[PQ] Tecniche di combattimento, Lezione I.II - Corsa a Ostacoli

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  1. ¬Dan
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    ~ Tecniche Ninja - Lezione I.II : Corsa a Ostacoli

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    Il masso rotolò rumorosamente, facendo scricchiolare e sobbalzare i detriti più piccoli sfortunatamente capitati sul suo cammino, fermandosi nella sua breve e lenta corsa qualche metro più avanti al lato del sentiero. Sembrava quasi una pietra memoriale o una di quelle antiche pietre runiche dove si celebravano, per così dire, i sacrifici umani per compiacere qualche dio e ottenere un clima favorevole o un buon raccolto. Motivi più che validi per sacrificare un figlio, almeno secondo i loro avi.

    Le mandibole di Denki e di Akame ebbero la stessa sorte dell'enorme masso. Dopo un iniziale movimento incerto, anch'esse finirono irrimediabilmente a terra, diventando troppo pesanti per contrastare lo stupore di quanto visto.

    Ma quanto sei forte?!

    La domanda di Denki, ovviamente, non necessitava di una risposta, e il diretto interessato non sarebbe stato capace di fornirne una esaustiva. Ripensando ai suoi allenamenti, forse sarebbe potuto risalire al carico massimale sollevato in determinati esercizi, ma erano movimenti tecnici e standardizzati che contribuivano a fortificare il fisico per eventi come quello, dove forma e abilità lasciavano spazio all'energia nella sua forma più grezza e primitiva, un movimento di pura forza senza grazia, il cui scopo era uno e uno soltanto: sottomettere e dominare l'ostacolo.

    I muscoli pulsavano sotto la pelle sudata, visibile dall'abbigliamento dello studente. Lo sforzo fisico aveva costretto i suoi muscoli a gonfiarsi, congestionandosi per l'iper-afflusso di sangue veicolato da grosse vene solitamente dormienti, ora turgide e appariscenti. Forse era solo un' impressione dettata dall'ammirazione, dall'eccitazione del momento o dal fascio di luce che aveva inondato l'uscita della grotta fino ad allora bloccata dall'enorme masso, ma agli occhi di Akame il suo compagno sembrava essere improvvisamente più massiccio, più imponente e dalle forme scultoree. La ragazza provò una strana e poco conosciuta sensazione allo stomaco, come un nodo che stringeva le sue viscere, che lottavano invano per liberarsi, e improvvisamente una vampata di calore tinse di rosso il suo volto illuminato dal sole.

    Akame, tutto bene?

    Ehm, sì... dai, sbrighiamoci!

    Con il volto chino, la ragazza sprintò in avanti, guadagnandosi l'uscita e gli sguardi perplessi dei due coetanei.

    [...]

    Il sentiero che stavano percorrendo offriva un'inaspettata tranquillità. A parte alcune scalate avventurose e dolci pendii, il trio non subì imboscate da parte delle altre squadre concorrenti. In più occasioni, durante pause per rifiatare e ristorarsi, discussero sulla direzione da prendere. Concordavano che era impossibile essersi persi, poiché la strada sotto i loro piedi non li aveva mai portati a un bivio o a un incrocio.

    - Dai, ammettilo... Ci siamo persi.

    Per l'ultima volta, ti dico di no! E' questa la strada giusta!

    Dai su Eijiro... Puoi ammetterlo. Non ti prenderemo in giro, né ti daremo la colpa quando arriveremo ultimi...


    Ehm, ragazzi! Questo sentiero porta a un lago!

    La voce incerta di Akame interruppe il litigio tra i due, i cui volti cercavano di mascherare risate distorte in innaturali smorfie. Mentre i due si punzecchiavano, la silenziosa Esule continuava a camminare, osservando l'ambiente circostante in cerca di dettagli paesaggistici che potessero indurla a credere che li celasse una strada alternativa mimetizzata appositamente per far perdere gli esaminandi.

    Il sentiero indicato da Akame piegava a destra, scendendo rapidamente fino a gettarsi in un lago azzurro cristallino, risplendente grazie al bagno solare in cui si trovava. Entusiasti, i tre percorsero la nuova via fino a una piccola spiaggia. Lo specchio d'acqua, dalla forma vagamente circolare, era circondato da alberi il cui tronco era rivestito da liane. Speroni di roccia si affacciavano dai versanti laterali come trampolini per i più impavidi, e tronchi abbattuti galleggiavano sulla superficie.

    Non c'erano imbarcazioni né ponti in legno o corda. Nuotare sembrava l'unica opzione, ma non era l'ideale, poiché avrebbero perso tempo e sarebbero diventati vulnerabili a possibili imboscate.

    Dall'altra parte del lago, la boscaglia lasciava spazio a una lingua di terra che emergendo dalle profondità marine continuava in un sentiero in terra battuta, la strada che avrebbero dovuto percorrere per raggiungere il traguardo. Eijiro spiegò il piano:

    - Dobbiamo trovare un modo per attraversare il lago! Nuotare è fuori discussione, saremmo bersagli troppo facili. Possiamo usare rocce e rami lungo la sponda laterale, e poi...

    Ma attraversarlo correndo sull'acqua... no?!


    E' impazzito?

    Akame strabuzzò gli occhi, incredula per l'assurdità della proposta di Denki. Immaginava si trattasse di una battuta o di uno scherzo, ma quella barriera linguistica la privava di ogni certezza quando doveva affrontare parole o concetti poco familiari. In questo mare di titubanza, aveva iniziato a utilizzare stratagemmi per non naufragare: il più semplice era restare in silenzio, attendere la reazione degli altri e allinearsi alla stessa in modo da mimetizzarsi nel contesto sociale.

    Pronta a mettere in pratica il suo piano camaleontico, fu spiazzata dal fatto che quella non sembrava essere una barzelletta e che il volto di nessuno dei due esprimeva divertimento o ilarità. Guardò Denki, i suoi occhi e il suo volto mostravano la solita noncuranza e leggerezza, come se non riuscisse a prendere sul serio tutto quello che diceva o faceva. Gli occhi di Eijiro erano abbassati, e la postura austera e possente di prima si era fatta improvvisamente più piccola, come a voler nascondere qualcosa. Lo sguardo della ragazza era vuoto, come quello di uno studente nel pallone durante un esame a cui non si è preparato bene.

    Denki... stai scherzando?! E' impossibile!

    Una delle poche frasi formalmente corrette della ragazza ma errate nel contenuto e nel significato. Senza dire altro, Denki poggiò un piede sulla superficie liquida, quindi sbilanciò tutto il suo peso su quel piede "fluttuante" per poter poggiare anche il secondo con la stessa naturalezza con cui aveva camminato sulla spiaggia poco prima. Per la seconda volta, la mandibola di lei toccò terra.

    Ma... ma come ci riesci? E'... straordinario! Io non sono capace...

    ... Nemmeno io...

    Anche la voce di Eijiro si fece più flebile, fiaccata dalla vergogna di quell'ammissione. La ragazza giunse alla conclusione che quella particolare tecnica fosse stata oggetto di lezione all'Accademia e che anche il ragazzo fulvo avrebbe dovuto essere in grado di farlo.

    Denki si passò le mani tra i capelli dorati, spostando la frangia all'indietro per darsi un tono, quindi scrollò le spalle e sbuffò, sottolineando al meglio delle sue possibilità l'importanza del ruolo che avrebbe dovuto rivestire.

    A quanto pare, mi tocca prendere di nuovo in mano la situazione... Io vado in avanscoperta attraversando il lago correndo. Arrivato sulla costa opposta, cerco di capire come proseguire. Voi, nel frattempo, fate il giro più largo sfruttando quei detriti e quelle rocce per arrivare dall'altra parte. Non fatemi aspettare troppo! Adios!
     
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3 replies since 18/2/2024, 21:47   70 views
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