Match #1

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  1. Ashley W.
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    Preparazione x Velocità x Ritardo?


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    Era passato circa un mese dal mio incontro con Eikido. E ricordo, perfettamente, ogni dettaglio. Ricordo tutt'ora, a distanza di anni, il confronto fra me e quel giovane. Tremai, inizialmente, alla vista dei suoi fori sulle mani, tremai alla vista dei suoi colpi. Ma vinsi, seppur tremante, riuscii a prevalere sul quel giovane. Vinsi quando il ragazzo terminò la sua riserva di chakra, ad un istante dalla mia fine. Rischiai, forse, incassando colpi come l'Onda Tagliente più e più volte, ma alla fine la mia avventatezza mi permise di comprendere le debolezze del mio rivale. Ma purtroppo, anzi, menomale, le lotte non finirono così presto. A distanza di un mese, Kevin, mi fissò un secondo incontro con il ragazzo che incontrai il giorno del mio primo combattimento: Koto.
    Koto nacque due anni prima di me ed era anche lui un genin al tempo. Nato da una famiglia di semplici artigiani ha iniziato a combattere soltanto da genin. Trascorse un infanzia tranquilla e scelse di iscriversi all'accademia secondo il suggerimento del padre. Il suo vecchio, voleva farlo diventare un jonin abbastanza celebre e vendere i suoi prodotti, costruzioni in legno, in tutti paesi ninja. Koto, dal canto suo, si iscrisse all'accademia per imparare a difendersi bene. Da sempre minacciato dai bulletti per via del suo temperamento mite, Koto ha raggiunto notevoli risultati fin da genin. Questi risultati lo fecero notare da Kevin che lo invitò ad entrare nella Scuola. Tutto ciò, naturalmente, lo appresi molto dopo.
    Mancava un giorno al mio incontro con Koto e non conoscevo nulla sul mio avversario. Cioè, qualcosa mi disse Eikido durante una lezione di Kevin.

    Hanta, sappi che Koto è un osso duro. Non sembra ma ha molti estimatori nella Scuola. Lo vidi combattere il giorno che arrivai qui e notai subito che aveva una forza fisica straordinaria. Ma l'hai visto da solo poi... E' tanto robusto quanto forte fisicamente. Ho visto anche suo padre una volta, per le vie del villaggio insieme a Koto stesso, anche lui è molto grosso. Insomma, la stazza è di famiglia. Ma comunque, ho notato, che pur essendo così grande riesce ad essere molto veloce e flessibile. Stai attento, potrebbe essere un avversario molto difficile per te. E, poi, vorrei avere io l'onore di batterti in questa scuola, quindi fammi il favore di non perdere.

    Disse. Non vedevo Koto dal giorno del mio combattimento. Correvano voci, nella scuola, che si fosse ritirato nella palude per allenarsi con alligatori e bestie selvagge per prepararsi allo scontro nel migliore dei modi. Io, invece, seguivo con costanza le lezioni di Kevin ed ogni tanto facevo esercizio fisico. D'altronde, durante quel mese affrontai per conto mio un ninja di Taki in uno scontro piuttosto duro. Mi preparai bene, psicologicamente e fisicamente, ascoltando bene ciò che spiegava Kevin.
    Nella scuola, le lezioni, erano suddivise in base a due cose: stile di combattimento ed abilità. Io, classificato come un alunno di grado C- ed abile nell'uso delle arti marziali, condividevo la classe con Eikido ed altri cinque ragazzi. Il mercoledì pomeriggio Kevin faceva lezione, spiegandoci tecniche e facendoci partecipare attivamente con simulazioni. Ci proponeva situazioni abbastanza critiche su carta e noi dovevamo rispondere. Chi rispondeva meglio, dopo tre volte, poteva crearne una. Notai di essere piuttosto avanti su questo punto. Ero rapido di pensiero e ricco d'immaginazione. Imparai presto a rispondere ai quesiti di Kevin ed a dare risposte corrette. Eikido anche era piuttosto bravo. Forse meno immediato nell'elaborare conclusioni, ma comunque bravo. Sbagliava molto poco. Gli altri miei compagni erano nella media, bravi ma non troppo da far si che me ne ricordi. Partecipai a tutte e quattro le lezioni precedenti all'incontro ed all'ultima venni chiamato da Kevin alla cattedra una volta terminata. L'aula era vuota e mi disse:

    Ti senti pronto per quest'incontro, Hanta? Sappi che a prescindere dal risultato mi aspetto tanto impegno e creatività da parte tua.

    Io risposi annuendo e feci per andarmene, ma Kevin mi richiamò con fare educato come al suo solito.

    Sappi che Koto durante un combattimento è meno cordiale e gentile di come l'hai conosciuto. Puoi andare, ora.

    Annuii nuovamente e lasciai l'aula. Riflettei bene sulle parole di Kevin, angosciato dall'incontrare un avversario fuori dal comune. Nei giorni seguenti, che precedevano lo scontro, riflettei molto e mi allenai poco. Temevo di rischiare troppo con quest'incontro. Di scendere di grado, di perdere e di farmi troppo male. Ora, temevo la figura di Koto. Temevo di trovarmi di fronte un avversario animalesco che utilizzasse le sue capacità fisiche al massimo. Quindi, due giorni prima dell'incontro, iniziai un piccolo allenamento per migliorare la mia agilità. Ero fin troppo basso e fin troppo magro per rispondere alla forza bruta di Koto. Eikido sembrava sincero e sinceramente non mi ha mai mentito. Quindi trovai un modo per risultare avvantaggiato sul mio avversario: migliorare la mia rapidità. Dovevo aumentare la mia velocità e la flessibilità del mio corpo di molto. E ci riuscii. Mi allenai correndo per ore ed ore, stimolando il mio corpo a scattare con maggiore rapidità.
    Giunse il giorno del combattimento e mi presentai in orario. Alle dieci del mattino nell'atrio principale, dove avevo svolto il mio primo duello. Non c'era ancora, Koto. In compenso c'erano molti spettatori, parecchi. Koto era davvero stimato, quindi, dagli altri alunni. Chissà se si presenterà con tecniche nuove... Mi chiedevo. Anch'io però, per quel match, appresi qualche nuova tecnica utile per l'incontro che sarei andato a svolgere. Ma Koto non arrivava. Passarono minuti e l'ansia saliva. Dov'è finito? Che si sia ritirato? Attendevo in silenzio, poi una figura apri la porta dell'atrio...


    Parte 1.

    Per giustificare i miei 10 punti in Agilità messi con i Lv Up ho parlato di questo allenamento per aumentare la rapidità.
    Comunque, sto facendo missione ed allenamento e non appena terminerò una dei due, se l'avrò già finita, chiederò l'exp e non prima. Mi scoccia salvare il post sul mio pc xd

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    Edited by Ashley W. - 8/9/2014, 18:26
     
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  2. Ashley W.
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    Koto x Ginocchio x A terra


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    Una figura che avevo già visto entrò nell'atrio. Kevin parlò ad alta voce immediatamente:

    Koto è giunto... Finalmente! L'incontro avrà inizio fra ben cinque minuti. Siete liberi di portare qualsiasi tipo di arma e combattere come meglio credete. Buona fortuna Hanta e buona fortuna Koto!

    I presenti risposero con un piccolo applauso, mentre Kevin tornò alla sua solita postazione: la balconata. Ci osservava dall'alto con quei suoi occhietti e quel suo sguardo penetrante. Ci osservava imperturbabile, spendendo qualche parola con noi al momento opportuno. In quel periodo, quando ero ancora nuovo nell'accademia, lo guardavo con ammirazione ed interesse. Ma ora, guardando indietro, Kevin mi ricorda il direttore di un'organizzazione segreta. Sempre cauto nel dare pareri, sempre silenzioso ed attento. Parlava soltanto quand'era il momento ed osservava con sguardo vigile ed attento. Certe volte, quando lo scorgevo con gli altri maestri immerso in chissà quali discorsi, i suoi sussurri mi giungevano all'orecchio come una lontana melodia. Una melodia che avrebbe potuto ottenebrarmi la mente all'epoca. Ma in quei giorni, dove la mia sete di potere giovanile faceva posto al resto, non ci facevo caso. Anzi, aspiravo ad arrivare dov'era Kevin. Aspiravo a diventare, magari, il suo braccio destro, ad arrivare dov'era lui. Ma cosa conoscevo di quell'uomo? Nulla.
    Attendevo impaziente i cinque secondi di pausa concessi da Kevin ed osservavo Koto. Sembrava stanco e parecchio sporco. Anzi, non sembrava. Era proprio sporco. Le braccia le ricordavo chiare, ma in quell'occasione erano tremendamente scure. Sembrava... Fango? Sì, fango. Quindi, supposi che le voci che circolavano in quei giorni fossero vere. Si era davvero allenato nelle paludi con coccodrilli e bestie pericolose.
    Le paludi di Oto tutt'ora presentano forse uno degli ambienti più ostili del paese. L'aria pesante di quella contrada è insopportabile. Un odore pestilenziale viene trasportato dal vento intorno alle paludi come ad delinearne i confini. Chi entra, sa cosa aspettarsi. Zanzare ed insetti di ogni genere. Nulla di commestibile e bestie feroci. Alligatori, coccodrilli e qualcuno all'epoca parlava anche di qualche rettile fin troppo cresciuto. Le paludi sono totalmente differenti dalle campagne del Paese delle Risaie che, ogni anno, illuminate dal sole offrono spettacoli memorabili. Ma di spighe, in quel territorio, nemmeno l'ombra. Soltanto spine, fango e melma. E' come se le paludi fossero un monito per i cittadini di Oto. Che gli ricordino quant'erano sporche e poco raccomandabili quelle contrade. E' come se il paese delle Risaie ricordasse ai suoi figli le antiche origini; di quando quelle strade non avevano un nome ed erano soltanto covi di criminali della peggior specie. Ed in mezzo alle spighe dorate ed alla crescita di un paese ci saranno sempre quelle paludi: come un monumento alla decadenza che regnava in passato.
    Mancava poco ormai. Koto si era allenato con gli alligatori? Pazienza. Quel che è fatto è fatto, mi dicevo. Le gambe, al contrario del primo incontro, non mi tremavano più. Osservavo il mio avversario, che nel frattempo si era fatto portare un asciugamano. Si era pulito del fango, ma ora cominciavo a sentire il forte odore di melma. Sembrava esser tornato dalle paludi in quel momento, ma non mi lasciai impressionare. Ero in posizione, attendendo l'ordine di Kevin. Quest'ultimo, poi, alzò un braccio...

    VIA!

    Un secco: "via", da parte di Kevin. Subito attesi il mio avversario. Ben più altro e robusto. Era alto, sì, ma non troppo. Cioè, alto per i miei standard. Ma un uomo ben sviluppato non l'avrebbe ritenuto un colosso. Vantava però una struttura fisica notevole. In quel momento, in cui riuscivo a vederlo bene, notai che era sia largo di spalle che muscoloso. Non era però un fisico scolpito. Sicuramente non si alimentava nel modo corretto o aveva una tendenza ad ingrassare ereditaria. Era quindi pienotto. Il suo volto però era ingenuo. Il mio era ingenuo volutamente, il suo no. Ma dal suo ingresso nell'atrio era tremendamente serio e concentrato. Koto non voleva perdere con l'ultimo arrivato. E partì subito in corsa verso di me. Notai subito che era veloce, ma lo superavo abbondantemente. Scattò verso di me, mettendo in moto l'enorme massa fisica di cui disponeva, ma subito mi spostai verso destra. Improvvisamente, però, Koto mi raggiunse con una rapidità non indifferente. Mi colse alla sprovvista e sferro il primo colpo dell'incontro. Un potente braccio teso. Un colpo d'avambraccio in pieno petto. L'attacco mi mandò subito al tappeto e la grandezza del mio avversario fece il resto. Travolto, caddi al tappeto. La mia mente ed il mio corpo, però, furono molto rapidi. Non appena toccai terra vidi il gomito del mio avversario cadere dall'alto. Voleva colpirmi all'addome e quindi la mia reazione fu immediata. Con una capriola da terra ed una piccola piroetta in aria tornai in piedi lontano di qualche metro, mentre Koto rompeva il pavimento con il gomito. Osservai la scena parecchio scosso: il gomito di Koto aveva lasciato un foro nel pavimento. Notai, poi, che il petto cominciava a farmi male. Il braccio teso del mio avversario aveva avuto effetto a quanto pare. Faticavo a respirare con facilità. La sua enorme fisicità mi aveva già messo alle corde. Mi tolsi la giacca verde ed anche la canottiera, mentre Koto mi osservava attento.

    Questo me l'hai fatto tu...

    Indicai un grosso livido sulla parte destra della gabbia toracica... Dove si trova il cuore per intenderci. Il mio avversario, comunque, non rispose e neanche sembrò importargli la cosa più di tanto. Perciò cominciai a riflettere su come contrastare un avversario così forte fisicamente. Le gambe, come le braccia, erano estremamente muscolose, ma notai che erano piuttosto corte. Forse tutto quel peso non gli permette una mobilità completa! Dissi, fra me e me. Provai, quindi, a vedere se era veramente così. Spiccai un salto verso il muro più vicino e cominciai a correre su di esso verso l'alto. Volevo arrivare fino al soffitto. Correvo immettendo il chakra nei miei piedi, senza grossi problemi. Avevo appreso bene gli insegnamenti dell'accademia. Comunque, una volta giunto sul soffitto della sala guardai giù e dissi:

    Vienimi a prendere!

    Dovevo rischiare, in qualche modo. Dovevo vedere se il fisico di Koto, in qualche modo, poteva dargli qualche problema motorio. Spiccò un salto ma raggiunse appena i 2 metri. Ero a circa cinque metri d'altezza e lo salutavo ironicamente. Improvvisamente, però, Koto saltò sferrando un potente colpo contro il pavimento con entrambe le braccia! L'onda d'urto creata lo aveva portato a raggiungere il soffitto! Mi lasciai cadere un istante prima ed arrivai giù nel momento esatto in cui lui raggiunse il soffitto. Scese subito, temendo da un momento all'altro di trascinarsi con sé il soffitto. E nell'istante in cui lui era a mezz'aria sferrai tre dei miei quattro spiedi d'acciaio contro il suo ginocchio sinistro. Atterrò in malo modo, faticosamente, toccandosi ora il ginocchio. Spezzò gli spiedi e mi guardò in malo modo. Non mi impauriva il suo sguardo. La ragione mi diceva che si sarebbe vendicato, non mi servivano i suoi occhi per capirlo. Speravo che gli spiedi lo rallentassero, ma riusciva a muoversi ancora parecchio veloce. Decisi allora di scappare, attendendo magari l'attimo giusto. Giocavamo: come il gatto col topo. Mi spostavo più velocemente, mentre molti del pubblico borbottavano. Cosa si aspettavano? Che mi buttassi a capofitto contro un avversario simile? Stolti. Comunque, notai con grosso piacere che i movimenti di Koto avevano mantenuto la stessa fluidità, ma che faticava molto a spostarsi. Un'espressione sofferente compariva sul volto di Koto durante ogni suo movimento. Improvvisamente, poi, provai a colpirlo. Tentai di sferrare un rapido calcio al ginocchio dolorante, ma mi intercettò con le sue lunghe braccia. Mi bloccò a mezz'aria per un piede e mi sollevò. Gli sferrai un calcio in piena fronte con l'altro piede, ma non sembrava aver accusato il colpo. Anzi, mi bloccò per entrambe le gamba e mi schiantò a terra con tutta la forza che aveva in corpo! Andai al tappeto impattando nuovamente col costato, proteggendomi il volto con le braccia. Si alzò un po' di polvere ed ero lì: a terra privo di forze. Mi girai su me stesso, cercando di restare calmo. Ero a pancia in su. Respiravo affannosamente, mentre ora il pubblico era in silenzio. Koto era lì vicino e non feci in tempo ad alzare la testa che mi colpì con la gomitata che, pochi istanti prima, aveva forato il pavimento. Una potentissima gomitata all'addome, che mi spezzò definitivamente il fiato. Ansimavo, sembravo un vecchio a cui avevano tolto il respiratore. Ero sul punto di cedere.

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    Edited by Ashley W. - 8/9/2014, 18:26
     
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  3. Ashley W.
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    Ambizione x Risposta x Finale?


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    Respiravo faticosamente. Ero in affanno. Era palese. Il pubblico non si pronunciava. Restava in attesa, in silenzio, mentre Koto si rialzava. Mi guardava con un'espressione piuttosto concentrata ed interrogatoria. Cosa voleva ancora? Faticavo persino a tenere gli occhi aperti, mentre un forte bruciore si manifestava sull'addome. Poi, improvvisamente, Koto parlò con la sua voce cordiale ed appassionata.

    Hanta, non voglio farti altro male. Mi sei simpatico... Arrenditi!

    Non era una domanda, ma un ordine. Se non mi fossi arreso, molto probabilmente, mi sarebbe accaduto qualcosa di grave. Era questo il significato dell'ordine. Ma non risposi. Respirai con forza, cercando di rimettermi in piedi. Le ginocchia mi si erano sbucciate e le gambe ora tremavano. Il mio corpo era ancora scosso per i colpi subiti. Koto invece mi guardava con aria irritata. Ma cosa pretendeva? Che mi arrendessi? Non conosceva il perché ero diventato un ninja? No, ovviamente. Ma la mia luce, la luce dei miei occhi, avrebbe dovuto fargli capire che non poteva aspettarsi una mia resa. Ma continuò imperterrito...

    Hanta... Non fare lo sciocco... Riesci a malapena a stare in piedi!!

    Non risposi neanche questa volta, raggiunsi definitivamente la posizione eretta e lo guardai dritto negli occhi. Cominciai ad avvicinarmi lentamente, non che potessi andare più veloce in quelle condizioni, fino a raggiungere il mio avversario. Lo guardai dal basso, senza vacillare. Mi aspettavo di tutto dalle sue enormi braccia. Una stretta mortale, un pugno che mi rompesse le costole o una gomitata che mi aprisse la fronte. Come un'anima in pena lo osservavo, aspettando il giudizio finale. Un istante e poi esclamò:

    D'accordo... Questa è la fine!

    Molti del pubblico si voltarono dall'altra parte, mentre i più coraggiosi non staccarono lo sguardo da me e Koto. In un istante il mio avversario alzò entrambe le braccia giungendo le mani l'una all'altra. Vuole colpirmi con le mani giunte sul collo? Sì, mi avrebbe fatto svenire senza arrecarmi altro dolore. Ma reagii. Non volevo perdere. Non era ancora arrivato il momento della mia sconfitta. Improvvisamente, sputai fuori lo spiedo che tenevo in bocca. L'unico spiedo rimastomi, visto che gli altri erano nel ginocchio di Koto. Lo spiedo si conficco proprio intorno alla rotula del mio corpulento avversario che, preso alla sprovvista, indietreggiò. Allora, con tutta la forza che mi era rimasta in corpo, con una scivolata, andai alle spalle di Koto che, dolorante, ora si occupava di altro. Le mani però erano ancora giunte. Era la mia occasione! Colpii il ginocchio sinistro alla sua destra con l'Amplificatore Sonoro ed un forte lamento uscì dalla bocca di Koto. Quest'ultimo cadde in ginocchio e così ripartii all'attacco. Andavo avanti con cuore e la mia ambizione... Di trionfare su chiunque altro.
    La mia ambizione e voglia di vincere, quel giorno, fu talmente forte che tutt'ora mi sorprendo di come abbia risposto al mio avversario. Scoprii, che per combattere, oltre al potere, serviva l'impegno e l'ambizione di arrivare in cima. Di arrivare al vertice. Di non dire... Avrei potuto fare meglio. Lo scoprii in quell'incontro. In quegli istanti. Un: "Ci proverò il prossimo mese, magari in un incontro più facile", non poteva andarmi bene. No, non poteva proprio. Dovevo portare alto il buon nome di mio padre, sì... Ma prima di tutto portare alto il mio di nome. Hanta Dekiru... Kevin e gli alunni della scuola avrebbero dovuto cominciare a temermi ed a rispettarmi. Contro un avversario simile, tutto il contrario di ciò che ero. Uno scherzo della vita. Affrontare un avversario del genere: l'esatto opposto di quel che ero. Forte, enorme ed estremamente resistente. L'opposto di me stesso che, sì avevo una buona resistenza ed una buona forza, ma che basavo di più la mia forza sulla strategia e l'intelligenza. Capii, che oltre queste grandi qualità, serviva un gran cuore. Un gran cuore che ti permette di affrontare le difficoltà e superarle. Essere un ramo che non si spezza sotto la tormenta.
    Partì all'attacco con maggiore grinta spiccando un salto ed afferrando per la nuca il mio avversario con entrambe le mani. Dopo avergli poggiato, letteralmente, i piedi in testa, aspettandomi una reazione, spiccai un grande salto. Ed ebbi ragione, dopo un istante dal salto il pugno di Koto si sollevò. Ma io mi ero spostato. Atterrai di nuovo sulla sua testa da altra angolazione... Questa volta con le ginocchia. Una doppia ginocchiata alla nuca di Koto. Ma non era finita. Allo stesso tempo lo afferrai per la fronte, facendogli perdere l'equilibrio e facendolo cadere al tappeto! Una facciata davvero dolorosa! Un grosso tonfo venne udito da tutta la sala, mentre atterravo con le ginocchia sulla sua nuca. Subito dopo mi allontanai in fretta dalla carcassa del mio avversario, temendo una reazione rabbiosa. Caddi in ginocchio. Ero affaticato, tremendamente affaticato. Non avevo la forza di continuare. Osservavo soltanto Koto rialzarsi, mentre il mio cuore sussultava. Era finita. Poteva muoversi lentamente, ma comunque mi avrebbe preso prima o poi. Ma di cosa era fatto? Un colpo simile avrebbe messo a repentaglio la vita di un semplice uomo! Guardavo amareggiato il mio rivale, cercando in qualche modo di rimettermi in piedi. E ci riuscii... Per l'ultima volta. Sentivo che un briciolo di energia mi era rimasta. Avevo subito soltanto tre colpi, ma erano bastati per mettermi quasi fuori gioco. La mia ora sarebbe arrivata? Avrei combattuto per scongiurarla. Finalmente Koto era in completa posizione eretta. Eravamo giunti alla battuta finale. Un istante di esitazione e partii all'attacco. Mi avvicinai frontalmente e lanciai la mia Tanto! Il mio pugnale, lanciai il mio pugnale verso Koto. Quest'ultimo lo afferrò con la mano e lo rispedì al mittente. Mi abbassai per un pelo ed il pugnale mi accorciò non poco i miei capelli a punta. Ma non mi fermai, ero vicinissimo ormai. Tentai di distrarlo lanciandogli, raccogliendola da terra durante la corsa, la giacca come feci con Eikido, ma non ci cascò. La bloccò con una mano, ma i suoi occhi rimasero fissi su di me. Ma non mi fermai neanche ora. Cercai di sferrare un doppio-calcio al ginocchio malmesso, ma riuscì a schivare il mio colpo con un salto! Ora il ginocchio gli era veramente andato! Emise un rumore parecchio innaturale ed allora attaccai nuovamente alle spalle! Sferrai un pugno alla schiena del mio avversario, seguito da un altro ed un altro ancora! Ma delle mani mi afferrarono per la testa. Era la fine. Mi riportò di fronte a se, mentre io ero per forza di cose voltato dall'altra parte. Sferrai una tallonata contro il suo ginocchio e mi lasciò. E nell'istante in cui la sua presa si allentò definitivamente sferrai un potente calcio in rovesciata in piena fronte del mio avversario. Quest'ultimo era sconfitto. La tallonata al ginocchio lo aveva debilitato. Era troppo dolorante. Barcollò e lentamente cadde in avanti. Ebbi la sfortuna di atterrare proprio vicino a Koto, che cadde sul mio braccio. Fortunatamente avevo l'amplificatore. Altrimenti tutti quei chili sul mio braccio me l'avrebbero frantumato. Lo tirai fuori lentamente, mentre Koto si dimenava. Non aveva la forza di continuare. Ma il cuore gli imponeva di farlo. Aveva perso proprio con l'ultimo arrivato.

    E' finita! Dichiaro Hanta Dekiru... Vincitore!

    La voce di Kevin risuonò da sopra la balconata. Mi guardai attorno e vidi subito Kevin accorrere per curare Koto. Un altro maestro si avvicinò a me e mi curò con un'espressione divertita. Cosa avevo di divertente? Me lo sono sempre chiesto. Comunque, il pubblico applaudì e molte voci risuonarono nella sala. Molti alunni iniziarono, così, a temere di essere scelti per affrontarmi. Avevo sconfitto Koto, che era membro della scuola da un anno e più. Insomma, avevo dimostrato a tutti che la mia prima vittoria non era stata un colpo di fortuna. Sorridevo, mentre Eikido mi veniva a stringermi la mano ed a complimentarsi. Dentro di me, però, ero soddisfatto e divertito. Ora conoscevano tutti di che pasta ero fatto. Avevo sconfitto un avversario più grande, più forte fisicamente e più resistente... Avendo lo stesso stile di combattimento! Un vero successo. Ero soddisfatto come non mai mentre Kevin si avvicinava verso di me. Molti erano andati verso Koto, studenti suoi amici molto probabilmente, mentre Kevin mi prese da parte come suo solito.

    Nulla da dire, hai sorpreso tutti! In molti ti davano spacciato contro Koto! Comunque, Hanta, devo informarti che dovrai affrontare Eikido fra circa un mese come tu stesso hai stabilito. Però ho scelto di rendere tutto più interessante. Se vincerai avrai la possibilità di allenarti con il sottoscritto da solo per una giornata. Potrò insegnarti qualsiasi tecnica tu desideri.

    Ah la stessa condizione vale per Eikido ovviamente! Buona fortuna Hanta!


    Kevin si allontanò e svanì insieme ai ricordi di quel giorno. L'unica cosa rimasta impressa nella mia mente è la soddisfazione di quella mattinata. L'ambizione a diventare il migliore cominciò ad entrare dentro di me. Non solo per diventare il capo della mia famiglia, ma per essere riconosciuto come il migliore. Diventare universalmente il migliore di tutti. Sorridevo, mentre mi immaginavo a capo di eserciti. Volevo la gloria, era chiaro oramai.

    tkj8wotf669rmi3o9l0h








    Fine attendo exp.
    Anche se mi venisse valutata ora, attenderei l'aggiunta in scheda una volta terminato l'allenamento o la missione a cui partecipo. L'ho postata qui per non salvarla sul pc, solo questo.
     
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  4. Shapechanger
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    27 exp
     
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  5. Ashley W.
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    Mi sono dimenticato di scriverci come al solito se chi valuta può dare un'opinione, al fine di rendere costruttiva la valutazione per me :sisi: Grazie in anticipo

    Edit: Anzi, ci tengo ad un commento visto che 27 è bassino quindi sono più curioso del solito nel sapere la tua opinione, Shape :sisi:
     
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  6. Shapechanger
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    Beh, tanto per cominciare 27 non è poco :asd:

    Comunque, la questione è che, a differenza di quello che potrebbero dirti altri, io non apprezzo particolarmente i lunghi giri di parole e costruzioni grammaticali complesse. Mi annoiano. Preferisco frasi brevi e incisive che vadano dritto al punto.

    Tu scrivi bene, sicuramente, e hai una buona capacità descrittiva. Purtroppo però tutto il testo è condito con frasi e a volte interi paragrafi che ritengo inutili ai fini della scorrevolezza del testo.

    Il problema è che si tratta di gusti personali: altri moderatori potrebbero invece gradire questo stile di scrittura. A me semplicemente non va. Quindi non posso darti consigli costruttivi. Spiacente.
     
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  7. Ashley W.
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    :asd:

    Devo trovare una via di mezzo. Comunque il codice html è proprio figo :sisi: Per il resto sì, leggendo i tuoi post ho visto che sei diretto.. Mmm, sono gusti e com'è giusto che sia devono variare da persona a persona. Grazie del commento :sisi:
     
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6 replies since 4/9/2014, 16:00   88 views
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