Occhi di cristallo

Mi alzai di soprassalto, il sudore sulla fronte e i brividi sulla schiena. Gli occhi sbarrati, pieni di paura e privi di luce. Ancora una volta lo stesso incubo mi stava opprimendo il sonno come ogni notte da quel maledetto giorno. Temevo di chiudere gli occhi e tornare dentro il sogno. Non ancora. Trascinandomi giù dal letto riuscii a mettere un passo dietro l’altro per raggiungere il bagno, mi sarei messo in sesto velocemente e lo spavento sarebbe passato tranquillamente. Forse fu l’acqua fredda o la colazione abbondante che in qualche ora riacquistai il buonumore per affrontare un’altra giornata dimenticando quasi completamente il fastidioso inconveniente mattutino. Con il sole le mie paure furono rispedite agli angoli più bui della mia mente e forse quella notte avrei potuto riposare tranquillamente, purtroppo sapevo che era un desiderio utopistico, con il calare delle tenebre le paure strisciavano lente fuori dalle loro tane e lente si avvicinavano trascinandomi ancora una volta nell’incubo.

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Il sole non era ancora alto nel villaggio di Oto, le prime famiglie cominciavano a svegliarsi e lentamente la vita cominciava a scorrere, le madri erano in cucina a preparare le colazioni, i primi ninja che dovevo svolgere ruoli mattinieri si dirigevano alle loro postazioni. Anche se non avevo nessun compito da svolgere gli accompagnai verso le porte del villaggio chiacchierando con qualcuno e spiegando il mio programma giornaliero.

Penso proprio che mi dirigerò verso le paludi, c’è un posto con un fantastico laghetto e con questo caldo penso proprio che mi farò un bagno rilassante, ieri sono stato di turno tutta la giornata e oggi ho proprio voglia di rilassarmi. Ci viediamo!

Salutai allegramente i ninja che si apprestavano al loro servizio e non mancai di notare i loro sguardi invidiosi ma la mia giornata di puro relax stava per iniziare! Seguì il sentiero che usciva dalla porte del villaggio e incrociai i primi viaggiatori che raggiungevano destinazione. Provenienti chissà da quale parte del mondo ninja potei riconoscere qualcuno di Suna per il particolare abbigliamento, del resto avevo passato un po’ di tempo a Suna. Solo a ripensare alle giornate passate in compagnia di Yuka e Koda. Del resto non era passato molto tempo e chissà che passi da gigante avevano fatto, probabilmente si stavano allenando duramente. Chissà, forse ci saremo tutti ritrovati per sconfiggere un altro leviatano o qualche strana creatura. Prestando fede al giuramento che mi ero imposto il mio ritorno in patria era stato seguito da una serie di allenamenti estenuanti e al limite delle mie capacità. Grazie alla promozione che da poco avevo conquistato potevo contare sull’aiuto di molti ninja altamente capaci e sentivo di essere migliorato, certamente non potevo stare mani nelle mani mentre tutti si allenavano, dovevo dare il meglio per non essere più di peso a nessuno. Immerso nei profondi pensieri non mi ero quasi accorto di essere giunto a destinazione e finalmente potevo godermi tutto il riposo che mi ero meritato. Oggi niente allenamenti e fatica, più relax e meno sudore. E senza perdere un minuto mi spogliai dei vestiti e rimanendo in costume mi gettai nelle fredde acque del lago. Era una sensazione stupenda sentire ogni centimetro della pelle avvolta dal freddo e dall’acqua, galleggiando a pelo d’acqua con il volto rivolto verso il sole mi sentivo in pace e carico di energia. Sembrava andare tutto nella norma quando notai una figura che mi osservava dalla sponda con uno sguardo curioso. Non lo riconobbi e cominciai a nuotare verso di lui, non sembrava del villaggio e forse si era perso: tipico dei viaggiatori che si recavano ad Oto.

Ciao, sono Kuma! Hai bisogno di qualcosa?

Mi presentai mentre ero tutto zuppo e ancora in costume. Cercando di prestargli attenzione mi asciugai e mi vesti. Ad un tratto mi venne in mente un metodo per cambiare le sorti della giornata, mi ero rilassato abbastanza e adesso volevo sgranchirmi un po’.

Che ne dici di scambiarci quattro pugni? Nel senso, ti va di allenarti? Ovviamente niente di pericoloso, sarà stato noioso il viaggio quindi ti propongo qualcosa di divertente per dare un po’ di vigore a questa giornata! Sembra un pò azzardato considerando che ti ho appena conosciuto ma diamine, un combattimento è il metodo migliore per fare amicizia no?

Alla luce del sole di Oto mi ritrovai al lago situato appena fuori le mura, sembrava l’unico posto in cui la natura sfoderava il suo miglior arsenale, la palude circondava la zona ma lasciava intatto l’ambiente circostante. Si poteva paragonare ad una sorta di oasi nel deserto, acqua cristallina e un prato rigoglioso, sarà stata la fecondità dell’acqua pura del lago ma quel posto era davvero particolare e raramente la gente si fermava ad ammirarlo. Un piccolo posticino semi segreto dove potevo rilassarmi e godermi qualche istante di tranquillità. Tutto sembrava procedere per il meglio quando una figura alla sponda del lago aveva richiamato la mia attenzione. Da lontano sembrava un ragazzino ma lentamente riuscii a distinguere i connotati della figura: sembrava un bambino che con faccia innocente mi osservava. Dagli abiti che indossava mi fu subito chiaro chi fosse e da dove provenisse, il vestiario di un ninja parla chiaro. Il coprifronte mostrava l’appartenenza al villaggio di kiri mentre il giubbotto ninja simile al mio indicava un grado simile o addirittura superiore al mio. Considerando la mia recente promozione non potevo permettermi di prendere sotto gamba i nemici che si presentavano in questo modo.

Io sono Ashi, signore. Dovrei portare un messaggio al Villaggio del Suono entro domani, ma temo di essermi perso...

Gli occhi e la voce mandavano un unico messaggio, una richiesta di aiuto che era ben lontana da intenzioni ostili. Mentre prendevo gli abiti continuavano a fissarlo nei suoi occhi verdi che sembravano avermi ipnotizzato. Sorvolando sull’uso della parola signore che mi fece arrossire cercai di squadrarlo da vicino senza destare il minimo sospetto. La corporatura era esile, i capelli di un strano colore: rosso e marrone. Si poteva ipotizzare tutto su quel ragazzino ma solo una cosa era certa: era strambo! Prima si ostinava a guardarmi con occhi innocenti e poi mi chiamava signore. Man mano che parlava però cominciava a convincermi sempre più, la sua innocenza sembrava troppo pura e lentamente cominciai a fidarmi di lui, quasi mi pentii di avergli fatto quella proposta ma lui accetto senza pensarci su.

Volentieri, signore, è fantastico!

Intanto non c’è bisogno che mi chiami signore! Non sono mica un vecchio. Chiamami semplicemente Kuma.

Uhm... Però non sono tanto bravo con i pugni. Mi fai vedere qualche mossa? Però ti prego, vacci piano con me

Mi allontanai da lui mettendo qualche metro di distanza e cominciai a pensare a qualche strategia, il ragazzo non sembrava nulla di che ma avrei soltanto tastato il terreno per evitare brutte sorprese. Mi voltai e tutto cominciò con un breve movimento, la mano si mosse veloce verso il porta oggetti, afferrai il filo d’acciaio e incanalai il chakra all’interno di esso. Direzionato dalla mia volontà lo scaraventai verso il nemico, speravo di averlo intrappolato nelle mie spire. Alzando il braccio libero verso il cielo incanalai il chakra richiamando il potere dl vento e creando una modesta folata che si diresse verso il nemico.

Daitoppa!

Se l’avessi preso avrei utilizzato un semplice corridoio di terra per stordirlo e danneggiarlo.

Sicuro e confidante nella stretta del mio filo d’acciaio tenevo il ragazzino sotto il mio controllo, l’allenamento sembrava volgere quasi al termine quando mi preparai a lanciare due mie tecniche. In un battito di ciglia vidi il corpo del nemico sfaldarsi e diventare pura acqua scivolando tra le spire avvolgenti, senza perdermi di coraggio provai a colpirlo con le mie tecniche sperando di avere un minimo vantaggio. Una pecca di quella tecnica sembrava il non potersi muovere in quella forma e la pozzanghera fu colpita in pieno dalla mia offensiva. Come per magia il ragazzo prese forma ma sembrava aver subito qualche colpo, lo leggevo nei suoi occhi. Messa in scena o meno dovevo stare attento a ciò che stava per accadere, con quella mossa ero stato preso alla sprovvista e adesso ero alla completa merce del nemico. Ad una prima analisi avevo raccolto qualche informazioni su Ashi, a quanto pare aveva il potere del chakra Suiton e in riva al lago mi ritrovavo completamente in svantaggio o meglio, potevo usare questo posizione apparentemente negativa in mio favore e prendere in contropiede l’avversario. La mia capacità di cristallizzare la materia mi permetteva un controllo sulle fonti acquatiche e sulle tecniche che si basavano su di esse. Avevo sperimentato nei miei numerosi allenamenti con mio padre che potevo neutralizzare un jutsu nemico di media potenza semplicemente convertendo la materia in cristallo ottenendo così un’arma al mio completo servizio.

Però sempai... aveva detto di scambiare due pugni, non arti magiche. Non è stato leale. Che razza di esempio dà ai più giovani?

L’esempio giusto "giovane" Ashi, è un mondo pieno di gente cattiva e non è bene essere ingenui. Mai credere alle parole di un avversario, di qualunque natura esse siano.

Il ragazzi si sgranchì i muscoli e le ossa, sembrava tranquillo e sicuro delle sue capacità, peccato per lui. L’ignoranza sulle mie abilità gli concedevano quel comportamento ma non vedevo l’ora di vedere la sua faccia dipinta di puro stupore quando una sua stessa tecnica gli si fosse ritorta contro. Mormorando qualcosa il ragazzo compose un sigillo, come per magia sentì l’umidità dell’aria salire e piccole goccioline si posarono sul mio viso. La visibilità stava calando e mi sarei ritrovato in mano al ragazzo che sembrava essere a suo agio in ambienti simili

Non crederai che ti lascerò fare! DAITOPPA!

Senza aspettare neanche un secondo evocai una corrente che avrebbe spazzato via l’umidità sviando la tecnica avversaria e rendendola inutilizzabile. La mia priorità era tenere sott’occhio Ashi e non lasciarlo sgattaiolare via con una delle sue tecniche d’acqua.

Sono più veloce così, sempai. Sono molto più veloce così, ‘sempai’

La sua voce proveniva da diverse angolazioni e se non avessi tenuto sotto controllo la posizione del nemico mi sarei ritrovato spaesato e confuso. A quanto pare la sua velocità aumentava nella nebbia e con lo stratagemma del vento avrei dovuto disperderla svelando il trucco di questo teatrino. Senza pensarci due volte invocai il potere della terra per innalzarmi verso l’alto e trovarmi al di sopra della situazione. Sembrava che il nemico, facendo uso dell’acqua del lago, avesse compiuto una tecnica che puntava dritto a me.

E’ arrivato il mio momento, SHOTON RELEASE!

Allargai le braccia portando le mani verso la tecnica e cristallizzando ogni singola particella d’acqua che rientrava nel mio raggio d’azione. Non mi avrebbe preso alla sprovvista! Senza aspettare altro mi rifugiai sottoterra lasciando una copia sul pilastro di roccia cercando di sviare l'avversario.

Divertiamoci un po’ adesso.

Alle sponde del lago di Oto l’allenamento con Ashi stava diventato un vero e proprio duello, ciò che sembrava un ragazzino si rivelò un abile ninja e in qualche secondo mi sarei ritrovato al tappeto se non avessi reagito e mostrato le mie capacità. Il primo scambio di battute era strategicamente avvenuto per recepire i punti deboli e quelli di forza del ragazzo. A prima vista sembrava parecchio abile con le tecniche Suiton e in riva al lago mi trovavo in netto svantaggio. Senza aspettare molto Ash partì in contropiede innalzando umidità e cercando di occultarsi alla mia vista, micro particelle d’acqua si frapposero tra me e il ragazzo ma i miei riflessi furono tali da interrompere la strategie nemica. Una folata di vento portò via l’umidità diradando la leggera nebbia che si era frapposta tra noi. L’istinto mi suggerì di allontanarmi dal lago ma non avrei mai avuto tempo di correre lontano e decisi di ripararmi in alto, lontano dalla sua maledetta acqua e al sicuro da qualsiasi altra offensiva. Dall’alto della colonna di terra potei notare il ragazzo che plasmano l’acqua del lago scagliò a tutta velocità un’onda verso di me, fortunatamente avevo il mio asso nella manica.

Cos..

Non riuscì nemmeno ad impastare il chakra che la massa d’acqua accelerò verso la mia direzione e mi colpì in pieno petto, sentì il fiato spezzarsi e i piedi perdere la presa con il terreno. Come diavolo aveva fatto a far accelerare all’improvviso quella maledetta onda? Con un tonfo caddi a terra, l’impatto con il terreno fu parecchio violento considerata l’altezza da cui ero precipitato. Tossendo cercai di analizzare il mio corpo, tutti gli arti sembravano rispondere ad ogni mio comando, non avevo nulla di rotto. Alzandomi mi accorsi di un fastidio al torace, ad ogni respiro sentivo un dolore che evidentemente era causato da una costola leggermente incrinata. Quel maledetto aveva osato tanto e io mi ero fatto mettere i piedi in testa ancora una volta, avrebbe ricevuto una degna lezione. Lasciai una copia in superfice mentre mi inabissavo nel terreno, contare sull’effetto sorpresa mi avrebbe dato un vantaggio non poco indifferente.

Ragiona Kuma, ragiona.

Dovevo battere il nemico attuando una particolare strategia, le nostre capacità erano per lo più simili e in un altro scontro diretto avrei sicuramente perso. Nascosto nel sottosuolo cercai il modo migliore per averla vinta senza troppi danni. Del resto era un normale allenamento e serbare rancore per situazioni come queste era da veri stupidi. Probabilmente un tempo mi sarei infuriato e perso le staffe ma il tempo mi aveva cambiato e in diverse occasioni imparai che lascarsi trasportare dalle emozioni portava sempre del lati negativi e io avevo voltato definitivamente pagina su questa storia. Ero diventato un ninja freddo nei combattimenti e avevo chiuso le emozioni in qualche angolo della mia mente, non volevo che interferissero nel mio lavoro da ninja. Avevo carpito il segreto per affrontare ogni decisione con sangue freddo e analizzare la situazione con oggettività. Capire il da farsi in questo frangente sarebbe stato facile: Ashi era pratico delle tecniche Suiton e la soluzione era davanti ai miei occhi. Dovevo allontanarlo dal lago, vicino alle sue sponde poteva usufruire di una quantità d’acqua quasi infinita per i suoi jutsu e non potevo permettere un altro fallimento della mia cristallizzazione. Plasmando il terreno intorno a me mi spostai sul fianco del nemico che dava su lago, puntai verso l’alto e mi preparai.

Sai, sono veloce anche io. Molto veloce.

Puntai la mano verso Ashi e chiudendo il pugno lo sferrai a terra spaccando la roccia e creando forti vibrazioni che velocemente avanzarono verso il ragazzo. Il mio obiettivo era scagliarlo via dalla sponda e concludere l’allenamento con il colpo di grazia. Cominciai a correre verso il nemico e concentrando nelle mani e piedi il chakra Shoton, feci una capriola con le braccia tese e ottenni una ruota di cristallo che mi permetteva di slittare sul terreno ad una velocità che non avrei mai raggiunto se avessi corso. Mi scagliai contro il ragazzo cercando di bloccarlo con due lance di terra laterali. Non avrei mirato a punti vitali, il mio obiettivo ero sconfiggerlo non ucciderlo. Correndo verso il nemico e circondato dalla ruota di cristallo cercai in tutti modi di mantenere la concentrazione per mantere attivo questa nuova tecnica. L'avevo imparata da poco e senza la concentrazione adatta sarei caduto rovinosamente a terra.

Davanti agli occhi del nemico ebbi un momento di incertezza. Quel dannato ragazzino mi stava mettendo in difficoltà. La caduta dal pilastro di roccia mi aveva destabilizzato e il nemico aveva usato questo a suo vantaggio. Fortemente convinto delle mie capacità avevo raccolto tutta la mia determinazione in quell’offensiva della speranza, speravo davvero di mettere a tappo Ashi così da porre fine a questo estenuante incontro. Viaggiando sottoterra cercai di trattenere le risate, avevo ancora una volta innalzato un orrendo pilastro di terra usurpando il territorio. Ogni volta dovevo rimettere a posto e ovunque incrociavo le lame con qualcuno tutto ciò che mi circondava subiva un disastroso riadattamento. Distratto da questi pensieri non riuscii a mantenere la giusta concentrazione e forse fu proprio questo uno dei motivi per cui il futuro che mi attendeva non era dei più splendenti. La tattica sembrava funzionare ma forse avevo fatto male i calcoli o il nemico era davvero troppo forte ma in qualche secondo mi ritrovai a terra dolorante a rotolare nella polvere. Cercai di ritornare indietro con la mente e capire cosa diavolo avevo sbagliato.

Merda..

Ricordavo di essermi catapultato letteralmente verso il nemico. Creando due lance di terra ero fortemente convinto di averlo inchiodato sul posto ma evidentemente qualcosa era andato storto. Aveva raggirato l’esplosione sotterranea con un muro acquatico che aveva sortito più o meno gli effetti che desideravo. Purtroppo non avevo fatto i conti con le capacità avversarie. Ashi possedeva l’elemento Fuuton e sapevo benissimo che era un ottima arma di difesa e poteva salvare la vita nelle situazioni più spiacevoli. Mentre mi dirigevo verso Ashi cercando di prenderlo in pieno con la ruota di cristallo notai che una corrente anomale prese vita attorno al ragazzo. Non feci in tempo ad arrestare la mia corsa che mi sentii catapultato verso l’esterno. In un vortice di terra, polvere e cristallo rotolai sul terreno umido. Sentivo il fiato mancarmi e le forze venire meno, quel combattimento era definitivamente finito. Purtroppo non mi sentivo di spremere ulteriormente le mie energie, alla fin fine era un allenamento amichevole e non avevo la minima intenzione di correre rischi inutili. Tossendo sulla polvere cercai di rimettermi in piedi, feci forza sul ginocchio e con il braccio. Mettendomi su ebbi le vertigini ma riuscii a tenermi in equilibrio e non finire ancora una volta con il sedere a terra! Alzai il braccio verso il ragazzo e feci cenno di avvicinarsi, le mie intenzioni erano del tutto amichevoli.

Ehi senti, chiudiamola qui che sono parecchio stanco. Sei davvero bravo accidenti! Devi insegnarmi quel trucchetto di prima!

Sono Shigure Akame, Chunin di Kiri. Ashi non è mai esistito, come anche il messaggio da recapitare. Cercavo un avversario, e alla fine l’ho trovato.

Uhm bene, quindi mi hai mentito.. Vabbè l’importante è che ti sia divertito in questa messinscena. Detto questo io vado a farmi un bel bagno guarda come sono ridotto

Li mostrai gli abiti e la pelle completamente sporchi di fango e sudore.

E’ ancora il mio giorno di risposo e non intendo rovinarmelo, se vuoi puoi unirti a me!

Cominciai a spogliarmi fino a rimanere in slip e cominciai a correre verso le rive del lago. Cercai di evitare l’enorme pozzanghera di fango e saltai nelle fresche acque del lago. Non mi importava molto se il ragazzo mi avesse seguito o meno, del resto ero stato preso in giro ma nonostante questo non provavo nessun tipo di astio nei suoi confronti. Magari mi avrebbe veramente insegnato quel trucchetto. Chissà se un giorno..