? non mi era mai fatto così male e ora mi volevano operare? Che cosa mi avrebbero fatto? E...E se non mi fossi più risvegliato?? La mia mente cominciò a vagare in preda al panico, se esternamente cercavo di mantenere la calma, dentro di me ero sempre più terrorizzato da quello che stava per succedermi. Fu allora che il mio pensiero andò a Kenji:

    "Come ha potuto usare una tecnica del genere? Di sicuro conosce i suoi effetti, come ha potuto usarla su di me sapendo che poteva mettere a rischio la mia vita??"

    Nel corso di questi mesi, dopo i nostri incontri, avevo quasi cominciato a considerarlo un amico, per quanto non avessimo mai avuto modo di parlare, ci eravamo solo limitati a qualche scontro ma...arrivare a questo? Se non avessi fatto in tempo a lanciare la mia tecnica, se quei globi mi avessero colpito il viso che cosa mi sarebbe successo? Già solo per essere stato colpito al petto mi stavano portando in una sala operatoria...non sapevo davvero cosa pensare. Furono questi pensieri in mente che mi impedirono di salutarlo quando la mia barella prese una direzione diversa dalla sua. Aveva attentato alla mia vita, l'aveva fatto consciamente oppure no? Non potevo saperlo, certo era che non lo avrei guardato più con gli stessi occhi. Le infermiere, dopo aver svoltato in un corridoio alla destra della sala centrale, mi portarono davanti ad una porta bianca, non vi erano scritte né insegne fuori, ma da quello che avevano detto prima intuii che si trattasse della sala operatoria. Cercai di prepararmi mentalmente facendomi forza, dicendomi che ero nelle mani dei medici di Konoha e che loro mi avrebbero fatto tornare come nuovo. Non bastò però. Entrato nella stanza venni subito spogliato di quello che rimaneva dei mie indumenti, cosa che mi fece malissimo: in corrispondenza del buco i vestiti si erano sciolti sulla ferita, quindi quando le infermiere andarono per toglierli tirarono tutta la pelle che vi era rimasta attorno. Urlai dal dolore, tutta la calma che mi aveva accompagnato fino a lì sparii in quel picco di sofferenza. La tediosa pratica finì, ma il dolore rimase ancora vivo, le infermiere mi spostarono su di un'altra barella cercando di fare più delicatamente possibile per non procurarmi altro fastidio. Superai un'altra porta bianca e venni investito da una luce accecante che mi costrinse a chiudere gli occhi tanto era intensa. Ci misi diversi secondi per abituarmici, quando riaprii le palpebre mi ritrovai circondato da diverse persone con dei vestiti e mascherine verdi, alcuni che mi osservavano, altri che cercavano di infondere del chakra sulla ferita per cercare probabilmente di farmi stare meglio. Dopo poco uno di loro interruppe tale pratica e scuotendo la testa si avvicinò ad un tavolino e vi prese una grossa siringa piena di un liquido giallo:

    "Inutile, dobbiamo procedere alla vecchia maniera e anestetizzarlo"

    I tocchi dei dottori erano delicati, ma nonostante questo provai lo stesso molto dolore ad ogni passaggio delle loro mani. Appena sentii le parole dell'uomo e vidi quell'ago enorme però il dolore passò quasi in secondo piano lasciando posto alla paura, al terrore ed entrambi uscirono sotto forma di domande:

    "Che...che cos'ho?? È molto grave? Cosa mi volete fare con quel ago? Oddio farà male?"


    Erano quasi farneticazioni, anche se mi avessero detto qualcosa probabilmente sarebbe solo servito a farmi preoccupare ulteriormente, ma in quel momento la ragione aveva lasciato spazio alla paura, paura di non sapere cosa mi sarebbe capitato.
     
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  5. Incursio92
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    Non appena gli occhi di infermiere e portantini si posarono su me e Yama minsi gelò il sangue nelle vene, per non parlare poi della reazione che hanno avuto vedendo lo stato in cui si trovava Yama...

    Oh mio Dio!

    Le condizioni di Yama erano davvero pesanti, ma lui per tutto il tragitto non ne sembrava per niente preoccupato, così posai lo sguardo sul suo viso e mi accorsi che stava guardando la ferita che aveva al petto, con gli occhi spalancati, viso pallido dalla paura, il corpo iniziò a scuotersi dal tremore.

    " Che abbia visto solo adesso le sue condizioni?! È possibile mai che non si fosse guardato prima?! "

    In pochi istanti le infermiere ci portarono dei lettini su cui i portantini ci fecero coricare...

    Questo portatelo in sala operatoria, è un codice rosso! L'altro portatelo nella venti, codice giallo! MUOVERSI!

    Proprio come avevo intuito le condizioni di Yama erano davvero gravi, così lo portarono con se in sala operatoria, notai in quel frangente come lo sguardo del ragazzo fosse cambiato nei miei confronti.
    A me invece mi portarono in una sala della clinica, lì aspettai qualche secondo prima che arrivasse un dottore, con mio stupore fu proprio il primo con cui avevo fatto conoscenza in quella clinica, il dottor Nikita.

    Ancora tu?! Che diamine ti è successo stavolta?

    Con un pò di dolore alla gola, provai con fatica a rispondere al dottore:

    Dottor Nikita, anche a me fa piacere rivederla! Come può vedere mi piace ancora giocare col fuoco...

    Attesi, dopo un colpo di tosse per lo sforzo fatto parlando, che il dottore iniziasse a fare la sua diagnosi ed iniziasse la cura.
     
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    L'anziano dottore ascoltò la rauca voce del paziente, per poi portarsi la mano al taschino e afferrare i suoi piccoli occhiali. Se li sistemò accuratamente sul naso mentre si avvicinava al genin di Oto. Gli afferrò il mento con la mano e diede uno sguardo alle bruciature vicino alla bocca.

    Mmm, ancora il Katon, eh? Ma non puoi allenarti per una volta contro qualcuno che usa, che so...
    il Suiton? Pensavo avessi imparato qualcosa dall'ultima volta, e adesso mi torni con bruciature ancora peggiori... mannaggia a te! Apri la bocca adesso.


    Detto ciò si portò di nuovo la mano in tasca per estrarvi un piccolo otoscopio, generalmente utilizzato per controllare le orecchie, ma che il dottor Nikita era solito utilizzare anche per veloci controlli al canale orale. La luce dello strumento illuminò così una gola distrutta, con orrende chiazze nere di bruciature che la ricoprivano per quasi tutta la sua superficie. Il volto del dottore mutò, andando ad assumere un'espressione decisamente stupita e sconvolta allo stesso tempo. Rapidamente aprì uno dei cassetti e ne tirò una bottiglietta di vetro e un cucchiaio piuttosto grande. Aprì dunque la bottiglietta, versandone il contenuto fino a riempire tutta la concavità del cucchiaio che avrebbe passato subito dopo al giovane.

    Prendi questo e ti sentirai meglio.

    Il sapore di quel composto liquido era davvero disgustoso, e la sua grande densità, superiore persino a quella del miele, rendeva lenta la sua discesa nel condotto orale. La sofferenza di quell'attimo fu però ripagata dall'improvvisa scomparsa del dolore alla gola, sebbene la voce continuasse a rimanere rauca e ben lontana dal suo timbro originale.

    Adesso voglio che mi spieghi per filo e per segno come diamine hai fatto a ridurti in questo stato.

    [-----------------------------]


    Nel frattempo, il povero Yamashita era in una situazione ben più drastica rispetto a quella del suo ex avversario. I chirurghi non badarono minimamente alle sue parole, presi bensì dalla discussione su cosa fosse meglio fare. Alla proposta dell'anestesia una donna replicò seduta stante.

    Ma sei impazzito?! Non possiamo anestetizzarlo totalmente senza i dovuti controlli, il suo cuore potrebbe non reggere!

    Il chakra acquatico è inefficace, così come il palmo mistico, e questa robaccia nera potrebbe penetrargli un polmone se non agiamo prima di subito per rimuoverla. Che alternative propone, dottoressa? Rimuoviamo il tutto senza anestesia?

    Una piccola dose di anestesia locale. Sentirà molto dolore ma comunque meno di quello che sentirebbe se non gli facessimo nulla, e allo stesso tempo non correrà rischio di infarto.

    Gli altri uomini in verde sembrarono appoggiare la proposta della donna, così che anche il primo fu costretto a rassegnarsi.

    E va bene, legatelo stretto.

    Repentinamente, i medici sollevarono Yamashita di peso per posizionarlo sopra il tavolo dell'operazione, e una volta fatto lo legarono stretto con delle cinghie. L'unica donna tra i chirurghi presenti, prese dunque una piccola siringa da uno degli armadietti, per poi rivolgersi a Yamashita.

    Farà male, lo so, ma cerca di stare il più fermo possibile!

    L'ago della siringa affondò sul fianco del paziente, che nel giro di qualche secondo non avvertì più l'acuto dolore che lo aveva accompagnato per tutto quel tempo. Senza perdere altro tempo tutti dottori afferrarono un bisturi: l'operazione aveva inizio.

    Post breve, così nel prossimo descriviamo le operazioni di cura vere e proprie, così poi sarete liberi di farvi una pq per risolvere la questione rimasta in sospeso tra i vostri due pg se vorrete.
     
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    Stare su quel lettino era come trovarsi sul bordo di un precipizio, la paura di cadere si mischiava alla voglia di sapere cosa c'era in fondo. Guardavo quel grande ago e da un lato speravo che il liquido che conteneva mi avrebbe fatto addormentare, non volevo rischiare di soffrire ulteriormente, ma d'altro canto una parte di di me voleva vedere l'operazione, voleva vedere cosa mi avrebbero fatto. Alla fine, come succedeva spesso in quelle situazioni, non fui io a decidere:

    "Ma sei impazzito?! Non possiamo anestetizzarlo totalmente senza i dovuti controlli, il suo cuore potrebbe non reggere!"

    Una dei dottori presenti quasi si scandalizzó all'idea del suo collega, bocciando l'idea alla radice. Dal canto mio, appena sentii parlare dei rischi che avrebbe potuto reggere il mio cuore sgranati gli occhi dal terrore, non volevo rischiare di morire, ma probabilmente se non lo avessero fatto avrei rischiato ugualmente. Cercai allora di parlare, di esprimere i miei pensieri ma non ci riuscii, aprii la bocca ma la voce non si degnó di uscire. Ero troppo spaventato, troppo teso, non potevo fare altro che rimanere in silenzio, troppo schiacciato dal rischio che stavo correndo per potermi esprimere.

    "Il chakra acquatico è inefficace, così come il palmo mistico, e questa robaccia nera potrebbe penetrargli un polmone se non agiamo prima di subito per rimuoverla. Che alternative propone, dottoressa? Rimuoviamo il tutto senza anestesia?"

    "Una piccola dose di anestesia locale. Sentirà molto dolore ma comunque meno di quello che sentirebbe se non gli facessimo nulla, e allo stesso tempo non correrà rischio di infarto."

    Lo scambio di opinioni di tra i dottori non aiutò a tranquillizzarmi,perché se anche loro non sapevano come gestire la cosa voleva dire che la situazione era veramente grave. Alla fine l'uomo si piegò alla scelta dei suoi colleghi:

    "E va bene, legatelo stretto."

    Mi sentii subito sollevato da diverse paia di mani che mi depositarono delicatamente sotto una barella illuminata da una grande lampada dalla forma bizzarra. Questo spostamento mi fece nuovamente soffrire per il Forte dolore al petto, tanto che sperai che quello fosse l'ultimo cambio di posto. La dottoressa che aveva proposto il piano alternativo si allontanò andando verso il lato opposto della stanza e poi tornó dopo qualche secondo con una siringa in mano molto più piccola della precente:

    "Farà male, lo so, ma cerca di stare il più fermo possibile!"

    Il dottore accompagnó le sue parole aiutando i suoi colleghi a legarmi al tavolo operatorio.In quel momento, mentre l'ago penetrava la mia pelle, mi sentii tranquillo, calmo, la paura che avevo provato fino a quel momento era improvvisamente sparita e non fu l'unica, anche il dolore che era stata una costante nelle ultime ore sparii lasciando posto ad una calma glaciale. Rimasi in silenzio, dentro e fuori di me, in attesa dell'inizio dell'operazione. Quello era il momento in cui cominciava la battaglia per la mia vita.
     
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  8. Incursio92
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    Il dottor Nikita ascoltò le mie parole e poi, dopo essersi sistemato i piccoli occhiali sul viso mi disse rimproverandomi:

    Mmm, ancora il Katon, eh? Ma non puoi allenarti per una volta contro qualcuno che usa, che so...
    il Suiton? Pensavo avessi imparato qualcosa dall'ultima volta, e adesso mi torni con bruciature ancora peggiori... mannaggia a te!


    Dottore, mica lo faccio apposta! Si vede che sono una calamita per i ninja con affinità al Katon!


    Apri la bocca adesso.

    Aprì la bocca come mi aveva detto il dottore, anche se la cosa non mi piaceva perchè il dolore per le bruciature alla bocca mi rendeva quell' apertura abbastanza dolorosa.
    Il dottore iniziò a guardarmi dentro la bocca, sino in fondo alla gola, la sua espressione cambiò notevolmente, infatti si precipitò a prendere un medicinale che versò in un cucchiaio, questo poi lo passò a me.

    Prendi questo e ti sentirai meglio.

    Fidandomi del dottore ingurgitai immediatamente quel medicinale, il sapore che avevo in bocca era davvero disgustoso e la cosa peggiore era che scendeva molto più lentamente di qualunque altro medicinale in gola, avrei dovuto sopportare ancora un pò quel saporaccio, ma in pochi secondi notai subito gli effetti benefici, il dolore alla gola era sparito, anche se sentivo ancora rauca la voce.

    Adesso voglio che mi spieghi per filo e per segno come diamine hai fatto a ridurti in questo stato.

    Dottore, per filo e per segno! La solita situazione! Mi stavo allenando con un ragazzo e mentre stavo eseguendo una tecnica appresa da poco, lui ha contrattaccato ed il risultato fu che il fuoco non solo mi ha ustionato la bocca, ma anche la gola!

    A quel punto rimasi fermo seduto, in attesa che il dottore mi dicesse che potevo andare via o ancora ci fossero state cose da fare prima del mio rilascio.
     
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    Ascoltate le parole del ragazzo, il dottor Nikita venne raggiunto da una delle infermiere, la quale gli consegnò una cartellina metallica con all'interno un referto medico. Il dottore gli diede uno sguardo rapido, per poi scambiarsi uno sguardo d'intesa con l'infermiera. Tornò poi a rivolgersi al suo paziente.

    Beh, di solito chi si scontra contro tecniche di fuoco non riporta ustioni fin dentro la gola, il tuo era un caso particolare che mi interessava. Comunque tra poco ti raggiungerà il ragazzo che hai accompagnato fin qui, ormai è fuori pericolo! Ora sdraiati a pancia in sotto e scopriti il sedere come l'altra volta.

    Ed esattamente come aveva già fatto l'infermiera sexy non molto tempo prima, il dottore fece una bella puntura sul sedere di Kenji prima di occuparsi dell'ustione sul petto. Anche questa volta, non essendo superiore al secondo grado, l'ustione non richiese altro se non una spalmata di pomata e la solita fasciatura.

    Come l'altra volta, cerca di stare lontano dalle attività ninja fino a che non sarà a buon punto nella guarigione. Ti prescrivo il solito unguento da applicare.

    Nel mentre ecco arrivare nella stanza la barella con sopra il povero Yamashita, visibilmente turbato nell'aspetto a seguito dell'esperienza in sala operatoria. I dottori avevano rimosso con cura la lava solidificata dalle zone più delicate, delle volte finendo addirittura per rimuovere interi lembi di tessuto da quanto quel composto ad alta temperatura si era fuso con essi. Ma fortunatamente per il genin di Konoha, tutto andò per il meglio, e anche il dolore non fu così terribile, dato che l'anestesia aveva avuto degli effetti più che ottimi. L'unico punto molto doloroso in quell'operazione fu il raschiare la pietra vulcanica via dalla parte più esterna, ma alla fine sarebbe stata un'esperienza che gli avrebbe ricordato quanto fosse pericoloso non conoscere appieno il mondo ninja. Un'enorme cerotto copriva la parte centrale del busto del ragazzo, impedendo così a chiunque di vedere l'orrenda ferita.

    Salve Yamashita, sono il dottor Nikita. Come ti senti ora? Ti è andata di lusso, ancora poco e ti saresti giocato un polmone. Come il tuo collega qui, anche tu faresti meglio ad evitare l'attività ninja fino a quando la ferita non si sarà cominciata a cicatrizzare. Per il resto prescrivo anche a te un unguento da spalmarci sopra, così la aiuterai a guarire!

    A voi le conclusioni nel caso decideste di fare una pq o roba simile! Stompo hai fatot dei bei post,
    perciò ti terrai una bella cicatrice sul petto per un mese off gdr, poi scomparirà quasi del tutto :soso:

    Stompo 29 exp, Incursio 26
     
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    Molto carina, Nagi può prendersi 41
     
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