[C] Il giardino delle meraviglie

[max 3 Genin]

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    Cloud, è Shinichi ad essere intrappolato nelle sabbie mobili. Tu hai contro dei rovi :si2: Modifica pure il post e avvertimi quando hai fatto!
     
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    Il giovane Yamashita ebbe poco tempo per scegliere cosa fare. Nonostante non fosse un asso nel leggere la cartina che aveva recuperato dall'interno del mezzo, gli bastò usare la logica, o forse l'istinto, per capire che proseguire nella direzione verso la quale erano partiti, si sarebbe forse rivelata la scelta più giusta. Prese dunque a camminare per la via, circondato dalla nebbia più fitta. L'aria, per qualche motivo, si faceva sempre più pesante, quasi irrespirabile ai suoi sensi per via di un odore che, passo dopo passo, lo raggiungeva, sempre più forte. L'olezzo somigliava al tipico sentore dello zolfo, ma bensì più acido, quasi irrespirabile. Chiunque con un olfatto anche poco più sensibile del normale, avrebbe sicuramente avuto un conato a primo impatto. Solo quella fitta coltre grigiastra avrebbe quindi circondato il ragazzo, impossibilitato a vedere. Per di più, non poteva rendersene conto ma la parete rocciosa alla sua sinistra si faceva sempre più alta, sicchè il gracchiare e l'agitarsi delle creature non poteva più raggiungerlo. Si erano spostate, dirigendosi, come per lo Shinobi di Konoha, verso quella che in principio era la strada del tour. Proseguivano veloci e silenziosi, ma solamente uno osò. Tra il branco non era il più piccolo ma forse il meno veloce, forse il meno sveglio, per questo era praticamente rimasto a bocca asciutta dal precedente banchetto improvvisato. E sentiva l'odore di carne fresca fin da lassù, sicchè l'istinto più animalesco si risvegliò in lui e, prendendo la rincorsa, si gettò giù dal dirupo. Yamashita era avvolto dal silenzio ma non potè non udire quel tonfo, poco distante da lui, in una posizione che però non percepiva. Quella nebbia non occultava solo la vista, ma anche l'udito. Non distingueva la provenienza dei suoni. Destra? Sinistra? Chi poteva dirlo? Il suo problema, però, fu che sapeva, dai suoni, di non essere solo. Avrebbe benissimo potuto collegare quei grugniti scuri alle creature responsabili del dirottamento della Vanguard. L'animale annusò l'aria, agitandosi gioioso. Aveva trovato la sua preda e persino lei capiva il disastro in cui era incappato: la bestia non vedeva con quella nebbia, ma ne sentiva il profumo. La sua natura era sconosciuta a Yamashita, così come la sua posizione, ma non provò ad aggredirlo per il momento. Annusava l'aria, studiando lo shinobi. Presto avrebbe tagliato l'aria con le sue fauci ma, fino a quel momento, il destino di Yamashita era ancora nelle sue mani.

    mattKohr_mushroomForestWIP03


    La foresta di Nanakusa, avevano appena scoperto i due Shinobi di Kiri e Yu, era piena di pericoli e, stranamente, sembrava quasi muoversi di testa propria. Qualcosa l'aveva spinta a decidere di affrontare quei minacciosi ragazzi. Purtroppo per lei, quello dai capelli castani che aveva deciso di far affondare riuscì a sfuggire all'oblio delle sabbie mobili. Il loro ritmo lento e la presa salda e pesante avrebbero potuto far impazzire chiunque fosse caduto in quel tranello che il Diavolo in persona sembrava aver creato. Ma Shinici vi sfuggì, e sicuro come l'oro, non vi sarebbe più cascato. Ciò che invece cercò di punire Cloud per il suo essere così fuori luogo con quel posto, ebbe la meglio. I rovi appuntiti lo ghermirono, pungenti e sottili come non mai, graffiandogli la pelle lentamente, come un male silenzioso che si insinua lentamente nella vittima. Le piccole spine di infilarono e graffiarono ciò che trovarono, pelle, vestiti. Fu Jessie ad aiutarlo, tranciando di netto i rovi con il kunai di Shinici. Il ragazzo, nonostante non si dicesse provare una particolare simpatia per l'attuale unico compagno di squadra, non aveva neanche l'intenzione di lasciarlo lì appeso. Lanciò il borsello contenente l'arma prima di liberarsi, arma che Jessie afferrò con una presa solida. Non era la prima volta che impugnava un coltello ma ebbe qualche attimo di esitazione. Turbare il delicato equilibrio della natura, specialmente quella? Dovette fare appello a tutta se stessa per decidersi a tranciare quei rovi, che si ritirarono non appena la lama si incide sulla corteccia, proprio come si ritrae il braccio che tocca la fiamma. Cloud ricadde a terra e fu solo il fruscio degli alberi a minacciarlo, questa volta. Come per scacciare il gesto che aveva appena compiuto, la ragazza ripose il kunai nel borsello. Era impallidita e il sangue raggrumato sui capelli sembrava risaltare ai raggi del sole che presero a colpirli con intensità.

    Ragazzi.. credo che venne siate già accorti: questo posto è.. vivo.

    Disse poco prima di rimettersi in marcia. Scoccò un'occhiata all'orizzonte, per poi interrogarsi su qualcosa che solo lei sapeva. Un sospiro e invitò i due a seguirla.

    Questa foresta non è fatta per essere attraversata a piedi, senza protezioni. Dobbiamo procedere con attenzione. C'è una cascina a circa.. due miglia da qui. Dovrebbero esserci delle provviste è qualcosa per metterci in contatto con la base. Dobbiamo andare lì e aspettare.. forse qualcuno verrà a prenderci..

    Sfortunatamente, sembrava orecchi titubante per quanto riguarda la parte del venire salvati. Forse quel posto non era nato per essere una semplice meta turistica. Il percorso attraverso la foresta, in ogni caso, non diede più problemi.. finchè gli alberi si fecero stranamente più bassi e tozzi, davvero in minor numero. Spuntavano qua e lá con i loro particolari colori bluastri e le loro chiome dall'aria particolari. E ben presto i tre si resero conto di star camminando in una valle di funghi giganti. Sicuramente qualche diavoleria biologica creata dagli scienziati del posto. Persino Jessie li fissò meravigliata.

    Non li ricordavo così grandi!

    Un sorriso le ridiede la bella espressione di un tempo, quella di una semplice esploratrice felice di aggirarsi per la natura.

    C'è una teoria secondo la quale, prima che spuntassero gli alberi, il nostro mondo era ricoperto di funghì giganti, proprio come questi!

    Esclamò toccando con mano i fusti dei funghi, larghi come antiche colonne e forse altrettanto resistenti. Un profumo particolare, simile la fragranza che emana l'erba fresca, solleticò piacevolmente le narici dei presenti. Era inebriante e avrebbe dovuto donare una sensazione di rilassamento a tutti e tre. Intanto, Jessie cominciò a comportarsi in modo assai strano: aveva accelerato il passo e carezzava tutti i gambi dei funghi, correndo di qua e di là con un gran sorriso, citando sconnesse statistiche sui funghi che non concludeva mai. Si portava poi le mani alla bocca e sembrava ancora più felice. Gli occhi spiritati, le pupille dilatate e lo sguardo totalmente perso.

    Ah! E questa la sapete?

    Stava proprio dicendo in quel momento, senza neanche voltarsi più verso i due shinobi. Sembrava totalmente andata.

    Ci sono dei funghi che ti fanno anche strafare! Ahah!

    Non era un termine molto tecnico e la bionda espiratrice scoppiò a ridere. E prima che i due ragazzi potessero raggiungerla, quell'incosciente raggiunse quella che sembrava una grossa, grossa pozza. Larga una dozzina di metri ma dall'aria assai poco profonda. L'acqua era scura e sembrava una pozza in tutto e per tutto. Jessie osservò il pelo dell'acqua, di un sinistro color grigio scuro. Immobile, non rifletteva i raggi del sole. Eppure sembrava proprio una pozza e la giovane non sembrava spaventata in alcun modo. Solo che, anche solo a circa cinque metri da lì, Cloud e Shinichi poterono notare qualcosa che sicuramente avrebbe dato loro i brividi: dal centro del lago, sembrò che l'acqua si increspasse mente piccole bollicine raggiungevano la superficie. La massa d'acqua si spostava dapprima lenta, poi più veloce, verso Jessie, sporta verso la.. pozza? Qualcosa la stava raggiungendo a gran velocità e lei era troppo euforica per accorgersene. Perderla sarebbe equivalso a morire, per cui che scelta avevano i due Genin?

    Un appunto generale: per cortesia, non usate (?) nei post, non è italiano corretto quindi sarebbe meglio evitare, almeno per me. Se poi altri staffer vogliono usarlo fate pure, però preferirei che evitaste, grazie caVi <3

    z
    @Cloud, perdi 10 punti resistenza a causa dei rovi
    @Stompo, se non ricordi com'era fatta la tua scheda e non l'hai salvata, posso mandartela io per mp!
     
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    Colui che è e si spera sarà

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    Non avevo nessun indizio che il percorso che avevo scelto si sarebbe rivelato quello giusto, certo ragionandoci sopra sembrava la cosa più sensata da fare, ma a conti fatti non avrei potuto averne la certezza fino a quando non mi sarei ricongiunto con gli altri o fino a quando non mi sarebbe successo qualcosa di molto peggio...Più proseguivo in quel passaggio tra le pareti rocciose e più venivo circondato da una pesante nebbia che limitava sempre di più la mia visuale e non solo: tutta l'aria era impregnata di un fortissimo odore molto pungente che mi ricordava le uova marce che mi rendeva impossibile sentire qualsiasi altro odore:

    "Mio dio che puzza...ci vorranno giorni per levarmi questo odore dalle narici e dai vestiti..."

    Continuai comunque ad andare avanti, cercando di resistere a quell'odore pestilenziale. Dopo qualche minuto di camminata mi accorsi di essere completamente circondato dalla nebbia, non riuscivo nemmeno a vedere le pareti rocciose ai miei lati il che mi fece un attimo preoccupare. In quella situazione senza la possibilità di vedere o avvertire altri odori potevo essere una facile preda di quelle creature. Per quanto ne potevo sapere potevano avere una vista soprasviluppata o un olfatto fenomenale, in entrambi i casi avrei avuto vita difficile. Tutti questi pensieri negativi trovavano terreno facile, in fondo mi trovavo solo senza poter vedere o avvertire l'odore di nulla, tutto collegato poi da un silenzio che si faceva sempre più inquietante ed opprimente. Era la ciliegina sulla torta. In teoria mi trovavo a pochi passi da una foresta selvaggia, piena quindi di animali, piena di vita e quindi di suoni, rumori. Mi sentivo come dentro una bolla, isolato dal resto del mondo, l'unica cosa che potevo fare era andare avanti, o meglio continuare a seguire i miei piedi, anche perchè chi mi poteva dire dove stavo andando? Sperai vivamente di non trovarmi di fronte un precipizio, perchè altrimenti la mia avventura sarebbe finita molto prima del previsto. Fu in quel momento che lo senti. Un rumore sordo, un tonfo, provenire... da dove proveniva? Quella maledetta nebbia copriva tutto il resto, l'origine di quel suono poteva essere anche davanti a me per quel che mi riguardava. La domanda successiva fu molto più preoccupante: che cosa lo aveva generato? Non sembrava un sasso, sembrava qualcosa di più pesante. La risposta mi colpì in un attimo, facendo subito crescere in me l'agitazione:

    "Potrebbe...Potrebbe essere una di quelle cose, o almeno penso che sia una, altrimenti avrei sentito più tonfi...mmm...Che si sia buttata da una delle pareti rocciose? Altrimenti non penso che avrebbe fatto rumore, quando hanno attaccato il rover infatti hanno celato la loro presenza fino all'ultimo. Ma come ha fatto ad individuarmi? Vedere in questa nebbia mi sembra davvero impossibile, certo possono avere una vista potenziata e in quel caso sono fregato a prescindere..."

    La mia mente aveva cominciato a lavorare, cercando una soluzione per tirarmi fuori da una situazione che diventava minuto per minuto sempre più pericolosa, mentre le mie gambe cercavano di accelerare il passo per uscire al più presto da quella nebbia:

    "E se invece avessero l'olfatto sviluppato? In fondo ho perso un po' di sangue vicino al rover, anche per un cane non sarebbe stato difficile seguire le mie tracce, ma la domanda è in caso possono farlo anche qua in mezzo? Se questo odore così acido da fastidio a me, figuriamoci a chi ha un olfatto più sensibile...Sì forse può essere la mia salvezza! Sempre ovviamente che sia questo il loro punto forte... cavolo è una scommessa alla cieca!"

    L'ansia e la paura cominciarono a farsi strada dentro di me, quanto avrei voluto non essere da solo in tutto quel casino... Certo non avevo idea di quello che stavano passando gli altri, magari si trovavano in una situazione ancora peggiore ma perlomeno erano insieme e con loro vi era anche Jessie, con lei a fare da guida stavano con ogni probabilità procedendo molto più velocemente verso il laboratorio. Cercai di formulare un piano per depistare quell'essere, o almeno provarci. Era meglio tentare che non fare niente ed essere un facile bersaglio. Decisi di puntare tutto sull'olfatto per quel piano, certo non era il massimo ma se avesse funzionato mi avrebbe fatto guadagnare un po' di tempo prezioso e magari avrebbe anche potuto ferire un minimo quella bestia. Cercai piano piano di avvicinarmi alla parete rocciosa che sapevo essere alla mia destra. Non avrei girato in maniera brusca però, ma ci sarei andato piano piano spostandomi sempre più verso destra per non perdere la giusta direzione. Avrei poi cercato la parete con la mano tastando alla mia destra . Appena avrei sentito la superficie rocciosa mi sarei levato la felpa, l'avrei girata al contrario e poi l'avrei usata per pulirmi il sudore e soprattutto il sangue sul braccio. Dopo aver fatto questa operazione avrei cercato una sporgenza nella parete rocciosa dove poterla appoggiare, se non l'avessi trovato mi sarei assicurato comunque di metterla il più possibile a contatto con la parete. A quel punto avrei chiuso gli occhi e avrei cominciato a concentrarmi per disporre al meglio del mio chakra, avevo bisogno di un attimo per calmare la mente piena di ansia e di paura. Quando mi sarei sentito pronto avrei eseguito la sequenza di sigilli necessaria per la tecnica della Moltiplicazione del corpo, avrei cercato di creare un mio clone che sarebbe rimasto lì davanti alla felpa a ridosso della parete rocciosa. L'idea era che la bestia, seguendo il mio odore, sarebbe arrivata alla mia felpa che ne era intrisa. A quel punto avrebbe visto il mio clone e se avesse provato ad attaccarlo si sarebbe trovata ad artigliare o a mordere la roccia. Certo questo era il mio sogno, ma nel peggiore dei casi mi avrebbe comunque aiutato a guadagnare tempo, cosa di cui avevo immensamente bisogno. Io infatti avrei continuato a camminare a passo svelto in avanti sperando di uscire da quella maledetta nebbia.

    Yamashita Kazuma

    Azioni:
    -Tecnica della moltiplicazione del corpo( 1 clone)

    Resistenza: 100
    Stamina: 150-5=145

    spero di aver scritto tutto giusto :) Jurassick Park non ti temo XD


    Edited by Stompo - 2/2/2017, 14:13
     
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    - Urgh! -
    Shinichi digrignò i denti mentre cercava con tutte le sue forze di tirare il filo così da poter uscire dalla morsa del fango. La parte destra dei pantaloni era completamente marrone a causa di quel fango che il ragazzo sentiva scorrere viscido lungo la sua gamba man mano che essa veniva fuori. Le mani cominciarono a poco a poco a fargli sempre più male a causa della stretta su quel filo che non era stato fabbricato per situazioni di quel tipo. Il contatto così prolungato e forte con esso fece comparire in poco tempo sulle mani del ragazzo dei solchi che gli cominciarono a dolere ancora di più una volta che ebbe finalmente riacquisito il possesso del suo arto. Sospirò debolmente mentre lasciava che il chakra potesse scorrere su entrambi i piedi e cercando così di non sprofondare di nuovo in quelle trappole mortali.
    Nel frattempo Cloud, il vampiro, stava oscillando su e giù appeso ad una grande quantità di rovi che sembravano quasi essersi attorcigliati di loro propria volontà intorno ai suoi arti. Fu prontamente aiutato da Jessie grazie al kunai che Shinichi teneva nella borsa, e appena la fredda lama tagliò uno dei rovi, ecco che tutti si ritrassero improvvisamente, lasciando cadere di peso Cloud a terra. Con quel tonfo secco il genin di Yu fu anch'egli fuori pericolo. Jessie sembrava leggermente turbata dall'accaduto, tanto che rimise il kunai nel borsello di Shinichi con un movimento molto rapido, senza dire una parola. Il ragazzo dai capelli castani si apprestò subito a recuperare il suo equipaggiamento e a legarselo nuovamente alla cintura dei pantaloni, scalciando in aria con la gamba destra nell'inutile tentativo di scrollarsi quel fango di dosso, che nel giro di un istante si era già asciugato lasciando della sudicia terra marrone sul bel colore scuro.

    - Tutto bene? - chiese Shinichi massaggiandosi i palmi delle mani.

    Senza nemmeno badare alle parole dello Yuki, Jessie cominciò a parlare con un tono che, sebbene ella fosse la loro guida, sembrava essere molto più incerto e preoccupato di quanto non lo fossero i due ragazzi.

    - Ragazzi.. credo che venne siate già accorti: questo posto è.. vivo. - sentenziò, rimettendosi subito in marcia seguita dai due genin.
    Questa foresta non è fatta per essere attraversata a piedi, senza protezioni. Dobbiamo procedere con attenzione. C'è una cascina a circa.. due miglia da qui. Dovrebbero esserci delle provviste e qualcosa per metterci in contatto con la base. Dobbiamo andare lì e aspettare.. forse qualcuno verrà a prenderci..

    - Sei seria?! Uffa! Tanto vale incamminarci allora... -
    Con le braccia conserte Shinichi si rassegnò alla cruda realtà di dover percorrere ben due miglia a piedi in mezzo a quella foresta che non avrebbe perso occasione per mostrare al gruppo di cosa fosse capace per ostacolare il cammino attraverso i suoi sentieri. Per tutto il tempo il ragazzo tenne la guardia alta, pronto a far uso del suo chakra appena qualcosa di pericoloso si fosse manifestato.

    Fortunatamente la foresta non sembrò avere voglia per il momento di tirare degli altri tiri mancini ai ragazzi. Il cammino risultò piuttosto tranquillo, con il sole che penetrava leggermente dalle fronde degli alberi illuminando tutti i bellissimi colori delle piante del posto. Man mano che proseguivano il paesaggio si modificava sempre di più, e prima che potessero anche solo notarlo, gli alti alberi avevano già lasciato il posto a degli arbusti molto più bassi e tozzi. Anche quelli però non durarono molto, ed il gruppo si ritrovò ben presto in una vallata piena di funghi giganti.

    - Non li ricordavo così grandi! - fu l'esclamazione di Jessie alla loro vista.

    Alti una dozzina, se non più, di metri, quei funghi avevano un gambo molto largo, e le loro estremità superiori si aprivano al cielo come se fossero degli enormi ombrelloni, generando delle inquietanti ed enormi ombre alla loro base. Sorridendo, Jessie continuò a parlare ai due tornando per un attimo nel suo ruolo di guida.

    - C'è una teoria secondo la quale, prima che spuntassero gli alberi, il nostro mondo era ricoperto di funghì giganti, proprio come questi! -

    Presa dall'euforia del momento, la ragazza toccò il fusto di uno dei tanti funghi lì presenti, e di risposta sembrò che esso avesse come emesso una sorta di profumo. Arrivò alle narici di Shinichi come una piacevole brezza marina, e il genin non poté fare a meno di annusare a pieni polmoni quella dolce fragranza. Una strana sensazione di tranquillità prese possesso della mente del ragazzo, che sorridendo stette per tutto il tempo dietro a Jessie mentre saltellava qua e là toccando i gambi di ogni fungo che trovava sul suo cammino. La ragazza cominciò di lì a poco a dire cose a caso e a ridere come se in un attimo si fosse trasformata nella donna più spensierata del mondo.

    - Ah! E questa la sapete? Ci sono dei funghi che ti fanno anche strafare! Ahah! -
    - Aaaw... che belli i funghi! - rispose Shinichi leggermente arrossato sulle guance, preda della sensazione di tranquillità che quei funghi gli avevano gentilmente donato con il loro dolce profumo. Fu però abbastanza lucido da notare quelle strane bollicine emanate dalla pozza che nemmeno aveva notato tanto era scura, e alla quale Jessie si stava pericolosamente avvicinando. Quando esse cominciarono a muoversi sempre più veloci in direzione della ragazza, il genin cercò di riprendersi scuotendo velocemente la testa da una parte all'altra.

    - ATTENTA! - avrebbe urlato, scattando subito dopo in avanti aiutato dal suo chakra. La prima soluzione che gli venne in mente fu di provare a coprire quegli appena cinque metri che lo separavano dalla ragazza grazie alla banale tecnica del corpo sfarfallante e di provare ad afferrarla per la camicia e a tirarla indietro il più velocemente possibile. Se fosse stato fortunato anche Cloud avrebbe fatto qualcosa, ma ormai non è che sperasse più molto nell'aiuto di quel succhiasangue.

    Azioni:
    - Scatto + Tecnica del corpo sfarfallante
    - Afferrare e tirare indietro Jessie

    Resistenza: 150-1= 149
    Stamina: 135-5= 130




     
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    Ci fu qualcosa nella prontezza di Shinichi che lo distrasse momentaneamente dal suo stato d'animo. Esso aveva ben poco di naturale e la causa scatenante del cambiamento era da ricercare nei funghi. Lo stato di euforia provocato dalle esalazioni provenienti da essi, modificati nel farli divenire giganti e dalle colorazioni assai singolari, aveva un effetto dapprima rilassante sulla persona. Essa di sentiva più leggera e la negatività sembrava svanire per far spazio ad un sorriso sornione. Ma più si restava a contatto cona povere invisibile che si liberava nell'aria, più si perdeva il contatto con la realtà. Questo non era il caso di Sinichi e Cloud che, seppur confusi, potevano dirsi ancora in grado di distinguere la realtà. Per Jessie, invece, la questione era differente. Toccando con mano i gambi dei funghi e poi passarsi le stesse mani sul volto, portò a contatto ancor più diretto quella sostanza che, oltre a venir emanata, si trovava naturalmente sui funghi stessi! Per cui la ragazza si dimenticò del disastro che era stato il loro tranquillo tour di controllo; le passò di mente James e Yamashita, ogni cosa. Era felice, sollevata da qualsiasi contatto con la realtà. Non si accorse della superficie dell'enorme pozza nera nè di ciò che si nascondeva in essa. Shinichi, però, fu in grado di capire. Purtroppo per tutti, non tanto di agire. Le acque si sollevarono mentre lo shinobi tentava di afferrare la ragazza che venne ghermita sotto i suoi occhi. Non un grido, non un gemito di terrore. Un grosso, viscido, nero tentacolo la avvolse, sollevandola ad una dozzina di metri d'altezza. Altri otto tentacoli, pesanti, lunghi quanto una piccola nave (una ventina di metri) è raccapriccianti come non mai, frustarono il cielo. Qualcosa, in quel pozzo nero, si era risvegliato. Se Shinichi avesse desiderato l'aiuto di Cloud, avrebbe scoperto di doverne farne a meno. Il ragazzo non era lucido come lui, ma non fu questo il vero ostacolo alla loro cooperazione. La natura sapeva essere benigna quanto crudele, e ciò che non le mancavano erano pazienza e determinazione. Un terremoto provocato non dal mostro che si agitava nelle acque bensì da un male sotterraneo, raggiunse il pallido ragazzo di Yu. Radici nere come la notte spuntarono improvvisamente dal terreno, sotto di lui. Lo afferrarono e trascinarono via che lui neanche si rendeva conto di starsi muovendo. Sparì, semplicemente, come il fumo viene spazzato via da uno sbuffo di vento. E lo shinobi di Kiri si ritrovò solo contro una minaccia imponente.



    Lo stratagemma di Yamashita, resosi conto del pericolo, ebbe effetto. La bestia fu attratta dal sangue e, seguendo l'istinto, il suo olfatto rintracciò solo la quantità maggiore di liquido, che si trovava appunto sulla felpa del rosso, abbandonata strategicamente. E il suo clone, lì, si guardava attorno impaurito, mimando alla perfezione la propria parte in quella recita. Quell'ingegnoso ostacolo diede il tempo allo Shinobi di allontanarsi quasi del tutto indisturbato e, con le dovute precauzioni, riuscì a percorrere un lungo tratto di strada. La nebbia parve infatti diradarsi seppur lo strapiombo si facesse sempre più in salita. Il sole sembrava raggiungerlo mentre risaliva. Vedeva finalmente la base, in lontananza, persino i recinti elettrificati. Stava letteralmente scalando quella salita davvero ripida, ma era riuscito a percorrere a ritroso la strada che l'avrebbe portato all'inizio del tour. E, superando la recinzione, sarebbe tornato nel mondo civilizzato, potendo chiedere aiuto. Ma le cose non andarono diversamente. Ad aspettarlo in cima c'erano due membri dello staff dell'isola, con le loro uniformi grigie, i capellini e la pelle abbronzata, di chi lavora al sole. A quel punto, Yamashita avrebbe potuto pensare erroneamente che il segnale era giunto alla base, che li stavano aspettando, che lo stessero aspettando. Ma, invece, erano entrambi armati e non di certo per precauzione. Quello più dietro puntava una grossa balestra dritto alla testa del ragazzo mentre l'altro si chinò nella sua direzione.

    Niente scherzi, ragazzo, vieni con noi e nessuno si farà male.

    Intimò senza tanti giri di parole e sembrava fare piuttosto sul serio. Indossava dei guanti particolari che gli coprivano solo le nocche e parte della mano. Si potevano vedere due grossi fori dall'aria non molto amichevole. C'era qualcosa di davvero insolito in quel posto, qualcosa di losco e che non aveva solo a che fare con le strane creature che popolavano quel paradiso artificiale.

    Purtroppo zero ha fallito la missione saltando troppe volte il turno, mi dispiace..

    Se avete dubbi di qualsiasi genere contattatemi!
     
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    Colui che è e si spera sarà

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    Mi sentivo perso, solo, non potevo vedere né sentire niente e come se non bastasse c'era una bestia affamata che era sulle mie tracce, sicuramente non una delle mie migliori mattinate. L'unica mia speranza era mettere un piede dopo l'altro, cercare di andare avanti per uscire da quella nebbia, mi sentivo un prigioniero in balia della sorte avversa. In quel nulla pensai a diverse cose, a mio padre, a mia madre, a Kanzu, a S e a tutta la storia dei Dark, pensai ai miei compagni di squadra che volevo rivedere. La mia mente vagò cercando qualcosa a cui aggrapparsi per non impazzire. Ma in quel momento la speranza più grande risiedeva nella trappola che avevo preparato per quella cosa, la più concreta possibilità di rimanere in vita. Camminavo da diversi minuti, me ne accorsi dal dolore che cominciava a venire dalle piante dei piedi, decisamente non abituate a camminare su di un terreno del genere. Con il passare del tempo diventava sempre più difficile proseguire, dovevo saggiare sempre più frequentemente dove mettere il piede per non correre il rischio di inciampare. Continuavo a non sentire suoni e ormai avevo iniziato anche ad abituarmi a quell'odore intenso, ma questo non mi rendeva particolarmente allegro. Dopo un tempo indefinito iniziai vedere qualcosa. Lì per lì pensai che fosse la stanchezza, sentivo le gambe diventare pesanti come macigni e ogni tanto avevo bisogno di qualche secondo per fermarmi e riprendere fiato. Continuai ad avanzare il più velocemente possibile, ma quello che era partito come un sentiero tra le pareti rocciose stava diventando quasi una scalata. Passarono altri minuti di inquietante silenzio e divenne chiaro che stavo per uscire da quell'incubo: ogni faticoso passo in avanti mi permetteva di vedere sempre più dettagli di ciò che mi circondava, portandomi però su una sempre più ripida salita. Rimasi stupito di quanto fosse aumentata la pendenza:

    "Speriamo che non diventi verticale, altrimenti con le mie forze attuali mi sarà impossibile scalarla e mi troverei in trappola"

    Quel pensiero mi fece tornare in mente che non avevo sentito da diverso tempo versi provenire dalla bestia che era sulle mie tracce, quindi le cose erano due: o la trappola aveva funzionato, oppure quella cosa era lì nei paraggi e stava aspettando il momento giusto per attaccare, in ogni caso dovevo sbrigarmi. Tanti altri passi si susseguirono e finalmente dopo quelle che mi sembravano ore potei finalmente vedere il cielo, limpido come lo avevo lasciato. In questo sconfinato mare di azzurro chiaro vi era il sole che mi osservava, quasi fosse interessato alla mia sorte:

    "Fantastico non bastavano la puzza e la stanchezza, ci voleva anche un po' di caldo per ravvivare la mattinata..."

    Senza la nebbia ad ostacolarmi potevo vedere distintamente la base in lontananza, cosa che riaccese nel mio cuore la fiamma della speranza. L'unico impedimento rimasto oltre alla distanza risiedeva in quella salita che si faceva di volta in volta più erta. Sentivo le gambe che mi urlavano di fermarmi per qualche minuto, sentivo la sete che si faceva sempre più impellente e i piedi che mi pregavano di sedermi. Mi forzai, ignorai tutto e continuai ad andare avanti, non avevo fatto tutta quella strada per riposarmi a due passi dalla meta. Dopo gli ultimi pezzi di faticosa scalata arrivai all'inizio di un sentiero, quello stesso sentiero da quale abbiamo cominciato il nostro tour nel favoloso giardino naturale di Nanakusa. Rimasi lì seduto qualche minuto a riprendere fiato, cercai di regolarizzare il mio battito con dei lunghi respiri profondi ma ci volle più del previsto: mi sembrava che ogni muscolo, anche alcuni che non pensavo nemmeno di avere, si stesse lamentando per il dolore. Quando mi sentii pronto mi tirai su in piedi e mi iniziai ad avvicinare alla recinzione, alla salvezza. In quel momento pensai ai miei compagni e a Jessie, speravo con tutto il cuore di trovarli già dentro ad aspettarmi. A pochi passi dalla recinzione potei notare due guardie dell'isola che si guardavano intorno con le armi in braccio:

    "Sembra che i nostri messaggi di soccorso siano arrivati! Forse hanno persino mandato qualcuno a cercarci, beh saranno felici di sapere che siamo sopravvissuti allo schianto del rover"

    Appena mi videro mi accorsi subito che qualcosa non andava, in un istante avevo entrambe le loro balestre puntate addosso, sicuramente non il caldo benvenuto che mi aspettavo:

    "Niente scherzi, ragazzo, vieni con noi e nessuno si farà male."

    Rimasi stupito dalla sua affermazione, soprattutto perchè in teoria stavamo dalla stessa parte, o almeno era quello che credevo:

    "Ehi tranquilli sono dalla vostra parte, mi avete chiamato voi qui, ricordate? Avete ricevuto i nostri messaggi di aiuto? Gli altri sono già tornati? Bisogna avvisare il capo, siamo tutti in grave pericolo!"

    Non sembravano scherzare, continuavano a tenermi le loro armi puntate come se fossi io il nemico. Un conto è la precauzione, un altro è minacciare un tuo alleato. L'essere arrivato fino a lì tutto intero mi aveva fatto ben sperare, ma più passava il tempo e meno mi sentivo al sicuro. Decisi comunque di seguire il "consiglio" della guardia ed iniziai a seguirli, sperando di poter incontrare i miei compagni o come minimo poter parlare con il capo e metterlo in guardia sulla situazione.

    Edited by Stompo - 15/2/2017, 11:58
     
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    Con uno scatto il ragazzo cercò di coprire i metri che lo separavano da Jessie prima che lo facesse qualsiasi cosa dimorasse in quel sottospecie di acquitrino malsano. Già dal colore dell'acqua, di un nero quasi peggiore di quello della pece, nessuno si sarebbe aspettato che quello che ne sarebbe venuto fuori sarebbe stato da meno in quanto ad inquietudine e mostruosità. Ed infatti, negli ultimi due metri di corsa, un gigantesco tentacolo nero afferrò Jessie e la sollevò a circa una dozzina di metri dal suolo, avvinghiandola nella sua stretta disgustosa. Shinichi non poté fare altro che fermarsi e constatare come dall'acqua ne fossero subito dopo usciti altri otto, tutti della stessa dimensione e forma, oltre che neri quasi quanto l'acquitrino stesso. Il giovane ragazzo indietreggiò senza dire nulla, con la bocca aperta ed un'espressione tutt'altro che tranquilla. Dopo un paio di passi l'unica idea, tutt'altro che geniale, che gli venne in mente fu di sperare nell'aiuto del suo compagno di missione.

    Yo... Cloud? Gran maestro? Non è che ti renderesti utile per una volta... magari andando a salvare la tua cena?

    Giusto il tempo di finire la frase, che un violento spostamento del terreno fece cadere all'indietro il genin di Kiri, procurandogli un dolore non indifferente al didietro. Si voltò, appena in tempo per vedere il suo utile compagno venir risucchiato da delle oscure radici direttamente nel sottosuolo. Il terreno si richiuse poi come per magia sotto gli occhi dell'impotente Shinichi, che si limitò a battere i pugni contro il punto dove prima giaceva Cloud, nell'inutile tentativo di far accadere qualcosa.

    Stiamo scherzando?! Ma ti sembrava veramente il momento giusto per mettersi a dormire?! IDIOTA DI UNA SANGUISUGA! - urlò, continuando a battere le mani contro il terreno.

    Nel mentre i tentacoli stavano ancora frustando minacciosi il cielo, emettendo dei suoni viscidi e per nulla gradevoli al fine udito dello Yuki. Questo li osservò, con le sopracciglia aggrottate ed un espressione che trasmetteva in pieno tutta la rabbia che si stava accumulando nel suo piccolo corpo.

    Adesso mi sono proprio... STANCATO!

    A quelle parole, avrebbe cominciato subito a concentrare il suo chakra lungo tutto il corpo, generando delle lingue di aria gelida e cominciando a far condensare ai suoi piedi l'umidità atmosferica sotto forma di nebbia. Colpendo con il piede il terreno, avrebbe fatto sollevare una grande quantità di acqua dallo stagno, che si sarebbe in un attimo divisa in tanti piccoli agglomerati di egual dimensione. Questi si sarebbero infine congelati ed avrebbero assunto la forma di centinaia di affilatissimi spiedi, rimanendo sollevati in aria e puntati contro il tentacolo che teneva stretta Jessie nella sua morsa. Prima di scagliarli, Shinichi avrebbe estratto dalla tasca tutto il suo filo d'acciaio e lo avrebbe tenuto saldamente in mano, cercando di farvi fluire dentro il proprio chakra e indirizzarlo a legare Jessie. Nel mentre che il filo si stesse attorcigliando intorno alla ragazza, il kiriano avrebbe alzato la mano verso il tentacolo, ordinando alla sua letale tecnica di colpirlo alla base. Tutti gli spiedi sarebbero partiti allo stesso momento, impattando con grande forza contro quel viscidume e trafiggendolo in innumerevoli punti. A quel punto il genin avrebbe sperato che almeno uno di quegli spiedi avesse colpito un punto sensibile del tentacolo, magari costringendolo ad abbassarsi o quantomeno ad allentare abbastanza la presa sulla ragazza. A quel punto Shinichi avrebbe tirato con tutte le sue forze il filo d'acciaio e sarebbe subito corso in avanti per afferrare Jessie nel caso fosse riuscito nel suo intento di liberarla.

    Azioni:
    - Stretta d'acciaio su Jessie
    - Tecnica segreta del cristallo mortale
    - Scatto + Corpo sfarfallante per afferrare Jessie nel caso venga liberata

    Resistenza: 149-1= 148
    Stamina: 130-18-5-5= 102
     
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    Rito era ancora in quell'angolo, nessuno si stava curando di lui. I colleghi avevano deciso di prolungare la pausa caffé quella volta, tanto cosa poteva mai accadere? Il capo era di buon umore, i lavori erano finiti. Era anche giusto sforare i soliti dieci minuti, che tanto nessuno se ne sarebbe mai accorto. E poi se l'erano meritato, no? Per questo nessuno di loro prestò attenzione a lui, Rito, che, invero, non prestava attenzione a loro. Qualcosa vibrò al suo polso e il quadrante si illuminò. Un groppo alla gola gli suggeriva che quello era il segnale. Sgusciare lontano dai tre della sicurezza fu incredibilmente facile nonostante non fosse un tipo da passare inosservato. Sicuramente non la sua camicia. Eppure riuscì a chiudere la porta dietro di se in un attimo, sicché le proteste, arrivate dopo pochi attimi di esitazione e confusione, non poterono essere udite da nessuno. Era stato geniale da parte dell'uomo sistemare la macchinetta proprio in quella stanzetta. Giusto lui sapeva fosse insonorizzata poiché inizialmente adibita ad un'altra mansione che non fosse una piccola e insulsa area relax. Era bastato sistemare quale mobiletto qua e là, postare sedie e caffè, ed ecco che nessuno faceva domande. Erano così sciocchi gli uomini. Rito scattò davanti alle porte automatiche della sala controllo, tirando fuori dalla camicia il sua badge. Lo infilò nella serratura apposita, cliccando dei tasti e.. dando il via all'operazione. La porta si chiuse, definitivamente. Con calma, quindi, si mosse verso il generatore centrale: una serie di tubi e armadi alla sua sinistra. Afferrò con forza una leva e si prese un attimo. Non appena l'avesse abbassata, sarebbero cominciati i giochi. E lui sarebbe stato scoperto. Aveva il tempo contato ma sapere di decidere lui l'inizio del conto alla rovescia lo fece sorridere. "Giochiamo", si disse. Abbassò la leva e tutta l'elettricità fu solo un ricordo. L'isola sarebbe rimasta completamente al buio se non fosse stato ancora poco prima del tramonto. E subito fu allarme. Rito si rimise ai comandi dei monitor. Doveva fare in fretta. Tutti loro, dovevano fare in fretta.

    Sull'isola..


    Nessuno, a miglia di distanza, si sarebbe accorto di nulla. Era ancora giorno nonostante il cielo cominciava ad imbrunirsi. Oltre a ciò, nessuno, alla base, si sarebbe accorto dei dispersi. O quasi. Ciò che era accaduto alla Vanguard era stato programmato ma le cose non erano andate come previsto. L'orologio che rilevava la posizione dei tre ragazzi era praticamente non funzionante, per nessuno di loro. C'era chi aveva perso la trasmittente.. e chi no. Erano stati tenuti d'occhio attraverso le telecamere e il rilevamento di posizione e, non vedendoli, erano stati dati per morti. Quattro di loro. Il quinto, era ancora vivo. Un ragazzo dai capelli rossi che aveva fatto sentire la sua voce ai rilevatori di sicurezza e che Rito era riuscito a nascondere proponendo quel caffé un po' preoce al resto della troupe. Stoltamente, si erano fatti ingannare. Ma il ragazzo sarebbe stato salvato, sì, ma dai compari di Rito. Non potevano permettere che tre Shinobi ficcanasassero in giro. Come se i loro sistemi di sicurezza non fosse abbastanza. Yamashita era quindi nei guai e, non sapendo la realtà dei fatti, mise nei guai anche il resto del gruppo. Gli uomini davanti a lui si accigliarono, scambiandosi un'occhiata. Sembravano terrorizzati, seppur mantenessero l'aria truce.

    Altri? Vuoi dire che.. sono vivi?

    Chiese con tono mellifluo, senza lasciar intendere che ciò non era un bene ma un male. Quello con la balestra non accennò ad abbassare l'arma. Il tipo con gli strani guanti, invece, sembrò pensarci per un attimo, prima di abbozzare un sorriso e strizzare l'occhio al giovane shinobi.

    Bene, vieni con noi, subito.

    E tentò di afferrare l'altro per un braccio, strattonandolo fino a se per metterlo in piedi. Avrebbe tentato quindi di tenere ben saldo il ragazzo, cominciando a camminare verso la base. Davanti a loro, la rete elettrificata era.. spalancata. E i due non sembravano affatto stupiti anzi, sembrava fossero stati loro ad aprirla. Ma.. come? Quella rete avrebbe dovuto far stare lontano chiunque avrebbe solo provato a sfiorarla. Per quale motivo non aveva funzionato, questa volta?





    Miglia e miglia più lontano, c'era un grosso calamaro, o polipo, che agitava i tanti tentacoli, tenendo stretta la ragazza dai capelli biondi che rideva come una scema. Assuefatta dalla polvere dei funghi geneticamente modificati, non conservava più una visione razionale del mondo. Probabilmente non si era accorta di niente. Cloud era sparito, chissà dove, chissà come. Il perché era chiaro: aveva fatto infuriare Madre Natura. Come e quando sarebbe tornato, nessuno poteva saperlo. Shinichi era l'unica salvezza per la ragazza, per il ragazzo vampiro e per se stesso. Sopratutto per se stesso. Non si lasciò sconvolgere dal leggero trip che l'aveva rilassato fino a pochi minuti prima. Egli era determinato e capace di affrontare una minaccia simile. Difatti, strinse Jessi con il filo d'acciaio, proprio come la stringeva il tentacolo della bestia marina. Poi, sfruttando la sua abilità innata, riuscì a colpire con centinaia di piccoli frammenti di ghiaccio uno dei tentacoli del calamaro gigante. Il ragazzo, però, non tenne conto delle sue condizioni. Agitato per la situazione e confuso dai funghi sbagliò la mira, sicché tutta la sua foga di salvare la ragazza non si riversò ladovve avrebbe dovuto, ma tra i tentacoli della bestia. Non poteva saperlo poiché il corpo si trovava sottto il livello dell'acqua, ma Shinichi l'aveva preso in testa. E questo fece infuriare la bestia. Si creò improvvisamente un vortice che coinvolse l'intero lago nero. Un vortice del quale non si vedeva la fine. E il calamaro, senza pensarci due volte, trascinò il tentavolo che reggeva Jessie giù con se. E legato alla ragazza, all'altra estrmità del filo d'acciaio, anche Shinichi. Finirono nella bocca del vortice entrambi. E tutto divenne nero.

    ...


    La ragazza tossì forte mentre il suo corpo si alzava dalla ruvida terra. Con uno scattò, si mise a sedere, respirando a pieni polmoni. Era fradicia e non capì che il forte odore di pesce morto e fango proveniva proprio da lei. Aveva fatto un bagno in un lago nero ma non lo ricordava affatto. Si sentiva come rinata e nulla dello stordimento dato dai funghi sembrava più toccarla. Si rimise in piedi, guardandosi intorno. C'era solo Shinichi, illeso.

    Shinichi! Svegliati! Dobbiamo..

    Si guardò intorno prima di finire la frase. Cosa dovevano fare? Era ormai il tramonto e cominciavano a calare le tenebre. Si trovavano al limitare della foresta e una cupola in lontananza segnava la base. Non sapeva come ma erano molto più vicini, anche se non vedere Cloud la spaventava. E Yamashita? Anche lui era sparito e avrebbero dovuto cercarlo. Guardandosi attorno, la giovane esploratrice scrutò tra gli alberi alla ricerca di qualcosa, finché non la vide. Una telecamera. Spenta. E ora le tornava in mente ciò che aveva origliato quella volta, quando James..

    Dobbiamo tornare alla base, presto!

    Tentò di aiutare l'altro ad alzarsi, cominciando a muoversi velocemente ma.. piano. Non voleva farsi vedere. Si accucciò dietro un grosso tronco e prese un respiro. Le serviva un attimo di pausa per fare mente locale. ormai mentire a se stesse non sarebbe servito a nulla. E quel ragazzino era la sua unica speranza. Era uno shinobi, del resto, lei a stento maneggiava un coltello.

    Devo dirti la verità.. credo che stia succendo qualcosa di losco.. James.. diceva che c'era un complotto. Penso che.. qualcuno voglia sottrarre delle ricerche dall'isola e rivenderle all'esterno come proprie. Si tratta di roba grossa, roba che solo QUI hanno e che LA FUORI potrebbe valere una fortuna.. Credo che questa sia la notte.. Dobbiamo fermarli..

    Spiegò, lanciando al ragazzo un'occhiata carica di ansia e determinazione. Dipendeva tutto da loro.

    Per qualsiasi dubbio scrivetemi. Siamo quasi alla fine!
    Stompo (non funge la tag ), puoi decidere se ribellarti (ovviamente giocando un motivo coerente, anche basato sulla stessa situazione) o seguire i due. Se ti ribelli descrivi cosa fai, anche attaccando. Se li segui, puoi ruolare fino all'arrivo al quartier generale, senza elettricita e poco prima del tramonto. Ruolerai che i due uomini ti porteranno sul retro dove ci sarà un camioncino bianco dove dei tizi sospetti stanno caricando delle casse chiuse.

    ¬Nagi, puoi ruolare fino all'arrivo al quartier generale. L'entrata principale sarà chiusa ma ti lascio carta bianca. Devi comunque cercare di entrare e avrai il supporto del png.
     
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    Qualcosa non tornava. Tutto sembrava normale, eppure qua e là vi era qualche nota stonata che fecero accendere delle spie nel mio cervello. Appena parlai alle due guardie degli altri passeggeri del rover, queste si guardarono per un istante: mi sarei aspettato uno sguardo stupito seguito da un sospriro di sollievo, avrei compreso anche solo una faccia sorpresa, ma quello che vidi mi lasciò perplesso. I due uomini si scambiarono uno sguardo strano, era come se gli avessi dato una brutta notizia ma cercassero di non darlo a vedere:

    "Altri? Vuoi dire che.. sono vivi?"

    La domanda suonò molto impersonale, il che contribuì ad aumentare la mia confusione:

    "Ok, magari non mi hanno sentito quando ho provato a parlare alla radio, ma non dovrebbero essere come minimo sollevati che delle persone del loro staff sono sopravvissute? Qualcosa non mi quadra..."

    La balestra che mi veniva puntata contro sicuramente non mi aiutava a capire cosa stesse succedendo. Oltre che infastidirmi mi faceva sentire sempre più minacciato che protetto. La guardia che aveva posto la domanda sembrò pensare per un attimo a cosa dire, prima di rivolgermi un sorriso e strizzarmi l'occhio:

    "Bene, vieni con noi, subito."

    Il tono non era rassicurante, sembrava più un ordine che una richiesta. Dove mi voleva portare? Di sicuro non dai miei compagni dato che fino a pochi secondi prima nemmeno sapeva che fossero sopravvissuti. Se all'inizio di quella conversazione mi si era accesa una spia di pericolo, ora tutto il mio cervello mi gridava che c'era qualcosa di sbagliato. Decisi di controllarmi, magari erano solo spaventati per quello che stava succedendo. Mentre tentai di tranquillizzarmi notai un particolare che fino a quel momento mi era completamente sfuggito: la rete elettrificata era aperta. Lì per lì pensai di aver visto male, ma ad uno sguardo più attento notai che non vi era nessuna spia accesa, non si sentivano ronzii statici né scariche elettriche provenire da quella che doveva essere la prima linea di difesa del quartier generale. E le guardie erano...tranquille!

    " Cavolo, se la rete che mi dovrebbe difendere dai pericoli del mondo esterno fosse disattivata, dopo che cinque persone del mio team sono sparite in circostanze misteriose sarei molto più preoccupato per la situazione, di certo non intratterrei una piacevole conversazione con una delle persone scomparse né gli punterei contro l'unica arma che possiedo! A meno che..."

    Era solo una mia congettura, non avevo prove per supportare la mia ipotesi ipotesi, ma fin da quando avevo messo piede in quel giardino avevo avuto l'impressione che diverse cose erano fuori posto. In quel momento, dopo tutte le disavventure che avevo passato per arrivare fin lì, mi sentivo di poter interpretare le azioni delle guardie in un solo modo. Se avessi avuto torto avrei solo fatto prendere un brutto spavento a due guardie che facevano il loro lavoro, ma se avessi avuto ragione...Dio quanto non avrei voluto avere ragione... mi sarei tirato fuori da una pessima situazione. Mentre ero immerso nei miei pensieri, indeciso sul da farsi,vidi la guardia che portava degli strani guanti avvicinarsi a me e cercare di prendere il mio braccio. Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Cercai di concentrare il mio chakra e mediante i sigilli richiesti tentai di eseguire la tecnica della moltiplicazione del corpo per creare otto copie di me per confondere i due uomini e provare ad evitare la presa della guardia:

    "Mi dispiace ma non verrò da nessuna parte con voi, prima mi dovrete dare un bel po' di spiegazioni sulla situazione. Da quello che mi pare di capire sono io il vostro nemico visto dove puntante l'arma, piuttosto che quelle bestie affamate che ci sono nella foresta dico bene?"

    Sperai davvero di aver esagerato, sperai con tutto il cuore che quei due uomini mi avrebbero smentito in maniera convincente e sperai che non sapessero nulla di quei mostri, perché se quello che credevo fosse stato vero sia io che il gruppo di Jessie ci saremmo trovati in grave pericolo.

    Azioni:
    -Tecnica della moltiplicazione del corpo( 8 cloni)

    Resistenza: 100
    Stamina: 145-5=140

    Spero di aver reso bene il flusso di pensieri che hanno portato il mio pg a reagire così :)


    Edited by Stompo - 20/2/2017, 14:00
     
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    Shinichi eseguì la sua tecnica segreta alla perfezione, sollevando in aria un centinaio, se non più, di sottilissimi spiedi di ghiaccio, tutti pronti a scagliarsi contro il tentacolo che stringeva forte Jessie. Quando essi partirono, solo una parte di loro riuscì a colpire il proprio bersaglio, mentre la restante parte andò sott'acqua e colpì inavvertitamente proprio uno dei punti più sensibili della creatura: la testa. I tentacoli presero a muoversi molto più velocemente, e l'unica cosa che restò da fare a Shinichi fu di tirare con tutte le sue forze il filo d'acciaio, legato precedentemente intorno alla vita della ragazza, per cercare di liberarla dalla stretta viscida del mostro.

    E... lascia... LA RAGAZZA!

    Nonostante i suoi sforzi, il mostro non sembrava nemmeno far caso alla misera forza del genin. Dopo qualche secondo di tiro alla fune, il tentacolo che stringeva Jessie si ritirò nel lago insieme agli altri, portando inevitabilmente con sé la ragazza. Shinichi provò allora un'ultima volta a tirare con tutte le sue forze, ottenendo come unico risultato che il mostro, spazientito, tirasse un sonoro strattone e tirasse giù con sé in quelle oscure acque non solo la ragazza, ma anche il kiriano con tutto il suo filo d'acciaio. Questi si ritrovò a mezz'aria sospeso sopra un vortice d'acqua nera, mentre la fastidiosa sensazione di vuoto allo stomaco gli impediva di formulare qualsiasi pensiero lucido. Fu inghiottito dal vortice, e gli occhi gli si chiusero proprio l'attimo prima di venir investito da quella gigantesca mole d'acqua.

    [...]


    Shinichi! Svegliati! Dobbiamo...

    Shinichi aprì lentamente gli occhi, i quali vennero subito colpiti dalla piacevole e fioca luce del crepuscolo. Notò Jessie accanto a lui, anche se in un primo momento non la riconobbe a causa dello stato di confusione del quale era preda la sua mente.

    Dobbiamo... fare cosa? domandò sollevandosi con l'aiuto delle braccia e mettendosi seduto con le gambe tese. Guardò Jessie, e subito gli tornò in mente ciò che era successo, il vortice, l'oscurità, tutto! D'istinto si guardò intorno, cercando la presenza del compagno vampiro che nella sua inutilità, era almeno una sorta di appoggio psicologico che avrebbe impedito ai due di sentirsi completamente soli, con la sicurezza del gruppo in mano al solo Shinichi. Purtroppo di lui non vi era nessuna traccia, e lo Yuki ricordava appena cosa gli fosse successo. Mentre tentava di ricordare, un forte dolore alla testa gli interruppe ogni pensiero, e Jessie riprese parola.

    Dobbiamo tornare alla base, presto!

    Cos'è questo tono? Che succe- Ehy!

    Di colpo Jessie lo prese per mano e lo costrinse ad alzarsi da terra e ad incamminarsi velocemente tra le sterpaglie dell'isola. Camminarono a passo spedito senza dire una parola, e Shinichi, già stordito dall'esperienza con i tentacoli e leggermente preoccupato dato l'espressione che aveva in volto la ragazza, non esitò a seguirla senza fare troppe domande così da terminare la faccenda il prima possibile. Dopo quella che sembrò un'eternità, finalmente Jessie si fermò accucciandosi dietro un grosso tronco. Prese poi un bel respiro e si degnò finalmente di spiegare la situazione al ragazzo.

    Devo dirti la verità.. credo che stia succedendo qualcosa di losco.. James.. diceva che c'era un complotto. Penso che.. qualcuno voglia sottrarre delle ricerche dall'isola e rivenderle all'esterno come proprie. Si tratta di roba grossa, roba che solo QUI hanno e che LA FUORI potrebbe valere una fortuna.. Credo che questa sia la notte.. Dobbiamo fermarli..

    La questione stava davvero cominciando a confondere il ragazzo, che non poteva nemmeno immaginare la sfortuna che poteva portarsi dietro affinché una, all'apparenza semplice, missione potesse implicarlo in qualcosa di molto più grande che aveva già mietuto le sue prime vittime, tra cui James, Cloud e forse anche il povero Yamashita. Si grattò la testa, scompigliandosi i disordinati capelli castani e chiudendo gli occhi con uno sbuffo.

    E va bene, guarda nemmeno mi interessa conoscere i dettagli quando per soldi si arriva ad uccidere delle persone. Conducimi al quartier generale e ti prometto che risolveremo la questione sia per James che per tutte le altre vittime!

    Il ragazzo rivolse un sorriso di incoraggiamento alla ragazza, cercando di trasmetterle quella sicurezza che le mancava. Senza ulteriori indugi i due continuarono per quella sempre più fredda foresta. Shinichi non riusciva ad avvertire il freddo, ma alla vista della ragazza che, vestita in quel modo poco adatto alla fredda notte tropicale, cominciava a tremare sempre più, fu costretto dal suo spirito cavalleresco a sfilarsi la sua giacchetta scura, rimanendo solo in camicia bianca.

    Ecco... cominciò, arrossendo leggermente sulle guance tieni!

    La camminata si rivelò essere decisamente meno insidiosa della precedente, e a poco a poco le luci della base si fecero sempre più vicine, fino a che i due si trovarono davanti alla rete elettrificata. Jessie rivelò al ragazzo l'unico dettaglio che gli bastava sapere, ovvero che la corrente era stata in qualche modo tagliata perché le telecamere erano tutte fuori uso.

    Ottimo! Allora entreremo scavalcandola. Ci serve solo una piccola copertura.

    Shinichi unì le mani nel simbolo della Tigre, e tentò di disperdere il suo chakra tutto intorno a sé, direttamente nell'ambiente.

    Allacciati bene quel giacchetto, tra un po' qui farà molto freddo....

    Nel giro di qualche secondo, tutta l'area della base sarebbe stata ricoperta da una fitta nebbia, e la temperatura avrebbe subito un improvviso picco verso lo zero della scala centigrada. Forti di quella copertura, i due si sarebbero poi posizionati in prossimità della recinzione.

    Vado avanti, stammi dietro per favore!

    Shinichi avrebbe dunque cominciato a scalare la recinzione lentamente, cercando il più possibile di non farsi notare. Una volta arrivato in cima, si sarebbe semplicemente lasciato andare, concentrando leggermente il chakra sotto i piedi per attutire la caduta e ritrovarsi così all'interno della base.
    Azioni:
    - Nebbia glaciale
    - Concentrazione del chakra per attutire la caduta
     
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    Avevano commesso un errore di valutazione nel pensare che sarebbe bastato manomettere la Vanguard per farla finire fuori strada e liberarsi degli scomodi visitatori. Anche le creature geneticamente modificate avevano fatto la loro parte ma non era bastato. Sembrava che tutti fossero sopravvissuti in qualche modo, mentre l'unico superstite certo, Yamashita, era in trappola. I due uomini l'avevano recuperato e non pensavano che un ragazzino avrebbe potuto rompergli le noci nel paniere. Che avrebbe potuto fare? Erano in due contro uno e il duo era persino armato. Quello con la balestra teneva la mira alta, come se dovesse rilasciare il colpo da un momento all'altro. L'altro tentava di apparire meno nervoso di quanto non fosse, non sapendo che già i dubbi si erano insinuati nella mente del giovane dai capelli rossi. Cosa lo spinse a reagire poteva saperlo solo lui, come un segreto custodito in un diario che non si può trovare e leggere. L'uomo con gli strani guanti sembrava aver captato onde negative e fece per afferrare il braccio del giovane shinobi, al fine di condurlo lui stesso, come per non lasciarlo andare. Ma fu allora che il rosso si moltiplicò. Fu così improvviso che entrambi gli uomini sobbalzarono e mentre l'uno imprecava, l'altro lasciò andare un colpo di balestra, mirando alla fronte di uno dei tanti ninja. Prese una copia, ma avrebbe ucciso il ragazzo con un po' di fortuna.

    Avverti gli altri! Svelto!

    Ordinò il più grosso, sfoderando gli artigli retrattili. Era preoccupato perché non si fidava affatto del suo compare con la balestra, non voleva restarci secco. E dare l'allarme sarebbe stato molto più utile che rischiare di essere ucciso.

    Dove sei, moccioso? Fatti vedere!

    Come una furia, menò quattro fendenti e la fortuna sembrava giocare dalla parte di Yamashita, perché non fu colpito neanche una volta. Ma adesso restavano solo quattro cloni e, tra di essi, c'era lui in carne ed ossa. L'uomo ridacchiò mentre l'altro se la diede a gambe, correndo verso la base per dare l'allarme.

    A noi due!


    Shinichi si era dimostrato un giovane gentiluomo e Jessie fu d'accordo con lui sul provare ad introdursi nella base. Coprendosi con il giacchetto del ragazzo (che comunque non bastò a non farle sentire freddo), scalò anche lei la recinzione attraverso la fitta nebbia, atterrando agilmente. Rotolò a terra per la troppa altezza ma era allenata a salti del genere, per cui non ebbe difficoltà. Da lì in poi, fu proprio lei a dare il via all'operazione di infilatrazione. Non aspettando ulteriori superstiti e avendo mandato due tirapiedi a pescare l'unico sopravvissuto, nessuno si aspettava l'arrivo del ragazzo e della ragazza, che quindi si introdussero facilmente. Non c'era sicurezza. La ragazza, nonostante il buio, tirò fuori un accendino dalla tasca e tentò di orientarsi con la luce.

    Eccola!

    Si riferiva alla grossa porta meccanica che portava ai sistemi di sicurezza e al generatore. Da lì avrebbero potuto riprestinare la corrente e contattare il traghetto a Kiri per inviare i rinforzi e spiegare la situazione. Ma la porta era bloccata e Jessie era sicura che non sarebbe passato molto tempo prima di venire scoperti.

    Shinichi, devi aprire questa porta! Dobbiamo assolutamente entrare lì dentro!

    Avevano i minuti contati, tutti loro, non solo il duo. Tutto dipendeva, in quel momento, dal ragazzino dai capelli scuri.

    @Stompo, se lasci andare quello con la balestra, tutti sapranno che sono sopravvissuti anche gli altri e li cercheranno. Se non ti difendi, potresti venire colpito da quello con gli artigli. Puoi fare un misto ma ricordati il limite delle quattro azioni e di sfruttare bene la situazione.

    @Nagi, devi fare 200 danni alla porta con un solo attacco per aprirla ed entrare, così i turni che vi separano dalla fine della missione diminuiscono. Se non dovessi riuscirci, puoi usare più attacchi ma verrete scoperti al primo a causa del trambusto.


    Siamo quasi alla fine, ragazzi! Un paio di giri e abbiamo fatto (forse)!
     
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    Guardia

    Il dado era tratto. Le mie mani furono più veloci di quelle della guardia, prima che lui potesse anche solo toccarmi si trovò di fronte tante mie copie, tutte identiche l'una all'altra. Mi sorpresi di essere riuscito a eseguire quella tecnica in un momento di stress a quella velocità, mi sentii soddisfatto e mi sarei permesso anche di sorriderci sopra se la situazione non fosse stata così pericolosa. La mossa stupì entrambi, increduli di quello a cui stavano assistendo. La sorpresa però durò poco, infatti la guardia con la balestra fece partire subito un dardo in direzione di uno dei miei cloni prendendolo in piena fronte e facendolo sparire in una nuvoletta di fumo:

    "Cavolo quel colpo era davvero preciso! Se la fortuna non fosse stata dalla mia parte mi sarei ritrovato con un bel buco in testa, devo stare più attento"

    Ormai fu chiaro che i miei timori e le mie sensazioni erano veritiere. Ovviamente nessuno dei due rispose alla mia provocazione, non che mi aspettassi alcunché. Sentii una puntina di paura diventare sempre più grande dentro di me, due gocce di sudore cominciarono a scendere dalla mia fronte percorrendo tutto il lato del mio viso, sentivo la pressione aumentare e questo non mi piaceva. Ancora una volta percepivo il peso di essere da solo, non che non potessi gestire una situazione del genere, ma mi avrebbe fatto piacere avere vicino qualche compagno con cui condividere pensieri, idee, elaborare un piano per completare la missione...Già chissà se saremmo riusciti a portarla a termine, di fatto quelli che ce l'avevano assegnata stavano tentando di ucciderci...

    "Pensiamo ad una cosa alla volta, prima cerchiamo di portare a casa la pelle, poi penseremo alla missione"

    Dopo un iniziale sbigottimento, le guardia si ripresero subito e iniziarono ad elaborare un strategia. Quella con i guanti strani si rivolse al suo compagno:

    "Avverti gli altri! Svelto!"

    Accompagnò le sue parole con la fuoriuscita di piccole lame dalla sommità dei suoi guanti. Rimasi sorpreso da questo evento, non avevo mai visto nulla del genere ma potevo facilmente intuire che quelli non fossero stuzzicadenti. Il balestriere non se lo fece ripetere due volte e cominciò a correre in direzione della base:

    "Dannazione questo è un problema, se riesce a chiamare i rinforzi sarà dura sopravvivere, in più saranno a conoscenza che gli altri sono vivi e li cercheranno! Non posso permetterlo, devo fermarlo prima che sia troppo tardi"

    L'uomo con gli artigli però non era intenzionato a mettersi da parte, anzi iniziò a menare fendenti a tutti i miei cloni vicini facendoli sparire uno dopo l'altro:

    "Dove sei, moccioso? Fatti vedere!"

    Dopo i suoi attacchi rimanemmo solo io e tre cloni, il tempo era contro di me. Il collega era sempre più lontano, non ci avrebbe messo molto a sparire dalla mia vista impedendomi di colpirlo. Dovevo inventarmi qualcosa e dovevo farlo alla svelta, altrimenti sarei diventato un salame e avrei messo in pericolo anche i miei compagni:


    "Devo pensare ad un modo per uscirne mmm... Se attacco la guardia più vicina l'altra scappa e ci mette a tutti nei guai, ma se invece attacco quella più lontana questa qui mi fa a fette... Devo cercare di attaccare una e al tempo stesso difendermi dall'altra, sarà un cosa davvero difficile ma la priorità è senz'altro impedire l'arrivo di rinforzi"

    L'uomo con gli artigli sembrò iniziare a godersi il combattimento, perché iniziò a ridacchiare fendendo l'aria con le sue armi:

    "A noi due!"

    Sbatté anche i suoi artigli uno contro l'altro, forse con l'intento di provocarmi, ma non era lui il mio bersaglio. Sfruttando ancora le copie in campo come protezione e per evitare che il suo compagno potesse allontanarsi troppo cercai subito di concentrare il mio chakra nello stomaco, scaldandolo sempre di più. Appena sarei stato pronto avrei cercato di eseguire i sigilli necessari per la tecnica dei Proiettili del fuoco del drago e avrei rilasciato tutto il chakra accumulato sotto forma di fasci di fuoco mirando all'uomo intento a fuggire. Questo avrebbe sicuramente attirato l'attenzione dell'altra guardia e con ogni probabilità avrebbe cercato di attaccarmi. A quel punto, sfruttando il fatto di essere ancora fuori da quella recinzione e quindi ancora vicino alla foresta avrei cercato di usare la tecnica della sostituzione con un masso o con un tronco lì vicino così da provare ad evitare la sua offensiva. A quel punto avrei tentato di colpire anche l'avversario vicino provando a concentrare nuovamente il mio chakra nella sacca stomacale per tentare di replicare la tecnica di fuoco utilizzata prima mirando al petto della guardia con gli artigli. Se fosse stata ancora intenzionata a farmi a fette avrei cercato nuovamente di sostituirmi per evitare la sua eventuale offensiva. Dovevo togliere di mezzo queste due guardie, così forse avrei avuto modo di esplorare il quartier generale e capire che cosa stava succedendo e che fine avessero fatto i miei amici.

    Azioni:
    -Tecnica dei Proiettili di fuoco del drago sulla guardia in fuga
    -Tecnica della Sostituzione su eventuale attacco
    - Tecnica dei Proiettili di fuoco del drago su guardia vicina
    -Tecnica della sostituzione su eventuale attacco

    Resistenza: 100
    Stamina: 140-18-5-18-5=94


    Edited by Stompo - 23/2/2017, 13:23
     
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    Con qualche piccola difficoltà da parte della ragazza, i due si ritrovarono dentro la base. Shinichi si era agilmente arrampicato sulla rete e arrivato in cima aveva compiuto un balzo atterrando perfettamente e senza accusare il colpo grazie al suo chakra. Jessie, dal canto suo, non sapeva utilizzare il chakra, perciò attutì la caduta con un'agile capriola. La fitta nebbia creata dall'abilità innata di Shinichi, unita al buio della notte giunta da poco, aveva creato una condizione di visibilità zero che aiutò non poco la loro missione di infiltrazione. Gli utilizzatori di tecniche di camuffamento erano solito possedere delle abilità alternative alla vista, e nel caso dello Yuki come per la maggior parte dei kiriani, l'udito riusciva ad essere molto più efficiente degli occhi in molte occasioni. Per Jessie non si poteva dire lo stesso, e la ragazza si ritrovò costretta ad estrarre il suo accendino dalla tasca per illuminarsi un minimo il percorso fino all'obiettivo. Nel mentre Shinichi tenne le orecchie ben aperte per captare ogni singolo piccolo rumore che avrebbe potuto significare una minaccia incombente.

    Eccola!

    Esclamò Jessie arrivata dinanzi una grossa porta metallica. Shinichi la osservò, e per quanto possibile grazie alla fioca luce del fuoco, riconobbe in essa una delle porte meccaniche che aveva già avuto modo di vedere alla sua prima visita alla base, una di quelle che si riuscivano facilmente ad aprire tramite un comando elettrico.

    Shinichi, devi aprire questa porta! Dobbiamo assolutamente entrare lì dentro!

    A quelle parole Shinichi annuì con un piccolo ma deciso cenno del capo. Si avvicinò poi alla porta, bussandoci sopra con le nocche per tastare il materiale di cui era formata. Dalla durezza e dal rumore emesso non si poteva giungere che alla conclusione si trattasse di una sorta di metallo, con tutta probabilità ferro o acciaio.

    Mmh, non c'è proprio modo di aprirla senza elettricità, vero? domandò, sperando che alla ragazza fosse arrivata una sorta di illuminazione che non fosse entrare con la forza. Alla risposta negativa di questa, il genin di Kiri non poté fare altro che rassegnarsi all'idea.

    Va bene, però non so se sarò in grado di... beh, alla fine penso che il segreto stia nel provarci! Allontanati, per favore!

    Detto ciò, lo Yuki si posizionò a circa cinque metri di distanza dalla porta e chiuse gli occhi. Cercò come di proiettare la mente nell'ambiente circostante, cercando di prendere consapevolezza della posizione del suo più grande alleato: l'acqua. Nell'ambiente tropicale in cui sorgeva la base, soprattutto di notte, l'umidità era così tanta che Shinichi non avrebbe avuto troppe difficoltà ad avvertirla. Con il pensiero avrebbe ordinato alle gocce d'acqua sparse un po' ovunque di condensarsi e cristallizzarsi davanti a lui, donandogli le sembianze di tre grossi speroni di ghiaccio lunghi circa due metri. La loro punta sarebbe stata molto appuntita, e il loro spessore abbastanza da perforare da parte a parte il tronco di un albero. Il ghiaccio sarebbe rimasto sospeso a mezz'aria a circa quattro metri di distanza dalla porta e a uno dal suo creatore. Una volta fatto ciò, il kiriano avrebbe concentrato nella mano il suo chakra fuuton, e avrebbe mosso con uno scatto quest'ultima in avanti generando una fortissima corrente d'aria che avrebbe guidato a tutta velocità quegli speroni di ghiaccio proprio contro la porta metallica.

    Azioni:
    - Creazione di tre speroni di ghiaccio appuntiti di circa due metri di lunghezza
    - Palmo del forte vento

    Resistenza: 148
    Stamina: 82-10-10-10-10= 42
    Note:
    Da come ho creato il ghiaccio, ho cercato il più possibile di donargli la caratteristica di un'arma perforante. Spero vada bene!
    Perdonate il post, non avevo molto da descrivere.
     
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    Il boato che si scatenò fu tale che nessuno non poté non udirlo. Esso esplose come un fiume in piena, rimbombando in ogni angolo di quella forzata oscurità. La porta era stata più che aperta, praticamente distrutta. Non era fatta di ferro ma di un materiale che vi somigliava, seppur decisamente più debole come volevasi dimostrare. Shinichi era stato in grado di tirare fuori un jutsu così devestante che non c'era stato nulla da fare. La porta semplicemente non aveva retto. Per lo meno Jessi poté infiltrarsi all'interno della sala di sicurezza, seppur dopo qualche attimo di stupore. Si precipitò al generatore e tirò su la leva, sicché la luce tornò e la corrente, pian piano, cominciò a ristabilirsi sull'isola. Non attendendo un attimo, l'esploratrice si precipitò ai comandi, premendo qualche tasto per contattare qualcuno di molto importante. Le gambe le tremavano e la voce titubò per un secondo prima di spiegare a quella voce sconosciuta il problema.

    P-pronto? Chiamo da Nanakusa, dalla base. Dovete bloccare il traghetto, servono le forze di polizia, abbiamo subito un sabotaggio! Ripeto: ABBIAMO SUBITO UN SABOTAGGIO! Sono morte delle persone, ci serve aiuto!

    Scoppiò in lacrime perché quella storia era troppo, decisamente troppo per lei. Si abbandonò sulla sedia, riprendendosi poco dopo. Non era ancora finita. Solo con un colpo di fortuna liberò le persone chiuse nello stanzino, sentendo colpi sordi e lontani battere sulla porta d'ingresso. Confrontandosi con i colleghi non ci furono dubbi. Rito voleva vendere tutto e scappare via con il bottino.

    Devo restare con loro, Shinichi. Tu devi fermarlo!

    Esclamò, fissandolo dritto negli occhi. Era stanca e confusa ma si fidava del ragazzino, sapeva di potergli affidare un compito così delicato. I tre gli spiegarono che probabilmente Rito era sul retro e preparava la merce, quindi per raggiungerlo, lo shinobi non avrebbe dovuto fare altro che uscire dalla porta alla sua destra, che portava ad un anticorridoio che sbucava proprio sul retro.

    Fermalo..

    Fu l'ultima richiesta della ragazza. Shinichi non poté quindi sottrarsi al suo destino. Se avesse superato quella porta e percorso il corridoio, il retro di un grosso garage sarebbe stato il suo nuovo scenario. E, come previsto, un grosso camion bianco era in attesa, con il retro spalancato. Grossi tipi nerboruti caricavano grossi e pesanti scatoloni, dall'aria fragile. Rito, incredibilmente vistosto con la sua camicia hawaiana, dirigeva il tutto ma poi si accorse di Shinichi. Tutti se ne accorsero. L'espressione dell'uomo era di orrore e stupore sicché divenne pallido come un cencio, poi rosso come il sangue. Infuriato contro i suoi uomini che avevano sbagliato. Non erano stati in grado di finire il lavoro come aveva detto.

    Via! Muovetevi!

    Esclamò fuggendo. Coperto dai suoi uomini, tentò di mettersi al volante e fuggire mentre questi tiravano fuori mazze o semplicemente si scagliavano contro Shinichi, per un numero di cinque contro uno. E il suo obbiettivo era fermare la corsa del fuggitivo.
    In quello stesso momento, una nuova figura fece il suo ingresso. Aveva combattuto e vinto contro due scagnozzi che, invero, lo stavano portando proprio lì. Continuando la corsa verso la base, si era ritrovato sul versante in questione, nel bel mezzo di quel caos. Yamashita era tornato, ricongiungendosi con Shinichi. Aveva visto tutto e, sebbene non sapesse ciò che Shinichi sapeva, l'istinto da shinobi parlò per lui. Dovevano fermare quel camion.

    Siamo all'ultimo post prima del conclusivo. Anzi, potrebbe esserlo, dipende da voi. Shinichi è circondato da 5 persone che lo attaccano più o meno simultaneamente. Yamashita ha vinto lo scontro e ha raggiunto l'altro. Lui non viene bersagliato da nessuno. Rito sta fuggendo assieme al camion. Ricordatevi che, se volete fermare il mezzo, non fate cose tipo tirargli palle di fuoco perché esploderebbe e.. non sarebbe bello per nessuno, neanche per la merce all'interno :si2: Potete anche provare ad inseguirlo in qualche modo e prolungare di giusto uno o due post la missione, fate voi. Siamo praticamente alla fine!
     
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    Guidati dal vento, quei tre grossi speroni di ghiaccio colpirono quasi in simultanea la porta metallica, distruggendola completamente. Sbalordito quasi quanto Jessie, il genin della Nebbia non poté fare altro che sopportare quel grande boato arricciando le sopracciglia e cercando di tapparsi le orecchie con le mani.

    Forse non era così resistente come pensavo, meglio così. Possiamo entrare!

    Senza perdere altro tempo, Jessie si infiltrò nella stanza e tirò su una leva abbassata, ripristinando la corrente che in un attimo riaccese tutte le luci della base. Shinichi rimase vigile sulla porta, temendo che in realtà tutta la base fosse contro di loro e perciò non sarebbe passato molto tempo prima che qualcuno potesse arrivare per attaccarli. Di rumori non ve ne erano in quel momento, e l'unica voce che si riusciva bene ad udire era quella di Jessie intenta a chiamare i soccorsi.

    P-pronto? Chiamo da Nanakusa, dalla base. Dovete bloccare il traghetto, servono le forze di polizia, abbiamo subito un sabotaggio! Ripeto: ABBIAMO SUBITO UN SABOTAGGIO! Sono morte delle persone, ci serve aiuto!

    Dopo le ultime parole la ragazza si abbandonò sulla sedia in lacrime, come se non potesse più sopportare tutto quello che stava accadendo. Shinichi la osservò, anch'esso con un espressione che riusciva a trasmettere quanto quella tristezza stava pian piano prendendo di mira anche il suo cuore. Ciò nonostante il genin sapeva bene che essa non avrebbe mai potuto essere comparata a quello che stava vivendo Jessie in quel momento, con il suo lavoro sabotato e i suoi compagni morti. Anche Shinichi aveva con tutta probabilità perso due dei suoi compagni, ma si trattava comunque di persone che aveva conosciuto il giorno stesso e, per quanto potesse dispiacergli, non sapeva ancora cosa si provasse a perdere qualcuno di veramente caro sotto i propri occhi. La situazione fu sbloccata da dei tonfi provenienti da una porta lì vicino, e Jessie si apprestò a premere un pulsante ed aprirla. Da essa uscirono tutti i ricercatori e responsabili dell'isola, che i cattivi della situazione avevano avuto la classica idea di imprigionare. Poiché ormai i pericoli sembravano essere passati, Shinichi si diresse verso il gruppetto, udendo lo stato della situazione grazie al suo fine udito. A quanto pare dietro tutto vi era proprio colui che tutti e tre io genin avevano fin da subito etichettato come il più antipatico: il signor Rito. I ricercatori svelarono che egli era in partenza con un camion dal garage sul retro, e Jessie si rivolse subito all'unico che potesse essere in grado di risolvere la situazione nel modo più veloce.

    Devo restare con loro, Shinichi. Tu devi fermarlo!

    Al genin venne così spiegato come raggiungere il garage, e egli accettò con un piccolo inchino quello che probabilmente sarebbe stato il suo ultimo incarico in quella missione.

    Fidatevi di me!

    Esclamò, e a gran velocità attraversò la porta alla sua testa e percorse correndo tutto il lungo corridoio fino ad arrivare in quello che sembrava essere un enorme garage. Al suo interno la prima cosa che gli saltò subito all'occhio fu l'enorme camion bianco parcheggiato al suo interno. Nel retro spalancato, un gruppo di sei uomini erano ancora intenti a caricare la merce rubata. Si accorsero subito del nuovo arrivato, e Rito, riconosciuto subito da Shinichi a causa della sua vistosa camicia, prima impallidì, poi divenne rosso dal furore. Lo Yuki lo guardò dritto negli occhi, sorridendogli superbamente accorgendosi del panico che aveva scatenato in lui con la sua sola presenza.

    Via! Muovetevi!


    Urlò Rito, correndo per salire alla guida del camion. I suoi cinque uomini non persero tempo, e chiuso il retro del camion estrassero delle mazze e si scagliarono contro il genin. Senza alcuna traccia di paura, Shinichi compose tre veloci sigilli e cercò di concentrare il chakra acquatico nella bocca, che avrebbe poi scagliato a tutta potenza contro i cinque uomini davanti a lui. Una volta sbarazzatosi degli sgherri con quella semplice quanto efficace mossa, avrebbe notato Yamashita accanto a lui, sbucato da chissà dove. Non perse tempo a parlargli, anzi non ne perse nemmeno a provare gioia o indifferenza per la sua inaspettata presenza, si concentrò unicamente nel tentare di fermare la fuga di Rito, ormai in procinto di mettere in moto il camion.

    DOVE PENSI DI ANDARE?!

    Urlò, cercando di eseguire il più velocemente possibile i sigilli della Tigre, del Gallo, del Cinghiale e del Cane. Dall'acqua che sarebbe rimasta a terra in seguito alla riuscita della precedente tecnica, lo Yuki avrebbe evocato una gigantesca tigre bianca composta di puro ghiaccio. Il felino glaciale avrebbe saltato con un balzo gli uomini a terra, e con un altro paio di salti avrebbe raggiunto direttamente il cofano del camion, cercando di congelare il motore e impedire il suo corretto funzionamento.

    Azioni:
    - Violenta onda Acquatica
    - Drago contro tigre

    Resistenza: 148
    Stamina: 42-10-18= 14
     
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