Scoperte

Sudore e polvere, bocca impastata di terra. Sentivo il cuore battermi nelle orecchie, il volto costretto a terra, gli occhi pieni di lacrime di rabbia e il corpo inerme. Potevo chiaramente sentire la forza della mano che mi teneva la testa a terra, pulsava di vita. Un sorriso occupò il mio campo visivo, il cielo si oscurò e un volto simile al mio scorgeva i miei occhi e ostentava ancor più fortemente l'espressione di gioia che era intenta e sbeffeggiarmi.

Sei ancora un po' scarsino no?

Cercai di voltarmi dall'altra parte ed evitare il suo sguardo, non sopportavo più sentire il suo sguardo addosso, il suo giudizio si innalzava sopra la mia testa e più del dolore mi provocava una sensazione angosciante che non potevo sopportare. Le lacrime continuavano a scorrere impetuose nonostante il mio tentativo di tenerle a freno.

Sei proprio una femminuccia lo sai? Fammi vedere l'uomo che è in te.

ORA BASTA

Battendo i pugni sul terreno cercai la forza necessaria per contrastare mio padre, una strana sensazione invase il mio corpo, il chakra sembrò cambiare e in un attimo mi ritrovai in piedi. La situazione si era ribaltata, per un attimo assaporai il giusto della vittoria ma un rapido sguardo a mio padre mi fece sobbalzare. Il suo braccio era ricoperto da una strana materia rosata. Il suo sguardo non lasciava nessun dubbio, l'artefice di tutto questo ero io.

Non pensavo che anche tu...

Senza nessun sforzo distrusse il materiale con un piccolo strattone e liberò il suo braccio dalla morsa, piccoli pezzetti di quella cosa caddero a terra e si dissolsero luccicando al sole. Qualche secondo dopo non c'era più traccia dell'accaduto tranne la strana sensazione angosciante che mi opprimeva il petto, cosa diavolo avevo fatto?

Scusa papà, non volevo.. non sono stato io... cosa diavolo è successo?

Tra le lacrime cercavo di spiegarmi il tutto ma non ottenevo nessuna risposta né da me né da mio padre che poggiando la mano sulla testa mi tranquillizzò come faceva da piccolo.

Non ti preoccupare Kuma, per oggi abbiamo finito. Andiamo a casa e parliamone.

Come un cane mi feci accompagnare, il mio stato confusionale non dava segni di affievolirsi e la mia preoccupazione cresceva esponenzialmente all'avanzare del tempo. Solo una tazza di thè caldo e un bagno rilassante mi fecero tranquillizzare, la mente si schiarì e il corpo riprese ad obbedirmi. A quanto pareva mio padre non era per nulla preoccupato e io dovevo fidarmi di lui, del resto era stato un ottimo ninja ai suoi tempi d'oro quindi non potevo far altro che affidarmi ai suoi insegnamenti. Ripensando alle sue parole una domanda mi sorgeva spontanea, perché avevo detto che anche io ero capace di fare una cosa del genere? Evidentemente non ero stato il primo ad aver preso parte ad eventi del genere, non aspettavo altro che la sera dove avrei potuto parlare tranquillamente con mio padre e trovare una santa spiegazione a tutto questo. Un quadro di follia che lentamente si stava dipingendo nella mia mente, surreale e inspiegabile.

Kuma, scendi per favore.

La sua chiamata arrivò schietta dal piano di sotto, avanzando velocemente per il corridoio raggiunsi la cucina dove mia madre e mio padre mi attendevano mano per la mano e con un sorriso stampato in faccia.

E' ora che ti parli del clan Shoton di cui appartieni

Il tempo scorreva, il sole compieva il suo moto in cielo. Nella casa di Oto tre umani compievano un rito che nelle famiglie del clan Shoton esisteva da anni. Il novizio ero io, circondato dagli sguardi di mamma e papà che sorridendo ammiccavano e si tenevano la mano. Non li avevo visto così uniti e sembrava davvero strano vederli li che mi rivolgevano sguardi dal dubbio contenuto.

Quindi? Cosa fate li imbambolati? Spiegatemi tutti, sono stato davvero male quello che è successo, non vorrei accadesse mai più. Quella cosa non l'ho controllata e non voglio possa fare del male a qualcuno. Dovete darmi una spiegazione.

Il tono era serio, non molte volte nella mia vita avevo usato parole così, mi sentivo strano. Forse stavo crescendo o forse era quella particolare situazione a rendermi strano, diverso dal ragazzo di sempre. Ciò che era accaduto sembrava avermi cambiato e non sapevo se il cambiamento volgeva verso una prospettiva negativa o positiva. L'unica certezza di quel momento era il timore che mi attanagliava il petto e che mi costringeva ad aver paura perfino di me stesso.

Non è così grave come pensi, ciò che è successo l'altra volta non è stato un incidente ma un evento che attendevo da tempo. Non ne sarei a conoscenza ma il membri del clan Shoton hanno un'abilità particolare.

Di che parli papà?

Ora ci arrivo ma stai tranquillo. Questa abilità si sviluppa in un'età vicina alla tua quindi dovrai tenerti pronto per una serie di allenamenti particolari che affronterai direttamente con me, ti imparerò l'arte del clan Shoton come mio padre lo imparò a me e così via. Sarà tuo compito tramandarlo alla generazione che verrà, dovrai promettermi questo.

Cominciavo quasi a spazientirmi, sentirlo parlare in questo modo mi dava fastidio, non entrava nel vivo del problema e non aveva l'intenzione di svelarlo.

Non ho tutta la giornata, potresti..

Ho detto di calmarti, ora ti faccio una dimostrazione.

Porse il palmo verso di me, non inarcò neanche il sopracciglio che una rosa si materializzò nelle sua mani. In un quel fuggente attimo sgranai gli occhi e con immensa sorpresa notai che il materiale di cui il fiore era composto era lo stesso che avevo creato io. Vederlo da vicino e con calma mi fece rendere conto che quella rosa era fatta di..

Cristallo! Visto? Noi del clan Shoton manipoliamo e creiamo cristallo. E' l'unione degli elementi Terra e Vento che tu possedevi alla nascita. La nostra abilità è genetica, tu sei stato predisposto a questo. Tieni prendila.

Avanzò il palmo invitandomi ad afferrare il fiore dall'aspetto così delicato ed elegante. Appena lo toccai questo sparì in una miriade di minuscole particelle.

Noi possiamo controllarlo e farlo sparire in un secondo. Sorpreso?

Non aspettai nemmeno un secondo, sorrisi a mio padre guardandolo negli occhi.

Insegnami.

Il giorno successivo mi ritrovai sveglio all'alba, il sole stava sorgendo emanando i primi timidi raggi. Il freddo della notte si diradava allontanato dalla luce e il torpore si faceva strada lungo il suo corpo. Quel giorno sarebbe stato davvero particolare, doveva allenarsi con il padre. Solitamente si limitavano a qualche scazzottata e sudata per tenere attivi i muscoli. A quanto sapevo la mia non era una famiglia dedica alle arti ninja ma questa piccola convinzione venne spazzata via in pochissime ore. Solo ieri nel salotto di quella stessa casa avevo riscoperto in mio padre delle abilità che non pensavo avesse. Un passato certo che pensavo di aver conosciuto venne spodestato dal mistero e da mille domande che si affollavano nella mia testa.

La colazione è pronta!

L'urlo di mia madre si fece strada e in un attimo trangugiavo il bollente latte osservando la donna che armeggiava con i fornelli.

Mamma, non sapevo che papà era un ninja, perché non me lo avete mai detto?

Girandosi la vidi sorridere e avanzò verso il tavolo poggiando le stoviglie che portava con sé. Mi guardò negli occhi e raccontò una breve storia.

Prima di conoscermi tuo padre era un ninja molto abile, si divertiva a viaggiare da città in città. Purtroppo in una missione complicata venne ferito e conobbe me, all'epoca ero un'infermiera all'ospedale che dovetti lasciare quando aspettavo te. Si innamorò e lascio la carriera dedicandosi a me e a te. Abbiamo rinunciato a molto per te ma non ce ne pentiamo mai.

Abbozzò un bacio sulla guancia, sentire tali parole da mia madre mi aveva turbato. Solitamente si limitava a poche ma dolci frasi, vederla sotto questa nuova luce era strano, dov'era finita la donna di un tempo?

E' ora di andare, oggi ci aspetta moltissimo lavoro.

Mio padre si presentò in cucina, tenuta da allenamento e un coprifronte un po' logoro sulla fronte. Il suo sguardo era avvincente e preoccupante allo stesso tempo. Mi costrinse a vestirmi in fretta e furia portandomi una sala di allenamento gestita dal villaggio, la prenotò per tutta la giornata facendo riferimento ai giorni successivi. Lo sconfortò cominciò ad assalirmi, se ci volevo così tanto tempo sarebbe stata molto difficile e cominciavo a credere di non esserne capace, forse tutto questo non faceva per me. Entrammo in una sala completamente vuota, quattro pareti grigie bucate da qualche finestra spoglia, doveva essere una di quelle sale dove si allenavano i ninja nei combattimenti a corpo a corpo e dove potevano sbizzarrirsi in acrobazie varie.

Cominciamo, siediti qui. Per prima cosa devi canalizzare il tuo chakra e imprimergli una nuova natura, devi trovare la perfetta combinazione di chakra Fuuton e Doton, non devi sbagliare o non potrai generare il cristallo. Devi sentire dentro di te il potere e lasciarlo scorrere perfettamente nelle tua mani assimilando energia.

Aggrottai la fronte, la situazione stava diventando davvero complicata, dovevo mescolare il chakra in modo da ottenere una combinazione ben precisa. Incrociai le gambe imitando mio padre e chiusi gli occhi concentrandomi. Mille pensieri esplosero come una bomba, mi chiedevo se ero capace, se potevo continuare, se avrei deluso mio padre e mia madre. Non riuscivo a concentrarmi, la mente era piena di domande e di preoccupazioni.

Non penso di farcela papà..