Impara l'arte

[PQ] Dan & Andry

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    Aveva faticato, e non poco, il giovane Ninja adottato dalle Verdi Acque per rimettere a posto tutto il macello che si erano lasciati intorno. Per l'amor del vero, era stato più lui a infierire e ad alterare la morfologia del campo di addestramento grazie all'utilizzo del suo elemento Doton; l'altro aveva fatto ben poco, se non facendo crescere arbusti lignei sagomati come una prigione da cui era evaso grazie alla sua affinità per il Fuoco, lasciando un bozzolo, un rudere per la gran parte bruciato e fumante.
    La testa di Shun sbucava da una fessura che aveva creato qualche istante prima nel terreno, costruendo un sorta di imbuto virtuale al cui epicentro una massiva forza aspirante richiamava a sé ingurgitando tutto quello che rientrasse nel suo campo d'azione: le molteplici, innumerevoli copie del Foglioso scoppiarono una ad una in una nuvola di fumo chiaro, mentre l'individuo reale in carne ed ossa soccombeva a quella forza gravitazionale, venendo sballottolato e scosso da una parte all'altra, sino a che il suo corpo, oramai privo di coscienza, si era bloccato nel centro, la testa ancora in superficie, in contatto con l'aria e il prezioso ossigeno, il corpo perso nell'oscurità della terra.
    Genma aveva interrotto la tecnica in tempo, notando le condizioni di salute del suo avversario: contro un nemico avrebbe potuto continuare imperterrito sino alla sua completa tumulazione con chiaro fine omicida. Sebbene avesse le conoscenze, la forza e le capacità, il ragazzino non aveva mai ancora preso la vita di nessuno, non si era veramente ancora sporcato le mani col sangue del proprio nemico; aveva combattuto sì duramente, sino allo sfinimento, ma mai si era trovato in quella difficile posizione dettata dall'imperativo biologico di sopravvivenza o da un freddo ordine proveniente dall'alto, una dimensione che non contemplava la morale o l'etica ma solo pragmatismo.

    Stai bene?

    Genma era seduto ai piedi di un albero, il rosso giaceva accanto a lui supino e immobile fino a qualche istante prima di iniziare a muoversi e ad agitarsi, come se il suo cervello avesse completato il processo di reset e stava riattivando progressivamente tutti i segmenti e i gruppi muscolari del corpo.
    Dopo averlo estratto dall'epicentro della tecnica, il giovane lo aveva trasportato il più gentilmente possibile nel posto in cui si trovavano in quel momento, garantendogli sonno e riposo mentre lui sistemava i danni orografici appena causati.
    Durante i suoi lavori di restauro, comunque, si ritrovò a pensare allo scontro appena concluso e a tutti gli elementi che avevano giocato un ruolo nello svolgimento di quel dialogo bellico: tecniche, strategie, tipologie di difesa e natura dei Justu evocati, questi e molti altri elementi venivano scandagliati singolarmente dalla mente acuta del ragazzo alla ricerca di possibili elementi di critica o spunti di riflessione, in modo da evitare nuovamente di fare gli stessi errori o di contro riproporre combinazioni efficaci e vincenti.
    Gran parte delle sue elucubrazioni vertevano sulla capacità dell'avversario di evocare del Legno dal nulla, un'abilità peculiare, e purtroppo genetica, di cui aveva letto svariate informazioni su diversi libri ma che al momento non ricordava in maniera chiara e completa, come d'altronde spesso succede quando una nozione imparata e memorizzata, se non richiamata e revisionata più volte, tende a obliarsi col passare del tempo

    Non credevo di farti così male, forse mi sono fatto prendere la mano. Scusami! Ce la fai a muoverti? Devo chiamare qualcuno del tuo Villaggio, saranno qui nei paraggi no?

    Non sapeva spiegarsi e spiegare perché fosse così preoccupato per un estraneo, si sentiva quasi in colpa per aver vinto lo scontro facendolo svenire miseramente, inghiottito tra le fauci della terra. Percepì chiaramente l'"Altro" dissociarsi sdegnato da quel comportamento umiliante, e in parte anche Genma gli dava ragione. Eppure, nonostante tutto, era seduto accanto a lui, vegliando sulla sua ripresa con grande scrupolo.

    Non so se posso, ma mi faresti rivedere quella tecnica col legno? Si chiama Mokuton giusto? Se non sbaglio è un'abilità innata e dovrebbe essere frutto della fusione dell'elemento terra e dell'elemento acqua no? Non avevo mai assistito ad una manipolazione tale del Doton, sembrerebbe che tu sia abbastanza bravo nel suo controllo e utilizzo. Hai qualche consiglio?


    Boh, non sapevo come introdurre la cosa Andry_Sanjuu


    Edited by ¬Dan - 11/2/2023, 14:43
     
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    Ero convinto di avere la situazione sotto controllo grazie alla mia strategia, alle mie abilità nel controllo del chakra, e alla mia conoscenza, ma mi sono dovuto ricredere quando il ragazzo di Hekisui ha cominciato ad utilizzare il Fuoco.

    Non avevo mai affrontato questo elemento prima e quindi non avevo mai utilizzato la mia abilità innata per farlo anche se Il Fuoco è uno degli elementi più comuni tra la popolazione di Konohana, ma io non avevo mai avuto a che fare con esso.
    La mia attuale abilità non è stata sufficiente per contrastare questo elemento e quindi la mia strategia si è rivelata inutile, lasciandomi in una posizione difficile.

    Sono rimasto a bocca aperta di fronte alla controffensiva di Genma, tanto da essere intrappolato nella sua tecnica a vasto raggio. Mentre svenivo, le copie che avevo creato sul campo di allenamento svaniscono in piccole nuvole di fumo, dichiarando la vittoria del ragazzo.

    Mentre riprendo lentamente i sensi, sento il peso della mia testa e un dolore diffuso in tutto il corpo. Ad un certo punto apro gli occhi e ricordo cosa è successo: ho perso lo scontro con Genma. Ora mi trovo fuori dalla terra, accanto al mio avversario che mi guarda con espressione preoccupata.

    Mi chiede se sto bene e io annuisco debolmente, ancora un po' confuso e disorientato. Cerco di sollevarmi, ma il dolore è troppo intenso e mi blocca. Decido quindi di rimanere sdraiato e di respirare profondamente, cercando di calmare il mio corpo e di ristabilire un minimo di lucidità mentale.

    » Tutto apposto tranquillo, devo solo riposare qualche minuto…
    Non c’è bisogno di chiamare nessuno.


    Mi sentivo stanco e dolorante dopo lo scontro, ma cercavo di mantenere la calma e recuperare le forze. Non volevo che si preoccupasse troppo per me e non volevo chiamare nessuno per aiuto.

    Così, ho deciso di impastare il chakra e manipolare il legno delle radici dell’albero sotto cui mi trovavo. Ho iniziato a creare un supporto per sollevarmi senza sforzare i muscoli doloranti del mio corpo. Il legno si muoveva sotto le mie mani, creando una piattaforma solida che mi ha aiutato a rialzarmi senza sforzo.

    Dopo essermi alzato in piedi, ho iniziato a focalizzare la mia attenzione su Genma. Era sorpreso di vedere la mia abilità con il Mokuton. Genma sembrava molto entusiasta, quindi ho deciso di condividere con lui le basi della mia conoscenza sul funzionamento del Mokuton.

    Gli racconto alcuni dettagli sulla manipolazione del legno e le sue proprietà uniche.
    Siamo rimasti lì a parlare per un po', scambiando idee ed esperienze. Non pensavo che avrei mai trovato qualcuno così interessato alla mia abilità, ma mi ha fatto piacere poter condividere ciò che sapevo con qualcuno che apprezzava il mio lavoro.

    Mentre continuo a raccontare a Genma delle mie abilità, la mia mente torna al nostro scontro e ricordo la tecnica che aveva usato contro di me. Una tecnica che mi aveva sorpreso e lasciato senza fiato, poiché aveva risucchiato parte della mia energia. Inizio a pensare a come quella tecnica potrebbe essere utile da abbinare alla mia tecnica di imprigionamento.
    Riflettendo su come poter sviluppare una nuova tecnica combinando queste due abilità, mi accorgo che Genma mi sta ancora ascoltando con attenzione.

    » Penso che la tecnica con cui mi hai risucchiato il chakra possa essere un'ottima aggiunta alla mia tecnica di imprigionamento.
    Combinando queste due tecniche posso ottenere un effetto letale.
    Dove l’hai imparata?
     
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    me ne ero dimenticato pure io
     
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    Lentamente Shun aveva ripreso coscienza dopo il brevissimo combattimento appena concluso, uno scontro fra neofiti dell'ambiente militare e dunque sprovvisti di tecniche, conoscenze o esperienze per poter mettere in scena una battaglia epica, meritevole di essere vista e raccontata ai posteri: qualche tecnica scenografica condita da qualche scelta sbagliata o goffa, quella era stata la sequenza che aveva visto il padrone di casa uscire vittorioso da quel "bisticcio".
    Schermaglia che comunque aveva visto il Foglioso giacere esanime ai suoi piedi, immerso fino al collo in una trappola di terra. Genma era finito per preoccuparsi alla vista dell'avversario in quelle condizioni, temeva forse di aver esagerato e di non aver controllato i propri poteri, finendo per arrecare un danno superiore a quello sperato.
    Nei lunghi minuti spesi a sistemare gli sconvolgimenti che aveva causato nel campo di addestramento e in attesa che l'altro si svegliasse, aveva a lungo riflettuto sulle proprie azioni, arrivando alla conclusione che forse il suo Doton non aveva causato danno spropositati a causa di un eccessivo utilizzo di Chakra bensì per mancanza di robustezza e resistenza da parte dell'altro che, sebbene apparisse magro e longilineo, non sembrava emaciato o incredibilmente magro e debole da non poter incassare il Jutsu.

    Questo tipo dovrebbe rivedere le sue sessioni di allenamento e lavorare un po' sul suo vigore fisico... essere messo KO con un colpo solo non mi sembra lungimirante, mi sembra tutto un po' troppo lasciato alla sorte...

    Tutto apposto tranquillo, devo solo riposare qualche minuto…
    Non c’è bisogno di chiamare nessuno.


    Ottimo...

    Le parole dell'avversario in qualche modo avevano contribuito a lavare la sua coscienza - che non aveva macchie o nulla da nascondere e lare allo sguardo della gente - e a tranquillizzarlo un po', tanto da tralasciare quel filone di pensieri e concentrandosi sulla tecnica con cui il ragazzo era riuscito a manipolare il Legno tanto da intrappolarlo con successo. La cattiva sorte aveva fatto sì che quel nido di rovi lignei avesse catturato un utilizzatore del Fuoco, elemento che era riuscito a farlo tornare in libertà con poco sforzo.
    Il Genin ricordava di aver letto qualcosa a riguardo quell'abilità Innata, ma sentire la spiegazione di un disponibilissimo Shun - cosa rara nel mondo degli Shinobi, quella di condividere informazioni, sopratutto riguardanti i propri poteri - non aveva prezzo: la teoria che aveva letto sulla sterile carta si fondeva con l'esperienza e "l'emotività" con cui il Konohaniano era in grado di attivare quel Jutsu capace di metterlo in sintonia con l'ambiente, le sensazioni provate durante il suo funzionamento. Il corpo apprende in maniera "differente" rispetto al cervello, alla razionalità, o meglio spesso la sperimentazione empirica di un gesto o di un movimento è la chiave per l'acquisizione di una nuova nozione prima incomprensibile.
    A ogni affermazione seguiva una domanda del Paese delle Verdi Acque, curioso di scoprire le peculiarità del Mokuton e del clan fortunato a tramandare nel proprio codice genetico quell'abilità, dovendo ammettere con se stesso di provare un certo grado di invidia per quel potere e per la differenza di "lignaggio" che li distingueva, con il primo arricchito di quel potenziale inesplorato e con l'altro privo di ogni risorsa se non quelle che si era procurato con il duro lavoro e la fatica.

    Penso che la tecnica con cui mi hai risucchiato il chakra possa essere un'ottima aggiunta alla mia tecnica di imprigionamento. Combinando queste due tecniche posso ottenere un effetto letale. Dove l’hai imparata?

    Ahh, dici la Chakra Kyuuin no Jutsu, la tecnica di Assorbimento del Chakra? L'ho imparata qualche tempo fa, qui al Villaggio, ma non so dirti se sia una tecnica peculiare di Paese o meno, non credo...
    C'è da dire però che il nome è ingannevole, perché se è vero che con questa tecnica ti sia riuscito a sottrarre dell'energia, non è vero che questa viene a sommarsi alle mie riserve, semplicemente viene dissipata nell'aria. Credo sia un problema di mancanza di "mezzo": l'aria non è sufficientemente stabile per il Chakra che invece è molto volatile e dunque questo viene dissipato nell'aria. Posso provare a insegnartela, se vuoi! Magari riuscirai a migliorarla te!


    Aveva ragione di dubitare della buona fede di Shun? No. D'altronde lui gli aveva svelato in parte dei segreti, almeno quelli conosciuti o quelli che aveva deciso di divulgare, di una delle abilità innate più antiche e famose del Mondo degli Shinobi, sebbene all'epoca Genma non ne fosse a conoscenza. Ricambiare il gesto di cortesia gli sembrava il minimo. E poi non gli dispiaceva nemmeno andare contro pregiudizi e luoghi comuni sugli Shinobi, sulla segretezza e sul campanilismo: non si fa altro che parlare di alleanze e collaborazioni contro le problematiche e i nemici comuni e si poi giudica malamente due soldati stranieri che condividono e si insegnano a vicenda, per migliorarsi e divenire più forti.
    Genma non si dilungò molto sui concetti teorici del Jutsu, bensì passò a una dimostrazione pratica: concentrando l'energia azzurrina intorno alla mano e avvicinandola a un gruppetto di innocenti fiori dinanzi a loro, entrambi poterono constatare come la vitalità di quei vegetali venisse meno e il loro turgore e brillantezza dei colori lasciasse il passo al marcio e decadente.
    Con un paio di esibizioni, l'abitante delle Verdi Acque cercò di far capire all'altro la sensazione provata nell'esecuzione e l'immagine mentale che si proiettava per il suo corretto funzionamento: immaginava di creare dei collegamenti tra le dita, le cellule e infine i canali del chakra di lui con quelli della sua vittima, dei ponti che collegassero tra di loro i due sistemi circolatori e che favorisse l'uscita dell'energia in suo favore.
    Poi, come descritto prima, la dispersione dell'energia nell'aria, senza che quel furto lo arricchisse in alcun modo.

    Forza prova tu ora!


    dopo do una riletta!
     
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    Genma era un maestro nel spiegare i complessi concetti del chakra e delle arti ninja. Le sue parole fluivano come una melodia, rendendo comprensibili anche i concetti più complessi. Ogni persona, anche coloro con una conoscenza superficiale del chakra e delle arti ninja, avrebbe potuto comprendere i suoi insegnamenti.
    Tuttavia, nonostante la sua eccellente spiegazione, una sensazione di delusione mi pervase quando scoprii che il chakra assorbito non si aggiungeva alla mia riserva. Inclinai la testa in segno di sconforto, sbuffando lievemente.

    » Peccato... mormorai.

    « Chissà se riuscirò mai a padroneggiare questa tecnica. Devo migliorare ulteriormente la mia manipolazione del chakra prima di poter pensare di perfezionarla... eppure, prima di tutto, devo vedere se riesco ad impararla.

    Continuai ad ascoltare attentamente le spiegazioni di Genma, osservando con attenzione ogni sua mossa mentre mostrava come utilizzare quella tecnica, un'abilità che fino ad allora conoscevo solo di nome e di fama.
    Mi sforzai di assorbire ogni informazione, cercando di elaborare nella mia mente un modo efficace per apprendere ciò che mi veniva insegnato. Confrontai le nuove nozioni con le tecniche che già conoscevo, cercando di trovare concetti comuni e un modo personalizzato per manipolare il chakra secondo quanto mi era stato appena mostrato.
    Mi concentrai, lasciando il chakra fluire attraverso il mio corpo. Sentivo l'energia vibrare mentre si muoveva, partendo dal mio centro, la pancia, e scorrendo fino alla mia mano destra, quella che avevo scelto come punto di attivazione per la tecnica. Inizialmente, mi limitai a concentrare il chakra nella mano, un'azione semplice come camminare su una superficie verticale.

    Poi, andando avanti, mi lasciai guidare dai consigli di Genma. Incrementai la concentrazione del chakra nella mia mano, raggiungendo un livello di dettaglio e precisione superiore. Era come dare un comando all'energia stessa, ordinandole di assorbire le energie con cui entrava in contatto.
    Chiusi gli occhi, focalizzandomi completamente sull'energia che circondava la mia mano. Immaginai il chakra fluire verso di me, come un torrente di potere che si incanalava nel mio corpo. Concentrando ogni fibra del mio essere cercando di creare un collegamento tra il mio chakra e quello dell'avversario immaginario.

    Passarono diversi minuti di intenso sforzo mentale prima che riuscissi finalmente a comprendere appieno come manipolare quell'energia e, soprattutto, a scoprire il modo migliore per indirizzarla secondo le mie necessità.

    Un'onda di calore e potenza attraversò il mio braccio mentre il chakra iniziò ad assorbire l'energia circostante. La mia mano sembra risplendere di una luce tenue mentre il processo di assorbimento inizia. Sento la potenza e la vitalità dell'energia estranea affluire ma senza fermarsi a rimpinzare le mie riserve.
    Quando infine aprii gli occhi, il mio sguardo era risoluto e determinato. Avevo fatto un grande passo verso il padroneggiamento dell'Arte dell'Assorbimento del Chakra. Ma sapevo che il mio viaggio non era ancora finito.
    Mi resi conto che questa tecnica richiedeva un impegno costante e una continua ricerca della perfezione. Dovevo affinare la mia manipolazione del chakra, sviluppare strategie per sfruttare al meglio le energie assorbite e scoprire le potenzialità nascoste del Chakra Kyuuin no Jutsu.

    Soddisfatto dal risultato, anche se consapevole che c'era ancora spazio per migliorare ed esercitarsi.

    » Grazie per avermi insegnato questa tecnica. Sarà fondamentale per le mie future strategie...

    Mi rivolgo al giovane Genma con un sorriso di gratitudine, alzando il braccio destro con il pugno chiuso, in attesa che lo colpisse con il suo in segno di amicizia nel tradizionale "pugno contro pugno".

    » Mi farebbe piacere mostrarti una delle mie tecniche... che potresti benissimo utilizzare in combinazione con la tecnica che hai usato per intrappolarmi sotto terra, gli dissi con entusiasmo.

    Mi alzai in piedi e puntai con la mano verso un'area vuota, priva di vegetazione e persone. Concentrai il mio chakra, senza fare alcun movimento visibile, e lo manipolai attraverso il terreno per attivare una delle mie poche tecniche offensive: la tecnica dell'esplosione sotterranea.
    Con un'esplosione sorda e un tremore nel suolo, la zona desolata si scosse mentre il terreno si sollevava in una violenta esplosione. La forza distruttiva sprigionata dalla mia tecnica era impressionante, ma era solo un piccolo assaggio delle mie abilità.
     
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    Al termine della spiegazione, Genma lasciò spazio a Shun di sperimentare quanto appena ascoltato, di mettere in pratica le nozioni astratte esplicate dal padrone di casa. Era la prima volta che si cimentava a spiegare e ad insegnare una tecnica di un certo livello ad un Ninja già formato, seppur novizio: sino a quel momento gli era capitato di essere chiamato dall'Accademia per affiancare qualche Chuunin alle prese con le loro classi di studenti, gemme alle prime armi e completamenti ignari di tutto il mondo che si celava dietro la parola "ninja". In quelle occasioni il suo ruolo era quello di assistente, un supporto al docente che spesso si traduceva nell'esecuzione delle tecniche elementari che costituivano uno dei prerequisiti per la promozione al grado di Genin, un compito oramai piuttosto semplice per lui che aveva padroneggiato da tempo quei Ninjustu e gli Shuriken Jutsu.
    Tramandare una tecnica di alto rango non era così semplice, prevedeva una spiegazione teorica dettagliata, un'esecuzione esemplare e pulita, da "manuale" e non sporcata da alcun vizio di forma personale: in quell'occasione non potè che ripensare ai propri istruttori e a come con semplicità riuscivano a svolgere il loro complesso e delicato lavoro.

    La mano di Shun si illuminava ad intermittenza, ogni qual volta che tentava di approcciarsi al Jutsu un alone di energia circondava l'estremità in questione, flusso che progressivamente diveniva sempre più uniforme e costante, naturale e armonioso come il fluire dell'acqua di un fiume.
    Genma si offrì come cavia per valutare effettivamente se la tecnica fosse stata attivata correttamente, mostrando il proprio braccio destro come bersaglio da colpire. Non sapeva neanche lui bene che sensazione avrebbe provato una volta vittima della tecnica in questione, poichè mai nessun avversario gliela aveva attivata contro: probabilmente sperimentare anche questo risvolto della tecnica non gli sarebbe servito a molto se non a completarne la conoscenza senza fornirgli alcun riscontro pratico, oppure la sensazione avrebbe potuto in qualche modo ispirarlo a trovare un modo per modificarla e perfezionarla, correggendo il grosso difetto che aveva lasciato Shun con l'amaro in bocca.

    Ehhh ecco qua, ce l'hai fatta!... Si, mi hai sicuramente sottratto del Chakra, di colpo mi sento affaticato, ho l'affanno e mi gira la testa...

    Grazie per avermi insegnato questa tecnica. Sarà fondamentale per le mie future strategie...

    Il compagno d'armi levò dunque il suo pugno destro all'altezza del petto, il braccio teso e diritto e rivolto verso Genma in attesa che questi lo colpisse, un simbolo tanto antico quanto diffuso tra i ragazzi, gli sportivi ed i soldati, tra cui oltre al valore di saluto sembrava aver assunto un significato più profondo e intimo, una gesto di sincera solidarietà, un incoraggiamento e un riconoscimento dell'ottimo lavoro svolto.
    Il Genin rispose al simbolo levando il proprio braccio sinistro, colpendo con fermezza le nocche dell'altro e lasciandole a contatto per qualche istante, il tempo necessario che quel "Jutsu" si attivasse, prima di sciogliere il segno e rispondere alle parole di Shun con un sorriso.

    Mi farebbe piacere mostrarti una delle mie tecniche... che potresti benissimo utilizzare in combinazione con la tecnica che hai usato per intrappolarmi sotto terra

    Con piacere! Anche se quella mi sembra già una tecnica abbastanza potente e completa, volendo posso tumulare l'avversario sottoterra con l'intento di soffocarlo. E' sicuramente efficace, ma richiede del tempo che l'avversario potrebbe sfruttare per liberarsi dalla mia prigionia. Dai, fai vedere!

    I due si incamminarono verso una zona spoglia e disabitata, un quadrato di terra decorata di semplici ciuffi d'erba, di aspetto irregolare per altezza e forma, come se cresciuti in momenti e velocità differenti probabilmente dovuto ai continui utilizzi di quello spazio per allenamenti e scontri, incuranti dei danni collaterali inflitti a un ecosistema che a fatica tentava di sopravvivere.
    Shun si fermò di colpo, come pietrificato da un sortilegio: la sua immobilità celava una buona dose di concentrazione necessaria per accumulare il Chakra e trasmutarlo nel potere desiderato, in questo caso un flusso di energia che dai suoi piedi si propagavano nel terreno come onde meccaniche, perturbando la staticità del suolo con un esplosione tale da generare una pioggia di grossi detriti che dopo un breve volo precipitarono intorno all'epicentro della deflagrazione.

    Wow!

    Conosceva di nome la tecnica ma non aveva mai avuto modo di fare pratica per impararla per colpa del troppo poco tempo a disposizione per poter imparare lo scibile e per la mancanza di un Sensei disposto ad aiutarlo.
    Come in un gioco delle parti, i ruoli su erano presto invertiti e ora era Genma ad assimilare e a carpire tutte le informazioni che Shun gli stava donando, per poi tradurle nel suo personale modo di pensare e ragionare e quindi archiviarle in memoria, un processo complesso che necessitava di essere eseguito in pochi istanti. Completata la spiegazione, il Genin si distanziò un po' dal mentore per motivi di sicurezza, quindi cominciò gli esercizi di concentrazione del Chakra, seguiti dalla dislocazione dello stesso nella regione anatomica desiderata e quindi la trasmutazione nella natura Doton.
    Fino a quel punto non aveva trovato difficoltà, il suo controllo del Chakra era buono, più che sufficiente per completare quelle tappe.
    Il difficile arrivava in quel momento, ovvero convertire il Chakra Doton in un'esplosione e non in altro, per esempio la costruzione di un muro: per questo molte tecniche erano dotate di sequenze di sigilli magici, l'ordine degli stessi costituiva l'incantesimo specifico per l'effetto desiderato. Per questo le tecniche che non ne necessitano sono più complesse e tendenzialmente più potenti, perché sono interamente basate sul controllo e sulle capacità dell'utilizzatore, senza aiuti di nessun tipo.
    Fece un primo tentativo, col risultato che la polvere e qualche ciottolo intorno ai suoi piedi si librarono pigramente in aria per qualche istante prima di cadere in terra nuovamente; riprovò ancora ottenendo lo stesso risultato, riprovò ancora e ancora e ancora.
    I vari tentativi seppur progressivamente in miglioramento per quanto riguardava la potenza, tant'è che in uno di questi lo stesso Ninja barcollò rischiando di cadere in terra, non potevano dirsi soddisfacenti, non se confrontanti con il grado di energia sprigionata dal sensei della giornata.
    L'altra grande differenza riguardava la distanza tra utilizzatore e manifestazione della tecnica, col tirocinante non ancora di spostare l'epicentro dell'esplosione: era forse quello l'errore principale, ovvero cercare di far detonare l'energia accumulata sotto i suoi piedi e farla propagare in maniera caotica in tutte le direzioni sperando sortisca l'effetto voluto; probabilmente la chiave di lettura adeguata era quella di far fluire il Chakra dai piedi nel terreno sino alla zona desiderata e solamente lì attivarlo in modo da generare un'esplosione.
    Con la mente focalizzata su questa nuova strategia, sull'immagine di uno scoppio Chakra-comandato a distanza, il ragazzo ingranò una marcia interessante in termini di progresso nell'apprendimento, riuscendo infine a ricreare in versione ridotta e scalata lo stesso Jutsu mostratogli da Shun.

    Pffiu, è faticoso! Non è ancora alla tua altezza ma penso di aver capito il trucco, devo allenarmi ancora un po'..
    Ah guarda l'ora, devo assolutamente rientrare! Grazie ancora per l'allenamento e per questa tecnica, alla prossima!


     
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    » Questa è una tecnica che richiede una grande precisione e controllo del chakra. Se usata correttamente, può sconvolgere l'equilibrio di una battaglia.

    Ci trovavamo uno di fronte all’altro, in un'area appartata del campo di addestramento, dove avremmo potuto esercitarci senza disturbare gli altri.
    Mi avvicino a Genma ed inizio a spiegarli i principi fondamentali della tecnica. Comincio a parlargli del flusso del chakra e di come avrebbe dovuto fare per concentrarsi per controllarlo. Con pazienza, gli mostro come incanalare il chakra attraverso il terreno.

    » La chiave per padroneggiare l'esplosione sotterranea sta nel sentire il terreno, nella connessione tra il tuo chakra e l'energia sottostante.
    Devi diventare uno con il terreno, comprendere ogni sua sfumatura e muoverti in sintonia con esso.


    Osservo Genma che cerca di seguire le mie indicazioni, impara ad incanalare il chakra nel terreno e a manipolarlo con precisione. Ogni gesto era studiato e preciso, come un'opera d'arte che prendeva forma sotto le sue mani.

    » Concentrati, senti l'energia sottostante e lascia che il tuo chakra si fonda con essa.

    Fissai Genma con determinazione mentre si preparava per il suo ennesimo tentativo di padroneggiare la temibile tecnica dell'esplosione sotterranea. Avevamo trascorso ore ed ore insieme, tra l'apprendimento della tecnica che mi aveva insegnato e la tecnica che gli stavo insegnando , e finalmente eravamo arrivati al momento cruciale.
    Osservai Genma con occhi brillanti di ammirazione mentre continuava a migliorare con ogni tentativo. Il suo controllo del chakra era stupefacente, forse persino superiore al mio, considerando l'esito del nostro scontro e le sue doti come insegnante. Era davvero un talento straordinario.
    Entrambi sapevamo che c'era ancora molto da imparare, che dovevamo continuare ad allenarci duramente per padroneggiare appieno le tecniche che ci stavamo insegnando reciprocamente. Ma, in quel momento, eravamo fieri dei progressi che stavamo facendo. Era evidente che stavamo facendo un ottimo lavoro.
    Sapevo che il nostro cammino verso la perfezione sarebbe stato lungo e accidentato, ma ero fiducioso. Avevamo il potenziale per diventare veri maestri delle nostre arti, per superare ogni limite e raggiungere vette inimmaginabili.

    Pffiu, è faticoso! Non è ancora alla tua altezza ma penso di aver capito il trucco, devo allenarmi ancora un po'..
    Ah guarda l'ora, devo assolutamente rientrare! Grazie ancora per l'allenamento e per questa tecnica, alla prossima!

    Non potevo rimanere al suo fianco per sempre. Genma aveva imparato ad utilizzare la tecnica dell'esplosione sotterranea, dimostrando una padronanza impressionante. Era arrivato il momento di separarci e intraprendere i nostri percorsi individuali.

    » E’ stato un piacere conoscerti, alla prossima.
     
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    Potete prendere entrambi 70 exp.
    Potete inserire le tecniche apprese in scheda pagando il costo in exp di cui necessitano.
    L'Achi in questione richiede un comprovato rapporto sensei-allievo, quindi nada.


    Edited by ¬Seto - 30/6/2023, 13:23
     
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