Kuma Shoton vs Xavier (concluso)

In tutto eravamo una ventina, chi più chi meno. Quel volantino aveva attratto un numero davvero basso di persone e ancora mi chiedevo se ero l’unico che si era presentato per la sola mera curiosità di ciò che sarebbe accaduto. Non so nemmeno se fossi l’unico a non dover partecipare a ciò che sembrava, senza ombra di dubbio, un torneo vero e proprio. Il robottino all’ingresso continuava a chiamare coppie di ninja e farli sfidare all’interno della particolare arena delimitata dalle torri, tra un intervallo e l’altro esortava alla calma e con voce atonale continuava dopo qualche minuto a iniziare un altro scontro chiamando a se altri due concorrenti. I volti familiari tra i ninja erano davvero molti, gli sconosciuti ancora di più, la voglia di andare dalle mie vecchie conoscenza si faceva sempre più forte ma mi limitai soltanto a qualche cenno o discorso davvero breve. Gli scontri procedevano bene e sembrava che concorrenti sempre più abili entrassero in campo e davano carta bianche alle loro tecniche rivelandosi in combinazioni meravigliose e spettacolari.

Kuma Shoton..

Per un attimo mi ero distratto a salutare un conoscente quando sentii il mio nome pronunciato da chissà chi, voltandomi non ritrovai nessun riscontro se non diversi sguardi puntati contro.

Cosa? Chi mi ha chiamato?

Scontroooooooo... ooo... ooo... Kuma Shoton contro Xavier. Allucinante.

Sgranai letteralmente gli occhi, il robottino infernale aveva appena dichiarato uno scontro in cui io stesso ero uno dei due partecipanti, ci doveva essere per forza un..

Errore, mi scusi ma qui c'è stato un piccolo incidente a quanto pare, io non sono nemmeno iscritto a questo torneo. Mi dispiace ma..

Niente panico..

Il robottino sembrava completamente estraneo alla vicenda e non aveva nessuna intenzione di assecondarmi, come diavolo potevo combattere contro Xavier soprattutto? Conoscevo di vista quel ninja, ero sicurissimo che si era iscritto volontariamente a questa macabra storia e non mi avrebbe sicuramente risparmiato. Ed eccolo lì, parlando del diavolo..

Xavier! Ci deve essere stato un errore io… Oh beh, facciamola finita. Se proprio devo farlo ce la metterò tutta.

Il suo sguardo infatti mia aveva fatto cambiare idea, non avevo più voglia di discutere e probabilmente avrei soltanto appesantito la mia situazione. Pregustando l’imminente sconfitta non avevo per niente voglia di fare il codardo di fronte a tutte quelle persone. Ero un ninja e avrei accettato anche questa sfida.

Allora, buona fortuna! Mi raccomando però, vacci piano.

Alzai il braccio cercando di dargli la mano nella speranza che la stringesse come la diplomazia vuole e qualche secondo dopo mi inoltrai all’interno del campo che avevo già studiato in precedenza. Eh si infatti avevo adocchiato già una bella pozza d’acqua e me ne sarei servito con molto piacere. Sperai davvero che la fortuna fosse dalla mia ma purtroppo si sa, in queste situazioni non conta molto. Le abilità dei ninja decidono e non la sorte, purtroppo il mio avversario era già incredibilmente forte quando lo incontrai in una missione parecchio tempo fa ed ero sicuro che svariati allenamenti non avevano fatto altro che migliorare le sue già spiccate qualità. Cercai in tutti i modi di rievocare tutti i ricordi rispetto a quel breve incontro e sfruttare tutte le informazioni per il mio scopo. Mi girai verso il piccolo pubblico e con uno sguardo diretto alle persone più care entrai in modalità combattimento: mi focalizzai direttamente sul mio avversario escludendo ogni fonte di disturbo attorno a me, osservavo i suoi movimenti e tutto avrebbe avuto inizio da li a pochi secondi. Dovevo mettercela tutta, non potevo mica fare brutta figura di fronte a tutte quelle persone!

Le torri si ergevano sempre più alte, vista da fuori l’arena sembrava molto più piccola ma dall’interno tutto aveva un’altra faccia. Il terreno era cangiante ogni metro e zone aride si intervallavano a minuscoli boschetti generati da qualche albero. Una delle regole fondamentali dei ninja era studiare il territorio e con tutto il tempo passato ad osservare i ninja che mi hanno preceduto avevo immagazzinato una quantità di informazioni tali da conoscere molto bene il campo da battaglia. Xavier era arrivato poco dopo di me e dal suo sguardo e parole sembrava tutt’altro che cosciente della situazione, chissà, forse come me era stato colto in un tranello o in un gigantesco errore. Lasciando da parte le strane coincidenze e la natura di questo strano luogo adesso mi ritrovavo a combattere contro un avversario che con molta probabilità mi avrebbe letteralmente maciullato in pochi secondi. Avevo già incontrato il mio avversario in una missione molto tempo addietro e i ricordi erano saltuari, potevo chiaramente contare sul fatto che lui fosse un possessore del chakra Doton, proprio come me. Almeno da questo punto di vista ero leggermente fortunato, sapevo quasi tutti i pregi e i difetti di quest’arte e potevo contare anche su un piccolo arsenale per tenermi alla larga dal terreno. Si, sicuramente dovevo tenermi in aria per evitare di essere colpito da qualche pezzo di terra volante e sinceramente tenevo abbastanza alla mia faccia da non correre il rischio. Una volta giunti sul posto mi ritrovai alle spalle del piccolo laghetto, solo qualche passo mi separava dalla lucida superfice increspata dal vento e di colpo mi venne un’idea. Essendo un manipolatore del cristallo potevo inglobare molto sostanze al mio cristallo e in particolare l’acqua lo rendeva più duro e resistente: quel laghetto sembrava darmi una piccola speranza. Puntai il braccio verso la superfice dell’acqua e concentrai il chakra su di essa, lentamente del cristallo lucido cominciò a formarsi sulla zona interessata e in qualche secondo un maestoso drago di cristallo prese vita. Le sue squame erano ancora umide quando appigliandomi sulla sua testa ci salii in groppa e senza il minimo cenno mi portò a circa cinque metri d’altezza. Dall’alto potevo osservare molto meglio il mio avversario e studiare il territorio nei suoi paraggi, sfortunatamente sembrava avere molta terra a disposizione quindi non potevo stare li con le mani in mano ancora per molto.

Ti piace il mio drago? Si chiama CIUFFO! E si, lui beve ancora il latte.

Non mi andava di restare serio in un’occasione del genere, eravamo li per divertirci e quindi avevo moltissima voglia di assecondare la situazione rendendola più esilarante possibile.

Sai, ciuffo ama me e non vuole che nessuno mi faccia del male! Quindi non farlo arrabbiare o ti faccio mangiare subito subito!

Adesso però era il momento di fare sul serio, avevo una strategia in mente e non avevo la minima intenzione di farmi calpestare facilmente. Escludendo le future immagini in cui venivo buttato a terra malconcio cercai di trovare una scintilla di determinazione, mi alzai in piedi su ciuffo e allargai le braccia con i palmi verso il terreno. Quasi istantaneamente piccole lucciole si crearono attorno a me e plasmate dal mio chakra quelle piccole luci si rivelarono essere shuriken esagonali pronti a colpire, la loro forma a fiocco di neve nascondeva la loro letale lama. Ad un cenno questi cominciarono a ruotare e con tutte le mie forze gli scagliai verso il nemico, sapevo che non avrebbero fatto nulla di che ma avevo in mente una piccola chicca. Le mie mani era già vicine a plasmare il chakra tra i palmi quando agganciandomi bene al drago liberai tutto il chakra compresso e tentai di generare una potente corrente di vento che avrebbe sia accelerato gli shuriken e , con un pizzico di fortuna, avrebbe colpito in pieno Xavier. Cercando di entrare nella mente del mio avversario avevo intuito una possibile via di fuga che avrebbe completamente salvato il ninja: il sottosuolo. Lasciandomi cadere dal drago..

BANZAIIIIIIIIIIII

Urlai con il pugno diretto verso il basso, il chakra Doton era compresso nella mia mano e al contatto con il suolo avrei attutito la caduta con la concentrazione del chakra e successivamente rilasciato tutto il chakra in un’onda distruttrice che si sarebbe propagata anche nel sottosuolo. Mi alzai e quasi caddi dentro il lago, infatti mi sarei ritrovato ad un paio di centimetri dall suo limite.

Uhhh, mi stavo per bagnare.

Tutto doveva andare per il meglio ne ero sicuro, gli shuriken stavano per raggiungere Xavier e il tornado si dirigeva come avevo predetto dritto su di lui. Stavo per distogliere lo sguardo e cominciare la mia discesa quando la tecnica di vento che aveva appena scagliato raggiunse le mie creazioni di cristallo e nel giro di qualche millisecondo si infransero in balie delle forte correnti da me stesso generate. Come diavolo si faceva ad essere così stupidi? Mentre ricadevo a terra concentrando il chakra Doton sperai veramente di colpire il mio nemico almeno in qualche modo, sapevo perfettamente che batterlo era impossibile ma almeno sfiorarlo avrebbe significato davvero molto per me. Ed ecco che arrivava il mio momento preferito, toccato terra sferrai un pugno al terreno e rilasciando il chakra Doton sentii una forte vibrazione spaccare la terra e dirigersi velocemente verso Xavier, con grandissima abilità aveva evitato i tornado ma la mia terza tecnica era diretta bene e il ragazzo non riuscii ad evitarla, prima che il polverone coprisse la grande distanza tra noi potei vedere il suo corpo salire in alto e ricadere nello stesso punto.

SI! L’ho preso in pieno. Visto Ciuffo? Sono stato bravo?

Speravo davvero di averlo danneggiato almeno con l’esplosione e di averlo intontito abbastanza da poter ricevere un piccolo vantaggio. Purtroppo sapevo che lui avrebbe preso l’iniziativa e dovevo essere pronto a difendermi, immediatamente cominciai a impastare il chakra e modellarlo adeguatamente cercando di comporre i dovuti sigilli. La mia intenzione era quella di creare 8 copie di me stesso così da disorientare l’avversario, muovendole attorno alla cortina non avrebbe potuto mai immagine quale fosse l’originale e potevo contare un po’ sull’effetto sorpresa. Dall’interno della nube però provenivano strani rumori e a quanto pare da quel che avevo capito il mio avversario non aveva che solo qualche piccolo graffio e la mia tecnica sembrava aver fatto solo danno al campo di battaglia e a nient’altro. Ad un tratto una creatura particolare sbucò da qualche punto imprecisato e con un battito d’ali diradò tutto il polverone. Per qualche secondo rimasi fermo imbambolato ad osservare la maestosa creatura e cercando di comprendere la sua natura, speravo in qualche modo di poter essere l’unico a creare animali di quel genere ma ora che ricordavo Xavier poteva disegnare qualsiasi cosa e dargli vita semplicemente infondendogli il suo chakra. Come potevo fare con Ciuffo, la strana creatura cominciò a muoversi sul campo di battaglia, lentamente goccioline di sudore cominciarono a scendermi dalla fronte, a quel punto della partita non potevo far il minimo errore e dover affidare alla fortuna l’esito dello scontro sfidava i miei nervi saldi. Mescolato tra le mie copie non potevo dare il minimo segnale che Xavier potesse cogliere per riconoscere l’originale così mi comportai esattamente come le mie illusioni e impartii al mio drago di schierarsi tra noi e la sua creazione. In quella scena da romanzo due creature si fronteggiavano, da una parte il suo volatile bianco e nero formato da inchiostro e dall’altro il mio ciuffo che emanava sgargianti colori dalla sua quasi trasparente corazza. Osservando meglio la creatura notai due code che non portavano a nulla di buono: carte bomba! Istintivamente impartii l’unico ordine che mi veniva in mente, il mio drago Ciuffo si sarebbe sacrificato per il suo padrone? Beh la risposta era ovvia, io potevo controllarlo e lui non aveva un cervello quindi sforzandomi al massimo cercai di intercettare l’avanzata della creazione avversaria, speravo di poterlo catturare tra le spire della sua coda e se tutto fosse andato per il meglio avevo in pugno la sua creazione. Si, potevo farcela. Una volta preso il volatile non potevo far altroche lasciarlo schiantare a terra lontano da me e tutte le copie, purtroppo il mio avversario era abbastanza lontano e non ero sicuro di poterlo raggiungere con le mie tecniche. Non potei far altro che sperare di vedere il mio drago schiantarsi a terra con tutto il volatile in un tornado di inchiostro e cristallo.

Vai Ciuffo, conto su di te!

L’aria era tesa tra noi due. Gli sguardi che ci scambiavamo era densi di sfida ma privi di rancore, in effetti ci stavamo scontrando solo per puro “divertimento” e non c’era nessun motivo per detestare il temporaneo sfidante, da quanto avevo capito anche lo stesso Xavier si trovava immischiato in questa faccenda senza il suo minimo consenso. In quest’arena non c’era spazio per le domande e per i dubbi, lo stesso posto sembrava localizzato in una strana dimensione e quasi magicamente eravamo costretti e non porci molte domande sulla natura alquanto sospetta di un’area del genere nel bel mezzo del nulla. Al di là di tutto questo mi stavo ormai perdendo nel bel mezzo dei miei pensieri quando mi accorsi che avevo perso troppo tempo e il mio destino sembrava venirmi incontro sotto forma di uccello bianco e nero. In un tremito di terrore sentii una scossa paralizzante che mi bloccò le braccia e mi fece osservare tutta la scena senza poter intervenire.

Oh oh..

Ciuffo e io stavamo per prepararci al peggio quando un’ombra mi coprì e sembrò che il mondo si innalzasse o aspetta..

Cos?

Il tempo rallentò, il mio respiro si arrestò e istintivamente mi rannicchiai portando le braccia a croce sopra la mia testa e chiudendo gli occhi. Quasi tremavo in attesa del mio destino, quel dannato mi avrebbe fatto davvero male e non ero affatto pronto a morire dentro un’orrenda tomba fatta di terra. I muscoli erano ormai tesi nella speranza di proteggermi e la speranza di non essere colpito svaniva nel nulla sempre più rapidamente e in una manciata di secondi tutto cominciò. La prima sensazione che percepii fu il calore, talmente forte da bruciarmi le maniche dei vestiti e lasciare un visibile segno d’ustione sulle braccia che mi coprivano. Successivamente una potente corrente d’aria calda mi spinse al suolo lanciandomi letteralmente verso il fondo del piccolo incavo che si era creato sotto di me. Aprendo leggermente gli occhi notai che l’esplosione era avvenuta a qualche metro da me: il drago aveva impattato contro la creazione avversaria e adesso ciò che ne rimaneva ricadeva su di me ricoprendo la piccola fossa con lacrime cristalline sparse per tutto il terreno che mi ricopriva. Cercando di muovermi notai che metà del mio corpo era sommerso nei detriti e non potevo di certo liberarmi, mi restava solo un braccio e non potevo farci assolutamente nulla, ero in trappola ed evidentemente per me quello scontro finiva li.

Ehi EHI EHI! XAVIER SONO QUI!

Agitai il braccio libero, speravo che almeno la mano sbucasse e sventolandola di qua e di là capisse di dovermi raggiungere e darmi una mano per uscire dal casino che aveva combinato. Purtroppo resistessi solo qualche secondo prima che il braccio si facesse troppo pesante e ormai privo di sostegno cadde accanto al mio corpo semi sommerso. Lanciai indietro la testa sparpagliando via la terra che avevo nei capelli e mi soffermai ad osservare il cielo macchiato dalle nuvole che si muovevano pigre. Diversamente dalle altre volte il mio cuore era leggero, quella sconfitta non pesava e la strana sensazione che solitamente mi pervadeva quando mi ritrovavo al tappeto sembrava soltanto un ricordo lontanissimo. Del resto sapevo benissimo che le mie capacità erano nettamente inferiori del mio avversario e non potevo nemmeno sperare in una vittoria quindi il mio compito era soltanto di accettare il mio destino e fare il massimo per almeno incrinarlo e renderlo almeno per qualche stupido particolare diverso dalle aspettative che tutti, me compreso, attendevano. Purtroppo adesso mi restava solo quella, la piccola speranza che fortunatamente non aveva condiviso lo stesso destino del mio ciuffo. Ma si sa, l’unica cosa che all’uomo resta è la speranza: di vivere, di vincere, di amare o anche di vedere la testa di Xavier che con un sorriso afferrava la mia mano tesa per tirarmi fuori e come un amico accompagnarmi fuori dall’arena.