Nonubu Vs Yuka & Yudai

Finale senores

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  1. Anselmo
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    Parlato

    Pensato

    Nibi


    Re Akado

    Marvin


    -[ X ]-


    Fuori uno.

    Kuroda oramai aveva toccato il suolo al di fuori del perimetro delimitato dalle torri. Lo scontro, per lui, terminava in quell'istante, quindi lo rimossi dalla mia mente come un inceneritore rimuoverebbe dalla faccia della Terra lo sventurato moscerino che va a fargli visita. Non costituiva più un problema in quel torneo. Ruotai il capo e misi invece nel mio mirino Inohana.

    Vai, tocca a lei.

    Fu il pensiero che istantaneamente mutai in inderogabile volontà della mia creatura di legno. Quella ruotò a sua volta il mastodontico teschio per puntare il bersaglio, ed inarcò tutto il corpo in numerose pieghe come farebbe un black mamba pronto a sferrare il suo morso letale, e partì all'assalto verso l'inerme ragazza. Peccato che, per l'ennesima volta, il cocktail di impulsi elettrici che avevo al posto delle sinapsi andò in tilt: il drago in una brusca sterzata senza logica mancò il bersaglio e finì dritto contro una delle torri, attraversandola da parte a parte in un boato di frammenti grossi quanto delle pecore che vennero proiettati verso il cielo per poi ricadere in ogni dove. Il drago rovinò pietosamente al suolo ed ivi rimase immobile, troppo ferito nell'orgoglio o forse troppo danneggiato per continuare a combattere.
    Assistendo a tale spettacolo, reagii con un'unica, singola contrazione del massetere e presi a camminare diretto verso Inohana, per porre fine all'incontro. Non ero certo uno che si tirava indietro quando c'era da sporcarsi le mani. Ma non fu necessario, perché in un svolazzare di vesti ad un vento inesistente, il tale che organizzava l'evento si parò tra me e la preda, sollevando una mano dal palmo rivolto in avanti:

    Placa i tuoi bollori, mio prode! Sei sulla giusta via, non perderti tra le nebbie oscure dell'ecatombe. L'incontro termina ora!

    Rimasi per qualche tempo interdetto, osservando assorto quell'individuo. Vi era qualcosa di molto strano nella sua figura. Passi l'aspetto, passino i modi ma... dal mezzo centimetro d'aria che separava le sue suole dal terreno, alle vesti che si muovevano senza che vi fosse il mimo alito di vento, alla voce che dava la lieve impressione di non appartenergli.
    Mi strinsi nelle spalle ed accettai di buon grado il verdetto, d'altronde il mio vero avversario, Kuroda, l'avevo sconfitto. Fu proprio da lui che mi recai.

    Breve ma intenso, non credi?

    Gli dissi dopo aver attraversato il campo di battaglia ed avergli offerto la mano per aiutarlo ad alzarsi. L'altra intanto componeva un mezzo sigillo del serpente per far si che i ceppi si sfaldassero in decine di tentacoli, i quali sparirono in un attimo nel sottosuolo.

    Mi spiace che tu debba dire addio al tuo amato montepremi. E mi dispiace anche che tu debba lasciarlo ad un "piccolo figlio di puttana" come me...
    Nah, nevvero, scherzavo, non mi dispiace affatto. D'altronde la nostra amicizia non vale il montepremi, convieni?


    Non v'era altro da aggiungere. Gli diedi le spalle, avevo degli affari di cui occuparmi. Balzai sulla parete della torre più vicina, aderendovi grazie al chakra e scalandone la sommità. Quindi raggiunsi il gruppo di sfidanti balzando di torre in torre come farebbe qualsiasi Shinobi che si rispetti, per poi fermarmi sul mozzicone di una vecchia torre semi-diroccata alta non più di quattro metri.

    Ehi Marvin, dammi una di quelle cose!

    In un primo istante non ci fu risposta. Poi i triangoli rossi che aveva per occhi sfrizzarono brevemente e si accesero. L'apparecchio emise dei mugolii meccanici e cominciò ad alzarsi con movimenti che esprimevano al meglio l'immensa fatica che ciò gli causava. Con voce meccanica mise in chiaro la cosa:

    Tipico digli umani disturbare il riposo di noi poveri robot, come se solo voi aveste il diritto di dormire... Tieni!

    Con un movimento del pollice scaglio la pillola verso l'alto. Non appena raggiunse la mia quota la afferrai al volo e me la schiaffai in gola.

    Mmmhh... allucinanteeee!

    Trememememendamente... Allucinante!

    Fece eco Marvin. Mi chinai poggiando i gomiti sulle ginocchia e, dalla miserabile sommità della mia mezza torre, scrutai dall'alto in basso il gruppo di sfidanti.

    Il prossimo avversario?

    Ah! Ehm, si!

    La macchinetta si schiarì la voce con un suono di circuiti fritti e fece il suo annuncio:

    Nonubu contro Yuka e Yudai... BUONANOTTE!

    -[ X ]-


    Sfoggiai il miglior sorriso che scovai nel mio repertorio di espressioni. Un sorriso malriuscito, perchè accompagnato dallo sguardo duro che la vita aveva congelato sul mio volto. Il risultato fu che, anziché affabile calore, la maschera espressiva che assunsi diffuse attorno a me soltanto disagevole iniquità. Era un fatto che nel tempo avevo perso la capacità di sorridere in modo spontaneo, merito delle rare situazioni di felicità che la vita mi aveva reso.

    Ma ciao Yuka, quanto tempo...

    Esordii con tono allegro.

    Salute anche a te, Suna no Keshin.

    Saranno passati ormai quattro anni da quel combattimento. Ti vedo cresciuta! Mmh... si...

    Il mio sguardo indagò minuziosamente le forme sinuose del suo corpo, con tale superbia da mettere in dubbio l'esistenza delle vesti che la coprivano, come minimo. Che potesse sentirsi nuda, poco m'importava. A detta di molti ero uno di quelli che "non si riesce mai a capire cosa stia pensando", quindi ero abituato a non preoccuparmi più di tanto del presentarmi a dovere per diffondere una buona impressione di me. Anzi, nel silenzio che seguì bastò il sorriso che si allargava ancor di più sul mio volto solcato dalle cicatrici a togliere ogni dubbio sull'eventuale innocenza della musica che mi rimbombava in testa. No, non stavo pensando a nulla di buono, non secondo la concezione comune dell'aggettivo. Questo era indubbio.

    ...dannatamente cresciuta, piccola Yuka.

    Aggiunsi mormorando tra me e me in una risatina soffocata. Mi scostai i cappelli dal viso ed incamerai un bel respiro profondo, lasciando che lo sguardo spaziasse sul resto dei presenti. Non provai nemmeno a trattenere il disappunto che provavo. Lo sfogai torcendo sistematicamente i lineamenti del mio volto in una smorfia di noia e disgusto. Era un vero peccato che tra di essi non ci fosse qualche altro combattente capace di tenere il passo della mia danza. L'unica rimasta me la trovavo difronte, quindi senza indugiare ulteriormente nel languido tepore delle speranze irrealizzabili feci di lei tutto il mio mondo, come poc'anzi avevo fatto con Kuroda. Tornai a ridacchiare, senza la minima intenzione di indorarle la pillola.

    Sei sicura di volermi affrontare? He he he he, dimmi di si Yuka. Forse altri non ti biasimerebbero se ti tirassi indietro. Io invece... bhé la cosa non mi andrebbe affatto a genio. La giornata non ha ancora soddisfatto le mie aspettative, ho proprio voglia di affrontare qualcuno all'altezza. E quel qualcuno sei tu. Ho intenzione di divertirmi, e tanto. Spero che ti divertirai a tua volta, altrimenti la cosa sarà decisamente...

    Balzai improvvisamente indietro, in una lunga piroetta che mi fece guadagnare il centro del campo. Gambe divaricate, allineamento di spalle col bersaglio, capo reclinato a protezione della gola, mi misi in posizione di combattimento. Qui, troppo lontano da Yuka per farmi udire, conclusi:

    ...decisamente spiacevole, per entrambi. Ma per te certamente di più, hm.

    Meglio se metti in guardia la tua ragazzina da questo tizio, fa sul serio. Mai ho incontrato umano a cui piacesse combattere quanto lui. C'è poco di umano nel suo animo...

    Aggiunse il mio compagno d'avventure, che invece si fece udire senza remore sia da Yuka che da Shukaku.

    Attaccate pure nei vostri prossimi post ragazzi, le presentazioni sono sprecate :rabbit:
    Personalmente non ho fretta, è la nostra finale. Postate pure nell'ordine che volete.


    Edited by Anselmo - 7/1/2016, 21:48
     
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    Ancora qualche secondo e tutto sarebbe finito. Immaginavo già il mio avversario esanime, senza più forze, a terra. L'adrenalina mi aveva già invasa e sentivo già il sapore della vittoria. Avevo lasciato il colpo finale nelle mani di Yudai, intrappolando prima Xavier per evitare che fuggisse. Ma qualcosa non andò secondo i miei piani. No, non persi, ma non ci fu bisogno di proseguire. Nell'ultimo disperato tentativo di salvarsi, il nostro avversario era riuscito ad evitare il colpo finale ma doveva essere rimasto senza energie. Ancora compresso nella morsa sabbiosa, lo sentimmo annunciare a gran voce:

    Basta, è finita… Mi ARRENDO!

    Tornai in me istantaneamente, disgregando la sabbia sotto i suoi piedi per lasciarlo libero. Il campo da gioco era ridotto un casino: pilastri di terra alti metri e metri e voragini della stessa profondità. Dopo pochi secondi ci ritrovammo tutti e tre faccia a faccia e fui lieta di vedere che Xavier non era affatto messo male. Yudai non mi aveva mentito, quel tipo era davvero intelligente, sapeva usare le sue abilità con tempismo e logica. Se fossimo stati sullo stesso piano, probabilmente sarebbe persino riuscito a fregarmi. Ma quel giorno, eravamo stati Yudai ed io ad andare avanti.

    Bravi, siete stati davvero troppo forti, non ce l’avrei mai potuta fare!

    I due ragazzi si strinsero le mani, guardandosi negli occhi. Poi fu il mio turno. Il ragazzo era molto più alto di me ma mi strinse la mano con gentilezza, inchinandosi, per di più. Arrossii dall'imbarazzo, borbottandogli di lasciar perdere.

    Grazie, Xavier. Sarà un piacere sfidarti di nuovo, se ne avremo l'occasione!

    Ricambiò il mio sorriso e scomparve, senza accomodarsi tra il pubblico. Probabilmente aveva qualcosa di importante da fare. Anche Sarakube si riprese, allontanandosi dall'arena. Avrei voluto andargli contro e parlargli ma Yudai mi fermò. Incontrai il suo sguardo ed era così serio che mi preoccupai, cominciando a prendere colore. Lui abbassò gli occhi, sembrava quasi starsi trattenendo dal fare o dire qualcosa.

    Yuka... penso di doverti delle scuse. Non... non sono riuscito a fare nulla in questo scontro. Sono stato solo una palla al piede per te. Sinceramente, non so neanche cosa ci sto a fare ancora qua, non sono all'altezza.

    Tentai di replicare ma fu impossibile davanti al suo sguardo duro; tra il ferito nell'orgoglio e il furioso..con me? Era difficile da capire, ma non dissi nulla, il che fortunatamente fu meglio perché Yudai sembrò sbloccarsi da solo. Improvvisamente il suo sguardo divenne più dolce, sempre con quell'aria da menefreghista.

    Credo proprio che oltre alle scuse ti debba anche ringraziare. Mi hai protetto. Di solito sono gli uomini a proteggere le donne.. mi sa che mi sto rammollendo.

    Ma piantala!

    Riuscii a dire, alla fine. Gli sorrisi e anche lui mi rivolse un sorrisetto da sbruffone. Mi diede un buffetto sulla fronte e si voltò mentre mi portavo le mani al volto. Arrossii e sperai non mi vedesse, sembravo decisamente più stupida del solito in quel modo. Osservai la sagoma del ragazzo mentre si dirigeva da Marvin, il robot, e raccoglieva qualcosa dalle sue mani robotiche. Il ragazzo si voltò di nuovo, mostrandomi le pillole che avevo già visto all'opera. Sembravano capaci di ristabilire nell'immediato le condizioni fisiche di chiunque.

    Pensi di riuscire a continuare senza questa??

    E chi sono? Sant'Agata?

    Ridacchiò e mi lanciò una pillola mentre ingoiava l'altra. L'afferrai al volo e la inghiottii di conseguenza.

    Tranquilla, offre la casa!!

    Ci scambiammo un altro sorriso e, almeno per un po', ci godemmo una meritata pausa da quell'inferno. Yomi, sugli spalti, continuava a fare il tifo per me, tutta sola ma per niente a disagio. Le rivolsi qualche occhiata e stetti per un po' in disparte, facendomi due calcoli. Kuroda aveva perso il suo incontro, quindi, sapevo chi avrei affrontato. Se fosse stata una qualsiasi altra occasione sarei stata eccitata all'idea di scontrarmi con lui, ma... Sentivo una spiacevole sensazione nel profondo dello stomaco, e lui non mentiva mai: c'erano guai in vista.

    { Negative Chain }


    C'era qualcosa di diverso nell'atmosfera. L'adrenalina, la concentrazione, persino la tranquillità che si respirava era cambiata. Tutto grazie a lui. A metri di distanza da me, immobile. I capelli scuri spettinati, un sorriso tirato, innaturale, ad incorniciargli il volto. Nonubu, il mio ultimo avversario. Lo percepii immediatamente, a primo sguardo. Qualcosa in lui era cambiato.

    Ma ciao Yuka, quanto tempo...

    Un brivido freddo mi percorse la schiena. Era davvero... Nonubu? Sentivo le orecchie fischiare mentre lottavo con l'improvviso istinto di fuga. Perché il mio sesto senso mi suggeriva di scappare via? Non mi sentivo sicura, c'era qualcosa di totalmente sbagliato in quegli occhi azzurri che mi fissavano.

    Nonubu...

    Salute anche a te, Suna no Keshin.

    Gattaccio, ne è passato di tempo.

    La voce del Nibi era quasi più gelida di quella della sua forza portante. Shukaku, però, non era agitato come come, nonostante percepissi il suo mettersi in guardia. Continuai a fissare Nonubu che non staccava i suoi occhi dai miei.

    Saranno passati ormai quattro anni da quel combattimento. Ti vedo cresciuta! Mmh... si...

    Quando i suoi occhi si fermarono sul mio corpo, osservandolo scrupolosamente, mi sentii fortemente a disagio. Non era da lui quel comportamento, era totalmente diverso rispetto al nostro primo incontro. Mi ricordava un predatore con la sua preda. Il modo in cui mi stava osservando non mi piaceva per niente, così come il sorriso che si allargava sul suo volto. Più i secondi passavano, più capivo che chi avevo davanti non corrispondeva ai miei ricordi. Era come conoscere per la prima volta Nonubu e.. mi spaventava, per non so quale motivo. Avevo da sempre avuto la "dote" di sentire quando stava per accadere qualcosa di brutto o pericoloso e restavo basita dal momento che non mi sentivo al sicuro. Ma come? Eravamo davanti a molti altri shinobi, era un torneo amichevole, c'era persino un "arbitro" o qualcosa del genere. Perché allora le intenzioni del mio avversario mi sembravano tutto tranne che amichevoli?

    ...dannatamente cresciuta, piccola Yuka.

    Un sussurro che malauguratamente sentii per colpa del io udito più sviluppato del normale. Era strano, fin troppo. Sentii che adesso anche Shukaku era divenuto stranamente silenzioso. Nonubu fece una pausa, sistemandosi i capelli e lanciando un'occhiata al pubblico. Sembrava deluso, purtroppo non riuscivo a decifrare i suoi sguardi. So solo che tornò a ridacchiare, rivolgendosi di nuovo a me. Yudai era passato in secondo piano, si trovava al mio fianco ma era come se non ci fosse. Chiaramente, era su di me che puntava l'avversario.

    Sei sicura di volermi affrontare? He he he he, dimmi di si Yuka. Forse altri non ti biasimerebbero se ti tirassi indietro. Io invece... bhé la cosa non mi andrebbe affatto a genio. La giornata non ha ancora soddisfatto le mie aspettative, ho proprio voglia di affrontare qualcuno all'altezza. E quel qualcuno sei tu. Ho intenzione di divertirmi, e tanto. Spero che ti divertirai a tua volta, altrimenti la cosa sarà decisamente...

    Balzò all'indietro, fino al centro del campo, mettendosi in posizione di battaglia. Non continuò la frase ma capii. Sarebbe stato decisamente.. spiacevole, per me. Una sete di battaglia come la sua raramente l'avevo vista. Cosa diavolo gli era capitato in questi quattro anni? Improvvisamente Shukaku ed io udimmo una voce risuonare nell'aria, la voce dell'altro cercoterio.

    Meglio se metti in guardia la tua ragazzina da questo tizio, fa sul serio. Mai ho incontrato umano a cui piacesse combattere quanto lui. C'è poco di umano nel suo animo...

    Adesso cominciavo ad agitarmi sul serio. No, mi dicevo, Nonubu non l'avrebbe mai fatto. Non davanti a tutti, lui non avrebbe mai fatto sul serio... no? Shukaku restò in silenzio per un attimo ma non gli sfuggirono i miei sentimenti. Ridacchiò, incredibilmente, rivolgendosi al Nibi.

    Grazie per il consiglio ma non ne abbiamo bisogno. La ragazzina sa badare a se stessa. Io mi preoccuperei per quel tipo, se dovesse perdere scommetto che andrebbe fuori di testa, eh?

    *Shu.. *

    *Stammi a sentire, Yuka. È probabile che il Gatto non voglia aiutare il suo amichetto, ma ciò non toglie che quel tipo sia incredibilmente forte. Tu controlli il chakra giusto un pizzico meglio di lui, ma non basta. La sua resistenza e la sua abilità è nettamente superiore alla tua. Sarà un vero inferno, e ho paura che il Nibi dica la verità. Non mi piace lo sguardo di quel tipo, mi ricorda tanto.. Bah, non importa. Se le cose si mettono male non esiterò ad aiutarti ma fai attenzione. Ho paura che le parole non ti serviranno, stavolta*

    Restai in silenzio, sotto lo sguardo attento di Nonubu. Mi guardai intorno scrutando la folla e i loro volti in tensione. Stavano aspettando. Che me ne andassi, forse? Lo sapevano che non avrei vinto, glielo leggevo negli occhi. Ci sono già passata mille volte, ormai sapevo riconoscere lo sguardo di chi non crede in te. I loro occhi si fanno freddi e sembrano non guardarti per quello che sei davvero. Per loro è sempre stato così facile ferirmi, è sempre bastato quel silenzio denigratorio e le occhiate scostanti nei miei confronti. Per colpa loro non ho mai creduto in me stessa, arrendendomi ancor prima di provare, per paura di fallire, per paura di sentirli dire "Visto?". Ho capito solo più tardi che la colpa non è la loro ma la mia. Anche sotto i loro sguardi accusatori, non devo cedere. Solo io posso sapere di cosa sono capace. Per cui distolsi lo sguardo da loro, osservando Nonubu.

    Hai ragione, Nonubu. Nessuno mi biasimerebbe se mi arrendessi seduta stante, dico bene?

    Ammetto, con lo sguardo chino e la voce tremante. Molti pensano che dire qualcosa di così ovvio non faccia effetto, invece fa sempre male ammetterlo. Ma questa volta, qualcosa è cambiato, per sempre ormai, da quella volta.

    Già, probabilmente se l'aspettano tutti, così come si aspettano che tu vinca...

    La mia voce divenne improvvisamente più sicura, meno tremante, mentre stringevo i pugni, fissandomi i piedi. Gli occhi si inumidirono e il cuore vacillò. Non dalla paura o dalla vergogna. Il cuore vacilla perché crede.

    Ma non mi importa niente. Io.. sono sempre una spanna sotto gli altri, per quanto mi sforzi non riesco mai a raggiungerli. Ma ho capito una cosa.. che devo credere in me stessa. Anche se ho tutti contro, fosse anche il mondo intero, la mia volontà può cambiare le cose. Quindi non mi interessa vincere o perdere, voglio solo combattere!

    Alzai lo sguardo, fissando il mio avversario mentre il vento mi scompigliava i capelli. Sì, era solo sciocche parole di una sciocca ragazzina. Ma che importa? Siamo miliardi al mondo, se dovessi preoccuparmi di cosa gli altri pensano di me, non finirei più. Per cui decisi di non arrendermi e superare i miei limiti, ancora una volta. Solo che il volto di Nonubu mi metteva i brividi. Non sembrava neanche lui. Mi voltai verso Yudai, accanto a me. Anche lui fissava Nonubu con sguardo corrucciato, come al suo solito. I capelli scuri spettinati dal vento. Lui voleva davvero aiutarmi, ma non potevo costringerlo. Del resto, quello non sarebbe stato un duello come gli altri. Alzai una mano e la posai leggiadramente sulla spalla del ragazzo, guardandolo con un sorriso.

    Grazie, Yudai. Non importa che tu ci creda o no ma se sono qui è anche merito tuo, sei un buon compagno! Questo sarà totalmente diverso, però... Mi sentirei più sicura sapendo di averti, insomma, al sicuro..

    Ma tu sei tutta pazza... non sarò il compagno più forte che tuu possa desiderare, ma non ti lascio da sola con lui. Anche a costo di farmi tritare le ossa...

    Un rapido scambio di sguardi e capimmo che, da buoni compagni, avremmo lottato insieme fino alla fine.

    Bene, in questo caso...

    Mi alzai sulle punte, facendo leva sulle spalle del ragazzo, quasi raggiungendolo in altezza. I nostri volti furono pericolosamente vicini e gli sfiorai la guancia con il naso. Cominciai a sussurrargli all'orecchio, spiegandogli il "piano". Nulla di complicato o chissà che, semplicemente, ci saremmo giocati il tutto per tutto fin da subito. Poi, in risposta al mio piano, Yudai mi sussurrò cosa avremmo fatto se avessimo perso. Quasi non riuscii più a concentrarmi per ridere, quel tipo era davvero uno scemo! Pochi secondi e riprendemmo lo status di concentrazione iniziale. Il nostro avversario ci fissava, in attesa. Yudai ed io ci scambiammo un'occhiata e decidemmo di agire. Avevamo perso fin troppo tempo. Unii le mani a formare il sigillo della pecora, impastando velocemente il chakra dentro di me. Per quel poco che conoscevo Nonubu, sapevo che non avrebbe avuto alcun problema a difendersi da qualsiasi attacco diretto. Per questo, pensai che l'unico modo per metterlo in difficoltà sarebbe stato metterlo in gabbia, impedendogli di difendersi. Tentai di richiamare l'acqua nell'aria e attorno a me, per evocare una gigantesca distesa acquatica che avrebbe ricoperto un'aria che si aggirava all'incirca intorno ai cinquanta metri. Ma quello era solo il palco del mio teatro. Difatti, il vero spettacolo stava per iniziare. Yudai si mise vicino a me si apprestò a seguire il piano, prendendo un bel respiro, mentre tentavo di plasmare l'acqua creata per creare questa gigantesca cupola che avrebbe inghiottito Nonubu, Yudai me. Ma sarei stata in vantaggio. La Tecnica della Danza della Prigione di Squali, infatti, poteva darmi un vantaggio non indifferente per via della sua area. E il bello doveva ancora venire. Immersa nell'acqua, il mio corpo si muoveva più leggermente ma non m'importava. Avevo individuato il campo magnetico del mio avversario e nulla mi avrebbe potuto distrarre dall'obbiettivo: la vittoria. Manipolai nuovamente l'acqua che avevo intorno con l'intenzione di creare uno squalo gigantesco, che avrei scagliato contro Nonubu. Dovevo sconfiggerlo e alla svelta. Sapevo che non avrei mai potuto difendermi dai suoi attacchi e il fatto di avere Yudai con me.. avrebbe significato proteggerlo mettendo in discussione la mia incolumità, quindi sarebbe stato ancora più difficile. Ma credevo nel nostro team, potevamo sconfiggere Nonubu con un po' di caparbietà, un pizzico di abilità e un bel po' di fortuna. Usai lo squalo missile gigante che ingranò la marcia poco dopo che Yudai usasse una tecnica per schizzare fuori dalla cupola. Adesso veniva il pezzo forte. Sperai che lo squalo andasse a segno ma, in realtà, era un diversivo. Mi premunii di ricoprire il mio solo corpo con uno scudo elettromagnetico, ottenuto semplicemente giocando un po' con il mio stesso campo magnetico. Così mi preparai all'impatto, visto che Yudai avrebbe tentato di usare la combinazione elementale che nello scontro precedente ci aveva permesso di aggiudicarci la vittoria. L'impatto avvenne ma tentai di non destabilizzarmi troppo, visto che non era ancora finita. Svelta come non mai, tentai di richiamare tutta l'acqua che ci circondava. L'intera cupola si sarebbe dissolta sotto il mio comando, pronta per essere usata in ben altro modo. Yudai mi avrebbe dato man forte, aspettando solo il mio segnale. La tempistica era davvero importante in quel momento ma potevamo farcela. Improvvisamente assunsi il sigillo della Tigre con solo una mano, guardando dritta negli occhi il mio avversario. Tutta la mia determinazione sembrò riversarsi sulla tecnica che scagliai contro di lui a gran velocità. A quel punto Yudai si apprestò a compiere la lunga sequenza di sigilli ma lo anticipai potenziando l'Onda d'acqua lacerante. Se tutte e tre le tecniche avessero colpito Nonubu... forse avevamo una possibilità. Così ci mettemmo tutti noi stessi, prima che mi apprestassi a compiere la mossa finale. Che fosse davvero finale non lo sapevo, probabilmente no, ma in quel momento era bello crederci. Credere di avere in mano la situazione e poter davvero cambiare le cose, raggiungere il finale desiderato. Pensavo in parte questo mentre correvo contro il mio avversario, con i due rasengan che vorticavano nei miei palmi. Sarebbe stata una mossa di grande effetto nel piano mentale che mi ero costruita.

    Rasengan!

    Sì, avevo sbagliato nome della tecnica. Ma rovinare il finale era proprio da me, così tipico.

    Yuka Satetsu

    Azioni:
    - Grande Onda Esplosiva
    - Tecnica della Danza della Prigione di Squali
    - Squalo Missile Gigante
    - Attivazione scudo elettromagnetico
    - Rilascio Tecnica della Danza della Prigione di Squali
    - Onda d'acqua lacerante + Squarcio di Vento
    - Doppio Rasengan

    Stamina:
    [1000] -200 -150 -50 -120 -70 -70= -660 --> 340

    Resistenza:
    [600]

    Note:
    come ogni volta che comincio un post e lo finisco secoli dopo, uno schifo. Scusatemi <3
     
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    Non appena l'onda si andò a schiantare, pensai subito di aver finito l'incontro producendo un qualcosa di utile, senza però contare il fatto che Xavier fosse davvero un osso duro. Per lo meno lo era per me in quel momento.
    Difatti, egli riuscì a proteggersi con un grosso muro di pietra che deviò l'attacco in due punti diversi, riuscendo a salvarsi, ma ancor prima che potessi riorganizzarci per il prossimo attacco, sentimmo la voce di Xavier innalzarsi sempre, per pronunciare infine le fatidiche parole.

    Basta, è finita… Mi ARRENDO!

    Non avevo contemplato neanche per un attimo che lo scontro potesse andar a finire così, soprattutto per via della testardagine del ragazzo dai capelli azzurrini.
    Guardai nella sua direzione leggermente spaesato, quasi a cercare di comprenderne le motivazioni o semplicemente cercare di capire se ci stesse tirando un brutto colpo.
    Seppur "sapessi" -perchè pur sempre di supposizioni miei si trattava- che il ragazzo non ci avrebbe potuti mai attaccare alle spalle, non dovevo fidarmi. Potevano esserci svariati motivi per la quale il ragazzo voleva continuare il suo percorso all'interno del torneo.
    Rimanevo teso, pronto all'azione in qualsiasi momento, ma Yuka non sembrava pensarla allo stesso modo, difatti, poco dopo che quelle parole risuonarono in tutto il circondario, la sabbia che avvolgeva i suoi arti si sgretolò, cadendo ai piedi del ragazzo.

    Bravi, siete stati davvero troppo forti, non ce l’avrei mai potuta fare!

    Non prendermi per il culo... capisco che assieme io e Yuka facciamo una bella coppia, ma sinceramente, io non ho fatto niente. Sono solo stato un intralcio! La prossima volta ti bruciacchio per bene!!

    Sorrisi al ragazzo e gli afferrai saldamente la mano.
    Non sapevo come mai, ma non riuscivo a sentire quel sentimento che cresceva all'interno della mia mente nei suoi confronti. Era come se fosse cambiato qualcosa in me.
    Lasciai la mano del ragazzo, concedendogli di congratularsi anche con la mia compagna. Il fatto che cercò di fare un pochetto il cascamorto mi diede fastidio, ma lo lasciai fare, alla fin fine non avevo alcun diritto di impedirglielo.
    Cercai comunque di non farci troppo caso, concentrandomi di più su quel che era successo all'interno dell'arena, difatti, sembrava più che altro una città bombardata.
    Avevamo combinato davvero un bel casino questa volta.
    Mentre mi guardavo in giro, i miei occhi caddero sul compagno di Xavier -che mi pare si chiamasse Sarakube- mentre si rialzava da terra un po' acciaccato.
    Un peso al petto cominciò a farsi sentire sempre più pressante, non ne riuscivo a capire la causa... o forse si, ma una cosa dovevo farla per forza.
    Mi girai verso Yuka e le afferrai il polso, stringendolo sempre di più tra le mie dita.
    La guardai negli occhi, ma non riuscii a tenere saldo lo sguardo nelle sue iridi, così li abbassai verso il terreno, dove forse era meglio che stesso l'intero mio corpo e non solo il mio sguardo.

    Yuka... penso di doverti delle scuse. Non... non sono riuscito a fare nulla in questo scontro. Sono stato solo una palla al piede per te. Sinceramente, non so neanche cosa ci sto a fare ancora qua, non sono all'altezza.

    Avevo capito per quale motivo quel peso al petto stava facendosi sempre più pressante, ma non avevo mezzi per poterlo fermare. Dovevo semplicemente ingogliare il biccone amaro.
    Non nascosi la ferita che mi era stata inferta direttamente nell'orgoglio, non m'importava. Ero incazzato... incazzato per non essere riuscito a fare null'altro che fare la palla al piede e incazzato perchè non riuscivo a migliorarmi più di quel modo.
    Ma non dovevo farne una colpa a nessuno se non a me stesso, quindi, decisi di incapsulare quel dolore lacerante e cercare in qualche modo di sistemare la situazione che ero andato a creare.

    Credo proprio che oltre alle scuse ti debba anche ringraziare. Mi hai protetto. Di solito sono gli uomini a proteggere le donne.. mi sa che mi sto rammollendo.

    Ma piantala!

    Mi secco, poi la dovrei anche annaffiare...


    Ci sorridemmo reciprocamente, e la tensione che sembrava essersi accumulata fino a qualche istante prima sembrava essere svanita in un momento. Le diedi un buffetto sulla fronte con l'indice e la spostai leggermente indietro, permettendomi quindi di girarmi verso il pubblico.
    Camminai senza esitazioni e senza voltarmi neanche un minuto. Avevo deciso. Se fino ad ora ero riuscito a non far nulla, dovevo cercare di far di più per supportare la mia compagna.
    Mi diressi verso il robbottino consegna pillole e ne afferrai una in più. Un buon supporto doveva prendersi cura della propria compagna no??
    Mi voltai verso la ragazza e le mostrai la pillola per farle capire che ne avesse di bisogno, ma non mi bastava.

    Pensi di riuscire a continuare senza questa??

    E chi sono? Sant'Agata?


    Le risi e senza neanche pensarci le lanciai una delle due pillole, per poi ingerire l'ultima di esse. Dopo che la ragazza la inghiottii senza fare storie, feci una battuta che non centrava nulla, ma è inutile nasconderlo.

    Tranquilla, offre la casa!!

    Il nostro incontro era finito e le forze stavano per tornare a noi. Dovevamo solamente riposarci e fare in modo di risultare preparati a quello che sarebbe successo da li a poco.
    Eravamo arrivati in finale ed era quindi arrivato il momento di scendere di nuovo in campo, ma quello che si prospettava un bell'incontro secondo il mio modesto parere... poteva non essere così bello.

    Ma ciao Yuka, quanto tempo...

    Non sapevo chi fosse quel tizio dai capelli scuri, ma non prometteva nulla di buono. Il suo portamento, la sua espressione... non riuscivo a decifrarle in altro modo se non in "malvagio". Già, perchè non potevo neanche essere sicuro di questo. Era forte, lo avevo già capito nel momento in cui si era scontrato contro un'altro ragazzo che

    Nonubu...


    La voce della ragazza era carica d'insicurezza e poca determinazione, derivanti da qualche fattore a me sconosciuto e che non potevo decifrare così facilmente come credevo.
    Infatti, pur osservando il comportamento dei due, non capivo cosa avesse da spaventarsi a quel modo. Si, il nostro avversario era forte e aveva tutta l'aria di uno che non avrebbe combinato nulla di buono, ma questo non avrebbe dovuto annebbiare la capacità di giudizio della ragazza. C'era qualcosa che non quadrava.

    Saranno passati ormai quattro anni da quel combattimento. Ti vedo cresciuta! Mmh... si...


    Quando gli occhi di questo fantomatico Nonubu si andarono a posare selvaggiamente sopra al corpo di Yuka, la ragazza sembrò irrigidirsi, quasi come se fosse diventata totalmente vulnerabile e alla mercè del ragazzo.
    Nonubu aveva sicuramente intenzione di fare qualcosa che avrebbe portato il combattimento ad un livello totalmente differente rispetto a quelli svolti fino a poco prima.

    ...dannatamente cresciuta, piccola Yuka.

    Il sussurro che fuoriuscì dalla bocca del ragazzo mi fece stringere gli occhi come in una fessura, facendomi corrugare la fronte.
    Più cercavo di comprendere le sue reali intenzioni, più mi perdevo tra i meandri di quel labirinto che si stava venendo a formare nella mia mente. Non ero in grado di cavarmene fuori.
    Il ragazzo lanciò un'occhiata al pubblico e ridacchiò tra se e se, poi, piantò nuovamente gli occhi su Yuka, non curandosi della mia presenza. Probabilmente, anche all'interno dello scontro sarei stato quasi come un inutile spettatore.


    Sei sicura di volermi affrontare? He he he he, dimmi di si Yuka. Forse altri non ti biasimerebbero se ti tirassi indietro. Io invece... bhé la cosa non mi andrebbe affatto a genio. La giornata non ha ancora soddisfatto le mie aspettative, ho proprio voglia di affrontare qualcuno all'altezza. E quel qualcuno sei tu. Ho intenzione di divertirmi, e tanto. Spero che ti divertirai a tua volta, altrimenti la cosa sarà decisamente...


    La pausa che ne seguì fu riempita da un salto all'indietro, che portò il ragazzo a posizionarsi al centro dell'arena per poi posizionarsi nella posizione di combattimento a lui più congeniale.
    Il mio sguardò si spostò verso Yuka, e capii che dentro di lei vi era un conflitto decisionale. Stava cercando di prendere una decisione per il futuro più prossimo.
    Combattere o non combattere contro di lui??
    Mi ero posto anch'io quella domanda, ma la risposta che mi venne più spontanea dire fu un "dipenderà dalla decisione di Yuka". Un tempo non avrei mai potuto pensare ciò, avrei pensato solo a me stesso.

    Hai ragione, Nonubu. Nessuno mi biasimerebbe se mi arrendessi seduta stante, dico bene? Già, probabilmente se l'aspettano tutti, così come si aspettano che tu vinca... Ma non mi importa niente. Io.. sono sempre una spanna sotto gli altri, per quanto mi sforzi non riesco mai a raggiungerli. Ma ho capito una cosa.. che devo credere in me stessa. Anche se ho tutti contro, fosse anche il mondo intero, la mia volontà può cambiare le cose. Quindi non mi interessa vincere o perdere, voglio solo combattere!


    Seppur all'inizio riuscii solamente a pensare alla ritirata, a quanto pareva, Yuka aveva qualcos'altro in mente, difatti, subito dopo la prima frase, divenne immediatamente seria e sicura di ciò che voleva. A quel punto sapevo già la risposta. Si sarebbe combattuto.
    In tutto ciò, il mio sguardo rimase come all'inizio. Quel che sarebbe avvenuto era già stato scritto nel destino, adesso toccava a me battere quella rottura di palle che inizia con la d.
    La mano di Yuka si alzò fino alla mia spalla, e quando mi girai verso di lei, mi trovai di fronte il sorriso che chiunque vorrebbe regalato.

    Grazie, Yudai. Non importa che tu ci creda o no ma se sono qui è anche merito tuo, sei un buon compagno! Questo sarà totalmente diverso, però... Mi sentirei più sicura sapendo di averti, insomma, al sicuro..

    Ma tu sei tutta pazza... non sarò il compagno più forte che tu possa desiderare, ma non ti lascio da sola con lui. Anche a costo di farmi tritare le ossa...

    Bene, in questo caso...


    La ragaza fece leva sulla mia spalla per avvicinarsi al mio volto, e si, ok, avevo già cominciato a fantasticare, quando in realtà doveva semplicemente sussurrarmi all'orecchio il piano d'attacco.
    Maledizione alla mia mente malata e agli ormoni del cavolo.
    Il piano di per se era semplice. Ci saremmo giocati il tutto e per tutto come nel caso di Sarakube, sperando per lo meno che andasse a finire come in quella situazione.
    Certo, per quel che avevo capito, Nonubu era persino più forte di Sarakube, quindi, non era affatto sicuro il risultato dell'attacco.
    Di per se, se avremmo perso come delle cacche, volevo che facessimo qualcosa, quindi, mi avvicinai anche io all'orecchio di Yuka e cominciai a spiegargli cosa avremmo fatto in caso di sconfitta.
    Ridacchiammo assieme per qualche secondo, ma ritornammo subito seri quando i nostri sguardi tornarono sul nostro avversario che ci fissava con ardore.
    Era il momento di cominciare.

    Che lo show abbia inizio...

    Yuka cominciò ad impastare il chakra velocissimamente, imponendo il sigillo della pecora, che avrebbe richiamato proprio sopra al campo di battaglia una gigantesca distesa acquativa che si sarebbe espansa in tutto il campo per circa cinquanta metri, imprigionando sia me che se stessa -oltre che naturalmente Nonubu- all'interno di una bolla d'acqua non indifferente.
    Avevo preso un bel respiro poco prima, proprio per non morire soffocato all'interno della cupola acquatica. Era quasi il momento della mia entrata in scena, e pensandoci bene in fin dei conti, sarebbe potuta andare davvero male. Probabilmente, avremmo avuto solo ed unicamente questa chance per metterlo fuorigioco. Ma comunque, Yuka ricominciò a plasmare l'acqua intorno a lei, facendo in modo che si venisse a creare un gigantesco squalo acquatico che avrebbe facilmente inghiottito qualunque essere umano. Quello era il mio segnale, infatti, poco prima che lo squale bruciasse il terreno alla ricerca della sua preda, impastai il chakra velocemente, tramite una lunga sequenza di sigilli e alla fine di essi, dopo aver puntato i palmi delle mani contro il terreno, mi sarei sparato fuori dall'ammasso d'acqua creato poco prima dalla ragazza.
    Aspettai di arrivare alla sommità del getto, in modo tale che una volta arrivato al culmine, avessi avuto modo di riposizionarmi per poter riprendere l'orientamento e poter di nuovo puntare il mio obbiettivo. Riuscii a riposizionarmi a circa 20 metri di distanza dalla cupola, e a quel punto, feci attraversare il mio corpo dal chakra raiton, coinvogliandolo all'interno del dito, il quale venne avvolto in tutto e per tutto, per poi rilasciare un raggio elettrico che si sarebbe andato a schiantare contro la formazione d'acqua creata poco prima da Yuka. Subito dopo, richiamò a se tutta l'acqua presente all'interno dell'arena, facendo dissolvere l'intera cupola all'istante. Non passò neanche un secondo, che la cupola venne "sparata" via come un proiettile acquatico. Da parte mia, ricominciai ad imporre nuovamente gli stessi sigilli di poco prima, mentre Yuka potenziò a sua volta il proiettile acquatico con un turbinio d'aria che gli fece prendere ancor più velocità, mentre la mia tecnica gli diedi quello slancio in più in termini di potenza vera e propria, rendendo la tecnica praticamente letale, il tutto nella manciata di pochissimo tempo.
    Bisognava vedere solo se il tutto sarebbe andato a segno.
    Dopodichè, la ragazza creò due sfere di chakra che vorticavano sopra i palmi delle sue mani, e prendendo la rincorsa, si gettò contro Nonubu. Quello era l'ultimo tassello del puzzle. Doveva funzionare.

    Resistenza: 400
    Stamina: 450 -35 -18 -150= 247

    Azioni:

    -Tecnica dell'Esplosione Acquatica (per spararmi fuori dalla prigione) -35
    -Gian (nella cupola)
    -Black Panther (a potenziamento dell'onda d'acqua lacerante + Squarcio di vento) -150

    Note:
    Post di cacca ma non importa :asd: l'importante è che c'è. Ah, scusa per il ritardo Ans.


    Edited by Anyone™ - 6/3/2016, 20:21
     
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  4. Anselmo
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    Parlato -Pensato-


    Hai ragione, Nonubu. Nessuno mi biasimerebbe se mi arrendessi seduta stante, dico bene? Già, probabilmente se l'aspettano tutti, così come si aspettano che tu vinca...

    Quelle parole strapparono brutalmente il sorriso dal mio volto, rimodellandolo in un espressione di disgusto. Piagnucolosa autocommiserazione tanto mediocre da darmi il voltastomaco. Vincere, perdere, arrendersi... regole di un gioco che non faceva per me. -Nella vita non ti è permesso il lusso di tirarti indietro-, questo fu ciò che desiderai gridare in faccia alla mocciosa che mi trovavo difronte, inculcandogli il concetto nella mente a suon di pugni nello stomaco. Quando combatti un nemico il cui unico desiderio è quello di staccarti la testa dal corpo per irrigare il campo di battaglia con il tuo sangue, la resa non è tra le tue opzioni. Quando ti trovi ad affrontare creature per le quali l'omicidio è semplice pane quotidiano, uomini che sai ti ammazzerebbero senza battere ciglio per poi voltarti le spalle, dimenticandosi della tua esistenza come ci si dimentica del pranzo del giorno precedente, mostri che godrebbero nell'annusare il tanfo nauseabondo dei tuoi intenstini squartati, bastardi senza scrupoli che ti torcerebbero il braccio fino a farti esplodere i muscoli, per poi piazzarti uno scarpone sulla spalla e sradicartelo dal corpo, lasciandoti a fumare nelle tue ustioni mentre si crogiolano nelle tue disgrazie; contro simili demoni non puoi perdere, puoi solo morire. Queste erano le uniche regole a cui sottostavo. Il torneo? Non mi importava, per me esisteva soltanto quel singolo scontro. Quel gioco perverso che era la mia vita mi aveva pestato fino a darmi la forma attuale, togliendomi molte cose ma donandomene altrettante, tra cui nuovi valori. Ed essi non contemplavano la "vittoria". Perchè ammettere la possibilità di vincere significava concepire quella di perdere. Ma perdere nel mio mondo significava morire, ed una volta morto tutto cessa di esistere, per sempre. Vincere non esiste, esiste solo sopravvivere, e non ci sono coppe scintillanti a premiare la tua sopravvivenza, solo l'amaro in bocca e le cicatrici sulla pelle. Una visione semplicistica ma dannatamente efficace. E Yuka avrebbe fatto bene ad imparare come le cose funzionavano, prima di "perdere". -Forse potrei insegnargli io-, pensai facendo correre lo sguardo sui suoi occhi lucidi per le lacrime trattenute, sulle sue braccia solcate dai tendini tesi di una rabbia repressa. Insegnargli a vivere per salvarla, come io ero stato salvato. Un processo di apprendimento estremamente doloroso e rischioso, che l'avrebbe portata ad odiarmi a desiderarmi morto. Ma al contempo le avrebbe permesso di non avere altri rivali al di fuori di me, le avrebbe permesso di porsi una spanna sopra tutto e tutti. La scelta ultima di un uomo, quando è portato a trascendere se stesso, è creare o distruggere, amare o odiare. Meritava tutto ciò? No. Preferivo vederla schiacciata dalla propria inettitudine. Volevo godere del suo fallimento.

    Ma non mi importa niente. Io.. sono sempre una spanna sotto gli altri, per quanto mi sforzi non riesco mai a raggiungerli. Ma ho capito una cosa.. che devo credere in me stessa. Anche se ho tutti contro, fosse anche il mondo intero, la mia volontà può cambiare le cose. Quindi non mi interessa vincere o perdere, voglio solo combattere!

    Tornai a sorridere, anzi, proruppi in una risata sguaiata, al termine della quale la trafissi con uno sguardo in tralice, mentre replicavo con l'arroganza che ero sicuro l'avrebbe spinta ad attaccarmi con più foga di quanto non fosse mai stata capace:

    La tua volontà non conta niente, piccola Yuka. Oggi ti dimostrerò che tutto è già scritto. Se sei nata per essere sopraffatta dai più forti, il tuo destino è quello di morire schiacciata come uno scarafaggio. Inutile sottrarsi al fato. Sei e rimarrai una spanna sotto agli altri, per sempre. Un regno terrestre non può esistere senza l’ineguaglianza tra gli esseri umani. Alcuni devono essere liberi, altri servi, alcuni dominanti, altri sottoposti. Non sta a te decidere a quale branco appartenere. E' tutto già deciso. Alcuni lo chiamano "ordine naturale delle cose", altri invece "dio". C'è ed esiste. Ti costringerò ad accettarlo.

    -Poi starà a te spogliare questa menzogna del suo manto di falsa verità. E per farlo la tua volontà non basta. La tua forza non basta. Non ancora... Quindi combattiamo!- Le gambe divaricate, calcai i piedi nell'erba, percependo le suole far presa sprofondando di qualche millimetro nel suolo umido, pronto a scattare al momento opportuno. Un alito di vento spirò tra le ciocche dei miei capelli, quelli di Yuka e del suo compagno, piegando al contempo l'esercito di erbacce alte che si distendeva attorno a noi. Fu come lo strillo della campanella che da il via all'incontro, un incontro il cui esito non era affatto scontato. Non dal mio punto di vista, quello di un partecipante a cui non importa nulla delle regole, o della ricompensa, o della propria incolumità, tanto meno quella dei miei avversari. L'unica cosa a cui tenevo, e ci tenevo abbastanza da non accettarne la privazione, era di provare qualcosa. L'ardore adrenalinico del combattimento, l'esaltazione gioiosa della fatica ripagata, la furia di una caccia senza confini, rabbia, dolore, tristezza; qualsiasi cosa che mi ricordasse di essere ancora vivo, qualcosa che accelerasse le palpitazioni del mio cuore convincendomi che non batteva solo per consuetudine, ma piuttosto per pompare sangue a muscoli e cervello e permettere a questo mio corpo di avanzare macellando gli ostacoli.

    Avanti... attaccate... colpitemi... avanti!

    Mormorai a denti stretti, linciandoli con lo sguardo mentre confabulavano il piano d'attacco. Li vidi ridere, ma quasi non vi feci caso. La mia mente era invasa dalle scene dei campi di battaglia cui ero sopravvissuto, ed il mio corpo fremeva per il desiderio di tornare a provare le stesse sensazioni. Per quanto tremende che fossero, ne ero maledettamente assuefatto. Ed ecco che Yuka incrociava il mio sguardo. Provai un brivido d'eccitazione quando mi accorsi che nei suoi occhi non v'era più traccia alcuna ne del divertimenti di poco prima, ne dello sconforto che aveva rischiato di sopraffarla. Ebbi occhi solo per lei ma nel mio campo visivo l'altro ragazzo, Yudai, non passava inosservato. Era ovvio che la vera minaccia eruttava come un vulcano risorto dalla ragazza, la forza portante. Ma anche Yudai avrebbe avuto il suo ruolo in quello scontro, questo era indubbio.
    -Eccola!- Le dita di Yuka s'intrecciarono in un unico, rapido sigillo ed un'istante dopo sparì dietro un muro d'acqua che avanzò verso di me inghiottendo erba, rocce e gli sparuti alberi lungo il tragitto che ci divideva. Conoscevo quel Jutsu, ne possedevo una versione più modesta, ma mi sorprese lo stesso. Non per l'imponente mole d'acqua che in pochi istanti avrebbe invaso il campo di battaglia, ma piuttosto l'utilizzo che la Kunoichi ne aveva fatto. Aveva puntato verso il basso, non verso di me, e ciò aveva rallentato decisamente l'offesa. Mi bastò infatti assicurarmi di avere una buona presa sul terreno, e l'acqua che mi investì non fu nemmeno capace di sollevarmi da terra. Mi inghiottì per qualche secondo, mentre mi schermavo il volto con le braccia incrociate, poi prese a defluire scendendo rapidamente sotto la mia cintola. -Che razza d'attacco sarebbe questo?!-, domanda retorica la cui risposta era più che ovvia: non si trattava di un attacco, non ancora. Ghignai, perchè la situazione si faceva interessante.
    Notai che qualcosa stava cambiando ancor prima di voltarmi: il flusso d'acqua si arrestò, e per un attimo mi parve cominciasse a scorrere persino al contrario. Poi ci fu l'ombra, che incombette alle mie spalle. Ruotai il capo appena in tempo per vedere il muro d'acqua formatosi che ritornava alla sua legittima proprietaria. Feci appena in tempo a prendere un respiro, prima che l'onda mi inghiottisse nuovamente. Questa volta quando abbassai le braccia mi ritrovai totalmente immerso, con metri e metri d'acqua a circondarmi in ogni direzione, come fossi un granchio sul fondo di un lago. Yuka aveva mutato il campo di battaglia in una mastodontica cupola d'acqua credendo forse che ciò sarebbe andato a suo vantaggio, ma non sapeva di cosa ero capace.
    -Suiton... contro di me... pessimo errore!-, pensai mentre la cercavo con lo sguardo. Un esplosione udibile come un tonfo sordo propagato a fatica nel mezzo liquido attirò la mia attenzione appena in tempo per permettermi di vedere il ragazzo proiettarsi fuori da quella trappola come fosse dotato d'un propulsore a getto. Vagliai rapidamente l'idea di imitarlo, ma era una mossa prevedibile e la scartai nell'immediato. Quindi tornai a guardare Yuka, che proprio in quell'istante decise di passare all'azione, quella vera. Diede origine al famoso Squalo Missile Gigante, una creatura leggermente luminescente che sott'acqua pareva muoversi ancor più agilmente, illusione indotta dal fatto che in realtà era il mio corpo ad essere diventato come di piombo. Ma nonostante fossi impedito nei movimenti fisici, non mi preoccupai.
    -Ancora il Suiton ragazza. Davvero un pessimo errore, ed ora te lo dimostrerò!- Mai mi sarei lasciato ferire da un'offensiva di quella natura elementale. Era una questione d'orgoglio: non avevo faticato oltre ogni immaginazione nel tentativo di dominare quell'elemento, per poi lasciarmi sopraffare da esso. Mentre lo squalo serpeggiava come un siluro verso di me, sollevai le braccia con i palmi aperti e rilasciai un'immensa quantità di chakra che, diffondendosi a cupola, avrebbe vaporizzato ogni goccia d'acqua nel raggio di una cinquantina di metri. Fu un duro colpo per il mio fisico, ma sapevo che così facendo le avrei impedito di fruttare l'acqua per l'unica letale combinazione di cui la sapevo capace: Suiton e Raiton. Anche senza rivangare ricordi del passato, la mia mente impostata in modalità combattimento attingeva automaticamente alle mie conoscenze, spingendomi a formulare pensieri spontanei pronti ad essere sfruttati.
    Fu a quel punto che con la coda dell'occhio notai il ragazzo tentare di folgorarmi con un fulmine rasoterra. Niente che non potessi schivare con buona probabilità mediante una sostituzione accademica. Ma ancora non avevo assistito alla vera mossa, lo percepivo nell'aria. Un attacco in cui risiedeva tutta la premeditazione e la potenza di cui quel duo era capace, un tentativo di abbattermi subito, all'istante, senza darmi il tempo di mettermi in gioco, una mossa estrema dettata dall'estremo timore che serbavano nei miei confronti. Questo fu ciò che lessi nella lama d'acqua ingigantita ed elettrizzata dalla combinazione dei chakra di Yuka e Yudai, che avanzò rettilinea sollevando una scia di polvere e fili d'erba tagliati al suo passaggio subitaneo, con l'obbiettivo di fare delle mie carni una nuvola rossa di membra polverizzate. Non ebbi il tempo di ammirare la sublime potenza immagazzinata in quel Jutsu sorprendente, ne di godere del brivido adrenalinico che il suo giungere mi indusse, perchè era troppo veloce. Troppo dannatamente veloce! Agii d'istinto, rapido, senza pensieri ad intralciare i miei intenti. Sollevai il palmo della mano e gridai:

    DISUTOSHON NO CHIKURO!

    Per generare una distorsione spazio-temporale che ponesse un paradosso logico ed impenetrabile tra me e la morte imminente che correva a mezzo metro da terra.
    Quando poi notai la ragazza corrermi incontro per infliggermi il colpo finale, decisi di arrestarla nel modo più indolore possibile, una semplice radice lignea che spuntando dal terreno le avrebbe avvolto la caviglia bloccandola sul posto prima che mi raggiungesse. Quella sua Onda d'Acqua Lacerante, anzi, quella loro Onda Lacerante, mi aveva convinto...

    SCHEDA VECCHIA
    Resistenza: 1000/1000
    Chakra: 1000-330-5-90-50-70= 455/1000
    Azioni:
    - Hydrophobia per annullare (4° effetto della tecnica) lo Squalo Missile Gigante e nel contempo far sparire l'acqua della Grande Onda Esplosiva (Spesa chakra: 330 punti)
    - Tecnica della Sostituzione per evitare il Gian
    - Barriera Spazio-Temporale: Ciclo di Distorsione (più sforzo extra massimo) utilizzando il sigillo sul palmo della mano per assorbire l'Onda d'Acqua Lacerante pompata a morte
    - Radici Sotterranee come da post





    Note: Kerbe mi ha confermato che la Grande Onda Esplosiva non è un azione offensiva volta a colpirmi, ma solo un modo per richiamare l'acqua che poi plasma con la Danza della Prigione di Squali. E' per questo che non mi sono difeso in alcun modo, ed è per questo che sono stato autoconclusivo.

    Inoltre ho considerato che il Gian di Yudai venisse usato DOPO lo Squalo Missile Gigante. Ho letto e riletto il vostro post e non si capisce bene se avvengono contemporaneamente oppure uno dopo l'altro. Mi è sembrato fosse la seconda opzione. In caso contrario ditemelo che moddo.

    Infine Shape, noi abbiamo deciso di usare le vecchie schede, precedenti al rinnovo del forum. La mia è quella che ti ho linkato in cima allo spoiler. Per Yuka e Yudai penso che i parametri siano rimasti uguali, tranne per il nome "Conoscenza dei Sigilli" cambiato in "Potenza Magica". Comunque quando andrai a leggere Hydrophobia troverai la Potenza Magica. Basta che la consideri come fosse Ninjutsu.

    P.s.: Any, quel viola è illegale sulla nuova skin. Usa una tonalità più chiara (CLICK) o cambia proprio colore, altrimenti ti rovini i post.
     
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  5. Shapechanger
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    CITAZIONE

    Responso nr. 1


    Attacco Yuka:
    - Grande Onda Esplosiva: Riesce [Supporto]
    - Tecnica della Danza della Prigione di Squali: Riesce [Supporto]
    - Squalo Missile Gigante: 250 + 150 + 19 + 7 = 426 Fallisce
    - Attivazione scudo elettromagnetico: Riesce [Supporto]
    - Rilascio Tecnica della Danza della Prigione di Squali: Riesce automaticamente
    - Onda d'acqua lacerante + Squarcio di Vento: 250 + 150 + 20 + 18 + 19 + 3 = 460 Fallisce
    - Doppio Rasengan: 30 + 125 + 75 + 14 + 5 = 249 Fallisce

    Attacco Yudai:
    -Tecnica dell'Esplosione Acquatica: Riesce [Supporto]
    -Gian: 110 + 105 + 8 + 5 = 228 Fallisce
    -Black Panther: Riesce [Supporto]

    Difesa Nonubu:
    - Hydrophobia: 245 + 235 + 21 + 7 = 508 Riesce
    - Tecnica della Sostituzione: 245 + 235 + 2 + 1 = 483 Riesce
    - Barriera Spazio-Temporale: Ciclo di Distorsione: 245 + 235 + 21 + 4 = 505 Riesce
    - Radici Sotterranee: 245 + 235 + 20 + 7 = 507 Riesce

    Danni:
    Yuka: //
    Yudai: //
    Nonubu: //

    Narrazione Turno:
    La coppia di giovani shinobi tenta in maniera disperata di chiudere l'incontro in un lampo, con un attacco violento e feroce che, nella turnazione precedente, aveva messa in ginocchio Sarakube Kazamura. Ma il Kazamura era rilassato e aveva sottovalutato la potenza che quei due, in congiunzione, potevano usare. Nonubu, del resto, era sull'attenti, desideroso di combattere, e annullò tutte le offensive che potevano lanciare quei due. La sua particolare tecnica, Hydrofophobia, fece evaporare in un istante sia il grande squalo che stava per colpirlo sia l'imponente globo d'acqua con cui la povera Yuka aveva sperato di imprigionarlo e costringerlo a subire gli attacchi di Yudai, che aveva infatti lanciato un'Oscurità Artificiosa dritto dritto nella sfera, contando sulla protezione di Yuka verso i campo magnetici per danneggiare il loro avversario mentre la ragazza risultava incolume. Peccato che, sparita l'acqua, per Nonubu fu semplice evitare l'attacco con una Sostituzione elementare. Per l'Onda d'Acqua Lacerante, invece, aveva pensato a qualcosa di più raffinato. Usando il sigillo sul palmo, la risucchiò all'interno di un loop dimensionale in cui sarebbe stata imprigionata finchè non avesse deciso altrimenti. Una fortuna, perchè la tecnica usata da Yuka, se andata a segno avrebbe non solo amputato qualche arto di Nonubu, ma anche procurato diversi guai alla ragazza.
    La sua ultima, disperata mossa fu un Doppio Rasengan, ma una semplice radice sotterranea basta a bloccare la ragazza dove si trova.

    Situazione Finale:
    Nonubu e Yuka a 10 metri di distanza.
    Yudai in caduta libera da una cinquantina di metri di altezza.

    Commenti Arbitro:
    Niente, Nonubu è troppo forte, vi ha annullato tutto. Non so bene come gestire la caduta di Yudai considerando che con la Concentrazione del Chakra può attutire le cadute, ma vedremo nel prossimo turno.
    Kerbe, ringrazia Iddio che Nonubu ha assorbito quell'Onda Lacerante oppure saresti stata nei casini :please: Non puoi usare quella roba durante un torneo, cazzo, c'è scritto :asd:
     
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  6. Anselmo
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    Rimasi per qualche secondo immobile, con il braccio gocciolante ancora teso in avanti, la mano fumante per la potenza con cui vi avevo convogliato il mio chakra, giusto in tempo per bloccare quel Jutsu spaventoso. Nei pochi istanti che aveva impiegato per solcare la distanza che ci separava, era stato capace di riempire un'area di chilometri e chilometri con il suo sibilo acuto, micidiale come quello di un meteorite che precipita a velocità vertiginosa verso il suolo. Ancora mi fischiavano le orecchie. Una simile potenza era sorprendente, quella ragazza non aveva più nulla in comune con l'avversaria che avevo combattuto anni prima. Ma non ero soddisfatto, nemmeno un po'. A giocare mi ero divertito già abbastanza con Kuroda, ora pretendevo qualcosa di più. Chiusi le dita a pugno, troncando il filo di fumo che si levava dal palmo della mano, dolorante per il poderoso sforzo subito. Il braccio mi scivolò lentamente lungo il corpo, mentre la scia di vapore che tracciava nell'aria la traiettoria dell'attacco di Yuka, si dissolveva lentamente, rivelando un solco profondo come una trincea, una congiungente tra me e la mia avversaria. Cadde un silenzio tombale, reso ancor più tremendo dal ricordo vivido del fragore assordante che aveva scosso i nostri timpani pochi secondi prima. Mentre il ragazzo cadeva verso la superficie, io spostai lo sguardo su Yuka e ivi lo lasciai a giacere come filo conduttore tra i nostri pensieri. Sul mio volto v'era una serietà serafica, quella che si appropriava del mio corpo quando sapevo di dover compiere qualcosa di estremamente azzardato. Avevo difronte un occasione unica, la possibilità di combattere a piena potenza con un avversario capace di tenermi testa. In quell'esatto istante decisi che andava fatto, decisi che quel giorno non mi sarei trattenuto. Avrei attuato di tutto per ottenere ciò che volevo. Non una parola occorse per far capire a Yuka ciò che avevo intenzione di fare. Ero sicuro che i miei occhi puntati su di lei fossero più che sufficienti a farle comprendere la realtà dei fatti: il gioco vero stava per avere inizio.
    Il lieve fruscio della brezza spirò tra le numerose cicatrici tracciate sul suolo di quel perimetro circondato di torri d'altri tempi. Ogni partecipante aveva lasciato il proprio segno sul terreno. Solchi fumanti, cumuli di roccia spezzata, alberi ridotti al ceppo e terra bruciata erano solo alcuni degli arrendamenti che il mio occhio coglieva, facendomi sentire a mio agio come fossi un anziano miliardario seduto nell'accogliente salotto di casa propria.

    -[ X ]-


    Poi al debole sibilo del vento si mischiò un altro suono, un ribollio sinistro dalla dubbia provenienza. In breve sormontò ogni altro rumore, opprimendo i timpani dei presenti. Il suolo prese a tremare, mentre quel misterioso fenomeno si palesava con lingue di fuoco che cominciarono a balenare attorno a me, frustando l'aria con violenti schiocchi. Come fosse l'apparizione angelica nella mente di un apostolo allucinato, una veste di materia blu luminescente sfolgorò alle mie spalle, calando verso di me. Allargai le braccia e lasciai che il manto ribollente avvolgesse il mio corpo, spazzando via la polvere in uno sbuffo violento e carbonizzando ogni filo d'erba nei dintorni. La mia figura incombette sul campo di battaglia come una minaccia divina che indossa la sua pelliccia di plasma. Accompagnato dalle fiamme degli inferi turbinanti in un ciclone incandescente, ruotai il capo verso il ragazzo, distogliendo lo sguardo da Yuka. Sul mio volto mutato in un indecifrabile maschera di mostruosità senza giudizio non si leggeva più alcuna emozione, ma dentro di me il chakra infernale scorreva così sovrabbondante da estasiare di piacere ogni fibra del mio corpo, arpionando ogni cellula, avvolgendola nelle sue grinfie inumane ed impregnandola di potere inarrestabile. Ero forza, potenza, distruzione, morte.
    UmLJ9iF
    Ero un esplosione atomica controllata e pronta a rilasciare il suo potenziale megatonico in un onda d'urto bollente capace di scarnificare ogni forma di vita sul mio orizzonte. Ed agii. Agii come volontà che non ha eguali, capace di mutare il desiderio in fatto perché libera da ogni restrizione. L'antitesi della pluralità, la decisione che si fa sovrana di tutto.
    Quindi sollevai il braccio verso Yudai, che avrebbe costituito il mezzo per giungere al mio vero fine: scatenare la forza portante del monocoda, portarla al suo climax di efferatezza. Organizzare la collisione tra le nostre forze inarrestabili per assistere in prima persona alla confutazione del paradosso dell'onnipotenza. Sollevai il braccio verso Yudai e graffiai l'aria con le dita, come se la mano desiderasse di propria sponte ghermire le carni del ragazzo. Ma non fu la mia mano a raggiungerlo, non direttamente. I metri di suolo che ci dividevano si gonfiarono a dismisura per poi esplodere in un eruzione di radici scricchiolanti che mangiarono il terreno per raggiungere Yudai ed afferrarlo, trascinandolo a me. Solo a quel punto le mie dita l'avrebbero afferrato. Un ostaggio che trattenni per la gola, sollevandolo da terra cosicché i suoi versi strozzati raggiungessero Yuka. Volevo che la ragazza sentisse i gemiti gorgoglianti emessi dal suo compagno nel tentativo di respirare, volevo che vedesse le sue gambe e le sue braccia agitarsi disperatamente nell'aria. Volevo che la mia avversaria percepisse bene quanto fosse fragile il ponte che impediva alla vita di Yudai di precipitare negli abissi senza fondo della morte. A quel punto mi volsi verso lei, e parlai:

    Hanno ingabbiato dentro di noi dei demoni, Yuka. Speravano così di proteggersi da quei mostri che per secoli hanno terrorizzato ogni individuo di questo mondo, dal moccioso più indifeso allo Shinobi più potente. Ciò che non potevano prevedere è che noi stessi saremmo diventati quei mostri.
    Guardami Yuka: sono la sintesi perfetta tra umano e demone. Più potente dell'umano che ero, più potente del Bijuu che hanno tentato di imprigionare. Se avevano paura di quel demone, quanta ne avranno ora di me? Pensavano che nascondendo i loro mostri avrebbero risolto il problema. La verità è che li hanno ingigantiti...
    So che anche tu hai raggiunto questo livello di controllo. L'ultima volta che ti ho incontrata eri schiava del tuo demone. Ma ora lo tieni per le briglie, è così evidente... Quindi mostrami chi sei davvero, mostrami la tua reale essenza. Dal momento in cui si domina il proprio Bijuu, non ci si può più considerare come due entità distinte. Ora siete le due metà di una cosa sola. Quindi perché mostrare al mondo solo la metà umana? Perchè decidere di apparire umana, quando in realtà non lo sei? Tu sei un mostro, Yuka. Proprio come me! E la colpa è di quella gente che ti circonda ogni giorno. Sono loro che ci hanno resi così, quindi è giusto che vedano chi siamo veramente. Non nasconderti dietro il finto aspetto da ragazzina qualunque. Non trattenere il mostro che giace nelle tue membra. Lascialo libero, lascia che ti trasformi in ciò che sei veramente. Assumi il controllo, schiaccialo, sfruttalo, usalo per massacrare chi ti vede e ti usa come un cane da guardia. Fallo. Fallo ora, o riduco il tuo amichetto in cenere prima che tu possa muovere un dito!


    Conclusi stringendo la morsa sulla gola di Yudai, giusto per chiarire il concetto. Quindi estrassi un rotolo e lo srotolai lasciandolo cadere, per poi comporre un rapido sigillo con la mano destra ed evocare una stella di metallo grossa quanto un uomo e pesante quattro volte tanto. Ruotai su me stesso trascinandomi dietro il ragazzo senza fatica e la scagliai con tutte le mie forze rasente il terreno e diretta verso la Yuka. Un piccolo incentivo ad accontentarmi.

    SCHEDA VECCHIA
    Resistenza: 1000-1= 999/1000
    Chakra: 455/1000
    Chakra Bijuu-mode: 2750-70-15= 2665
    Azioni:
    - Radici Sotterranee per trascinare Yudai verso di me ed afferrarlo per la gola come da post
    - Tecnica del Richiamo per evocare uno Shuriken Enorme
    - Lancio dello Shuriken contro Yuka (normale azione fisica)





    Note: Sono passato in Bijuu-mode violando le regole del torneo, quindi perdo automaticamente lo scontro. Kerbe, Any, complimenti, avete vinto il torneo :ans: Continuiamo a combattere però. Vi va? Kerbe, puoi passare in Bijuu-mode senza problemi, oramai non valgono più le regole. So che volevi rimandare i calcoli della tua modalità Bijuu a dopo il torneo, ma mi sa che ti toccherà farteli ora

    Shape, ti ho fatto i calcoli della bijuu mode per la scheda vecchia. Sono semplicemente i vecchi parametri più metà dei parametri del bijuu. Li ho aggiunti nel topic della vecchia scheda.
     
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    Un fischio sordo mi fece barcollare di lato, indi affondai un passo nella terra per mantenermi in equilibrio. Ero stremata. Raramente avevo usato tanto chakra tutto in una volta. Il mio corpo ne aveva risentito così tanto che faticavo a respirare, tenendo la bocca aperta e inalando l'aria umida, carica di tensione. Non riuscii neanche a rendermi conto di cosa diavolo fosse accaduto. L'acqua che avevo intorno era scomparsa improvvisamente e tutto ciò che avevo davanti, in quel momento, era vapore. Una coltre di vapore caldo che mi inondava il viso e scuoteva il corpo. Il cappello era volato via durante lo scontro, la maglietta madida di sudore si era attaccata al mio corpo, così come i pantaloncini. La gola secca e gli occhi affaticati attendevano mentre cercavo di riempirmi e svvuotarmi d'aria. Poi, così come si era creato, il vapore si diradò, lasciandomi a bocca aperta. Il senso di impotenza, rabbia e incredulità mi colpì come un fulmine a ciel sereno. Avevo usato gran parte delle mie energie, sfoderato la combinazione migliore che avessi al momento, il tutto per ritrovarmi Nonubu davanti, incolume. Il terreno che ci separava era stato letteralmente sbranato dalla combinazione lanciata da Yudai e me, ma non era stato abbastanza. Imprecai silenziosamente continuando a fissare il mio avversario mentre lasciava ricadere il braccio lungo il corpo. Vederlo affaticato fu comunque una soddisfazione, nonostante non mi bastasse. Il silenzio era calato attorno a noi ma ancora udivo il fischio sordo come un'eco. Yudai non era accanto a me, si trovava in caduta libera verso il suolo ma non ebbi il tempo di aiutarlo. Lo sguardo di Nonubu era serio, in attesa di qualcosa. Nascondeva una sfumatura che non riuscivo a comprendere ma, in quella frazione di secondo, capii di essere in pericolo. I miei muscoli si irrigidirono e sgranai gli occhi mentre l'adrenalina mi avvolse il corpo. Gambe e braccia presero a formicolare mentre il cuore accelerava i battiti. Erano i miei sensi a dirmi che mi ero cacciata in un casino senza eguali. Nonubu... non era il Nonubu che avevo affrontato anni prima. Me ne sarei accorta solo negli istanti seguenti.

    {Negative Chain}


    L'aria raggelò mentre il ragazzo dai capelli scuri e lo sguardo così impassibile da risultare terrificante veniva avvolto da un manto di chakra di un colore blu come le fiamme. Lingue ardenti lo ricoprirono mentre il chakra demoniaco si manifestava, facendomi rabbrividire. Non so perché ma lo capii: aveva il completo controllo del cercoterio. Immobile, inerme, osservai la nascita di qualcosa che mi meravigliava e spaventava al contempo. La nascita di qualcosa di nuovo. Come si trattasse di un essere divino, così terribile e gloroioso da suscitare timore e attrazione fatale al contempo. Ora capivo cosa c'era di diverso in lui. Con elegante calma, alzò il braccio. Non verso di me, ma verso Yudai. Non riuscii neanche a muovermi o intervenire, potei solo assistere allo spettacolo a cui purtroppo stavo per prendere parte. Il terreno prese a tremare, scuotendosi dalle fondamenta. Radici scure, vecchie come l'eterno, si sprigionarono da esso, ghermendo il ragazzo dai capelli scuri come un ragno ghermisce la preda, senza che essa possa farci nulla. Trattenni il fiato ma le gambe non si mossero nonostante tentai di scattare nella sua direzione. Pochi secondi e le radici si ritrassero, avvolgendo il mio compagno per la gola, sollevandolo a pochi metri da Nonubu. Questo era impossibile... cosa diavolo stava succedendo? E' solo un torneo, continuavo a ripetermi, non ha intenzione di fargli davvero del male. Ma più cercavo di convincermi più capivo di sbagliarmi. Non era più un semplice torneo. Yudai tentava di liberarsi ma ad ogni suo strattone la presa si intensificava. Vedere i suoi piedi penzolanti che si dimenavano invano, le sue mani che graffiavano le radici fino a quasi sanguinare. Il bel volto contorto in una smorfia di sofferenza e paura mentre i gorgoglii strozzati giungevano alle mie orecchie. Mi tremarono le gambe e spostai los guardo verso Nonubu, incredula. Avrei voluto urlare ma ero senza parole. Completamente spiazzata. La voce di Nonubu ruppe il silenzio, risuonando così calma da farmi agitare ancora di più. Quel tono così impassibile era fuori luogo, quella freddezza nel suo volto, incredibile, ma nel modo sbagliato.

    Hanno ingabbiato dentro di noi dei demoni, Yuka. Speravano così di proteggersi da quei mostri che per secoli hanno terrorizzato ogni individuo di questo mondo, dal moccioso più indifeso allo Shinobi più potente. Ciò che non potevano prevedere è che noi stessi saremmo diventati quei mostri.
    Guardami Yuka: sono la sintesi perfetta tra umano e demone. Più potente dell'umano che ero, più potente del Bijuu che hanno tentato di imprigionare. Se avevano paura di quel demone, quanta ne avranno ora di me? Pensavano che nascondendo i loro mostri avrebbero risolto il problema. La verità è che li hanno ingigantiti...
    So che anche tu hai raggiunto questo livello di controllo. L'ultima volta che ti ho incontrata eri schiava del tuo demone. Ma ora lo tieni per le briglie, è così evidente... Quindi mostrami chi sei davvero, mostrami la tua reale essenza. Dal momento in cui si domina il proprio Bijuu, non ci si può più considerare come due entità distinte. Ora siete le due metà di una cosa sola. Quindi perché mostrare al mondo solo la metà umana? Perchè decidere di apparire umana, quando in realtà non lo sei? Tu sei un mostro, Yuka. Proprio come me! E la colpa è di quella gente che ti circonda ogni giorno. Sono loro che ci hanno resi così, quindi è giusto che vedano chi siamo veramente. Non nasconderti dietro il finto aspetto da ragazzina qualunque. Non trattenere il mostro che giace nelle tue membra. Lascialo libero, lascia che ti trasformi in ciò che sei veramente. Assumi il controllo, schiaccialo, sfruttalo, usalo per massacrare chi ti vede e ti usa come un cane da guardia. Fallo. Fallo ora, o riduco il tuo amichetto in cenere prima che tu possa muovere un dito!


    La gola secca, le gambe tremanti. Tutto ciò non aveva senso. Era un sogno, giusto? Dovevo solo svegliarmi. Ma non potevo, per quanto volessi. Nonubu era... impazzito. Ero nel panico più totale, mi guardavo intorno come fossi a scuola, all'interrogazione, sperando che qualcuno mi suggerisse cosa rispondere. Non stava capitando a me, non poteva essere. Yudai tentava di liberarsi, attorno al suo collo segni rossi, lacerazioni per via del legno che lo teneva in scacco. E sarebbe morto. Bastò quel pensiero per farmi tornare con i piedi per terra. Fu orribile. Troppo spaventata, gli occhi si riempirono di lacrime prima che potessi pensare. Esse sgorgarono calde sulle mie guance sudate, mentre imploravo Nonubu con lo sguardo. Ma era in attesa, non stava mentendo. Non c'era nulla di buono in lui, non era neanche più umano.

    "Cosa succede... COSA CAZZO SUCCEDE!?"
    *YUKA!*

    Sgranai gli occhi. La voce di Shukaku era così diversa dal solito. Mi spaventava e confortava al contempo. Ma certo, non era sola, c'era lui con me. Eravamo un'unica cosa, come aveva detto Nonubu. Dio, cominciavo a delirare.

    *Ascoltami bene e fai quello che ti dico. Fai dietro front e tornatene a casa. Adesso.*

    Era.. sbagliato. Non era quello che avrebbe dovuto dire. Lo conoscevo fin troppo bene, stava seguendo un copione inesistente e questo mi agitò ancora di più. E l'instabilità non mi faceva bene.

    *S-sei pazzo? Io.. N-non posso andare... Yudai... Yudai...*
    *Maledizione! Ti ucciderà se gliene darai la possibilità e ti tiene in scacco per via di quel maledetto ragazzo! VATTENE ORA!*
    *NO!*

    Il Tasso ringhiò furibondo, come un animale sulla difensiva, che sa di star per morire. Ma io non potevo andarmene. Spostai lo sguardo verso Yudai. I nostri occhi si incrociarono e mi si strinse il cuore. Non potevo lasciarlo morire. Troppe persone erano morte sotto i miei occhi. Troppi amici se n'erano andati per colpa mia. Persino Hokaru. Il suo ricordo mi mandò fuori di testa. Hokaru, l'unico ragazzo che avessi mai amato. Le lacrime cessarono di scorrere, il mio corpo smise di tremare. Fissai Nonubu. Le sopracciglia si aggrottarono, il volto si contorse in una smorfia mentre mostravo i denti digrignati. Strinsi i pungni così forte che affondai le unghie nella carne. Era guerra. Un manto dorato apparve dietro di me, ricoprendomi come un vello di seta pregiata. L'energia divampava in ogni cellula provocandomi spasmi di piacere lungo tutto il corpo. L'energia sconfinata non faceva più parte di me, ero io, in prima persona. Come una cometa fui avvolta dalla luce mentre fissavo con odio il mio avversario. Io non ero un mostro. Non tenevo per le briglie Shukaku. Anche in quel momento, accecata dall'ira, ero incapace di odiare. Ma non per questo sarei stata magnanima, non per questo mi sarei fermata. Avrei solo sfruttato l'unica vera fonte dalla mia forza, del mio potere, della mia sciocca e testarda volontà. L'affetto che provavo per questo sciocco e illogico mondo.
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    Gli occhi mutarono, i denti si allungarono, il corpo si snodò mentre tutta l'energia che avevo in corpo supplicava di essere liberata. Mi sentivo una bomba ad orologeria pronta per esplodere. Il mio obbiettivo? Nonubu. Il solo guardarlo mi distruggeva i freni inibitori, stavo venendo divorata dall'odio. L'odio per qualcuno che si era preso il lusso di comportarsi da grande dominatore, come fosse il padrone di questo mondo. Non immaginavo neanche come potessero sentirsi i nostri spettatori. Quanta paura avessero. E Yudai, il capro espiatorio. No, non lo sarebbe stato. Io non ero un mostro. Ma..

    NONUBUUU!!

    Urlai a squarciagola, fregandomene di come le corde vocali vibrassero e bruciassero. Il potere demoniaco si era scatenato dentro di me, inondandomi come un fiume in piena, senza darmi la possibilità di ripensarci. L'altro srotolò un rotolo, dal quale, grazie alla tecnica del richiamo, fece apparire un gigantesco shuriken. Non battei ciglio, fissai l'uomo dagli occhi glaciali mentre me lo scagliava contro, con l'unico intento di sfidarmi. Ci stava riuscendo poiché non avevo altre intenzioni di combatterlo. Quando l'arma gigantesca vibrò fino a giungere a me, neanche mi mossi. Quando le sue punte acuminate mi raggiunsero, qualcosa mi avvolse. Uno scudo di sabbia non dettato dalla mia volontà. Shukaku mi avrebbe protetta ed io non avevo nulla da temere. Tornai quindi a fissare il mio avversario, spostando poi lo sguardo su Yudai, preoccupata. Promisi a me stessa che l'avrei tirato fuori da quella situazione sano e salvo. Il silenzio tombale interrotto solo dai nostri respiri e i gemiti di dolore di Yudai.

    Nonubu... non so cosa diavolo ti sia preso né che ti sia successo, ma ti prego... smettila.

    Esclamai con voce tremante e sguardo basso. Sentivo i muscoli allungarsi, reclamando di essere usati. Le gambe tremavano leggermente mentre le palpebre sbattevano ad intervalli di pochi secondi. Non concepivo ciò che stava accadendo ma dovevo accetterlo, dovevo affrontare quel ragazzo e proteggere Yudai, come chiunque altro si trovasse in quel posto. La situazione poteva degenerare, stava solo a me placare la rabbia di Nonubu. Ma guardandolo, non c'era altro che impassibilità. Questo mi avrebbe destabilizzata in situazioni normali, ma non in quel momento. Pregna di tutta quell'energia e quella rabbia, non potevo fare altro che lasciar fluire quelle forti emozioni. Mi tremava la voce ma non avevo affatto paura, ero solo scossa. E arrabbiata.

    Non mi interessa come la pensi, ma io credo che siano le nostre azioni a dire chi siamo. Anche se potrei essere considerata un demone, io mi sento solo me stessa. Non desidero vendetta, non provo rabbia o frustrazione. Non mi sento intrappolata nella mia condizione. Non voglio fare del male agli altri perché sono così. Nessuno mi ha costretta, non sono stata neanche io a decidere. Se tu non accetti ciò che sei.. mi spiace per te!

    Un mezzo sorriso affiorò dalle mie labbra, ma morì quando incontrai nuovamente quello sguardo. Gli occhi ambrati non ammettevano tutto quello, avrei messo la parola "fine" a quella follia. Anche se il mio avversario era temibile come Nonubu.

    Ma io non sono un mostro. Non voglio fare del male agli altri perché sono io a stare male, come fai tu.. No, non posso accettarlo! E se vuoi costringermi prendendotela con le persone che amo.. ALLORA SEI TU IL MOSTRO, NONUBU!

    Gli urlai contro furente, tremando dalla testa ai piedi. Ormai il manto color oro mi avvolgeva, così come si poteva scorgere, dietro di me, il riflesso di una grossa coda. Forse ciò che stava per accadere non avveniva da quasi duecento anni. Lo scontro tra due semi umani. Ripensandoci, non avrei mai immaginato di divenire una dei due, ma era stato il destino a decidere per me. Non potevo oppormi. Così, fissai Nonubu, avvolto dal mantello azzurro che lo contraddistingueva come forza portante della seconda coda. Un gatto contro un tasso, uh? Quello si che sarebbe stato un duello che non aveva nulla a che fare con l'ordinario.

    Yuka Satetsu

    Azioni:

    Stamina:
    [1000] --> 340
    [2500] -100 --> 2400

    Resistenza:
    [600]

    Note:
    il -100 stamina è dello scudo sabbioso che non mi vale come azione poiché si attiva automaticamente, seguendo le mie statistiche implementate. Non so se Any vuole continuare, comunque, direi che, se lo desidera, può anche ritirarsi, sempre se riesco a liberarlo :asd: Tanto il torneo è già finito, praticamente.


    Edited by Kerberotte - 17/3/2016, 10:29
     
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  8. Shapechanger
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    CITAZIONE

    Responso nr. 2


    Attacco Nonubu:
    - Radici Sotterranee: Riesce
    - Tecnica del Richiamo: Riesce [Supporto]
    - Lancio Shuriken: 230 + 180 + 2 = 412 Fallisce

    Difesa Yudai:
    //

    Difesa Yuka:
    - Scudo di Sabbia: 373 + 348 + 4 = 725 Riesce


    Danni:
    Yuka: //
    Yudai: //
    Nonubu: //

    Narrazione Turno:
    Nonubu provoca la giovane Kunochi a uno scontro aperto, Bijuu contro Bijuu. Non è ancora chiaro se la giovane di Suna vuole accettare la sfida o no, ma sicuramente il gigantesco Shuriken lanciato dallo shinobi non ha avuto effetto, in quanto bloccato istantaneamente da uno scudo di sabbia evocato dal Tasso. Certo, Yudai è ancora nella stretta del ninja indemoniato e imprevedibile, quindi... azione!

    Situazione Finale:
    Yudai stretto nella presa di Nonubu.
    Yuka illesa a 10 metri da Nonubu.

    Commenti Arbitro:
    Mazzuolatevi pure, non c'è niente da aggiungere :please:
     
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    Lo shuriken gigantesco tagliò l'aria rapido, puntando al mio viso. Le lame roteavano così velocemente che quasi mi era impossibile scorgerle; per un effetto ottico, sembrava quasi che l'arma stesse ferma e si spostasse. Ma non era abbastanza. Quando una delle lame si avvicinò ad un palmo del mio naso, qualcosa schermò la mia vista. Lo scudo sabbioso aveva intercettato il colpo, bloccando l'arma con tale semplicità che quasi me ne stupii. Si disgregò velocemente lasciando che il grosso shuriken finisse in terra, immobile. Non aveva più l'aria minacciosa di poco prima. Fissai Nonubu con sguardo meno furente, poiché la mia rabbia si stava placando, seppur la mia determinazione cresceva. Non ero l'unica a chiedersi cosa diavolo stesse accadendo ma, purtroppo, fare domande dirette a cosa sarebbe servito? Per di più non ero mai stata una cima in certe cose, mi confondevano certi paroloni. Mi resi conto che agire era tutto ciò che potessi fare. E di sicuro non avevo intenzione di lasciare Yudai nelle grinfie del mio nuovo avversario. Gli occhi del ragazzo non abbandonavano i miei ma non sembravano impauriti. Quel ragazzo era davvero uno scemo, io al posto suo me la sarei fatta sotto. Ma forse era un bene che fossimo così diversi. Poi mi strizzò l'occhio. Era un cenno d'intesa e.. capii. Faceva tutto parte di ciò che ci dicemmo qualche minuto prima. Sì, era davvero uno scemo.

    Lascialo andare, Nonubu. Lui non c'entra nulla, sono io la tua avversaria!

    Esclamai per prendere tempo e dare la possibilità al mio amico di raccogliere le forze. Me l'aveva detto, no? Nonostante tutto, non si sarebbe tirato indietro lasciandomi da sola. Un vero scemo, quel Yudai. Sinceramente non mi elettrizzava l'idea che potesse continuare a combattere ma non potevo impedirglielo. Una parte di me ne era anche contenta, non ero il tipo di persona amante del gioco in solitaria. Forse alla fine avrei comunque dovuto fare tutto da sola, ma era sempre meglio sapere di poter contare su un buon compagno. Rivolsi un'occhiata a Yudai e abbozzai un sorriso. Si cominciava. Yudai tentò di liberarsi mentre io immisi il chakra nel terreno, attraverso le piante dei piedi. Tentai di innalzare miriadi di granelli di sabbia trasformandoli direttamente dal terreno, in modo da creare una tempesta di sabbia di modeste dimensioni. Il ronzio provocato dal continuo postarsi di quei granelli era fastidioso e non mi faceva sentire nulla di nulla, ma distinguevo i due campi magnetici di Yudai e Nonubu. C'era una differenza abissale tra di essi. Senza perdere ulteriore tempo, unii le mani. Cinghiale, Scimmia, Topo, Cavallo. Impastai il chakra e tentai di rivoltare il terreno sotto di noi, per metri e metri. Manipolai il tutto per creare un'onda, un'esplosione sabbiosa per sotterrare il mio avversario. Avrei fatto attenzione a risparmiare Yudai, visto che sapevo la sua posizione. Potevo manipolare la sabbia a mio piacimento e non avevo intenzione di sotterrare anche lui. Usando l'Inondazione del Deserto, invece, avevo la probabilità di sotterrare il mio avversario e, anche se l'avessi malauguratamente perso, mi sarei comunque preparata il terreno. Trattenni il respiro e sforzai tutto il mio corpo. Tesi i muscoli, portai la fatica ad un livello superiore. Le vene sulle tempie si gonfiarono mentre il volto prendeva colore. Gli arti in tensione sembrarono quasi spezzarsi e quando unii le mani a formare il sigillo della Pecora, rilasciai tutta quella tensione nella sabbia che circondava il campo magnetico di Nonubu. Tentai di seppellirlo sotto metri e metri di sabbia, farlo sprofondare finché neanche la luce potesse raggiungerlo. Era la prima volta che utilizzavo un jutsu sì brutale, ma... l'istinto mi diceva che Nonubu era cambiato. Non c'era più niente di buono in lui. Forse in parte sì, nel profondo del suo animo. Ma finché erano le tenebre ad ottenebrare il suo cuore, non potevo risparmiarlo. Non quando lottavo ogni giorno per portare la luce in questo maledetto mondo. Dopo aver tentato di usare la Sepoltura di sabbia, rilasciai la tempesta e il mio udito ne giovò. A quel punto Yudai tentò di darmi una mano con il poco chakra che gli restava. Ma l'attacco finale spettava a me. Ora che Nonobu era intrappolato sotto la sabbia (o almeno era così che avrebbe dovuto ritrovarsi, al momento), non avevo altro da fare. Stesi il braccio in avanti, distendendo il palmo sporco fino a farmi male alle dita.

    Perdonami, Nonubu.

    Strinsi il pugno, facendo implodere la sabbia in un'unica stretta mortale. Non volevo... ucciderlo. Non avrei mai potuto. Ma allora cos'era quella voce dentro di me che mi comandava di farlo, più o meno da quando era cominciato lo scontro?

    Yuka Satetsu

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    - Tecnica della Tempesta di Sabbia
    - Inondazione del Deserto
    - Sepoltura di Sabbia con sforzo extra massimo
    - Rilascio Tempesta di Sabbia
    - Funerale Imperiale del Deserto

    Stamina:
    [1000] --> 340
    [2400] -15-18-70-50-35= -138 -->2312

    Resistenza:
    [600]

    Note:
    scusa per l'attacco un po' scarso ma è estremamente difficile cercare di sconfiggerti :asd: Ah, ovviamente non voglio ucciderlo quindi l'ultima tecnica non è mortale, anche se da come ho scritto può sembrare il contrario.
     
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    La situazione era fortemente cambiata dalla prospettiva che ci eravamo preposti di seguire, difatti, Nonubu era rimasto totalmente illeso dall'attacco che si era vanuto a creare tramite gli sforzi condivisi di Yuka e me.
    Sforzi che a quanto pareva, non erano andati a buon fine e che erano riusciti solamente a far infuriare il nostro oppositore.
    Ma mai, mi sarei potuto immaginare che pochi istanti dopo sarebbe andata a finire in quel modo.
    Le mie orecchie furono totalmente avvolte dal ribollire del chakra del ragazzo, mentre delle lingue di fuoco etereo cominciarono ad avolgere le sue membra, mandandolo in fiamme e mandando in fiamme tutto quel che vi era a pochi metri da lui.
    Non avevo mai visto una manifestazione di chakra tanto distruttiva e così carica di potenza... tutto quello che riuscii a fare fu rimanere a bocca a perta davanti a quella visione speciale che i miei occhi non erano mai riusciti a scorgere da nessun'altra parte.
    Il volto non era contratto in nessuna smorfia, era come una maschera. Nessuna emozione traspariva.
    Indietreggiai di un passo nel momento in cui il suo sguardo si poso' su di me, ma non per timore... ok, forse anche un po' per quella, ma anche per via del fatto che prendevo le distanze per cercare di capire come poter anche sollevare un dito contro di egli senza diventare un pezzo di carbonella ambulante.
    E a dirla tutta, non ebbi il tempo per pensarci, difatti, il ragazzo lanciò un artigliata all'aria nella mia direzione, come quasi a volermi affettare, senza però causare nulla... o per lo meno, apparentemente.
    I metri di terreno che ci separavano, cominciarono a gonfiarsi, crepandosi sempre più, facendo infine fuoriuscire delle radici che andarono a ghermire il mio collo, impedendomi di respirare a dovere e trattenendomi in quella posizione di svantaggio. Cercai più volte di produrre qualche parola, ma l'unica cosa che riuscivo a far venir fuori erano solo dei versi sofferenti che non avevano alcun significato.
    Da quel momento in poi, ci fu quasi come un black out. Il mio cervello si spense, quasi come se fosse stato premuto un pulsante d'emergenza che aveva il compito di non farmi soffrire.
    Quello che accadde da quel momento, fino a pochi minuti dopo, per me fu solo un immenso buio nella quale mi inabissavo sempre più.
    Sarebbe stata quella la mia fine?? Sarei seriamente morto in uno stupidissimo torneo del cazzo??
    Beh, il mio cervello pareva essersene convinto, aveva gettato la spugna, proprio come fa un perdente che viene messo all'angolo e che non sa come reagire contro l'avversario.
    Semplicemente... si lasciava andare nella sconfitta.

    E quindi finisce così... eh?? Gran bella merda. Ma poi, scusami tanto, quale cervello potrebbe mai far questo al proprio corpo?? Un minimo d'istinto di sopravvivenza, maledizione!!

    Continuavo a ripetermi più e più volte mentre sprofondavo nell'abisso che risplendeva di ossidiana nerissima, ma... nessuna risposta poteva venirmi data, solo una parola, un grido, risuonò al suo interno.

    NONUBUUU!!

    Lo sentii lontano da me, quasi provenisse da un'altro mondo, ma capii. Capii cosa andava fatto e il perchè non riuscissi a risvegliarmi.
    Era tutta una questione mentale, nessuno aveva mai premuto un pulsante dentro la mia testa, il mio cervello non aveva deciso di spegnersi... l'avevo fatto io. La paura di morire, la paura di provare il dolore di morire soffocato molto lentamente prima della fine dell'agonia segnata dall'ultimo respiro. Avevo fatto tutto io.
    Io, tramite il mio subconscio, mi ero imposto di non voler provare quelle sensazioni, io avevo creato quel fallout mentale.
    Vi era un solo ed unico modo che mi avrebbe permesso di risvegliarmi, ovvero... rendermi conto che tutto quel percorso che avevo svolto, tutto quello sulla quale si basava il mio lavoro... era proprio quello che stava accadendo. Non vi era mai nulla di certo e non si poteva mai sapere chi si sarebbe potuto parare davanti a noi. Dovevamo semplicemente provare a non morire, lottare con tutti noi stessi!!

    Caz...zo... seriamente??

    Riaprii gli occhi di scatto e tutto si fece chiaro e distinto. La paura era scomparsa, il mio cuore era in pace e la mia mente concentrata.
    Yuka stava combattendo contro Nonubu, ed anche lei era diversa. Non avevo idea di come potesse essere possibile una cotale potenza magica, ma a quanto pare, Nonubu non era l'unico in grado di sprigionarla. Forse avevamo qualche possibilità di vittoria. Ma, per prima cosa, dovevo liberarmi da quella fastidiosissima stretta.
    Feci schiantare i miei occhi contro quelli della ragazza mia compagna, fissandola per qualche secondo. Dovevo ammetterlo, aveva degli occhi fuori dal comune... ed era anche un buon momento per poter ammiccare, quindi, le feci l'occhiolino.

    Lascialo andare, Nonubu. Lui non c'entra nulla, sono io la tua avversaria!

    Gi..à, prend...tela co... lei!!


    Le sorrisi e lei anche. Aveva capito cosa avevo intenzione di fare. Inutile dirlo, riuscivamo a capirci in un niente!!
    Cominciai a caricare quanto più chakra ranton possibile all'interno del palmo della mano destra mentre cercavo di portarla proprio sopra l'attaccatura del fascio di radici che mi avvolgenvano il collo, per poi rilasciare un singolo laser che avrebbe dovuto tranciare via il guinzaglio che mi aveva messo al collo il ragazzo.
    Propriomentre io procedevo con la mia stessa liberazione, la ragazza cominciò a creare l'offensiva che avrebbe -forse- portato a termine lo scontro.
    La sabbia cominciò a muoversi tutt'interno a noi, innalzandò una maestosa tempesta che impediva la vista di quel che ci circondava. Persino il mio udito era quasi inutile, ma non mi serviva a molto.
    La figura del mio avversario era quasi perfettamente visibile.
    Cominciai ad impastare il chakra, ma non riuscii a far nulla, in quanto, un'esplosione sabbiosa si parò proprio davanti alla mia visuale, facendomi perdere di vista per un attimo il mio avversario.
    Dopo qualche secondo, tutto tornò alla normalità, ma il terreno diventò instabile, quasi come se volesse sprofondare su se stesso , ma l'unico punto ove cedette, fu proprio al di sotto dei piedi di Nonubu, che in un battito di ciglia, scomparve, risucchiato all'interno della spirale sabbiosa.
    Quello era il momento perfetto per poter colpire l'avversario.
    Imposi un singolo sigillo, mentre lo sforzo si faceva sempre più pressante. Non ero abituato ad utilizzare così tanto chakra tutto in una volta, ma dovevo provarci. Quella poteva essere la mia unica occasione di riuscire anche solamente ad aiutare la mia compagna, quindi, doveva andar bene.
    Feci avanzare velocemente entrambe le mani unite difronte alla spirale sabbiosa che stava inghiottendo Nonubu e rilasciai tutto il chakra che avevo incorporato, creando tre fasci di chakra ranton che avrebbero inseguito chiunque io volessi, senza poter essere fermati da una protezione.
    Ma, oltre ad un attacco diretto, dovevo prenderlo anche dal basso, quindi, impastai nuovamente il chakra il più velocemente possibile, rilasciandolo -non appena finito- ai miei piedi. Apparentemente non sarebbe successo nulla, ma dopo qualche istante, sarebbe dovuto fuoriuscire una colonna di fulmini dal terreno sottostante Nonubu. O almeno, così sarebbe dovuta andare secondo i miei calcoli...

    Resistenza: 400
    Stamina: 247 -20 -120 -35= 72

    Azioni:

    -Raggio laser sulle radici
    -Laser circolari (3 laser)
    -Telegramma fulminante

    Note: Scusatemi l'assenza in questi giorni, ma sono in una situazione complicata io. Ma, avrei comunque dovuto avvisare. Sorry. Comunque, il post è quel che è. Mi son inventato la cosa che svengo perchè così tagliavo tutta la parte in cui rimanevo fermo come un cretino a guardare :asd:
     
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  11. Anselmo
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    Nonubu... non so cosa diavolo...
    _______________ [...]
    ...ALLORA SEI TU IL MOSTRO, NONUBU!


    HAAA HA AH AH AH AH AAAAH! Molto bene...

    Battei le mani annuendo, la maschera di chakra puro deformata in un ghigno inespressivo ed agghiacciante.

    Molto! Molto! Bene... Yuka! "Mi sento solo me stessa"... "Non sono intrappolata nella mia condizione"... "Nessuno mi ha costretta"... "Non sono..." HEEEE HE HE HE IH IH OH UH "Non sono un... un mostro"... D'HAHAH HAHA AH AH!

    Mi piegai sorreggendomi sulle ginocchia, completamente posseduto da violente scariche di ilarità. Mi battei la mano sulla coscia, mi afferrai il ventre dolorante per le risa ed infine mi ripresi, passandomi una nocca sul bordo dell'occhio per pulirmi da una lacrima inesistente.

    Ed in ultimo, ma non per importanza: "Accettare ciò che si è". ACCETTARE CIO' CHE SI E'?! Maledizione... MALEDIZIONE! Quanta debolezza, quanta arrendevolezza racchiude questa singola frase...

    Il divertimento, se mai c'era davvero stato, abbandonò il mio volto e la mia voce senza lasciare tracce.

    Credi che gli idoli del passato siano diventati tali accettando ciò che erano? Credi che chi si è guadagnato una posizione in questo mondo ed ora governa le masse, sia arrivato al comando accettando ciò che è? Credi che nelle accademie di ogni Villaggio Ninja si insegnino ed idolatrino individui che a loro tempo accettarono ciò che erano? No, dannazione... No!
    Nasciamo tutti uguali: infanti con un corpo per apprendere, una bocca per nutrirsi, un culo per defecare ed un cervello per pensare. Tutti uguali! Ma poi ci distinguiamo perchè c'è chi accetta ciò che è, andando a costituire la massa, il cibo per i predatori. E poi c'è chi invece non accetta di essere un semplice corpo con una bocca, un culo ed un cervello. C'è chi ambisce a qualcosa di più, c'è chi si distingue. C'è chi sopravvive... PER SEMPRE!


    Mugolai con disprezzo.

    Hai il potere per plasmare la tua esistenza. Non hai bisogno di nessuno per questo. Lascia perdere discorsi quali "Non importa come ti vedono gli altri, importa solo come vedi te stesso". Sono solo stupide favole per convincere ragazzini in calore a non cagarsi nelle brache ogni volta che devono tirar fuori le palle. Qui c'è qualcosa di più in ballo. Forse devi ancora renderti conto di quale immenso potenziale racchiudi, un potenziale che stai sotterrando sotto metri e metri di mancata ambizione. Sei l'incarnazione dello spreco, la personificazione di tutto ciò che le sovrastrutture vogliono dal singolo: arrendersi all'idea essere un nessuno, identificarsi con la moltitudine, abbandonare ogni meta. Obbedienza e sottomissione.
    Ora mi risponderai che non ti senti sottomessa a nessuno, ma mentiresti a te stessa. Ogni cosa che dici o che fai lo dimostra, solo che non te ne accorgi, perchè ti fai abbindolare come un pesce all'amo dalla falsa impressione di libertà che chi ti strumentalizza costruisce attorno alla tua vita.


    Avevo difronte l'approssimazione di cosa può realmente essere un umano, e me ne rammaricai come non mai. Ma non mi arresi a tale consapevolezza. Avrei lasciato correre solo per ora. Prima o poi, però, avrei regolato i conti con quella ragazzina, definitivamente.
    Ebbi l'improvvisa impressione che la superficie del terreno tutt'attorno a me e fino a perdita d'occhio, avesse cominciato a lievitare lasciandomi indietro. Ci misi qualche istante a riorganizzare i miei sensi ed assicurarmi controllo sul mio corpo, quindi capii che si trattava soltanto di semplice sabbia innalzata dal terreno. D'altronde cosa ci si potrebbe aspettare dalla padrona di Suna no Keshin, l'Incarnazione delle Sabbie? I granelli presero a turbinare, frustandomi la pelle ed impedendomi di respirare adeguatamente. Mi schermai le vie respiratorie nell'incavo del gomito e spostai lo sguardo sui miei due avversari. Prima il ragazzo e poi Yuka vennero inghiottiti dalla tempesta, o forse fui io l'unico ad esserne investito. Sta di fatto che di loro distinguevo soltanto vaghe ombre galleggiare in un trambusto infernale. Ma non ci fu ne il tempo ne il motivo di preoccuparsene, perché un attimo dopo qualcosa di immenso emerse dalle sabbie ed oscurò la luce del sole. Notai solo con la coda dell'occhio una luce provenire da Yudai, intento probabilmente a liberarsi dalle mie radici. Dubitavo ce l'avrebbe fatta, ma non ci spesi più che un pensiero, avevo ben altro di cui occuparmi. Alzai lo sguardo identificando a fatica la natura di quell'entità titanica che si elevava verso il cielo: un'onda di sabbia persino più abbondante del globo acquatico creato in precedenza dalla ragazza, che avanzava verso di me minacciando di schiacciarmi sotto la sua poderosa mole. Capii che il modo più efficace di difendermi sarebbe stato quello di giocare con armi altrettanto mastodontiche. Diedi quindi libero sfogo al chakra innato che permeava il mio sistema circolatorio, evocando una messa informe di legno che rapidamente evolse in una statua immensa dalle fattezze demoniache. Comandai alla sua volontà assoggettata di chiudere il pugno attorno a me, come farebbe un bambino che ha catturato una lucertola e vuole impedirle di scappare, senza però ferirla. Mi sarei quindi ritrovato al buio, nascosto dietro metri e metri di legno resistente e protetto da qualsiasi attacco. Non impedii a Yuka di trascinarmi nel suo abisso di sabbia, ne di stritolarmi. Mi limitai a comandare alla mia creatura lignea di scavare con il braccio libero, nuotare nella sabbia, cercare in tutti i modi di emergere verso la superficie, se non completamente, almeno la mano che mi conteneva. Non mi sarei mosso dal mio guscio protettivo fin quando tutti gli attacchi non fossero rimbalzati sulla sua superficie. A quel punto le dita del gigante si sarebbero aperte. I due avversari certamente si aspettavano di trovarmi lì, sul palmo del Golem. Ma non fu così; mi dislocai istantaneamente con il sigillo posto sullo Shuriken Enorme sferrato prima contro la ragazza. Era stato un pessimo errore quello di non schiodarsi dalla sua posizione, perchè in un attimo si trovò la mia figura avvolta in un manto d'inferno ad un palmo dal naso. Contro ogni aspettativa però, non alzai un dito contro di lei. Mi limitai a chinarmi per raccogliere l'arma e mentre la facevo sparire in un rotolo, dissi:

    I tempi non sono ancora maturi per te, ma ci sarà un giorno in cui lo saranno. Ci rincontreremo e concluderemo lo scontro. Io, te, quel mostro "che non fa parte di te" ed il ragazzo laggiù.

    E mi smaterializzai lontano da quel campo di battaglia.

    SCHEDA VECCHIA
    Resistenza: 999/1000
    Chakra: 455/1000
    Chakra Bijuu-mode: 2665-150-70-70= 2375
    Azioni:
    - Utilizzo Arte del Legno: Uomo di Legno, in risposta all'Inondazione del Deserto
    - Uomo di Legno: proteggere Nonubu con la mano, come da post, sempre in risposta all'Inondazione
    - Uomo di Legno: emersione verso la superficie mentre subisce tutta la roba che ci sbattono addosso. Dovrebbe metterci un po'...
    - Dislocazione Istantanea con lo Shuriken Enorme lanciato prima
    - Dislocazione Istantanea far far Hawaii, aloha!





    Note: Dubito servano altri post, direi che la cosa finisce qui. Se Kerbe ed Any ci tengono a fare due post conclusivi, non ho nulla in contrario. Ma non ho dato loro nulla su cui ruolare, quindi ne dubito.

    Ragazzi, Kerbe, scusate per questo ritiro improvviso e per la narrazione penosa, ma come sapete mi sto dedicando ad un nuovo PG proprio perchè mi è calata la voglia di usare Nonubu. Essendo questo scontro fuori dagli schemi una cosa improvvisata da me, devo essere ispirato per portarlo avanti senza trasformarlo in una cagata. Ma mi mancano le idee, con Nonubu le mie risorse di ruolaggio sono agli sgoccioli, PER ORA. Infatti le cose dette nel post non sono buttate lì a caso, voglio davvero combattervi di nuovo in futuro.
    Comunque noto che anche voi non siete al massimo della forma, quindi direi che è meglio per tutti.

    Shape, non penso valga la pena fare un arbitraggio, direi che puoi passare all'assegnazione dell'exp. A te la scelta. In ogni caso sono stato autoconclusivo sulle dislocazioni perché anche nel caso tutti gli attacchi colpissero Nonubu direttamente, nulla gli impedisce di farle.
    Ah, per l'assegnazione d'exp a me, tieni conto che ero Jonin all'inizio dello scontro, non Anbu.

    :ans:


    Edited by Anselmo - 4/4/2016, 11:00
     
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  12. Shapechanger
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    La tensione nell'aria era palpabile. L'attacco di Yuka era stato imponente e devastante: uno tsunami di sabbia aveva sepolto Nonubu. Si, c'era anche Yudai che sparava qualche fulmine, ma niente di in confronto all'attacco devastante e impressionante della kunochi di Suna. La marea si era poi improvvisamente inabissata, probabilmente trascinando il ninja nemico sottoterra, e per poi essere attraversato da una scossa sismica. Chi conosceva il potere della Sabbia sapeva che quello era stato un Funerale del Deserto di proporzioni mastodontiche, tale da poter uccidere un'intera armata, se usato per quello scopo.

    Eppure tutto questo non era servito a sconfiggere Nonubu. L'Uomo di Legno, una tecnica del leggendario Hashirama Senju, aveva protetto il ninja dalla furia del deserto. La mano ciclopica del colosso emerse dalle sabbia, ammaccata ma intera, e le sue dita, aprendosi, rivelarono una figura che brillava tra fiamme bluastre. Ma la figura scomparve subito, riapparendo davanti a Yuka in un istante. Il pubblico era con il fiato sospeso? Cosa avrebbe fatto ora quel ninja apparentemente invincibile?

    Sparì nel nulla. Il silenziò che seguì fu assordante.

    Ehm... si. disse Re Akado. Tossicchiò. Come buona parte dei presenti, non sapeva cosa dire. Nessuno si era aspettato una ritirata simile da parte di Nonubu, il concorrente più feroce del torneo. Per fortuna si riprese in fretta.

    Ecco, si, stavo dicendo. Nonubu perde per aver abbandonato l'area dello scontro. I vincitori sono Yuka e Yudai. Fatevi avanti.

    Quando infine i giovani si sarebbero finalmente avvicinati, Akado sarebbe tornato il pazzoide che era sembrato fin dall'inizio.

    Ben fatto, giovani guerrieri. Invero, avete mostrato grandi doti in questo campo di battaglia. Vi siete ersi al d sopra dei vostri pari e siete infine giunti qui, al mio cospetto, per ricevere la ricompensa che tanto meritate. Ebbene, scegliete! Conoscenza, o denaro? Quale delle due il vostro cuore brama di più?

    Non c'era altro da aggiungere. Quando avessero risposto, avrebbe dichiarato concluso il torneo. La gente se ne sarebbe andata e quella piccola parentesi sarebbe stata velocemente dimenticata. Certamente, però, le conseguenze di quegli scontri si sarebbero protratte a lungo nella mente dei partecipanti...

    Boh, ho scritto questa robetta in dieci minuti perchè mi pareva brutto chiudere senza un minimo di narrazione. Come ha detto Ans, non valeva la pena fare un arbitraggio: tanto, qualsiasi cosa succeda, Ans non va KO perchè l'Uomo di Legno para almeno 800 danni e anche se riuscivate a distruggerlo, Ans ha 1000 di resistenza, quindi sarebbe comunque svampato via :asd: Che lo faccia con qualche punto in meno non è un problema.

    Ovviamente, se avesse voluto continuare, avrei fatto tutti i calcoli del caso, ma non è questa la situazione :please:

    Allora, è stato un combattimento breve e intenso... ma soprattutto breve :asd: Non posso darvi troppi punti per questo, anche se ho apprezzato (?) i discorsi filosofici da voi.

    Any: 38 exp.
    Kerbe: 55 exp.
    Ans: 53 exp.

    Se volete spiegazioni, chiedetemi pure via MP. Ah, ovviamente i punti vanno raddoppiati, mi sembra ovvio.

    A meno che Kerbe non dica altrimenti, io mi prendo 10 exp e vi saluto. Alla prossima.

    Ps: Any, Kerbe. Potete fare un ultimo post conclusivo o fregarvene, a me onestamente non importa, questa roba è durata anche troppo. Potete prendere un Hijutsu, una qualsiasi tecnica normale oppure 4500 ryo in cash. A voi la scelta.


    Edited by Shapechanger - 4/4/2016, 21:28
     
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11 replies since 7/1/2016, 21:27   596 views
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