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.SPOILER (clicca per visualizzare)Mi sono messo d'accordo, l'infermeria le gestisce kerbe C:
Edited by Kuma° - 9/6/2015, 13:52. -
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La testa del serpente era ruvida, fastidiosa sulla mia pelle già bruciante di per se. Durante la discesa verso la grotta sotterranea, ogni centimetro di pelle scoperta che avevo fu escoriata da quelle pareti sabbiose che si andavano a restringere attorno alla Kotaka, distrutta. Oltre a due centimetri di lamina piantati nel fianco, di cui mi liberai con facilità, avevo solo una costola incrinata, nulla di grave. Il vero problema erano Kuma e Koda, entrambi gravemente feriti, che necessitavano di cure immediate. La mano del ragazzo dai capelli bianchi sembrava un biscotto ridotto in briciole, una visione che non mi diede il voltastomaco solo perché troppo occupata per tutto il resto. Kuma perdeva sangue dalla gola e anche il suo corpo non era messo meglio, tra noi era il più a rischio. Dorian non lo rividi per un po' da quel giorno, non prima di aver sentito la sua sfuriata contro il navigatore che, però, lo ignorò su tutta la linea. Non intervenni, sapevo perfettamente che il tipo biondo e dal bianco kimono non era affatto uno sciocco, non avrebbe mai ingaggiato uno scontro in quella situazione. Se ne andò poco dopo, lasciandoci al nostro destino. Non gli portai rancore per questo, avevo intuito fin da subito che non era tagliato per il lavoro di squadra, aveva solo agito seguendo l'istinto. Ad ogni modo, il riportare i due Genin a casa ricadeva sulle mie spalle. Aiutata da Koda, riuscimmo a tirare fuori il povero Kuma da sotto il propulsore metallico che stava schiacciando il suo esile corpo. Quello che accade più tardi fu che scegliemmo di vivere, fuggendo da quella grotta. Evocai un sottoposto di Manda, un serpente capace di viaggiare nel sottosuolo, nelle cui fauci costrinsi ad ospitare i due ragazzi. Prendendo posto sulla sua testa, cominciammo la nostra salita verso la Vita. Sopra la testa del serpente, quindi, richiusi la via che ci lasciavamo dietro, un tunnel sabbioso che percorrevamo a grande velocità. Il tempo sembrava essersi fermato mentre tutto ciò che avrei desiderato in quel momento fosse che scorresse veloce, portandoci direttamente alla scena successiva. Fu così che, ad un certo punto, non sentii più la sabbia tra i capelli ma una sensazione cocente. Alzai lo sguardo e subito i miei occhi si chiusero, infastiditi dall'abbagliante luce del sole. Incredula, il mio volto si illuminò alla vista del cielo limpido mentre i miei occhi si riempivano di lacrime. Il serpente uscì del tutto dal terreno, allontanandosi il giusto dal buco sabbioso che ricoprii con un gesto sprezzante. Eravamo salvi. Balzai giù dalla testa del rettile, chiedendogli di aprire la bocca, trovando i due ragazzi così come li avevo lasciati. La mia felicità era indescrivibile: i miei compagni di squadra stavano bene. Avevano bisogno di cure ma, adesso, sarebbe stato più semplice tornare al Villaggio. Koda scese dalla fauci del serpente, aiutandomi a trasportare anche Kuma: gli aveva tamponato la gola ma l'emorragia non si era fermata.
Yuka, dobbiamo tornare a Suna e di corsa. Usiamo il serpente che hai evocato, così faremo più in fretta!
E in quel momento un boato incredibilmente potente mi fece gelare il sangue. Un frastuono che non avrei mai riconosciuto se non avessi affrontato faccia a faccia il Leviatano. Non era l'unico della sua specie, ce n'erano altri. Guardando all'orizzonte, provai il desiderio di dirigermi nella direzione di quel grido, non riuscivo a togliermi dalla testa l'appena nato pensiero che, probabilmente, gli Shinobi scomparsi fossero ancora vivi, magari quel frastuono c'entrava con loro. Però, la mia missione era conclusa, non potevo abbandonare né Kuma né Koda, dovevo pensare ai miei compagni prima di tutto. Per cui, abbassai lo sguardo, sperando che, in qualche modo, chiunque avesse la sfortuna di trovarsi davanti ad un altro Leviatano, fosse riuscito a sopravvivere. Decisi che Kuma e Koda avevano la priorità così, come consigliato dal ragazzo dalla mano spappolata ma dalla mente ugualmente vispa, viaggiammo sopra il serpente, diretti verso Suna. Durante tutto il viaggio, stringemmo Kuma, tentando di metterlo nella posizione migliore, sperando con tutto il cuore di rivedere i suoi brillanti occhi nocciola sorridere ancora.~
La prima cosa che sentimmo direi dai medici quando ci accolsero, appena giunti in ospedale, fu riferita a Kuma, ancora privo di coscienza. Mandarono una barella, tre infermieri e ben due medici per occuparsi di lui. Le sue condizioni richiedevano cure immediate e, presi dall'agitazione, Koda ed io corremmo dietro quei tipi in camice, per accertarsi sulle condizioni del nostro compagno di squadra. Sarebbero riusciti a salvarlo? Era quello che volevamo scoprire. Purtroppo, però, quando la barella con il ragazzo si infilò nella sala operatoria, spuntò improvvisamente un giovane medico, con il camice quasi brillante tanto era bianco. Ci spiegò che Kuma era stato operato d'urgenza e, finché non sarebbe stato fuori pericolo, non ci era concesso di entrare. Sbuffai, rassegnata, mentre altri due infermieri arrivavano improvvisamente, quasi accerchiandosi. Insistettero per operare anche la mano di Koda, tralasciata al confronto della condizioni critiche dell'altro Genin. Però, ora che la guardavo bene, era decisamente orribile. Divenni bianca, ancor più di quanto già non fossi, ed ebbi uno svenimento a quella vista. Così, seppur stessi fisicamente bene, altri due infermieri furono costretti ad occuparsi anche di me. Lanciai un ultimo sguardo a Koda, promettendogli telepaticamente che, dopo che si fosse curato quello che rimaneva della sua mano, sarei andata a trovarlo, certamente. Mi diedero uno di quei succhi di frutta tutti zuccherati che di solito ti mollano i medici quando ti fanno i prelievi di sangue o i vaccini, funzionò perché mi sentii subito meglio. E attesi, seduta da sola in sala d'aspetto, fissando la spia rossa, immobile, che indicava l'operazione in corso. Unendo le mani come in preghiera, non potevo far altro che sperare.
"Puoi farcela, Kuma!"Nel mentre, Sala Operatoria
Kuma era stato spogliato e steso sul lettino, illuminato da una grande lampada che metteva in risalto tutto ciò che il suo povero corpo aveva subito. Abrasioni più o meno lievi erano il danno peggiore, si passava poi ad una brutta storta alla caviglia sinistra per poi passare al polso destro, rotto, finendo con quella brutta e pericolosa emorragia alla gola. I medici la analizzarono in un batter d'occhio. Ad una prima analisi, i bordi della ferita apparivano irregolari e dentellati, come una lacerazione causata da un qualche oggetto dal bordo irregolare. Però, l'emorragia era così grave che i medici capirono che qualcosa aveva penetrato in profondità. Si prepararono immediatamente ad operare: una volta fermata la perdita di sangue, riparare una o due ossa rotte sarebbe stato uno scherzo. Indossarono i guanti, le mascherine, e sterilizzarono gli strumenti. La luce puntata sulla gola del ragazzo metteva in risalto la lacerazione completa. Con un bel respiro, diedero il via all'intervento. L'anestesista fece respirare al ragazzo una miscela di gas per ridurlo in uno stato di narcosi, visto che aveva previsto un possibile risveglio del ragazzo ad operazione iniziata. Una volta che la gola del ragazzo fu rilassata, il chirurgo allargò la ferita, cercando il corpo estraneo con l'intento di rimuoverlo dalla trachea. Purtroppo, il corpo estraneo fu trovato solo una dozzina di minuti dopo e, per un attimo, i medici rimasero confusi. Il corpo in questione era assai più piccolo rispetto alla ferita e i suoi bordi mal corrispondevano alla lacerazione. Però, non c'era altro dentro il corpo del povero ragazzo, in uno stato di completa incoscienza, così trascorsero l'equipe trascorse ben più di un'ora per tentare di salvarlo. Prima di tutto, tentarono di richiudere la ferita della trachea, cosa impossibile se nella squadra non vi fosse stato uno Shinobi. Un Jonin con una lunga esperienza da medico, che impose le mani sulla gola del ragazzo, concentrando il chakra per ricreare dei filamenti capaci di far tornare la lacerazione per intero, sia interna che esterna, alla normalità. Il sudore gli colava dalla fronte e l'infermiere, piuttosto giovane, accanto a lui, si occupava di detergerglielo con un fazzoletto bianco. Un'ora immobile in quel modo, consumando tutta la stamina in suo possesso per salvare il ragazzo. Nel mentre, le abrasioni ed escoriazione venivano disinfettate e, le più gravi, richiuse con i punti, come una piccola apertura sulla testa del ragazzo. Sarebbero di certo guarite in qualche giorno perché curate attraverso un processo medico che utilizzava il chakra. Ora, tutto ciò che dovevano fare era proprio attendere che lo Shinobi richiudesse la ferita al ragazzo. Successivamente, avrebbero fatto delle lastre alla caviglia e al polso del ragazzo, per accertarsi delle reali condizioni della ossa, non prima di aver apportato una trasfusione di sangue, Kuma ne aveva perso decisamente troppo. Finalmente, il Ninja concluse il suo lavoro con un sorriso, annunciando che l'emorragia era stata fermata e che la ferita era stata completamente richiusa, sebbene la cicatrice fosse ancora visibile e la gola avrebbe bruciato al ragazzo per qualche settimana. In quel modo, gli infermieri furono liberi di contattare l'infermeria di Oto, paese d'origine del ragazzo, spiegandogli la situazione e chiedendo referenze sul gruppo sanguigno. Una volta fatto ciò, mandarono due infermieri in laboratorio per recuperare una sacca di sangue del giusto gruppo. Una volta portata la sacca col liquido rosso scuro, fu applicata la flebo sul braccio del biondo Genin di Oto, ormai totalmente fuori pericolo. I medici tirarono un sospiro di sollievo e si apprestarono a controllare le ossa: una storta alla caviglia e il polso rotto. Quello sarebbe stato semplice, per loro. Usando il chakra e le moderne manovre mediche, la caviglia tornò al suo posto, solo un po' indebolita, e il polso del ragazzo se la cavò con una fasciatura che avrebbe dovuto portare per qualche giorno, l'osso era stato sistemato e rinforzato dal chakra. Tutto questo accade esattamente in tre ore e dodici minuti.
Quando Kuma riaprì gli occhi erano ormai passate cinque ore, durante le quali avevo bazzicato per l'ospedale, andando a trovare Koda e, ad un certo punto, tornando persino a casa per tranquillizzare i miei genitori e la mia sorellina che stessi bene. Mi avevano medicato le abrasioni e messo tre punti sul fianco, oltre che compiuto una manovra per rimettermi a posto la costola. Eh sì, ero tornata esattamente come nuova! Così, ripercorrendo i passi mentre il limpido cielo di Suna illuminava il Villaggio, tornai in ospedale, ancora una volta. Koda aveva subito un intervento molto particolare e la mano era ancora in fase di ricostruzione, anche se le previsioni erano ottime: tutte le dita erano state rimesse a posto! Quando arrivai in sala d'attesa, sobbalzai notando la luce rossa della sala operatoria spenta. Gli infermieri e i medici avevano già abbandonato la sala ma corsi dietro a due di loro che mi sembrava si fossero occupati proprio di Kuma. Mi dissero che l'intervento era andato a buon fine, gli sarebbe solo servito un bel po' di riposo e, finalmente, potevo andarlo a trovare perché aveva aperto gli occhi. Mi precipitai immediatamente per il corridoio, seguendo le indicazioni degli infermieri. Si trovava in una stanza singola, con un camice leggero a coprirlo e infilato accuratamente sotto le coperto di un letto bianco, con la flebo per idratarlo lì vicino. Sembrava davvero uno straccio ma era vivo. Senza pensare di risultare stupida, poco opportuna o semplicemente paurosa, mi precipitai ad abbracciarlo, attenta a non fargli male.
Kuma! Come ti senti?! Sono così felice di vedere che stai bene!!
C'era così tanto da raccontargli ma sarebbe stato felice sapendo che la sua trivella di cristallo aveva trapassato il cranio del Leviatano. Era in tutto e per tutto, un vero eroe.SPOILER (clicca per visualizzare)E' un giro di tre post a testa, alla fine, oltre all'exp, ti indicherò gli eventuali giorni di convalescenza off gdr, sei messo parecchio male
Ah, durante la quest sparirò varie volte per poi ricomparire, vado a controllare anche Koda. -
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Il corpo di Kuma era debole eppure ricambiò il mio abbraccio in modo reattivo, quasi spontaneo e, da parte mia, non potevo non esserne contenta. Vedere i suoi occhi color nocciola che cercavano i miei era davvero un bel segno, solo in quel momento compresi quanto fosse importante per me che il ragazzo fosse ancora vivo. Fortunatamente, i medici erano riusciti nell'intervento, seppur durato quasi quattro ore! Ma adesso Kuma stava bene. Mi accarezzò la testa e ci separammo, continuando a mantenere il contatto visivo. Non era certo euforico come quando l'avevo conosciuto (appena qualche ora prima), ma era già un'inizio il fatto che fosse curioso. E vorrei ben vedere! Si era perso forse la parte più importante della nostra missione. La sua voce era chiara seppur rauca. Gettai un'occhiata alla cicatrice sul collo, richiusa, ma comunque doveva bruciare ancora un po', immaginai.
Io sto bene, son contento che stai bene e gli altri? Dimmi tutto ti prego. Cosa diavolo è successo dopo l’impatto? E dove ci troviamo?
Non agitarti, non ti fa bene! Adesso ti racconterò ogni cosa, non preoccuparti! Siamo nell'Ospedale di Suna, in ogni caso, quindi rilassati, sei in buone mani!
Sorrisi. Ora che la missione era conclusa avevamo tutto il tempo del mondo per fare rapporto e, probabilmente, i due Genin avrebbero dovuto trascorrere una notte o due in ospedale, avevo questa impressione. Ad ogni modo, presi un bel respiro, poggiai le mani sul letto e mi rilassai, trovando le parole migliori per raccontare il finale della nostra avventura, l'unica parte a cui Kuma non aveva avuto il piacere di assistere. Le sensazioni della caccia ancora le avevo addosso, potevo chiudere gli occhi e sentire il freddo della caverna sotterranea sul mio viso.
Dunque... eravamo rimasti al punto in cui la Kotaka stava per essere risucchiate nel vortice del Leviatano. Sono l'unica che è riuscita a vedere cosa sia successo grazie ad un sunajutsu che conosco, ma sarai contento di sapere che ce l'abbiamo fatta: la creatura è morta! È stato grazie alla tua trivella, Kuma, il cristallo ha trapassato di netto il punto debole che aveva scoperto Dorian, proprio in mezzo agli occhi! Solo che... mmm... la nave ha preso troppa velocità, si sono persino rotti i comandi... così non solo abbiamo ucciso il Leviatano ma abbiamo continuato ad andare avanti. Purtroppo, però, la nave si è incrinata e quindi siamo fini sottoterra..
Il nostro scudo ci ha protetti un sacco, comunque! Se non fosse stato per il tuo cristallo e la mia sabbia... forse nessuno di noi sarebbe qui...
Era un'eventualità sulla quale riflettevo solo ora. Saremmo davvero morti senza quello scudo, dovevo ammetterlo. Mi avevano impressionato le capacità di Kuma, ero del tutto certa che la sua fosse un'abilità Innata. Ad ogni modo, le domande le avrei riserbate per dopo, dovevo continuare con il mio racconto.
Comunque, la Kotaka è finita qualcosa come cinquanta metri sotto la sabbia, roba da non credere! Mentre scendevamo lo scudo si è quasi del tutto distrutto e la nave ha iniziato a stringersi pericolosamente, insomma, più andavamo affondo più sembra che dovessimo schiacciarci. Poi siamo finiti in un vicolo cieco, ci siamo schiantati al suolo di botto, forse i tuoi ricordi finiscono proprio qui. Ricordi la caduta, Kuma?
Forse i suoi ricordi si interrompevano proprio in quel punto, con tutta probabilità era stato quell'impatto a ferirlo, anzi, quasi sicuramente era così. Ad ogni modo, continuai dopo aver sentito la sua risposta, sembrava parecchio confuso in realtà, forse aveva una specie di amnesia post traumatica? Non lo so, a dire la verità avevo sentito il termine su una rivista e mi sembrava ganzo riproporlo.
Insomma, c'è mancato poco che esplodessimo! Nell'impatto la Kotaka è andata in mille pezzi, ci siamo rivoltati come sardine, non c'era neanche un pezzo intero, sembrava fosse passato un ciclone, parola mia. Eppoi non si vedeva bene, c'era solo una fastidiosissima luce intermittente, rossa per di più, roba da far venire i brividi... Ah, io non mi sono fatta praticamente niente, tutto merito del cer...
Mi bloccai di colpo. Ero davvero idiota. Possibile che stavo per rivelare il mio "segreto" così facilmente? No, no, proprio no. Dovevo rimediare immediatamente, in qualche modo!
del cer... to quantitativo di fortuna che mi aiuta a... ehm... salvarmi la pelle... ?
Mi stavo scavando la fossa da sola, quella frase non aveva senso. Arrossii come un peperone, maledicendomi mentre mi scervellavo per trovare qualcosa da dire. Niente, non dovevo aggiungere altro. Come dicevano sempre le mie amiche, fa finta di niente, sorridi e annuisci! Per cui, sorrisi, anche se il mio disagio era evidente.
Eheheh... eheh... Comunque... tu sei stato l'unico a svenire, Koda e Dorian erano messi male ma se la sono cavata.
"Accidenti, spero di non essere stata indelicata! Così sembra quasi che gli abbia detto di essere stato un peso..."
I-il problema è che un propulsore ti è finito addosso, non potevi non svenire, eh! Insomma, devi aver sbattuto contro qualcosa per procurarti quella ferita, stavi perdendo molto sangue...
Koda si è ripreso quasi subito ma dovresti vedere che fine ha fatto la sua mano, se solo ci ripenso...
Ci ripensai a quel disgustoso ammasso di carne, ossa e filamenti scomposti, come se qualcuno li avesse calpestati, messi dentro un secchiello e svuotati sulla sabbia. Divenni pallida all'improvviso e quasi svenni, però mi trattenni perché sarebbe stata la terza volta in due ore e non mi sembrava il caso.
È nell'altra sala, i medici l'hanno ricostruita! Più tardi te lo saluto, anzi, tra un po' dovrei andare a trovarlo, era piuttosto curioso di sapere se stessi bene. Sai, si è preoccupato molto per te, sembrava darsi la colpa di tutto quello che è successo...
Oh, quasi dimenticavo! Dorian è sparito! Cioè, sembrava volesse suonarle a Koda ma ha lasciato perdere, si è ripreso ed è scappato. Ecco... per favore, non avercela con lui, infondo ognuno di noi reagisce in modo diverso alle situazioni di pericolo. L'importante è che stiamo tutti bene! Per fortuna il serpente gigante ci ha portato fuori dalla grotta in un batter d'occhio, e quando siamo arrivati al villaggio c'era già un gruppo di persone ad aspettarci! Eh... il racconto è finito! Eheheh!
Avevo tralasciato la parte sul terribile ruggito sentito subito dopo essere tornati in superficie, ma forse gliene avrei parlato dopo, per adesso preferivo far stare tranquillo Kuma, ne aveva già passate tante. Chiacchierammo un altro po', più che altro sentii i suoi pareri su ciò che gli avevo detto, e, ad un certo punto, mi alzai, rivolgendogli un sorriso gentile. Stavo per scusarmi con lui ed andare a trovare Koda ma un medico bussò alla porta ed entrò. In mano reggeva dei fogli con chissà che dati scritti sopra.
Kuma Shoton, come ti senti? Ho delle buone notizie: sei perfettamente guarito, l'operazione è andata a buon fine.
È fantastico!
Sì. Tuttavia non vorrei smorzare il vostro entusiasmo ma è necessario che il paziente resti qui fino a domani per degli accertamenti.
Spiegò con un lieve sorriso. Non attese le nostre risposte, semplicemente fece un cenno con la testa e lasciò la stanza senza aggiungere altro. Kuma sembrava leggermente abbattuto dalla notizia ma il dottore aveva ragione, avrebbe fatto bene a riposarsi per un po'. Provai quindi a tirargli su il morale come meglio potevo.
Non preoccuparti, Kuma, posso restare fino a tardi se vuoi! Tanto non devo tornare a casa eheh... E appena esci possiamo andare in giro per Suna, vedrai, ti piacerà! Ah! Possiamo invitare anche Koda! Vado subito a chiederglielo!
Sorrisi al ragazzo dagli occhi nocciola mentre mi allontanavo, lasciandolo da solo nella stanza. Dopo una missione come quella una bella paura era necessaria e, francamente, non vedevo l'ora di starmene un giorno a riposo. E condividerlo con Koda e Kuma sarebbe stato ancora meglio.SPOILER (clicca per visualizzare)Scusa il ritardo! Bene, fai l'ultimo post. Però, come ho scritto, ti assegno 1 giorno di convalescenza on e off gdr, è stato un brutto intervento
E scusa per il post corto >___<". -
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Edited by Kuma° - 15/6/2015, 18:27. -
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Lasciai Kuma da solo in quel letto d'ospedale che, a quanto diceva il medico, l'avrebbe ospitato per un altro giorno. Potevo capire come si sentisse il ragazzo, visto che anche io, al rientro da Ame, avevo trascorso due giorni in ospedale per riprendermi. Era stato allora che mi resi conto di essere diventata la forza portante della prima coda. Ad ogni modo, a quel tempo mi aiutarono le mie amiche e i miei genitori, venendomi a trovare giornalmente e restando con me tutta la notte, quindi avrei fatto lo stesso con Kuma e Koda, sarei rimasta con loro finché non sarebbero potuti tornare alla vita di tutti i giorni. Con un sorriso lasciai quindi la stanza dello Shoton, incamminandomi per il corridoio, cercando la stanza di Koda. Bussai e entrai. Il ragazzo dai capelli bianchi era sempre nel letto, guardando distrattamente fuori dalla finestra, ma sembrava più tranquillo, anzi, la mia vista gli fece tornare quasi il buonumore. Gli riferii immediatamente di Kuma e le sue condizioni, il Takiano era così ansioso di sapere se il compagno di squadra stesse bene, si era davvero sentito in colpa nei suoi confronti. Ma sapere che sarebbe tornato alla normalità in appena pochi giorni lo rincuorò. Vederlo più tranquillo rendeva felice anche me anche se iniziavo vagamente a sentirmi stanca: non avevo riposato neanche un attimo, a parte qualche svenimento, e francamente non vedo l'ora di stendermi da qualche parte e non pensare a nulla per un po'. Ad ogni modo, gettai un'occhiata critica alle mano di Koda. Il ragazzo poteva muoverla liberamente ma aveva ancora uno strano colorito ed era cosparsa da bianche cicatrici, un effetto un po' troppo macabro per i miei gusti. Mi ressi al letto per non svenire di nuovo e distolsi lo sguardo, spiegando a Koda che Kuma sarebbe dovuto rimanere in ospedale un altro giorno, così, tanto per cambiare argomento e concentrarmi su qualcosa che non fosse quella maledetta mano. In quel momento, entrò un altro medico, sorridendo al ragazzo e avvicinandosi subito per controllargli la mano, a detta sua. Bofonchiò qualcosa, controllò le flebo e, alla fine, concluse che non appena fosse finito il liquido il ragazzo dai capelli bianchi avrebbe potuto lasciare l'edificio, poiché la mano stava bene, se si escludeva l'aspetto. Fummo entrambi contenti della notizia, sopratutto Koda. L'uomo dal camice bianco ci lasciò, avvertendoci che sarebbe ripassato neanche un'ora dopo per controllare, così restammo di nuovo soli. Il ragazzo sembrava abbastanza stanco quindi pensai fosse il caso di lasciarlo riposare per un po'. Uscii dalla stanza, ripercorsi il corridoio e tornai nella stanza di Kuma.
Sono stata da Koda, ti saluta! E il medico ha detto che la sua mano tornerà come nuova e che può uscire tra qualche ora, appena finisce la trasfusione di sangue...
Impallidii e quasi svenni di nuovo, dannato sangue. Mi controllai, sedendomi ai piedi del letto, mentre Kuma mi faceva gentilmente spazio. Era quasi il tramonto ormai e iniziavo ad avere una fame da lupi. Il mio stomaco borbottò rumorosamente e arrossi per l'imbarazzo. Delle infermiere che giravano per il corridoio annunciarono che tra qualche minuto avrebbero servito la cena e che l'orario a disposizione per i visitatori era terminato. Mi dispiaceva lasciare i due ragazzi ma non mi era permesso restare a, anche se non lo dissi, tornarmene a casa per un po' non mi sarebbe affatto dispiaciuto. Ad ogni modo, avevo giusto pensato ad un modo per rimediare.
Ehi, ho un'idea! Perché tu e Koda non vi fermate al Villaggio per qualche giorno? Anche solo uno va bene, insomma, domani mattina ti dimetteranno quindi, magari, potrei portarvi a fare un giro! Così mangerete anche qualcosa di decente, ho l'impressione che il cibo faccia pietà qui!
Ehm...
Mi girai e la vecchia infermiera mi guardò malissimo, si portava dietro un carrello con il pasto per il paziente. Arrossi dalla testa ai piedi, scusandomi più imbarazzata che mai per la gaffe. Kuma quasi non riusciva a tenere le risate. La vecchia servì al ragazzo della pastina che sembrava più dura del marmo e verdure che non sembravano verdure. Dovevo averla colpita nell'orgoglio.
E mangia tutto. Ti farà bene!
Enfatizzò lei, rivolgendomi l'ennesima occhiata sanguinaria. Ringraziammo la signora che se ne andò, non prima di avermi ricordato che, per me, era giunta l'ora di andarmene. Ma come potevo lasciare Kuma con quella tortura cinese da mangiare? Purtroppo, dovevo, ma domani sarebbe sicuramente stato un giorno migliore. Così, annunciando la mia uscita, sorrisi al ragazzo, promettendogli che ci saremmo rivisti il giorno seguente.
Ah, se non ti piace quella roba scaricala nel gabinetto, ma non tutta insieme o si ottura! Buonanotte, Kuma!
Lo abbracciai velocemente per poi alzarmi dal letto e sorridergli prima di chiudermi la porta alle spalle. Passai a salutare anche Koda, riferendogli inoltre l'invito per il giorno seguente. Dopo aver fatto ciò, mi stiracchiai nel bel mezzo del corridoio, proprio mentre la vecchia rifilava anche al ricercatore dai capelli bianchi quella sbobba indecente che chiamava cibo. Stanca morta, mi lasciai l'ospedale alle spalle. Il cielo era giù scuro e tuttavia brillante. L'aria fresca mi scompigliò i capelli e sorrisi rincuorata. Avevo avuto paura di non farcela, eppure eccomi lì, con Koda e Kuma vivi e vegeti e Dorian disperso da qualche parte. Certo, mi ero immaginata in modo diverso la fine della nostra missione ma dovevo ammettere che anche quel finale mi andava bene. In effetti, quel finale poteva rivelarsi anche l'inizio. Chissà, l'avrei scoperto il giorno seguente.SPOILER (clicca per visualizzare)Scusa il post corto ma non ho tempo per scrivere qualcosa di decente e non volevo bloccarti ulteriormente. Dunque, da adesso hai un giorno di convalescenza on/off gdr da scontare, per il resto sei completamente guarito Ti assegno 24 exp perché, cronologicamente, non sei ancora diventato Chunin. Eh, niente <3
Se qualcuno desse exp anche a me, mi farebbe un piacere. -
Kote.
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SPOILER (clicca per visualizzare)Kerbe, 47 e vai a finire di studiare per l'esame.