Passi del futuro

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    Un viaggio è composto da diverse fasi, sono poche e semplici ma ognuna di esse costituisce una parte fondamentale del nostro percorso. Prima di tutto vi è la partenza: carichi di speranze e aspettative si affronta la prima parte del viaggio ostentando sicurezze e cercando di scacciare via quella piccola paura che sussurra parole sconsolanti al nostro orecchio. E’ la nostra parte razionale che ci vieta di buttarci nell’ignoto, ci invita a rimanere a casa, al sicuro da tutto e circondati da un futuro già scritto per noi. Accettare la partenza e il viaggio in sé è una delle sfide più difficili, provavo paura e determinazione nello stesso momento, un vortice di emozioni che cambiano senso ogni giorno e che portava un’insensata confusione nella mia testa. Una scelta, la vita ci imponeva di fare un’ennesima scelta. Da un alto si apriva un mondo pieno di mistero e pronto ad inghiottirti, dall’altra la tua casa, il tuo villaggio e i tuoi amici che ti invitano a trascorrere in tranquillità il resto della tua vita. Ho compiuto molti viaggi e mi trovavo sempre di fronte a questa difficile scelta, lo spirito avventuriero ruggiva ma la ragione diffidava, un eterno combattimento nella mente di un ragazzo che ancora è debole. Personalmente scegliere fu un vero e proprio azzardo, un salto nel buio senza paracadute. Sarà stato un colpo di pazzia ma decisi di compiere il grande passo e accettare il viaggio. Tra le dune di Suna e le cascate di Taki avevo riscoperto piccoli pezzi di me stesso scoprendo lati della mia personalità che non conoscevo e abbracciando i lati nascosti del mio animo, poteva ben dirsi un viaggio della scoperta di se stesso, sono parole stereotipate ma nel mio cuore sapevo di essere cambiato. Potevo sentirlo crescere, il cuore di un bambino che lentamente diventava il cuore di un uomo, giorno dopo giorno maturavo e capivo, la vita sembrava sbocciare davanti ai miei occhi mostrandomi tutto ciò che prima mi era cieco. Purtroppo non tutto era perfetto, nel mio lungo viaggio avevo perso una persona importante, il solo ricordo apriva una ferita che stentava a rimarginarsi, il ricordo di Sara viveva in me e convivendo con il dolore avevo imparato a tralasciarlo e ormai era diventato come un rumore sordo che ostentava la sua presenza. Il tempo avrebbe attutito il dolore e il ricordo di Sara si sarebbe tramutato in felici sensazioni al pensiero del suo sorriso e profumo. Con le mani sulla testa seguivo il lungo sentiero che mi separava da due persone che speravo facessero parte della mia vita a lungo: Yuka e Koda. Tornando dalla missione appena compiuta a Suna sentivo i nostri cuori uniti nella stessa frequenza e separarsi da loro era stato difficile, tre ragazzi che percorrevano strade diverse uniti dal destino e costretti a dividersi. Li avevo lasciati alle porte del villaggio, ero stato il primo ad essere richiamato in patria per fare rapporto. Koda avrebbe continuato il suo viaggio verso casa e Yuka si trovava già al siuo villaggio. Chissà quando li avrei potuti rivedere, la breve ma intensa esperienza condivisa ci aveva unito e sembravamo conoscersi da un' intera vita.

    Eccoti! Ti stavo aspettando.

    Il ninja che mi aveva accompagnato nel deserto mi attendeva in un villaggio periferico di confine, sembrava essersela spassata e notando le mie condizioni mi scrutò con occhio critico e non proferì parola. Speravo davvero non volesse chiedermi un rapporto sulla missione perché già temevo il momento in cui dovevo stilarlo per la segreteria del villaggio e rivivere delle scene del genere non era una mia priorità del momento. Da un lato sentivo il bisogno di dover tornare a casa e restarci per sempre, trattenuto tra le quattro mura che mi avevano protetto per tutto questo tempo. Una parte dei me invece provava vergogna per l’esito della missione, avevo subito ingenti ferite ed ero diventato un vero e proprio peso morto per i miei compagni che avevano rischiato la vita pur di salvare la mia. Tra la paura della morte e la vergogna avevo necessita di fuggire e scappare lontano nascondendomi dal resto del mondo. Un fallimento ne portava altri e soprattutto la delusione che avrei letto tra la gente mi avrebbe distrutto in pochissimo di tempo. Tornare in patria ridotto uno straccio, che razza di ninja ero diventato. Il dubbio cominciò ad insinuarsi e mi chiedevo se davvero la via del ninja era il mio destino o dovevo cercare fortuna in qualcos’altro. Le mie incapacità e le mie debolezze vennero fuori in quella maledetta traversata del deserto, speravo di perdermi tra i meandri della sabbia e sgusciare via da questo mondo così duro e crudele. Come potevo io, essere debole, a combattere tutto questo? Le parole del dottore non erano servite a molto, sentivo l’inutilità che avevo rappresentato e ogni momento rimpiangevo quel maledetto viaggio. Seguii il ninja senza emettere nessun suono, cercai di rispondere alle sue domande scuotendo la testa e speravo davvero capisse che ne avevo abbastanza e non avevo nessuna intenzione di parlare con lui. Fu in quell’atmosfera carica di pensieri che cominciò l’ultima parte del mio viaggio: il ritorno. Aspettativa e realtà entravano in collisione e potevo tirare le somme dei giorni passati a Suna concludendo in un'unica orrida sensazione di sconforto che non voleva staccarsi di dosso. Attraversando il confine speravo che le mie emozioni rimanessero li, insieme alle mie orme impresse nella sabbia. Speravo di poterle lasciare alle spalle cercando di abbracciare il nuovo futuro che mi attendeva. Il cuore scandiva i passi del ritorno e la mente vagava nei meandri più oscuri della ragione. E fu in quel momento che il futuro si sgretolò, le certezze divennero frantumi e un altro baratro ignoto mi attendeva, avrei saltato anche questa volta?



    Edited by Kuma° - 30/7/2015, 16:35
     
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    Nel viaggio di ritorno ci fermammo parecchie volte. Il mio accompagnatore sembrava avere un occhio di riguardo nei miei confronti. Purtroppo le mie condizioni non erano ottimali e nonostante la convalescenza era ormai lontana il mio fisico stentava a riprendere i ritmi di un tempo. Nonostante il deserto fosse lontano il sole picchiava ancora sulle nostre teste e passata una mezza giornata mi ritrovai esausto e completamente sudato.

    Sei parecchio pallido, conviene fermarci da qualche parte.


    Il suo sguardo indagatore vagava per il mio corpo cercando qualche pericolo e il suo tono non sembrava ammettere repliche. Non avevo molta voglia di allungare la strada e far diventare il viaggio di ritorno lungo e interminabile.

    Non possiamo continuare ancora un altro po’?

    La voce spezzata mi tradiva, dovetti appoggiarmi alle ginocchia per riprendere fiato e con la fronte completamente imperlata dal sudore mi dovetti arrendere. Il ragazzo sembrava quasi sul punto di scoppiare a ridere ma intercettando il mio sguardo mi prese il braccio e se lo passò sopra la sua spalla. Facendo leva sulle gambe mi alzò e con delicatezza mi fece sedere su un tronco spezzato.

    Che ne pensi di finirla con questa storia? Sei stremato e tutto sudato. Non sei in grado di camminare a lungo quindi adesso facciamo una pausa. E’ un ordine il mio!

    E va bene.. Come dice lei signore.

    Purtroppo la gerarchia ninja era legge e non potevo trasgredire un ordine di un superiore. Tra l’altro non mi sentivo in forze e non sarei stato capace di continuare il viaggio. Sconsolato dovetti accettare la verità e concedermi del riposo.

    Vieni, qui vicino c’è una bella fonte d’acqua e direi che un bel bagno ripristinante fa proprio al caso nostro.

    Senza fare storie seguì il ragazzo e mentre ci facevamo strada tra le piante mi accorsi che il suo comportamento nei miei confronti era migliorato e finalmente stava diventando infinitamente più simpatico. Distratto da questi pensieri non mi resi conto che eravamo arrivati alla fonte di cui parlava. Sorridendomi indicava la pozza d’acqua costantemente irrigata da una piccola cascata. Evidentemente la vicinanza con Taki si faceva sentire. Senza proferir parola osservai il ragazzo spogliarsi velocemente e ad un tratto cominciai ad arrossire quando stava per levarsi anche la biancheria intima. Distolsi lo sguardo e cominciavo a sentire del calore sulle gote.

    Allora? Che fai ti vergogni? Siamo uomini, non dovresti avere questi problemi! O forse..

    Ehi! E’ che.. no, non sono mica imbarazzato o meglio.. è la prima volta che mi trovo in questa situazione e non mi vergogno mica. E’ solo un po’ strano.

    Sforzai ogni muscolo del mio corpo per tenere lo sguardo fisso nei suoi occhi e quasi cominciavo a lacrimare per evitare di sbattere le palpebre. Senza aspettare la sua risposta lo affiancai e cominciai a spogliarmi cercando di essere il più naturale possibile. Alla fine avevo detto la verità, non mi ero mai trovato in una situazione del genere ma fortunatamente passati i primi attimi di imbarazzo mi ritrovai stranamente a mio agio in quelle condizioni e non provavo più nessuna strana sensazione. Una volta spogliatomi di tutto mi voltai verso il ninja e con un cenno ci tuffammo nelle acqua più fresche e leggere che esistessero. Immersi fino alla vita ci ritrovammo a scherzare e ridere come due bambini. Imparai a conoscere il ninja, si chiamava Adam e man mano che il tempo passava mi accorsi di quanto fosse sbagliato il mio pregiudizio nei suoi confronti. L’atmosfera tesa si era rilassata e si era persa l’etichetta data dai gradi gerarchici. Lentamente le forze mi stavano tornando e gli confessai di essere pronto per fare tappa al villaggio vicino per riposare per bene e riprendere il viaggio il giorno dopo. Durante il bagno aveva parlato di un villaggio nelle vicinanze e di una locanda perfetta per riposare. Cercai di rilassarmi il più possibile così da recuparare l'energie necessarie per il viaggio. Avevo deciso di affrontare le conseguenze della missione e non avrei batutto ciglio.

    Dimmi una cosa prima di andare.. non so cosa hai visto in mezzo a quel dannato deserto ma devi sapere che ogni ninja è tenuto come servitore del proprio villaggio a servire e adempiere i compiti che gli sono stati assegnati. Pensi di aver visto l’inferno, fammi pensare un po’.. la missione chiedeva di soccorrere due uomini ingoiati da un mostro. Delle voci mi hanno riferito di un titano scontro tra più leviatani e ninja. L’avete scampata per un pelo ma il vostro incarico è andato compiuto? Non ho nessuna intenzione di incolparti ma sappi che ho notato il tuo sguardo, ci sono passato anche io. Stai cercando di nascondere le tue emozioni ma sappi che la tua debolezza è una condanna a morte per altri. Le persone riporranno in te la loro fiducia e tu non potrai deluderli. Quando vado in missione non ho tempo né l’onore di avere stupidi pensieri sulla mia insicurezza o debolezza. Mi viene affidata la vita di altre persone e non è possibile avere ripensamenti. Ora devi dirmi una cosa, sei disposto a farti carico di tutto questo? Più il tempo passa più le responsabilità aumenteranno, non è un gioco né un passatempo. Tu, Kuma Shoton, sei pronto ad inseguire la via del ninja?




    Edited by Kuma° - 31/7/2015, 13:31
     
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    Passarono alcuni giorni prima del raggiungimento dei confini del paese del suono. Ero quasi certo che il mio accompagnatore avesse trovato il percorso più lungo da fare per riportarmi in patria. Non lo condannavo anzi, gli ero riconoscente per tutta l’attenzione e il tatto con cui stava trattando la situazione che si era andata a creare. Dal giorno del bagno in quella strana pozza non avevamo parlato molto e soprattutto non c’era stato nessun accenno al discorso fattomi dal ninja. Sul momento infatti avevo fatto scendere un silenzio carico di ansia e soprattutto mi sentivo scombussolato dallo schiaffo morale datomi dal collega. Le sue parole mi colpirono sul profondo e il mio cervello non riuscii sia a capire che ad elaborare una risposta a tutto ciò che mi era stato scagliato. Anche nei giorni successivi mi ritrovai in uno stato confusionale e difficilmente riuscivo a elaborare pensieri razionali e di risposta alla provocazione del ninja. Le giornate trascorrevano tutte uguali, non facevo altro che seguire la guida per i sentieri più contorti e strani che avevo mai visto. Un po’ come nella mia mente la strada si dipanava e si confondeva sempre più fino a creare un labirinto di sentimenti e pensieri difficile da sciogliere. Purtroppo questa situazione non era familiare, molte volte mi ero perso tra i meandri delle mie emozioni e difficilmente riuscivo a prendere una posizione e seguire una via che delineasse il mio carattere così cangiante. Non ero mai stata una persona con un tratto distintivo che prevaleva sugli altri, da quando bambino mi consideravo una goccia in un grande oceano, uno dei tanti umani che abitavano la terra. Come potevo farmi notare in un modo così grande e con così scarse capacità e personalità? Lentamente un senso di sconforto si impadronì ancora una volta di me, una sensazione ormai familiare e che non riuscivo a scollarmi di dosso facilmente. Più il tempo passava più sentivo il mio essere scomparire tra i mille presenti e nullificarsi fondendosi con la massa. Il futuro che mi spettava era questo: scomparire. Una persona piatta come me non aveva speranze di continuare e soprattutto emergere in un mondo pieno di sogni e di speranze che io non coltivavo. In effetti se ci pensavo bene potevo osservare moltissimi ninja che erano mossi da importanti ragioni e portando i loro sogni come incoraggiamento avanzavano lungo la loro via crescendo e diventando sempre più forti. Purtroppo questo fortunato destino non era toccato a me. Nessuno sogno, nessun obiettivo solo il vuoto totale. Ed ecco la chiave che serviva per rispondere alla domanda del ragazzo. Del resto era molto semplice e stranamente non l’avevo ancora capito. Prima dovevo chiedere a me stesso cosa stavo inseguendo e dove mi avrebbe portato questo cammino. Fino ad oggi avanzavo per inerzia e senza nessuna spinta o appiglio, era il momento di decidere e porsi degli obiettivi e soprattutto capire cosa diavolo dovevo fare con la mia vita. Il tempo sarebbe passato e non potendo più riacciuffare dovevo capire bene come usarlo, fugace com’era non potevo permettermi di lasciarlo scivolare via tra le dita. Dovevo compiere una scelta, capire cosa volevo fare e soprattutto regolare la mia intera vita in funzione dei miei obbiettivi. Era finito il periodo in cui avrei fatto affidamento sugli altri, la realtà chiamava e se non sarei stato in grado di affrontarla avrei ricevuto un duro colpo perché si sa… la vita non fa sconti e non ha scrupoli.

    La strada di ritorno terminò, le porte di Oto si stagliavano davanti a noi e il ragazzo si fermò stiracchiandosi la schiena e lanciandomi uno sguardo che anticipava i saluti e il ritorno alle proprie case. Durante l’ultimo tratto di camminata avevo ragionato molto e tra i mille pensieri cercai di porre un ordine e di capire realmente cosa diamine mi aspettava. Afferrai la manica del ninja e con un piccolo strattone attirai la sua attenzione.

    Io.. volevo una attimo parlarti dell’altro… ehm.. giorno.

    Presi un respiro profondo, gonfiai il petto facendo entrare più aria possibile. Potevo sentire il cuore esplodermi in gola e il sangue pulsare nelle vene. Dovevo cercare di calmarmi, contraendo i muscoli buttai fuori tutta l’aria possibile cercando di sputare via l’ansia e mantenendo il controllo su me stesso e sulle emozioni. Cercai i suoi occhi ostentando tutta la sicurezza che avevo.

    Ecco, allora volevo risponderti alla domanda che mi hai fatto. La risposta è : non lo so! Ho riflettuto a lungo sulle tue parole, mi è venuto anche il mal di testa e non riesco a capire neanche io perché sono finito qui oggi. Ma ho capito solo una cosa, il fatto di non avere un buon motivo o un obiettivo non prescinde la mia scelta di seguire la via del ninja. Io.. sento che è la cosa giusta da fare. Non vorrei stare da nessun’altra parte. Se ho un posto nel mondo sono sicuro che lo troverò solo se seguirò questa mia scelta. So che può sembrare strano ma tutto ciò a cui andrò incontro mi farà crescere e spero che un giorno capirò tutto. Ma fino a quel giorno io continuerò ad andare avanti con tutte le mie forze perché se dovessi decidere dove trovarmi tra qualche anno non farei altro che scegliere mille volte la stessa cosa: davanti a queste porte a ritorno da un’altra missione. Quindi la mia risposta è questa, saluti e grazie!

    Senza aspettare un minimo secondo cominciai a correre a perdifiato per tutto il villaggio schivando persone e dirigendomi verso casa. Avevo lasciato ogni insicurezza e paura alle porte e correndo via sentivo la libertà scorrermi tra i capelli e una sensazione di fierezza mi invadeva il petto. Finalmente avevo preso una decisione ed ero disposto a fare tutto per inseguirla. La mia via del ninja era appena cominciata e non restava altro che percorrerla.



    Scusate la bassa qualità :c questa è la fine della PQ!


    Edited by Kuma° - 7/10/2015, 16:01
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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