[Deserto] Il paradiso dei resti.

Per zend

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    Lasciai che il filo vibrasse come corde di un violino nell’aria, sfidando gravità e vento per arrivare al suo scopo più importante. Morsi il labbro nel constatare la riuscita del 50% delle mie intenzioni, vanificate da una stupida moltiplicazione blanda contro cui avrei dovuto far i conti molto presto. Sorrisi ancora però quando mi assicurai della presa del groviglio di filo di cui Fiammifero era proprietario. Ero fermamente convinta che nel suo corpo il veleno stesse lentamente prendendo le redini, inglobandosi alle cellule della pelle per renderla sempre meno reattiva. Avvelenarlo divenne lo scopo principale che andò a muovere per intero il mio attacco, ma fui sfortunata abbastanza da non riuscirci per intero. L’altro ragazzo si muoveva in maniera lesta ed fu in grado di divincolarsi dal pericolo, sottraendosi alla stessa morsa che costrinse il primo a rallentare le mosse. Non vi erano aspettative certe: potevano entrambi allearsi tra di loro vista la capacità di capirsi a vicenda, coalizzandosi in seguito a ciò che avevano provato. Ero una ragazza ancora solitaria, che non si era affacciata al mondo ninja solo ed esclusivamente perché non era un desiderio forte e predominate. Però non negai di aver scoperto in quella mezz’oretta un qualcosa di divertente, che mi convinse a non mollare quell’impresa. Mi era capitato di prenderle da mia madre così tante volte che quattro tecniche da strapazzo non m’avrebbero arrecato granchè, ma volevo evitare a tutti i costi di farmi del male per una questione di onore. Mia madre infondo non poteva essere messa al loro stesso livello, motivo più che sufficiente per stringere le labbra e trasformare l’apatia in un sorriso interessato. Lasciai che lo stesso divenisse il motore delle mie azioni e che l’adrenalina facesse da collante tra una microevoluzione e l’altra. Ero partita dalla noia e dall’indifferenza ma ad ogni frammento di situazione mi ritrovavo a cambiare, a mutare, ad evolvermi come un bruco in un baco.
    Inutile dire che c’era parecchio da fare e qualcuno a cui badare.

    -NON RIESCO AD ACCETTARLO. DANNAZIONE!!!!! NON SONO UN DEBOLE!!!!!

    Mi concessi un istante per ascoltare quell’urlo con iridi sbigottite, assicurandomi che l’altro non fosse già morto. Non avevo bisogno di cadaveri sulla coscienza, anche se ero nel deserto non volevo macchiarmi di inutili crimini. Avrei ammazzato solo se necessario, nessun problema, nessun ripensamento.
    Sfregai il caschetto ramato inarcando il sopracciglio e nascondendo un sorriso avvalendomi del buio. Nessuno s’avvicinò per constatare cosa stessimo facendo, c’era soltanto Escanor nascosto chissà dove a burlarsi di quella scena. Il suo lato anticonvenzionale era più insopportabile dell’astinenza da brandy o da oceano, ma pian piano ci avrei fatto il callo.
    Con un rapido calcolo provai a ipotizzare due piani distinti. Ero l’unica a possedere il filo tra le mani ma non l’unica in campo e pur conoscendo distintamente la mia ubicazione sarebbe stato semplice sparpagliarmi tra i cloni. Tuttavia il fatto che fossero troppo lontani da me poteva costituire un problema. La seconda ipotesi prevedeva invece l’uso, ancora una volta, della sostituzione per sottrarmi dal raggio d’impatto del ragazzo. Fui confusa dal suo uso ibrido di magia e attacchi fisici, ma pareva soltanto conoscere tecniche accademiche visto che non sembrava sfoderarne altre.
    Quando lo vidi abbastanza vicino provai d’istinto una terza via: tentai di allungare le braccia sulla testa, nel tentativo di resistere alla potenza dello shinobi. Volevo provare ad agire e ad avvalermi della sua stessa sicurezza per tendergli una trappola. Miravo a far perdere lui un minimo di quella furbizia che era stato in grado di dimostrare. Cercai di ripararmi soprattutto la testa dall’attacco, piegando le ginocchia e dando più spazio al [braccio destro] per provare a coprirmi con il [coprifronte]. Pareva essere duro abbastanza da supportare al minimo un colpo impresso da un fisico nella norma, tentar non nuoce! Avevo anche il filo in entrambe le mani, quindi per sicurezza provai ad imprimere a quello di Fiammifero una sorta di andazzo a mo’ di frustata, roteando il polso destro per dirigere la metratura spinata da destra a sinistra. Non ero interessata a colpire qualcuno o a distruggere quei cloni palesi, ma volevo servirmi del mio filo per rintracciare meglio il ragazzo. Provai a concentrare il chakra in grandi quantità, preparandomi a denti stretti a subire il colpo. Sapevo che in quel modo lui avrebbe ottenuto a suo modo un vantaggio, ma l’avrei ottenuto a mia volta: volli osare e mettere in mostra le tattiche pur subendo, e mi convinsi che farlo era la cosa migliore.

    Ayatsuito no Jutsu

    Il primo utilizzo del filo mi sarebbe servito per avere sempre prova del corpo del ragazzo, indipendentemente dal modo con cui sarebbe finito a contatto con il suo corpo. Conficcarlo o bloccarlo nei calzari mi era indifferente. In successione, una volta arrestatosi, avrei mollato la presa della destra sul filo-trappola per concentrare sull’altro le energie. Capito la provenienza del dolore mi sarebbe bastato davvero poco per rintracciarlo, e con un po’ di fortuna in più tutto sarebbe andato secondo i miei piani. Provai a teleguidare il filo grazie a quella tecnica dopo un’attenta composizione di sigilli, seppur dovetti pregare il Dio Sanbi perché andasse tutto per il verso giusto. Agii sul mio di filo, ancora imbevuto di veleno, riprovando nuovamente a imbavagliare per intero l’avversario che normalmente si sarebbe ritrovato sopra la mia testa o comunque a poca distanza. Non osavo immaginare altro, non provai altro. Ero solo cosciente che rischiavo troppo nella sorte.



    R: 199-1=198
    S: 280-5-5-50 [Sforzo extra]=220


    AeJ:
    Opposizione fisica al sacro colpo con le braccia (tentativo di attutire i danni per mezzo del coprifronte)+movimento a "frustata" del filo di Zend per "marchiare" Renji
    [Sforzo extra] Stretta d'acciaio+Induzione venefica su Renji con filo spinato personale in contrapposizione alla Raffica


    As usual, se ci sono cose della difesa che non capite ditemelo uwu
     
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    Responso nr. #3


    Attacco Renji:
    - Sacro Colpo di Tallone: 30+30+5+6+7+6+16= 100 [riesce per decisione arbitrale]
    - Raffica della Foglia: 30+30+3+6+6= 75 [fallisce per inferiorità combattiva]
    - Moltiplicazione del Corpo: [riesce a prescindere]
    - Sacro Colpo di Tallone: 30+30+5+6+8+6+20= 105 [riesce ma colpisce una copia]


    Difesa Zend:
    //


    Difesa Lìf:
    - Parata: [riesce a prescindere]
    - Stretta d'acciaio: 55+20+3+20+7+14= 119 [riesce per supremazia combattiva]


    Danni:
    Zend: 10 [avvelenamento]
    Lìf: 12
    Renji: 28 [avvelenamento: -10 a turno]


    Narrazione Turno:
    Il primo attacco di Renji viene prontamente assorbito dalla parata di Lìf che, a causa dell'onda d'urto, perde tutti i suoi cloni. Anche il ragazzo, però, perde praticamente tutte le copie, considerata la loro vicinanza e l'onda d'urto. Tuttavia, il filo di Lìf va a marchiare leggermente l'altro, strappandogli un poco di pelle sopra la caviglia destra, nulla di grave, per lui. Ed è quando quest ultimo cerca di continuare ad attaccare la kunoichi che è invece lei a bloccarlo nel filo spinato, avvelenandolo. Ma il ragazzo parte alla carica contro Zend, non sapendo del piano che il suniano ha architettato. Sfruttando un gioco di fumo tra copie fatte e sciolte, si trasforma in una grossa serpe che non viene colpita dal calcio dell'altro. Eppure, la tattica di Zend viene nulllificata con il gesto dell'altro: l'onda d'urto di ben dieci metri, è sufficienze per spazzare via quasi tutte le copie, sia di Zend che di Renji, ma sopratutto, la tecnica della trasformazione viene sciolta, rivelando il ragazzo! A questo punto, sta a lui riprendere in mano la situazione.


    Situazione Finale:
    Zend ha 5 copie oboro ma la sua trasformazione è stata sciolta, per cui è riconoscibile dai due come il vero Zend. Renji ha 2 copie ma, allo stesso modo, si è palesato e la sua posizione è riconoscibile. Lìf si trova a circa quattro metri da loro, che sono distanti neanche due metri l'uno dall'altro.
    I turni vanno a scalare, per cui l'attacco va a Zend, la difesa va prima a Lìf e poi a Renji.



    Commenti Arbitro:
    I danni a Renji sono per il filo spinato che lo ha colpito due volte. Quelli di Lìf per la differenza tra il sacro colpo di tallone di Renji e la sua parata. Non ho segnato né dato riuscita alle azioni di Zend essendo praticamente narrative.
    Per dubbi mp. Vi ricordo che posso concedere turni extra e variazioni di turno a secondo di come vi giocate la cosa
     
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    Sentivo il cuore battere ripetutamente ad una velocità allarmante, qualsiasi metodo avessi adottato nel tentativo di calmarlo sarebbe stato completamente inutile. L'adrenalina veniva rilasciata costantemente nel corpo nella speranza di mantenermi vigile davanti alla condizione di pericolo nella quale mi trovavo, raggiunto quel punto non sapevo se correvo un reale rischio di morire oppure no. Le ferite non erano certamente mortali ed avevo ancora un po' di forze per tentare un ultimo disperato attacco che in ogni caso non sarebbe bastato a concludere lo scontro, mi sarei dovuto arrendere? Senza dubbio era la scelta più logica ma la mia psiche non avrebbe mai potuto tollerare un simile affronto.
    Mi sentivo spaccato in due: la parte razionale gridava di arrendersi, la parte emotiva gridava di attaccare. Due scelte opposte che non ammettevano compromessi ma solo una decisione netta. Abbandonare ogni senso di razionalità nel vano tentativo di arrecare danno ad uno dei miei avversari sapendo per certo che l'altro mi avrebbe sconfitto? Era questa la mia decisione.
    Il colpo di Renji aveva distrutto la maggior parte delle copie e con l'onda d'urto provocata fece disperdere il chakra che ricopriva il mio corpo determinando l'annullamento della trasformazione, cosa che non era assolutamente prevista. Si poteva dire che la difesa messa in piedi, per quanto suicida e dannatamente poco ortodossa, fosse riuscita nel suo intento principale ma nonostante ciò sentivo un dolore profuso lungo tutto il corpo seppur apparentemente non fossi stato colpito. Muoversi era fuori discussione, la stanchezza unita al dolore non mi permettevano spostamenti utili inoltre avrei dato tempo al ragazzo di elaborare una difesa oppure un altro attacco. Proprio come aveva fatto in precedenza.
    Accelerai a dismisura il flusso di chakra nel corpo ponendolo ad uno stress fisico disumano, ogni più piccola fibra cominciò a dolere come trafitta da aghi invisibili, il cuore cominciò a pompare sangue ancora più velocemente come per adeguarsi alla velocità del chakra. Una sorta di equilibrio tra sistemi circolatori diversi che permettevano al corpo di rimanere in piedi. Mi ci voleva solo qualche altro istante così da spostare l'intero chakra dalle zone periferiche a bocca e braccia. Gestire una quantità di energia simile era un impresa ardua date le condizioni fisiche-mentali nelle quali mi trovavo intrappolato, ma avrei continuato lo stesso a prescindere dall'esito dello scontro. Portai le braccia al livello del petto e con molta fatica cominciai a comporre i sigilli per la Mitica Fenice di Fuoco, nel frattempo il chakra veniva impastato nella bocca andando anche a delineare la forma dei proiettili i quali si sarebbero plasmati definitivamente solo una volta che fossero stati sparati. Avrei potuto dargli qualunque forma, anche la più stravagante, ma l'unica immagine che mi venne in mente era quella degli aghi, gli stessi che usavo per impalare le lucertole quando avevo finito di divertirmi. Poteva sembrare esserci un nesso tra le due cose e forse vi era, la mia psiche aveva fatto un semplice connessione usando le emozioni che avevo provato fino a quel momento e quelle che normalmente provavo quando ero io il padrone della situazione. Durante l'intero scontro non ero stato altro che la lucertola che provava con tutte le sue forze a sopravvivere nonostante le avversità ma che alla fine doveva arrendersi davanti all'evidenza dei fatti: essere in trappola.


    * Tecnica della Mitica Fenice di Fuoco *

    Con le ultime energia rimaste provai a sparare una ventina di proiettili, attraverso quattro raffiche da cinque, che erano il massimo che potessi fare in quel momento, ciò però mi costrinse ad eseguire quattro volte i sigilli per la tecnica facendomi patire un dolore inimmaginabile lungo le mani. Avrei voluto gridare per la sofferenza che provavo ma sarebbe stato solo un altro segno di debolezza che non potevo assolutamente mostrare, era inaudito che io fossi debole e che esternassi i miei patimenti. Diedi fondo a tutte le mie energie nel tentativo di colpire Renji con almeno un proiettile, se non ci fossi riuscito non me lo sarei mai potuto perdonare perché avrebbe significato che non ero abbastanza forte nemmeno per colpire una singola volta i miei avversari. Ignorai totalmente la ragazza senza una ragione precisa che mi spingesse in tale direzione, l'unica cosa che in quel momento riuscivo a vedere e focalizzare era il ragazzo che avevo di fronte, tutto il resto era come se non fosse mai esistito.

    -E' finita...

    Le forze mi stavano abbandonando. Era stato il mio ultimo disperato gesto in preda a delle emozioni che non avrei dovuto palesare e che tantomeno avrebbero dovuto prendere il soppravvento, ma non potevo conoscere bene me stesso fino che non avessi portato al limite il mio corpo e la mente stessa. Il primo a cedere fu il ginocchio sinistro, d'istinto portai le mani al suolo per evitare di cadere disteso sulla sabbia ma che mi portò ad assumere, seppur involontariamente, una posizione di prostrazione ma ero troppo dolorante e stanco per notarlo. Successivamente fu il turno del destro.
    Le copie rimaste in campo esplosero in una nube di fumo quando venne reciso ogni legame di chakra tra me e loro, non vi era più un sistema circolatorio del chakra che potesse regolarne i movimenti e la loro esistenza, private così della loro fonte di "vita" scomparvero nella stessa nube dalla quale erano state create.
    Le mani e le braccia ferite impregnavano con il sangue la sabbia inumidendola e rendendola compatta al tatto. Una parte di me stava macchiando quelle lande desolate e presto sarei svenuto in mezze ad esse rendendomi parte di esse per qualche momento, cercai di mantenere rigidi i muscoli della braccia così da evitare di crollare definitivamente. Alzai la testa in cerca dello sguardo di Renji, dovevo focalizzare bene il volto di colui che mi aveva umiliato e messo in ridicolo le mie capacità, forse avrei cercato vendetta oppure un'opportunità di riscatto ancora non sapevo come avrei reagito quando la mia mente fosse stata completamente lucida e non offuscata dagli avvenimenti di quella notte. I miei occhi smeraldo bruciarono di rabbia quando incontrarono quelli del ragazzo.


    -Danna...zione...

    Alla fine le braccia non c'è la fecero più a sorreggermi e l'intero corpo cadde sulla fredda sabbia, il volto sempre tenuto alto fini per poggiare su un lato mentre con le ultime forze rimastomi strinsi i pugni come per provare ancora a me stesso che non ero sconfitto, ma come era logico aspettarsi persi immediatamente la forza. L'unica parte di me che era ancora in grado di fare qualcosa era la mente, che nonostante tutto riusciva ancora ad elaborare dei pensieri più o meno complessi.

    * Io non ho sbagliato nulla, non sono debole. Mamma e Papà hanno torto, i ninja non sono folli. Non sono pazzo. Posso fare ancora qualcosa, non ho perso. Posso alzarmi. Non sto provando alcun dolore, devo solo costringere il corpo ad obbedire alla mia mente. Io...Io...posso...farcela...devo...farcela. Siete...voi...deboli...non...io. *

    Fino all'ultimo tentati disperatamente di convincere me stesso che ciò che era successo non era imputabile alle mi scarse capacità, ma non erano nulla di più che capricci di un ragazzino che del mondo non aveva visto niente se non quello che voleva vedere. L'intero scontro sarebbe servito come insegnamento per le occasioni future ma fino a che punto fossi stato in grado di imparare da esso era difficile dirlo, la mia mentalità era troppo fuori dai canoni di normalità per sapere che quale sarebbe stata la sua reazione. La vista cominciava ad appannarsi e le immagini divenivano sempre più sfocate, era certo che da lì a poco sarei svenuto e per quello non c'era rimedio di alcun tipo.
    Dannazione...

    Scheda Zend Izuki
    -Parlato
    * Pensato *

    -Parlato Renji
    -Parlato Uomo Sconosciuto

    Resistenza: 22-10 [Avvelenamento]= 12
    Chakra: 100
    Azioni:
    -[Sforzo Extra: -50 Chakra +20 Riuscita Tecnica] Tecnica della Mitica Fenice di Fuoco su Renji con 5 proiettili (massimo consentito) [-10 Chakra]
    - Tecnica della Mitica Fenice di Fuoco su Renji con 5 proiettili (massimo consentito) [-10 Chakra]
    - Tecnica della Mitica Fenice di Fuoco su Renji con 5 proiettili (massimo consentito) [-10 Chakra]
    - Tecnica della Mitica Fenice di Fuoco su Renji con 5 proiettili (massimo consentito) [-10 Chakra]
    -Spostamento in direzione di Renji
    Valori Resistenza-Chakra post-azioni:
    Resistenza: 12
    Chakra: 90-10-50-10-10-10= 0

    Spero sia tutto corretto e che ciò che ho fatto sia lecito, non ho attacco Lif quindi vedete voi come procedere al riguardo, nel post è ""spiegato"" il motivo. Suicda sicuramente ma anche coerente con Pg e situazione ahahah
     
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    Lo sentii distintamente, come un pesce a cui viene tagliata la testa per una zuppa. Non con la stessa forza ovviamente, e in un confronto era decisamente meglio la prima opzione. Perché il pesce si sa, è sacro fin quando non può sfamare qualcuno e quel qualcuno a sua volta diviene pasto per una creatura ancora più grossa. È un circolo vizioso: il pesce grande mangia il pesce piccolo e così via. Però vi era da considerare il fattore cooperazione: più pesci piccoli possono mangiarne uno grande, magari un cacciatore? Beh, che risposta scontata. Mi riparai con il coprifronte abbastanza in tempo da non vedere il piede nemico sulla fronte, cosa che volevo evitare. L’avambraccio spuntò come un’anguilla sopra il cranio, mentre nell’altra mano tenevo il filo che con veemenza si conficcò in una parte del corpo tale che difficilmente il ragazzo avrebbe avuto poche difficoltà nel muoversi. Sentii l’impatto calcarmi più a fondo nel terreno, il peso distribuito con pienezza lungo tutto l’asse, la colonna vertebrale, le braccia, le gambe mi permise di sorreggere e attutire l’impatto che divenne leggero. Ne vidi di striscio la suola giungermi contro e scomparire, pronta a ripiombarmi addosso. Tuttavia l’altro braccio fu più veloce e il filo evitò che un colpo dal basso potesse partire, seppur stranamente qualcosa non andò per il verso giusto. Fondò la trappola data dal prolungamento spinoso, un legaccio rudimentale quasi quanto le loro stesse metodiche d’approccio, una zattera a paragone di un veliero, un arpione contro un fucile. Due mezzi diversi, due visioni differenti. Forza bruta contro ingegno e progresso, maneggevolezza pura contro innovazione. Il coprifronte assorbì il colpo bellamente, ma si incrinò divenendo un ammasso di ferro scheggiato e ripiegato nel centro. Era servito a salvarmi ma ora avevo bisogno di un qualcosa di nuovo, e inoltre volevo un risarcimento danni da uno dei due. Sondai subito il tipo più salterino, adocchiandolo e prestando sempre attenzione alle sue mosse. L’altro si dimostrava ampiamente più stanco, e avendolo privato del suo filo pareva conoscere poche altre mosse o semplicemente voleva rimanere guardingo ancora nella speranza di continuare e restare impunito. Non mi interessava, ero ampiamente soddisfatta in realtà e un senso d’apatia cominciò a pervadermi dopo essermi accorta che anche il secondo ragazzo entrò in contatto con il filo avvelenato. Non mi spiegai ancora il perché fosse salvo dalla prigionia ma spinsi al massimo il corpo, accorgendomi di quanto fossero affaticati gli altri. Ero, contrariamente a quanto potessi pensarlo, più energica dei due e sorrisi al suono dei fiatoni ritraendo il mio filo e cercando di capire se potessi ancora contare sull’altro e capire se fosse impigliato nell’avversario o staccato e senza un utilizzo. Se l’avessi capito avrei anche trovato, fino alla sua liberazione, la sua posizione fissa.
    Escanor mugugnò con la voce deviata, assumendo con parole taglienti tutto il divertimento alla vista di quello scontro.

    <dovete fare di più per battermi, non vi sarete bruciati la lingua o fratturati una caviglia! Suvvia, un po’ di dinamismo>

    Lo lasciai perdere e mantenni il controllo, nuovamente nell’attesa di input che presto arrivarono. Fu Fiammifero a raccogliere per primo le sue ultime forze e a puntare, ad occhio e croce, solo nei pressi dell’altro shinobi ignorando la mia posizione. Cercò di raccattare altre forze per generare una serie di proiettili verso il ragazzo, seppur non sapevo effettivamente se in quello stato avrebbero funzionato. Tuttavia valutai la situazione in un nuovo modo, guardando le mani occupate dal suo filo con estrema meditazione. Feci un respiro profondo, focalizzando l’attenzione sul ragazzo preso di mira. Feci levitare il filo di Fiammifero per aiutarlo nell’impresa, sfruttando la fiammata come copertura. In realtà volevo aiutare l’altro a non vanificare quella mossa e trenta fili sarebbero stati sufficienti. Provai a emettere chakra nelle spine e a far saettare il cavo rasoterra, nel tentativo di beccarne la silhouette dalle gambe fino alle braccia. Se fossi riuscita in quell’intendo avrei lasciato l’onore al ragazzo di Suna di colpire e mi sarei distanziata ancora, sfruttando i dieci metri di filo rimanenti e non avvolgibili come base sicura. Per il resto volevo solo finire quella operazione, e iniziavo ad annoiarmi.


    R: 198-12=186
    S: 220-5-50=165


    AeJ
    [Sforzo extra] Stretta d'acciaio (Filo zend) su Renji in contemporanea al colpo di Zend


    Edited by Yama™ - 2/4/2017, 19:59
     
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  5. Incursio92
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    La mia tattica d' attacco aveva sortito solo il 20% dell' effetto che mi ero prefissato di fare, ero riuscito a colpire la ragazza, ma essa non solo aveva attutito il colpo con il coprifronte, ma era riuscita a colpirmi una gamba con quel maledetto filo spinato...

    " Auch! Dannata! "

    I miei attacchi successivi furono un completo fallimento, il primo venne bloccato da quel maledettissimo filo spinato che mi aveva arrecato altri graffi sul corpo e poi quando balzai per colpire il ragazzo del Katon, non lo trovai e colpì la sabbia.
    Il mio ultimo attacco aveva generato un' onda d' urto che investì molte delle copie sul campo facendole svanire, mentre una lucertola gigantesca che era comparsa dal nulla sul campo venne sbalzata...

    " Una lucertola gigante?! Da dov' è apparsa?! Che si sia mangiata il ragazzo?! "

    Il mio dubbio era lecito, nel campo di battaglia era letteralmente scomparso, mentre si era fatto avanti dal nulla questo essere, stavo per attaccarlo, quando scoppiò in una nuvola di fumo bianca ed al suo posto riapparì il ragazzo disperso...

    " Ma cosa diavolo gli è venuto in mente?! Avrei potuto anche attaccarlo mortalmente se lo credevo una creatura pericolosa! "

    Ormai era andata, il ragazzo si era salvato, ma la stessa cosa non si poteva dire per me, avevo bisogno di analizzare la situazione, avevo a quasi due metri il ragazzo, ma dalle ferite e dall' aspetto provato si vedeva che fosse allo stremo delle forze, la ragazza del filo spinato si trovava a circa quattro metri da noi che ci osservava, probabilmente anche lei ci stava analizzando; da quel poco che ho potuto vedere lui utilizza il Katon, ma non sembra avere una grande difesa e nelle condizioni in cui si trova basta uno schiaffo per metterlo KO, invece la ragazza era integra, se non fosse stato per la mia tallonata di prima, in più potevo, da una prima analisi, determinare che non conoscesse tecniche offensive che avrebbero creato danni ingenti, l' unica cosa che sapeva fare era colpire con quel filo spinato.
    Con gli occhi mi concentrai ad osservare il ragazzo, che era più vicino a me, sciolsi le copie che avevo in campo perchè inutili dato che sapevano chi fosse l' originale, vedevo come si muoveva a stento e con fatica, così pensando anche alla ragazza, decisi di fare una cosa che ancora non avevo fatto: presi dal mio borsello una pillola e la ingoiai velocemente.

    UAAAAAAAAAAAAAAAH!!

    Potevo sentire chiaramente i miei muscoli di braccia e gambe che si gonfiavano ed irrobustivano, la mia forza fisica stava aumentando in modo spropositato...

    Ragazzo, non muoverti di lì altrimenti sarò costretto a farti più male di come stai già!

    Purtroppo però le mie parole sembravano non essere state udite dal giovane, forse per lo stato in cui si trovava era talmente affaticato che non poteva sentirmi, infatti vidi che compose dei sigilli, a quel punto era scontato che stesse usando un' altra delle sue tecniche Katon, così decisi che prima di prendermi avrebbe dovuto colpirmi, composi velocemente i dovuti sigilli e poi tentai di utilizzare la tecnica:

    " Bunshin no Jutsu! "

    Se avessi avuto successo avrei creato 8 copie di me stesso per tentare di difendermi sia dall' attacco del ragazzo che di quello, a tradimento, della ragazza col suo maledetto filo.

    " Senza quei fili non sei capace di far nulla, lo capirai a tue spese! "

    Successivamente alla prima ondata di colpi Katon, il ragazzo, ne lanciò una seconda, così decisi che era arrivato il momento di fare qualcosa: avvolgendomi con un aura di chakra, tentai si svanire, per schivare l' attacco lanciato dal giovane, per ricomparirgli sotto e colpirlo violentemente al mento...

    " Mi dispiace, l' hai voluto tu! Konoha Tonyuu! "

    Dopo un colpo del genere, se avessi avuto successo, il ragazzo si sarebbe accasciato al suolo senza più un briciolo di forza, adesso mi era rimasto solo un avversario d' affrontare, la strega, ma iniziai a sentire una sensazione strana avvolgermi il corpo, che tutto quel movimento avesse messo in moto una sensazione d' affaticamento causato da quelle ferite?!
    Non potevo saperlo, così decisi per prima cosa di far sparire le mie copie, ormai inutili in quanto la ragazza sapeva dove fossi realmente e poi utilizzai il mio chakra Suiton su tutto il corpo per lenire le ferite e riprendermi per essere pronto alla fase finale di quella lotta.

    R: 70-28-10-5= 27
    S: 70-5-10= 55
    A&J:
    - Ingerisco Tonico da Guerra (+25% Forza Fisica, +25% Agilità)
    - Moltiplicazione del Corpo ( per difendermi dal primo attacco simultaneo della coppia più bella del mondo XD)
    - Tecnica del Corpo Sfarfallante + Alzata della Foglia ( per schivare il secondo attacco e contrattaccare)
    - Faccio svanire le mie copie, in quanto inutili
    - Chakra Suiton nel corpo ( Idratazione sulle ferite, guarisco da Avvelenamento, come mi hanno confermato perchè non ne ero sicuro :asd:)
     
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    Responso nr. #4


    Attacco Zend:
    - Tecnica della Mitica Fenice di Fuoco: 40+25+6+20+8+18= 117 [riesce per mancata difesa]


    Attacco Lìf:
    Stretta d'acciaio: 55+20+3+20+6+9= 113 [riesce per mancata difesa]


    Difesa Renji:
    - Moltiplicazione del Corpo: [fallisce per decisione arbitrale]


    Danni:
    Zend: [K.O.]
    Lìf:
    Renji: [5+5+2+1+3+12+104]: 42 --> [K.O.]


    Narrazione Turno:
    Ultimo spettacolo di quel teatrino che vede protagonisti tre Genin in erba. Zend sembra risvegliarsi e spreca le sue ultime forze per generale dei multipli proiettili di fuoco contro Renji che, anche grazie all'intervento di Lìf, viene preso in pieno. Va k.o. con ustioni di poco conto ma che necessitano cure. Anche Zend stramazza al suolo, senza energie. E Lìf si ritrova illesa.


    Situazione Finale:
    Renji è k.o., Zend è k.o., per cui la vincitrice è Lìf.
    Renji necessita di cure in infermeria per le ustioni.



    Commenti Arbitro:
    Incursio92, la descrizione della tecnica non va bene, è praticamente meta. A parte che non hai descritto l'attacco di Zend, ma poi quello di Yama l'hai risolto in mezzo rigo. Quello che avresti dovuto fare è ruolare che vedi gli attacchi in contemporanea e a quel punto ti moltiplichi, perché facendo meta sui jutsi di Zend, ti sei beccato anche l'attacco di Lìf, fai più attenzione la prossima volta. Secondo poi: l'avvelenamento non si cura con l'idratazione :omg: Non so chi ti abbia confermato una cosa del genere.. ma l'acqua può lenire le ferite fisiche, non c'entra con l'avvelenamento
    Allora, Zend dovrebbe avere ancora altra stamina poiché non può continuare ad attacare Renji che è svenuto, ma sviene a sua volta perché con 2 di resistenza non è il caso che continui.
    Prendete 35 Zend che ha fatto davvero dei bei post, 33 Yama e 31 Incursio. Io prendo 20. Se volete fate pure gli ultimi post, Zend, tu puoi lasciar stare perché dal tuo si può intendere che svieni.
     
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  7. Incursio92
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    Eravamo ormai agli sgoccioli, due del gruppo, tra cui me stesso, erano abbastanza provati, mentre una sola persona era quasi interamente illesa, la strega dei fili spinati, infatti fu proprio a causa sua che io persi quello scontro.
    Non potevo sapere che di lì a pochi attimi dopo la ragazza si sarebbe, per così dire, " alleata " con il ragazzo del Katon contro di me, da mente tattica quale aveva mostrato possedere aveva fatto uno più uno, il ragazzo era stremato, a breve si sarebbe accasciato al suolo senza un briciolo di forza, ma non prima di avermi attaccato e la ragazza voleva accertarsi che ci fosse riuscito, così io venni prima avvolto dal filo spinato della ragazza, ed immobilizzato...

    " Ma cosa diavolo sta succedendo?! E' stata quella strega! Devo liberarmi! Oh no arriva l' attacco del ragazzo! NOOOOO!! "

    Purtroppo per me, non fui abbastanza veloce nel liberarmi e venni colpito in pieno dall' attacco Katon del ragazzo; l' attacco consisteva in cinque aghi di fuoco che mi colpirono in pieno il petto, il dolore causato da quelle bruciature fu impressionante, non avevo mai provato un dolore simile, effettivamente la mia inesperienza mi aveva portato in quelle condizioni, era la prima volta che mi scontravo con altri ninja, in particolar modo con ninja che utilizzassero i ninjutsu, quindi non potevo che subire.
    Le forze iniziavano ad abbandonarmi, la carica di forza nei muscoli andava diminuendo gradualmente, il senso di forza e potenza andavano piano piano svanendo, mentre iniziavo ad accasciarmi al suolo riuscì a vedere che anche il ragazzo andava lentamente accasciandosi a terra, così mi voltai verso la ragazza e con le ultime forze che possedeva il mio corpo urlai:

    STREGA! UN GIORNO TORNERO'! E QUANDO LO FARO' SARA' PER TE E PER AVERE LA MIA RIVINCITA!

    A quel punto svenni sdraiato al suolo sabbioso, senza più un briciolo di forza nel corpo, ma con il cuore pieno di risentimento, non per la ragazza o il ragazzo, loro si erano comportati da veri ninja, ma verso me stesso, perchè sono stato troppo debole e mi sono fatto sconfiggere, dovevo trovare il vero me stesso per scontrarmi con gli altri alla pari e ci sarei riuscito.

    Ragazzi grazie per l' allenamento, è stato emozionante e pieno di colpi di sorpresa, grazie Kerby per l' arbitraggio come sempre sei unica :rosa:
     
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    Non fui in grado di vedere se ciò che avevo fatto con le mie ultime forze fosse riuscito nell'intento, l'ultimo ricordo che avevo era la sabbia illuminata dalla Luna che timidamente irradiava l'ambiente con i suoi deboli raggi, in circostanze diverse forse sarei pure stato in grado di apprezzare quel gioco di luci.
    Mentre giacevo al suolo un nuova figura fece il suo ingresso in quella che si sarebbe potuta definire, con un po' di immaginazione, arena. Chi era presente avrebbe potuto pensare ad nuovo avversario con intenzioni tutt'altro che rassicuranti, ma ovviamente così non era. Avanzò lentamente verso il mio corpo tenendo le braccia alzate e con le mani ben distanziate, in questo modo voleva rassicurare i presenti che non aveva intenzioni ostili e che non era lì per combattere.


    -Sono Mashiro Sakaki, Chunin di Suna è Sensei del ragazzo Katon svenuto. Fa parte della scorta della carovana che stiamo accompagnando verso Konoha. Mi occuperò personalmente io di lui, non disturbatevi a trascinarlo verso il vostro accampamento. Ha combattuto fino allo stremo ed ora merita di riposarsi anche se avrebbe potuto fare decisamente di meglio date le sue capacità ma non è questo che vi interessa.


    Dopo quelle parole si avvicinò alla ragazza che per tutto il tempo non aveva fatto altro che giocare con me e Renji. Era uscita indenne da uno scontro furioso che aveva visto messi a confronto differenti stili di combattimento, ognuno aveva adottato le proprie strategie per vincere ma solamente uno di noi tre sarebbe potuto uscire vincitore ed in quel caso era stata lei. Quando fu abbastanza vicino alla giovane allungo la mano e con il palmo aperto verso l'alto attese cha la ragazza gli restituisse il filo spinato che mi apparteneva. Non pronunciò una sola parola ma si limitò a guardare intensamente gli occhi di lei per poi passare qualche secondo dopo a quelli del suo presunto maestro o tutore, o comunque una persona di rango più elevato con il quale aveva a che fare.
    Per quanto strano non si respirava un'aria tesa, un occhio attento avrebbe sicuramente notato il reciproco rispetto che si stavano portando gli adulti presenti in quel luogo. Ciascuno aveva i suoi motivi per essere lì ed altrettanti per andarsene al sorgere del sole. Una volta che ebbe il filo in mano lo arrotolò per tutta la sua lunghezze e lo inserì nel proprio borsello, solo l'indomani me lo avrebbe restituito.


    -Ha ancora molta pratica da fare. Non potrà fare molto in futuro se continuerà a cadere per primo sotto i colpi dei suoi avversari ma ci sono possibilità che cresca e che migliori. Il filo avvelenato è stata una mossa molto furba, hai vinto anche grazie a quello.

    Si chinò leggermente per assicurarsi che stessi ancora respirando e che non avessi problemi seri che richiedessero l'intervento di qualche ninja medico, anche perché saremmo dovuti tornare verso Suna perdendo prezioso tempo. Sicuramente i due mercanti non avrebbero mai acconsentito e probabilmente nemmeno Mashiro visto che le condizioni in cui versavo erano state causate dal mio comportamento.
    Mi prese per le braccia e con un gesto secco mi alzò da terra e mi caricò sulle spalle, fece in modo di portare le mie braccia attorno al suo collo e con le mani quindi libere mi sorresse dalle cosce. Mi portò sulla schiena fino all'accampamento il quale distava non più di una cinquantina di metri dal luogo dello scontro. Una volta raggiunto dovette spiegare l'intera situazione a chi si era svegliato, il che significava che sarebbe stato necessario spiegare nuovamente il tutto a chi ancora dormiva senza contare che l'indomani mattina sarebbe stata richiesta la mia versione dei fatti.
    Se in quel momento fossi stato cosciente avrei visto un altro aspetto di Mashiro, un lato del suo carattere che personalmente non aveva mai mostrato ne tantomeno accennato. Forse più avanti avrei saputo qualcosa di più su di lui, e forse anche del perché avesse deciso di prendermi con suo allievo.
    Mai avrei immaginato che potesse essere il mio Sensei.
    Ero fortunato ed ancora non me ne rendevo conto.

    -Parlato Mashiro, Chunin
    Il post è breve me ne rendo conto ma serviva essenzialmente come collegamento poi per la missione di Nagi (Incu non ti preoccupare ho già in mente come gestire le tempistiche relative alla tua degenza, ecc...), ho parlato con Yama e per lui va bene.

    Sono un rompiballe lo so ahhahaha
     
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    Il bagliore delle fiamme illuminò il campo da battaglia, ristabilendo per un attimo l’ordine e donando una planimetria più precisa con la presenza di decori in ossa, dune selvagge e carovane di gente svegliatasi per il rumore. Fui investita dal calore ardente di quella tecnica, una diavoleria che mi ricordò gli armamenti della flotta di mio padre. Lui amava quel genere di cose, amava distruggere i nemici con marchingegni del diavolo capaci di dar fuoco persino all’acqua. Fui investita dal calore ma non dall’effetto ustionante, presi parte a quell’opera a modo mio e la cosa funzionò bellamente spazzando il senso d’apatia e ridonandomi l’entusiasmo. Vidi un umano bruciare tra quelle fiamme nei punti colpiti dai proiettili, non poté divincolarsi dalla presa né evitare quelle sfere in caduta libera. Caddero entrambi per via dell’affaticamento e vidi il movimento stanco delle loro membra innalzare una nuvola di sabbia all’impatto, seppur fosse soltanto un qualcosa di scenico. Il fatto di essere l’unica a reggermi tranquillamente in piedi mi gettò in una sorta di situazione dubbiosa, e fui avviluppata dalla sensazione di non essere pienamente nel giusto. Ritenni però di non essere nemmeno nel torto, infondo non sapevo mica che trucchi ci fossero alla base di tutta quella scenetta e per tanto non seppi come comportarmi.
    Una mano mi toccò la spalla, grande e rugosa, dita adunche che giunsero a toccare la scapola sinistra e mi spinsero a voltare la testa.
    <che casino, però te la sei cavata bene devo dire la verità!>

    Risi nel sentire le parole di Escanor in maniera chiara, tradotte come sempre nella mia lingua. Restava da capire cosa fare con quei due, non volevo spacciarmi per una furfante delle sabbie o per una pazza strega ma fui comunque tentata di sbirciare tra i loro oggetti per derubarli. Ero una pirata forgiata di anno in anno all’arte del mare, dei predoni, della caccia serrata. Mi sarei potuta appropriare del filo di Fiammifero oppure di qualche arma nascosta tra le vesti del Bianco, e strizzai le palpebre mordendo il pollice. Nervosa e indecisa fui bloccata dall’uomo che mi aveva accompagnata dal mar delle balene in questo viaggio tortuoso; mosse la testa sconsigliandomi quell’atto, ma non disse nulla riguardo ai corpi dei due ragazzi.

    <legali al teschio lì infondo o caricali su uno dei carretti, sempre meglio che lasciarli lì non ti pare?>


    Crudo e semplice il suo suggerimento, che decisi di seguire sfregandomi il capo con la mano. Tuttavia, nell’appropinquarmi all’atto il mio udito percepì una nuova figura ormai vicinissima al perimetro. Come uno squalo diressi l’attenzione verso la fonte, mentre Escanor gli si avvicinò una volta ascoltato ciò che aveva da dire.

    CITAZIONE
    -Sono Mashiro Sakaki, Chunin di Suna è Sensei del ragazzo Katon svenuto. Fa parte della scorta della carovana che stiamo accompagnando verso Konoha. Mi occuperò personalmente io di lui, non disturbatevi a trascinarlo verso il vostro accampamento. Ha combattuto fino allo stremo ed ora merita di riposarsi anche se avrebbe potuto fare decisamente di meglio date le sue capacità ma non è questo che vi interessa.

    Il mio accompagnatore non tradusse ma si limitò ad annuire e ridere, pettinandosi il baffo con l’unghia mangiucchiata e passare la mano dietro la nuca. L’altro invece varcò ancora di più il limite del territorio marcato dalle ossa, fermando l’incedere ad una distanza tale da poter avere un contatto diretto con i miei occhi e allungare la mano. Non sapevo se volesse complimentarsi, presentarsi o semplicemente dileguarsi assieme ai due ninja o ad uno solo dei due. Ne guardai il palmo con estrema apatia ma provai a ricreare un sorriso tenue e appena delineato, frutto di un possibile interesse in tutta quella situazione, finendo col contraccambiare il suo gesto dopo ovviamente aver ceduto il filo che non apparteneva a me.

    CITAZIONE
    -Ha ancora molta pratica da fare. Non potrà fare molto in futuro se continuerà a cadere per primo sotto i colpi dei suoi avversari ma ci sono possibilità che cresca e che migliori. Il filo avvelenato è stata una mossa molto furba, hai vinto anche grazie a quello.

    <non giudicatela, non è muta ma non capisce la nostra lingua. Riferirò io il complimento, si chiama Lìf comunque.>

    Il tono di voce gentile non s’addiceva proprio ad Escanor, la cui doppia personalità mi colpiva ogni volta. Il nuovo arrivato mollò la presa e si diresse verso Fiammifero, constatando il suo stato di salute e caricandoselo in spalla come un sacco di patate. Capii quindi che fra loro ci fosse un legame del quale comunque non me ne curai e lo vidi scomparire da lì a poco senza più dar traccia. Per quanto concerne l’altro ninja, feci quello che andava fatto. Presi il corpo malandato sotto braccio, all’apparenza ancora con qualche briciolo di forza per strabuzzare gli occhi e cominciai a macinare metri fino all’accampamento che alle prime luci dell’alba pareva essere già pieno di vita e pronto a ripartire. Il fuoco venne spento per non lasciar tracce consistenti ai fuorilegge, i cavalli abbeverati e tutta la roba recuperata. Adagiai quella “cavalletta” umana su uno dei carretti dal carico leggero prima che i viaggiatori, uno dopo l’altro, s’apprestassero a partire per Suna. Lo avrebbero scaricato al villaggio della sabbia mentre noi, seguendoli e facendo attenzione alle loro indicazioni, avremmo svoltato non appena intravisto il villaggio della missione.
    Puoi dire ai mercanti di riferire lui in qualche modo, che il mio nome è Lìf? Magari digli anche che la prossima volta, prima di coinvolgermi in qualche battibecco farebbe bene a offrirmi del brandy come pegno.
    Sorrisi nuovamente, salendo sull’ultimo carro con la schiena rivolta alle scorte caricate sullo stesso e con le gambe a penzoloni. Stappai la fiaschetta privandola del tappo in sughero e bevetti un sorso di liquore, prima di scorgere il sole dell’alba e accostare la tempia verso la parete in tessuto per addormentarmi.

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