Passato Bruciato, Futuro Incerto

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  1. Shapechanger
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    Era notte fonda a Tetsu. Tutto sembrava normale. Il cielo era limpido, ci si gelava come al solito... niente di strano. Se non fosse stato per un volatile che, ferito, riuscì a trascinarsi verso le mura della città, vicino a un posto di guardia. Uno dei soldati li presenti lo notò e gli andò incontro. L'animale, un grosso falcone, atterrò esausto e ripiegò l'ala da cui colava sangue che, nella notte, sembrava nero. Riuscì comunque a muovere debolmente una zampa, facendo notare che aveva un messaggio. Il soldato prese il foglietto e lo aprì.

    Lesse per un paio di secondi, poi si voltò verso il palazzo del generale e si mise a correre.




    Più tardi, un messaggio sarebbe giunto a Chul-moo Lee.

    CITAZIONE
    Recati immediatamente al cospetto del Generale. E' richiesta la tua presenza. Gravi fatti sono accaduti questa notte.

    Il povero Chul-moo poteva solo immaginare quello che si stava abbattendo su di lui, anche se avrebbe potuto cominciare a sospettare che non si trattava di una banale convocazione, a giudicare dal messaggio estremamente sintetico. Forse era una missione importante. Forse c'era qualcosa che volevano comunicargli. L'unica cosa che poteva fare, però, era andare, e in fretta.

    Preferisco essere sintetico nell'inizio :asd:
    Ti avverto che questa missione non sarà solo picchia il cattivo yeah prendo big money, e che dovrai impegnarti per riuscire. Ma immagino che tu lo sappia, essendo una missione di avanzamento di grado.
    A te.
     
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  2. Kote
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    •Chapter I
    •Legenda Narrato
    *Pensato*
    - Parlato -


    Convocato direttamente dal Generale? La cosa certamente non prometteva nulla di buono, specialmente dalla spicciola missiva che, allo scorgere del sole, era stata recapitata direttamente ad i miei alloggi. Fortuna che mi ero svegliato di buon ora per sistemare casa altrimenti avrebbero dovuto svegliarmi con le cannonate.
    Ormai erano diversi giorni che non riuscivo a mettere piede per più qualche ora in casa per via dei vari impieghi che richiedevano la mia presenza sia ad i campi di addestramento che altrove, di conseguenza la mia abitazione era diventato un vero e proprio disastro. Sporcizia e disordine un pò ovunque, dispense completamente sotto sopra a causa dei veloci pasti che ero costretto a fare e vagonate di indumenti da lavare. A malapena avevo il tempo di dormire e riposarmi.
    Molti dei miei colleghi erano soliti farsi aiutare da personale di servizio, ma io no. Non era per un discorso di soldi in quanto divenuto Sergente non avevo più alcun problema dal punto di vista economico, ma perchè fin da piccolo ero stato educato nell'essere autosufficiente e responsabile delle mie cose. Non solo durante l'addestramento in accademia militare, lì è ovvio che dovevo essere io stesso ad occuparmi di tali faccende, ma anche nel periodo passato in compagnia dei due anziani e tutti gli orfanelli al centro nella periferia ovest del villaggio. Ayato e Kirin, i due anziani che ci accudivano, non erano in grado di occuparsi di ogni cosa vista la loro età così io e gli altri ragazzini gli aiutavamo volentieri. Del resto loro ci avevano dato un tetto sopra le nostre teste ed una famiglia in cui crescere, inoltre, per quanto mi riguarda, non mi dispiaceva affatto occuparmi di faccende come ad esempio la gestione della cucina: ad i fornelli ero un asso e sicuramente se non fossi diventato un Samurai avrei optato per la carriera di cuoco. Purtroppo non potendomici più dedicare come allora avevo finito per perderci un pò la mano.
    Ma non divaghiamo. Come stavo dicendo svegliatomi di buon ora, quando ancora il sole doveva fare capolino tra le alte vette innevate dei Tre Lupi, mi ero prefissato di sistemare casa. Finalmente ero riuscito a farmi dare un'intera mattina di permesso e se volevo sistemare tutto in tempo dovevo darmi da fare. Potrà sembrarvi strano passare il poco tempo libero che uno ha a disposizione a fare cose come faccende casalinghe, ma quando si passano giorni e giorni tra campi di addestramento e di battaglia non c'è cosa migliore che staccare tenendo impegnata testa e mani in cose come queste. Se avessi passato il tempo tra ozio e relax come invece facevano molti dei miei conoscenti sicuramente avrei finito per annoiarmi o ancora peggio perdermi nelle mie costanti preoccupazioni, invece così potevo staccare completamente la spina e distendere un pò i nervi. Peccato, però, che la cosa non mi venne concessa. Ormai non ero più un semplice soldato al servizio del paese, avevo responsabilità ed obblighi più importanti di cui tener conto e questo voleva dire essere costantemente reperibile per le questioni più urgenti.
    Ironico non trovate? Da soldato valevo meno di 0 e di conseguenza dovevo sempre essere pronto per mettermi a disposizione del villaggio o anche assecondare ogni capriccio dei miei superiori; qualunque fosse esso. Adesso che ero passato di rango dovevo lo stesso essere sempre reperibile per risolvere problematiche inerenti ad i soldati che mi erano stati affidati oppure per questioni importanti relative al villaggio. Non che mi dispiacesse dare una mano al paese ed ai suoi abitanti, anzi, ma onestamente speravo di acquisire un pò più di autonomia e flessibilità dalla rigida vita militare.

    *Chissà se continuerà sempre così...*

    Mi domandavo mentre, intento a dirigermi al palazzo centrale del paese dove risiedevano gli uffici del Generale, la mia mente era persa in pensieri relativi a come sarebbe potuto essere nell'ipotetico caso in cui avrei continuato a scalare la gerarchia militare. Sarei sempre stato un semplice militare nelle mani dei miei superiori? Solamente raggiungendo l'apice della gerarchia avrei avuto modo di acquisire un pò di indipendenza? Quand'è che finalmente avrei potuto smuovere un pò le cose nel verso che desideravo?

    [...]

    Giunto al primo piano del lussuoso edificio mi fermai dinnanzi alla porta incriminata. Le condizioni impeccabili in cui era tenuta la struttura facevano quasi ridicolizzare come io tenevo casa mia; tant'è che mi sentii quasi a disagio. Una volta salutate le guardie alla porta dell'ufficio del Generale mi presentai consegnando la modesta missiva che mi era stata recapitata al fine di avere l'accesso alla stanza ed ascoltare il perchè di questa urgente e misteriosa convocazione.



    •Updates

    - Chul-Moo -


    Stato Fisico: illeso
    Stato Psicologico: pensieroso

    Resistenza: 500/500
    Stamina: 100/100

    Azioni:
    -

    Bonus/Malus/Alterazioni:
    -

    NOTE: ///
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  3. Shapechanger
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    Solitamente il Generale di Tetsu non chiamava le persone per dargli missioni. Non era un politico, non gli interessavano queste faccende. Era un guerriero, un soldato. Ma questa particolare circostanza lo aveva spinto a parlare direttamente con un giovane Sergente.

    Immobile, Date Masamune attese fin quando il giovane non fu entrato. Lo fissò attraverso la maschera con un solo foro che indossava sempre. Non parlò subito. Rimase in silenzio abbastanza a lungo da far dubitare che avrebbe mai parlato.

    Sono un uomo di poche parole. Iniziò. Perciò questa conversazione non durerà molto. Abbiamo ricevuto questo messaggio.

    Fece cenno al giovane di avvicinarsi. Sulla scrivania, c'era un corto messaggio, scritto in fretta e furia. Era difficile persino leggere di preciso cosa ci fosse scritto. Le lettere sembravano tracciate con scatti veloci. Il messaggio era breve, anche considerato il piccolo foglio su cui era scritto. Diceva:
    CITAZIONE
    Sta arrivando. Ci ucciderà tutti. Aiutateci.

    La firma era illeggibile. Qualcosa che sembrava sangue rappreso aveva cancellato qualsiasi cosa ci fosse nella parte inferiore del messaggio.

    Il Generale attese che Chuu-mol leggesse tutto. Il ragazzo avrebbe voluto risposte. Le avrebbe avute, ma non gli sarebbero piaciute.

    Se te lo stai chiedendo, il sangue è del falcone che ha portato qui il messaggio. Qualcosa di affilato ha provato a tagliargli l'ala, ma l'ha preso di striscio. Purtroppo, questo significa che chiunque l'abbia attaccato era molto vicino al punto di partenza.

    Il Generale fece l'ennesima pausa. Impossibile dire se stesse valutando la reazione del suo Sergente oppure stesse cercando le parole. Forse entrambe le cose insieme.

    Il messaggio viene dal tuo vecchio orfanotrofio. Un esploratore ha già perlustrato l'area ed è tornato appena possibile. Qualcuno ha bruciato l'edificio. Non sembrano esserci sopravvissuti.

    Il Generale si alzò in piedi. Sei l'unico degli orfani che hanno intrapreso la strada del Samurai a non essere impegnato in una qualche missione. Perciò hai l'onore di essere TU a dover risolvere la faccenda. La lettera parla di qualcuno. Una persona che deve aver compiuto la strage. Trovalo. Catturalo se riesci. Uccidilo se non puoi. Ma non lasciare che questo crimine resti impunito.

    Di nuovo, forse per l'ultima volta. Una pausa. L'ultima frase.

    Non sappiamo chi sia costui. Non sappiamo perchè abbia fatto questo. Se riuscirai a trovare questo folle, avrai dato dimostrazione della tua competenza e al tuo ritorno, avrai la ricompensa che meriti. Adesso vai. Non fermarti finchè questo macellaio non sentirà il filo della tua lama sul suo collo.

    Con un gesto imperioso, il Generale gli indicò la porta. Un messaggio chiaro. Vai.

    Non so se sono riuscito a scrivere qualcosa di decente, ma dopo una giornata in fabbrica per qualche motivo la mia vena creativa non è al massimo :please: Ruola che arrivi fino al tuo ex-orfanotrofio ma non descrivere nulla. A quello ci penso io.
     
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  4. Kote
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    •Chapter II
    •Legenda Narrato
    *Pensato*
    - Parlato -


    Entrato nell'ufficio del Generale inutile dire quanto pesante e tesa fosse l'atmosfera. Immobile sulla sua sedia dietro alla grossa scrivania piena di documenti sparpagliati in modo disordinato vi era proprio lui: Date Masamune, detto Dokuganryū, in tutta la sua fatiscente persona. Grosso come un armadio a quattro ante e costantemente bardato con una pesante armatura che lo faceva sembra ancora più imponente ed aggressivo era decisamente arduo rimanere calmo e tranquillo dinnanzi a quello sguardo intimidatorio. Mascherato come sua consuetudine con quella minacciosa maschera a coprire le sue orripilanti cicatrici di guerra, almeno così dicono, era impossibile per me capire quali erano le sue intenzioni. Il silenzio che calò su di noi una volta che richiusa la porta mi presentai con il tipico saluto militare.

    - Chul-Moo Lee a rapporto signore! -

    Non faceva presagire nulla di buono. Iniziai addirittura a pensare che il motivo della chiamata potesse essere una qualche punizione verso di me, cosa che, viste le recenti guerriglie tra caste che si tenevano in tutto il paese, non era neanche tanto strano. Sempre più spesso samurai non appartenenti ad alcuna casta ufficiale, come il sottoscritto, erano soggetto di accuse riguardanti omicidi ed attentati in quanto in modo da ottenere una buona posizione all'interno del villaggio erano soliti prostrarsi a compiere atti del genere su commissione. Io non ero certamente uno di questi, mai mi sarei piegato a commettere certe barbarie, ma nei ranghi dei samurai di Tetsu era possibile trovare individui disposti a tutto pur di ottenere potere e favori per cui capitava che qualcuno venisse incastrato per calmare temporaneamente le acque.

    - Sono un uomo di poche parole. Perciò questa conversazione non durerà molto.
    Abbiamo ricevuto questo messaggio. -


    Espose di punto in bianco rompendo il silenzio. Quella sua voce roca e profonda udita solamente un paio di volte in manifestazioni pubbliche mentre mi trovavo in masse di persone aveva un che di inquietante. Mi faceva un effetto completamente diverso ascoltarlo parlare in un faccia a faccia come quello che stavamo avendo e non essendoci abituato dire che ero a disagio era dannatamente riduttivo. Facendomi forza, però, ed assecondando il suo gesto mi avvicinai alla scrivania osservando il piccolo pezzo di carta sgualcito e coperto di un denso liquido rosso. Sangue sicuramente.
    Leggendone il contenuto continuai ad ascoltare in silenzio il Generale che esponeva la faccenda. Più parlava più in un certo senso mi stavo tranquillizzando in quanto sembrava che il motivo della chiamata fosse l'assegnazione di un qualche incarico. Quale? Ancora non mi era dato saperlo ma almeno non si trattava di qualche faccenda spiacevole. O almeno questa era l'idea che mi ero fatto prima di udire queste precise parole.

    - Il messaggio viene dal tuo vecchio orfanotrofio. Un esploratore ha già perlustrato l'area ed è tornato appena possibile. Qualcuno ha bruciato l'edificio. Non sembrano esserci sopravvissuti. -

    Improvvisamente ebbi un colpo al cuore. Alzandosi di scatto e con fare autoritario Date continuò ad esporre il motivo per cui aveva mandato a chiamare proprio me, quei pochi dettagli che avevamo a disposizione sull'accaduto e quale era il mio compito. Le sue parole dure e decise si stavano stampando a caratteri cubitali dentro la mia testa, anche se parte della mia attenzione si era fissata su quella terribile e spiacevole frase.

    *Non sembrano esserci sopravvissuti...*

    Che ripetevo dentro di me in maniera quasi ipnotica cercando di mascherare lo sconforto che quelle parole mi facevano provare. Mai da quando ero diventato un Samurai mi ero preoccupato di una cosa del genere, anche perchè trattandosi di una piccola struttura nella periferia del villaggio sotto la protezione del governo stesso non pensavo che potesse divenire il bersaglio di certi attentati. Ne preziosi ne persone di rilevanza era possibile trovare in quel posto di conseguenza perchè mai qualcuno doveva interessarsi ad esso?
    Rimanendo con la testa china e lo sguardo fisso sulla lettera insanguinata non replicai in nessun modo alle ultime parole del Generale che concludendo con un gesto imperioso e plateale mi indicò la porta alle mie spalle ordinandomi di andarmene.
    Proprio come lui aveva fatto poc'anzi rimasi in silenzio per una decina di secondi prima di reagire. Ancora stavo mettendo a fuoco l'idea che l'orfanotrofio fosse stato raso al suolo e la mia famiglia uccisa. Dieci dannatissimi ed interminabili secondi che a me parsero ore.

    - Signorsì signore! -

    Mi limitai a rispondere con tono fermo alzando lo sguardo e tornando in me. Nonostante la cosa mi avesse sconvolto non poco quello che il Generale aveva detto riguardo l'orfanotrofio erano solo supposizioni. Conoscevo bene Ayato e Kirin e sapevo che nonostante l'età erano due persone dotate di grande caparbietà; oltre che ad una pellaccia dura. Dentro di me confidavo che fossero ancora vivi, così come anche tutti gli altri, tuttavia parte del mio animo continuava ad immaginarseli bruciati vivi tra le macerie dell'edificio. D'altronde pensare al peggio era parte del mio incasinato e maledetto carattere.
    Così, senza perdere altro tempo, mi congedai in fretta e furia dall'ufficio del Generale e lasciato il palazzo mi incamminai più velocemente che potevo in direzione del luogo del crimine. Avevo con me unicamente le mie due Katane ed una porzione di Sakè nel borsello legato alla cintura. Senza contare pesi e sandali che mai mi levavo di dosso.
    Non mi aspettavo che la convocazione fosse relativa all'assegnazione di un qualche incarico, per questo non avevo appresso tutte le mie armi e protezioni. Adesso che però la vita di numerose persone a me care era in pericolo l'idea di passare da casa per recuperarlo non mi passò neanche per la testa. L'unica cosa che volevo fare era vedere con i miei occhi cosa diavolo era successo nel luogo in cui ero stato cresciuto ed educato. Nell'unico luogo in tutto il paese dove risiedevano i miei familiari e potevo veramente chiamare casa.



    •Updates

    - Chul-Moo -


    Stato Fisico: illeso
    Stato Psicologico: seriamente preoccupato

    Resistenza: 500/500
    Stamina: 100/100

    Azioni:
    -

    Bonus/Malus/Alterazioni:
    -

    NOTE: ///
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  5. Shapechanger
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    Corse, corse il giovane samurai, sperando di arrivare in tempo per salvare i suoi cari. Corse... invano.

    Non appena giunse in vista del suo vecchio orfanotrofio, potè vedere come l'incendio non era stato così distruttivo. Le pareti erano annerite e mancavano pezzi del tetto, ma la struttura era ancora in piedi. C'era la speranza che ci fossero sopravvissuti. Quella speranza sarebbe presto stata distrutta.

    L'interno era quasi normale. A parte qualche mobile bruciato e la puzza di fumo in generale, sembrava essere tutto a posto. Ovviamente, questo se si escludeva i cadaveri.
    I bambini sembravano quasi dormire. Non c'era traccia di violenza sui loro corpi. Niente ferite, niente lividi. Sembravano assolutamente normali. Ma avevano tutti gli occhi aperti a fissare il nulla. Impossibile dire cosa li avesse uccisi così, senza lasciare traccia. Molti sembravano essere stati spostati lontano dal fuoco, in modo che questi non potesse toccarli, neanche da morti.

    Discorso diverso per i due anziani che gestivano l'orfanotrofio. Loro erano stati fatti a pezzi in modo brutale e i loro corpi dati in pasto alle fiamme. Erano riconoscibili solo perchè erano gli unici due adulti nell'edificio. Chiunque fosse stato, sembrava aver avuto riguardo per i bambini, ma aveva ucciso senza pietà gli adulti. Perchè? Qual'era il suo scopo?

    Gli indizi sembravano suggerire che il pazzo avesse prima ucciso gli abitanti e poi dato fuoco all'edificio, ma spostando i corpi dei bambini in modo che non venissero coinvolti. Aveva usato un qualche tipo di combustibile che però non aveva attecchito sul legno della casa. Un Jutsu Katon? Impossibile dirlo con sicurezza. E il fuoco, anche se si era estinto in fretta, sembrava aver cancellato ogni traccia del passaggio dell'estraneo. Era un comportamento estremamente freddo e calcolatore, che sembrava discostarsi dalle azioni violente dell'uomo. Forse era il segno di una follia lucida e attenta, una deviazione mentale estremamente pericolosa perchè lasciava inalterate le capacità mentali del soggetto. Un avversario pericolo e imprevedibile, almeno all'apparenza.

    Ma se il samurai avesse cercato a fondo, muovendo qualsiasi cosa che sembrasse fuori posto, avrebbe potuto trovare un indizio sul suo nemico. Tra le mani di uno dei proprietari, accartocciato, avrebbe trovato un pezzo di carta. Dentro, scritto con quello che pareva essere carbone, c'era una parola.

    Schiavisti.

    E sotto, scritta con quello che invece era indubbiamente sangue secco, c'era scritto "Ad est".

    L'ultimo messaggio prima di lasciare questo mondo. Un'indicazione. Ma cosa avrebbe trovato seguendola?

    Scusa il ritardo, il lavoro uccide la mia voglia di postare :asd:
     
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  6. Kote
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    •Chapter III
    •Legenda Narrato
    *Pensato*
    - Parlato -


    - Ehi stai attento! Bah, che modi... -

    Corsi con talmente tanta foga in direzione dell'orfanotrofio che neanche mi curavo delle persone che incontravo per strada e travolgevo con la mia persona. Con la speranza di riuscire a trovare anima viva all'interno della struttura devastata dalle fiamme non facevo per niente attenzione a cosa accadeva intorno a me, sembravo proprio uno di quei cavalli da corsa drogati con tanto di paraocchi che hanno come unico scopo nella vita correre come se non ci fosse un domani. Neanche mi ero accorto del freddo pungente che scendeva dalle montane e dei pesanti nuvoloni grigi che pericolosamente si stavano avvicinando al villaggio e con la loro nube carica di pioggia e fulmini poco a poco oscuravano il sole preannunciando un brutto temporale.
    Non appena giunsi a destinazione un piccolo barlume di speranza si accese in me. Stando alle informazioni che il Generale mi aveva dato l'edificio era stato bruciato ma adesso che avevo modo di vederlo con i miei occhi l'incendio non sembrava averlo rovinato poi così tanto. Forse qualcuno poteva essersi rintanato da qualche parte sopravvivendo, ma non appena misi piede nell'orfanotrofio dovetti fare i conti con la dura e cruda realtà: l'unico essere vivente presente ero io.
    A differenza di quanto si potesse immaginare gli interni erano ancor meno danneggiati dal fuoco rispetto agli esterni, tuttavia un pesante puzzo di fumo mi investiva le narici rendendo nauseante l'atmosfera e focalizzandomi sul mio udito non percepivo altro che crepitii e cigolii derivanti dai danni che l'edificio aveva subito. Ne un battito cardiaco, un fievole respiro o un misero lamento potevo udire: intorno a me c'era solamente morte.
    A rendere il tutto ancora più incomprensibile era l'inspiegabile stato dei bambini riversati sul pavimento. Sui loro corpi non c'era traccia di violenza, percossa o che altro, neanche le fiamme avevano intaccato i loro piccoli corpicini. Distesi in posizione supina sul rovinato parquet avevano gli occhi aperti e sembravano quasi che stessero dormendo o fossero in trance. Avvicinandomi ad uno di essi non sembrava neanche emanare il solito tanfo di cadavere, ma per quanto mi sforzassi non udivo segnali vitali. Per non parlare che sembravano essere stati spostati in punti precisi delle stanze in modo che l'incendio non potesse bruciarli.
    Sempre più addolorato e sconvolto dal raccapricciante spettacolo che qualche pazzo aveva messo in atto una miriade di pensieri contrastanti stavano invadendo la mia testa. Perchè qualcuno aveva fatto tutto ciò? Chi era e cosa voleva ottenere facendo questo? Non sembrava il tipico attacco di qualche bandito o pazzo assetato di sangue in quanto le particolari condizioni dei bambini e dell'edificio non facevano pensare a qualcuno del genere. Sembrava quasi un attacco premeditato avente non come unico scopo il distruggere ed uccidere, ma per quanto mi sforzassi non riuscivo a comprenderne il significato nascosto. O almeno fino a quando non incontrai i corpi carbonizzati dei due anziani. O meglio, quel che ne rimaneva.

    - Ayato... Kirin... -

    Dinnanzi alla disgustosa immagine dei loro corpi fatti brutalmente a pezzi e sventrati, quasi interamente bruciati dalle fiamme dell'incendio, immersi in una pozza di putrido sangue ormai secco ma comunque dall'odore decisamente sgradevole le mie gambe non riuscirono più a sorreggermi. Cadendo di schianto con i ginocchi sul pavimento non mi accorsi neanche della fitta che ne procurò il cozzare con un pezzo di parquet dissestato. Levandomi gli occhiali da sole e gettandoli a terra non riuscii a fermare le lacrime che copiose cadevano dai miei occhi rigandomi le guance. Senza emettere alcun lamento o grido di dolore me ne stavo lì, in silenzio a piangere la perdita delle persone a me più care. Coloro che anche se non lo erano state veramente amavo come è possibile amare dei genitori.
    Rimasi in quello stato per qualche minuto, quando poi, ripreso un pò di controllo, tornai con i piedi per terra. Adesso il mio desiderio di fare luce sulla questione era ancora più intenso di prima ed anche se continuavo a non capirci nulla dovevo riuscire a trovare colui che aveva fatto questo. Non era più il mio dovere di samurai a muovere le mie azioni, il codice Bushidō o il fatto che fosse stato il Generale in persona ad ordinarmelo, anche se non volevo ammetterlo ciò che mi spingeva a rialzarmi ed ignorare il dolore relativo alla mia perdita in modo da iniziare a perlustrare attentamente il luogo in cerca di indizi non era altro che sete di vendetta.

    *Trovalo... catturalo se riesci ... uccidilo se non puoi, ma non lasciare che questo crimine resti impunito... non fermarti finchè questo macellaio non sentirà il filo della tua lama sul suo collo...*

    Con in testa il ricordo delle dure parole che Masamune mi aveva detto nel suo ufficio finalmente trovai qualcosa che poteva aiutarmi nel rintracciare il carnefice dei due anziani: nella mano destra mezza carbonizzata di Kirin era racchiuso un piccolo pezzetto di carta contenente le parole "Schiavisti ad Est".
    Con solamente quella piccola ed indicativa informazione non ci pensai su due volte e mettendo il foglietto in una tasca del mio Hakama uscii dall'edificio dirigendomi per l'appunto ad est; esattamente nella direzione opposta in cui si trovava il centro del villaggio. Non importa quanto avrei dovuto setacciare prima di trovare qualcosa, non mi sarei fermato fino a quando non avrei vendicato i miei cari.

    *...non fermarti finchè questo macellaio non sentirà il filo della tua lama sul suo collo...*



    Strano vero? Io che mi lascio corrompere così facilmente da uno degli istinti più primitivi dell'essere umano e vado incontro a quello che mi è sempre stato insegnato. Ho sempre disprezzato la violenza e cercato di non togliere mai la vita al prossimo; anche nelle situazioni più disparate. Però è anche vero che sono pur sempre un essere umano e si sa che l'uomo è volubile e violento di natura. E' stato sempre il mio autocontrollo a permettermi di comportarmi seguendo il Bushidō, ma adesso che il mio cuore mi diceva di mettere da parte misericordia, onore, compassione e gentilezza per la prima volta nella mia vita sentivo il bisogno, la necessità ed il dovere porre fine ad una vita fregandomene delle conseguenze.


    •Updates

    - Chul-Moo -


    Stato Fisico: illeso
    Stato Psicologico: assetato di vendetta
    Resistenza: 500/500
    Stamina: 100/100

    Azioni:
    -

    Bonus/Malus/Alterazioni:
    -

    NOTE: Anche a me il lavoro fa questo effetto purtroppo :palm:
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    Edited by Kote - 8/2/2016, 09:32
     
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  7. Shapechanger
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    Ad Est. Non molto come indicazione. In effetti, Est era una direzione totalmente inutile, se stavi cercando qualcuno. Quanto Est? Nord-est? Sud-Est? Una delle infinite variazioni di Est era altrettanto valida. Per fortuna di Chul-Moo, pareva che questo particolare assassino, nella sua follia lucida, ma pur sempre follia, volesse lasciarsi trovare. O quantomeno, non si facesse troppi problemi a lasciare tracce nel territorio di Tetsu. Non aveva nevicato dopo l'attacco all'orfanotrofio quindi, nella neve fresca, spiccavano vistosamente delle impronte. Tracce del passaggio di qualcuno che si era allontanato dal luogo del massacro, con una relativa calma. Follia, come detto in precedenza.

    Con la testa piena di oscuri propositi di vendetta, il giovane Samurai partì all'inseguimento. La pista non poteva essere più vecchia di qualche ora, se si sbrigava poteva sicuramente raggiungere il suo bersaglio. Sempre che costui non preparasse delle sorprese lungo la strada. Come, purtroppo, aveva fatto.

    Era in viaggio da circa dieci minuti quando improvvisamente, camminando, spaventò una lepre delle nevi, un animale notoriamente timido e pauroso. La creatura aveva solo due modi per evitare di essere divorata dai numerosi predatori delle montagne: mimetizzarsi nella neve grazie al suo manto candido, oppure fuggire a a gambe levate. Chul-Moo, passando a un metro dalla lepre, aveva fatto erroneamente credere alla suddetta di essere stata individuata, e quindi il batuffoloso codardo si era dato precipitosamente alla fuga. Purtroppo per lui, era meglio se non si fosse mosso. Fuggendo, per sbaglio la lepre incrociò il sentiero dove era passato l'assassino.

    Ci fu un boato, un nuvola di fumo nero e un'onda d'urto. Neve mista a cenere e ai resti della povera lepre volò da tutte le parti mentre un'area quadrata di circa quattro metri di lato esplose, lasciando un grosso cratere fumante. O meglio, quattro crateri che si fondevano in uno solo, come una rapida ispezione avrebbe confermato. A quanto pareva, il nostro inseguito aveva lasciato una sorpresina per eventuali inseguitori. Una trappola semplice, formata da sole quattro carte-bomba, ma non di meno un serio problema. Una di quelle trappole era una cosa, ma se tutto il sentiero ne era tappezzato, allora diventava difficile riuscire a procedere... almeno, non senza subire sempre più ferite. Cosa che avrebbe avvantaggiato il criminale.

    Chul-Moo avrebbe fatto meglio a essere cauto nella sua avanzata, o sarebbe stato in grave pericolo. Chi poteva sapere quali tranelli avesse predisposto il nemico lungo il suo percorso?

    Avevo una mezza idea di farti esplodere la trappola in faccia, ma non sarebbe stato corretto :asd:
    Allora, è molto semplice. Ogni post, tirerò un d100. Sopra a un certo valore, non succederà nulla. Sotto ad un certo valore, scatterà una trappola di qualche tipo (determinata da un tiro di dado), contro cui dovrai difenderti esattamente come se fosse un'attacco nemico. Le trappole hanno una riuscita più o meno paragonabile alla tua, quindi cerca di usare bene le tue risorse, perchè oltre a evitarle devi pure riuscire ad arrivare dal tuo avversario senza essere troppo stanco. Non ti servirà a nulla evitare le trappole e arrivare lì con 50 di Resistenza :asd:
    Ovviamente puoi non solo schivare la trappola fisicamente, ma anche evitarla in toto se usi la strategia giusta, quindi sii creativo e trova modi di fregarmi.

    Se riuscirai a non trovare trappole per due volte, avrai saltato il campo minato e sarai quasi arrivato dal nemico. Quindi se avrai culo non ti farai assolutamente nulla. Non voglio che la missione duri un'eternità, quindi non sarò stronzo con la probabilità (non è che avrai solo il 10% di possibilità di non trovare trappole :asd:).

    Buona fortuna :please:
     
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  8. Kote
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    •Chapter IV
    •Legenda Narrato
    *Pensato*
    - Parlato -


    Non curante delle mie azioni mi ero diretto ad Est senza in testa ne una meta ne un percorso preciso da seguire. Con le ridicole informazioni in mio possesso l'unico modo per trovare una qualche pista era cercare di individuare traccie sospette nell'ambiente circostante e, fuori da ogni previsione, non ci volse molto prima di scovarne alcune.
    Le condizioni metereologiche sembravano farsi sempre più preoccupanti, ma per mia fortuna fino ad ora ne un chicco di grandine ne una goccia di pioggia o un fiocco di neve erano caduti dal cielo rendendo possibile notare varie impronte sulla soffice e candida neve che ricopriva l'umida terra nei dintorni dell'orfanotrofio. Impronte piuttosto fresche che dalla conformazione potevano essere attribuite a niente di meno che un essere umano. Individuo alquanto sconsiderato in quanto non pareva neanche aver provato a mascherare il suo passaggio. In effetti questa coincidenza poteva anche puzzare di trappola, ma come detto in precedenza accecato dal mio desiderio di vendetta non prestai attenzione a questi futili dettagli e come un segugio a caccia della sua preda iniziai ad avanzare a testa bassa per giungere il più in fretta possibile dall'artefice di quelle impronte.
    Con gli occhi puntati sul terreno e le orecchie dritte in modo da captare ogni piccolo rumore sospetto intorno a me ormai erano almeno una decina di minuti che senza sosta stavo seguendo quelle orme quando qualcosa di improvviso si mise sul mio cammino. Riconoscendolo come un semplice animale selvatico che impaurito dalla mia presenza se la stava svignando non gli diedi molto peso ma quando questi mi tagliò la strada ecco che qualcosa di veramente inaspettato mi costrinse a fermarmi e mettermi in guardia. Una violenta esplosione preceduta da un fragoroso boato svelò quella che, ad una più accurata analisi, era sicuramente una trappola esplosiva.
    Terra, neve e quello che rimaneva del piccolo animale innocente venne sparso un pò ovunque, finendo anche sui miei vestiti ed in volto se non che istintivamente mi coprii il viso con gli arti superiori impedendo che i brandelli della lepre mi sporcassero la faccia.
    Scosse le braccia in modo da liberarmi da quella robaccia mi avvicinai cautamente al cratere fumante ed accovacciatomi iniziai ad osservarlo così da cercare di capire cosa era successo: non appena il fumo si diradò un poco potei notare che esso era costituito da ben 4 di dimensioni più contenute, andando a formare un quadrato di quattro metri per quattro. Una vera e propria trappola esplosiva piazzata con cura e precisione che sicuramente aveva come scopo quello di far saltare per aria chiunque stesse seguendo quelle traccie. Troppe erano le coincidenze in quel susseguirsi di eventi...

    *Quel merdoso figlio di buona donna... così coloro o colui che ha fatto tutto quello ad i miei famigliari adesso vuole anche prendermi per il culo?*

    Pensai sempre più infuriato e desideroso di avere per le mani il suo collo che stringendo la mano destra a pugno menai un violento cazzotto contro il terreno bruciacchiato. Rialzatomi continuai a rigare dritto seguendo le traccie sul sentiero in mezzo alla fitta foresta, ma mantenendo un passo più contenuto e cauto.
    Osservando attentamente la neve che ricopriva il terreno avrei cercato di notare ogni piccola imperfezione per provare a capire se fosse stata smossa per piazzare qualche esplosivo e quindi cercare di evitare di finire in una di quelle trappole che quell'animaletto aveva innescato.
    Era anche probabile che quel folle che aveva architettato tutto questo si fosse dilettato nel piazzare trappole di vario genere, di conseguenza parte della mia attenzione era focalizzata anche nel percepire ogni singolo rumore intorno a me mediante il mio fine udito. Nulla doveva essere lasciato al caso date le circostanze; d'altronde mi stavo addentrando in quello che poteva essere tranquillamente il "territorio nemico".


    •Updates

    - Chul-Moo -


    Stato Fisico: illeso
    Stato Psicologico: in allerta, spazientito
    Resistenza: 500/500
    Stamina: 100/100

    Azioni:
    -

    Bonus/Malus/Alterazioni:
    -

    NOTE: La vedo brutta :palm: non sono uno molto fortunato con i dadi :(
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  9. Shapechanger
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    Chul-Moo era stato salvato dall'intervento di una lepre delle nevi, che gli aveva svelato la trappola nemica prima che fosse troppo tardi. Il resto del sentiero, purtroppo, poteva essere similmente pieno di tranelli, quindi il giovane, che non poteva vedere la pista nella sua interezza, decise di avanzare lentamente tenendo d'occhio la pista e i dintorni, nella speranza di riuscire a individuare e evitare le trappole prima che lo prendessero.

    Mentre avanzava lungo il sentiero scavato dal passaggio del folle psicotico che aveva distrutta la sua casa, Chull-Moo venne inondato dai diversi rumori che permevano il luogo, che a un orecchio meno attento poteva sembrare assolutamente silenzioso: il rumore del vento sugli alberi carichi di neve, lo scricchiolio dei rami appesantiti... e, poco più avanti sulla sua strada, un rumore insolito, come se qualcosa gocciolasse.

    Se Chul-Moo si fosse fermato ad ascoltare, avrebbe potuto cogliere altri dettagli: come per esempio che, a giudicare dal rumore, qualcosa stava gocciolando da almeno tre o quattro metri di altezza, in un punto in cui sembra non esserci nulla se non la pista dell'assassino. Un'esame più approfondito avrebbe rivelato una semplice, ma non per questo meno letale, trappola a spuntoni, probabilmente ricavata tramite l'Arte della Terra. Infatti, dopo un sottile strato di terriccio, si apriva un buco innaturalmente squadrato sul cui fondo si stagliavano delle appuntite lance di pietra. Una trappola subdola creata con maestria, se non fosse che con l'aumento della temperatura dovuto all'avanzare della giornata, gli strati più profondi della neve si erano sciolti ed erano colati attraverso il terriccio, formando gocce che, cadendo, ne potevano causarne la scoperta se l'inseguitore disponeva di sensi superiori.

    A quanto pareva l'inseguito andava di fretta, nonostante sembrasse procedere a passo calmo. Aveva creato prima una trappola esplosiva, e adesso questa semplice fossa, utilizzando le arti magiche, ma anche senza preoccuparsi di nasconderle troppo bene. Evidentemente, non voleva che lo seguissero, ma allora perchè lasciare tracce così evidenti? Forse il suo scopo era anche uccidere gli inseguitori, ma perchè? Cosa lo spingeva a tanto?

    Chul-Moo probabilmente non si sarebbe fatto queste domande: voleva solo trovarlo e ucciderlo per vendicare i due anziani. Ma avrebbe fatto meglio a continuare ad essere cauto, altrimenti sarebbe incappato in altre trappole che il criminale aveva indubbiamente lasciato sul percorso. Tuttavia, gli sembrava che le tracce si facessero man mano più fresche. Forse si stava avvicinando.

    Ho tirato 26, che casualmente è esattamente il risultato minimo per NON trovare trappole :please:
    Comunque diciamo che non mi sono espresso benissimo prima: non è che non trovi trappole, anzi, le trovi e devi evitarle, altrimenti questa missione diventa pallosa. Se avessi tirato più basso la trappola sarebbe scattata perchè non saresti riuscito a individuarla in tempo.

    Quindi adesso devi capire di che trappola si tratta ed evitarla. Se non la eviti, scatta e ti infligge danni.
     
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  10. Kote
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    •Chapter V
    •Legenda Narrato
    *Pensato*
    - Parlato -


    Evidentemente il tizio che stavo seguendo non era così deciso a farsi raggiungere facilmente dato che non molto dopo che oltrepassai la trappola esplosiva ecco che i miei sensi super sviluppati mi avvisarono di qualcosa di strano. Fermatomi ad osservare l'ambiente circostante non notai nulla di insolito: la rinsecchita vegetazione smossa dal vento non sembrava avere alcuna traccia sospetta e neanche la neve che ricopriva il sentiero difronte a me. Tutto sembrava dannatamente normale eppure a circa 6-7 metri dalla mia posizione percepivo un piccolo tintinnio. Un gocciolio per l'esattezza. Alzando lo sguardo al cielo cercai di capire se i miei orecchi stavano iniziando a darmi qualche scherzo, eppure nonostante i brutti nuvoloni sopra la mia testa di precipitazioni non c'era neanche l'ombra.
    Riportando lo sguardo sul sentiero iniziai a grattarmi il capo con la mano destra cercando di capire che cosa significasse quel gocciolio. A giudicare dagli intervalli di tempo da uno e l'altro sembrava quasi che sotto il terreno ci fosse una qualche rientranza, una sorta di tunnel o fossa, e questo per l'appunto poteva spiegare il motivo del gocciolio: dell'acqua si staccava dalla parte superiore della rientranza andando a colpire quella inferiore.
    La cosa però sembrava un pò strana ed a quel punto decisi che la maniera più rapida per cercare di fare chiarezza era usare le maniere forti.
    Qual'è il miglior metodo per scovare una trappola? Innescarla ovviamente, ecco perchè facendo forza sui miei arti inferiori flessi le ginocchia compiendo un piccolo balzo verso l'alto ed eseguendo una capriola a mezz'aria allungai la gamba destra menando un semplice, quanto tremendo, colpo di tallone verso il suolo.
    Sacro Colpo di Tallone, così si chiamava il jutsu che usai per creare un pò di casino intorno a me: la potenza del colpo scaricata interamente sul suolo provocò spaccamenti del terreno nel raggio di una decina di metri dalla mia posizione, rivelando quella che a quanto pare si trattava proprio di una trappola nascosta sotto un sottile strato di terra ricoperto di neve. Una grossa fossa profonda diversi metri con in fondo una quantità spropositata di piloni di roccia acuminate come punte di lance.
    Una banalissima buca che però poteva risultare altamente letale se non scoperta in tempo.
    Osservandola per qualche secondo sporgendomi un poco da un bordo mi resi conto che una cosa del genere non poteva essere stata fatta in poco tempo. Era fin troppo rifinita e di conseguenza o era stata preparata diverso tempo prima oppure il suo creatore doveva destreggiarsi nelle arti magiche elementali.

    *Ah, abbiamo un utilizzatore del Doton, eh? Maremma maiala cane...*

    Pensai sempre più incazzato ed irritato dandomi uno slancio ed oltrepassando la trappola con un singolo balzo.
    Forse era eccessivo saltare subito alla conclusione che colui che stavo seguendo sapeva usare le arti magiche, ma qualcosa mi diceva che quel tale non era uno così dedito alla sua causa da mettersi lì con vanga e piccone a fare una trappola del genere a mani nude.
    Anzi, adesso forse poteva esserci anche un senso se i ragazzini trovai nell'orfanotrofio erano in quelle insolite condizioni: se il loro carnefice sapeva usare le arti magiche allora poteva averli soggiogati con una di queste, oppure usando addirittura le arti illusorie.
    Rimane il fatto però che questo pensiero mi balenò in testa solamente per qualche istante, non distogliendomi dal seguire le traccie, sempre più fresche, del mio obiettivo e nel cercare di scovare altre possibili trappole.
    Fasciarsi subito la testa facendosi un'idea delle capacità del tizio che stavo inseguendo basandomi solo su congetture prive di sostanza non serviva a niente, anzi, sarebbe servito solamente a sviare la mia mente dal compito assegnatomi creandomi seghe mentali non necessarie.


    •Updates

    - Chul-Moo -


    Stato Fisico: illeso
    Stato Psicologico: in allerta, spazientito
    Resistenza: 500-10=490/500
    Stamina: 100/100

    Azioni:
    - Sacro Colpo di Tallone (-10 Rst)

    Bonus/Malus/Alterazioni:
    -

    NOTE: Scusa per il post scarno e se ci sto mettendo un'eternità a postare ma senza un pò di azione non mi sento ispirato :asd:
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  11. Shapechanger
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    Chul-Moo superò agilmente la trappola, notando nel contempo le ottime abilità nelle arti magiche dell'inseguito. Quello che non stava considerando, tuttavia, era quanto chakra l'inseguito aveva dovuto sfruttare per creare quella semplice trappola. Considerando che era passato da poche ore e che poteva anche aver usato le sue arti magiche contro l'orfanotrofio, poteva non essere al massimo della forma, anzi, poteva proprio essere allo stremo. Ma simili assunzioni potevano anche portare al disastro. Forse era meglio non fare congetture del genere.

    Chul-Moo continuò ad avanzare. Probabilmente c'erano altre trappole nascoste in giro e quindi era all'erta, pronto a scoprire qualsiasi indizio che poteva portarlo a individuare un pericolo in anticipo.

    Questa volta, a salvarlo, non furono le sue orecchie, ma proprio la sua cautela e, a dirla tutta, pure un pizzico di fortuna. Mentre avanzava, infatti, un raggio di sole riuscì a sfuggire per un istante alla coltre di nuvole, illuminando per un istante il sentiero. Insieme a un sottile filo metallico teso proprio sulla sua strada. In condizioni normali, con il cielo grigio che smorzava tutti i colori e la neve candida, sarebbe stato praticamente impossibile vederlo. Ma con il sole che aveva fornito un insperato aiuto, adesso il cavo era ben visibile.

    La luce durò pochi istanti. Subito dopo, il mondo tornò grigio, ma il danno era ormai fatto. Il filo metallico era stato individuato. La trappola, un sistema complesso considerato il tempo in cui era stato costruito, avrebbe lanciato shuriken e kunai da diverse direzioni, lasciando a eventuali inseguitori poco spazio di manovra. Ma la trappola, una volta scoperta, era inutile, e Chul-Moo poteva facilmente evitarla. Purtroppo, eravamo solo agli inizi.

    Il percorso del fuggitivo finora abbastanza lineare per quanto concesso dalla vegetazione e dal terreno, fece una brusca svolta, infilandosi in quella che pareva una caverna naturale. Un vicolo cieco? Il criminale si era volutamente ficcato in una trappola? Forse, oppure stava preparando un'altra trappola. Era estremamente possibile. Avrebbe fatto meglio a stare in guardia.

    La caverna non pareva niente di strano. Continuava per un po' nell'oscurità, ma lentamente la struttura cambiò, fino a mostrare la sua vera natura. Grossi cristalli blu uscivano dalla pareti illuminando i dintorni, permettendo di muoversi nella caverna usando la vista. Non sembrava esserci nulla di particolare in quella caverna, e le tracce dell'assassino erano diventate improvvisamente molto più difficili da seguire, a causa del pavimento roccioso.

    Nessun problema. Una voce cominciò a risuonare nella caverna. Ah, hanno mandato un cagnolino a darmi la caccia. Pensi di potermi prendere, cagnolino?

    La voce pareva provenire da dovunque e da nessun luogo. Aleggiava nella caverna come un fantasma, inafferrabile. Nessuna indicazione che potesse indicare dove iniziare a cercare.

    Vediamo se te la cavi contro altri cagnolini.

    Fu tutto l'avviso che ricevette. Improvvisamente, dalla parete cominciarono a delinearsi figure rocciose vagamente umanoidi. Composto in parte di roccia e in parte di quegli stessi cristalli blu, si staccarono dalle pareti e cominciarono ad avvicinarsi a Chul-Moo. Sembravano lenti, ma erano molti e sembravano, se non forti, quantomeno terribilmente resistenti. Cosa avrebbe fatto Chul-Moo?

    Anche il mio post è scarno ma sono distrutto. Evita la trappola e comincia a menare questi stronzi.
     
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  12. Kote
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    •Chapter VI
    •Legenda Narrato
    *Pensato*
    - Parlato -


    Continuando ad avanzare l'ambiente sembrava incominciare a cambiare facendosi un poco più roccioso, ma ancor prima che il sentiero innevato in mezzo alla fitta vegetazione potesse scomparire ecco che l'ennesima trappola fece la sua comparsa.
    A questo giro ad aiutarmi a scovarla non furono le mie doti sensoriali, ma un piccolo colpo di fortuna. Per l'esattezza un piccolo raggio di sole che facendo capolino tra le scure nubi che oscuravano il cielo permise al sottile filo metallico che rasentando la neve a copertura del suolo era lì tranquillo tranquillo ad aspettare che qualcuno lo calpestasse di riflettere in modo da attirare la mia attenzione.

    *Prima quella fossa ed adesso una cazzata del genere?!*

    Pensai sempre più infastidito dalle trappole che si presentavano sul mio cammino ignorando però che quella "cazzata" avrebbe sicuramente potuto farmi parecchio male se qualcuno da lassù non ebbe la cortezza di aiutarmi un pò. Come detto e ridetto non ero pienamente in me.
    Iniziando ad accelerare il passo ecco che, dopo una brusca svolta a destra, quello che mi si parò davanti fu una grossa e lugubre caverna.
    La cosa non presagiva niente di buono e considerando che là dentro non era possibile riuscire a rintracciare facilmente le orme del passaggio di qualcuno l'idea di addentrarmici dentro non è che fosse così tanto piacevole. Questo però a cose normali in quanto nello stato attuale non ci pensai neanche un secondo a mettervi piede. Il mio obiettivo si faceva sempre più vicino e se per raggiungerlo dovevo addentrarmi in un'ignota caverna allora così avrei fatto.
    La pesante oscurità accompagnata dalla fastidiosa umidità che permeava il luogo rendeva altamente difficile orientarsi, anche per uno dotato di un'udito parecchio sviluppato come il mio. Ogni minimo rumore sembrava riecheggiare in ogni dove ed il freddo pungente derivante dall'alta concentrazione di acqua e ghiaccio sparso un pò ovunque di certo non aiutavano a mantenere alta la concentrazione. Non curante delle difficoltà, però, continuai la mia avanzata fino a quando un cambiamento inaspettato del luogo iniziò a volgere a mio favore: le pareti della caverna poco a poco si facevano sempre più ricoperte da una strana pietra dal colore bluastro in grado di produrre in maniera autonoma luce. Luca che permetteva benissimo di orientarsi in quel luogo alquanto sinistro.
    Il corridoio della caverna largo 3-4 metri ed alto appena un paio improvvisamente mi portò all'interno di una specie di stanza scavata nella roccia dalla forma ovale. Difficile dire esattamente le sue dimensioni vista l'irregolarità della struttura, ma di certo permetteva una mobilità molto più comoda rispetto al corridoio che portava verso l'esterno.
    Ancor prima, però, che potessi iniziare a guardarmi intorno per capire da che parte andare ecco che una voce ignota attirò la mia attenzione.

    - Ah, hanno mandato un cagnolino a darmi la caccia. Pensi di potermi prendere, cagnolino? -

    Balzando sull'attenti capii subito che doveva trattarsi dell'individuo che stavo cercando. Purtroppo a causa della conformazione del luogo mi era impossibile capire da che direzione provenisse la sua voce, ma senza stare a scervellarmi troppo infilai le mani all'interno delle maniche dei miei abiti slacciandomi i pesi.
    Continuando ad ascoltare in silenzio e con sguardo sempre più corrucciato le parole di quel subdolo individuo lasciai cadere a terra i miei limitatori di movimento in modo da prepararmi alla battaglia. Quel tale non sembrava avere l'intenzione di venire allo scoperto facilmente ma se si era degnato di rivolgermi la parola allora aveva sicuramente qualcosa di losco in mente. E comunque se non lo aveva lui ero io che non mi sarei limitato ad ascoltarlo.
    Portando le mani sui manici delle mie due Katane iniziai ad estrarle lentamente mentre con voce roca e profonda esternai tutto il rancore che durante il tragitto aveva continuato a svilupparsi.

    - Cagnolino sarà tu 'pa!
    Invece di fare il vigliacco perchè non vieni fuori che ho voglia di vedere in faccia quel lurido pezzo di sterco fumante che ha osato mettere a fuoco la mia casa?! -


    Dopo di che un numero non ben definito di quelli che parevano fantocci di pietra sbucarono dalla parete opposta alla mia posizione iniziando ad avanzare minacciosi. A quel punto non ci vidi più. Sempre più incazzato ed arrabbiato sguainai completamente le mie armi ed uscendomene con un'altra delle mie soliti scatti di ira che ultimamente non pensavo di essere in grado di fare dissi nei confronti del tizio misterioso.

    - Ma dai, adesso pure questi? Cioè hai paura di farti male o che cosa? Vigliacco di merda... -

    Scattai a più non posso in direzione di quei cosi con la seria intenzione di fargli a fettine. Per il momento avrei iniziato con il cercare di tagliare a metà all'altezza della vita quattro di quei cosi. Il resto si sarebbe visto dopo.
    Una cosa però adesso era certa: colui che avevo trovato non era un semplice individuo, se era riuscito a dare vita a dei fantocci di pietra doveva essere capace di usare le arti ninja. Una bella gatta da pelare.


    •Updates

    - Chul-Moo -


    Stato Fisico: illeso
    Stato Psicologico: concentrato, furioso
    Resistenza: 490-2-2-2-2= 482/500
    Stamina: 100/100

    Azioni:
    - Fendente con Katana usando il Kenjutsu x4 (-8 Rst)

    Bonus/Malus/Alterazioni:
    - +20 riuscita e +10 danno nelle azioni degli arti superiori per via dei pesi

    NOTE: //
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  13. Shapechanger
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    - Cagnolino sarà tu 'pa!
    Invece di fare il vigliacco perchè non vieni fuori che ho voglia di vedere in faccia quel lurido pezzo di sterco fumante che ha osato mettere a fuoco la mia casa?! -

    Il nostro inseguito non aveva voglia di uscire allo scoperto, ovviamente. Ma le parole del Samurai parvero avere effetto. Anche se non quello che si era immaginato.

    Oh... tu eri uno di quelli. Sembra che sia arrivato troppo tardi per te. Non sono riuscito a salvarti.

    E mentre i fantocci di pietra continuavano ad avanzare, terminò la sua sentenza.

    Poco male. Vuol dire che sei diventato uno di loro. Meriti solo la morte.

    E detto questo, i manichini attaccarono. Chul-Moo riuscì a distruggerne diversi grazie ai pesi che lo rendevano in grado di colpire con forza molto maggiore. Sembravano avere tutti lo stesso punto debole. Le parti cristalline erano fragili e una volta distrutte i fantocci perdevano rapidamente consistenza, sgretolandosi. Ovviamente, nel suo stato di furia, poteva anche non essersene accorto, tanto i nemici non parevano molto potenti. Tanti e fastidiosi si, ma non così potenti.

    Ti hanno ben indottrinato, vedo, con i loro insegnamenti sulla guerra e il combattimento. Io ti libererò da questo. Come ho liberato loro.

    Improvvisamente, i volti dei fantocci mutarono in quelli dei bambini dell'orfanotrofio. Avevano un'espressione serena, come se non avessero più alcuna preoccupazione. Le bocche di pietra non potevano muoversi, eppure le loro voci sembrarono vibrare nell'aria.

    Perchè combatti, Chul? Adesso siamo liberi.

    Assai inquietante, in effetti. I mostri di pietra, nonostante i volti da bambino, continuarono ad attaccare e, sebbene lenti, il loro numero era semplicemente soverchiante. Un paio riuscirono a superare la guardia di Chul-Moo, colpendolo pesantemente alle braccia. Se continuava così, non sarebbe durato a lungo. Ma come uscire da quella situazione?

    Nel mentre, il misterioso assalitore continuava, dalla sua posizione nascosta, a vaneggiare.

    Io li ho liberati da questo mondo di sofferenza. Io li ho liberati da una vita di schiavitù. La tua vita, dove sei costretto a lottare e uccidere per la volontà di altri. Nessun bambino merita questo, Samurai. E tu, che eri uno di loro ma non hai fatto nulla per impedire questa questa cosa si ripetesse, non sei meglio degli schiavisti che vendevano questi poveri orfani alla macchina da guerra che è Tetsu. Per questo, meriti solo di morire.

    Si, questa non è una missione in cui puoi uscirne a pugni Ti prendi 50 danni , che continueranno nei turni finchè non troverai il modo di sfuggire ai fantocci. Non puoi evitare i danni distruggendoli (sono un'infinità), trova un'altro sistema.

    Ah, spero di averti fornito uno spunto adeguato per la tua discesa nella follia :please:
     
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  14. Kote
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    •Chapter VII
    •Legenda Narrato
    *Pensato*
    - Parlato -


    - Oh... tu eri uno di quelli. Sembra che sia arrivato troppo tardi per te. Non sono riuscito a salvarti.

    Poco male. Vuol dire che sei diventato uno di loro. Meriti solo la morte. -


    *Salvarmi? Diventare uno di loro e meritarmi la morte? Ma che cazzo sta vaneggiando questo idiota?!*

    Pensai decisamente incazzato udendo la strana risposta che ricevetti dal mio interlocutore. Avrei voluto cantargliene quattro, ma considerando che ero alquanto impegnato a fare a fettine quei cosi di pietra e cristallo per il momento non mi accinsi a farlo.
    Quando, però, ne abbattei alcuni ed ebbi modo di avere qualche attimo di respiro non potei rimanere in silenzio alle affermazioni contraddittorie che quel tale stava esponendo.

    - Ti hanno ben indottrinato, vedo, con i loro insegnamenti sulla guerra e il combattimento. Io ti libererò da questo. Come ho liberato loro. -

    Adesso avevo capito a chi si stava riferendo, ma anche se in un certo senso un pò di verità poteva esserci dietro alle sue parole rimaneva il fatto che il modo in cui aveva deciso di "salvare" quei bambini era inaccettabile. Con un crescendo di rabbia e frustrazione inspirai a pieni polmoni e scansando qualche fantoccio di pietra portandomi a debita distanza urlai con tutto il fiato che avevo in gola.

    - Ma chi cazzo ti credi di essere? Dio?! Ok, è vero che Ayato e Kirin lavoravano per il governo di Tetsu dando dei giovani innocenti in cambio di finanziamenti e sostentamento per la loro struttura, ma ne erano costretti. Se non lo avrebbero fatto, loro e tutti quei piccoli orfanelli che dipendevano da loro sarebbero finiti in mezzo ad una strada; non riuscendo magari neanche ad arrivare ad avere una vita come si deve.
    Inoltre quei ragazzini non erano costretti: arrivata la chiamata erano loro a decidere se acconsentire o meno e, proprio come ho fatto io, hanno sempre deciso di aiutare la propria famiglia ad andare avanti accettando di arruolarsi! Certo, non avevano alternativa perchè sapevano cosa sarebbe successo se avrebbero rifiutato, ma a maggior ragione se davvero volevi salvarli non dovevi prendertela con loro ma con il governo di Tetsu! -


    Riprendendo fiato e cercando di ricompormi un pò improvvisamente notai qualcosa di inquietante in uno dei fantocci che mi stava caricando: nel suo volto riconobbi quello che era Cheng, uno dei piccoli orfanelli che neanche 6 mesi fa era stato inserito nell'orfanotrofio. Un bambino di 7 anni molto educato e gentile che nonostante l'aspetto pallido e la gracile corporatura era sempre disposto a farsi in quattro per aiutare gli altri. Kirin mi raccontava molto di lui nelle lettere che mi spediva scriveva che fin dal primo giorno che lo aveva accolto gli sembrava quasi di ritornare ad i tempi di quando io avevo la sua età.
    Immaginatevi quindi come reagii al ritrovarmi difronte uno di quei fantocci così conciato e che mi diceva le seguenti parole:

    - Perchè combatti, Chul? Adesso siamo liberi. -

    Non ci vidi più dalla rabbia. Letteralmente. Il numero di fantocci si faceva sempre più numeroso tant'è che fu inevitabile l'incassare qualche colpo da parte loro.
    La cosa però non mi scompose minimamente in quanto ormai la mia mente era altrove. Stringendo con talmente tanta foga i manici delle mie spade da iniziare a provare dolore spiccai un balzo verso l'altro e compiendo una capriola a mezz'aria allungai la gamba destra azionando il meccanismo di espulsione d'aria sito nel calzare in modo da vorticare su me stesso come una ruota di un carro. Giunto nuovamente sul suolo scaricai tutta l'energia accumulata a terra generando una violenta scossa sismica ed un'onda d'urto e detriti con la quale avevo intenzione di fare pulizia dei fantocci che non mi davano tregua e, perchè no, vedere un pò se la cosa avrebbe spinto a far uscire allo scoperto quel figlio di buona donna che si permetteva di giocare con le vite degli altri.
    L'urto era violento, ovvio, ma da qui a dire che avrebbe compromesso la struttura della caverna cen'era. Oddio, forse anche no, ma quello al momento era l'ultimo dei miei pensieri.
    Durante tutto questo quel tale continuava ad esporre la sua versione dei fatti, fatti che per altro non conosceva neanche per bene. Come poteva dire di aver liberato quei poveri innocenti... facendoli fuori? Come poteva dire che io fino ad ora non avevo fatto una beneamata mazza per cercare di aiutarli?

    - Guarda coso, è bene che tu rimanga nascosto perchè come ti vedo ti cavo gli occhi dalle orbite, te li ficco su per il culo e poi te li fo mangiare!
    Li hai liberati un cazzo! Ma cosa pensi che io ci goda ad essere uno schiavetto di quei merdosi dei capi alti dei militari? Quegli snob con la puzza sotto il naso che pensano solo ad i loro giochi di potere e tutte 'ste fregnacce del cavolo?! Se mi sto impegnando così tanto nei miei compiti come Samurai è per cercare di farmi un nome ed una posizione all'interno di quel fottuto villaggio così che un giorno possa sfruttarli per migliorare le condizioni dei miei cari.
    Cari che però adesso non ci sono più... tutto PER-COLPA-TUA! -


    Avrei voluto continuare, ma onestamente non ne avevo più tanta voglia. Quel maledetto bastardo non sembrava in grado di ragionare, ed anche se in parte potevo condividere i suoi pensieri dall'altra non potevo perdonarlo per ciò che aveva fatto.


    •Updates

    - Chul-Moo -


    Stato Fisico: alcune contusioni sulle braccia
    Stato Psicologico: sempre più irato
    Resistenza: 482-50-60= 372/500
    Stamina: 100-10= 90/100

    Azioni:
    - Sacro Colpo di Tallone con propulsione normale sandali e sforzo extra max (-60 Rst e -10 Stm)

    Bonus/Malus/Alterazioni:
    - +20 riuscita e +10 danno nelle azioni degli arti superiori per via dei pesi

    NOTE: Spacco tutto :tada!:
    Scusa per i dialoghi ma mi sono fatto trasportare :*):
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  15. Shapechanger
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    La furia del samurai, la giusta ira che stava provando in questo momento, poteva essere la sua fine, anche se non se ne rendeva conto. Urlò la sua rabbia verso l'assassino, scorticandosi i polmoni a forza di gridare.

    - Ma chi cazzo ti credi di essere? Dio?! Ok, è vero che Ayato e Kirin lavoravano per il governo di Tetsu dando dei giovani innocenti in cambio di finanziamenti e sostentamento per la loro struttura, ma ne erano costretti. Se non lo avrebbero fatto, loro e tutti quei piccoli orfanelli che dipendevano da loro sarebbero finiti in mezzo ad una strada; non riuscendo magari neanche ad arrivare ad avere una vita come si deve.
    Inoltre quei ragazzini non erano costretti: arrivata la chiamata erano loro a decidere se acconsentire o meno e, proprio come ho fatto io, hanno sempre deciso di aiutare la propria famiglia ad andare avanti accettando di arruolarsi! Certo, non avevano alternativa perchè sapevano cosa sarebbe successo se avrebbero rifiutato, ma a maggior ragione se davvero volevi salvarli non dovevi prendertela con loro ma con il governo di Tetsu! -


    Parole sprecate, a quanto pareva. L'unica risposta che ottenne fu una risatina e una frase piena di commiserazione.

    Pensi forse non abbia tentato? Povero sciocco. Questo è l'unico modo.

    Intanto però era stato commesso un errore. Trasmutare i volti dei fantocci per creare le facce dei piccoli dell'orfanotrofio non aveva affatto mandato in confusione il samurai, l'avevo solo fatto arrabbiare ancora di più. Invece di usare le sue armi, si lanciò in aria, cadendo con pesantezza e tirando un poderoso calcio al terreno, distruggendo qualsiasi cosa. I fantocci venero spazzati via dall'onda d'urto.

    E successe qualcosa. La voce non parlò. Invece, mandò un genito.

    - Guarda coso, è bene che tu rimanga nascosto perchè come ti vedo ti cavo gli occhi dalle orbite, te li ficco su per il culo e poi te li fo mangiare!
    Li hai liberati un cazzo! Ma cosa pensi che io ci goda ad essere uno schiavetto di quei merdosi dei capi alti dei militari? Quegli snob con la puzza sotto il naso che pensano solo ad i loro giochi di potere e tutte 'ste fregnacce del cavolo?! Se mi sto impegnando così tanto nei miei compiti come Samurai è per cercare di farmi un nome ed una posizione all'interno di quel fottuto villaggio così che un giorno possa sfruttarli per migliorare le condizioni dei miei cari.
    Cari che però adesso non ci sono più... tutto PER-COLPA-TUA! -


    La risata dell'assassino si sentì ancora, ma adesso c'era una punta di sofferenza nella sua voce.

    Ah, quindi in un certo senso adesso sei libero. Anche se non nel senso che ti sarebbe piaciuto, immagino.
    Purtroppo per te, ragazzo, non riuscirai a uscire vivo da questa grotta. La tua avventura termina qui.


    Improvvisamente, i resti dei fantocci, distrutti dall'attacco, si mossero, componendosi in una mostruosa belva a quattro zampe. La forma, a parte questo, era indecifrabile, in quanto sembrava composta dalle facce sofferenti di tutti quelli che avevano abitato l'orfanotrofio. Poteva essere una sorta di lupo, ma la testa era deforme e priva di bocca, orecchie e occhi. La bestia lanciò un ruggito da tutte le bocche, un ruggito assordante che frastornò il povero Chul-Moo.

    Poi, improvvisamente, la voce ebbe un attacco di tosse. Una tosse secca, come se avesse ingoiato cenere. La bestia ondeggiò sulle zampe malformate per un attimo, poi si stabilizzò.

    Sembra che neanche io durerò molto, purtroppo. Ma almeno tu, ultimo rimasuglio di quel schiavistico, morirai. La mia missione è compiuta.

    La belva si mise in posizione, pronta per attaccare. Chul doveva muoversi a trovare una soluzione, o non sarebbe uscito vivo da lì.

    Il ruggito ti procura 15 danni e non puoi usare Udito Fenomenale nel prossimo turno.

    Bella la pensata di usare il Sacro Colpo del Tallone per distruggere i fantocci tutti insieme, ma è abbastanza
     
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