Esame di diploma

PQ

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    Il rumore dolce della sveglia era cominciato a risuonare per la camera da letto di Genma, una melodia armoniosa e tranquilla ma che oramai il cervello del ragazzo aveva associato a quel momento così traumatico tanto da detestarla e provare un certo fastidio qualora inavvertitamente gli capitasse di sentirla durante la giornata.
    L'orario era lo stesso del giorno precedente, di quello ancora prima e così a ritroso per svariate settimane sino ad arrivare all'inizio dell'ultimo semestre dell'Accademia Ninja delle Verdi Acque: poco dopo il levare del Sole, l'aspirante Genin era costretto ad alzarsi e prepararsi per andare a frequentare le ultime importanti lezioni prima degli esami finali, momento di grandissima tensione e importanza poiché segnavano uno spartiacque per la sua carriera e in generale per la sua vita.
    Il bambino non era per nulla un tipo mattiniero, anzi sembrava accusare molto il doversi levare così presto in maniera molto maggiore rispetto al dormire poche ore e il suo aspetto, il suo viso tradivano il suo sforzo, almeno nella prima parte della mattinata: gli occhi erano spesso gonfi e arrossati, contornati da due sfumature violacee molto evidenti, in contrasto alla sua carnagione chiara; i movimenti erano lenti e macchinosi, come quelli di un macchinario metallico dalle giunture poco oliate. Passate alcune ore, il suo organismo si metteva completamente in moto donandogli anche un aspetto più vigile e performante, oltre che più bello e affascinante.
    Quel giorno, però, era diverso da tutti gli altri.
    Oggi non avrebbe passato la mattina a studiare il Ninjustu o ad allenarsi nelle arti marziali, non avrebbe passato ore su libri di fisica e di meccanica a decifrare parabole per il lancio delle armi o a determinare la densità di un liquido per poter calcolare la velocità di moto all'interno di esso; non ci sarebbero stati laboratori di decrittazione o criptazione di informazioni e dati sensibili o prove pratiche di sopravvivenza e orienteering per la foresta di Hekisui. No, oggi non c'era spazio per tutte queste attività di studio poiché l'intera Accademia si stava preparando ad accogliere i diplomandi dell'anno corrente per sostenere l'esame finale del loro corso di studi.

    Aaawwww

    Un potente sbadigliò annunciò l'entrata del giovane nella cucina di casa Shiranui: la famiglia si era trasferita in quella casa da circa un anno, che equivaleva pressappoco al momento in cui i tre si erano trasferiti in pianta stabile in quel Villaggio dopo un lungo pellegrinare.
    I suoi genitori erano già all'opera, allestendo la tavola e preparando un'abbondante colazione in vista dell'evento che di lì a poco sarebbe iniziato: quell'immagine sembrava incarnare in maniera perfetta l'idea di famiglia ideale, entrambi si muovevano per la stanza armoniosi e indaffarati nell'ultimare i preparativi, sorridenti e probabilmente immersi nei propri ricordi, nel momento in cui anche loro si apprestavano a sostenere il primo degli esami più importanti delle loro vite.

    Allora Genma, sei pronto? Sei nervoso?

    Mi raccomando, non strafare e non metterti troppo in mostra! Cerca di non usare proprio tutte le tecniche che ti ho insegnato

    Tsk, ma figurati! Me ne starò in disparte sperando finisca presto... che rottura!

    La risposta piatta e monocorde del ragazzo spiazzò la madre, che lo fissò con sguardo furioso tanto intenso che avrebbe potuto solamente quello considerarsi una punizione corporale. La minaccia non venne seguita da azioni concrete forse perché lei, nonostante gli sforzi di lui, aveva colto una nota di nervosismo e di emozione nella sua voce, segno che nonostante le apparenze, il ragazzo stesse subendo psicologicamente l'incombenza dell'esame e della sua importanza. Non era solito esprimerlo, ma a quanto pareva Genma teneva in altissima considerazione quell'aspetto della sua vita.

    Il cortile dell'Accademia brulicava di giovani speranze, pupilli che avevano speso ore tra quelle mura cercando di apprendere quante più nozioni e sviluppando le proprie capacità fisiche sino allo sfinimento, il tutto focalizzato al conseguimento del prestigioso titolo, o almeno questo era nelle loro giovani menti, ancora forse troppo immature per rendersi conto che quel periodo di formazione costituiva uno degli aspetti più incidenti il loro futuro.
    Nelle loro ultime lezioni i Sensei avevano dato spazio a momenti di orientamento, illustrando ai propri allievi tutta la gamma di possibilità che gli si sarebbero mostrate una volta diplomati: il "naturale" evolvere delle cose presupponeva che quelli avrebbero proseguito la carriera militare come Ninja, sottoponendosi immediatamente a un ulteriore prova per essere riconosciuti come Genin; altre opzioni prevedevano il continuare la loro educazione in campo civile, per poi applicare quanto imparato negli ambiti lavorativi più disparati. La maggior parte di loro sceglieva ovviamente la prima opzione, ma una quota sempre maggiore di studenti, compreso come la vita faticosa dello Shinobi non facesse al caso loro, ripiegavano su altro, potendo vantare nel loro curriculum vitae una formazione tanto prestigiosa.
    Il chiacchiericcio degli allievi venne stroncato rapidamente dalla voce imponente del Preside, amplificata per mezzo di diffusori posti ai lati di un piccolo palco ove, oltre a lui, si erano disposti in linea tutti i Sensei dell'Accademia, oltre a qualche Jonin curioso di vedere le nuove leve e cercando di individuare chi fra loro meritasse di essere preso nel proprio Team.
    La voce amplificata ordinò loro di disporsi ordinatamente dinanzi al palco, come un plotone dinanzi al proprio Generale qualche istante prima di scendere sul campo di Battaglia. Genma era finito vicino ad un gruppo di completi estranei, ma d'altronde non aveva stretto grosse amicizie tra i banchi di scuola, essere straniero e soprattutto avere quel carattere poco loquace non gli aveva aperto le strade della popolarità. Aveva forse qualche fan tra le aspiranti Kunoichi, ma per lo più aveva passato il tempo per i fatti propri.

    Care studentesse, cari studenti, il grande giorno è finalmente arrivato.
    L'esame di diploma dell'Accademia Ninja non è un esame come tanti altri, sancisce infatti la vostra maturità e il vostro ingresso nel mondo degli adulti, qualcuno in tempi più rapidi, mi riferiscono a chi di voi ha scelto di proseguire la carriera militare con l'obiettivo di diventare Ninja; chi in tempi più lunghi, dopo un ulteriore periodo di formazione, andando a svolgere tutti quei lavori che sono fondamentali per la società.
    E come adulti, non vi nascondo la difficoltà e la precarietà del tempo in cui stiamo vivendo, ognuno di voi sarà chiamato a fare la sua parte per Hekisui e per i suoi abitanti!
    Ma andiamo al cuore della questione, l’esame... Quest'anno abbiamo deciso, io e i vostri Sensei, di aggiornare e modificare le prove che andrete a sostenere, maggiori istruzioni vi saranno date a tempo debito...
    Adesso verrete chiamati e condotti verso la sede del vostro esame. Vi auguri in bocca al lupo!

     
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    L’appello occupò una circa una decina di minuti, seguito dal lento e ordinato transito dei ragazzi e ragazze chiamati verso le postazioni a loro designate. Il preside aveva lasciato spazio agli organizzatori per ultimare i preparativi della prova d'esame, ancora sconosciuta agli esaminandi tra cui la tensione serpeggiava e aumentava ogni minuto che passava.
    Non era poi tanto l'esame a mettere in crisi lo studente, quanto l'attesa stessa di svolgere la prova, poiché era quello il momento in cui si destavano dubbi e perplessità, troppo tardi affinché potesse fare qualcosa per colmare le proprie lacune.
    L'esame costituiva il momento in cui bisognava mostrare la propria faccia tosta, puntare sui propri punti di forza e bluffare in modo da occultare le proprie debolezze.

    Shiranui Genma?! Perfetto ci siamo tutti. Ascoltate bene…

    Lo studente era stato chiamato per ultimo, il suo cognome lo collocava alla fine dell'elenco dei ragazzi sotto la supervisione di una giovane ma capace Jonin dai capelli biondi e raccolti in una coda laterale, vestita con un top e dei pantaloncini color ocra. Il suo sguardo sembrava severo, sebbene i lineamenti dolci del viso tradissero l'autorità che stava esercitando in quel momento.
    Genma raggiunse i suoi compagni, divenendo il sedicesimo membro del gruppo denominato Foxtrot: nel gruppo gli era sembrato di riconoscere nessuno dei suoi compagni di classe, o comunque nessuno che gli fosse rimasto particolarmente impresso. Probabilmente il criterio con cui erano stati smistati prevedeva di isolare l'individuo dai propri contatti in modo da dover contare solo sulle sue forze e capacità. O più semplicemente che lui era un asociale e non aveva stretto amicizia con nessun durante i suoi studi.

    Eccoci qui, gruppo Foxtrot.. Io mi chiamo Shizune, sono la presidente della vostra commissione d'esame, e insieme a vari Chuunin che saranno dislocati sul campo, daremo il giudizio finale circa le vostre conoscenze e capacità.
    La prova d'esame consiste nella "lotta allo scalpo": per chi non ci avesse mai giocato, consiste in una battaglia tutti contro tutti il cui obiettivo è quello di sottrarsi questa cintura di stoffa, simbolo della vostra vita. Una volta persa la propria vita, siete eliminati e siete pregati di abbandonare la zona d'esame. Il vostro punteggio sarà dato dalla somma degli scalpi ottenuti ma anche dall'abilità e dalla modalità con cui riuscirete a guadagnarveli.
    L'esame avrà una durata di due ore.
    Non ci sono regole, se non che non è permesso uccidersi... ma chissà se qualcuno di voi ha il sangue freddo necessario per farlo…
    Sappiate che i Chuunin esaminatori potranno intervenire in qualsiasi momento, qualora lo ritenessero necessario.
    Ah, ultimo dettaglio: su questo campo d'addestramento troverete anche gli altri gruppi impegnati nella medesima prova: sottrarre lo scalpo a loro vi farà perdere punti... considerateli come dei civili invischiati nel cuore di una battaglia e che devono essere salvaguardati dal vostro agire.
    Ogni gruppo ha una stoffa di colore differente, a noi è stato assegnato il rosso.
    Se ci sono domande, questo è il momento di farle... In bocca al lupo!


    [...]

    Il brusio misto tra nervoso ed eccitamento si era progressivamente spento lasciando posto alla semplice e pura tensione, quella che era solita anticipare eventi carichi di stress e aspettative, quei crocevia inevitabili e fondamentali nella costruzione della propria personale storia.
    Quello rappresentava l'esame per molti di loro, se non per la totalità.
    Il rumore di un colpo di pistola diede inizio alla prova e tutti, come bravi Shinobi, si precipitarono a cercare rifugio: molteplici ombre si muovevano di cespuglio in cespuglio, di ramo in ramo, chi strisciando verso una nuova copertura, chi accovacciato protetto dalla natura.
    La prima lezione di tattica ninja sembrava essere stata appresa da tutto il gruppo, i Chuunin non poterono fare altro che prendere nota dell'accaduto, valutando poi individualmente le capacità di occultarsi alla vista e rendersi tutt'uno con l'ambiente circostante.
    Genma aveva deciso di nascondersi su un ramo di un albero particolarmente alto e rigoglioso, una mano stringeva un Kunai, l'altra era poggiata su un ramoscello in modo da abbassarlo e creare una fessura per i suoi occhi, uno scorcio sui propri compagni e sulle loro tattiche: a qualche metro di distanza, in un piccolo spiazzo erboso, tre aspiranti Ninja erano subito usciti allo scoperto, decidendo di guadagnarsi la promozione in base alle proprie capacità combattive piuttosto che in base a quelle elusive e di spionaggio.
    Avrebbe tanto avuto piacere nel sapere l'esito di quella rozza azzuffata ma un rumore sinistro, un cigolio seguito da un rumore secco di legna spezzata catturò la sua attenzione, rapita poco dopo dal rumore tagliente di due Shuriken scagliati contro di lui: sfruttò la lama che teneva in mano per deviare le due stellette puntute, quindi si lasciò cadere nel vuoto, proiettando il peso del proprio corpo all'indietro in modo da avvicinarsi al tronco dell'albero e trovarlo con i propri piedi e facendovi leva balzò in avanti verso un tronco gemello e così via, perdendo velocemente quota con quel movimento armonico sino a non arrivare in terra.
    L'agguato che gli era stato fatto non gli aveva arrecato sicuramente danno, ma era servito allo scopo cui era stato ideato, ovvero sottrarlo al suo nascondiglio e metterlo allo scoperto, in modo da perdere ogni vantaggio tattico sulla battaglia che stava per iniziare.

    Finalmente sei uscito allo scoperto! Avevi forse paura, straniero?! Siamo alla resa dei conti, oggi non puoi scappare...

    Davanti a Genma si era formato un piccolo plotone di ragazzi e ragazze dall'aria tutt'altro che pacifica, alla fine della formazione c'era un ragazzo alto, biondo e dinoccolato, dallo sguardo aggressivo sebbene non sembrasse sprizzare cattiveria o malignità, l'astio e il rancore di cui si facevano portavoce i suoi occhi dovevano essere alimentati da altro, forse invidia.
    Teiko. Non conosceva molto altro della sua nemesi se non il suo nome, che era suo pari anno in Accademia, frequentava in un'altra classe e che era solito attaccar briga con lui ogni qualvolta si incrociavano per i corridoi dell'istituto. Non ci aveva mai fatto troppo caso, ad essere sincero e nelle rare volte in cui le provocazioni si erano acuite con l'uso della violenza, Genma era sempre riuscito a evitare lo scontro e tutte le noiose sequele disciplinari che ne sarebbero derivate.
    I drappi rossi svolazzavano scossi dall'aria: c'era chi li aveva fissati alla cintura, chi ai pantaloni, chi l'aveva messo a mo’ di coprifronte o intorno al braccio, non vi era alcuna restrizione all'utilizzo di quell'accessorio se non che fosse ben esposto.

    Ci prenderemo ben più del tuo misero scalpo.. Attaccate!

    Foxtrot



    La fanteria, ovvero i primi quattro dello schieramento, partirono alla carica, due armati di un Kunai per mano, una ragazza brandendo quella che sembrava essere una lancia rudimentale.
    e un tipo grassoccio e pelato con una piccola Katana.
    Genma sbuffò, sapendo di non potersi sottrarre a quel confronto sia perché non aveva individuato una chiara via di fuga, ma anche perché alla fine lo scopo di quel gioco era guadagnare quanti più punti possibile.
    Ricacciò il Kunai nella fondina legata alla sua gamba, quindi infilò entrambe le mani nella borsa che teneva in vita, sul lato posteriore, andando a estrarre quattro Shuriken che scagliò contro i suoi aguzzini: non era un esperto nel campo delle arti illusorie, sebbene avesse mostrato sin da subito una certa attitudine e affinità e per questo sua madre gli aveva insegnato dei rudimenti, ma decise comunque di iniziare così la sua controffensiva, per cui mediante l'imposizione di tre sigilli e il battito delle mani, nelle menti di quegli sciocchi le stellette sarebbero moltiplicate tanto da inibire qualsiasi loro movimenti, inermi e terrorizzati alla vista di quella pioggia d'acciaio.
    E mentre le vere lame squarciavano la pelle e macchiavano di sangue il terreno, Genma piombò in mezzo ai due avversari centrali, assestando prima un calcio nello stomaco di uno, quindi poi afferrando l'altro per un braccio e facendo leva a livello della sua spalla, proiettandolo contro il ragazzino sovrappeso sulla destra. L'ultima ebbe giusto il tempo di rinsavire dal Genjustu e gemere di dolore per il taglio alla coscia destra inferto dallo Shuriken reale, poi vide arrivare il ragazzo che saltando e facendo perno sulla lancia piantata per terra, si diede lo slancio per assestare una poderosa ginocchiata contro il suo costato, sbalzandola di lato di qualche metro, non prima di averle sottratto lo scalpo utilizzato a mo' di cintura.
    Era anche riuscito a guadagnarsi il tesoro degli altri tre durante la coreografia acrobatica, afferrando la stoffa con le sue rapide dita.
    Metà dei suoi avversari era ai suoi piedi, l'altra dinanzi a lui.
    In una mano aveva il groviglio di tessuto cremisi lo avvicinava al successo, dall'altra la lancia sottratta alla sconfitta.
    Lo sguardo fisso su Teiko.

    Hmpf. Vuoi continuare?


    Edited by ¬Dan - 1/1/2023, 18:11
     
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    Quattro studenti avevano appena perso la loro "vita" per mano di Genma, che dopo una combinazione tra arti illusorie e marziali aveva sottratto loro gli scalpi, terminando così il loro esame di diploma all'Accademia, privi di coscienza e con la faccia nella terra e nella polvere.
    Ma questo era quello che si meritavano, visto che si erano ciecamente alleati con Teiko e il suo insensato desiderio di vendicarsi dello straniero per torti che non gli aveva mai fatto, non avendoci praticamente mai parlato.
    Il rivale aveva sgranato lievemente gli occhi, forse sorpreso dal fatto che metà delle sue forze erano state neutralizzate con tanta facilità. Probabilmente l'aveva sottovalutato e quell'errore di valutazione probabilmente gli sarebbe costato caro, era infatti troppo tardi per ritrattare e la fuga gli avrebbe fatto perdere probabilmente quel briciolo di popolarità che si era faticosamente costruito negli anni di scuola.
    Erano rimasti in tre, il capo banda e i suoi "luogotenenti", inviperiti dallo smacco ricevuto e pronti per esplodere contro di lui.

    Ma chi ti credi di essere, perdente... Hai messo al tappeto quattro nullità e pensi di poter comandare. Ci prenderemo tutto quello che hai, e con gli interessi...

    Secondo round.
    Con un movimento secco di entrambe le braccia, l'aguzzino sulla destra evocò due potenti "onde" di vento e le scagliò con rabbia verso Genma, incurante della giovane aspirante Kuinoichi ai suoi piedi, un danno collaterale ma accettabile per il raggiungimento del suo obiettivo.
    Genma si accovacciò sull'innocente vittima, lasciando cadere la lancia e raggiungendo l'altra mano liberatasi della stoffa rossa dopo averla ficcata nella tasca della giacca: le dita si articolarono rapidamente in cinque forme distinte, formula magica per l'attivazione della tecnica della Sostituzione, mediante la quale la propria emanazione di energia raggiunse e avvolse un piccolo tronchetto a circa cinque metri alla loro sinistra, permettendo uno scambio quasi istantaneo tra i due.
    Il destino del ciocco fu infausto, infatti il vento tagliente - non per nulla quell'elemento era rinomato per tale caratteristica - lo squarciò in due pezzi con un taglio così netto e preciso che era angosciante pensare cosa sarebbe successo se avesse incassato il colpo.
    Sfruttando l'attacco del compagno, il secondo avversario incalzò la sua nuova posizione caricando un affondo con la propria lama ai danni del suo addome: Genma fece ricorso nuovamente ai suoi Kunai, sfruttandoli per deviare la lama verso la sua destra mentre il corpo scartava verso sinistra; la Katana vibrò pericolosamente vicino al suo corpo ma tutto ciò che squarciò non era altro che aria e polvere.
    Lo spadaccino continuò la sua offensiva menando colpi a destra e a manca, con traiettorie ascendenti e discendenti, l'altro continua a difendersi scartando e muovendosi nella direzione opposta all'arma, usando i suoi pugnali nel mentre per facilitarsi il compito.

    Questo la spada la sa usare bene, devo stare attento! Fortuna che i due non sanno combattere insieme e non sanno sincronizzare i loro attacchi, altrimenti avrei avuto difficoltà a schivare anche il suo Fuuton... Che palle non poter usare tutti i miei Jutsu...

    L'ultimo colpo di spada venne bloccato sopra la sua testa mediante l'incrocio dei due Kunai, uno scudo stilizzato le cui lame avevano intrappolato e incastrato quella assai più nobile dell'avversario: con un gesto di forza Genma deviò il colpo spostando le lame alla sua sinistra, quindi fece perno sulle stesse per bloccare i movimenti dello studente, avvicinarsi e colpirlo con una gomitata alla bocca dello stomaco, quindi con un colpo di mano riuscì a spezzare la presa e a fargli volare via la spada.
    Si sarebbe aspettato una reazione di sorpresa, di sgomento o di stupore: d'altronde aveva avuto la meglio in quello scontro e aveva privato l'avversario della sua cara e letale arma. Ricevette, invece, un ghigno sornione come di chi ha pescato la carta vincente al momento giusto: con uno strattone lo studente si liberò dalla sua presa e in un attimo una lama azzurra cristallina, così chiara da confondersi con le sfumature del cielo, avvolse il suo arto destro che si avvicinò pericolosamente al suo volto, bloccato a sua volta da un arto ricoperto di durissima pietra, talmente compatta non essere minimamente scalfita dal filo della spada liquida.
    Eccolo lo stupore, bentornata sorpresa.
    Genma proseguì scagliando il suo spiedo, che costantemente teneva in bocca, contro la sua spalla destra; quindi concentrò le proprie energie nelle piante dei piedi con l'intenzione di aprire un "portale" nel suolo, un passaggio ove solamente lui poteva accedere. La distrazione dovuta al colpo ricevuto fu sufficiente a mancare il momento in cui l'altro si era nascosto sottoterra e anche quello in cui, riemergendo alle sue spalle, si era appropriato dello scalpo del nemico.

    Sei morto.

    Aveva mietuto un'altra vittima, il groviglio di stoffa nella sua tasca cominciava a farsi ingombrante e fastidioso ma non sembrava avere altra scelta se non continuare ad accumularne fino a che non si fossero decisi a lasciarlo perdere, o comunque sino alla fine dell'esame.
    Il ragazzo del vento, che si era un attimo fermato sperando che lo spadaccino avesse la meglio, tornò al contrattacco impastando nuovo Chakra nelle sue mani e plasmandolo sotto forma di onde taglienti, le medesime che aveva creato poc'anzi.
    Quasi offeso dalla banalità di quell'attacco che difficilmente avrebbe potuto coglierlo di sorpresa, data l'assenza di una minima forma di strategia, l'aspirante Genin rispose con una tecnica simile ma di elemento opposto: completato l'iter di sigilli con quello della Tigre, elemento comune a quasi tutti i Katon, il Chakra fuoriuscì dalle sue fauci innescato come sfere di fuoco che andarono a cozzare contro il Vento divorandole e ingrandendosi a dismisura, proprio come quando si soffia sulle braci ardenti per ravvivarne la fiamma.
    L'epilogo era scontato, forse troppo, ma non tutti i combattimenti potevano e dovevano essere scenografici. Era il risultato a contare.

    Bhè? Facciamo che la finiamo qua?

    Il tono forse era un po' presuntuoso e arrogante, sebbene le precedenti azioni avessero dimostrato come non parlasse a vanvera, come non fosse uno di quei ninja sopravvalutati e ammirati quando poi incapaci di qualsiasi azione concreta.
    Aveva consumato molto Chakra, ma aveva sufficienti energie per poter combattere ancora. Comunque non avrebbe dato adito ad alcun gesto di fatica o stanchezza, non voleva regalargli questa soddisfazione: l'idea che avesse sconfitto così tanti avversari mostrandosi competente in varie arti era forse l'arma migliore per incutere ansia e timore in Teiko, che magari avrebbe capitolato arrendendosi spontaneamente. Invece sembrava aver sortito l'effetto opposto.

    I due si fiondarono uno sull'altro, scambiandosi una serie di colpi e parate come fosse una coreografia perfetta: il pugno di uno incrociava quello dell'altro a deviarlo, il calcio di risposta andava a vuoto grazie ad una rapida schivata. Come a intervalli o turni, l'iniziativa e l'offensiva passava da uno all'altro, senza che il flow della battaglia fosse realmente dominato da uno dei due contendenti.
    Lo scontro tra le nocche, l'impatto simmetrico e ugualmente ponderato dei loro pugni segnò una tregua di qualche istante, con i due che saltando all'indietro avevano messo tra loro qualche metro di distanza, il giusto compromesso per poter riprendere fiato ma comunque essere pronti a riiniziare.
    In quanto a preparazione sulle arti marziali sembravano essere alla pari, forse Teiko era leggermente più abile o semplicemente meno stanco rispetto a Genma, che comunque aveva speso un buon quantitativo di energia per essere arrivato sin lì, tant'è che era giunto alla semplice conclusione che continuare lo scontro in quei termini non sarebbe andato a suo vantaggio, non lo avrebbe fatto vincere.
    Il suo avversario però non sembrava del suo stesso avviso, forse impaziente di strappare la vittoria e la promozione, per cui sembrava aver cambiato strategia, rinunciando al Taijustu e concentrando una grandissima quantità di energia - troppa per un semplice Studente - nel proprio corpo, trasformandola in scariche elettriche che in pochi istanti vennero convogliate e sparate contro di lui.
    Stupito, ma non sorpreso, dalla potenza del Raiton, Genma mosse le mani per attivare uno dei suoi Jutsu preferiti del repertorio Katon e forse in assoluto: la Tigre come sempre funzionò come scintilla per far esplodere la "benzina" intangibile che, oramai come fiamma viva, si disponeva a formare una sfera di distruzione e devastazione. L'elettricità venne divorata e inglobata in quel piccolo sole che rapidamente stava per fare suo anche il suo compagno di scuola, quando la ragazza bionda si materializzò accanto a luì.

    Basta così.

    [...]


    Era passata circa un'ora dal termine della prova: i vari elementi dei gruppi vicini tra loro, gli abiti ora malmessi e qualcuno medicato con garze o cerotti, testimonianza incontrovertibile degli scontri appena sostenuti.
    Genma era lì con loro, anche se non sembrava realmente presente e partecipe: come suo solito era lì, silenzioso e assorto nei suoi pensieri, masticando il suo Senbon dopo averlo ripulito dal sangue e dalla polvere del campo di battaglia.
    Teiko e i suoi "luogotenenti" erano dalla parte opposta ma non li guardava, probabilmente schiacciato dal peso della vergogna della sconfitta.
    Facendo due conti semplici, Genma aveva sconfitto metà del suo raggruppamento e aveva visto i primi tre studenti combattersi tra di loro e andare incredibilmente KO contemporaneamente, rendendolo matematicamente il migliore della prova. Poteva anche non vole dire nulla visto che sarebbero state valutate le abilità con cui erano stati rinvenuti gli scalpi.

    Anche questi esami sono conclusi. Vi faccio i complimenti, siamo stati piacevolmente colpiti dalla vostra preparazione e dalla vostra determinazione nel mostrarci il vostro valore e per ottenere la promozione. Le Verdi Acque hanno bisogno di questa fresca energia e di questa ferrea volontà. Viviamo tempi difficili, dove la pace sembra un ricordo lontano, pallido, quasi dimenticato. Il nostro e vostro compito è quello di aggrapparci a quei ricordi e di ricordare cosa sia una vita senza conflitti.
    E poi lavorare per ricostruire quella pace, sia che siate Shinobi o che facciate un altro mestiere.
    Come vi ho già detto, questo esame sancisce la vostra maturità e il vostro divenire adulti.
    Questo è il simbolo di tutto questo, il vostro Coprifronte: qui dentro, in questo metallo, in queste scanalature, è scritta tutta la storia di Hekisui e prima ancora di Taki e Kusa, dei suoi abitanti, delle sue vittorie e delle sue sconfitte, di chi ha perso la vita in suo nome e di chi, in questo momento, sta combattendo per garantire la pace del Paese. Adesso chiameremo chi si è distinto e reso meritevole di vestire questo simbolo.
    Questi sono i vostri primi passi, la vostra strada inizia oggi, ora!

     
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