Accademia Heizo Yamamoto

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    Suna, la capitale del paese del vento. L’inverno non era come nelle altre zone del continente, qui anche in questo periodo dell’anno si respirava un clima caldo per standard di altri paesi, ma se avessimo chiesto ad uno qualsiasi degli abitanti, avrebbe risposto che questa temperatura fresca era una manna dal cielo. Otto del mattino, un ninja con la divisa tipica dei chunin di quel posto si aggirava per le strade del sabbioso villaggio. L’oasi nel deserto non era ancora totalmente risvegliata dopo la notte, gli abitanti stavano aprendo le loro attività, la guerra sembrava così lontana, ma quell’uomo sapeva che ciò non corrispondeva alla realtà.
    Yamamura Akira, quarantasette anni, veterano di quel mondo, le numerose cicatrici sul suo corpo ne dimostrano, quasi come certificazione, l’ardore in battaglia. Un uomo alto, forse anche troppo visti i due metri e dieci di altezza, i capelli corvini raccolti in una lunga treccia, lo sguardo fiero di chi vuole dimostrare ogni giorno di meritare di essere al mondo, il viso coperto in parte da una barba molto curata, lasciata crescere di più nella zona del mento per poi accorciarsi salendo verso gli zigomi.

    La strada che percorreva era sempre la stessa: sceso di casa, percorreva un centinaio di metri per poi fermarsi nel locale di fiducia per fare colazione, ogni singola mattina, la stessa medesima colazione salata, consumando il solito litro d’acqua per accompagnarla. Il prossimo passo, quel giorno, era quello di dirigersi verso l’accademia, quel giorno avrebbe dovuto valutare i nuovi aspiranti ninja, esaminare le loro capacità e verificare quanti di loro meritassero questo titolo tanto ambito. L’accademia era decisamente distante, doveva attraversare praticamente tre quarti della via principale che porta dalle porte del villaggio al palazzo del kage. Il ritmo non era rapido, amava prendersi i suoi tempi, adorava osservare quella pace melliflua, che gli scaldava il cuore come nessun’altra cosa.

    Per buona parte del tragitto, i suoi passi si incrociarono con quelli di alcuni studenti, lui non era un professore ordinario dell’accademia, non conosceva nessuno degli alunni, quindi approfittò di quei momenti per farsi un’idea della nuova generazione. Un sorriso sul suo volto confermò il verdetto: i ragazzi, i loro sogni, i loro comportamenti, le loro ambizioni, il loro modo di essere, non cambiano mai. Impossibile per lui non rivedersi in quegli aspiranti genin, ma sapeva di non poter permettere alla nostalgia di interferire con gli esami…

    Arrivò all’accademia puntualissimo, dirigendosi subito verso uno dei campi d’addestramento della struttura, il suo esame si sarebbe svolto nel campo numero quattro. Arrivò sul posto in poco tempo, nessuno degli alunni era ancora giunto, normale visti i tempi della segreteria nella comunicazione.
    Il campo era un perimetro circolare, delimitato da alte mura, scoperto e quindi illuminato dal praticamente onnipresente sole di suna, i quali raggi, quel giorno, sembravano essere più clementi.

    In poco tempo l’arena di terra battuta e sabbia, si riempì di studenti, ne erano quindici, non troppi, ma nemmeno pochi, probabilmente tutti provenienti dalla stessa classe, motivi di turnazione. Si disposero tutti difronte al sensei, in maniera non troppo ordinata, mentre quest’ultimo sistemava vari tronchi d’albero alle sue spalle, una volta terminato, si voltò verso di loro osservandoli.

    >Salve, io sono il maestro Yamamura, chunin della sabbia da ben trentaquattro anni. Presentatevi uno ad uno: cognome, nome, età e motivo della vostra scelta di diventare shinobi.

    CyRtDo3

    Borger24 eccoti alla tua accademia, per qualsiasi domanda contattami o via mp o su discord. Mi raccomando, il tuo primo post dev'essermi utile per capire chi è il tuo personaggio, hai totale libertà (nei limiti tipici) riguardo a tutto quello che fai prima di entrare in aula. Per quanto riguarda i ninja insieme a te, totale libertà di background e carattere, tieni solo a mente che sono tuoi compagni di corso e che da studenti nessuno ha dimostrato le sue abilità innate. Buon divertimento.


     
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    Il paese del vento è da sempre conosciuto per le sue raffiche di vento, la sabbia del deserto e le alte temperature. Pochi sanno però che essendo un posto desertico rende lo sbalzo di temperatura che avviene tra il giorno e la notte tale da poter spaccare le pietre, ragion per cui nonostante ci sia caldo per la maggior parte della giornata la sera porta con sé un gran bel freddo. Durante una delle tante sere, nella capitale di questo paese, in uno de vicoli più remoti di Sunagakure c'è un ragazzo che non riesce a dormire. Seduto sulla ringhiera del balcone sta lì silenzioso a farsi cullare dal freddo serale, mentre pensa al da farsi. Il ragazzo, un tipo abbastanza insolito per quelle parti, ma nonostante l'aspetto è originario di lì. Uno che per quanto smilzo si può dire che è gracilino. A differenza della maggior parte delle persone la sua pelle non è né scura né abbronzata, è pallido, bianco e candito quasi come la neve. Quasi perché nonostante tutto il dover passare molto tempo sotto il cocente sole di un deserto in un modo o nell'altro un segno te lo lascia, infatti sulla pelle del giovane Heizo Yamamoto si possono osservare diverse bruciature o arrossamenti su tutta la pelle. Le stranezze di questo ragazzo però non finiscono qui, il colorito dei capelli non è ramato come i suoi consanguinei, ma è ben sì verde con sfumature più chiare o più scure a seconda della ciocca che si prende in considerazione. Gli occhi che ha sono glaciali, sarà per il colorito violastro che si contrasta con la pelle o per le borse sotto gli occhi che ormai hanno raggiunto un colore uguale al nero, fatto sta che a primo impatto riesce ad incutere timore. Il giovane è già vestito per la prova che deve affrontare, anche sé a dirla tutta il suo vestiario non è il più consono per l'occasione, una tuta tutta nera, con vari bracciali guanti e gomitiere che richiamano il sentimento di ribellione del ragazzo. Di Heizo dopo averlo conosciuto si può dire una cosa, è un caotico buono.

    Passata la serata ed ammirata l'alba, il ragazzo si muove dalla sua postazione dopo ore ed incomincia a prepararsi. La giornata per lui è abbastanza importante, dopo anni di esercitazioni in accademia, finalmente è l'ora di fare l'esame sperando di non dover più tornare in quel luogo da studente. La scaletta di inizio giornata è rimasta invariata da anni. Scendi dal balcone, vai in camera e vestiti, sistema quello che hai messo in disordine, fila in cucina, prepara la colazione, latte biscotti e via di casa. Che poi definirla casa è un po' una dichiarazione d'amore dato che non è delle migliori. L'interno è mantenuto molto bene, perché Heizo e famiglia se ne prendono cura, ma la problematica maggiore sta nella struttura della casa in sé. A cominciare dalla Sabbia che forma le fondamenta di casa che col passare del tempo sta iniziando a sfaldarsi, o le tubature che non riescono a portare l'acqua calda nei sanitari quando ce n'è bisogno, insomma cose così, che rendono la vita del giovane e della sua famiglia un continuo rafforzarsi e temprare lo spirito.

    Un volta fuori Il Verde incomincia a camminare per la città, il paese si sta svegliando pian piano. Le persone esattamente come lui incominciano a uscire dalle proprie abitazioni per andare a lavorare, anche se ogni tanto capita di vedere qualcuno ubriaco marcio con l'intento di tornare a casa dopo una serata all'insegna del divertimento mascherato da distruzione. Così il giovane cammina in direzione dell'accademia, con il morale alle stelle dato che ha la fortuna che le luci delle città si accendono davanti a lui, illuminandogli la strada come se fosse il protagonista di un film, insomma poco da dire il giovane se la sta tirando proprio.

    Una volta arrivato all'ingresso dell'accademia incontra un suo caro amico che esattamente come lui deve affrontare l'esame per diventare un genin.
    Jaiko.Kinsujiaf86faf1-5ee1-4a0e-ac21-eb8db5397622

    Questo inseparabile duo si è formato qualcosa come tre anni fa, durante una delle tante bravate di Jaiko (Il nome dell'amico) che dopo uno scherzo alla persona sbagliata si è ritrovato in mezzo ad una maxi rissa dove la sua vita è stata messa a rischio, è stato in quel momento che Heizo è andato in suo soccorso, anche se inutilmente dato che le ha prese anche lui. Le cose stavano andando veramente male ed è solo grazie all'intervento di un jonin se si sono salvati. Il verde nonostante tutto non ha mai riportato troppe ferite al contrario dell'amico che è rimasto cieco, ma nessuno dei due ha mai mollato e hanno proseguito la strada per diventare un ninja.

    Fatti i saluti iniziali i due non si perdono troppo in chiacchiere e avanzano spediti verso l'arena dove si deve tenere l'esame, una volta lì, riuniti con i compagni di classe, il duo di amici fa partire quello che a tutti gli effetti è un passaggio di rito, o una sorta di tradizione scaramantica. Tutti gli studenti si mettono in cerchio, abbracciandosi lasciando sì che uscisse all'unisono dalle loro corde vocali un urlo liberatorio, fatto questo poteva iniziare la prova. Tutti gli studenti guardano l'insegnante, tutti tranne Jaiko che per ovvi motivi non può vederlo. Heizo lo guarda tetro quasi con aria di sfida, la speranza di incontrare un esaminatore già conosciuto se né andata a quel paese.

    Salve, io sono il maestro Yamamura, chunin della sabbia da ben trentaquattro anni. Presentatevi uno ad uno: cognome, nome, età e motivo della vostra scelta di diventare shinobi.


    Heizo lo guarda quasi inorridito dalla sua affermazione, ma non perché ha qualcosa di personale contro di lui ma perché trentaquattro anni senza essere promossi sono tanti ed il ragazzo non vuole fare quella fine. Tutti a turno fanno quanto chiesto dall'esaminatore fino al giovane verdognolo che è rimasto l'ultimo. Il ragazzo non è in ansia, anzi è molto tranquillo e pronto allo scherzo e non perde occasione per farlo percepire.

    Ciao Yamamura, io sono Heizo Yamamoto, quello che ti raggiungerà presto di grado , ricordalo per quando saremo colleghi. Ho sedici anni ed il motivo per cui ho scelto di diventare uno Shinobi è semplice...
    Heizo indica il suo amico Jaiko che già ride da un pezzo
    Insomma lo guardi, quel tipo li è riuscito a mettersi nei guai non so quante volte ed io senza volerlo sono stato trascinato nelle sue follie perverse, lo vede che è cieco? Mi ringrazi se lo è perché se non fosse stato per me che sono stato usato come sacco da boxe dal mukenin che ha fatto arrabbiare se ne sarebbe uscito molto peggio. Per fortuna un suo superiore è venuto a salvarci e da li è partita la voglia di essere un ninja. Le potrei dire che lo voglio diventare per proteggere i miei cari o qualcosa così, è vero per carità, ma lo faccio in primis perché la prossima volta che quel cretino sarà in pericolo ed io sarò quello che lo salverà da vero fico quale sono avrò l'occasione di rinfacciarglielo a vita.

     
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    Tutti gli studenti erano disposti ordinatamente davanti al sensei che li guardava con sguardo nostalgico. Il primo a presentarsi fu uno studente calmo ed educato, il tipico ragazzino diligente e rispettoso delle autorità. Dopo di lui fu il turno degli altri, ognuno con sogni ed aspirazioni totalmente diverse, era impossibile non viaggiare con i ricordi a quando lui era al loro posto, quando gli orrori della guerra che ora assillavano i suoi ricordi erano soltanto brutti sogni, poco considerati in un percorso che invece avrebbe dovuto prevederli.

    In breve tempo fu il turno dell’ultimo, non erano tantissimi. Heizo, un ragazzo abbastanza sbruffone, forse il tipico esaltato? Ne aveva visti tanti durante la sua carriera, pronti a distruggere il mondo, ma solo a parole purtroppo. Non lo interruppe, aspettò che il ragazzo ebbe finito tutta la sua lunga presentazione. Non gli piaceva il tono, non gli piaceva il modo con cui si poneva nei confronti dei superiori, troppo spavaldo per i suoi gusti, ma non poteva fare a meno di pensare ad uno dei suoi più cari amici, e a quanto questo ragazzino gli somigliasse. Una volta che ebbe terminato, il sensei iniziò a sorridere e quindi rispose.

    >Ah, assolutamente, non ho dubbi che tu possa raggiungere il mio grado presto, mi segnerò il tuo nome… Però credo che tu debba darti una mossa, essere studenti a sedici anni non è un gran modo per cominciare la scalata alla nostra lunga gerarchia non trovi?

    Sorridente gli indicò tutti gli altri presenti, era una classe d’esame molto eterogenea, con studenti di varie età, ovviamente la maggior parte di loro avevano tra gli undici e i tredici anni, l’età tipica per diventare dei genin. Il ricordo del suo più caro amico però sembrò addolcirgli la lingua, infatti proseguì

    >Molto simpatico il tuo obiettivo, proteggere qualcuno è sempre onorevole, spero che tu protegga anche tutti gli altri abitanti del villaggio, trattandoli proprio come questo tuo amico…

    Dopo aver detto quelle parole, senza aspettare una prevedibile reazione del ragazzino, prese dalla sua tasca sedici polsini di colore azzurro, dandone uno ad ogni studente.

    >Eccoci, allora, purtroppo siete in numero dispari, quindi uno di voi dovrà sostenere la prova partecipando col sottoscritto. Le coppie saranno formate dall’ordine nel quale vi siete presentati, quindi il primo di voi col secondo, il terzo col quarto ecc. Chi riuscirà a rubare il braccialetto all’avversario vincerà e potrà diventare genin. Inizieremo io e il giovanotto che si è presentato per ultimo, così vi daremo una dimostrazione.

    Si posizionò al centro del semicerchio formato dai ragazzi iniziando a fissarti. Aspettando una tua mossa e facendoti cenno di iniziare.

    CyRtDo3

    Complimenti per la celerità e scusa per il ritardo, evita di mettere parentesi per spiegare cose in off, metti un spoiler alla fine del post per farlo.


     
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    E così Heizo si trova ad incominciare il suo test senza però prima uno scambio di battute tra lui e il suo maestro che sa il fatto suo in quanto ad affilatezza della lingua.
    Ah, assolutamente, non ho dubbi che tu possa raggiungere il mio grado presto, mi segnerò il tuo nome… Però credo che tu debba darti una mossa, essere studenti a sedici anni non è un gran modo per cominciare la scalata alla nostra lunga gerarchia non trovi?
    Il giovane sorride lievemente ed accenna una risata, quella è una buona risposta, il maestro lo sminuisce per il grado, peccato che il suddetto Yamamoto non sia uno che sta troppo zitto.
    Ma dai, tu credi davvero a queste scemenze? Ci sono un sacco di ninja ancora genin o chunin che hanno palesemente la forza di un jonin se non più forti, giudicate la forza in base al grado ma di per sé è una stronzata. Gli esami possono fallire per tantissimi motivi, senza contare che ogni due per tre arriva un mukenin o qualche idiota sotto sostanze tossiche ad ammazzare o rapire ninja. Quindi di che stiamo parlando dai?
    Finito di dare questa risposta arriva l'altra affermazione del sensei che sembra soddisfatto di quanto detto da Heizo.
    Molto simpatico il tuo obiettivo, proteggere qualcuno è sempre onorevole, spero che tu protegga anche tutti gli altri abitanti del villaggio, trattandoli proprio come questo tuo amico…
    Senza rispondere a parole Il giovane fa un semplice pollice in su e prende il polsino che gli porge il sensei aspettando di capire a che serva.
    Eccoci, allora, purtroppo siete in numero dispari, quindi uno di voi dovrà sostenere la prova partecipando col sottoscritto. Le coppie saranno formate dall’ordine nel quale vi siete presentati, quindi il primo di voi col secondo, il terzo col quarto ecc. Chi riuscirà a rubare il braccialetto all’avversario vincerà e potrà diventare genin. Inizieremo io e il giovanotto che si è presentato per ultimo, così vi daremo una dimostrazione.
    A questa affermazione Heizo sospira e sbuffa mentre si tocca il volto, una sfiga più allucinante di questa non ci può essere per il momento nella sua vita, probabilmente gli toccherà rifare il test ma già che è in ballo gli tocca ballare. Il cuore gli batte velocemente e sente quel senso di vuoto e ansia che gli pervade tutto lo stomaco e il petto, e carico di quelle emozioni e sensazioni incomincia lo scontro. L'aspirante genin incomincia a compiere dei sigilli: pecora, serpente e tigri tentando di far apparire 5 copie attraverso la moltiplicazione del corpo, una volta fatto questo andrebbe incontro verso il sensei saltando contro di lui pronto per un'attacco mentre compie i sigilli Pecora, Cinghiale, Bue, Cane, Serpente tentando di sostituirsi alla sedia dietro il sensei, se ci fosse riuscito avrebbe tentato di sferrargli un calcio nelle parti basse come distrazione sicuro che tanto quel colpo sarebbe stato parato per poi tuffarsi e cercare di sfilare il polsino del sensei.

     
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    >Sei stato tu a parlare di gradi, non io, o sbaglio ragazzo? Ciò non toglie che le tue ultime frasi siano giuste…

    La risposta del sensei fu tanto tardiva quanto fugace, voleva essere tagliente, ma non nell’accezione cattiva del termine, non ne avrebbe guadagnato niente e d’altronde lui non aveva nulla contro il suo giovane allievo, anzi, sperava che in questo modo potesse in qualche modo spronarlo a dare il amssimo per la prova, senza scoraggiarsi data la differenza d’abilità tra i due.

    Entrambi erano al centro del semicerchio, posti l’uno di fronte all’altro. La prima mossa sarebbe spettata allo studente, come di norma. Akira osservava il giovane, sembrava teso ma deciso su cosa fare, sul suo viso comparve un lieve sorriso, appena accennato ma non per questo poco visibile. Nella mente del maestro le immagini correvano nitide, i ricordi viaggiavano in direzione del suo esame ninja, quando non era molto diverso dal giovane a pochi passi da lui.

    Il sorriso divenne più grande quando vide lo studente compiere dei sigilli, lo scopo dell’esame era sempre stato il medesimo, semplicissimo nella sua forma ma essenziale nell’equilibrio del mondo ninja. Da quando i primi villaggi erano stati fondati, si era stabilito che tre tecniche fossero le fondamenta, le basi per lo sviluppo di qualsiasi ninja e salvo qualche rara eccezione nella storia, ogni grande shinobi aveva imparato a padroneggiarle guadagnandosi il titolo di Genin, il famoso primo passo per la grande scalata.

    I sigilli furono composti in breve tempo, la velocità d’esecuzione non gli mancava, la tecnica scelta, tra le tre base, era stata quella della moltiplicazione del corpo, forse la più utile delle tre in quanto utile sia in situazione d’attacco che di difesa, Akira non poté far a meno di compiacersi della scelta.
    Una volta che il fumo si diradò fecero la sua comparsa cinque copie dello studente dai capelli verdi. Come prevedibile ognuna di queste copie iniziò a correre in direzione del temporaneo avversario. Una delle figure iniziò la composizione di altri sigilli, questa non fu una mossa furba, in quanto le copie sono semplicemente degli ologrammi illusori, qualsiasi movimento non fisico avrebbe rivelato la posizione dell’originale, a meno che non fosse una finta e lo studente non avesse previsto questo pensiero.

    I sigilli non lasciavano adito a dubbi, lo studente dai capelli verdi stava per utilizzare la tecnica della sostituzione, buon diversivo, ma come aveva previsto ora aveva rivelato la sua posizione. Akira non si curò minimamente delle altre copie ed una volta scoperto che l’aspirante genin si era sostituito con la sedia alle sue spalle, si voltò immediatamente afferrando la gamba del ragazzo che nel frattempo stava cercando di colpirlo con un colpo non onestissimo. Vistosi bloccato, il giovane tentò di afferrare il polsino ma il sensei mollò la presa alla gamba e si allontanò con un rapido scatto.

    >Buon diversivo ma mi hai rivelato con largo anticipo la tua posizione… Tocca a te difenderti ora.
    Il sensei avrebbe caricato verso lo studente, provando a colpirlo con un calcio al petto, per poi proseguire con una gomitata al volto data con il braccio che indossava il polsino


    CyRtDo3

    Allora, ricorda di utilizzare lo specchietto riassuntivo delle azioni che puoi trovare qui, e ricorda di inserire le spese di stamina e di resistenza derivanti dalle tue azioni. Vai con l'ultimo post. P.s: anche se non l'hai specificato ho inteso che la tua corsa sia avvenuta accompagnato dalle copie, in quanto altrimenti non avrebbe avuto senso il diversivo.
    Ti do per buona anche la sedia come sostituto ma stai attento le prossime volte, non ho mai detto che ci fosse una sedia, anzi, ho scritto che preparava dei tronchi di legno e che siamo in un'arena di terra battuta e sabbia, scoperta, insomma non una classe.

     
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