Naruto GDR - La via del ninja

Posts written by Khaoshoku

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    scheda tecnica, narrato, parlato di Kaikuh,
    Nonostante fossi stata scoperta non mi scomposi più di tanto, anzi, presi a cercare di soddisfare la mia sete di sapere, era più forte di me, non potevo farci nulla. Quando la mia curiosità veniva attirata da qualcosa dovevo saperne di più, dovevo possedere quel qualcosa, tratto della mia personalità ben giustificato dal mio passato, o meglio, da ciò che ricordo del mio passato. Quell’isola era tutto ciò che esisteva al mondo per me e lì ho forgiato questa parte della mia persona, un posto dove nessuno ha idea di cosa sia il bene comune ed ognuno pensa ad arricchire la propria misera proprietà privata, lottando ogni giorno per preservarla ed arrivando anche ad uccidere pur di ottenere qualcosa in più, briciole per il mondo che stavo scoprendo in questi mesi, ma definitivamente oro per dei rifiuti come noi.
    Il mio esaminatore fortunatamente rispose alla mia domanda, non in maniera del tutto dettagliata, rimase sul vago forse per l’eccessiva mole di informazioni che questo avrebbe comportato raccontare. Parlava di addestramenti particolari per diventare un ninja sensore, captare vibrazioni. Il mio cervello stava velocemente elaborando tutti questi dati mentre, forse in maniera eccessivamente distratta tentai l’offensiva. Qualsiasi osservatore esperto si sarebbe accorto che la mia attenzione era riservata a ben altro, attaccai distrattamente e forse anche per questo venni fermata con una facilità disarmante… me l’aspettavo, nulla a cui non fossi preparata, non ci voleva un genio a capire che il divario tra me e l’insegnante fosse qualcosa di incolmabile.
    Proprio come avevo pensato e previsto, egli fece uso a distanza del kunai che mi aveva lanciato poco prima, non credo l’avesse fatto per provocazione, non mi sembrava quella tipologia di personaggio, d’altronde aveva lasciato correre la mia menzogna ad un superiore, cosa che in ambito militare presumo possa essere punita in maniera incredibilmente severa. Tuttavia nel mio cuore c’era la speranza che la mia capacità analitica possa essere stata premiata, lui aveva fatto sfoggio delle sue abilità telecinetiche, magia pura per me, ma ormai era da mesi che mi stavo abituando a vedere persone fare ciò che consideravo impossibile e fantastico poco prima, ogni volta che pensavo di essermi abituata, di non potermi sorprendere ulteriormente, ecco che questi ninja riuscivano a farmi ricredere del tutto, prendendomi in contropiede. Avevo previsto che lui potesse utilizzarlo, controllandolo a distanza, quindi prendere quell’oggetto sarebbe stato un modo per cadere in una trappola e così era stato, bloccando il mio calcio e portandomi a fare una capriola all’indietro onde evitare una rovinosa caduta. Eravamo a quasi un metro di distanza, poco meno, quando mi comunicò l’esito positivo dell’esame. Ero diventata una genin della sabbia, non era stato così difficile come molti altri mi avevano raccontato. Ero stata promossa ma il mio cuore non riusciva a gioire appieno, anche durante la consegna del tanto agognato coprifronte, i miei pensieri erano diretti alla questione di cui prima. Volevo sapere di più su quel tipo di potere, su tanti altri tipi di potere, ma la questione del ninja sensoriale era qualcosa che allettava troppo la mia fantasia, facendomi sentire quasi eccitata all’idea. Ero così, retaggio di quell’isola ovviamente, ma il potere mi colmava di eccitazione come nessun’altra cosa al mondo ed era lì a pochi passi. Sarei sembrata impertinente ma non potevo lasciarmi scappare un’occasione simile, quindi decisi di dar voce ai miei pensieri.

    La ringrazio! Non credo di mentire questa volta dicendo che per me è un onore diventare ninja di suna, ma visto che con le sue capacità riesce a percepire le mie menzogne, mi sembra d’obbligo che io le faccia quest’altra domanda: è possibile ottenere tale potere? Lei ha parlato di ninja sensori, qualche settimana fa un anziano ishivariano mi ha parlato degli oracoli e dei veggenti della nostra cultura, non voglio sembrare offensiva chiedendo quale delle due versioni di tale potere sia migliore, in quanto presumo essi siano molto simili, ma da ishivariana meticcia, potrei avere accesso a tali capacità?

    Ero stata del tutto sincera, non c’era bisogno di nascondere l’ovvio, non ad un occhio esperto come quello che mi trovavo difronte, non avevo niente da perdere. Il mio tono era quello di una ragazzina volenterosa e curiosa del mondo che la circonda, tutto corrispondente a verità d’altronde, il mio corpo tremava d’eccitazione per una possibile risposta positiva


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    scheda tecnica, narrato, parlato di Kaikuh,

    Avevo mentito, su questo non c’era dubbio, ma come aveva fatto ad accorgersene? La mia mente non riusciva a pensare ad altro. Osservai i suoi movimenti, successivi alla buona riuscita della mia tecnica della sostituzione, era tranquillo, calmo e rilassato. Il suo volto non faceva trasparire emozioni negative e questo mi risollevò, nonostante fossi ben conscia del fatto che non ci sarebbe comunque stata alcuna punizione per una menzogna, non era un interrogatorio, ben altro. Tuttavia ero lievemente preoccupata per l’esito dell’esame, pensiero che occupò per pochissimi secondi la mia mente, mentre il resto dei miei pensieri erano concentrati tutti sulla stessa cosa: come aveva fatto a capire che stessi mentendo?

    Mentre continuava il suo discorso la mia domanda era lì, presente e sempre più opprimente, la mia curiosità era stata risvegliata e non mi sarei mai aspettata uno sviluppo simile. Mentire era un’arte che avevo imparato molto bene durante il mio “soggiorno” alla città fantasma, quella che per me era l’unica realtà esistente, piena di persone che non aspettano altro che un passo falso per poterti fregare. Va da sé quindi che io fossi diventata esperta in questo campo, fregare gli altri prima che loro potessero farlo con me era stato l’abc della mia educazione, qualcosa che l’esperienza mi aveva portato ad affinare ed ora… avevo visto con i miei stessi occhi una persona che senza cedere minimamente al dubbio mi aveva accusato di mentire. Non un movimento del corpo, né un’insicurezza nella tonalità della voce, ero stata perfetta ed anche se non lo fossi stata, lui mi aveva accusato con certezza di aver mentito su qualcosa che solo io potevo sapere. Un potere particolare? Forse quel meccanismo che portava sull’occhio? Non riuscivo a capire, se qualcuno avesse potuto vedere oltre la mia maschera avrebbe di sicuro notato un’espressione totalmente stupita, colta in fallo come un bambino che cerca di rubare, una sensazione che avevo provato tante volte…

    Rimasi in silenzio, non era mia intenzione rispondere alla ramanzina, attesi la fine del suo monologo al quale si era svolta in contemporanea una dimostrazione dei suoi poteri: una sorta di pressione era stata applicata a tutti gli oggetti della stanza, quasi come se li stesse controllando attraverso una grezza telecinesi, via via affinatasi per spostare tutti gli oggetti e creare un’arena circolare, d’altronde lo aveva preannunciato, voleva combattere.

    Il kunai che mi era stato lanciato era proprio sotto il mio mento, conficcato nell’angusto spazio di pavimento tra i miei piedi, una precisione degna di nota, ma d’altronde per essere un esaminatore doveva essere quantomeno un chunin, per molti l’ultimo grado della scalata gerarchica… Batterlo era fuori questione, non lo avrei sognato nemmeno per un secondo, dovevo pensare a qualche strategia per stupirlo ma la mia mente non poteva… non riuscivo a distrarre i miei pensieri da ciò che era appena accaduto, troppo spesso mi ero ritrovata in situazioni dove capire se il mio interlocutore stesse mentendo o meno avrebbe segnato il sottile confine tra la vita e la morte e probabilmente mi sarebbe ancora capitato in futuro, ergo, quel potere doveva essere mio. Non sapevo se fosse anche capace di leggere nel pensiero o cose simili quindi non indugiai oltre, uscii allo scoperto.

    Prima di cominciare mi permetta una domanda, la prego.

    Dissi, tentando di utilizzare il tono più gentile che una persona considerata spazzatura, e che avrebbe ucciso senza battere ciglio fino a qualche mese prima, potesse esibire

    Sono sicura che lei abbia la certezza della mia menzogna precedente, sarebbe un problema dirmi come ha fatto? Come può averlo capito senza dubbio patire?

    Cercai di parlare nella maniera più colta possibile, il mio linguaggio era retaggio di libri gettati, pattume per altri, oro colato per me.
    Attesi poco prima di partire con l’attacco che mi era stato assegnato. Nono conoscevo molte tecniche per il momento quindi mi limitai all’uso dell’unica che potesse davvero essere utile: la tecnica della moltiplicazione. Così impastai il chakra che scorse nella mia protesi per poi essere rilasciato in maniera quasi uniforme da tutto il corpo. Una nuvola di fumo avrebbe presto lasciato spazio a due copie perfette della mia persona, oltre alla sottoscritta, nessuna delle tre avrebbe raccolto il kunai, le copie perché erano olografiche, io perché avevo un dubbio che mi balenava in testa: quest’uomo aveva manipolato gli oggetti della stanza senza muovere un dito, utilizzare un oggetto lanciatomi da lui avrebbe probabilmente significato cadere in una sorta di trappola. Così cercai di avventarmi su di lui, balzando oltre la cattedra, le copie avrebbero mimato il mio attacco successivo ovvero un calcio col tallone verso la testa del mio esaminatore.

    Riassunto azioni
    -Tecnica della moltiplicazione
    -Calcio
    Resistenza:100-1
    Stamina:300-5(sostituzione)-5(moltiplicazione)
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    scheda tecnica, narrato, parlato di Kaikuh,

    L’aria della fresca notte del deserto stava lasciando spazio al calore del sole, che per quanto invernale fosse, da lì a poco avrebbe iniziato a bruciare le pelli più pallide, non che fosse un problema per me: la mia carnagione mi aveva sempre permesso di resistere facilmente ai raggi solari, anzi, sembrava quasi attirarli. Non era passato molto tempo dal mio arrivo nel continente ninja, questo dovrebbe essere il posto che più si sarebbe dovuto avvicinare alla definizione di casa? Un campo profughi tra le oasi di un deserto che sembrava privo di qualsiasi altra forma di vita.

    Kaikuh, ci hanno contattato dall’accademia, potrai unirti ad una delle classi che deve svolgere l’esame
    oggi, non è fantastico?

    La voce della donna entrò irruenta nelle mie orecchie, ero poco trattabile la mattina e risposi con un cenno del viso, la mia maschera avrebbe risparmiato alla mia interlocutrice di percepire il grosso disappunto provato dai suoi modi. Ma dovevo abituarmici, ero sempre stata da sola in quella spazzatura, non avevo mai ricevuto genuine attenzioni se non per le forme del mio corpo e quindi per essere trattata come mera merce, forse, in quel momento, ero grata a quelle persone che, riconoscendomi come ishivariana, avevano iniziato a “prendersi cura di me”, o quantomeno a farmi entrare in quella strana tribù dove tutti dovevano essere utili al collettivo, qualcosa di diametralmente opposto a ciò che era la mia vita fino a qualche mese fa, dove collettivo era una parola affascinante ma utopica, della quale, forse, ignoravo anche il pieno significato.
    Raccattai la mia poca roba e mi guardai allo specchio impolverato per rendermi presentabile, la maschera e la protesi che mi erano state date da poco avevano risvegliato in me la capacità di utilizzare il chakra, non mi ero ancora abituata del tutto, ma ora anche le menomazioni presenti sul mio petto erano nascoste, oltre a metà del mio viso, non che questi problemi avessero mai fermato i maiali che bramavano il mio corpo. Indossai i miei soliti vestiti bianchi, sebbene fossi entrata nel loro gruppo, mi sentivo molto più a mio agio con questi rispetto agli abiti tradizionali che mi erano stato propinati, non erano nel mio stile ma non mi sentii obbligata ad indossarli, soprattutto dopo quello che mi dissero alcuni degli anziani…

    Suna era un villaggio di cui sapevo ben poco, come di tutto il continente del resto, la mia voglia di scoprire altro su quelle terre era enorme, quasi non riuscivo a tenerla a bada ma ero anche estremamente consapevole di dover procedere a piccoli passi. Camminavo per le strade della città dopo aver attraversato il relativamente piccolo canale principale. Il villaggio era stato edificato in una conca di tra le rocce, non certo il posto migliore verrebbe da pensare ma probabilmente era una cinta muraria imponente in caso di difesa, d’altronde, mi era facile immaginare come tutto sul continente fosse stato plasmato dalla guerra, anzi probabilmente dalle guerre che erano scoppiate nelle ere. Mi sorse spontaneo chiedermi da quanto tempo quel villaggio fosse stato eretto, non ne sapevo molto se non che l’attuale capo era chiamato “Kyudaime Kazekage”, che stava a rappresentare il suo essere nona, dovevo scoprire il più possibile sugli otto che l’avevano preceduta, ero impaziente di apprendere altro, d’altronde avevo saltato, con mio rammarico, parte della vita dell’accademia, puntando tutto sulla pratica piuttosto che sulla teoria e quindi avevo molte lacune da colmare, che non fossero in campo bellico. Fin da subito mi chiesi il motivo che aveva portato il villaggio a decidere di ammettere e far partecipare all’esame una persona senza che essa avesse partecipato al corso completo, la risposta mi venne data nel più freddo dei modi da uno degli studenti il primo giorno, ricordo ancora le sue parole: “è semplice, siamo in guerra e hanno bisogno di gente fresca da mandare al macello, stai sicura che ti promuoveranno senza fare troppe storie e ti manderanno in qualche missione impossibile, sarà un peccato vedere il tuo culo bruciato”. Il ricordo di quelle parole mi portò a stringere il pugno, avrei voluto ucciderlo lì, seduta stante ma sapevo che in questo posto non si seguivano le stesse regole della città fantasma dove ero cresciuta, a quanto pare, nonostante le parole di quel tizio, qui la vita aveva un peso e un valore, oltre a varie altre regole che faticavo a ricordare interamente, pena l’essere bandito dal villaggio ed essere considerato “mukenin” ovvero traditore. Per il momento quindi mi andava bene, avrei seguito le loro regole e appreso quanto più potessi apprendere, la mia mente ovviamente vedeva tutto ciò come un freno alla mia libertà ma era il giusto prezzo da pagare per la conoscenza a cui aspiravo. Passando per la via commerciale quindi, nonostante la presenza di beni di alto valore, mi sarei sempre imposta di non rubare, non cercare di rendere mie le cose che vedevo e che potessero interessarmi, era qualcosa di innaturale per me ma il vivere in comunità imponeva sacrifici del genere.

    Seguii la via principale e mi trovai in poco tempo davanti all’entrata dell’accademia, decisi di non indugiare troppo e raggiungere la classe dove avevo seguito brevemente l’ultima parte del corso, quella riguardante le tecniche del mondo ninja. Le avevo apprese davvero in poco tempo, pensando che forse ero portata per quello che loro chiamano ninjutsu e quindi oggi non avevo nessuna particolare ansia, sapevo che servissero solo quelle tre tecniche per meritare il titolo di genin della sabbia e pensavo di meritarlo già. Passarono quindi i minuti, in maniera lenta, mentre una signora dal colorito simile al mio entrava e chiamava i candidati uno alla volta, finché, finalmente non arrivò il mio turno.

    Attraversai il corridoio e forse in quel momento iniziai a provare qualcosa di simile all’ansia, qualcosa che mi era stata descritta anche dagli altri studenti prossimi all’esame. Non ero mai stata giudicata in vita mia, o meglio non lo ero mai stata in situazioni di cui mi interessasse sapere il giudizio e soprattutto che questo fosse positivo. Mi feci coraggio e aprii la parte superiore del mio vestiario fino al collo, rivelando la maschera che portavo e di conseguenza la mia protesi. Entrai nella stanza dell’esaminatore. Era un ragazzo a cu avrei dato la mia stessa età, cosa probabilmente molto comune visto che l’età media di passaggio dell’accademia è tra i dieci a i quindici anni. Era pallido in viso, al contrario di me, ma i nostri occhi condividevano il medesimo colore, il mio messo in risalto dal colore della pelle e dei capelli, i suoi da una strana pittura facciale di colore rosso, che attirò la mia attenzione, avrei voluto chiedere qualcosa ma ero consapevole che in quel momento, quel ragazzo fosse il mio esaminatore e che quindi dovevo attendere che fosse lui a prendere parola.

    Buongiorno, tu sei Kaikuh, giusto? Il mio nome è Kyoshi, e sarò il tuo esaminatore! Come già sai, oggi valuterò la tua preparazione, partendo da due domande: primo, le tue motivazioni per voler diventare un Genin.
    Secondo, la tecnica della sostituzione.
    Prego, a te la parola


    Sembrava quasi andare di fretta ma la prima delle sue richieste mi fece fermare un attimo a pensare. Il motivo per cui volevo diventare genin era abbastanza chiaro nella mia mente: avevo intrapreso questo viaggio per scoprire le mie origini, e per ora avevo scoperto di venire da Ishivar, ma da quello che mi era stato detto da alcuni anziani io ero un “meticcio” probabilmente, non avevo i capelli bianchi e gli occhi rossi, tipici della tribù e quindi uno dei miei due genitori doveva essere un ninja, quindi ero qui per andare più a fondo nella ricerca delle mie radici, ma sapevo che era solo una parte della verità. Volevo scoprire i segreti del mondo ninja, i segreti delle tecniche di questo mondo, soprattutto di quelle proibite, bramavo conoscenza e sapere sopra ogni altra cosa ma non avrei potuto dirlo quindi optai per mentire, cosa che mi riusciva abbastanza semplice.

    Come ha potuto vedere sono un’ishivariana, voi avete dato un posto al mio popolo dopo l’esodo e mi sento in debito verso voi, difendere il villaggio ed il mondo ninja mi sembra il minimo che possa fare per sdebitarmi…

    Ero stata sicura nell’esposizione, la maschera poi aiutava tantissimo in questo, quindi, dopo aver aspettato una sua risposta iniziai a guardarmi attorno alla ricerca di oggetti di medie dimensioni con i quali sostituirmi e dopo aver individuato una sedia posta all’angolo della stanza iniziai a comporre i sigilli atti alla tecnica, se fossi riuscita nell’intento, al mio posto si sarebbe creata una nube di fumo che avrebbe poi lasciato scoprire l’avvenuta sostituzione con la sedia ed il cambio di posizioni
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    •Nome: Kaikuh •Cognome: -- •Età: 18(?) •Data di nascita: sconosciuta •Kekkei Genkai: senza innata •Arte segreta: nessuna •Villaggio natale: Ishivar •Residenza attuale: Suna •Grado: Studente •Taglia: -- •Segni particolari: protesi ishivariana che ricopre dalla bocca a metà del seno



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    La pelle scura, tipica della sua tribù, risalta fortemente i capelli dalla tinta bionda dalle mille sfumature, chiare e scure, stessa interazione si ha con i suoi occhi color verde acqua. Kaikuh è una ragazza alta, a ridosso del metro e ottanta, dotata di un fisico sinuoso ma non per questo inadatto alla battaglia. È ben allenata e questo lo si può evincere dall’addome che porta costantemente scoperto. La sua protesi Ishivariana, le copre metà del volto, tutto il collo e metà del petto, fino ad arrivare ai capezzoli. La parte della bocca però sembra quasi essere ornamentale visto che, rompendosi, la ragazza mostrerebbe un viso senza evidenti imperfezioni. Essa inoltre, può aprirsi o meno seguendo i movimenti della bocca, lasciando libera scelta alla proprietaria.

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    Nessuno sembra sapere alcunché sul suo passato, anche perché ella stessa non ricorda nulla. Un trauma probabilmente, una scelta volontaria di un’adolescente che scappa da un genocidio, da un massacro, chi può dirlo? Sappiamo solo che la sua memoria è andata distrutta salvo piccoli dettagli che riemergono in maniera piuttosto confusa, magari rievocati dalla dolce culla dei sogni. Gilvyre, l’isola dove comincia la parte della storia conosciuta di Kaikuh. Gilvyre è un'isola autonoma dove coesistono due realtà estremamente differenti e divergenti. La città omonima dell’isola è un posto dove la ricchezza la fa da padrone, i commerci fioriscono anche grazie agli accordi di non belligeranza che hanno raggiunto con alcuni pirati che ne garantiscono la protezione sotto cospicuo pagamento. La seconda realtà dell’isola invece è la cosiddetta “città grigia” ed è lì che, purtroppo, si ritrova la probabilmente quindicenne Kaikuh. Non c’è alcun tipo di registro degli abitanti di questa città e sembra che davvero poche persone siano a conoscenza del fatto che esista e non sia semplicemente una discarica. Gli unici a conoscerla per certo sono i nobili dell’isola che foraggiano il mercato schiavista e sfogano la loro crudeltà sui “fantasmi”. Ecco ciò che sono gli abitanti che, alla stregua di fantasmi vivono racimolando ciò che possono tra la spazzatura che puntuale viene riversata sul territorio. Quando cresci in una città del genere, da ragazzina, un posto dove non si è altro che persone senza nome, senza parentele, senza legami, non esisti per gli altri, questo finisce inevitabilmente per influire sullo sviluppo dell’identità della persona. Il problema di Kaikuh è quindi partito da ciò, essere trattata come una reietta e non avere un nome, infatti è proprio lei che ha scelto da sé come chiamarsi, trovando questa parola su un dizionario antico che era stato gettato lì da qualcuno. Tra quelle polverose pagine si era innamorata del termine che in quella lingua per lei sconosciuta sta a significare “Re dell’oro”, probabilmente una sorta di titolo nobiliare, ma questo poco le importava. È chiaro quindi che Kaikuh sia una persona con un anormale e drammaticamente compromessa identità spaziale ossia l’insieme delle caratteristiche che consentono ad un individuo di acquisire un senso di appartenenza ad uno specifico spazio geografico. È comprensibile come quindi Kaikuh sia alla disperata ricerca e sia totalmente guidata, inconsciamente, dalla volontà inarrestabile di creare una propria identità spaziale, creare un proprio io, scoprire un proprio gruppo di appartenenza e se non ci fosse, crearlo da zero. Discorso diverso da quello dell’identità invece riguarda la personalità di kaihu, già ben forgiata e formata dalle dure esperienze. La personalità di un individuo è ciò che stabilisce la tendenza di pensare, agire e provare sensazioni in una determinata maniera. Essa è formata dai tratti, caratteristiche permanenti della persona che la distinguono da altri. Alcune delle caratteristiche proprie di Kaikuh sono l’essere una persona apparentemente umile, guidata praticamente in ogni sua azione dalla sua voglia di apprendere, conoscere, scoprire. Umiltà che però entra in contrasto, risultando fasulla o solo di facciata, con la sua interiore superbia che la porta a considerarsi in grado di poter fare tutto e raggiungere qualsivoglia risultato grazie al suo impegno ed alle sue capacità di apprendimento. È una persona sensibile, amante dell’arte e di ciò che può essere considerato bello, la sua esperienza su quell’isola l’ha resa una persona con la smania di accumulare quante più cose possibili, di qualsiasi genere ed entità, non solo materiali come tesori, ma anche conoscenze. Risulta infatti essere quasi sempre guidata da questa sua caratteristica, vuole un premio per ogni sua azione, vuole essere ripagata, non vuole essere “povera” in nessun campo ed infatti considera libri, rotoli, antichi manufatti e tesori di ogni tipo la forza motrice della sua vita, retaggio probabilmente assunto, oltre che dallo stile di vita della città fantasma, dai gruppi di pirati con i quali è entrata in contatto e che gli hanno fatto scoprire l’esistenza di un continente, una realtà immensa rispetto all’isola sulla quale era rintanata. Attualmente quindi i suoi obiettivi sembrano essere quelli di scoprire più cose possibili riguardo al suo passato e agli Ishiviariani di cui gli hanno detto, probabilmente possa far parte.




    Edited by sundavr - 20/12/2022, 12:52
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    Per me discord è ok, devo creare l'account e?
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    Grazie a tutti, mi servirebbe una mano con la build in effetti, mi affascinano i samurai ma ho tantissime idee diverse, chi può aiutarmi?
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    Ciao a tutti, sono un ragazzo che vive il quarto di secolo (e poco più), appassionato di anime e manga, sempre interessato al mondo dei gdr ma ho sempre "evitato" a causa di impegni e di regolamenti poco accattivanti. Mentirei se dicessi di non essere più impegnato ma... chi non lo è? Comunque è da giorni, settimane, mesi, anni, decenni, secoli che spulcio questo forum e i suoi regolamenti, così ho deciso, sono dei vostri!

    P.S.: spero che siate attivi altrimenti ho fatto una gaffe
7 replies since 4/12/2022
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