[PQ] Tecniche di combattimento, Lezione I - Taijutsu

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    Il denso vapor’acqueo aleggiava sopra il piatto di spaghetti di soia alle verdura appena cotto per poi diradarsi in una coltre invisibile, intrappolata dalle mura dell'ampio salone dove Akame stava cenando insieme al direttore della struttura, agli altri collaboratori e ai ragazzi e alle ragazze che attualmente ci vivevano: un tripudio di odori permeava l'ambiente e estasiava la miriade di terminazioni nervose preposte a quella funzione sensoriale, costantemente sollecitate dai più svariati stimoli.
    Quel giorno le cuoche si erano superate, Akame non riusciva a pensare ad altro mentre si destreggiava con le sue bacchette nella pesca del cibo nel proprio piatto oltremodo generoso per quantità, oltre che per qualità. Quella sera la ragazza aveva preso posto al tavolo degli adulti, lasciando indispettiti e intristiti alcuni bambini il cui volto faceva fatica a rimanere imbronciato dinanzi a quella prelibatezza: in realtà lei non aveva mai avuto un posto fisso a differenza dei suoi coinquilini più giovani, ma anzi vagabondava di tavolo in tavolo a ogni pasto.
    Quella sera però il Direttore le aveva chiesto di mangiare con lui e lei obbediente aveva accettato l'invito.

    Akame, ho avuto una risposta dall'Otokage. Da domani frequenterai l'Accademia Ninja, tieni questa è la tua lettera di convocazione. Mi sono permesso di prenderti tutto il materiale riportato qui e necessario per i tuoi studi, troverai tutto nella tua camera... Oh, respira! Stai bene?!

    La ragazza cominciò a tossire in maniera convulsiva, la notizia le aveva spezzato il fiato come una gomitata ben assestata nel petto, costringendo le sue vie respiratorie e paralizzando tutta la muscolatura che irrigidendosi cercava di fare i conti con i danni subiti: il boccone che aveva appena deglutito aveva dunque smarrito la retta via, non supportato e guidato dai ritmici movimenti peristaltici della via alimentare bensì finendo nell'umida e inospitale via aerea, non preparata a ricevere qualcosa più grande di qualche molecola di gas.
    A ogni colpo di tosse la ragazza diveniva sempre più rossa e a ogni attacco la tonalità diveniva più brillante, processo che venne bruscamente interrotto dalla pacca sulla schiena che uno dei tutori decise pietosamente di rifarle, prima che rischiasse veramente di soffocare.

    Dddd-domani? Non pensavo succedesse tutto così in fretta!

    Passò il resto della cena in silenzio come isolata in una bolla, una campana di vetro che le permetteva di percepire la conversazione degli altri commensali ma di non sentirle veramente, di carpirne vagamente il senso senza però riuscire a seguire il discorso nella sua interezza e complessità: capire quel linguaggio le richiedeva già una dose di energie non indifferente, ascoltare e contemporaneamente pensare ad altro le risultava ancora troppo difficile, anzi impossibile.
    E nella sua testa si era prepotentemente imposta un'informazione che faceva fatica a metabolizzare.

    [...]

    La sveglia strillava impaziente di essere messa a riposo, ma nessuna mano aveva goffamente raggiunto il pulsante preposto a quella funzione, lasciando dunque che l'apparecchio trillasse fastidiosamente.
    Il letto accanto all'orologio era vuoto e in ordine con le lenzuola sapientemente arrangiate in pieghe geometriche precise, giaciglio che era stato abbandonato da almeno un'ora dalla propria padrona incapace di dormire e riposare.
    Lo zaino col materiale necessario era sul tavolo, pronto per essere preso; i vestiti erano stati già selezionati e poggiati sulla sedia, anch'essi impazienti di essere indossati.
    Il Direttore bussò alla porta della stanza deserta, insospettito da quel costante richiamo sonoro, quindi entrò nell'alloggio: lentamente la sua mano trovò il comando che troncò la sgradevole melodia e, una volta raggiunta la finestra, alzò le tapparelle facendo entrare un fascio di luce tiepida e con essa l'immagine della ragazza appesa a una sbarra intenta a fare delle trazioni.
    L'identità di Akame era tutt'ora un mistero irrisolto, un puzzle indecifrabile: ritrovata nel nulla senza alcuna memoria e senza alcun ricordo, una creatura indifesa gettata in un mondo a lei ostile e sconosciuto. In tutti quei mesi passati nella struttura, a poco a poco tratti della sua personalità erano riemersi dall'oblio e come segni su di una tela intonsa stavano gradualmente delineando la bozza dell'opera che era ancora lungi dall'essere completa.
    Nei momenti di difficoltà o di maggior disagio, l'Esule era solita rifugiarsi nella sua fortezza costituita da quegli attrezzi in legno e metallo con cui poteva allenarsi, sudare, sfogarsi e non pensare: sin dal primo contatto con quel luogo la ragazza aveva mostrato un'innata affinità e abilità nei vari esercizi di ginnastica come se quella disciplina le fosse nota perché appresa in quel passato così poco definito e incerto.

    Guarda come sei ridotta, da quanto tempo sei qui fuori?! Vatti a preparare, o farai tardi!

    [...]

    E allora per questo possiamo dire che il Taijustu è una disciplina.. ma che dico disciplina, una vera e propria arte e costituisce il cardine della forza e della vita di un Ninja, una vera e propria risorsa da coltivare per poter riuscire a farla franca anche nelle situazioni più difficili e pericolose... Consideratelo come una sorta di "istinto" di sopravvivenza di cui però avete coscienza e controllo. E si, mi riferisco a tutte le categorie di Shinobi, anche quelli che preferiscono fare affidamento prevalentemente sulle arti magiche o illusorie: se vi ricordate le lezioni sul Chakra e da come è composto, capirete perché.... eh?! avanti... ah eccoti, ti stavamo aspettando!


    Edited by ¬Dan - 27/1/2024, 19:02
     
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    Il monologo del giovane insegnante venne interrotto dal suono sordo delle nocche percosse contro il legno verniciato di bianco, impresso con "I-B" al centro, da parte di un’altrettanto giovane insegnante incaricata di scortare la nuova arrivata nel luogo dove avrebbe iniziato i propri studi. Con fermezza, aprì la porta e delicatamente incoraggiò la giovane a fare i primi passi in quella che sarebbe diventata la sua nuova vita. Il brusio di sottofondo si interruppe improvvisamente e persino gli studenti delle ultime file, meno diligenti e più interessati a giocare con il proprio vicino, cominciarono a prestare attenzione a ciò che accadeva vicino alla cattedra. Tutti i 26 ragazzi, disposti su tre file di banchi, posarono il loro sguardo interrogativo, incuriosito o stupito, sulla ragazza che era ormai al centro di quel "palcoscenico", prima di iniziare a commentare fra di loro la notizia. Età, aspetto, il motivo per cui era stata trasferita, l'ipotesi di un possibile fallimento all'esame di passaggio di anno: questi e molti altri commenti, oltre a goffi tentativi di soffocare delle risate, emersero dalla platea per colpire la nuova arrivata in pieno e farla sentire ancora più a disagio. L'insegnante l'affiancò poggiandole una mano sulla spalla, supportandola in quell'evidente momento di difficoltà e facendole da scudo contro l'innocente e infantile "cattiveria" dei suoi nuovi compagni.

    Allora, fate un po' di silenzio! Vi presento Akame, da oggi lei è un nuovo membro della classe e come voi studierà e si eserciterà per diventare una Shinobi di Oto. Mi aspetto che vi comportiate bene e che l'aiutiate a recuperare le lezioni perse o in caso di difficoltà.
    Avanti, Akame, dicci qualcosa su di te!


    Di nuovo, il silenzio. Il cuore di Akame batteva più velocemente e una sensazione di calore nacque dal petto, divampando verso l'alto, facendole mancare l'aria. Le gambe tremavano, i muscoli fascicolavano freneticamente, come nel tentativo di accendere tutto il ventre muscolare e costringerla alla fuga, opzione non percorribile. Rimaneva solo l'altra opzione, quella di combattere.

    Mi... mi chiamo Akame, ho quindici ANNI e sono... ehm, vivo a Oto da poco e prima di questo non ho molti ricordi... credo di ESSERE detto TUTTA...

    Le parole uscivano a fatica dalla bocca di Akame. Esprimersi in quella lingua non era ancora il suo forte, nonostante tutti gli esercizi e le lezioni fatte, il costante processo di rielaborazione e traduzione dei suoi pensieri nell'idioma comune era ancora imperfetto e fallace. Gli altri studenti ascoltarono increduli e scettici la breve presentazione dell'Esule, la maggior parte soffocando delle risate per il modo sgrammaticato di esprimersi. La giovane non poté non notare quei sorrisi di scherno e, non potendo fuggire dall'aula, trovò rifugio nell'unico posto a sedere libero, sperando che ben presto l'avrebbero cominciata a ignorare.

    Grazie Akame... riprendiamo il discorso da dove l'avevamo interrotto... Stavamo parlando del Taijustu e ripassandone gli aspetti più salienti, ma direi che per oggi possiamo mettere un punto alla teoria e fare qualcosa di più pratico in modo che possiate davvero capire l'essenza della disciplina. Ci vediamo tra 15 minuti nel campo di allenamento #1, indossate le vostre tute perché ci sarà da faticare. Forza, preparatevi!

    La classe si riunì puntualmente nel luogo designato. L'erba, di recente falciata, presentava fili verde smeraldo che ondeggiavano ordinatamente al soffio del vento, diffondendo nell'aria un odore indescrivibile e pungente. Questa fragranza, sebbene regalasse a molti una sensazione di spensieratezza e leggerezza, evocava il profumo della primavera in fiore e delle sue giornate tiepide e pigre. Tuttavia, le emozioni percepite dagli individui non potevano che contrastare con la realtà dei fatti. Quel delizioso aroma, in realtà, rappresentava il segnale chimico emesso dalle piante in risposta al pericolo e allo stress. Anche nelle situazioni apparentemente innocue, la vera natura dell'uomo non esitava a manifestarsi, con quest'ultimo che trae beneficio a spese degli altri esseri viventi. L'ultimo ad arrivare fu proprio il loro insegnante, l'unico a non essersi cambiato d'abito e che portava in spalla una sacca acquamarina chiusa ermeticamente da una zip. Non si era soffermato a osservare l'aspetto del suo nuovo Sensei: l'uomo avrà avuto una trentina d'anni, la barba corta e poco curata rendevano l'aspetto del viso più maturo e forse ne confondevano la vera età; i capelli corvini e mal pettinati gli arrivavano alle spalle e ne coprivano in parte il viso e gli occhi. Non indossava il classico smanicato tattico fornito a tutti i Ninja di grado superiore, ma piuttosto una sorta di maglia nera stropicciata e apparentemente troppo grande per il suo fisico, abbinata a dei pantaloni del medesimo stile e stivali ugualmente neri.

    Siete tutti pronti? Oggi metterò alla prova le vostre capacità fisiche: forza, velocità, resistenza... Per essere degli Shinobi, il vostro corpo deve essere atletico e ben allenato, solo così potrete accrescere la vostra potenza, fisica o magica che sia. A turno vi cimenterete in una serie di test, e in base al risultato vi verrà assegnato un punteggio. Alla fine della giornata stilerò una classifica finale basata sulla sommatoria di tutte le vostre prestazioni. È tutto chiaro? Cercate di ottenere il piazzamento migliore possibile, perché fidatevi, vi sarà utile!

    Il Sensei fece una pausa, fissando negli occhi i propri studenti per leggere le reazioni emotive a quanto detto: paura, eccitazione, preoccupazione, noncuranza. Una pletora di sentimenti vari e contrastanti ribolliva tra le file degli aspiranti Shinobi, riflesso della varietà delle personalità ivi presenti. Akame si trovava nell'ultima fila, lo sguardo basso, mordendosi nervosamente il labbro inferiore, senza nascondere la preoccupazione per l'esame imminente e l'angoscia di finire in ultima posizione.

    Vi elenco le prove della giornata: lo sprint su una distanza di 50 metri, la corsa di resistenza su 400 metri, due prove di forza di cui una di sollevamento pesi e l'altra sul lancio di una palla... L'ultima prova ve la spiegherò alla fine. Ora, se non avete domande, direi di spostarci sulla pista di atletica. Ah, dimenticavo, ci sono due regole inviolabili, pena l'annullamento della prova: non è possibile combattere o ostacolare in alcun modo i vostri compagni di classe, e non è possibile usare il Chakra per migliorare le vostre prestazioni fisiche. Non provate a usarlo di nascosto, fidatevi, me ne accorgerei. In bocca al lupo!


    Edited by ¬Dan - 28/1/2024, 10:23
     
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    Diligentemente e seguendo l'ordine dettato dall'insegnante, tutti gli alunni cominciarono a cimentarsi nelle quattro prove presentate e descritte, interrogandosi su quale fosse l'ultimo test la cui natura gli era ancora ignota. Nonostante il nervosismo iniziale e il timore di fallire nel primo giorno di Accademia, Akame stava ottenendo discreti risultati nei vari test, acquisendo maggiore confidenza e una certa "notorietà" tra i suoi compagni di classe, rimanendo ancora il loro principale argomento di conversazione.

    La Dea della Fortuna aveva deciso di aiutare la povera Esule facendola cominciare con la corsa, disciplina che, sebbene non allenasse molto, le risultava semplice e naturale: sulla corsia numero "due" della pista di atletica, affiancata da altri sei compagni disposti sui rispettivi blocchi di partenza, la giovane aveva dato sfoggio della sua rapidità, sfrecciando e superando tutti i propri avversari e tagliando il traguardo per prima. Non era riuscita però a vincere nella gara di resistenza sulla più lunga distanza; lì si era dovuta accontentare del terzo posto alle spalle di un ragazzo dai capelli rossi e di una ragazza bionda dal fisico scultoreo.

    Congratulazioni!

    La ragazza rivolse timidamente la parola e il proprio pugno chiuso ai due contendenti finiti sui gradini più alti del podio, ma se la ragazza non la degnò di uno sguardo e girò sui tacchi dirigendosi verso il suo gruppo di amiche - evidentemente non l'aveva ancora "perdonato" di averla battuta nella gara di velocità - l'altro le rivolse un gran sorriso e rispose prontamente al gesto della mano.

    Sei una forza, Akame! Sei troppo veloce, mi hai stracciato poco fa! Ah, io mi chiamo Eijiro, benvenuta nella I-B!

    La ragazza sorrise e abbassò lo sguardo mentre sentì avvampare le sue guance, diventando dello stesso colore della chioma dell'altro che si era allontanato per raggiungere due ragazzi che attendevano ancora il loro turno per la corsa.

    Sul lato, su un grosso tabellone, tutti i risultati venivano periodicamente aggiornati in modo che tutta la classe potesse farsi un'idea di come stessero andando le prove di ciascuno, ipotizzando una sorta di classifica provvisoria. Akame aveva ottenuto due buoni piazzamenti, ma c'era qualcuno che l'aveva battuta in velocità, correndo un tempo migliore del suo: un certo Hanta, che si era qualificato come il più veloce della classe.

    Le prove di forza si svolsero più rapidamente: la prova di lancio consisteva semplicemente nello scagliare la palla quanto più lontano possibile, con il campo adibito per l'esercizio che presentava dei paletti conficcati nel terreno a distanze prestabilite, in modo da facilitare il conteggio al momento del recupero del proiettile. Per quanto riguarda il sollevamento dei pesi, il Sensei aveva evocato tramite una serie di sigilli una serie di palloni e sacchi dal peso crescente. L'esercizio consisteva nel prendere il peso da terra, sollevarlo ed issarlo su una spalla, e quindi poi rilasciarlo; ogni candidato aveva un solo tentativo, e in caso di successo si procedeva verso l'oggetto più pesante, mentre il fallimento risultava nella conclusione dell'esame. In queste due prove, Akame ottenne un risultato discreto ma comunque nella media, riflettendo sul fatto che avrebbe dovuto allenare meglio quella sua carenza.

    Molto bene, direi che abbiamo finito! Se volete seguirmi, vi spiegherò il resto strada facendo mentre ci dirigiamo verso l'area dell'ultima prova. Spero abbiate ben osservato i vostri risultati per rendervi conto in cosa siete bravi e in cosa siete carenti: devo dire che siete andati generalmente bene, anche chi generalmente è più portato o più interessato al Ninjutsu...

    Lo sguardo del Sensei trovò quello di un ragazzo dalla buffa capigliatura biondo cenere, particolareggiata da una sorta di mesh nera sul lato sinistro, una sorta di W o di saetta ad andamento trasversale. Questi rispose con un ghigno un po' imbarazzato, tuffando la mano destra nei capelli a rinforzo del suo stato emotivo.

    ...Questa è la sede della prova finale! Essa consisterà in una corsa a ostacoli dove concorrerete gli uni contro gli altri. O meglio, per questo test ho previsto la formazione di nove squadre di tre persone, quindi in effetti sarà una competizione a squadre. Eh no, prima che me lo chiediate: non sarete voi a decidere con chi gareggiare, ma sarò io a farlo in base alla classifica provvisoria che ho stilato sulla scorta dei vostri risultati.

    Dei mormori di delusione e qualche esplicita lamentela emersero dalla scolaresca, ma queste furono subito troncate dallo sguardo severo dell'insegnante. L'unica voce fuori dal coro era quella di Akame - come del resto lo era stata per tutta la giornata - che si sentì sollevata dal fatto di non dover essere costretta a cercare autonomamente dei compagni. Sentì rivolgersi degli sguardi di sottecchi dai propri vicini; probabilmente la maggior parte di loro sperava di non finire nello stesso gruppo della nuova arrivata.

    Passiamo alle regole: tutti i team partiranno insieme dalla linea tracciata poco più avanti, il percorso che affronterete presenta degli ostacoli che dovete superare, non importa come. Non è possibile lasciare indietro nessun membro della squadra, tutti i componenti devono superare l'ostacolo per poter accedere al successivo. Alla fine è sufficiente che solamente uno dei tre tagli il traguardo per far vincere l'intero gruppo.
    Avete il permesso di ostacolare i vostri avversari come meglio credete, rispettando sempre il regolamento dell'Accademia - niente ferite gravi o mortali. Prima di partire, vi verranno consegnate delle armi dalla lama smussata, in modo da essere meno pericolosi.
    Potrà sembrarvi un gioco, ma non prendete sottogamba la gara perché il vostro piazzamento inciderà enormemente sui vostri voti... e inoltre, ai vincitori spetterà un premio!

    Adesso vi divido in squadre, in bocca al lupo!

    .... Team 8: Denki Kaminari, Eijiro Kirishima, Akame



    Continua nella prossima pq
     
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    90 exp per te. Apprezzo davvero la qualità di scrittura e vengono fuori i tratti distintivi della personalità di Akame.
     
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