CITAZIONE
Nel villaggio di Kusa, la casa della famiglia Kiroshi era diventata un luogo di terrore e disperazione, un'ombra oscura che avvolgeva il cuore della comunità. La porta socchiusa dondolava leggermente al vento, rivelando un panorama raccapricciante al suo interno. Il pavimento di legno era macchiato di sangue, con strie rosse che si fondevano con le assi consumate dal tempo. Nell'aria aleggiava un odore metallico, denso e penetrante, che si mescolava con il profumo dolce e avvolgente dei ciliegi in fiore, creando una sinistra melodia di contrasti.
Il corpo della madre di Ryu Kiroshi giaceva a terra, le mani ancora strette attorno al collo come se avesse cercato di difendersi da un'aggressione implacabile. La pelle pallida e i segni di sofferenza sul viso trasmettevano l'orrore delle sue ultime ore di vita. Ai piedi del letto, il figlio più giovane giaceva immobile con una ferita alla nuca, il suo volto innocente contorto dalla paura e dal dolore. Accanto a lui, il padre era appoggiato alla parete con una ferita profonda al petto, il suo sguardo fisso nel vuoto.
La scena era avvolta in un silenzio opprimente, interrotto solo dal debole sussurro del vento che filtrava dalle finestre socchiuse, portando con sé il lamento dei ciliegi in fiore. Ryu Kiroshi, il figlio maggiore, era scomparso nel nulla, lasciando dietro di sé solo domande senza risposta. La polizia ninja si preparava a dare la caccia al fuggitivo, consapevole che ogni minuto di ritardo avrebbe potuto significare la perdita di preziose tracce, e che il tempo stringeva il loro collo come le mani che avevano stretto a morte la madre di Ryu.
Il villaggio di Kusa era sconvolto dall'orrore di ciò che era accaduto, come una ferita aperta nel tessuto della sua tranquillità. Ryu Kiroshi era diventato il principale indiziato di questa tragedia, ma il suo destino rimaneva avvolto nell'ombra dell'incertezza, pronto a emergere come un incubo vivente nella mente degli innocenti abitanti di Kusa.
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