Giustizia Jashinista

Story Mode per Halan Drake

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    Tra le ombre del santuario, il sangue sussurra il suo richiamo

    Nel cuore della notte, il santuario dei Jashinisti si ergeva come una spettrale sentinella contro un cielo plumbeo, avvolto in un'atmosfera densa di sacralità e oscurità. Le pareti di pietra scura, impregnate di macabre macchie di sangue secco e segnate da migliaia di viscere nel corso di anni di sacrifici rituali, parevano in qualche modo respirare, come se fossero animate da una presenza maligna che pulsava appena sotto la superficie. Le torce che crepitavano nella sala emanavano una luce fioca e distorta, proiettando ombre sinistre che danzavano lungo le pareti come demoni famelici in cerca di vittime indifese.

    Le due figure incappucciate procedevano con ferma determinazione attraverso il santuario e il loro respiro affannoso si univa al sibilo del vento che penetrava attraverso le crepe nelle mura. I loro volti rimanevano nascosti nell'ombra dei mantelli neri, ma i loro occhi bruciavano con una luce malvagia, riflettendo il male che li aveva consumati dall'interno. Ogni passo echeggiava nell'aria come il battito di un cuore infermo, un'eco cupa che si insinuava nell'anima dei presenti, preludio di un destino tenebroso.

    Davanti all'altare di pietra intrisa di sangue, il sacerdote del culto emergeva dalle tenebre come una figura oscura e contorta. Il suo volto era contratto da un sorriso grottesco che gelava il sangue anche alle anime più corrotte. Intanto il suo mantello nero si agitava intorno a lui come le ali di un pipistrello impaziente di gustare il suo banchetto di sangue e carne. La sua voce echeggiava nella sala come un'invocazione infernale, carica di promesse di dolore e distruzione. La distorsione sonora creava un'armonia sinistra che accompagnava ogni sua parola.

    Figli, il vostro compito è di portare Halan Drake alla giustizia del nostro dio.

    Gridò il sacerdote con un fervore che sembrava scuotere le fondamenta stesse del santuario. La sua litania risuonava come il ringhiare di una belva affamata, pronta ad accanirsi sulla sua preda.

    Che il suo sangue bagni le nostre lame e i suoi lamenti alimentino il nostro fervore religioso. Che la sua carne diventi offerta sacrificale al nostro signore.

    Le figure incappucciate si inchinarono rispettosamente di fronte all'altare. I loro cuori bruciavano di desiderio per la promessa di sangue e carneficina appena pronunciata. Ogni fibra del loro essere era pervasa da una sete insaziabile di violenza e morte, un desiderio che li aveva consumati fin dall'infanzia e che ora li guidava come una mano oscura nel cuore della notte.
    Dopodiché il sacerdote porse loro una lettera sigillata, il cui timbro sembrava pulsare di un'energia sinistra, come se fosse stato realizzato con il sangue di qualche povera anima innocente. Ogni runa incisa sulla carta antica sembrava risvegliarsi sotto la luce fioca delle torce, irradiando un'aura spettrale che riempiva la sala con un senso di oppressione, ma nessuno dei presenti ne era spaventato; anzi, ognuno di loro si nutriva di quella sensazione.

    Queste sono le vostre istruzioni.

    Sibilò il sacerdote con una ferocia che faceva tremare l'aria stessa, la sua voce era come un pugnale affilato che affondava attraverso il silenzio della notte.

    Trovate Halan Drake e portatelo alla sua fine. Che il suo corpo mutilato sia la nostra testimonianza, che il suo spirito infranto sia il nostro trionfo. Ora andate! Che Jashin vi accompagni.

    Le figure incappucciate accettarono la lettera con un fremito di eccitazione perversa. I loro occhi risplendevano di una luce a dir poco malefica. Con passi decisi, si allontanarono dall'altare, pronti a immergersi del tutto nella missione che li attendeva e desiderosi di dare inizio alla danza mortale che avrebbe portato il traditore alla fine orribile che si meritava. Ogni passo che compivano risuonava come il battito di un tamburo funebre che annunciava la loro marcia funerea verso lo Jashinista Halan Drake.

    Dall’altra parte della città


    Nella città di Yu, l'oscurità della notte avvolgeva le strade strette e intricate come un labirinto. I manifesti da ricercato di Halan Drake, il ribelle jashinista, pendevano da tutti i muri come monito di un destino segnato. I dettagli del volto di Drake erano accurati con una precisione assoluta e i suoi occhi rossi sembravano prender vita. Il testo che descriveva la taglia sulla sua testa era cerchiato e non vi era nemmeno scritto vivo o morto, come se bastasse eliminarlo.
    A pochi passi da uno di quei manifesti, due ninja si scambiarono uno sguardo di intesa, illuminati solo dalle deboli lanterne che danzavano nel vento come pendoli di un orologio. Essi guardarono il disegno che raffigurava di Halan, ma invece di vedere un nemico, vedevano un'opportunità irripetibile.

    Benjiro, dobbiamo raggiungerlo.

    Il tono della ragazza era carico di risolutezza.

    Forse è l'unico che può aiutarci a porre fine a questa follia.

    Benjiro annuì mentre si mordeva il labbro pensieroso. Con un gesto della mano si portò alle labbra una sigaretta, la accese con lo zippo e inspirò profondamente per catturare tutto il fumo con i polmoni.

    Hai ragione, Setsuko. Forse è tempo di chiedergli se vuole realmente purificare il culto dalla deriva che ha preso o se le sue parole erano soltanto chiacchiere al vento.

    Un gruppo di ragazzi gli andò incontro e perciò Benjiro allungò il suo braccio sulle spalle di Setsuko per dare l’impressione che fossero una coppia intenta a tornare a casa. Bisbigliò cautamente all'orecchio della ragazza:

    Se Halan Drake è veramente quello che dice di essere, allora forse possiamo farcela.

    Gustò un’altra boccata della sigaretta che si era acceso in precedenza. Il suo cuore palpitava dall’agitazione.

    Dobbiamo porre fine a questa tirannia.

    Setsuko annuì e un sorriso carico di determinazione le illuminò il volto.

    Sì, Benjiro. È arrivata l’ora di fare la differenza.

    Conseguentemente Benjiro e Setsuko si mossero a passo rapido verso il limitare della città. Essi accarezzavano finalmente l’idea di unirsi ad un nuova causa e a combattere per un futuro migliore per tutto il culto.

    Da qualche altra parte nel mondo


    La battaglia di Suna era terminata da qualche giorno ed ora Halan doveva affrontare le conseguenze della sua scelta. Aveva perso la sua casa, la sua città. Era stato ripudiato dal suo popolo e dal suo stesso culto. Non gli rimaneva che rimboccarsi le maniche e ricominciare da zero. Da cosa sarebbe partito?

    Allora Roy90, descrivi il viaggio di Halan da Suna e tutto ciò che riguarda il nascondiglio (come lo crei ecc.)

    Ps: Naturalmente non incontri i png in questo post quindi non ruolarlo :rosa:
     
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