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Mi girai di scatto, stupito e confuso allo stesso tempo. Non riuscivo a capire chi fosse e cosa volesse da me. Ma dalle sue parole sembrava avermi in simpatia, fortunatamente aggiungerei, ne avevo abbastanza di lotte e missioni per questo periodo, volevo solo riposarmi.Un ragazzino stava lì, fermo ad aspettarmi. Le lacrime agli occhi che si confondevano con la pioggia. Solcavano le guance paffute e cadevano a terra inzuppando il terreno già saturo. Mi guardava con aria infuriata e mi lanciava occhiate piene d'odio. Mi avvicinai a lui e li misi il giubbotto sulla testa.Ti prenderai un accidenti se non stai attento, c'è molto freddo oggi, non conviene che torni a casa? E dimmi un po', come fai a conoscermi?Non puoi andartene! Devi rimanere qui, sei tu che hai combattuto contro quella donna cattiva e hai vendicato il mio papi. VOGLIO CHE TU RIMANI QUI!Mi lasciò di sasso, quasi quasi cadevo all'indietro per lo stupore. Innanzitutto chi diavolo era questo bambino e di quale padre e donna stava parlando, ci riflettei per qualche secondo e subito arrivai alla conclusione. Non molto tempo fa aiutai un mio collega ninja in una cattura di una donna che era colpevole di omicidio, un lavoratore del cantiere era stato assalito e brutalmente assassinato in pochi secondi. Il ricordo vivido di quella donna mi fece accapponare la pelle. Quel bambino era davvero orfano di quell'uomo? La mia intenzione non era certo vendicare suo padre ma aiutare il villaggio.La vendetta è una brutta bestia piccolo, levatela dalla testa per favore.Feci cenno di andarmene quando mi afferrò il braccio e ci tuffo il viso dentro. Evidentemente il dolore era ancora troppo vivido e sicuramente non era assolutamente facile per un bambino perdere il padre in questo modo. Purtroppo la vita in quest'epoca è fatta così, le generazioni ninja insegnano a vivere ogni giorno. I propri cari si possono perdere ogni giorno ma non bisogna mai buttare la spugna o il mondo ti sommerge. Mi accovacciai sul bambino piangente e lo abbracciai con affetto, non potevo porre fine al suo dolore, solo il tempo avrebbe alleviato questa ferita che adesso grondava sangue.Ricorda che il tuo papà ti sta guardando, è con te sempre. Sicuramente non vorrà che il suo ometto pianga così. Ora sei l'uomo della famiglia no? Non è da uomini piangere così, vai a casa su.Poggiai la mano sul suo petto indicandogli il cuore. Suo padre ora risiedeva lì e nei suoi ricordi, finchè ne avrebbe avuto coscienza suo padre non era morto. Passarono parecchi minuti prima che si calmasse e con un piccolo ringraziamento mi lasciò il lasciapassare per il villeggio.Non è da uomini piangere kuma, non è da uomini.Benedicevo la pioggia.
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