Ogni Lacrima è una Cascata!

Missione Lv B per 3 Chuunin [Kuma - Nico - Dan]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    13,240
    Location
    Sotto un Albero di Arance.

    Status
    Offline
    CITAZIONE
    Gentilissimi Kage e Damyio,
    vi scrive il consigliere di Taki per domandarvi - ahimé - ancora una volta un aiuto, nemmeno tanto consistente. Fortunatamente i lavori stanno andando a gonfie vele e la ricostruzione del villaggio è quasi terminata anche grazie agli aiuti che ci avete mandato in precedenza. Ma... c'è un ma. Da qualche tempo ci sono delle frane frequenti dal piccolo promontorio ad est di Taki, con massi che rotolano fino a valle ed ostruiscono viali, bloccano ruscelli e tante altre brutte cose che non vi sto a dire, vi verrà spiegato tutto a momento debito.
    I nostri sismografi, comunque, non hanno rilevato assolutamente nulla nella zona della piccola montagna, ed uno di loro è addirittura rimasto ferito per la caduta di un masso. Il problema è che non abbiamo le forze per distaccare un manipolo da Taki, abbiamo bisogno della massima protezione, ed è per questo che vi richiediamo due o tre giovani abili per indagare cosa succede su quella montagna, Taki vi sarebbe davvero grata.
    Un ringraziamento speciale,
    Hanai, Consigliere di Taki

    Nico e Kuma, potete ricevere l'annuncio come meglio credete! Avete tempo 3 giorni per postare! Se qualcuno volesse inserirsi nella missione lo scriva qui sotto spoiler o me lo dica per mp.

    Partecipanti: 1. Kuma
    2. Nico
    3. Dan


    Edited by ~Dan - 22/7/2015, 23:06
     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar

    » S l e e p y «

    Group
    Member
    Posts
    12,907

    Status
    Anonymous
    A Kusa fa caldo. Tanto. Troppo.
    Era quello il denominatore comune da ormai un paio di giorni, probabilmente per colpa di alcuni fenomeni atmosferici praticamente tropicali. Si passava dal sol leone a temporali paragonabili a quelli invernali, con anche alcune grandinate intense. Quel giorno era particolarmente soleggiato ed afoso. Di aria ne girava veramente poca e chiunque si sentiva soffocare. Anche la Kusa-Kage, ma lei da ben altro. Inohana e la sua amica Reika poltrivano su uno dei divani di casa, di fronte ad una finestra spalancata. Entrambe erano in succinta lingerie, lasciando scoperte le loro perfette forme a chiunque fosse abbastanza alto da arrivare fino all'affacciarsi alla finestra del secondo piano di casa o fosse in grado di camminare su un muro. Erano entrambe praticamente nude! Inohana era anche coperta d'acqua dalla testa ai piedi come rimedio per il grande caldo e l'opprimente afa del giorno. Al contrario la sua amica sembrava più intenzionata a fare una sauna che a combattere quel clima meteorologico.

    - Ehi, è da tanto che non chiacchieriamo un po'. -

    Disse Reika con un grosso sorriso sul viso. Era effettivamente molto tempo che le due non si prendevano cinque minuti per riposarsi dalla loro vita quotidiana e parlare assieme. Reika era un'ottima fonte di sfogo. Non era né intelligente né saggia né altro, anzi era piuttosto scema, però sapeva cosa Inohana volesse ed era più che disponibile a concederglielo. Ovvero semplici parole di conforto.
    La giovane Yamanaka accavallò le gambe con un movimento molto sensuale e calmo, voltandosi poi verso l'amica del cuore. Le voleva ancora un mondo di bene. Così tanto bene da non separarsi praticamente mai da lei, tranne di rado per lavoro. E quando lo faceva, veniva sempre avvolta da un leggero velo di tristezza e solitudine.

    - Presumo di sì! Beh... Come va? -

    - Non lo so. Oggi fa caldo ma non mi sento troppo triste... -

    - Senti un po', perché non mi parli del tuo ragazzo? -

    Disse, dandogli un colpetto sulla spalla che sembrava un sampietrino scagliatole addosso con tutta la forza che qualcuno può avere in corpo. Inohana la guardò sorridendo, anche perché non era il suo ragazzo Ban. Le piaceva, ma non voleva sbandierarlo ai quattro venti, anche se poteva parlarne con la sua amica.

    - Non è il mio ragazzo. Anzi, nemmeno so se gli piaccio... A dire il vero, sono sicura di essere solo un'amica per lui. E di non piacergli... -

    - Ma che diavolo dici! Tu piaceresti a chiunque! Sei bella, giovane, simpatica, tenera... -

    - Purtroppo non è vero Reika. Sono solo una ragazza depressa che non sa fare assolutamente niente. E poi, penso sia meglio così, rovinerei anche la sua vita. -

    Reika scoppiò in una piccola risata. Le passò una mano tra i capelli con la tenerezza che solo un'amica di lunga data che sa chi sei può restituire. La giovane Yamanaka non era triste, semplicemente sapeva che cosa stava facendo e che probabilmente quel ragazzo sarebbe stato inavvicinabile. Come poteva essere così tenero con lei senza sapere nulla della storia della ragazza? Era proprio quello il punto che non capiva Inohana della relazione tra i due. E pensare che lo aveva baciato.

    - Smettila di fare la stupida su! Non puoi dire così... E poi... E poi è bellissimo. C'è. L'hai visto? Ed è anche così tenero e carino con te. -

    - Lo so.
    E poi Reika che cavolo! Mica ho detto che voglio farci sesso... Vorrei solo... Stare con lui, ecco. E' una persona che mi rende calma per un paio d'ore. E' per questo che mi piace. Però, io son convinta di non piacergli...
    -

    La chunin di Kusa non sapeva cosa provava Ban per lei. Era proprio quello il punto del suo sentimento di incertezza: non aveva mai capito quegli sguardi di Ban, le sue tenerezze. Forse aveva capito che la Yamanaka passava un pessimo momento della sua vita e si era affezionata a lei... Ma continuava a non decifrare quei sentimenti. Con lui era felice. Lei sapeva cosa voleva dalla relazione con Ban e, forse per la prima volta, non era la mera felicità che una notte ogni tanto è in grado di concedere, ma una felicità lunga, eterna. Voleva essere felice per la prima volta nella sua vita con qualcuno, dopo che le avevano strappato l'unico ragazzo che aveva davvero amato. Probabilmente lei amava Ban, ma non se ne rendeva conto e pensava che fosse lui a non ricambiare il suo sentimento, o a non mostrarlo. Si trattava di una situazione molto strana per la ragazza, molto contorta, e da essa non riusciva ad uscirne senza sentirsi infelice.
    La deprimente infelicità, ecco cosa costituiva la vita di Inohana Yamanaka da ormai un paio d'anni.
    Qualcosa però stava per cambiare. Infatti una persona bussò alla porta di casa, facendo affrettare le due ragazze seminude ad aprire il grosso portone bianco per constatare di chi si trattava e che intenzioni aveva. Presentarsi così svestite ad un estraneo però non era molto garbato... Ma loro se ne disinteressarono altamente! Inohana aprì la porta, mentre Reika le spazzolava i capelli ridacchiando. Si trovarono di fronte un uomo che non riuscì a contenersi guardando le due. Infatti abbandonò una missiva sigillata e scappò in preda al panico, muovendo pedate veloci verso il centro della città. Un paio di passanti le squadrarono con vergogna e mancanza di rispetto. Non si curarono degli sguardi altrui quanto di recuperare quella busta bianca che si era sporcata nella caduta sul selciato di fronte all'immensa villa nel villaggio dell'Erba. Le due si affrettarono a chiudere la porta e distruggere il rivestimento della lettera. Era sigillata e quel sigillo veniva dagli uffici del Kage, quindi probabilmente era una missione. Ma... Una missione per entrambe? Assieme, finalmente? Lo desideravano da un sacco di tempo.
    Ed invece no.
    La missiva era chiaramente indirizzata alla sola Inohana, la quale lesse il contenuto e capì che il lavoro la costringeva a viaggiare di nuovo. Aveva bisogno di una pausa per se stessa, per cercare di guarire dalle sue crisi o comunque di riposarsi dalle fatiche dell'essere un Chunin di un piccolo villaggio come quello dell'Erba. Ed invece era stata chiamata in missione. Probabilmente perché Kusa era uno dei luoghi dove la guerra aveva creato meno scompiglio e distruzione. Abbracciò teneramente la sua amica, la quale rispose con un fugace bacio su una guancia ed un grosso sorriso, e la Yamanaka partì spedita verso colui che doveva trasferirla a Taki in men che non si dica.
    […]
    La ragazza arrivò alle porte del così detto Villaggio della Cascata nel giro di un paio d'ore. Non perché esso fosse molto vicino a Kusa, ma anche grazie ad un trasporto rapido con un animale. Il viaggio era stato un po' scomodo però. Le facevano male le chiappe! E pensare che era uscita di casa praticamente in reggiseno e gonna... Ed a Taki non faceva caldo come a Kusa. Anzi, la temperatura era a dir poco gradevole. Sarà per colpa della cascata...
    La giovane si avvicinò alle porte, in attesa di qualche cosa, anche un minimo cenno o una persona che doveva incontrare lei e chissà, magari dei compagni di missione.

    - Salve? Sono qui per... Incontrare... Boh, qualcuno con cui parlare di... Questa missione? -

    Disse, mostrando la missiva contenente la richiesta di aiuto.

    Inohana Yamanaka
    E... Sì. Il quanto temporale di questa missione a Kusa non dovrebbe esistere. :asd:!!
     
    .
  3.     Like  
     
    .
    Avatar


    °˖✧◝(⁰▿⁰)◜✧˖°

    Group
    Konoha's Ninja
    Posts
    1,994

    Status
    Anonymous
    La stagione estiva non faceva sconti, l’afa e l’umidità si abbattevano tenaci su tutta Oto costringendo gli abitanti dell’accaldata città a trovare un qualsiasi modo per combattere l’appiccicoso caldo che presenziava giorno e notte. Le donne nel modo più disparato sedevano nei cortili sventolando bianchi ventagli in cerca di qualche brezza miracolosa, gli uomini più audaci stavano mezzi nudi sotto gli alberi a fumare e giocare a carte cercando svago nei pomeriggi più oziosi e accaldati che la regione affrontò in quel periodo dell’anno. La tranquillità e il relax pomeridiano accumunavano quasi tutte le anime del suono ma volontariamente mi tirai fuori e decisi di escogitare un modo tutto mio per combattere quel dannato caldo: provare ancora più caldo! Forse mi era partita qualche rotella ma approfittai per quel pomeriggio di riposo per allenarmi nelle arti marziali e imparare qualche nuovo trucchetto che magari mi avrebbe aiutato. Purtroppo le mie doti era completamente sbilanciate nelle arti magiche e in un combattimento corpo a corpo rischiavo di essere mandato a tappeto con una sola mossa. Nonostante i frequenti allenamenti le mie capacità rimanevano molto basse e dopo qualche giorno persi le speranze accantonando momentaneamente l’idea di diventare un maestro di arti marziali.

    DEVO fare una maledetta doccia!


    Sentivo il sudore scendere a gocce sul petto e cadere a terra in piccole macchie circolari che seguivano il mio cammino verso la sacra stanza che conteneva la tanto amata doccia. L’unico posto in cui per dieci minuti il caldo ti abbandonava e potevi lasciarti andare alle fresche correnti d’acqua che ricompensavano ogni minino secondo di allenamento. Questa fantastica situazione però ti accompagnava durante tutto il tragitto che separava la doccia alla porta del bagno, cinque secondi e ti ritrovavi asciugato, sudato e di nuovo puzzolente!

    Maledetta estate!

    In quel vortice di afa e umidità mi costrinsi a prendere una decisione drastica e cercare climi più miti per passare una dignitosa mini vacanza che mi ero altamente meritato. Il lavoro era stato duro, la fatica tanta e sentivo il bisogno di staccare dal villaggio e recuperare le energie in qualche posto in riva al mare. Speravo di poter ottenere una licenza e uscire da quelle calde mura per dirigermi a Taki, una meta perfetta per chi cercava la tranquillità e un ottimo clima. Armato di cartina e tanta volontà imposi l’arrivo nelle coste nord che erano bagnate dal Mare del Nord, un clima marittimo era quello che mi serviva e non vedevo l’ora di andare a trovare un amico che non vedevo da molto: Alphonse o come si fa chiamare dagli amici Al, avevamo passato un po’ di tempo insieme, tra missioni e allenamenti, avevamo instaurato una piccola amicizia che durava nonostante la lontananza. Non ci eravamo più visti dall’ultima missione che avevo compiuto insieme e dopo tanto tempo ero quasi ansioso di rivederlo e mostrargli i miei miglioramenti, da quel giorno mi ero allenato molto e i progressi erano tangibili, l’avrei sorpreso sicuramente!

    Kuma aspetta!

    Stavo per posare piede fuori dal villaggio quando un ragazzo si avvicinò correndo a perdifiato verso di me sbracciandosi e urlando il mio nome ai quattro venti. Si fermò davanti a me e boccheggiando cominciò a prendere fiato.

    Scusa, ma chi diavolo sei?

    Osservandolo meglio notai una lettera che teneva stretta in pugno e inclinando la testa potei notare chiaramente il nome inciso a chiare lettere sullo sfondo bianco. Senza aspettare risposta la strappai dalle mani del ragazzo e la aprii in fretta e furia.

    CITAZIONE
    Gentilissimi Kage e Damyio,
    vi scrive il consigliere di Taki per domandarvi - ahimé - ancora una volta un aiuto, nemmeno tanto consistente. Fortunatamente i lavori stanno andando a gonfie vele e la ricostruzione del villaggio è quasi terminata anche grazie agli aiuti che ci avete mandato in precedenza. Ma... c'è un ma. Da qualche tempo ci sono delle frane frequenti dal piccolo promontorio ad est di Taki, con massi che rotolano fino a valle ed ostruiscono viali, bloccano ruscelli e tante altre brutte cose che non vi sto a dire, vi verrà spiegato tutto a momento debito.
    I nostri sismografi, comunque, non hanno rilevato assolutamente nulla nella zona della piccola montagna, ed uno di loro è addirittura rimasto ferito per la caduta di un masso. Il problema è che non abbiamo le forze per distaccare un manipolo da Taki, abbiamo bisogno della massima protezione, ed è per questo che vi richiediamo due o tre giovani abili per indagare cosa succede su quella montagna, Taki vi sarebbe davvero grata.
    Un ringraziamento speciale,
    Hanai, Consigliere di Taki

    La lettera era una copia del messaggio emanato dal consigliere di Taki, ancora una volta i lavori della ricostruzione e soprattutto la vita pacifica del paese. Stavo per domandarmi perché ero stato scelto io quando il ragazzo ripristinato il fiato parlò rispondendo alla mia muta domanda:

    Un signore mi ha detto di affidarti questa missione di Livello B, purtroppo non siamo riusciti a trovarti a casa per spiegarti meglio la situazione e hanno affidato a me il compito di recapitarti la missiva e per augurarti buona fortuna per il viaggio. Dopotutto sei stato un ninja molto presente a Taki e qualcuno avrò riposto fiducia in te. Ti conviene partire subito!


    Il ragazzo fece dietrofront e sparì tra le vie della città lasciandomi impalato come un’idiota. Dentro la mia mente vedevo il mare allontanarsi e quasi scosso dalla notizia dell’imminente missione mi incamminai fuori dal villaggio indossando la divisa ninja che avevo portato con me, da adesso ero in pieno servizio.


    Taki si mostrava nella sua piena bellezza, il periodo estivo risaltava i torrenti e fiumiciattoli che offrivano acqua per i viandanti sfiniti ed uno spettacolo mozzafiato per gli osservatori più acuti. Il sole si rifletteva sulle mille increspature dell’acqua, insinuandosi tra le mille rocce una sinfonia di suoni e luci accompagnò il mio viaggio verso la capitale che avvolta in una misteriosa atmosfera ripagava senza alcun dubbio il lungo viaggio che avevo compiuto. A quanto pare gli abitanti della cascata non conoscevano la parola caldo, la presenza dell’acqua abbassava la temperatura dell’aria facendo diventare Taki una paradiso estivo degno di qualsiasi metà turistica che andavano molto di moda. Considerato il largo anticipo di un giorno mi regalai un momento di relax, un bel bagno rigenerante nelle fresche acque del lago affollate da famiglie e bambini urlanti, sembrava tutta un’altra vita rispetto all’afosa Oto circondata dalle paludi che diventavano ancora più tossiche grazie al caldo, fu tra le acqua di Taki che accarezzai l’idea di trasferirmi in questo magico mondo e passare la mia esistenza ai piedi della grande cascata. Il giorno dopo mi recai alle porte recando in mano la richiesta d’aiuto e cercai qualcuno che poteva darmi una mano, non passò qualche secondo che una voce femminile alle mie spalle mi fece voltare. Una donna mi dava la schiena e chiedeva spiegazioni a qualcuno:

    Salve? Sono qui per... Incontrare... Boh, qualcuno con cui parlare di... Questa missione?

    Che fosse stata la donna mora la mia compagna di missione? Attesi in silenzio dietro la ragazza cercando di non sembrare un maniaco in cerca di chissà quale preda. Quella ragazza aveva tutta l’aria di metterti a tappeto con un pugno e non avevo completamente voglia di iniziare con il piede sbagliato, mi sarei presentato a tempo debito.

    Sono anche io qui per la missione!

    Mi avvicinai facendo finta di essere appena arrivato e affiancai la ragazza in attesa di risposta.


    Edited by Kuma° - 15/7/2015, 09:34
     
    .
  4. ~Dan
        Like  
     
    .

    User deleted


    ~ Ogni Lacrima E' Una Cascata
    Narrato
    Pensato
    Parlato
    Altri

    Il clima non poteva essere dei migliori, Alphonse non poteva chiedere di meglio.
    Il sole illuminava lo specchio d'acqua in cui il Ninja si crogiolava mezzo nudo, con la sola superficie cristallina a coprirlo, e neanche completamente, tanto che un paio di persone che passavano di là, gli scoccarono uno sguardo imbarazzato, forse perché avevano visto più quanto effettivamente interessasse loro.
    Il Genin non aveva assolutamente alcun problema con la nudità, il suo corpo non lo imbarazzava in alcun modo, probabilmente era uno dei pochi a pensarla in questo modo, dato che oramai tutti sembravano ossessionati dal proprio aspetto, mai soddisfatti del risultato raggiunto e sempre alla ricerca di una posa migliore, in modo da essere notati positivamente dalla società.
    Limiti mentali che impedivano loro di godere semplicemente di quanto era stato dato loro, concezioni che avevano reso possibile la pace e la serenità di quel luogo.

    Mmm, forse è meglio così, chissà...

    Con questa nuova convinzione, il giovane si lasciò scivolare giù, i liquido che rapidamente risaliva il suo torace, dunque il collo ed il volto, costringendolo all'apnea: come un corpo inerme, privo di vita, il giovane si lasciò cullare dall'acqua, sospinto essenzialmente dalla "caduta" iniziale verso il centro di quella formazione forse di origine vulcanica, data la geometria del suo perimetro.
    I raggi filtravano facilmente la superficie cristallina, permettendo al Genin di guardarsi intorno con relativa semplicità, ammirando come il potere di rifrazione del composto chimico potesse distorcere la realtà in tal modo, rendendo l'ambiente circostante così differente da quello cui era abituato: le forme non erano più nitide ed i contorni sfumati, il movimento sembrava essere l'essenza di quel mondo alieno, così come anche la sua chiave di lettura.
    Rimasto a corto di fiato, il giovane si affidò alle sue potenti gambe per poter riemergere in fretta ed assaporare l'insapore ossigeno da cui tanto dipendeva.

    Ci vuole coraggio a nuotare nudo in un luogo pubblico.. Considerando poi che non sei proprio ben messo là sotto, non ti pare?

    Hmpf, sono comunque messo meglio di te..

    Una figura scura era accovacciata sul ciglio della piscina, i capelli biondo cenere scompigliati dal vento e un ghigno talmente familiare che non avrebbe potuto confonderlo neppure se lo avesse voluto.

    Non sei di riposo oggi, John? Levati quella dannata giacca militare e vieni in acqua. Mio Dio, sei diventato così noioso..

    Hai ragione Al, ma sono qui per darti il cambio.. Proprio perché non sei di riposo, ti è stata affidata una missione. E' un lavoro qui al Villaggio, ad ogni modo è una B, quindi mi preparerei a dovere.. Ti ho portato la tua roba, fra venti minuti devi presentarti a rapporto..

    Il Genin poggiò le mani sulla superficie liquida e, sfruttandola come un appiglio solido infondendovi un'esigua quantità di chakra, spiccò un balzo in modo da atterrare accanto al suo fratellastro, che si alzò di scatto in modo da evitare sia gli schizzi d'acqua quanto di ritrovarsi con il proprio volto vicino a zone scabrose dell'altro.
    Frettolosamente, il Genin si infilò i bermuda quindi una T-shirt blu elettrica e, fissati i borselli porta armi con i vari lacci, il ragazzo si congedò dal fratello, dirigendosi vrso il luogo dell'appuntamento.

    [...]

    Da quanto aveva letto nella nota lasciatagli dal fratello, si erano verificati una serie di frane ed incidenti simili presso un promontorio, ad Est di Taki.
    La richiesta d'aiuto sembrava essere stata fatta da una ditta di lavori impegnata nel restauro finale di quel distretto del Villaggio, lavori rallentati proprio da quella serie di imprevisti poco graditi.
    Una giovane donna, veramente poco vestita, solo con reggiseno ed una minigonna molto succinta, sostava presso il luogo dell'appuntamento, affiancata da un ragazzo biondo, dai tratti noti, seppur la sua memoria non riuscisse a mettere a fuoco quel ricordo.
    Non che si stesse sforzando più di tanto, la sua attenzione era completamente concentrata sulle curve della ragazza, che non sembrava molto più grande di lui, tra l'altro.
    Rallentata la sua andatura al passo, l'ultimo memebro del Team si unì al gruppo, affiancandosi alla ragazza.

    Anche voi siete stati assegnati per questa missione? Piacere, io sono Alphonse, tu come ti chiami? E tu.. Ehi, ma tu sei Kuma! Ciao, come stai? Ti piace proprio Taki eh, stai più qua che al tuo Villaggio!
    Ad ogni modo, avete già parlato con qualcuno? Sapete già cosa dobbiamo fare, di preciso?


    Alphonse Elric
    Consumo Resistenza:
    Consumo Stamina:
    Recuperi: //

    Azioni:
    #

    Resistenza: 300/300
    Stamina: 100/100

    Stato Fisico: Ottimo

    Equipaggiamento:

    # 2 Kunai
    # 3 Shuriken
    # 1 Tanto
    # 1 Shuriken del Vento Demoniaco
    # 1 Tonico da Guerra

    # Sandali a Reazione [X]

    Armi svelate/utilizzate: //


    Fatto, scusate la brevità. Ah, temporalmente va per forza ambientata dopo il leviatano, questi sono tutti contenti del loro titolo di Chuunin, non ho il cuore di strappargli il giubbetto :asd:
     
    .
  5.     Like  
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    13,240
    Location
    Sotto un Albero di Arance.

    Status
    Offline
    I tre ragazzi giunsero quasi nello stesso istante alle porte del villaggio, anche se uno dei partecipanti era proprio uno dei suoi abitanti che gentilmente si era offerto di indagare sugli strani avvenimenti della città, anche perchè dopo la comparsa di una di quelle mentecatte della GiroVoid Saber non si era più stati tranquilli. A quanto pare, comunque, addirittura la loro base era stata espugnata ed i capi imprigionati, quindi non potevano essere loro. Forse.
    Comunque sia, una delle guardie proprio fuori dal villaggio accolse con un freddo sorriso di circostanza la giovane Inohana, seguita a ruota da Kuma ed Alphonse, alla vista del quale l'uomo sembrò più rilassato, forse perchè si trattava proprio di un suo concittadino, chi lo sa. Comunque sia, sembrò rimuginarci un attimo prima di rispondere, inesorabilmente distratto dagli enormi seni della giovane.

    Ehm... Sì, il capo-cantiere sarebbe dovuto essere da queste parti, in realtà... Anche s-Oh eccolo!

    Ed ecco che indicò con la mano destra un punto dietro di loro. Se i ragazzi si fossero girati, anche attirati da quei passi pesanti, avrebbero visto un grosso omaccione nerboruto e con i muscoli sproporzionatamente grandi, in particolare in corrispondenza dei bicipiti e delle spalle. Una chioma folta, castana ed un po' spettinata ed un barbone incolto. Una canotta bianca a coprirne il villoso petto, mentre una salopette da operaio a coprire tutto il resto.
    Egli sembrò proprio dirigersi nella loro direzione in seguito ad un cenno della mano della guardia, osservando quei tre piccoletto e cominciando a parlare da dietro i suoi baffoni, guardandoli con curiosità con i suoi occhi verde scuro. Arrivato a circa un paio di metri nota l'annuncio nella mano della giovane e subito sul suo volto si allarga un sorrisetto divertito.

    Mi hanno mandato una ragazza e 2 tipetti mingherlini? OOOOh bene! Spero sappiate almeno arrampicarvi, pappemolli! Seguitemi! E tu, cosa, cerca di coprire al massimo la tua pelle fino al petto, è pur sempre un cantiere di muratori e... beh.

    E detto questo, senza nemmeno presentarsi, avrebbe ripreso a camminare verso il punto dal quale era venuto, seguendo con il suo passo quasi militare un sentiero vagamente abbozzato da un chiarore del terreno che si inoltrava fra la boscaglia e la terra bagnata. Se i giovani avessero deciso di seguirlo, comunque, si sarebbero trovati a percorrere un sentiero che si inoltrava sempre di più in una fitta boscaglia.
    Non sarebbe stato difficile per i giovani ficcare i piedi in pozze d'acqua nascoste o buche di fango, oppure semplicemente inciampare in qualche roccia o arbusto. L'altro si muoveva spedito, comunque, evitando ogni singolo ostacolo e non voltandosi nemmeno per assicurarsi che gli altri fossero dietro di lui. In caso si fossero persi, comunque, avrebbero potuto seguire dei rumori crescenti di martelli pneumatici e suoni metallici proprio in direzione nord.
    Una camminata lunga all'incirca una ventina di minuti e non di più, con gli alberi dalle chiome così fitte che coprivano addirittura lo scenario di fronte a loro, non permettendogli di vedere assolutamente nulla di quello che li aspettava. Arrivati al confine di quel boschetto, comunque, ecco che si aprì un immenso spazio che sembrava quasi una piazza: larghissimo, pieno di rocce e dal terreno durissimo, solcato inucamente da qualche ruscello gentile che aveva scavato la roccia negli anni.
    Proprio davanti a loro tantissime impalcature ed attrezzi, ed alla loro sinistra, a circa una ventina di metri, cominciava a salire una grandissima montagna di un paio di centinaia di metri, ai piedi della quale c'erano pezzi della stessa frantumati al suolo e tutte le impalcature praticamente distrutte. Un paio di uomini con il camice e strani strumenti tecnologici stavano anche lì a segnare grafici e cercare di percepire qualcosa.

    Allora, avete sostanzialmente delle cose base da fare: descrivere il viaggio, l'arrivo e conoscervi! Poi boh, se volete inventarvi altro nei limiti... Fate pure :si2:
     
    .
  6.     Like  
     
    .
    Avatar

    » S l e e p y «

    Group
    Member
    Posts
    12,907

    Status
    Anonymous
    A quanto pare Inohana fu la prima a raggiungere il luogo destinato all'incontro per discutere della missione. C'era una persona là, non meglio identificabile, che forse aveva a che fare con la missione e con cui potevano discutere di quel che dovevano fare addirittura a Taki. La giovane donna era quindi bloccata in un villaggio estero in cui non aveva la benché minima idea di cosa era andata a fare, se non qualche cenno riguardo rocce che volano e cose del genere. Per questo domandare a quel tipo se centrasse anche un minimo con l'incarico affidatole era lecito. Per qualche istante il tizio sembrava completamente assorto nei propri pensieri, così tanto da non accorgersi che qualcuno aveva chiesto il suo aiuto. Beh, la giovane donna nemmeno gli aveva chiesto il nome o creato in qualche modo un'idea nell'uomo laggiù che lei si riferiva a quel tipo. Per questo, nel frattempo, un secondo interessato parve aggiungersi alla velocissima conversazione.
    Il tipo era stato captato diverso tempo prima dalla giovane Yamanaka grazie alle proprie abilità sensoriali ottenute grazie all'appartenenza a quel clan. Veniva da un posto lontano, visto che aveva percepito il suo respiro da un sacco di tempo ed era giunto laggiù in un lasso di tempo piuttosto lungo, probabilmente a piedi. Ma... Da dove? Dal rumore strano che producevano i suoi piedi sulle suole delle sue scarpe doveva venire da un posto bagnato. Forse si era fermato in un lago nei pressi di un fiume. Non lo sapeva con perfezione e non gliene importava proprio niente. Sapeva solo che si era preso un po' di tempo per rilassarsi a quanto sembrava! Ad Inohana già dava un leggero fastidio. Lei veniva fuori da un periodo abbastanza stressante, pieno di lavoro e con pochi spazi liberi. Inoltre, veniva da un posto tremendamente caldo. Ed a lei il caldo stava molto sulle palle, per dire in termini concisi. Il personaggio si affiancò alla giovane ragazza dopo qualche istante di apparente incertezza o menefreghismo ed esordì, anche lui, con un palese “Sono anche io qui per la missione!”.
    A quel punto quindi Inohana voltò il suo sguardo su di lui, notando come primissima cosa i capelli biondi. Con l'ombra che veniva da poco distante sembravano addirittura capelli grigi, però il colore non era il punto principale del giovane. La sua caratteristica era... L'essere rachitico come poche altre persone. Beh, era a dir poco anoressico! Sembrava uno scheletro ricoperto di carne rosa e con dei peli gialli sulla sua testa. Ed il vestiario non faceva altro che evidenziare quello che sembrava un suo enorme difetto fisico, visto che i capi d'abbigliamento gli stavano larghi quasi quanto il reggiseno della Chunin le schiacciava il petto. Infatti quell'abbigliamento nero ed arancione stava molto largo al ragazzo. L'unica cosa che “stringeva” era il Giubbotto Ninja, segno che il suo grado era Chunin o anche più alto. Per come esordì il ragazzo la giovane Yamanaka capì che era abbastanza interessato al suo lavoro. Doveva essere uno stacanovista o comunque non essere uno svogliato quasi quanto la ragazza.
    Ad un certo punto comparse poi la presenza di un terzo ragazzo, anch'egli... Biondo? I suoi passi furono distinguibili dall'interno del villaggio o comunque dai pressi delle porte di Taki. O aveva ottenuto temporaneamente residenza all'interno del villaggio della Cascata o essere addirittura parte di quel villaggio. Perfetto! Avevano probabilmente bisogno di una guida all'interno di quel territorio o che abbia minimamente idea di dove diavolo siano quei ragazzi. Inohana fu abbastanza contenta di sentire quel giovane arrivare dal villaggio fino a loro ed identificare il copri-fronte del tipo sulla sua testa. Non indossava un giubbotto come il ragazzo di... Di dove cavolo era l'altro biondo? O non lo aveva in mano come Inohana stessa. Riuscì ad ottenere l'informazione mancante riguardo il primo biondo giunto osservando la sua testa... Era di Oto. Strano! Non aveva praticamente mai visto un Ninja venire da Oto perché era un villaggio piuttosto piccolo e non avevano molte risorse monetarie e di personale. Così come Taki. Per questo avevano spedito un biondino dai due che forse non era nemmeno Chunin. L'ultimo giunto indossava una tuta nera ed un mantello rosso... Piuttosto fighi. Non erano affatto male da vedere assieme! Egli si rivolse al duo, affiancandosi a sua volta ad Inohana, riconoscendo probabilmente l'altro ragazzo.

    - Anche voi siete stati assegnati per questa missione? Piacere, io sono Alphonse, tu come ti chiami? E tu.. Ehi, ma tu sei Kuma! Ciao, come stai? Ti piace proprio Taki eh, stai più qua che al tuo Villaggio!
    Ad ogni modo, avete già parlato con qualcuno? Sapete già cosa dobbiamo fare, di preciso?
    -

    Quindi il biondo Chunin di Oto si chiamava Kuma. Ma... Di cognome? Dal suo discorso si carpiva che tale Kuma era già stato a Taki ed i due si erano incontrati per conoscersi... Pare bene. Molto meglio, meno litigi! Già. Perché lei non era molto famosa per riuscire ad uscire dalle missioni senza creare scalpore o litigare. Era nel suo DNA perché lei era diventata un po' testa di cavolo perché non si fidava molto di chi incontrava. E proprio per questo la prima cosa che fece non appena i due la affiancarono fu infilarsi allegramente nei loro pensieri grazie alle sue abilità di clan. Più che altro perché voleva essere sicura che non la prendessero in giro o la tradissero. Non si sa mai con chi si ha a che fare ed era meglio premunirsi prima di prendere botte o anche peggio!
    Finalmente, dopo che i due comparvero come dei funghi accanto alla Yamanaka, il tizio si accorse dei tre e disse che una persona referente stava arrivando sul luogo. In pochi istanti si presentò un tizio dal tronco a dir poco enorme ma le gambe che sembravano due zucchine. Certo, era muscoloso, ma che diavolo, era imbarazzante. Una specie di piramide al contrario. Piuttosto orribile! Vestiva in modo molto trasandato e portava dei lunghi capelli dal colore castano, oltre ad una barba incolta che sembrava poco curata. A giudicare sia dai suoi abiti sia dal corpo doveva essere il capo-cantiere a cui doveva riferirsi il tipo. L'omaccione comincia a guardare il trio e, dopo aver notato la missiva tra le ditina di Inohana, comincia a fare una risata strana.

    - Mi hanno mandato una ragazza e 2 tipetti mingherlini? OOOOh bene! Spero sappiate almeno arrampicarvi, pappemolli! Seguitemi! E tu, cosa, cerca di coprire al massimo la tua pelle fino al petto, è pur sempre un cantiere di muratori e... beh. -

    A quel punto la giovane Yamanaka non poté fare altro che sorridere, come per schernire il pompato che si era presentato a loro come il salvatore di chissà che cosa.

    - Mmmh? Dice? Se mi sfiorano o mi toccano... Beh, vivranno un'esperienza... Elettrizzante.
    Oh. Già. Io sono Inohana Yamanaka, piacere!
    -

    Disse, ridacchiando, leccandosi il labbro superiore per l'eccitazione e provocando qualche piccola scossa elettrica da un dito sollevato verso il cielo ed inchinandosi poi a tutti i presenti. Aveva proprio voglia di fare del male a qualcuno quel giorno! Perché no, doveva essere divertente per ammazzare il tempo far svenire per qualche minuto un uomo medio. Era l'ideale per risollevare quella giornata.
    […]
    Il quartetto si incamminò in quello che sembrava un bel boschetto. La terra era bagnata e dalle foglie degli alberi ogni tanto volava una goccia d'acqua, segno che doveva aver piovuto poco tempo prima. L'uomo superava ogni tipo di ostacolo che si presentava davanti a loro come fronde e rami che sporgevano dal terriccio. Più camminavano all'interno di questa boscaglia più essa si faceva fitta così come gli ostacoli che spuntavano uno dopo l'altro. I due personaggi che affiancavano la giovane Chunin nella missione non sembravano troppo loquaci. Ed il non parlare rendeva tutto quel viaggio estremamente più noioso e ciò non le piaceva proprio. Si voltò per un istante ed osservò i due.

    - Oh. Che silenzio. Poco loquaci, veh?!
    Ditemi qualcosa di voi, su. Chi siete, cosa fate, avete da mangiare, da bere e chissà che altro...

    Mmmh. Comincio io. A quanto sembra. Beh, io sono Inohana Yamanaka, vengo a Kusa, ho 18 anni e sono perennemente triste. La mia storia è una merda, vi annoierebbe e... Niente altro. Se avete qualcosa da chiedere, sparate!
    -

    Disse, guardandoli con una piccola linguaccia e gli occhi chiusi, procedendo per qualche metro dando le spalle alla strada per poi tornare a tenere traccia di tutti gli ostacoli ed i giganteschi problemi che quella strada battuta potesse causare. Dannazione, se qualcuno metteva in fallo un piede rischiava di cadere e farsi molto male. Mentre schivava tutti questi ostacoli e le schifezze, avvertì grazie al suo udito un suono molto strano, simile ad un lupo, o qualcosa del genere. Non si spaventò, ma vide passare davanti a lei un coniglietto bianco. Lo prese tra le braccia e lo accarezzò. Il piccolo e tenero voto paffutello la osservava in modo strano, un pochino spaventato, perché trovarsi in quella situazione per lui non doveva essere molto felice. Lo afferrò e lo coccolò un po'. Era così carino e tenero! Un bellissimo batuffolo! Ed era tremendamente meglio della compagnia umana, almeno lui non si lamentava per ogni cosa o non creava problemi di ogni genere.

    - Non è tenerissimo? Owh, cucciolo, non scappare... Sei così carino, ihih!
    Oh, già! Ditemi una cosa! Qual'è la prima cosa che avete pensato su di me?
    -

    Disse. Si trattava di una domanda trabocchetto, una sfida per i due. Non voleva trovarsi con dei bugiardi, anche perché gli stavano un po' sul cavolo i ragazzi che le mentono solo per fare una bella figura o qualcosa. Anzi. Mentire in generale. Probabilmente le avrebbero mentito. O magari no. Non sapeva chi erano quei due tizi ma non sembravano degli assassini o gente a cui non credere.
    Conclusa la traversata la giovane di Kusa abbandonò il piccolo coniglio bianco al suo destino nel resto della boscaglia e davanti a loro ecco che comparve una specie di piazza gigantesca con alcuni tizi che sembravano scienziati occupati con stranissimi macchinari...
    Che diavolo stavano combinando?!

    - Maaaaaaaaaaaah... Questo non è un cantiere. E quelli che cavolo sono?! -

    Disse, piuttosto shockata, dopo aver attraversato il bel bosco verdognolo pieno di alte fronde e molto umido la giovane, avvicinando il giubbotto Ninja al suo petto, pronta ad indossarlo in caso di problemi.

    Ho scritto un po' meno sul finale perché sono abbastanza stanco. Magari domani amplio un po' le descrizioni sul finale, ma ho paura che diventi palloso.


    Resistenza: 300/300
    Stamina: 399/400
    - Lettura del Pensiero sui miei polletti amorosi
     
    .
  7. ~Dan
        Like  
     
    .

    User deleted


    ~ Ogni Lacrima E' Una Cascata
    Narrato
    Pensato
    Parlato
    Altri

    Il Team si era formato e, come gli accadeva spesso, risultava composto di individui provenienti da altri Villaggi, altre realtà, con tutto quello che ne poteva conseguire, in termini di benefici o di impedimenti. Secondo alcuni la reale forma di conoscenza è insita nell'atto del viaggiare, al fine di conoscere nuove persone e nuove culture, in modo da ampliare le proprie percezioni, tristemente e cupamente incarcerate da più o meno esplicite imposizioni sociale. D'altra parte, cooperare con uno straniero non era mai qualcosa di semplice, non per qualche sentimento xenofobo o razzista, affatto, ma perché conciliare due esseri cresciuti con usi e costumi differenti, in una situazione stressante quale era una missione, non era per niente semplice, anzi, quasi potrebbe essere considerato innaturale.
    Al ricordava un paio di esperienze spiacevoli, proprio a riguardo, dunque all'inizio di ogni incarico sperava ardentemente di trovare persone sane di mente, disposte al diagolo e alla collaborazione: si aspettava, in definitiva, di trovarsi al fianco di Shinobi addestrati e allenati, fra le tanti arti, proprio in quella dell'empatia, virtù capace di risolvere così tante situazione che gli risultava incomprensibile il motivo per cui tanti Ninja ne difettassero.
    Da ultimo arrivato, il giovane ebbe il privilegio di studiare inosservato i propri compagni, tracciandone un profilo preliminare basato essenzialmente sull'aspetto, il primo vero e grande elemento preso in esame durante un incontro.
    Da una parte c'era Kuma, un ragazzo di Oto non particolarmente imponente, come statura e corporatura, che aveva incontrato tempo addietro proprio al Villaggio: se non ricordava ale, aveva combattuto con lo stesso a causa di uno spiacevole equivoco, ed in quell'occasione, nonostante le sue competenze in ambito magico, era riuscito a sconfiggerlo senza grossi problemi.
    Dall'altra c'era una ragazza, più alta della sua vecchia conoscenza e probabilmente anche di Al stesso, nonostante fosse cresciuto esponenzialmente, negli ultimi anni: era vestita con una minigonna succinta, che lasciava poco all'immaginazione, e di un reggiseno particolarmente capiente, viste le dimensioni del suo seno, in parte coperto dalla folta chioma castana.
    L'aspetto sicuramente tradiva il suo ruolo, il suo essere Kuinoichi, probabilmente anche la più potente del gruppo: da come era vestita pareva una ragazza provocante alla ricerca di una spiaggia in modo da potersi rilassare e abbronzare oppure di un luogo più animato, in caccia di sguardi sognanti e desiderosi di ragazzi in preda alla lussuria.
    Si presentò ai due, rispettando l'etichetta e cercando di scacciare quei pensieri poco professionali circa la giovane, la quale non ebbe il tempo di replicare, dato l'intervento poco deciso della guardia alle porte del Villaggio - un Chuunin di cui non si ricordava il nome, un tizio qualunque nella media, senza capacità o poteri strabilianti o altri segni particolari - e l'incedere pesante e deciso di un uomo nerboruto e muscoloso alle proprie spalle, il capocantiere incaricato dei lavori di ristrutturazione presso il promontorio ad Est del Villaggio: ricalcando il più classico degli stereotipi, l'uomo villoso, barba incolta e chioma selvaggia si rivolse a loro, ironizzando sulle condizioni fisiche dei tre, considerate inferiori alla propria cospicua massa muscolare.

    Mi hanno mandato una ragazza e 2 tipetti mingherlini? OOOOh bene! Spero sappiate almeno arrampicarvi, pappemolli! Seguitemi! E tu, cosa, cerca di coprire al massimo la tua pelle fino al petto, è pur sempre un cantiere di muratori e... beh.

    Come dargli torto! Secondo me una toccatina ci scappa..

    Mmmh? Dice? Se mi sfiorano o mi toccano... Beh, vivranno un'esperienza... Elettrizzante.
    Oh. Già. Io sono Inohana Yamanaka, piacere!


    La ragazza si leccò sensualmente il labbro superiore, un chiaro gesto provocatorio che forse non sortì alcun effetto sull'omaccione, ma evidentemente evocò qualcosa nel Genin, che avvertì la spiacevole sensazione di un brivido lungo la schiena, quasi come un cubetto di gelido ghiaccio che scivola lungo le curvature della colonna vertebrale, a diretto contatto con la pelle.
    Alphonse scosse la testa per riprendersi, preferendo questo gesto relativamente inappariscente piuttosto che schiaffeggiarsi il viso, dunque seguì l'operaio nella scalata.
    Il sentiero che avevano intrapreso non sembrava essere molto trafficato, in parte per la pendenza, ma soprattutto per la quantità di ostacoli che si frapponevano fra i piedi dei quattro avventurieri ed il suolo stesso: radici, pozzanghere ed arbusti si alternavano con combinazioni sempre nuove ed originali, tant'è che il Genin, nonostante fosse abituato a quel tipo di ambiente, doveva prestare molta attenzione a dove metteva i piedi.

    Oh. Che silenzio. Poco loquaci, veh?!
    Ditemi qualcosa di voi, su. Chi siete, cosa fate, avete da mangiare, da bere e chissà che altro...

    Mmmh. Comincio io. A quanto sembra. Beh, io sono Inohana Yamanaka, vengo a Kusa, ho 18 anni e sono perennemente triste. La mia storia è una merda, vi annoierebbe e... Niente altro. Se avete qualcosa da chiedere, sparate!


    In effetti era piuttosto vero, tranne per il fischiettare allegro del capocantiere, nessuno aveva proferito parola, forse perché troppo impegnati nel non cadere col sedere per terra.

    Ehi, su la vita, non va così male eh! Magari riusciamo a rubarti un sorriso, eh Kuma?
    Io sono Alphonse, ma chiamatemi Al, lo preferisco.. Mah che dirvi, sono parecchio entusiasta di essere stato assegnato ad una B, voi no? Non capita spesso, per un Genin.
    Ah ma non fatevi strane idee, so badare a me stesso, lui può confermare.
    Conoscevo un tale di Kusa, ma sono anni che non lo vedo più.. un Genin che andava in giro con un sacco di animali.. lo conosci?


    Kusa. Il nome di quel Villaggio aveva portato alla mente il volto di Takeshi, un vecchio amico con cui aveva affrontato diversi incarichi, agli inizi della propria carriera.
    Buffa, la mente umana, dato che sembrava avesse cancellato quei ricordi, fino a quel momento.
    La vita era andata avanti, e nel tempo aveva fatto nuove conoscenze, si era confrontato con altri Shinobi, fra cui proprio quel ragazzo del Suono, il cui aspetto non era sostanzialmente cambiato, se non per un capo d'abbigliamento accessorio.

    Kuma! Sei stato promosso?!

    Un misto di entusiasmo, invidia e depressione insorsero prepotentemente, un mix tanto forte da obnubilare i suoi sensi, captando in maniera superficiale ciò che stava facendo Inohana, coccolando un coniglio bianco e chiedendo loro quale fosse stata la loro prima impressione sulla donna, quasi testando la loro prontezza e la loro intelligenza nel rispondere adeguatamente.
    Oramai era abituato, venivano promossi tutti tranne lui.

    Hai ragione, la vita fa schifo. Ah, per la cronaca, per come sei vestita si vede tutto in pratica e.. bhè, complimenti!

    Lo stato emotivo alterato del momento lo aveva portato a parlare senza inibizioni, rivelandole esattamente cosa pensasse di lei. Avanzò quindi più velocemente, raggiungendo la loro guida e quindi un enorme spiazzo, largamente popolato da impalcature e macchinari pesanti, propri per lavori di edilizia. Un gran numero di operai pullulava la zona, muovendosi freneticamente da una parte all'altra dell'area, portando materiale, carte e quant'altro.
    Quello che catturò però la sua attenzione, come anche quella della ragazza, che non esitò a sottolineare il suo stupore: una serie di camici bianchi stava trafficando con una serie di attrezzature elettroniche, di alta tecnologia, non propriamente utilizzare per quel tipo di lavoro.
    Il giovane si voltò, guardando con aria interrogativa il capocantiere, attendendo una spiegazione plausibile.


    Alphonse Elric
    Consumo Resistenza:
    Consumo Stamina:
    Recuperi: //

    Azioni:
    #

    Resistenza: 300/300
    Stamina: 100/100

    Stato Fisico: Ottimo

    Equipaggiamento:

    # 2 Kunai
    # 3 Shuriken
    # 1 Tanto
    # 1 Shuriken del Vento Demoniaco
    # 1 Tonico da Guerra

    # Sandali a Reazione [X]

    Armi svelate/utilizzate: //
     
    .
  8.     Like  
     
    .
    Avatar


    °˖✧◝(⁰▿⁰)◜✧˖°

    Group
    Konoha's Ninja
    Posts
    1,994

    Status
    Anonymous

    A prima vista la comitiva non prometteva abbastanza bene: una ragazza molto formosa e due ragazzini che sapevano a malapena il motivo per cui si trovavano in quel posto. La missiva conteneva le informazioni necessarie e mi sarei aspettato eventuali precisazioni una volta giunto sul luogo della missione. Quasi leggendo nel mio pensiero il fato mi affiancò un compagno che già conoscevo: Alphonse. Munito del suo abbigliamento preferito si mostrò nel suo splendore estivo, il biondo brillante dei suoi capelli faceva a pugni con il mio quasi spento. Scambiati i primi convenevoli mi soffermai sulla ragazza, avevo già notato il suo lato posteriore mentre mi avvicinavo, non ero il tipo da giudicare una donna dalle proprie curve ma il suo abbigliamento la presentava ancor prima delle sue parole. I lunghi capelli castani ricadevano sulle spalle nude, la linea dei fianchi erano leggere ed invitanti. Il lato anteriore era addirittura quasi meglio del posteriore, un viso dolce e occhi decisi circondati da capelli che le incorniciavano il volto. Un seno talmente poderoso che era racchiuso in un reggiseno che poco lasciava all’immaginazione. Senza proferire una singola parola quella ragazza aveva acceso in me l’inquietudine e sotto il suo sguardo giudicatore mi sentivo come oppresso. Speravo più che mai che il detto “ le apparenze ingannano” fosse falso, avere dei pregiudizi verso un compagno di missione era il peggior modo per iniziare e dovevo subito cambiare idea o il futuro sarebbe stato disastroso. Assorto nei miei pensieri non feci caso all’omaccione che avvicinandosi a noi cominciò a spiattellare frasi senza senso.

    Mi hanno mandato una ragazza e 2 tipetti mingherlini? OOOOh bene! Spero sappiate almeno arrampicarvi, pappamolle! Seguitemi! E tu, cosa, cerca di coprire al massimo la tua pelle fino al petto, è pur sempre un cantiere di muratori e... beh. Incrociai le braccia e alzai un sopracciglio, quell’uomo aveva firmato la sua condanna, si fa per dire.


    Mmmh? Dice? Se mi sfiorano o mi toccano... Beh, vivranno un'esperienza... Elettrizzante. Oh. Già. Io sono Inohana Yamanaka, piacere!

    Risi di gusto, la ragazza sapeva il fatto suo e non avevo la minima intenzione di farla arrabbiare. Avevo la netta sensazione che un passo falso mi sarebbe stato perdonato dopo una bella lezione offerta dalla donna. Lentamente il timore divenne rispetto e cominciai a vedere la ninja sotto una nuova luce, del resto era una combattente come me e non potevo permettermi di prenderla sotto gamba. Decisi quindi di darle man forte con il rozzo uomo che aveva cercato di sminuirci.

    E stia sicuro che per arrampicarmi non dovrò neanche sporcarmi le mani. Piacere, Kuma shoton al suo servizio da Oto.

    Senza aspettare risposta segui l’allegra combriccola che si inoltrò in una piccola foresta. Il sentiero non era affatto ben definito ed eravamo costretti a muoverci tra rami e fangose pozzanghere che ospitavano chissà quali forme di vita. A peggiorare la situazione un silenzio palpabile si insinuò tra noi tre, forse per la poca confidenza o forse eravamo fin troppo attenti a non finire a faccia a terra nel fango. Purtroppo il mio equilibrio e l’agilità in quella dannata radura non sarebbe bastata e un piccolo momento di disattenzione avrei abbracciato il terreno per osservarlo da vicino. La ragazza sembrava soffrire il silenzio e cercò di rompere il ghiaccio, appena si voltò verso di me mi si raggelò il sangue nelle vene e cominciai a sudare freddo.

    Oh. Che silenzio. Poco loquaci, veh?! Ditemi qualcosa di voi, su. Chi siete, cosa fate, avete da mangiare, da bere e chissà che altro... Mmmh. Comincio io. A quanto sembra. Beh, io sono Inohana Yamanaka, vengo a Kusa, ho 18 anni e sono perennemente triste. La mia storia è una merda, vi annoierebbe e... Niente altro. Se avete qualcosa da chiedere, sparate!

    Ehi, su la vita, non va così male eh! Magari riusciamo a rubarti un sorriso, eh Kuma? Io sono Alphonse, ma chiamatemi Al, lo preferisco.. Mah che dirvi, sono parecchio entusiasta di essere stato assegnato ad una B, voi no? Non capita spesso, per un Genin. Ah ma non fatevi strane idee, so badare a me stesso, lui può confermare.

    Feci un passo avanti affianco Al, sorrisi alla ragazza cercando i suoi occhi tristi.

    Su non fare così, vedi il lato migliore di questa situazione. Siamo circondati da sterpaglie e fango! Oh.. beh almeno faremo nuove amicizie o boh.. Comunque non ti abbattere, un sorriso può migliorare la vita!


    Kuma! Sei stato promosso?!


    Sobbalzai, incrociai lo sguardo di Al e arrossi. Dai suoi occhi trapelava un sorta di invida, il suo non era un complimento ma una vera e propria sorpresa. Chissà forse anche lui come me pensava che non meritavo una promozione e che le mie capacità erano talmente basse da essere battuto perfino da un Genin. L’allenamento svolto con Al era un vago ricordo ma ricordavo perfettamente come ero stato messo al tappeto senza il minimo sforzo.

    Ehm.. si. Ma è stato solo un colpo di fortuna, non sono del tutto sicuro di essermi meritato questa promozione.

    Abbassai lo sguardo e continuai ad avanzare per la sterpaglia, sfortunatamente mi ero distratto e caddi rovinosamente a terra sbattendo in un tronco, una bella botta ma nulla di serio. Massaggiandomi la testa osservai la scena che si era venuta a creare, la ragazza che accarezzava un coniglio bianco e Al che rispondeva alla sua domanda.

    Hai ragione, la vita fa schifo. Ah, per la cronaca, per come sei vestita si vede tutto in pratica e.. bhè, complimenti!

    Mi avvicinai massaggiandomi ed evitando la discussione, il primo pensiero sulla ragazza non era stato leale, era stato dettato dalle apparenze e adesso cominciavo a costruirmi un’idea del tutto diversa. Lentamente quella ragazza cominciava a starmi più simpatica, accoccolata vicino al coniglio sembrava più tenera che mai. Si decisamente la ragazza stava prendendo posto nelle mie simpatie.

    In una decina di minuti arrivammo in quello che doveva essere il cantiere, diverse impalcature in legno ospitavano lavoratori che martellavano e sudavano. In mezzo a quel trambusto una nota stonata interrompeva un quadretto che sembrava del tutto normale. Alcuni uomini coperti da lunghi camici bianchi facevano avanti e indietro tenendo in mano strani apparecchi. Sembravano degli studiosi, scienziati che studiavano qualcosa. Recentemente mi ero appassionato al mondo della scienza e mi occhi brillarono alla vista dei numerosi marchingegni usati dagli uomini misteriosi. Chissà se me li avrebbero fatti usare!


    WqLSBBK


    Riassunto
    32ZBH◕Equipaggiamento:
    •Lama Retrattile x1 [Braccio Destro] [Nascosta]
    • Filo d'acciaio x 20m
    ◕Azioni:
    ◕Status:
    • Mentale √
    • Fisico √
    ◕Resistenza: 200
    ◕Stamina: 300
    Kuma Shoton
     


    Edited by Kuma° - 20/7/2015, 15:57
     
    .
  9.     Like  
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    13,240
    Location
    Sotto un Albero di Arance.

    Status
    Offline
    Ovviamente l'uomo li condusse, come si era capito, proprio ai piedi di quella montagna, dove gli esperti stavano cercando di capire con degli apparecchi se tutto quel casino fosse causato da scosse sismiche o da una particolare conformazione. Eppure dalle loro espressioni sempre più evidenti ai giovani shinobi, diciamo che non parevano poi essere molto convinti dei risultati, anzi, per come si grattavano il capo probabilmente erano in alto mare.
    L'omaccione che li stava scorbuticamente accompagnando verso gli scienziati colse le parole della ragazza di Kusa, tanto che si fermò per risponderle e si girò verso di lei, mantenendo in faccia la sua espressione da cattivone delle favole(?). Si mise a braccia incrociate ed allargò leggermente le gambe per trovare una sorta di stabilità su quel terreno.

    Allora, Cosa, quelli sono gli scienziati che ci stanno aiutando a capire se il problema viene da scosse, dalla terra stessa o se ci sono altri motivi: il problema è che noi non possiamo continuare a lavorare così. Dato che loro agiscono qua, comunque, voi dovrete esplorare quella montagna e vedere se c'è qualcosa di sospetto. Tempo fa si parlava di dei pazzi che volevano impedire la ricostruzione dei villaggi ma... furono catturati. Quindi mettetevi a lavoro e salite su quella montagna!

    Ma proprio nel momento stesso in cui l'uomo finì di parlare un grosso boato riempì tutta la vallata, poi tutti quanti avrebbero potuto notare dei rumori crescenti, ed anche solo alzando lo sguardo ecco che avrebbero visto due grosse rocce dal diametro di un metro ciascuna, che stavano cadendo proprio in direzione delle apparecchiature e degli scienziati. L'omaccione urlo a tutti quanti di allontanarsi, ma a quanto pare due di loro erano rimasti bloccati con delle cintole.
    Un altro li stava aiutando, anche se il vero problema era che in pochissimi secondi rischiavano di essere spappolati da delle rocce. Anche quell'uomo nerboruto cercava di avvicinarsi il più possibile per tirarli via. Ma il vero problema era: come potevano salvare in pochi secondi quegli uomini distanti all'incirca dieci metri da loro?

    A voi :si2:
     
    .
  10.     Like  
     
    .
    Avatar

    » S l e e p y «

    Group
    Member
    Posts
    12,907

    Status
    Anonymous
    Il mistero fu svelato piuttosto in fretta, non soltanto dal nerboruto omaccione che se ne stava là ad ammirare i lavori che andavano avanti, ma anche dalle impalcature e dagli uomini stessi. Infatti, non era un normale cantiere, bensì un sito di rilevazione per eventuali fenomeni sismici. Era stato installato per controllare il motivo per cui quelle rocce cadevano dalle montagne circostanti. Infatti, gli uomini in camice bianco erano tutt'altro che comuni operai provenienti da chissà quale trasandato locale ed osteria. Sembravano anzi rispettabili uomini, con casa e famiglia guadagnati con il sudore e la fatica. Il camice bianco e l'età abbastanza avanzata li distinguevano dai normali operai che popolavano i cantieri di costruzione. A Kusa ormai erano spariti, ma magari a Taki ancora qualcuno ce n'era. Gli uomini in camice apparivano perplessi nei loro sguardi e non riuscivano a capire cosa andava di male all'interno di quella montagna. Ecco perché erano stati contattati dei Ninja: per investigare sull'accaduto. Cose che già si sapevano, però. Le impalcature e le apparecchiature estremamente sofisticate ed all'avanguardia tecnologica avevano creato grossi dubbi nel gruppo, pensando che si trattasse probabilmente di una qualche trappola o qualcosa di non proprio legittimo che gli stava accadendo accanto. Però quegli uomini non sembravano assolutamente malintenzionati, quindi potevano rasserenarsi. Almeno, così pensava la giovane Yamanaka. Esporre l'intera mercanzia di cui era dotata a quegli uomini non sembrava sortire alcun effetto. Dovevano essere devoti. Beh, meglio per loro, non era andata a Taki per rovinare famiglie!
    Gli uomini dal camice bianco sembravano aver trovato una piccola speranza nei Ninja. Finalmente qualcuno a cui rivolgersi per ottenere informazioni che desideravano ardentemente o, in qualche modo, risolvere quel mistero legato ai massi che si distaccavano dalla formazione rocciosa. Il trio sembrava abbastanza preparato e pronto, tranne forse nella figura del biondo Genin di Taki. Era il ragazzo con meno esperienza del trio e forse con le abilità minori tra i ragazzi. Al contrario, forse perché lei era altezzosa e si credeva superiore al mondo, la Chunin di Kusa pensava di essere la migliore, anche del giovane di Oto.
    Il cammino si concluse, così come la lettura del pensiero dei ragazzi. In Kuma all'inizio era sorto un certo sentimento strano, opposto completamente a quello che si presentava dopo aver concluso il percorso accidentato. Alla prima vista, la giovane di Kusa le sembrava... Beh, una troia. Salvo poi ricredersi anche perché la donna le creò una certa impressione con quella sua parlantina aggressiva. Finendo poi per piacerle. Invece il giovane di Taki sembrava avvertire sensazioni contrastanti su di lei, come se ne avesse un certo timore. Ed era strano: nessuno aveva mai avuto paura di una bella gnocca. Perché doveva incutere paura?

    - Beh! Siccome siamo qui, ho deciso di svelarvi un piccolissimo segreto. Ho letto il vostro pensiero... Da tanto tempo. Tu, di Oto, sei davvero un cucciolone... Tu di Taki invece sei strano. Hai paura di me? Ma io non faccio male a chi non mi crea problemi, ihih!
    Ah, già! Grazie dei complimenti. Già lo sapevo. Eh...Eheh!
    -

    Disse, facendo un inchino con un falso sorriso, mostrando praticamente tutto ciò di cui era dotata al vento. A quel punto però intervenne l'allegro e nerboruto omaccione che, con il suo fare da cattivone ben poco cattivo, prese la parola in modo deciso, pronto a ribaltare la situazione che si era creata.

    - Allora, Cosa, quelli sono gli scienziati che ci stanno aiutando a capire se il problema viene da scosse, dalla terra stessa o se ci sono altri motivi: il problema è che noi non possiamo continuare a lavorare così. Dato che loro agiscono qua, comunque, voi dovrete esplorare quella montagna e vedere se c'è qualcosa di sospetto. Tempo fa si parlava di dei pazzi che volevano impedire la ricostruzione dei villaggi ma... furono catturati. Quindi mettetevi a lavoro e salite su quella montagna! -

    Al sentire la parola “Cosa” in Inohana scattò un momento di rabbia. Non era l'ideale far incazzare quella ragazza, anche perché aveva raggiunto l'idea che solo con una cosa si poteva calmare: la violenza. E non era una violenza come un pugno su un muro. Era violenza come un Kunai in una spalla, o una folgorazione da 300 volt o addirittura una lama di chakra elettrico a recidere la carotide senza molti problemi. Incazzata uguale assassina. E si divertiva anche!
    Non passarono che pochi istanti prima che qualcosa potesse scuotere quel momento di tensione che si poteva tagliare con uno spiedino. Inohana guardava in cagnesco il tizio e cospirava per tagliargli la lingua in qualche modo. Ci sarebbe anche riuscita. Le era comparso sul volto un sorrisetto beffardo ed estremamente aggressivo. Negli occhi scorreva violenza. Nel suo respiro c'era morte. La voglia di far male a qualcuno aumentava ogni volta che lo guardava, fiero, nei suoi muscoli pompati da steroidi e merda. Nella sua lingua lunga e nel suo mancato silenzio. Gli avrebbe fatto male. Molto. Troppo.
    Se solo non fosse esplosa metà vallata!
    Infatti la Yamanaka fu trattenuta dallo strangolare con il suo filo metallico l'omaccione da una forte esplosione. Essa fu seguita da rumori sempre più forti, che non facevano altro che destabilizzare l'udito della giovane facendole anche del male. Le sue orecchie erano estremamente sensibili: bastavano piccole esplosioni ad un centinaio di metri da lei per darle fastidio o farle del male ai timpani. I rumori crescenti furono soltanto un preludio per ciò che stava succedendo.

    - Cazzo! Esplosioni! Maledizione, fan male... Argh... Oh! EHI, VIA DI LI'! -

    Ma gli uomini dal camice bianco sembravano avere dei problemi con i loro marchingegni. Infatti non riuscivano a spostarsi dalle impalcature. Forse erano bloccati! Dovevano agire estremamente in fretta per salvare quelle innocenti vite. La Yamanaka, nonostante il piccolo dolore causato dai rumori di sottofondo, dovette agire d'istinto e con estrema rapidità. Salvare i ricercatori era un compito dato agli altri ragazzi, lei doveva distruggere i massi prima che essi potessero cadere dritti sulle crape di chiunque! E lei pensava di essere l'unica con la certezza di poter frantumare quei massi. Dalle sue dita indici scattarono rapide due saette di fulmine che con prontezza la ragazza indirizzò sui massi, cercando di tagliarli in più pezzi possibili, riducendoli così in poltiglia di roccia che, se sarebbe finita sugli uomini che popolavano quel pezzetto di terra, non avrebbe fatto altro che sporcarli o fargli pochi graffi per dei sassolini leggermente più grandi ed appuntiti. Una volta riuscita a far ciò, la Yamanaka avrebbe diretto le sue dita contro il collo dell'uomo enorme che li aveva accompagnati fin laggiù.

    - Chiamami di nuovo “cosa” e ripercorrerai quel percorso senza un arto. Vuoi provare? -

    Disse, senza timore e senza paura che quel tizio potesse fargli del male. Era così sicura di se e sena paura che poteva davvero terrorizzare qualcuno. Sorrideva, con quelle labbra chiuse in una morsa che faceva prevedere dolore, sofferenza ed un po' di divertimento per la ragazza. Gli avrebbe davvero tranciato un arto se qualcuno non la calmava! Distruggere quei massi non sarebbe servito proprio a nulla. Gli avrebbe fatto del male, ed anche tanto!
    Si rivolse poi ai compagni.

    - A quanto pare, qualcuno vuole il male di questi poveri uomini. Ci tocca scalare la montagna... Non sembra molto stabile, quindi... Io la scalerò usando il Chakra. Poi fate voi! -

    Resistenza 300/300
    Stamina 362/400


    - Mantenimento Lettura del Pensiero
    - Oscurità Artificiosa su entrambe i massi per ridurli in frammenti


    Verosimilmente, con l'udito, dovrei prendere danni per i forti rumori. Poi non so, decide Kashi, per ora io lascio 300
    Magari dopo amplio qualche descrizione. Non so perché ma non riesco ad esprimere il sentimento di Inohana. Forse devo passare alla prima persona :omg:
     
    .
  11. ~Dan
        Like  
     
    .

    User deleted


    ~ Ogni Lacrima E' Una Cascata
    Narrato
    Pensato
    Parlato
    Altri

    La scalata consumò venti lunghissimi minuti della loro vita, periodo che i tre spesero essenzialmente nell'ammirare la natura, o meglio, nel guardarsi da essa, dato che il complesso intreccio di radici ed arbusti sembravano essersi plasmati con l'unico scopo di farli inciampare e tendergli qualche altro trabocchetto. Ma i tre erano Shinobi, per quanto la vegetazione potesse intricarsi, questa non poteva in alcun modo arrecargli grandi difficoltà: grazie alla propria agilità, Alphonse sembrava volteggiare da un punto all'altro, atterrando leggiadramente sul terreno, solo con l'avampiede, per poi spiccare un ulteriore balzo.
    Aveva fatto la conoscenza della ragazza, una giovane che sembrava aver vissuto qualche episodio spiacevole, data la descrizione che aveva dato della vita: era forse per questo motivo, in modo da sopperire alla mancanza di affetto umano, che una volta scorto un piccolo e peloso coniglietto lo catturò fra le sue braccia, coccolandolo con macabra tenerezza.
    Macabra perché era prerogativa delle donne, ma anche di alcuni uomini, sia chiaro, quella di perdere la testa alla vista di un animale, resettando le proprie capacità cognitive a quelle di un infante, e pure di uno neanche troppo sveglio.
    Dissociandosi da quel quadretto inquietante, Al si rivolse a Kuma, notando come il giubbetto da Chuunin lo cingesse in un abbraccio protettivo: quel capo non poteva essere acquistato da un Ninja di grado inferiore, nemmeno con i propri soldi, poiché costituiva un simbolo proprio di quello stato sociale, un po' come il coprifronte, seppur in misura minore.

    Kuma! Sei stato promosso?!

    Ehm.. si. Ma è stato solo un colpo di fortuna, non sono del tutto sicuro di essermi meritato questa promozione.

    Il giovane non era sicuramente in grado di leggere nel pensiero, ma i suoi occhi non potevano non far trasparire quell'imbarazzo o quel senso di insicurezza che costituivano, in parte, l'essenza del giovane, natura che aveva già imparato a conoscere al momento del loro primo incontro, in cui avevano incrociato, metaforicamente, le loro lame in un incontro amichevole.
    Il suo istinto gli impose di parlare, di scusarsi e di fargli i complimenti della meritata promozione, ma il suo cervello stroncò sul nascere quell'intenzione, data la rinnovata delusione nell'essere rimasto, ancora una volta, il fanalino di cosa della propria generazione, l'eterno Genin.
    L'area dei lavori era ben più vasta di quanto potesse immaginare: ai piedi di montagne e speroni rocciosi, il campo sostanzialmente si divideva in due aree ben distinte. La prima, più distante dalla loro posizione, era quella riservata ai lavori edili veri propri, con decine di operai alla guida di trivelle, trattori ed altri macchinari pesanti.
    Dall'altra, ben più vicina e più facilmente ispezionabile, c'era una zona di dimensioni più ridotte, una serie di monitor e macchinari elettronici lavoravano all'impazzata, rilevando e stratificando dati su dati, il tutto studiato ed interpretato da un gruppo di uomini e donne vestiti con camice bianco.

    - Beh! Siccome siamo qui, ho deciso di svelarvi un piccolissimo segreto. Ho letto il vostro pensiero... Da tanto tempo. Tu, di Oto, sei davvero un cucciolone... Tu di Taki invece sei strano. Hai paura di me? Ma io non faccio male a chi non mi crea problemi, ihih!
    Ah, già! Grazie dei complimenti. Già lo sapevo. Eh...Eheh! -


    Mi chiamo Al, credevo di essermi presentato.. Mmm non ti credo, non credo tu mi abbia letto nel pensiero, anche perché hai sbagliato, e di molto..
    Ah, Kuma, complimenti per la tua promozione, sono sicuro tu te la sia meritata, non ho dubbi al riguardo!


    Non riuscì ad approfondire la questione, dato che la sorpresa della ragazza ed il sospetto che il capocantiere li avesse condotti in una trappola la indusse ad interrogare la propria guida, in modo da avere spiegazioni a riguardo.

    Allora, Cosa, quelli sono gli scienziati che ci stanno aiutando a capire se il problema viene da scosse, dalla terra stessa o se ci sono altri motivi: il problema è che noi non possiamo continuare a lavorare così. Dato che loro agiscono qua, comunque, voi dovrete esplorare quella montagna e vedere se c'è qualcosa di sospetto. Tempo fa si parlava di dei pazzi che volevano impedire la ricostruzione dei villaggi ma... furono catturati. Quindi mettetevi a lavoro e salite su quella montagna!

    L'ultima parola, "montagna" fu evidenziata da una sonora esplosione, una deflagrazione sul pendio della montagna, posta alle spalle dell'area scientifica, aveva fatto sì che due massi rocciosi, di forma grossolanamente sferica e di discrete dimensioni, sufficienti a radere al suolo quella tendopoli, infrangendo e distruggendo tutte le apparecchiature, si staccassero dal profilo montano e rotolassero lungo la ripida discesa, guadagnando e divorando metri su metri.
    Le urla di panico si diffusero nell'aria, uno sciame di persone corse via, allontanandosi dall'imminente luogo dell'impatto, un flusso centrifugo interrotto e contrastato da un singolo, folle e sconsiderato, che aveva invece imboccato quel flusso in senso contrario, centripeto.
    Alphonse.
    Senza dire nulla, il giovane si era lanciato contro le mortali sfere, correndo ad ampie falcate e concentrando quanto più potere presso i suoi arti, in modo da generare una forza sufficiente ad infrangere i due solidi, quando il suo sguardo scorse un paio di uomini bloccati a delle apparecchiature metalliche tramite delle cinghie.
    Avrebbe cambiato direzione, quindi con un lungo balzo avrebbe raggiunto i due e, sguainati due Kunai, avrebbe lacerato i loro aguzzini, liberandoli dalla loro prigionia: con la coda dell'occhio avrebbe scorto due lampi di luce viaggiare in linea retta, con il chiaro intento di impattare contro i due obiettivi, facendoli esplodere in una polvere e frammenti del tutto innocua.
    Avrebbe quindi ricondotto i due uomini al sicuro, vicino al capocantiere, ove Inohana, dopo aver minacciato di menomare la loro guida, per chissà quale offesa, quindi si rivolse ai suoi due compagni di squadra.

    - A quanto pare, qualcuno vuole il male di questi poveri uomini. Ci tocca scalare la montagna... Non sembra molto stabile, quindi... Io la scalerò usando il Chakra. Poi fate voi! -

    Tsk, è evidente che ci sia qualcuno dietro.. E' ora di eliminare la feccia dal mio Villaggio.. Inohana, Kuma, andiamo!


    Alphonse Elric
    Consumo Resistenza: -1 [Taglio delle cinghie]
    Consumo Stamina:
    Recuperi: //

    Azioni:
    #

    Resistenza: 299/300
    Stamina: 100/100

    Stato Fisico: Ottimo

    Equipaggiamento:

    # 2 Kunai
    # 3 Shuriken
    # 1 Tanto
    # 1 Shuriken del Vento Demoniaco
    # 1 Tonico da Guerra

    # Sandali a Reazione [X]

    Armi svelate/utilizzate: Kunai
     
    .
  12.     Like  
     
    .
    Avatar


    °˖✧◝(⁰▿⁰)◜✧˖°

    Group
    Konoha's Ninja
    Posts
    1,994

    Status
    Anonymous

    Il bosco fu attraversato con qualche difficoltà, o almeno da parte mia. Continuavo a strapparmi i vestiti e graffiarmi le caviglia. Nato in una città non ero affatto abituato a farmi strada tra la selvaggia vegetazione che ci impediva a tutti i costi di proseguire. Dopo qualche minuto avevo già il fiatone e un velo di sudore mi imperlava il viso. La scalata terminò in una piccola vallata, un piccolo spiazzo dove la montagna stava per iniziare e la pendenza cominciava ad aumentare. Numerose impalcature e tende costeggiavano il versante, questa strana struttura sembrava divisa in due: da un parte i lavoratori impegnati nelle loro mansioni, dall'altra numerosi scienziati. I primi stavano seduti sbuffando e adocchiando una volta gli scienziati e l’altra i tre ragazzi. Sembravano divertiti alla vista dei giovani che erano stati inviati per risolvere il problema che incombeva in quella zona. Del resto era prerogativa degli adulti rifiutare l’aiuto di altre persone. L’ego umano imponeva di rifiutare qualsiasi forma di debolezza e l’accettare il soccorso di altri era compresa fra queste. Volenti o non gli operai furono costretti ad accettare il nostro aiuto, gli unici che potevano investigare in posti così pericolosi erano i ninja e se non volevano rompersi l’osso del collo dovevano sottostare alla nostra protezione. Certo, io non ero il tipo da imporre la mia autorità sugli altri ma la ragazza di nome Inohana sembrava nutrire altri tipi di pensieri. Forte e altezzosa non aveva la minima intenzione di farsi mettere i piedi in testa, sembrava però molto insicura di se stessa. Questo pensiero prese vita nel momento in cui, inchinandosi di fronte a noi, rivelò una piccola verità che mi fece riflettere molto.

    Beh! Siccome siamo qui, ho deciso di svelarvi un piccolissimo segreto. Ho letto il vostro pensiero... Da tanto tempo. Tu, di Oto, sei davvero un cucciolone... Tu di Taki invece sei strano. Hai paura di me? Ma io non faccio male a chi non mi crea problemi, ihih! Ah, già! Grazie dei complimenti. Già lo sapevo. Eh...Eheh!

    A quanto pare la ragazza riusciva e leggere nel pensiero delle persone e questa sarebbe stata un arma a doppio taglio. Prima di tutto poteva rivelarsi un vantaggio molto utile su un nemico o addirittura scoprire se qualcuno ci stesse mentendo ma usare la lettura del pensiero sui compagni di missione era una mossa un po’ azzardata. In un primo momento mi sentii un po’ offeso ma grazie al suo complimento arrossì e distolsi lo sguardo cercando di squadrare ancora meglio il campo. Opposta alla zona lavori numerosi tipi stranamente vestiti si aggiravano per il pendio agitando di qua e di là alcuni apparecchi sperando che qualche spiegazione gli cadesse dal cielo. Fui tentato di avvicinarmi e studiare insieme a loro i grafici e le tabelle che sembravano contenere preziosi dati utili alla nostra ricerca. Del resto non sapevamo nulla sulla faccenda tantomeno sul territorio, forse soltanto Al, nativo di taki, poteva conoscere questa montagna. Stavo per raggiungere gli scienziati ma fui distratto dalla voce di Alphonse in risposta alla donna prosperosa.

    Mi chiamo Al, credevo di essermi presentato.. Mmm non ti credo, non credo tu mi abbia letto nel pensiero, anche perché hai sbagliato, e di molto..
    Ah, Kuma, complimenti per la tua promozione, sono sicuro tu te la sia meritata, non ho dubbi al riguardo!


    Uhm.. grazie.. ma ti ho detto che è stata solo fortuna, però stai sicuro che dimostrerò di esserne all’altezza!


    Sostenni lo sguardo di Alphonse, forse anche lui era rimasto Genin ma ricordavo ancora le batoste che mi aveva tirato l’ultima volta che ci eravamo scontrati.

    Allora, Cosa, quelli sono gli scienziati che ci stanno aiutando a capire se il problema viene da scosse, dalla terra stessa o se ci sono altri motivi: il problema è che noi non possiamo continuare a lavorare così. Dato che loro agiscono qua, comunque, voi dovrete esplorare quella montagna e vedere se c'è qualcosa di sospetto. Tempo fa si parlava di dei pazzi che volevano impedire la ricostruzione dei villaggi ma... furono catturati. Quindi mettetevi a lavoro e salite su quella montagna!

    La voce dell’uomo arrivò sorprendendoci di colpo. Si era posto davanti a noi con le braccia incrociate e le gambe larghe. Aveva il cattivo gusto di trattarci male e sinceramente cominciavo a stancarmi di questo comportamento. Eravamo li per aiutare e non c’era nessun valido motivo per trattarci in quel modo. La ragazza sembrava fumante di rabbia e sul punto di rispondere ma le ultime parole dell’uomo furono accompagnate da un potente fragore che scosse la montagna e la terrena sotto i nostri piedi. Da un punto imprecisato della montagna si staccarono numerosi detriti ma alcuni di questi sembravano abbastanza grandi da combinare un vero e proprio disastro sul campo. Ad un tratto sentì uno spostamento d’aria, Alphonse era scattato verso gli scienziati. Distratto dalle macerie mi ero distratto non notando i due scienziati bloccati da alcune cinghie, la loro sorte sembrava scritta ma fortunatamente i miei compagni erano già all’azione e come sempre ero stato l’ultimo ad agire. La ragazza infatti aveva teso le mani e dopo qualche secondo numerosi fasci di fulmini partirono dalle sue dita affiancando Alphonse in corsa e dirigendosi verso i sassi più grandi. Il suo obiettivo era frantumarli e salvare i due scienziati e soprattutto Al che si era messo ad aiutare mettendo la sua vita a repentaglio. Istantaneamente poggiai le mani al terreno e un fascio di chakra partì dalle mie mani e dirigendosi verso il versante della montagna cercai di plasmare una solida e robusta cupola di cristallo per proteggere i tre malcapitati dall’impatto con le macerie e i detriti. Mantenendo la concentrazione sentì la voce della ragazza che dirigendosi verso il capocantiere, mise in chiaro il suo ruolo e guadagnandosi il rispetto che una Kunoichi merita. Ridendo sotto i baffi voltai le spalle alla scenetta estremamente divertente e aiutai Alphonse ad uscire dalla cupola di cristallo. Inohana terminò il suo bel discorso con il capocantiere

    Chiamami di nuovo “cosa” e ripercorrerai quel percorso senza un arto. Vuoi provare?

    E con estrema noncuranza si rivolse a noi sorridendo:

    A quanto pare, qualcuno vuole il male di questi poveri uomini. Ci tocca scalare la montagna... Non sembra molto stabile, quindi... Io la scalerò usando il Chakra. Poi fate voi!

    Tsk, è evidente che ci sia qualcuno dietro.. E' ora di eliminare la feccia dal mio Villaggio.. Inohana, Kuma, andiamo!

    Ai vostri ordini! Direi di dirigerci verso il punto dell’esplosione, fortunatamente stavo guardando verso quella direzione e conviene dirigerci verso quel punto.

    Alzai il dito verso una direzione precisa e seguii i miei compagni nella nostra scalata.


    WqLSBBK


    Riassunto
    32ZBH◕Equipaggiamento:
    •Lama Retrattile x1 [Braccio Destro] [Nascosta]
    • Filo d'acciaio x 20m
    ◕Azioni:
    •Cupola protettiva di cristallo
    ◕Status:
    • Mentale √
    • Fisico √
    ◕Resistenza: 200
    ◕Stamina: 300-10=290
    Kuma Shoton
     


    Edited by Kuma° - 23/7/2015, 15:44
     
    .
  13.     Like  
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    13,240
    Location
    Sotto un Albero di Arance.

    Status
    Offline
    La situazione era critica, sì, ma i nostri giovani parevano essere abbastanza in gamba da sapersela cavare da soli. Alphonse fu l'unico che non fece nulla, ma semplicemente perchè le sue capacità non gli avrebbero permesso in alcun modo di evitare che gli uomini finissero schiacciati. Tra l'altro avrebbe potuto anche finire lui stesso lì sotto, quindi era stato meglio evitare.
    La prima ad agire fu la pronta e scattante Inohana, da Kusa, che con due poderosi colpi elettrici frammentò parzialmente quelle rocce, anche se purtroppo non riuscì a cambiarne la direzione, tanto che quelle continuarono in parte a crollare verso gli uomini. Il termine della difesa fu eseguito dal ragazzo di Oto, comunque, il quale generò una cupola di cristallo che riuscì a fare in modo che nessuno fosse ferito.
    Pericolo scampato, almeno per ora.

    Oh, grazie ragazzi... Grazie! Venite veloci, dobbiamo salire sulla montagna!

    Disse uno dei ricercatori, ed il capo cantiere storse un attimo la faccia, guardando sia lui che i giovani con disprezzo prima di allontanarsi di lì e tornare fra i suoi operai a fare chissà cosa. L'uomo in camice non ci fece nemmeno caso e cominciò a dirigersi verso la salita della montagna, ed in caso i giovani l'avessero seguito, avrebbero potuto osservare il repentino cambio di scenario.
    Più si saliva, e più rocce e grotte si presentavano su quel territorio. L'aria si faceva sempre più fresca, mentre da alcuni punti sembrava provenire un leggerissimo *bip bip* che faceva storcere il naso al povero ricercatore, che si voltava per capire se gli altri lo stessero seguendo, ma anche perchè era abbastanza spaventato da quell'ambiente così sinistro e solitario. Arrivati ad una certa altezza, comunque, nemmeno i rumori degli operai raggiungevano più le loro orecchie.

    Hmhm... Tutto questo silenzio non mi convince. Dove sono gli animali? Prima qui era pieno di animaletti, ma ora... c'è solo il silenzio.

    Merda! Non li ha trattenuti... Via via via!

    Tutti avrebbero potuto sentire quella voce ed anche i passi che la seguirono, mentre le figure di tre uomini adesso stavano fuggendo verso destra a circa 10 metri dai ragazzi. Erano totalmente vestiti con abiti mimetici e la loro faccia era dipinta, quindi impossibili da riconoscere. Un semplice sguardo a destra, comunque, avrebbe potuto far notare ai giovani una sorta di martello pneumatico lasciato là per terra.
    Possibile che non si sentisse fin giù? Beh, dritti o storti i nostri giovani ormai si trovano a 100 metri di altezza dopo un'ora di camminata, non è mica poco!

    Decidete voi se indagare sul posto del misfatto o prendere i manigoldi :si2:
     
    .
  14.     Like  
     
    .
    Avatar

    » S l e e p y «

    Group
    Member
    Posts
    12,907

    Status
    Anonymous
    Non era successo proprio quel che pensavo, ma andava bene lo stesso. Almeno... Credo. I due fulmini non riuscirono a polverizzare i massi che caddero dalla cima, si presume, della montagna, bensì li ridussero in pezzi più piccoli che vennero poi bloccati dalla seconda parte della “difesa” messa in piedi. Il giovane di Oto rinchiuse tutti all'interno di una cupola creata con del cristallo in modo tale da evitare eventuali altri danni. Fu provvidenziale per salvare definitivamente tutti anche perché deviò le rocce verso un suolo privo di eventuali vite umane da salvare. Infine, il tipo di Taki si prese cura dei connazionali per togliergli dai guai. Mi andò alla perfezione. Era andato tutto benissimo, senza spendere troppo Chakra e mostrando anche quello che so fare allo stronzo grassone. Oh, che divertimento. Già, un gran divertimento vedere quel tipo abbastanza sbalordito.
    Al contrario, gli scienziati sembravano un minimo più civilizzati di quel tipo tutto muscoli niente charm, stile e cervello. Invece il tipo in camice mostrò immediatamente un minimo di gratitudine verso me ed i compari. Ed era anche abbastanza preoccupato, perché ci intimò di salire in fretta su per il crostone roccioso abbastanza rapidamente per scoprire cosa stava succedendo. Concludere la missione velocemente, per me, era una priorità: ero già stanca di quello che stava succedendo qui attorno. E quelle esplosioni... Per fortuna non fecero troppo male alle mie orecchie. Anzi, non ne risentì proprio di quegli scoppi. Che diavolo stava succedendo laggiù. Qualcuno stava lavorando con degli esplosivi, abbastanza sicuramente, e dovevano trovarlo prima che mezzo villaggio fosse stato raso al suolo da massi volanti. Ed anche noi.
    Era il momento di scalare il monte, seguendo fermamente l'uomo che li stava conducendo chissà dove. Non doveva essere un cattivone come quel burbero tizio di prima, per fortuna. Non avevo grossi problemi con lui, soltanto che mi aveva chiamato “cosa”. E non lo sopportavo. Per questo ero un bel po' incazzata ed avevo un bel po' di voglia di fargli un bel po' male. Sì, insomma, avevo intenzione di dargli almeno un pugno. Però mi sarei fatta male io, quindi ci avrei aggiunto qualche scossa per fargli ancora più male, eheh!
    […]
    Io ed il trio stiamo percorrendo un percorso roccioso ed estremamente lungo. Lo scienziato davanti a noi era solo e procedeva abbastanza lentamente, forse per evitare di farsi del male o comunque di cadere. Il percorso era davvero arduo e difficoltoso da superare. Mi ricordai che quei due parevano non credere alla mia lettura del pensiero, soprattutto quell'Alphonse. Non mi credeva proprio eh. Lui, l'eterno Genin. Ah, era così divertente da leggere. Era un gran bell'affranto, un poveraccio. Triste? Ah, beh, io son messa peggio, quindi di che cosa mi sto lamentando ora. Beh, forse era meglio fargli capire che cosa succedeva.

    - Puoi crederci o no. Ah, sappi che devi mettere di pensare di essere l'eterno Genin, Al. Non sei Naruto Uzumaki! -

    Dissi, dandogli un piccolo buffetto ad una spalla. Era d'incoraggiamento. Dai, su, non doveva fare il bambino in quel momento, rimanere calmo e fregarsene. Se era stato assegnato ad una missione B, doveva essere abbastanza bravo, quindi non era un problema e bisognava tenerlo carico e pronto per l'azione. Invece l'altro ragazzino era più sulle sue, non pensava di aver a che fare probabilmente con una ragazza come me in grado di leggere il pensiero. Non gli creava problemi e sembrava già decentemente motivato o chissà cosa. Non era nemmeno troppo scarso, infatti aveva salvato la vita agli scienziati poco prima.
    Lungo il percorso, i massi e le rocce raddoppiavano, triplicavano, quadruplicavano, diventavano sempre di più. Illimitati. Fino appunto a diventare una strada sterrata densa di sassi e con caverne da una parte e dall'altra. Era piena di insenature che a volte davano anche i brividi. Sembrava venire del fresco da quelle belle cavità. Si stava bene là dentro, quasi sicuramente! Un bel fresco, pace, tranquillità e solitudine. Nulla di meglio per me e la mia tristezza. Volevo rimanere sola, ma dovevo assolutamente portare a termine quella seccatura prima. Che noia.
    Così come una noia era quella infinita scalata! Ci volle un sacco di tempo per riuscire a percorrere un buon numero di metri di montagna. La pendenza era ripida e per evitare di volare di sotto decisi di applicare una minima quantità di Chakra ai miei piedi. Non volevo cadere e farmi del male ed inoltre serviva ad evitare distorsioni che facevano male quasi quanto un pugno nei denti.
    Trascorse del tempo. Molto. Troppo per me. Era davvero una rottura infinita di palle scalare quella montagna dietro un pauroso scienziato padre di famiglia e non so cos'altro pensare di quello. Per lo meno, era abbastanza silenzioso. Forse anche troppo. Che c'è, ci stava portando in una trappola lui e non il suo amichetto storpio troppo grosso sopra e troppo piccolo sotto? Ci stavano prendendo tutti per il culo e non c'era assolutamente niente in quella dannata montagna? Forse. Forse no. Il fatto era che mi stavo annoiando e se non sarebbe successo qualcosa in fretta avrei fatto qualsiasi cosa pur di trovare un minimo di azione. Anche menare a caso qualcuno.
    Per fortuna, qualcosa accadde. E fu abbastanza divertente. Il silenzio non convinceva nemmeno la nostra guida, il quale aprì la sua, che Dio la benedica, bocca. Già. La benedica perché qualcuno, di cui avvertii la presenza qualche istante prima, si lasciò scappare qualche eufemismo di troppo, mandando in malora qualcosa, e cominciò a scappare. Fui in grado di distinguere ben tre presenze nell'arco di una decina di metri, così come distinsi nettamente i loro passi affrettati. Sorrisi. Finalmente potevo far del male a qualcuno. Già mi leccavo i baffi al pensiero, come un sorcio col formaggio. La mia lingua sfiorò leggermente il labbro superiore e sorrisi con una certa distinzione. Ero contenta per un istante. Tre persone che dovevano scappare. Ooooh, non sarebbero andati lontano! Non con me, eheh.
    Il filo d'acciaio cominciò a scorrere, lento, sulle mie cosce. Sentire il suo freddo metallo mi dava un minimo di felicità, di gioia e, perché no, di eccitazione. Nah, non sessuale. Però... Però far del male mi eccitava maledettamente tanto. Il filo camminava lento sulla mia pelle, dandomi quel gelo di cui avevo bisogno. Ah, che bello quel rumore, quel delizioso suono metallico che presagiva problemi. Grossi problemi. E molta felicità per me. Potevo torturare, rompere, far male, tranciare e rompere ossa, tutto con un semplice filo. Sentii l'odore della mia cattiveria e della mia felicità che incrementava, piano piano, distinguendo nettamente i passi rapidi sul terriccio.

    - Ehi, bimbi, dove scappate? Eh. Eh. Non volete giocare con me? Mi divertirò tanto... -

    Quel mio sorriso era... Fottutamente macabro. E così bello. E sexy. Oh, che figa.
    Il filo corse lento giù per la mia coscia destra, sentendo il brivido freddo e meraviglioso che solo quel metallo mi rimandava. Era eccitante come poche altre cose. Quasi come le urla di dolore ed il sangue. Il suo odore e quello della mia pelle si mischiarono al terreno, per poi correre come lampi dritti verso le caviglie dei tre. I fili avrebbero poi legato i tre assieme, per i loro piedi, facendoli cadere dritti dritti sul percorso sterrato. C'erano molti sassi, quindi se finivano per terra e sbattevano la testa sarebbero svenuti ed il mio gioco se ne andava al diavolo.
    Mentre io giocavo, gli altri due potevano occuparsi tranquillamente di quel trapano rimasto là, dove i tre si trovavano. O... qualsiasi cosa essa fosse.

    - Kuma, se vuoi ti lascio legare uno di loro, ma loro saranno i miei giochini. Almeno mi divertirò un po'. A voi quel trapano, io strapperò loro le informazioni in qualsiasi modo.
    Dai, giochiamo!
    -

    E nel mentre il filo correva...

    Resistenza 300/300
    Stamina 356/400


    - Mantenimento Lettura del Pensiero
    - Stretta d'Acciaio per legare le caviglie di tutti e tre [Ho 80 metri...]


    Chiedo a tutti un parere sul post. Se è meglio la prima o la terza persona. Thanks, mi servirebbe molto :si2:
     
    .
  15. ~Dan
        Like  
     
    .

    User deleted


    ~ Ogni Lacrima E' Una Cascata
    Narrato
    Pensato
    Parlato
    Altri

    La presenza dei tre Shinobi fu provvidenziale, il tempismo con cui arrivarono, giusto in tempo per salvare la situazione da un possibile disastro, sembrava andare ben oltre le semplici leggi del caso.
    Più che di provvidenzialità, era forse meglio parlare di causalità: la presenza de itre militari sembrava aver accelerato i piani di eventuali manigoldi, interessati nel rallentare e sabotare i lavori di ricostruzione del Villaggio.
    Oppure era solo sfortuna, e la frana era attribuibile esclusivamente a Madre natura, chissà.
    Ad ogni modo, i tre agirono simultaneamente, senza consultarsi, forse perché il grado di confidenza era ancora troppo basso per poter pretendere una collaborazione di squadra, o forse perché l'emergenza della situazione richiedeva fatti e non parole.
    Con la convinzione di possedere la soluzione in mano, ognuno di loro si appellò alle proprie qualità, dunque Alphonse scattò in avanti, intenzionato a liberare i due scienziati intrappolati, in modo che potessero scappare, eventualmente facilitando la loro fuga ricorrendo alle arti marziali per infrangere e bloccare i due gravi; la Kusiana, d'altro canto, non fece neppure un passo, le bastò puntare le dita contro i suoi due obiettivi e fare fuoco: lampi di energia si materializzarono dalle sue estremità e, superando ai lati il Genin in corsa, cozzarono contro il centro dei due solidi, infrangendoli in schegge di dimensioni variabili, sufficientemente grandi e appuntite da poter ferire gravemente i tre uomini. Intervenne dunque Kuma, il quale eresse una vitrea barriera color violaceo, che li schermò dai detriti, vanificando completamente ogni possibilità di rimanerne colpiti.

    E questo? Non aveva fatto nulla del genere, nel nostro scontro.. deve essere una tecnica nuova..

    Al scortò i due civili vicino ai suoi compagni Team e al capocantiere, che aveva stampata in viso una smorfia strana ed indecifrabile, forse data dallo spavento causato dall'incidente, o forse per altro, ad ogni modo, nonostante l'atteggiamento burbero, Al non sospettava un suo eventuale coinvolgimento dietro quell'incidente. Era maleducato, ma non un criminale.

    Oh, grazie ragazzi... Grazie! Venite veloci, dobbiamo salire sulla montagna!

    Fu uno dei due ricercatori appena salvati a parlare e, senza neppure accertarsi che i tre militari lo seguissero - perché preoccuparsene, erano pagati a posta per quel compito - si incamminò verso la montagna "maledetta", imboccando un sentiero solo lievemente intaccato dall'incidente e, dunque percorribile.
    L'irta strada si arrampicava lungo il pendio della selvaggia montagna tutt'altro che dolcemente, tant'è che in più punti lo scienziato fu costretto ad affidarsi anche alle mani per proseguire, avanzando qualche passo in questa forma "animalesca", quadrupede, che almeno consentiva lui di salvaguardare il proprio equilibrio.
    La monotonia della salita fu interrotta improvvisamente da Inohana che così, senza preavviso, poggiò la mano sulla sua spalla, sussurrandogli poche, ma incisive parole.

    - Puoi crederci o no. Ah, sappi che devi mettere di pensare di essere l'eterno Genin, Al. Non sei Naruto Uzumaki! -

    La mano opposta alla spalla in questione scattò, senza che la sua ragione potesse valutare l'intelligenza dell'atto: le dita si strinsero fermamente sul polso della giovane, senza intenzione di farle del male.

    Che hai detto, scusami? Smettila con questi giochetti, tutti noi ci siamo fatti un'idea sull'altro, in questo poco tempo e, con un buon spirito d'osservazione ed un po' di inventiva, tutti saremmo in grado di decifrare qualcosa sulla storia dell'altro.
    Sicuramente non aiuta nel creare un po' di spirito di gruppo..


    Leggi il pensiero, "cosa"? Dimostramelo, dovrebbe essere facile per te dire che sto pensando al numero 7... Naruto Uzumaki..

    Non aveva mai riflettuto su questa cosa, sull'unica cosa che lo avrebbe potuto accomunare al Dio degli Shinobi, ma, purtroppo, anche ad una lista infinita di Ninja mediocri rimasti al grado più basso della gerarchia. Ma lui non era mediocre, lo sapeva, lo aveva dimostrato, per questo non capiva tutta quell'attesa, tutto quel tempo per riconoscergli un titolo che sentiva oramai gli spettasse.
    Cacciò quei pensieri, non era certo quello il luogo per rimuginarci su e lasciarsi distrarre, per di più con il sospetto che ci fosse la mano di qualche criminale, dietro quegli episodi.
    Erano saliti oramai di parecchie decine di metri, la temperatura si era abbassata sensibilmente, complice il vento che spirava attorno al complesso roccioso, penetrandovi grazie a grotte e fenditure nello stesso, il sogno di qualsiasi appassionato di speleologia e probabile loro futura meta.
    Tanto più i luoghi divenivano anfratti e oscuri, quanto era più probabile scovarvi attività illecite.

    Hmhm... Tutto questo silenzio non mi convince. Dove sono gli animali? Prima qui era pieno di animaletti, ma ora... c'è solo il silenzio.

    Merda! Non li ha trattenuti... Via via via!


    Le urla, seguite dalla rocambolesca fuga di tre uomini,attirarono la loro attenzione, localizzandone la fonte a qualche metro da loro, sulla destra: i tre vestivano tute mimetiche che riprendevano la cromaticità di quel luogo in modo del tutto fedele, gli stessi colori erano stati usati per colorare il loro volto ed eventuali porzioni di pelle scoperte.
    Nel loro correre, avevano scordato una sorta di martello pneumatico, seminascosto da un agglomerato roccioso alto quasi un metro.
    L'istinto primario del giovane fu quello di porsi davanti lo scienziato, in modo da proteggerlo da eventuali attacchi, sebbene i tre non sembrassero intenzionato ad ingaggiare battaglia: con un balzo li avrebbe raggiunti in un attimo, impedendogli o, almeno, ostacolandogli la fuga, fintanto che i suoi compari non gli avessero dato man forte.
    Questa volta notò invece che Inohana si era già messa all'opera, estraendo del filo metallico e infondendolo di chakra, in modo che potesse scagliarlo contro i tre e, presumibilmente, bloccarli: aveva avuto a che fare con la medesima tecnica, proprio nello scontro con Kuma, capendo che la velocità del filo era proporzionale alla capacità nel Ninjustu dell'utilizzatore.
    Dato che i tre non sembravano Shinobi, nè tanto meno dotati di chissà quale potere, il giovane era sicuro che lei riuscisse nel suo intento, dunque non si mosse.
    Avrebbe lasciato ai due utilizzatori di Ninjustu l'onere di quel lavoro.

    - Kuma, se vuoi ti lascio legare uno di loro, ma loro saranno i miei giochini. Almeno mi divertirò un po'. A voi quel trapano, io strapperò loro le informazioni in qualsiasi modo.
    Dai, giochiamo! -


    Ehm, lei, signore. Venga con me, mi aiuti a capire cosa facevano quei tre con quell'attrezzo. Più informazioni otteniamo, prima ci libereremo di questi "incidenti".

    Detto questo, Al si sarebbe avvicinato al macchinario, seguito dall'uomo che, almeno sperava, doveva saperne di più di ingegneria ed elettronica, campi dello scibile mai approfonditi dal Genin.

    Alphonse Elric
    Consumo Resistenza: //
    Consumo Stamina: //
    Recuperi: //

    Azioni:
    #

    Resistenza: 299/300
    Stamina: 100/100

    Stato Fisico: Ottimo

    Equipaggiamento:

    # 2 Kunai
    # 3 Shuriken
    # 1 Tanto
    # 1 Shuriken del Vento Demoniaco
    # 1 Tonico da Guerra

    # Sandali a Reazione [X]

    Armi svelate/utilizzate:
     
    .
25 replies since 9/7/2015, 10:24   581 views
  Share  
.