Un suono nella neve

PQ

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  1. LuckyDice
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    Hekisui's Ninja
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    Quindi mi stai dicendo che dovrai sterminare delle piccole e innocenti volpi? Sapevo che il nostro comando era pieno di stupidi tutti muscoli...ma che male possono fare delle volpi ad un paese?!

    Essendo una semplice missione mi confidai con il autoproclamato mastro armaiolo, anche lui era del mio stesso parere e trovava assurdo affidare una missione del genere ad un samurai, ma d'altronde ero tornata con una brutta ferita da una missione che si era rilevata più difficile del previsto e così i miei superiori avevano pensato bene a darmi un compito più facile per farmi riprenderci la mano.

    Sai Jiji...mi sono sempre chiesta, perché ti sei buttato sull'essere un fabbro? Cosa vedi nel metallo grezzo che ti attira così tanto?

    Il vecchietto mi guardo con uno sguardo gentile e dopo avermi fatto fermare si avvicinò ad un albero e tirò fuori uno dei coltelli che doveva vendere nel villaggio, anche se anziano e dalla apparenza poteva sembrare magro sapevo bene che quei vestiti larghi nascondevano un corpo forte e molto più muscoloso di qualsiasi samurai mio coetaneo, da solo riusciva a fare cose che i giovani che venivano ad allenarsi con me quando ero ancora una cadetta dovevano fare in tre, il nonno era ciò che si poteva definire 'la vecchia guardia'.

    Tutti possono fare un'arma, possono prendere un sasso e legarlo con una corda, possono far sbattere due sassi tra di loro per rendere quello più duro affilato...possono creare una miriade di armi dal nulla con tutto ciò che ci circonda..ma un fabbro, e non parlo di quelli farlocchi che vi danno le armi a voi samurai, un VERO fabbro quando tocca un pezzo di metallo lo percepisce, sente i suoi punti deboli, sente dove è più duro da battere, un vero fabbro percepisce queste cose e affida a quel singolo e grezzo pezzo di metallo il suo cuore, così da cambiare la sua forma fino a creare con quella ipnotica danza di scintille un qualcosa di nuovo, un qualcosa di bellissimo.

    Con un rapido fendente tagliò di netto un ramo dell'albero che aveva davanti a se.

    Ma per dare nuova vita a quel metallo devi dargli qualcosa in cambio...devi dargli te stesso, la tua anima, ogni creazione deve avere una parte del tuo cuore dentro di se e tu devi accettare quella spada nel tuo di cuore...caricandoti sulle tue spalle il fardello di tutte quelle vite che verranno prese per colpa della tua opera, questo è un fabbro per me..e per quanto riguarda il perché ho deciso di intraprendere quella via ormai tanti anni orsono...beh...mi piace stare al caldo e vedere lo spettacolo di scintille che creo ad ogni martellata!

    Quelle sue parole mi colpirono, e mi tornò alla mente quando il fabbro samurai Ren Natsume creò quelle armature, il nonno fu il primo a criticarlo perché secondo lui aveva perso ormai di vista il suo cuore e la sua essenza. Ryoga Watashi, un uomo rude ma gentile, un vecchio dal corpo muscolo e forte, una persona vissuta negli anni della guerra che aveva visto cose di cui avevo solo letto, era l'unico a parlarmi di mia madre ed era l'unico che si rifiutava di forgiare armi, ma era allo stesso tempo colui che aveva dato a mia madre la coppia di lame che custodiva nella sua casa da dopo la sua dipartita.

    Nonno...secondo te potrei anche io...

    Non ebbi il tempo di finire la frase, qualcosa si stava avvicinando a grande velocità al vecchietto che stavo accompagnando e mi accorsi di lui troppo tardi. Scattai lasciando un profondo solco nella neve, chiusi l'ombrello ninja che stavo usando per ripararmi dalla leggere fioccata primaverile e lo usai per bloccare la fauci della bestia che stava per assalire Ryoga, la belva che avevo dinnanzi a me era un animali che non avevo mai visto prima, grandi canini accompagnavano un verso profondo e di sfida, il pelo di un bianco sporco aveva delle macchie sulle zampe e da dietro la grande testa si intravedevano due lunghe code pelose, sembrava un cane o un lupo dalle dimensioni, ma il muso e il resto del corpo erano quelli di

    Ora capisco perché hanno problemi con le volpi

    Nonno indietreggia un po', ho bisogno di spazio!


    Non appena il vecchio fabbro si spostò tirai un calcio al ventre di quella volpe fin troppo cresciuta per destabilizzarla e subito dopo con tutta la forza che avevo la feci volare via, non avevo mai visto una cosa del genere ma la bestia che avevo davanti a quanto pare era il motivo della mia presenza, dopo aver riguadagnato spazio mi assicurai che non ci fosse nessuno nei dintorni ed afferrai l'ombrello con due mani portando le mani ad altezza viso e la punta rivolta all'animale per quanto bellissimo era pericoloso, fin troppo pericoloso per aver solo rovinato qualche campo.

    Ascolta la mia voce, vedi? Riesci a capirmi...quindi spiegami perché ci stai attaccando...e perché stai cercando di scacciare i contadini?

    Grrrrr...Aauuuuuh grrrr!
    Paura...odio...rabbia, queste erano le cose che si potevano comprendere dal suo stato e i suoi versi ai molti dei semplici suoni grazie alle mie orecchie e al mio sangue venivano tradotti in sentimenti e parole, aveva paura degli umani, provava odio verso di noi e rabbia, una rabbia profonda e radicata dentro di lui per noi umani e per le nostre armi

    Non posso darti torto, noi esseri umani siamo pessimi lo so, ma se vuoi possiamo arrivare ad un compromesso, posso convincere il villaggio a donarti del cibo ed un riparo durante le tormente, quindi ora calmati e parliamo!

    GRrrrrr! Waaaaaaaah


    La volpe iniziò a ringhiarmi contro e capii che non si poteva fare nulla, aveva un astio profondo verso noi esseri umani, ma tutto ciò che proveniva da lui era paura e odio, un odio viscerale e profondo come il mare. Molleggiai sulle ginocchia e dopo un piccolo scatto per accorciare le distanze esegui un fendente diagonale contro la fiera bestia, volevo finirla velocemente ed arrivare al villaggio per cercare di prendere più informazioni sul caso che mi era stato affidato, ma a quanto pare l'animale aveva già combattuto prima ed evitò il mio colpo con una facilità disarmante per poi saltarmi addosso con i suoi seppur corti affilati artigli, aprii velocemente l'ombrello e il suo peso mi fece per un attimo perdere l'equilibrio, quel tanto che gli bastò per farmi cadere sulle natiche, sentivo l'animale dimenarsi da dietro la protezione offerta dalla mia particolare arma e tutto quello che potevo era difendermi, finché non si fermò e si allontano a grande velocità, come se qualcuno gli avesse dato fuoco alla coda.
    Rimasi qualche secondo seduta e senza parole, mi aveva in pungo, poteva tranquillamente continuare ad attaccare, ma allora perché si era ritirata? La risposta arrivò a passo svelto e con il fiatone.


    Signor Ryoga da questa parte!

    Dalla direzione del villaggio arrivò un paffuto contadino, indossava vestiti pesanti e dalla sua stazza sembrava più un alto funzionario abituato ai banchetti piuttosto che un uomo dedito alla terra e al duro lavoro, la pelle liscia e senza un pelo sul mento erano circondati da un vecchio e logoro cappuccio dall'aspetto morbido e caldo, e per un secondo mi sembrò di vedere le stesse tonalità di colore della volpe che ci aveva attaccato, ma questo era impossibile, come potevano dei contadini senza nessun addestramento sconfiggere una bestia del genere?

    Vero?


    Alcune ore dopo

    L'uomo che si dimostrò essere il capo villaggio di quel piccolo paesino mi spiegò che da settimane le grandi volpi della valle si erano spostate verso i confini della città mostrando una aggressività inaudita e immotivata, secondo loro il motivo era la mancanza di cibo, tutto filava ed era anche una possibile causa, chiunque avrebbe dato retta a quei poveri contadini, chi avrebbe mai potuto contestare le parole di alcuni esseri umani dopo essere stati attaccati da un esemplare di quella rara razza? Ovviamente la risposta tanto banale quanto semplice

    Ed è per questo che avete richiesto l'intervento di un samurai giusto? Per poter scacciare con la forza quelle bestie... mi lasci fare, troverò una soluzione!

    Non appena uscii dal nostro piccolo incontro mi ritrovai con il nonno Ryoga nella taverna dove saremmo stati per tutto il tempo della nostra permanenza.

    Cucciola di metallo, cosa ti da pensiero?

    Sospirai lentamente

    Non era affamata, era incazzata, e tanto...



    Edited by LuckyDice - 11/3/2024, 23:04
     
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2 replies since 8/10/2022, 07:26   135 views
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