Accademia Kaikuh

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  1. Khaoshoku
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    覇王色の覇気

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    scheda tecnica, narrato, parlato di Kaikuh,

    Avevo mentito, su questo non c’era dubbio, ma come aveva fatto ad accorgersene? La mia mente non riusciva a pensare ad altro. Osservai i suoi movimenti, successivi alla buona riuscita della mia tecnica della sostituzione, era tranquillo, calmo e rilassato. Il suo volto non faceva trasparire emozioni negative e questo mi risollevò, nonostante fossi ben conscia del fatto che non ci sarebbe comunque stata alcuna punizione per una menzogna, non era un interrogatorio, ben altro. Tuttavia ero lievemente preoccupata per l’esito dell’esame, pensiero che occupò per pochissimi secondi la mia mente, mentre il resto dei miei pensieri erano concentrati tutti sulla stessa cosa: come aveva fatto a capire che stessi mentendo?

    Mentre continuava il suo discorso la mia domanda era lì, presente e sempre più opprimente, la mia curiosità era stata risvegliata e non mi sarei mai aspettata uno sviluppo simile. Mentire era un’arte che avevo imparato molto bene durante il mio “soggiorno” alla città fantasma, quella che per me era l’unica realtà esistente, piena di persone che non aspettano altro che un passo falso per poterti fregare. Va da sé quindi che io fossi diventata esperta in questo campo, fregare gli altri prima che loro potessero farlo con me era stato l’abc della mia educazione, qualcosa che l’esperienza mi aveva portato ad affinare ed ora… avevo visto con i miei stessi occhi una persona che senza cedere minimamente al dubbio mi aveva accusato di mentire. Non un movimento del corpo, né un’insicurezza nella tonalità della voce, ero stata perfetta ed anche se non lo fossi stata, lui mi aveva accusato con certezza di aver mentito su qualcosa che solo io potevo sapere. Un potere particolare? Forse quel meccanismo che portava sull’occhio? Non riuscivo a capire, se qualcuno avesse potuto vedere oltre la mia maschera avrebbe di sicuro notato un’espressione totalmente stupita, colta in fallo come un bambino che cerca di rubare, una sensazione che avevo provato tante volte…

    Rimasi in silenzio, non era mia intenzione rispondere alla ramanzina, attesi la fine del suo monologo al quale si era svolta in contemporanea una dimostrazione dei suoi poteri: una sorta di pressione era stata applicata a tutti gli oggetti della stanza, quasi come se li stesse controllando attraverso una grezza telecinesi, via via affinatasi per spostare tutti gli oggetti e creare un’arena circolare, d’altronde lo aveva preannunciato, voleva combattere.

    Il kunai che mi era stato lanciato era proprio sotto il mio mento, conficcato nell’angusto spazio di pavimento tra i miei piedi, una precisione degna di nota, ma d’altronde per essere un esaminatore doveva essere quantomeno un chunin, per molti l’ultimo grado della scalata gerarchica… Batterlo era fuori questione, non lo avrei sognato nemmeno per un secondo, dovevo pensare a qualche strategia per stupirlo ma la mia mente non poteva… non riuscivo a distrarre i miei pensieri da ciò che era appena accaduto, troppo spesso mi ero ritrovata in situazioni dove capire se il mio interlocutore stesse mentendo o meno avrebbe segnato il sottile confine tra la vita e la morte e probabilmente mi sarebbe ancora capitato in futuro, ergo, quel potere doveva essere mio. Non sapevo se fosse anche capace di leggere nel pensiero o cose simili quindi non indugiai oltre, uscii allo scoperto.

    Prima di cominciare mi permetta una domanda, la prego.

    Dissi, tentando di utilizzare il tono più gentile che una persona considerata spazzatura, e che avrebbe ucciso senza battere ciglio fino a qualche mese prima, potesse esibire

    Sono sicura che lei abbia la certezza della mia menzogna precedente, sarebbe un problema dirmi come ha fatto? Come può averlo capito senza dubbio patire?

    Cercai di parlare nella maniera più colta possibile, il mio linguaggio era retaggio di libri gettati, pattume per altri, oro colato per me.
    Attesi poco prima di partire con l’attacco che mi era stato assegnato. Nono conoscevo molte tecniche per il momento quindi mi limitai all’uso dell’unica che potesse davvero essere utile: la tecnica della moltiplicazione. Così impastai il chakra che scorse nella mia protesi per poi essere rilasciato in maniera quasi uniforme da tutto il corpo. Una nuvola di fumo avrebbe presto lasciato spazio a due copie perfette della mia persona, oltre alla sottoscritta, nessuna delle tre avrebbe raccolto il kunai, le copie perché erano olografiche, io perché avevo un dubbio che mi balenava in testa: quest’uomo aveva manipolato gli oggetti della stanza senza muovere un dito, utilizzare un oggetto lanciatomi da lui avrebbe probabilmente significato cadere in una sorta di trappola. Così cercai di avventarmi su di lui, balzando oltre la cattedra, le copie avrebbero mimato il mio attacco successivo ovvero un calcio col tallone verso la testa del mio esaminatore.

    Riassunto azioni
    -Tecnica della moltiplicazione
    -Calcio
    Resistenza:100-1
    Stamina:300-5(sostituzione)-5(moltiplicazione)
     
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