Accademia Astarion Sorel

per Samuroy

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    Samuroy è ora di dare il benvenuto al mondo de LVDN al tuo pg.


    Arriva per lui - nei primi giorni di primavera - il momento in cui dovrà dimostrarsi meritevole della promozione a Genin, con l'ottenimento del coprifornte di Kumo, il quale lo insignirebbe del titolo di "Shinobi del Fulmine".

    L'esame prende luogo nelle prime ore del mattino presso il prestigioso edificio che ospita l'Accademia del Fulmine, in un ampio cortile interno. Sul posto troverai l'esaminatore Kentaro Shino, un Chunin che hai incrociato più volte per i corridoi ma con cui non hai mai scambiato neanche una parola. Insieme a te ci saranno una decina di altri studenti.


    Commenti master: Con il tuo post dovrai presentarci un po' il tuo pg raccontando il giorno del suo primo esame in accademia. Dovrai concentrarti nel trasmettermi le emozioni che prova e descrivere le sue filosofie di pensiero. Puoi raccontarmi del suo rapporto con il villaggio, con i suoi compagni/amici, con le istituzioni e con la famiglia; scegli pure liberamente quale di questi vuoi iniziare ad accennare in questa sede.

    Fermati pure all'arrivo al cortile, immediatamente prima che il sensei prenda parola per dare inizio all'esame.
     
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    Parlato Astarion

    Parlato Maggiordomo

    Parlato Endo



    È notte inoltrata, sono a letto da ore, ma non riesco a dormire.
    Mi giro su un fianco, mi rigiro sull’altro. Ribalto il cuscino per appoggiare la testa sul lato più fresco. Non trovo ancora sonno. Muovo le gambe per trovare una posizione di maggior comodità. Niente di niente. Irrigidisco e stiro i muscoli di tutti e quattro gli arti. Provo un leggero sollievo, ma di dormire non se ne parla.
    Vengo sopraffatto da un senso di impotenza e nella mente risuona soltanto questa nenia: ”non dormirò stanotte, arriverò esausto all'esame e lo boccieró”.

    L'immagine del mio fallimento prende sempre maggior forma. Posso sentire le risate della gente. Il peso delle aspettative disattese. Il mostro che ha fallito l’esame. Avranno avuto ragione quelli che sostengono che sia nato “rotto”.
    Sento il corpo andarmi a fuoco. Il cuore tuonare nel petto fino a farmi male. Sudo freddo e mi accorgo di non star più respirando. Gli occhi si aprono di scatto, come se volessero interrompere l’incubo che sto vivendo.

    Purtroppo appuro di non star sognando e anzi, mentre fisso il soffitto, un sibilo prende forza fino a uccidermi i timpani. Sento la pressione sanguigna bussare alle pareti del cranio, mentre bagliori azzurri e viola lampeggiano ai margini del mio campo visivo.

    Cazzo…

    Accarezzo il lenzuolo per riprendere possesso dei miei sensi, per tornare al presente. Al qui e ora. Scaccio ogni pensiero distruttivo e ripenso agli esercizi fatti con il terapista.
    Chiudo gli occhi e provo a concentrarmi sul mio respiro. L'aria fresca che entra dalle narici e l'aria calda che ne esce. Inspirò lentamente e a fondo. Mi accorgo che il cuore sta rallentando. Ho sempre meno caldo. Tutti i pensieri si sfilacciano fino a scomparire del tutto. Non esiste più alcun esame, aspettativa o fallimento. Sono in pace.

    Driiiinnnnnnnnnnn

    Spengo la sveglia con un movimento inconscio, che non implica aprire gli occhi o accendere il cervello. È ora. Ci siamo. Una scarica di adrenalina sferza il mio corpo.
    Mi metto seduto e guardo la luce filtrare nella stanza. Ripenso alla notte appena trascorsa e mi rendo conto di avere avuto un attacco di panico. Il ricordo è però ovattato, lontano. Come se fosse successo il mese scorso.

    Sembra una bella giornata, speriamo non diventi una giornata di merda.

    Signorino, lo sa che non deve dire parolacce!

    Giro la testa verso la porta, con la grazia e la rapidità di una lumaca. Mi accorgo anche di sbavare come una lumaca. Porto il braccio destro al volto e mi asciugo la bocca con il polsino del pigiama. Solo allora l'attenzione vira sulla figura tozza appoggiata sul telaio della porta.

    Nagi, buongiorno.

    Buongiorno a lei signorino. Dormito bene? Spero di sí. Anche se, fossi in lei, non avrei chiuso occhio. Che poi, a pensarci bene, questo esame lo passano tutti di questi tempi. C'è un così gran bisogno di nuovi ninja.

    Le mie mani, in segno scaramantico, si muovono a tastoni fino ad appollaiarsi sopra l'inguine.

    Signorino, che sta facendo?! Ah, ho capito! Certo. Mi spiace, non volevo portare sfortuna. Volevo solo dire che sarebbe controproduttivo rinunciare a dei così bravi giovani, pronti a combattere per il paese e per la pace nel mondo. Non crede? Cioè, fosse per me, non la boccerei. Cioè, come dire, lei ha talento e viene da una famiglia importante. Insomma, ha tutto per avere successo.

    Nagi, hai portato lo sgrassatore per i vetri?

    Pe…perché lo chiede?

    Temporeggio nel rispondere, così da creare una sorta di pathos. Invece di aprire bocca, mi alzo dal letto e mi appresto a scegliere i vestiti da indossare. Apro l'armadio e prendo un paio di pantaloni comodi e una maglia smanicata bianca. Prendo anche un giubbotto sportivo, perché so che farà freddo fuori.
    Mi volto verso il maggiordomo e noto come, nel frattempo, in attesa della mia risposta, il suo incarnato sia sbiancato. Con quel colore sul viso, potremmo sembrare parenti.

    Perchè? Perché ti stai arrampicando sugli specchi. Finirai per lasciarci le tue ditate.

    Per un istante riesco a cogliere il disappunto dipingersi sul suo volto paffuto. Trascorso quell’attimo, Nagi si lascia andare ad un grosso sorriso, che increspa tutte le rughe del suo viso.

    Divertente. Signorino, se fallisse oggi… potrebbe provare con il cabaret.

    Giá…se fallissi…perchè no.

    L'idea del fallimento riaffiora alla mente. Ripenso alla notte appena trascorsa. L’ansia riaffiora e frulla in testa come una trottola impazzita. Sento lo stomaco chiudersi e la bile salire fino a inacidire il palato.

    Nagi, non ho fame. Andrò direttamente in Accademia.

    Ma signorino…

    Non ho fame, ho detto. Lasciami solo. Adesso devo vestirmi.

    Alzo la voce per mettere fine alla discussione. Vedo il mio maggiordomo esitare per un attimo. Perdo l’attimo per reagire e vedo il vecchio inchinarsi e prendere congedo. I lunghi capelli, ricadenti sul viso, mi impediscono di vederne l'espressione. Mi pento di essere così duro. Non era mia intenzione, ma ormai è andata così. Potrei richiamarlo e scusarmi, ma non trovo il coraggio per farlo. Respiro e mi accontento di restare da solo con la mia ansia.

    —-

    Esco in giardino, pronto per allontanarmi da casa. Il sole primaverile ha già fatto capolino da dietro i monti e se ne sta là, incorniciato tra le bianche nuvole di Kumo. Il tiepido calore dei suoi raggi mi scalda la pelle, offendendomi però lo sguardo. Abbasso la testa e affrettò il passo. Il vento primaverile fischietta tra le fronde degli alberi, mentre il profumo dei fiori di ciliegio mi riempie le narici. Mi beo di quel momento anche se, a grandi falcate, continuo a percorrere la distanza che mi separa dall'accademia.

    Il paese è in pieno fermento. Tutti sono già al lavoro. I negozi sono aperti e le persone brulicano per le strade. La guerra sembra lontana. Che bello sarebbe fare il medico senza andare in guerra. Curare l’influenza e non suturare le ferite. Accantono il pensiero e continuo a procedere.
    Saluto qua e lá persone che conosco. Molti ricambiano il mio saluto, altri invece no. Che si vergognino a farsi vedere con un mostro come me? Certo, deve essere così. Sento l'autostima frantumarsi al suolo, mentre svolto l’angolo che mi separa dal perimetro dell’accademia.

    Che ci fai qui? Non lo sai che i mostri si cacciano? non li si fa diventare Ninja.

    Capisco che si tratta di Endo, ancor prima di vederlo. Lo cerco con lo sguardo e lo trovo al di là della strada, appoggiato al muretto che dà sul cortile dell’accademia. Dietro di lui, altri quattro nostri compagni. Poco distante da loro è posizionata l’entrata. Mentre la mia attenzione torna sul rispondere alla provocazione dei miei compagni, con la coda dell’occhio intravedo una persona prendere il centro del cortile.

    Occhio ad appoggiarti. Se butti giù il muro, potrebbero rimandare l’esame

    Ossero la faccia larga di Endo incupirsi. Gli occhi, già piccoli di per sé, si stringono ancora fino a scomparire dietro i goffi zigomi tondeggianti. Posso sentire su di me il suo sguardo omicida. Lo vedo fare un passo verso di me e, subito dopo, bloccarsi. Uno dei quattro compagni lo incita a proseguire. Provo a guadagnare l’entrata del cortile, ma Endo è più veloce di me e attraversa la strada prima che possa disimpegnarmi. Il suo arrivo è preceduto dal nitido brusio prodotto dalle sue coscie, che, mentre si muovono, strofinano tra loro. Dietro di lui, vedo anche gli altri quattro che si avvicinano.

    Cosa vorresti dire?
    Il mio compagno si para davanti a me, bloccandomi il passaggio. Vedere la sua stazza così da vicino mi ricorda vagamente una delle montagne che si erge dietro il villaggio. Il suo petto si gonfia così tanto che sembra quasi volermi inghiottire.
    Solo in quel momento comprendo quanto io sia stato stupido e avventato nel rispondere di nuovo alle sue minacce. Ripenso alle botte prese l’ultima volta e, se mi concentro bene, posso ancora sentirne il dolore.

    Allora?

    Mi incalza, desideroso di avere un pretesto per proseguire.

    Allora… è arrivato l’esaminatore.

    Sgattaiolo alle loro spalle, mentre tutti e cinque si voltano per vedere se quello che ho detto sia vero.
    Svincolandomi dalla morsa dei mei compagni, mi affretto a guadagnare l’ingresso all’accademia. Punto con decisione verso la figura che ho visto in cortile pochi istanti fa. Non so se si tratti davvero dell’esaminatore, ma è comunque il mio deterrente al non essere pestato anche questa volta.
    Avvicinandomi, capisco che si tratti dell’istruttore Shino. Il ragazzo che si trova al centro del cortile non è uno dei miei insegnanti e la cosa mi turba a livelli diversi.
    Per prima cosa, qualora non fosse l’esaminatore e se ne andasse dal cortile, rimarrei solo e verrei pestato. Se fosse invece l’esaminatore, mi spaventerebbe avere a che fare con un istruttore che non conosco.

    Ad ogni modo, la cosa migliore che possa fare in questo momento, al di là della situazione nella quale mi trovo realmente, è quella di palesare la mia presenza.
    Mi fermo qualche passo oltre il cancello d’entrata. Una volta fatto ciò, alzo il braccio destro e lo sventolo in aria, in modo da attirare l’attenzione dell’istruttore Shino.
     
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    Gli esaminandi si riuniscono nel cortile interno dell’Accademia di Kumo ed il sensei attende in religioso silenzio gli ultimi ritardatari. Kentaro prende parola per dargli il benvenuto, dapprima presentandosi e poi per sancire l’inizio dei test.

    Verrai interpellato con il tuo cognome e dovrai spiegare a voce alta qual è il tuo credo ninja spiegando quali sono le motivazioni che dovrebbero convincerlo a consegnarti il coprifronte della Nuvola.

    Successivamente sarai chiamato ad esibirti nell’esecuzione della Tecnica della Trasformazione del Corpo, con la quale dovrai replicare la figura di un manichino in legno (uno dei tre che ti trovi davanti).



    Commenti master: Tieni ben presente che il tuo pg è uno studente e che anche il più semplice dei jutsu richiede sforzo e concentrazione. Perciò descrivi dettagliatamente l’azione tenendo in considerazione quali sono le emozioni/sensazioni che lo accompagnano. Tieni a mente che dovrai utilizzare il periodo ipotetico e solo io potrò decretare la riuscita o meno dell’azione in questione.

    Per quanto riguarda il tuo post precedente: l’ho trovato semplicemente ineccepibile. Mi piace il fatto che hai iniziato a farci scoprire alcuni tratti caratteriali del pg, nonché alcune dinamiche sociali che lo accompagnano introducendo anche personaggi peculiari. Ancor di più ho apprezzato lo stile narrativo che utilizzi per ruolare, soprattutto l’attenzione che applichi nella descrizione delle azioni e dei pensieri. Continua pure così, cercando di tenere quest’impronta anche nel descrivere le azioni vere e proprie, e non avrai problemi a sviluppare il tuo pg come meglio credi.
     
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    Parlato Astarion

    Parlato Esaminatore

    Parlato Endo

    Parlato sgherro di Endo

    Parlato Studenti



    Entrato nel cortile dell'accademia, mi rendo conto del fatto che, tra non molto, il mio talento verrà soppesato, valutato, messo alla prova nella speranza che non venga trovato mancante. Si aprirà il “processo” per determinare se sia meritevole o meno di indossare il coprifronte di Kumo. Il lavoro di tutti questi anni sarà deciso in pochi minuti. Un solo errore e interminabili ore di studio e di addestramento verranno buttate al vento.

    L'idea di dover ripetere i corsi per poi, in futuro, dare nuovamente l'esame, mi dà il voltastomaco.
    Sento la bile accarezzarmi le pareti della bocca, cercando di risalire la gola come fanno i salmoni con la corrente dei fiumi. Inizio a sudare freddo e i vestiti mi si appiccicano addosso, diventando quasi una seconda pelle. Allontano il colletto della maglia per tentare di respirare meglio. Mi chino, mentre respingo a fatica i conati di vomito.

    Prima che possa rigurgitare l’anima, vengo distratto da un rumore di passi che sopraggiunge alle mie spalle. Mi volto e vedo Endo e il suo gruppo corrermi incontro.
    Cavoli, per qualche secondo, mi ero quasi dimenticato di loro. Uno spasmo mi ricorda che sto per farmi vomitare. Mi rallegro del fatto che potrei finire per rigettare la colazione contro quei bastardi. Potrei perfino essere promosso, se riuscissi a prenderli in pieno tutti e cinque. Sarei ricordato come il tizio che ha inventato il “Rigetto no Jutsu”.

    Fermo lí…

    La voce di Endo mi fa trasalire. Lo ignoro e, istintivamente, cerco una via di fuga dove scappare. Purtroppo, ora che sono dentro il cortile, non mi restano molte opzioni per dileguarmi. Inizio a farmi un’idea di come deve sentirsi una bestia quando viene braccata.

    Fermo Endo, non facciamo casino adesso. Quello è Shino Kentaro. Sarà il nostro esaminatore oggi. Me l'ha detto mamma.

    A stento riesco a udire la voce bisbigliante di uno degli sgherri di Endo arrivare da dietro le mie spalle. Adesso che ho la conferma di essere di fronte all'esaminatore, io e il mio stomaco iniziamo a sentirci molto meglio.

    Endo e i suoi non sono più un problema e, di conseguenza, sono libero di tornare a preoccuparmi soltanto per l'esito dell'esame. Posso tornare a chiedermi quello che penseranno i miei a fine giornata.
    Immagino la faccia che faranno e mi sembra di poter già sentire le loro parole e il peso delle loro aspettative. Pretenderanno che diventi una figura importante tra i ninja di Kumo, per poi ereditare l’azienda di famiglia.

    Non posso fallire.

    Bisbiglio a bassa voce. Come se parlare, più che pensare soltanto, possa aiutarmi a prendere fiducia nei miei mezzi. Il cuore torna a tamburellare nel petto al ritmo confuso di una danza sciamanica. Devo stare calmo, mi ripeto mentalmente.

    Inspiro a pieni polmoni attraverso le narici, poi espiro lentamente con la bocca. Chiudo gli occhi e cerco di centrarmi sul momento presente. Per un istante mi illudo di poter afferrare lo stato di calma interiore a cui stavo aspirando.
    Quando provo a farlo mio, a ghermirlo, lo vedo sfuggire come la sabbia che fluisce tra le dita della mano.
    Un colpo di tosse dell’esaminatore mi riporta al momento presente.

    Buongiorno gente. Diamo inizio all’esame.

    Buongiorno Sensei.

    Un coro di voci stridule si alza dietro di me. Quando sono arrivati tutti?
    come ho fatto a non accorgermene? Cazzo, mi sono completamente distratto. Non è di certo un inizio incoraggiante.

    Mi chiamo Kentaro Shino e sono un Chunin di questo Paese. Quello che però deve interessarvi, è il fatto che oggi sarò io a valutare il vostro talento. Sarò io a decidere se avete o meno la stoffa per diventare ninja di Kumo…

    Sento lo sguardo del Chunin scrutare a fondo ognuno di noi, in profondità, fino quasi a toccare le nostre anime. L’aria si fa pesante e la tensione sembra elettrificare il cortile, come le tempeste magnetiche quando si scatenano sopra i cieli invernali di Kumo.

    Vi chiamerò in ordine alfabetico. Quando farò il vostro nome, voi fate un passo avanti. Inizierete con il dirmi il motivo per il quale volete diventare Genin del Paese del Fulmine. Fatto questo, procedete a mostrarmi come siete messi con la trasformazione del corpo. Potete usare uno dei manichini dietro di me come modello. Tutto chiaro? Lo spero per voi, perchè non mi ripeterò ulteriormente.

    Ascolto attentamente le parole dell’esaminatore, ma non mi piace ciò che sento.
    Entrambi i test a cui sarò sottoposto mi fanno schifo. La trasformazione è una tecnica inutile, una di quelle che impari a scuola e che mai ti serviranno nella vita.
    Poi, che bisogno c’è di sapere quale motivo ho per diventare o meno un ninja? L’esaminatore non mi conosce, non sa nulla di me. Che vuole? Mi avrà visto due volte nella sua vita e sono sicuro che, già domani, si sarà scordato di chi sono o di cosa voglio dalla vita. Con quale metro pensa di aver diritto di giudicarmi?

    Aoki. Sta a te.

    Le mie recriminazioni mentali hanno fine. L’esame è iniziato e tra non molto starà a me.


    —-

    Sorel. Avanti, forza che abbiamo quasi finito.

    Eccomi Sensei.

    Alzo la mano e faccio un passo avanti affinchè l’esaminatore possa vedermi.
    Nell’ultima mezz’ora ho sentito decine di storie sul perché la gente voglia diventare un ninja.

    Pace nel mondo, fama, potere, proteggere i propri cari, vendicarli, assecondarli. Qualcuno vuole diventare un Kage.

    Mi rivedo in quasi tutto ciò che è stato detto, come se i motivi emersi oggi fossero vestiti adatti a tutti, liberamente indossabili da tutti. Forse, alla nostra età, non sappiamo quello che vogliamo davvero. Beh, poco importa adesso. Devo pur rispondere.

    Non abbiamo tutto il giorno.

    Certo…

    Ripenso ai miei genitori, al diventare un ninja medico, ereditare le farmacie Sorel. Vorrei rendermi utile in qualche modo. Se possibile, limitare le perdite in guerra, salvando quante più vite possibili. Diventare famoso. Rispettato. Potente. Se poi diventassi Kage…
    Tutti questi pensieri, anche se giusti nelle mia mente, non esprimono veramente quello che voglio. Chiudo gli occhi e cerco di lasciar parlare la parte più intima di me.

    Signore, voglio diventare un Genin per essere accettato.

    Accettato dai miei genitori, dai compagni, dalle persone che in me vedono solo un mostro.
    Vorrei sentirmi accettato in particolar modo da me stesso.
    Mentre lo esprimo ad alta voce, sento evaporare il peso che mi portavo dietro da anni.
    Sono riuscito a capirlo, a farlo uscire dal mio subconscio. Non era del tutto chiaro nemmeno a me. Sono felice di averlo tirato fuori. Adesso sto molto meglio.


    Mi rendo conto che avrei potuto esprimermi con maggiori parole, ma queste mi sarebbero risultate superflue.

    Non mi fermo a sentire la risposta dell’esaminatore. Anche perchè, prima di me, non ha detto niente a nessuno. Allungo il passo e procedo verso uno dei manichini.
    Sorpasso il Chunin, passandogli a lato e, mentre lo faccio, mi premuro di abbassare la testa. Non voglio che qualcuno noti le lacrime che stanno iniziando a bagnarmi le palpebre.

    I manichini sono tutti e tre pressoché simili. Scelgo il primo a destra perchè ha un taglio vistoso sul torace. Un solco dove la paglia si è divelta e increspata. Penso che quel manichino sia più facile da copiare. L’attenzione dell’esaminatore si focalizzerà su quel taglio e non su possibili altri piccoli dettagli o ammaccature, difficilmente replicabili. Dovrei essere leggermente avvantaggiato da questo tipo di scelta.


    Cerco di costruire un'immagine mentale dettagliata dell'obiettivo.
    Le direzione e curvatura della paglia, i punti in cui questa è legata da cordoncini di juta. Mi concentro sulle proporzioni degli arti rispetto al busto. Mi focalizzo di nuovo sul taglio presente sul petto. Quando tutta l’immagine mi sembra chiara nella mia testa, procedo.
    Concentro il chakra all’interno del corpo. Faccio attenzione che il flusso sia costante, mentre tento di immettere una dose superiore a quella richiesta dalla tecnica. Lo sforzo che ne deriverà, credo possa aiutarmi nella riuscita del jutsu.
    Ripenso un’ultima volta all’immagine del manichino che mi sono ricostruito nella testa.
    Infine, tento di dare il via alla tecnica della trasformazione. Cerco di comporre i sigilli nella corretta successione. Cane, Cinghiale e infine Pecora. Lascio fuoriuscire il Chakra.

    Tecnica della Trasformazione del Corpo

    Penso di aver fatto tutto bene. Non mi resta che aspettare l’esito.

    Riassunto Azioni


    Azioni

    Tecnica della trasformazione del corpo + Sforzo Extra.



    parametri


    Resistenza:50
    Stamina:50 - 5 - 20(sforzo extra)


    Maestrie e Abilità



    equipaggiamento



    Consumabili



    Conoscenze

    Naturalistiche - I° Livello

    note
    Scrivete qui

     
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    Uno dopo l'altro gli studenti si esibiscono nell'esecuzione dei jutsu accademici sotto il vigile sguardo dell'esaminatore, alcuni con successo ed altri con risultati decisamente deludenti. Tra i più abili si distingue Astarion. Il ragazzo ha riprodotto fedelmente le fattezze di uno dei manichini ed i bulli - pronti a schernirlo - non possono far altro che frenare le proprie lingue, giacchè la loro prestazione fin lì non s'avvicina neanche lontanamente a quella dell'ottimo Sorel.

    Ora Kentaro richiama l'albino a presentarsi dinanzi a lui, chiedendo lo stesso a Endo. I due devono schierarsi faccia a faccia e dovranno affrontarsi in combattimento. Il Chunin mostra ai due il coprifronte del villaggio, spiegando che solo il vincitore dello scontro potrà ottenerlo.




    Commenti master: Per evitare fraintendimenti, lo sforzo di cui parlavo nel commento precedente è da intendersi come consiglio narrativo; non mi riferivo al regolamentato "Sforzo Extra", che siete liberi di usare a piacimento (a patto di descriverlo) nelle situazioni che ritenete più opportune. Comunque vuol'esser questo solo un appunto.

    Non ho molto altro da aggiungere a quanto già piacevolmente sottolineato in precedenza. Mi sento solo di consigliarti di continuare così.

    Ora puoi decidere di prendere l'iniziativa contro il tuo avversario o di subirla. Quindi hai la scelta tra attaccare o difendere. Descrivi almeno 2 azioni. La qualità della tua ruolata decreterà l'ottenimento o meno della promozione.
     
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    Parlato Astarion

    Parlato Esaminatore

    Parlato Endo




    Concludo la tecnica e mi volto verso l'istruttore. Mi accorgo di avere i pugni serrati. La tensione mi tende come se fossi la corda di un violino. L'indice della mano sinistra gratta e scava la pelle intorno all'unghia del pollice. Sento un lieve dolore, il mio dito deve aver trovato la carne viva.

    Osservo il Chunin, aspettando un suo verdetto. Lo scruto mentre se ne sta in piedi, impassibile, con le braccia conserte. Cerco di focalizzarmi sul suo volto e mi sembra di leggervi un'increspatura, come se stesse abbozzando un sorriso. Per un'attimo sento l'autostima salire alle stelle, poi una voce dentro di me mi ricorda di non esultare prima del tempo. Il mio umore va su e giù, lasciandomi senza fiato. Mi sembra di essere un passeggero in balia delle montagne russe.

    Ripenso al fatto che, forse, ho visto sul suo volto solo un riflesso dovuto alla luce primaverile. Un gioco d’ombre sul viso d’ebano dell'istruttore. Probabilmente è stato uno scherzo giocatomi della mia immaginazione, che mi ha fatto vedere solo quello di cui avevo bisogno.

    Sposto l'attenzione sui miei compagni, ancora in fila, al di là della figura del Chunin. Voglio capire cosa stanno pensando di me o della mia performance. Mi staranno giudicando? Stanno ridendo? Ho l’impressione che abbia più importanza la loro opinione, rispetto al giudizio dell'esaminatore Shino.

    Mentre li osservo, mi sorprendo nel vedere che, almeno la maggior parte di loro, sia intenta a farsi i cavoli propri.
    Non sono stato abbastanza interessante? Ho fatto una prestazione così mediocre, da essere ignorata completamente? Sicuramente questo è possibile.
    Scaccio quel pensiero e mi ripeto di non essere così importante. Mi convinco che sia solo il mio egocentrismo che parla. Ripenso al fatto che, anche io fino a poco fa, ho ignorato tutti i ragazzi che si sono esibiti nella trasformazione. Ero concentrato solo su di me e le mie ansie. Non ho calcolato minimamente neppure Endo.

    Sorrido al fatto che, fino a ieri, mi ero perso ad immaginare tutte le possibili scene che vedevano Endo fallire nel suo esame. Sognavo di vedere tutti che ridevano di lui ed io, tra loro, che mi godevo lo spettacolo.
    Stamani invece, quando si era presentata l'occasione di assistere al suo test, quei pensieri non sembravano poi così allettanti, anzi, avevano perso tutta la loro rilevanza.
    Li avevo lasciati sfuggire via, come si fa con un guscio di noce posto tra le acque di un torrente. Era molto più importante concentrarsi sul proprio esame. Pensare a far di tutto per non fallire. Non aveva alcuna importanza fermarsi e sperare di veder fallire gli altri.


    Bene. Ottima esecuzione candidato.

    La voce del Chunin mi teletrasporta nel momento presente.
    Allora Sono andato bene? Mi chiedo tra me e me, mentre ascolto il responso dell'istruttore.
    L'attesa mi aveva prosciugato l'aria nei polmoni. Faccio un profondo respiro e sento la tensione sciogliersi, sparire da ogni fibra del corpo.
    Libero dal nervosismo, mi accorgo di aver usato gran parte della mia riserva di chakra. Credo di aver esagerato, non c'era bisogno di usare così tanta energia per eseguire quella tecnica. Però, come avevo predetto, lo sforzo sembra abbia dato i propri frutti. Ora posso tornare a casa e riposarmi. Credo di poter dire di essere un Genin. Ce l’ho fatta.

    Voglio però testare le tue capacità in una situazione di stress. Vieni qui, al centro del cortile.
    Uno contro uno. Chi vince, si prende il coprifronte. Chi perde, può tornarsene a casa.
    Non voglio obiezioni. Questo è quanto.


    Lo vedo alzare il braccio destro fin sopra alla spalla. La sua mano rivela e inizia a far penzolare in aria il coprifronte di Kumo, simbolo del passaggio a Genin.

    Bastar…

    Soffoco in gola la mia imprecazione. Maledizione. Pensavo di aver finito, di essere stato promosso.
    Guadagno il centro del cortile, trasudando un'aura funerea, come quella di un bambino a cui hanno appena investito il cane.


    Combattere? Non voglio farlo. So certo che finirà con una scazzottata senza senso. Capisco che lottare sia nella natura di un ninja, ma lo trovo comunque inutile, quantomeno a questi livelli. Cosa possiamo fare se non prenderci a calci e pugni? Non vinceremo la guerra in corso a suon di mazzate.
    Mi posso moltiplicare o sostituire, ma poi? Botte da orbi come in una squallida rissa da bar. Siamo poco più abili di quegli ubriaconi. Se vuole vedere una rissa, perchè non va là?

    Inoltre, sono anche a corto di Chakra. Se ci farà combattere davvero, dovrò vincere in fretta. Non avrò molto tempo per pensare o per studiare il mio avversario. Se il combattimento perdurasse per troppo tempo, finirei per usare tutto il chakra che mi rimane e, di conseguenza, rischierei di svenire per terra.
    Una situazione pessima. Che stress.
    Mi tornano alla mente le parole del Chunin, pronunciate poche istanti fa: “Voglio testare le tue capacità in una situazione di stress”. Mi verrebbe da rispondere: “Sai dove puoi infilartelo lo stress?”


    Tu, vieni qua. Sì sì, proprio tu. Tu con quella faccia a mongolfiera. Hai fatto pena finora.
    Vinci o sei fuori. Vediamo che sai fare senza quei quattro polli che ti porti appresso.


    Sì, Sensei.

    Vedo Endo, paonazzo in volto, avvicinarsi al centro del cortile. Mi chiedo se sia sempre stato così grosso?
    Mi mette paura. Avrei voluto avere a che fare con tutti, ma non con lui. Tutto quello che non desideravo, sta accadendo. L’istinto mi direbbe di scappare, ma sono con le spalle al muro. Volente o nolente, dovrò per forza scontrarmi con quel bestione.


    Ripenso all’ultima volta, ai cazzotti in faccia mentre venivo bloccato dagli altri ragazzi. La bocca si ricorda ancora il sapore del sangue sul palato. Sento la rabbia trasudare dai pori della pelle, mentre i muscoli fremono in cerca di riscatto.


    Uno contro uno? Non so, ma credo che potrebbe finire diversamente. Sarà anche grosso, ma è sicuramente molto più lento di me. Le sue abilità come ninja non sono superiori alle mie, almeno secondo quanto appena detto dall’esaminatore.

    Ti spezzo in due, mostro.

    La voce di Endo esce strozzata dal suo corpo. Sta già sudando e non abbiamo ancora mosso un muscolo. Deve essere molto teso. Non rispondo alla sua provocazione, non ne ho bisogno. Fiuto la sua paura. Paura, non di me, ma di bocciare l’esame. Faccio mia questa nuova “arma”. Il suo terrore potrebbe farlo sbagliare, indurlo a scoprirsi o a ritardare troppo un movimento. Dettagli, solo dettagli, ma cresce in me la sicurezza di poterlo battere. Tanto, se non tutto, starà nell’agire prima di lui. Devo batterlo sul tempo.

    Osservo il campo di “battaglia”, in cerca di una strategia che mi permetta di attaccare con efficacia. Oltre a me, Endo e il Chunin, ci sono solo i tre manichini. Potrei sfruttare quell’ammasso di paglia in qualche modo. L’istinto mi dice che possano essere la chiave dell’incontro.
    Dalla parte opposta, rispetto ai fantocci di paglia, ci sono i miei compagni. Credo siano troppo lontani per poter essere una variabile di questo incontro. Avevo pensato di nascondermi tra di loro, ma non farei in tempo. Senza contare poi che sarebbe anche pericoloso, oltre che da infami.

    Pronti…

    Cazzo, non ho più tempo.

    Via.


    Non perdo tempo e provo a scattare all’indietro. Il mio intento è quello di mimare l’inizio di una fuga. Vorrei indurre il mio avversario ad abbassare la guardia. Credo sia una cosa che Endo si aspetti da uno come me. Deve credere di star sguazzando in un copione che conosce a memoria.
    Mentre indietreggio, mi focalizzo sui manichini. In particolar modo sul primo dei tre, quello più vicino alla mia posizione. Ripenso al fatto che si tratta di quello usato per la trasformazione. Prego affinché continui a portarmi fortuna.

    Concentro il Chakra nel mio corpo, lo lascio fluire nella maniera che credo sia quella corretta. Continuo ad osservare il manichino e, nel frattempo, provo a creare dei filamenti di Chakra con i quali provare ad afferrare il manichino. Muovo le mani nel tentativo di eseguire i sigilli corretti: Pecora, Cinghiale, Bue, Cane e infine Serpente. Completo i passaggi per tentare di utilizzare la tecnica della Sostituzione.

    Nella mia testa, cambiando posizione con il manichino, dovrei creare un diversivo che possa crearmi una finestra di attacco. Mi rendo conto che, al pari mio, anche Endo possa fare lo stesso. Posso ovviare a questo, almeno spero.

    Chiedo uno sforzo in più al mio corpo e, richiamando un’ultima volta il Chakra, lo lascio fluire e mi appresto a comporre i sigilli per la tecnica della moltiplicazione del corpo. Provo quindi con la Pecora, il Serpente e, per finire, la Tigre.

    Vorrei far valere la mia maestria nel controllo del chakra, andando a creare otto cloni che formino una barriera al mio fianco, davanti ai manichini. L’idea sarebbe quella di provare ad oscurare i fantocci alla vista a Endo, impedendogli di usarli per sostituirvisi.

    Come ultima parte del mio piano, tenterei di correre incontro a Endo, supportato da tutti i cloni. Un movimento a tenaglia, che possa confonderlo e, al contempo, limitare le sue vie di fuga. Vorrei che tutte le mie copie simulassero un attacco fisico diverso. Alcune dovrebbero tentare un attacco al busto, altre mirando alle braccia, altre ancora alle gambe.
    Questo ventaglio di attacchi simulati, dovrebbe disperdere l’attenzione del mio avversario e, quindi, creare maggiori aperture per il mio attacco, quello vero.


    Ho intenzione di mirare alle gambe, la parte del corpo che immagino possa essere la più debole. Vorrei tentare di colpirlo con una spazzata orizzontale.
    Cerco di abbassare il baricentro e, facendo perno sulla gamba sinistra, provo a ruotare il busto per tentare di colpire Endo con l’altra mia gamba. Il punto di impatto, almeno nella mia testa, dovrebbe essere in prossimità del cavo popliteo (il retro del ginocchio) sinistro del mio avversario..

    Vista la mole dell’avversario, se il colpo riuscisse, dovrebbe farlo franare a terra. Una posizione che, se volesse continuare a combattere, lo vedrebbe in difetto.









    Riassunto Azioni


    Azioni

    Tecnica della Sostituzione (con uno dei manichini)
    Tecnica della Moltiplicazione -> 8 copie
    Spazzata con la gamba destra



    parametri


    Resistenza:50 - 1 = 49
    Stamina:25 - 5 -5 = 15


    Maestrie e Abilità



    equipaggiamento



    Consumabili



    Conoscenze

    Naturalistiche - I° Livello

    note
    Non ti preoccupare per lo sforzo Extra. Ho apprezzato la puntualizzazione e ti ringrazio. Ti eri spiegato bene o, quanto meno, non avevo frainteso. Pensavo che, essendo studente ed essendo alla sua prova più importante, fosse plausibile farlo.


    No, dai, volevo solo far vedere che avevo letto i regolamenti. :patpat:

     
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