Welcome back [PQ sblocco arte segreta]

Shōta Akimichi

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  1. Shitsubo
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    [Parte 6 - finale]



    Un’altra botta fortissima riecheggiò nella radura mentre il sole si apprestava a tramontare.
    Il corpo ricoperto di lividi, contusioni e tumefazioni venne sollevato da una potente ginocchiata e nuovamente sbattuto a terra da un possente colpo di palmo. Lo Zio aveva la mano pesante.
    Senza fiatare o reagire in alcun modo, Shōta tentò fino all’ultimo di non cadere ma gli riuscì di salvare solo una gamba, mentre l’altra inesorabilmente toccava il suolo con il ginocchio. Ormai era allo stremo ma la sua espressione non era minimamente cambiata da quando era iniziato il pestaggio.
    Era passato parecchio tempo e anche l’omone cominciava ad accusare i segni della stanchezza

    …oh, stai cedendo infine… osservò con la fronte imperlata di sudore

    …molto bene… disse allora, facendo un salto all’indietro e allontanandosi dall’Akimichi di una decina di metri

    …voglio vedere come ti comporterai adesso che non hai più energie… ti farai uccidere?

    Mentre stava ancora saltando, molto rapidamente sollecitò il Chakra e iniziò a comporre i sigilli Drago, Tigre, Coniglio

    Suiton: Mizurappa!

    In un lampo cominciò a sputare un getto d’acqua ad alta pressione in direzione di Shōta

    Il ragazzo, ancora mezzo inginocchiato, sembrò andare in tilt per un istante.

    CITAZIONE
    …Ninjutsu…Suiton…

    Poi cominciò ad attingere alle sue riserve di Chakra, mezze esaurite anche quelle per la stanchezza e il digiuno ma comunque ancora presenti.
    In un baleno, quasi d’istinto, colpì il suolo con entrambe le mani

    Doton: Doro Gaeshi

    Accompagnato da una vibrazione, dalla zolla di terreno davanti a lui si sollevò un muro di roccia quadrato.
    La violenta onda acquatica impattò con la superficie innalzandosi, spumeggiando in tutte le direzioni e curvandosi all’indietro mentre la difesa tentata in extremis dall’Akimichi si sgretolava subito dopo aver adempiuto al proprio dovere. La supremazia dell’elemento Terra nei confronti dell’elemento Acqua, unita al fatto che probabilmente il suo avversario si era trattenuto, fu sufficiente per produrre quel risultato.
    Appena gli sentì aprire bocca, l’omone spalancò gli occhi

    …Shōta? domandò con fare incerto

    …Zio? chiese di rimando l’Akimichi

    L’omone si produsse in un sorriso di puro sollievo

    Bentornato tra noi, ragazzo! esclamò ridendo. Poi tornò serio …come ti senti?

    Lui si guardò le braccia e il resto del corpo, poi fece …non so. Credo di essere messo male ma non sento dolore. Sono un po’ stanco, questo si

    Ti senti diverso da prima? chiese l’uomo

    …no, perché dovrei?

    La riposta in parte sorprese Lo Zio e in parte gli diede una piccola speranza. Che lui sapesse, quando veniva a crearsi una situazione di quel tipo era come se ci fosse un piccolo salto nella mente di Shōta, poiché il ragazzo sembrava svegliarsi da un sonno. Tuttavia, in altre situazioni c’era sempre stato qualcuno che lo riportasse alla realtà, a differenza di quanto accaduto in questo caso. Adesso era rimasto in quello stato di vacuità per un lasso di tempo molto lungo ed era stato anche costretto ad usare il Chakra in quelle condizioni. Mancavano gli elementi per capire se la differenza nell’esito fosse dovuta al primo fattore, al secondo o a entrambi ma il fatto che non percepisse soluzione di continuità tra il suo io precedente e quello attuale e, contemporaneamente, conservasse ancora parte dell’insensibilità al dolore fisico ed emotivo, faceva sospettare che quello status simile ad uno stand-by fosse ancora in corso seppure in piena coscienza. L’alternativa sarebbe stata immaginare che la parte “nera” fosse stata sospinta in qualche angolo dell’inconscio e, quindi, potesse sempre riemergere a piacimento. Questa era un’eventualità alla quale Lo Zio non volle minimamente pensare in quel momento.
    Quindi, un po’ per cambiare discorso e un po’ perché era il motivo principale della sua venuta, riportò l’allenamento al centro del discorso

    Vuoi fare un altro tentativo nel Dohyo?

    Ben cosciente del messaggio che gli veicolava il suo corpo con tutti i dolori che di cui era costellato (e che pure non percepiva come tali), Shōta era addivenuto ad una conclusione. Quindi, senza pensarci sopra nemmeno due secondi, annuì.
    L’uomo si scostò di lato e gli fece spazio onde consentirgli di prendere posto nel Dohyo, cosa che lui prontamente fece.
    Dopo aver rivolto nuovamente un inchino al Kamidana, tornò ad accovacciarsi in Sonkyo, sia perché gli veniva spontaneo e sia perché il suo istruttore non aveva commentato questo gesto, dando ad intendere che fosse il modo giusto di porsi.
    snky

    Quindi, come prima, poggiò le mani sulle ginocchia, chiuse gli occhi e cominciò a prestare attenzione ai convulsi moti dell’energia interiore. Benché questa fosse in quantità minore rispetto a prima, non si presentava certo in modo meno roboante e caotico. Al di sotto dei flutti, giacevano sul fondo i sedimenti di Chakra Doton.
    Memore del modo in cui si era allenato nel torrente sotterraneo e del modo in cui aveva incassato i pesanti colpi di prima, Shōta ignorò sia il Chakra normale che quello elementale e provò semplicemente a lasciarsi attraversare dalla corrente impetuosa, nello stesso modo in cui un cavo dell’alta tensione viene attraversato dall’elettricità.
    Lo Zio non lo interruppe e questo gli diede la conferma che aveva trovato la risposta giusta.
    Il Chakra leggero e veloce circolava fluidamente nel sistema circolatorio. Il Chakra Doton pesante e inerte ristagnava placidamente sul fondo dei canali più bassi. La sua massa muscolare, per sostenerlo nella posizione in cui si trovava, stava lavorando al regime minimo, come se dipendesse da un serbatoio quasi completamente svuotato e, in realtà, non riteneva che sarebbe riuscito a reggersi in piedi ancora a lungo in quelle condizioni.
    Lasciare che ogni elemento rimanesse esattamente com'era, senza intervenire o forzare le cose in alcun modo, gli permise di chiarificare la sua visione e acuire la percezione delle sfumature energetiche.
    Dopo un po', cominciò ad avvertire qualcosa di singolare: il graduale processo di perdita di forza nei muscoli delle gambe subì un'inversione e lui si sentì leggermente rinvigorito.
    Scandagliando l'intero sistema dalla testa ai piedi, notò solo una variazione rispetto a prima: quel serbatoio mezzo vuoto si stava leggermente riempiendo, come se da qualche parte stesse naturalmente sgocciolando dell'energia aggiuntiva per supplire alla carenza di forze. Spostando il focus verso l'alto, percepì una zona composta da una materia che aveva caratteristiche ibride: solida e consistente come il Doton ma leggera come il Chakra ordinario e, oltre ciò, stranamente calda. Zoomando come con un microscopio, ebbe l’impressione che fosse composta da migliaia di piccole sferette lucenti, come delle perle di energia concentrata. Ampliando la visuale, si rese conto che questa materia non si limitava alla zona considerata ma era diffusa un po' ovunque, costituendo di fatto un involucro che ricopriva la sua intera figura: era il suo tessuto adiposo e quelle sferette lucenti erano adipociti.
    C'era sempre stato, naturalmente, ma lui non lo aveva mai sentito così come lo stava sentendo in quel momento. Era chiaramente cambiata la sua percezione



    A questo punto Lo Zio lo interruppe ma non con il classico "no"

    Cosa senti di preciso, ora? gli chiese, cercando di non distoglierlo

    …è come se ci fosse un rubinetto che perde rispose il ragazzo senza aprire gli occhi

    Perfetto, ci sei. Adesso rimani concentrato e cerca di aprire quel rubinetto, ma delicatamente e con molta attenzione

    In verità non era affatto necessario esortarlo ad essere delicato perché il "rubinetto" risultò essere molto più duro e resistente del previsto, al punto tale da richiedere un supplemento di forza.
    Solo dopo numerosi tentativi e un ultimo, immane, sforzo riuscì infine ad aprirlo leggermente. Allora sentì di poter esercitare un seppur minimo controllo sugli adipociti. Ognuno di quei piccoli, lucenti e preziosissimi concentrati di potere calorico era come una gemma in grado di sprigionare potere sotto la sua sollecitazione. Lo sgocciolamento si trasformò in un flusso continuo che, partendo dal tessuto adiposo, andava a riempire il serbatoio delle energie fisiche, inondandolo, riversandosi nella massa magra e irrorando le fibre muscolari al punto tale da irrobustirle sensibilmente.
    Grazie al rinnovato vigore, l'Akimichi non solo non ebbe problemi a continuare a reggersi ma riuscì anche ad effettuare uno Shiko, allargare le gambe e assumere una delle posture rituali fondamentali che aveva visto eseguire in passato al padre.
    A quel punto, aprì le palpebre e vide che gli occhi de Lo Zio luccicavano per la soddisfazione

    Oh si, direi proprio che ci siamo!

    shrfrm



    La cosa singolare fu che non parve esprimere gioia. Forse non era nemmeno in grado di provarne nello stato mentale in cui si trovava. Era solo il ritratto della serenità.
    Poi, di colpo, il potere si disattivò e le gambe cedettero alla fatica di una giornata massacrante. Lo Zio gli arrivò vicino con uno scatto, appena in tempo per sorreggerlo

    Devi essere stanchissimo, mi rendo conto… so di essere stato un po’ duro ma avevo bisogno di capire una cosa e poi… fece una pausa mentre lo aiutava a sedersi su un tronco tagliato …ti garantisco che, in confronto al Megalite, sono morbido come lo zucchero filato

    Si produsse in una grassa risata mentre Shōta, in un bagno di sudore, lo guardava con la bocca semiaperta e il fiatone

    …hmm? Beh si, io preferisco dire “Megalite” piuttosto che “Megalito”. Ognuno di noi ha sempre fatto un po’ come gli pareva... si perse di nuovo malinconicamente nei pensieri …comunque ho fatto tutto quello che potevo. Il resto sta a te

    Il ragazzo era troppo stanco per intrattenersi in discorsi e oramai erano al crepuscolo.
    L’uomo provvide a medicare le sue ferite con un kit da pronto soccorso e gli somministrò un tonico coagulante. Nel giro di pochissimo Shōta fu in grado di camminare senza problemi e i due presero la via del ritorno.

    […]

    Appena misero piedi in casa, ci fu un vero e proprio assalto frontale. L’Akimichi venne accerchiato dai ragazzi che lo tempestavano di domande, a seconda del loro carattere e dei loro interessi, come se fossero un gruppo di giornalisti intorno a un Daimyō: "bentornato!" “com’è andata?” “com’era il sottosuolo?” “c’erano gemme preziose?” “c’erano draghi sputafuoco?” “la forza dell’acqua è sufficiente a muovere una ruota idraulica?” “ti sei allenato?” “hai imparato delle tecniche supersegrete e sei diventato superforte?”.
    Lo Zio fece da bodyguard, allontanandoli dal ragazzo

    Ohi! Calma un po’, su. Fatelo respirare, è stata una giornata faticosa per lui. Potrete chiedergli tutto quello che volete nei prossimi giorni

    Benjiro richiamò all’ordine tutta la squadra minacciando sanzioni terribili, come essere costretti a spalare il letame per un mese.
    Passata la confusione, si avvicinò Shingo

    …allora? chiese con impazienza

    Tutto a posto rispose l’uomo missione compiuta, non è così?

    L’Akimichi annuì vistosamente e Shingo sorrise in un modo in cui non lo si vedeva sorridere da tempo immemorabile

    ...e per "quella cosa"?

    ...poi ti dico... poi ti dico...

    Poi, mentre Lo Zio andava a darsi una rinfrescata prima di cena, Shōta fu tirato in disparte dal fratello

    ehi…

    …che c’è?

    …voglio dirti una cosa subito, per togliermi il pensiero. È importante disse

    …ti ascolto fece lui prestandogli massima attenzione

    È una regola E già solo questo termine era sufficiente per far drizzare le orecchie a Shōta

    Le abilità derivate dalle arti del clan… tienile sempre come ultima risorsa e, soprattutto, non usarle mai in combattimenti amichevoli. Intesi?

    Regola intesa, registrata e marchiata a fuoco. Come sempre.

    A quel punto furono chiamati da Kimiko perché la cena era pronta.

    […]

    L’indomani Lo Zio si preparò per la partenza. Quasi a tutti dispiacque perché avevano trovato la sua presenza un piacevole diversivo.

    …ecco fatto disse Shōta mentre chiudeva lo zaino che avevano provveduto a riempire con prodotti della fattoria, non ultimo il miele di Kaede

    Quante prelibatezze! esclamò l’omone Sono sicuro che anche Jona sarà contento di poterle usare in cucina

    Salutamelo, mi raccomando disse Shōta

    Certo, e non dimenticare che l’invito è sempre valido! Appena puoi, devi passare al locale, ci siamo capiti?

    Certo che si. A proposito… rispose il ragazzo …chissà se un giorno riusciremo ad organizzare una settimana di allenamento come quella volta

    Lo Zio guardò di lato massaggiandosi la mandibola, poi disse

    …beh, non so se ci sia ancora qualcuno della vecchia guardia. Da quando è successo quello che è successo, abbiamo un po’ perso i contatti… letteralmente non sappiamo chi sia ancora vivo e, per di più, con i continui conflitti che attanagliano il mondo…

    Si incupirono un po’ entrambi, poi l’uomo ruppe l’atmosfera

    Ma, insomma, mai dire mai, ecco! esclamò Lasciamoci con questi due buoni propositi, ok?

    Quindi si salutarono con calore e poi Lo Zio, caricatosi il pesante zaino sulle spalle, ripartì.

    Il ragazzo lo seguì con lo sguardo finché gli fu possibile, poi rientrò in casa.
     
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