L'Immortale bellezza del cristallo

Il respiro affannoso mi sveglia, il sudore attaccato ai vestiti e l’assenza di aria sembrano quasi uccidermi. Mi tiro su dal letto e con passo svelto mi dirigo nel bagno, con mano tremante accendo la luce e dopo qualche secondo mi ritrovo a guardare un ragazzo ridotto in uno stato quasi pietoso. Infilo la testa in un freddo getto d’acqua chiudendo gli occhi e assaporando gli infiniti secondi di puro gelo, scuoto la testa facendomi scivolare l’acqua giù dalle guance e finalmente mi sento leggermente meglio.

Umpf…

Il suono gutturale che mi accompagna a letto è flebile, quasi un lamento. Mi porto una mano sulla testa ancora umida e lentamente la faccio scendere passandola sul volto fino ad arrivare alla gola, le mie dita sfiorano la bianca pelle cicatrizzata.

*Dannazione, pensavo di aver smesso di avere quei maledetti incubi*

Quasi mi viene voglia di strangolarmi per tutto quello che sto passando, erano passati molti mesi da quella missione ma ancora ne sentivo i postumi, come diavolo facevo ad essere così dannatamente debole? Quella cicatrice mi ricordava ogni singolo giorno il mio quasi fallimento e quella notte aveva riacceso in me gli incubi ormai sopiti da tempo. Del resto sono cose che accadono spesso, i traumi che provengono da esperienze forti rimangono impresse nelle menti dei più deboli ma con qualche seduta speravo di aver cancellato per sempre quel ricordo che adesso mi sembrava più indelebile che mai. Chiudendo gli occhi potevo ritornare lì, sentire il caldo e la sabbia che mi sbattevano in faccia portato dal vento tagliente. La nave che solca la sabbia e quella mostruosa bestia che mi insegue poi… il buio. Erano passate diverse settimane dall’ultimo incubo e mi sentivo praticamente pronto a dire addio a queste dannate esperienze notturne ma evidentemente loro sembravano essersi affezionate a me e la loro dipartita era stata solo rinviata. Stanco di piangermi addosso ancora una volta decido di farmi una doccia, il sole non si vedeva oltre l’orizzonte ma una timida luce rischiariva il cielo decorato dalle stelle.



Cosa? IO? AHAHHAH ti prego smettila di farmi ridere e dammi l’incarico di questa settimana.

Mi ritrovavo li in tenuta militare che molto sarcasticamente incitavo un mio collega a rimanere serio, purtroppo oggi dovevo ricevere il mio incarico settimanale affidatomi dal villaggio. Aspettandomi il solito ruolo di perlustratore cittadino mi ero messo l’anima in pace ma l’uomo con il giubbotto ninja mi aveva accolto con una sorpresa che mi aveva praticamente rovinato la settimana e il mio umore. Dovevo fare l'...

Assistente, hai capito bene! Questa settimana sei stato assegnato come assistente nel campo d’addestramento del villaggio, sarai l’addetto alla sua manutenzione e tutto ciò che ne riguarda. Recati li e ti sarà spiegato meglio, niente obiezioni.

Il tono serio mi fece ricordare la mia posizione e con un saluto militare fui costretto ad accettare l’ordine datomi e dovetti dirigermi verso il luogo designato. Non avendo esperienza con quel genere di lavoro potevo aspettarmi di tutto ma dalle voci che giravano tra colleghi si vociferava di essere una sorta di balia per i neo Genin e fare attenzione durante i loro allenamenti. A ripensarci bene in quello stesso campo dall’allenamento io avevo rischiato la pelle in una sorta di incontro a cinque-sei persone, i ricordo di quei momenti mi fece sorridere e inevitabilmente pensare al destino di quei ragazzi con cui mi ero scontrato, il tempo aveva cancellato persino i nomi dalla mia memoria. A proposito di tempo, il sole era ancora basso ciò indicava che avevo qualche oretta libera prima di cominciare il mio turno ma nonostante questo decisi di perlustrare il campo così da prendere un minimo di familiarità. Facendomi largo tra i genin in attesa di entrare notai un volto familiare e un nome che si era impresso nella mia pelle.

Dorian?

Un monaco bianco armato di una katana in fodero nero si aggirava per il campo svettando tra le teste basse dei ragazzini, nonostante i mesi passati non potevo di certo scordare quella strana figura e proprio il suo ricordo mi fermò dal raggiungerlo e salutarlo. Certo, questo comportamento non era da me ma la sua vista riaccendeva in me ricordi sopiti che desideravo restassero tali, avrei girato i tacchi e

*MERDA, mi ha visto*

Scambiai uno sguardo con il monaco, non ero sicuro che mi avesse riconosciuto. Il tempo era passato e non potevo biasimarlo ma nonostante questo non potevo fare finta di niente e infilando le mani in tasca mi avvicinai lentamente a lui con un sorriso stampato in volto e una gocciolina di sudore che scivolava dall’attaccatura dei capelli

Ehi! Ti ricordi di me? Sono Kuma, sai.. quello che portava le palle di cannone a.. oh beh ti ricorderai di quella missione a Suna, dove beh… stavo per rimetterci le penne ma… come posso dire.. eccomi qui.

Estrassi le mani dalle tasche e le aprii con i palmi rivolti verso di lui allargando leggermente le braccia. Strinsi le spalle e con aria insicura lo fissai dritto negli occhi aspettandomi di trovarci uno sguardo freddo come il ghiaccio! Sapevo poco del suo carattere e non so quanto ero interessato ad esplorare la sua particolare psiche, ma si sa non bisognava giudicare un libro dalla sua copertina quindi mi decisi frettolosamente. Era un tipo combattivo quindi potevo prendere la palla al balzo e cercare di conoscerlo meglio.

Senti un po’, invece di ricordare i vecchi tempi andando a caccia di mostri.. ti va un piccolo scambio.. oh beh, come lo vuoi chiamare.. un allenamento si! Ecco la parola che cercavo, però qualcosa di leggero e amichevole ti va?

Indietreggiai qualche passo con un sorriso cordiale sulle labbra e preparandomi all’eventuale battaglia.

Vacci piano però, non sono morto lì e non voglio rimetterci le penne qui!

Si che mi ricordo di te...l'ultima volta che ti ho visto eri sotto uno dei motori della Kotaka, a dire il vero credevo che fossi già morto quando ti sono passato davanti, dimmi, come sei sopravvissuto? E' stata tua l'idea di utilizzare il cristallo per indurire la trivella della nave se ben ricordo, non avevo idea che fossi sopravvissuto...dev'essere perchè me ne sono andato via da solo e non con gli altri due membri della squadra...

Era la stessa identica persona che mi aspettavo, i miei ricordi non mentivano e in una manciata di secondi mi accorsi che semplicemente Dorian non era affatto cambiato. Il suo carattere diretto e duro adesso però mi facevano sorridere, non sapevo se prendere seriamente le sue parole o se trovare un significato nascosto tra le sue frasi. Beh, non so cosa potrebbe esserci di misterioso in “per me eri già morto e stecchito” ma ere meglio affrontarlo con filosofia piuttosto che appendersi alle sue parole. Del resto neanche mi io mi ricordavo come ero stato portato in salvo da quell’inferno e sinceramente ringraziavo la mia buona scelta per quel vuoto di memoria, già mi bastavano quei terribili ricordi, aggiungerne altri non mi avrebbe fatto bene.

Conosci il detto, "ciò che non ti uccide, ti rende più forte"? Nel tuo caso dovresti esser diventato davvero un ninja niente male, per non parlare della tua capacità di usare un elemento ignoto alla maggior parte dei ninja...perchè no..

Oh ti prego, così mi fai arrossire! Comunque no, non penso proprio di essere migliorato molto ma ho imparato qualche trucchetto e ho imparato a utilizzare il cristallo magari ti farò vedere qualcosina.

A quanto pare il monaco aveva accettato la mia proposta, aveva fatto un passo indietro e sembrava prepararsi all’imminente scontro. Riportai in mente tutto ciò che riguardava Dorian ma durante la fatidica missione non aveva mostrato particolari doti o tecniche di combattimento quindi contava sull’effetto sorpresa che purtroppo a me non era concesso, del resto avevo giocato alcune delle mie carte chiave e potevo scommettere qualsiasi cosa che Dorian avesse impresso nella sua mente la mia abilità, del resto l’aveva appena confermato con le sue stesse parole. Spogliai la mente di moltissimi pensieri inutili e mi concentrai sulla sua figura bianca macchiata da una lunga spada nera che portava al fianco. Ora che ci pensavo bene poteva benissimo attaccarmi da vicino e purtroppo non avevo molta esperienza nei combattimenti corpo a corpo quindi dovevo tenerlo a distanza con le mie tecniche se non mi volevo trovare qualche lame infilata nella carne.

Questo non posso promettertelo, mhm.

Ed eccolo li il suo sorrisino da far tremare le gambe a chiunque, fortunatamente riuscii a canalizzare la paura che mi voleva trasmettere in nuova grinta. Non gli avrei carta bianca e mi sarei difeso con tutto me stesso.

Beh, diamo il via alle danze, monaco.

Mi esibii in un finto inchino e con la mano feci cenno così da far allontanare abbastanza i ragazzini che si erano raccolti attorno a noi. Del resto non era ancora il mio turno di lavoro ma non potevo permettere che qualcuno di quei neo genin si ferisse a causa di un mio capriccio. Tutto cominciò quando Dorian aprii la bocca e una densa cortina di fumo cominciò ad invadere tutto il campo, non avevo mai assistito ad una tecnica del genere e mi stupii molto, pensavo che il mio avversario fosse un combattente fisico e non mi era mai capitato che qualcuno si destreggiasse in qualche Ninjutsu. Purtroppo per lui io me ne intendevo molto, del resto era il mio stile di combattimento e difficilmente un avversario del suo calibro poteva sorprendermi sulle arti magiche, diametralmente opposto invece era il discorso sulle arti marziali. Dovevo tenere le distanze e prima ancora di vederlo scomparire tra le mille volute di fumo cominciai a far scorrere il chakra per il mio corpo, una patina circondò i miei arti e come se il terreno fosse melma incorporea mi ci immersi totalmente sperando di fare abbastanza in fretta così da sfuggire completamente all’offensiva nemica. Scostando la terra con il chakra cominciai a muovermi verso la posizione del nemico e cercando di prenderlo alle spalle lo superai per sbucare solo per metà busto così da impastare il chakra necessario per invocare il potere del vento ed evocare una potente folata di vento che mi avrebbe permesso di rischiarire il cielo, successivamente il terreno si sarebbe richiuso sopra di me ingoiandomi nell’oscurità.

Il voluminoso fumo nero stava quasi per avvolgermi, non conoscendo la natura della tecnica scacciai via la preoccupazione e rimasi concentrato evitando che qualsiasi emozione mi facesse distrarre. Prendendo fiato impastai il chakra e in un attimo lasciai la superfice rintanandomi nel sottosuolo. L’ultima immagine che mi era concessa era un uomo completamente in bianco che spariva dalla mia vista prima ancora che quella nebbia arrivasse a contatto con me. Felice di aver evitato quella nebbia cercai di dirigermi nel punto in cui il monaco era scomparso dalla mia vista, percorso qualche metro più in là mi preparai per emergere impastando già il chakra per la tecnica successiva. Il mio braccio uscii teso dalla terra pronto a richiamare una forte folata d’aria che avrebbe spazzato via la fastidiosa nebbia dandomi campo libero per la mia offensiva, ciò che trovai una volta ottenuta visuale libera fu un lampo di luce proveniente da una macabra lama nera che saettò verso di me, il mondo sembrò rallentare e il movimento lento della lama non poteva paragonarsi al mio chakra che rapidamente fluiva nel mio corpo e prima ancora che quella lama color pece mi toccasse mi trovavo già sottoterra protetto da qualsiasi offensiva.

Mio Dio, c’è mancato davvero poco, devo studiare bene questo scontro, non voglio che quella lama mi tocchi.

Spostandomi nel sottosuolo cercai la posizione migliore per tornare in superficie, Dorian mi aveva attacco frontalmente quindi potevo sbucarli alle spalle spostandomi qualche metro nella direzione da cui ero provenuto. Ovviamente non potevo sapere cosa stesse facendo sopra di me e l’unica speranza era quello di trovarlo non appena messa la testa fuori. Volevo andarci giù pesante già da subito e mi venne in mente un’idea non troppo difficile da attuare e che mi avrebbe portato in vantaggio con il minimo sforzo. Fortunatamente potevo sfruttare la mia innata che mi permetteva l’uso di infinite armi ma con qualche limite : l’immaginazione e ovviamente il chakra! Purtroppo dovevo impastare molto chakra per creare il cristallo e nonostante i numerosi allenamenti non potevo permettermi di creare troppo cristallo altrimenti mi sarei ritrovato praticamente prosciugato. Fortunatamente conoscevo moltissime tecniche della mia innata e potevo creare svariate combinazioni più o meno letali. Optai quindi per una nuova combinazione cercando di sfruttare due tecniche che non avevo ancora provato. Sciogliendo la tecnica del pesce sotterraneo mi ritrovai ancora una volta nel campo di battaglia, questa volta avrei potuto avvistare molto più chiaramente il mio avversario visto che la cortina sembrava essersi volatilizzata, ma non ci avevo fatto molto caso. Mi sistemai i guanti in modo che aderissero ben bene alla pelle e mi preparai alla contro offensiva, allargando le braccia creai numerose sferette rosa che si disposero attorno a me levitando in aria, scrocchiando le dita queste si appiattirono e diventarono numerosi shuriken taglienti! Un sorriso si inarcò nelle mie labbra e senza proferire parola le numerose armi cominciarono a ruotare e in un battito di ciglia si diressero verso Dorian. Il mio intento era di colpirlo in pieno e sopratutto mirare al braccio che teneva la Katana, del resto seprare un combattente dalla sua arma era una strategia fin troppo semplice!

Ora ti mostrerò il vero cristallo, vediamo un po’ se sono migliorato!

Dopo aver lanciato gli shuriken aspettai il loro impatto mentre, tra i palmi che avevo portato al petto, cominciai a impastare il chakra Fuuton creando una forte pressione. Il vento della montagna avrebbe colpito in pieno il mio avversario e l'avrebbe catapultato all'indietro dritto dritto sulla lancia di terra che avrei creato nel punto in cui sarebbe caduto. Troppo semplice.

Non appena gli shuriken raggiunsero Dorian tirai un sospiro di sollievo. Qualche secondo e mi resi conto di ciò che stava succedendo, ero così preso dal colpire il nemico che quasi non mi ero accorto della sua corsa folle e suicida. Mentre impastavo il chakra tenevo lo sguardo fisso su di lui e le mani cominciarono a tremarmi, non volevo ferire gravemente il mio nemico e con quella tecnica che stavo per scagliare potevo arrecare dei danni irreparabili. Neanche il tempo di preoccuparmi che il mio avversario mi ripagò tutto, del resto conoscevo in parte il suo carattere e dove io potevo avere una minima esitazione lui trovava una fredda soluzione, ed eccomi li accerchiato da alcune copie. Purtroppo mi ero lasciato trasportare dalle mie emozioni e come uno stupido principiante mi ero fatto mettere all’angolino, ci mancava poco e potevo paragonarmi ai genin che ancora ci accerchiavano. Ormai alle strette strinsi i pugni e mi preparai fisicamente ad una sua contromossa, spostavo lo sguardo tra le copie che velocemente si avvicinavano un attimo all’impatto e.. puff.

Cosa cazzo…?

Le copie svanirono e del mio nemico nessuna traccia! Spostai lo sguardo in tutte le direzioni finchè, con un brivido al collo alzai lo sguardo e incontrai due occhi freddi come il ghiaccio che fissavano la mia schiena. Con la nera lama sguainata il monaco dette un potente affondo alla mia schiena costringendomi in ginocchio, mi aspettavo un forte bruciore a causa del taglio ma tutto ciò che sentii fu una forte pressione e una spiacevole sensazione. Spostai lo sguardo alle mie spalle rimanendo in ginocchio e notai uno strano alone verde provenire dalla sua mano destra, quell’anello centrava qualcosa ma ormai era troppo tardi. Avevo abbassato la guardia e questo era ciò che mi toccava, del resto non si impara nulla se non ci si sbatte la testa un paio di volte. Appena mi rimisi in piedi cercai di incrociare lo sguardo nemico ma tutto ciò che ottenni fu un potente capogiro che quasi mi costrinse un’altra volta a terra, magari la volontà o qualche dea bendata mi permise di rimanere in piedi e sforzandomi al massimo riuscii a concentrarmi ancora una volta, cercai di allontanare quella strana sensazione ma sentivo parte della mia coscienza come se fosse infetta e lentamente cominciai a sudare freddo.

Mhmm...il tuo mantelluccio ti ha salvato, ma perchè vi bardate così tanto? cosa siamo, nel medioevo?

Eh eh, se vuoi ti faccio fare un giro dopo.

Inarcai un sorriso, non mi volevo far mettere i piedi in testa in quel modo. Purtroppo a causa delle mie condizioni di salute tutto ciò che ottenni fu una strana smorfia che difficilmente sarebbe stata ricondotta ad un sano sarcasmo. Tralasciando il dolore e la nausea mi concentrai, mentre il monaco si liberava da tutti i miei impedimenti respirai a fondo per tranquillizzarmi: potevo farcela. Avevo un asso nella manica per i casi come il suo e con un po’ di fortuna potevo cavarmela, il primo passo consisteva nel richiamare il chakra e cominciare a cristallizzare l’aria prossimale al mio corpo. Il processo sarebbe stato impercettibile al mio nemico ma io potevo chiaramente sentire il chakra scorrermi addosso e il cristallo plasmarsi sopra ogni singolo poro. Era una delle prime volte che usavo quella tecnica e immediatamente mi resi conto di quanto fosse fantastica! Speravo davvero di poter terminare il processo prima della mossa avversaria, Dorian non sembrava tipo da sconti e dovevo stare parecchio attento se non volevo finire in qualche infermeria. Come volevasi dimostrare il ragazzo partì alla carica sfoderando una strana tecnica che nei pochi secondi che ci separavano non avevo fatto in tempo a capire, tutto ciò che notai fu un braccio teso diretto verso la mia gola.

NO, brutto bastardo, NON osare toccarmi la GOLA!

Il mio cervello esplose, non avevo la minima intenzione di farmi sfiorare il mio punto debole dal quel dannato monaco, insieme alla rabbia crebbe la paura e i ricordi di quella maledetta navigata riaffiorarono. La cicatrice sembrava pulsare. Colto da uno slancio di energia sforzai al massimo il mio flusso di chakra così da contrappormi al colpo e tentare di assorbirlo completamente. Qualunque altra azione fisica sarebbe stata assorbita dalla mia armatura, del resto se tutto fosse andato per il verso giusto sarebbe stata davvero resistente e anche quella dannata spada si sarebbe fermata di fronte al mio cristallo. Come se non bastasse Dorian sembrò utilizzare una strana tecnica, lentamente il suo corpo sembrò mutare in un materiale che facilmente riconobbi: Terra. Inarcai le labbra in un altro sorriso e prima di pensarci un attimo mi ritrovai a sfruttare il riverbero del chakra per tentare di creare un gigantesco drago di cristallo, si sarebbe creato dai miei piedi così mi sarei ritrovato subito in groppa e a mezz’aria. Qualunque cosa volesse fare con quella tecnica l’avrei provata ad evitare con il mio drago, del resto era l’unica speranza.

E poi avvenne, in una manciata di secondi che per qualche assurdo motivo apparivano dannatamente lenti. Non so nemmeno su cosa mi concentrai, le sensazioni che provavo erano multiple ma sentivo stranamente la mente completamente vuota. Poi il chakra cominciò a fluire e velocemente plasmarsi sotto il mio comando, mi sono concentrato su quell’unico appiglio. Gli occhi di Dorian si facevano sempre più vicini e il suo braccio era puntato dritto alla mia gola, il sorriso stampato in volto che sembrava sfiorarne il mio. Qualche istante prima dell’impatto capii che ero riuscito nell’intento, sentivo il corpo racchiuso come in un bozzolo protettivo. Il cristallo si era plasmato sotto la mia volontà e adesso era diventato parte integrante di me, non so quanto fu bello vedere il sorriso scomparire dalle labbra di Dorian. Il suo braccio era teso e con forza premeva sulla mia gola, la vittoria sembrava in mano del mio avversario ma ancora una volta mi ero salvato per il rotto della cuffia. Dopo qualche istante di stasi l’impatto si era scaricato su di me facendomi arretrare di qualche metro, scombussolato ma completamente illeso. Poi avvenne ciò che dovette succedere, il mio drago di cristallo si librava in aria e facilmente schivava la sabbia che magicamente ci si dirigeva contro. In groppa alla mia creazione sentivo le forze venirmi sempre meno, del resto il mio chakra continuava a scorrere sempre di più, mantenere ben due tecniche attive era quasi impossibile ma mantenendo una discreta concentrazione potevo permettermelo.

Ehi Dorian, ti piace il mio drago? Si chiama Ciuffo!

Tentai una risata ma ciò venne fuori dalla mia bocca fu più un conato, mi ero quasi scordato dell’orrenda sensazione che mi attanagliava lo stomaco e mi riempiva la testa, quella strana diavoleria che aveva fatto Dorian mi aveva debilitato sia corpo che mente. Fortunatamente sentivo piano piano che le mie facoltà tornavano a regime e la sensazione di nausea, anche se pressante, si affievoliva sempre più. Quando l’ultimo granello scivolò via lontano da noi cercai di ordinare le idee arginando la bruttissima sensazione che quella nausea mi dava. Il ninja che era in me mi riportò alla calma e alla freddezza necessaria per analizzare la situazione e trarne più vantaggi possibili. Lui era terra con il braccio alzato e costituito di terra, ancora una volta un timido sorriso si dipinse sule mie labbra. Il mio avversario aveva commesso un errore, la mia innata mi permetteva di controllare il cristallo ma, cosa ben importante, potevo cristallizzare tutto ciò che mi circondava con un semplice e genuino pensiero. Ma essendo un ninja dai buoni valori frenai le mie intenzioni e cercai un modo più gentile per abbattere quello strano individuo. Lentamente il mio drago fluttuava nell’aria e con qualche scatto tentai di portarmi sopra la testa del nemico, non avevo la minima intenzione di ricadere ancora nel tranello di prima quindi coprii il lato che prima era scoperto. Adocchiai Dorian che era coperto dall’ombra del drago, lo sovrastavo e speravo che questa superiorità si riflettesse anche sulle mie capacità combattive. Quasi istintivamente mi portai una mano alla bocca dello stomaco, sentivo quella maledetta sensazione che mi corrodeva e se non fossi stato attento sarei caduto dal drago, dritto tra le braccia accoglienti di Dorian. Nel mentre mi preparavo ad attaccare notai la polvere che luccicava ai suoi piedi, evocando due lance di terra dal suolo un pensiero mi balenò in mente. Tornai a qualche istante prima e un dettaglio che prima avevo tralasciato mi cambiava le carte in tavole, Dorian aveva assorbito tutti i colpi e non sembrava minimamente accusare la fatica o qualche accenno di dolore. Sia i miei shuriken che le mie lance avevano trafitto la sua carne ma senza risultati, e allora capii che se continuavo per quella strada avrei avuto vita corta. Il mio chakra andava ad affievolirsi e nelle condizioni in cui versavo non potevo tirare troppo per le lunghe e per questo optai per una soluzione semplice ma efficace. Sperando di aver inchiodato Dorian con le lance di terra mi preparai all’esecuzione di una tecnica particolare, un solo sigillo avrebbe dato inizio a tutto. Chissà come avrebbe fatto il mio avversario a percepire il pericolo, difatti ero sopra il drago e non poteva aspettarsi che da un momento all’altro una pericolosa prigione di cristallo si sarebbe creata attorno a lui rinchiudendola in una morsa che, seguendo la mia volontà, poteva rivelarsi perfino mortale. Ovviamente non avrei fatto nulla del genere e avrei preservato la sua vita come il codice impone, non avevo voglia di diventare un mukenin. Il chakra continuava a fluire copioso dal mio corpo e sentivo che non potevo prendermela comoda, decisi che in un ultimo disperato tentativo avrei accelerato il processo aumentando il chakra riversato nella tecnica. Cercai di impastarlo il più velocemente possibile così da porre la parola fine a tutto questo. Infatti il mio chakra stava ormai andando ad esaurirsi e non avrei potuto fare molto una volta privo di energie.