Del Fuoco e dell'Acqua

Echtelion Vs Genma

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    "Chi sia io non è importante - è il mio messaggio ad esserlo."

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    ◊ Capitolo I - Lo Straniero




    Scheda - Parlato - Pensato
    Kirigakure - 10.00AM - Campi d'Addestramento


    La pioggia non smetteva di cadere rapida e inarrestabile al di là del portico, oltre li finestre di casa mia, in una zona medio borghese del Villaggio della Nebbia, Kiri.
    L'avevo acquistata a fatica grazie a un sostegno economico della Banca della Nebbia, la più grande istituzione bancaria del villaggio, usando come garanzia la poca eredità materiale che mi aveva lasciato mia madre qui al villaggio, prima di partire.
    Non era niente di che, però era casa, con tutto quello che ne consegue; un luogo sicuro dove rifugiarmi quando ne avevo abbastanza del mondo esterno, e un luogo che mi ispirava sicurezza e stabilità.
    La colazione fù rapida e povera, due uova fritte e il mio gulty plesure preferito, una grossa lattina da 500ml del mio energy drink preferito, il carico di zuccheri era elevatissimo, ma cazzo se mi piaceva.



    Il programma della giornata era semplice, al pomeriggio avrei avuto un addestramento speciale con il sensei e il resto della squadra, ma la mattinata era vuoto, e nonostante fuori il freddo cominciasse a farsi pungente, non avevo intenzione di rimanere a casa con le mani in mano, volevo provare qualche nuova tecnica che, ancora, non avevo avuto l'occasione di provare sul campo nell'ultima missione.
    La mia destinazione sarebbe dunque stata il campo d'addestramento più vicino a me, ossia quello posto non lontano dal cancello ovest del villaggio. vicino alle grandi fontane che abbelliscono la via principale che porta verso il palazzo del Kage.
    Afferrai di fretta la mia spada e la posi nel suo fodero, agganciandola dietro la schiena e prendendo poi il resto dell'attrezzatura più leggera, lasciando a casa tonici e quant'altro.
    La mia forza fisica ancora non mi permetteva di portare quella spada al fianco, perchè troppo grossa e sbilanciante, ma ero certo che prima della fine dell'anno sarei riuscito a portarla al fianco sinistro senza troppi problemi, era solo una questione di abitudine.



    Uscii senza curarmi della pioggia, tirai sù il cappuccio per coprire i miei capelli argentei e mi dipartii dal portico di casa, la destinazione distava solo 10 minuti a piedi, e confidavo nelle previsioni del meteo viste la sera prima, che davano pioggia solo fino alle 10, e poi solo nuvoloso.
    Mentre camminavo, riflettei su quello che mi aspettavo da questo allenamento, su quali punti avrei preferito concentrarmi, e quali fossero le mie maggiori lacune, identificandole principalmente nel combattimento corpo a corpo, nel quale ancora scarseggiavo, preferendo tenermi a distanza e combattere mantenendo un certo distacco.
    Riflettei anche sul fatto che non avrei potuto esagerare, poiché le mie peculiari capacità magiche avrebbero potuto ferire gravemente il mio avversario, cosa di cui normalmente non mi preoccuperei troppo, ma essendo un mio connazionale non avrei mai esagerato volutamente.
    In me anche non si dica giunsi al campo d'addestramento tanto agognato, posto vicino al cancello Ovest del villaggio, il più trafficato per commercio e turismo.
    Mi addentrai dentro di esso ma non vi trovai quasi nessuno, soltanto alcuni ragazzi che andavano via e un piccolo gruppo accompagnato dal loro capo squadra, forse intenti a provare alcune strategie interne.
    Non mi persi però d'animo, e appoggiato a un muro laterale della struttura, attesi che qualcuno si facesse vivo per lanciare un guanto di sfida.



    ◊ Resistenza 500
    ◊ Stamina 500
    ◊ Equipaggiamento
    - Nodachi [Dietro la schiena]
    ◊ Conoscenze e Maestrie
    - Tecniche e del Chakra [LV.III]
    - Arte Suprema del Acqua [LV.II]
    - Induzione venefica [I]
    --------------------------------------------------- »

    Azioni





    Edited by Revan - 8/10/2022, 19:00
     
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    Da quando si era guadagnato quel coprifronte, che vestiva insolitamente a mo' di bandana con la placca simboleggiante Hekisui a protezione della nuca, era stato costretto a lavorare in continuazione, sbrigando molteplici incarichi e dandosi da fare come meglio poteva.
    D'altronde essere un militare in un paese piegato, ma non spezzato, dalla guerra non comportava solamente il prestigio e l'ammirazione da parte del popolo nei confronti di coloro che avevano votato la loro vita per difenderli; alle nuove leve, che per regolamento non potevano lasciare il villaggio in autonomia, era stato affidato il compito di velocizzare e facilitare quanto più possibile la fase di ricostruzione della Capitale.
    Qualche membro della sua classe aveva accettato quel ruolo come un grande privilegio, essere protagonisti nella rinascita della propria Casa, della propria Nazione, poteva essere considerato il coronamento dei loro sogni, la risposta alla comune domanda sul perchè avessero scelto quel tipo di vita; altri invasati invece soffrivano il fatto che molto del loro tempo era "rubato" per quelle missioni, tempo che avrebbero preferito impiegare negli allenamenti.
    Perchè una volta ottenuto il coprifronte, gli Shinobi sembravano cadere inesorabilmente in una spirale di assuefazione al potere e alla forza ed erranti in questo perpetuo craving, tentavano di accrescere le loro capacità potenzialmente all'infinito.

    Siamo arrivati, quello è il porto di Kiri. Mi passeresti la valigietta?

    La voce baritonale del Jonin di Hekisui notificò l'ovvio al giovane Genin che teneva la testa poggiata sul grezzo legno che delimitava il fianco dell'imbarcazione che avevano noleggiato per il tratto di viaggio marittimo.
    La valigia nera era tra le sue gambe, e il suo arduo compito era stato quello di proteggerla e custodirla, visto che qualche malintenzionato avrebbe potuto tentarne il furto. A parte le poche persone incontrate nei piccoli paesini disposti lungo il loro sentiero, la coppia non si era imbattuta in anima viva.
    Con un pigro gesto della mano, le dita si intrecciarono nella maniglia apposita e dunque allungò il prezioso oggetto al suo mentore: quasi non ricordava il nome del superiore titolare della missione, questi infatti dopo pochi tentativi di socializzare con il ragazzo in maniera infruttuosa, anche lui si era ritirato in un silenzio ermetico, spezzato solamente dalla comunicazioni di ordini o indicazioni che il suo adepto era tenuto a seguire.
    Era oramai passata più di una settimana dalla loro partenza, e solamente un paio di volte la curiosità di sapere cosa celasse quell'involucro di pelle scura si era fatta viva in due, massimo tre occasioni: forse la loro missione consisteva nel trasportare un rotolo di un Justu segreto, magari soldi, oppure dei piani militari. Le opzioni erano molteplici, era in quei momenti di profonda noia il ragazzo si era perso nel fantasticare, cercando almeno nella sua mente di elevare e il mortorio di quella missione.
    Una pallida e vaga silhouette del sole si intravedeva tra la coltre spessa di nubi che tanto caratterizzavano il Villaggio del Kirigakure, un paese per molti aspetti molto simile ad Hekisui (e precedentemente a Taki), primo tra tutti l'affinità e l'importanza che l'Acqua ricopriva come elemento dominante, ma che per altri sembrava il luogo opposto, clima in primo luogo.
    L'orologio affisso accanto al timone e alla postazione di comando riferiva che erano quasi le 10 del mattino e, con una precisione a dir poco sorprendente, il capitano della nave aveva annunciato che avrebbe smesso di piovere e che forse sarebbero stati sufficientemente fortunati da essere accolti da qualche raggio di sole.

    La nave ci aspetta qui nel primo pomeriggio per riportarci indietro, verso la terra del Fuoco. Consegniamo il pacco e poi potremo riposarci e prepararci per il rientro..

    Si, qui nel pomeriggio. Ciao!

    Afferrò il visto temporaneo per la sua permanenza a Kiri e quindi piegò verso Ovest. Da bambino era stato un paio di volte nel Villaggio, ma forse era troppo piccolo per ricordarsene o comunque il profilo urbano era cambiato radicalmente nel corso degli anni, rendendo l'ambiente circostante estraneo e potenzialmente ostile. Ricordava però che verso Ovest, nei pressi di uno degli ingressi principali per la città, si snodava una delle arterie più trafficate, un vero e proprio melting pot di culture, ognuna delle quali intenta a strappare l'affare del secolo o a concludere le proprie vendite ricavando il maggior profitto.
    Non aveva desiderio di mischiarsi in quel fiume di persone, bensì di ritirarsi in un confortevole isolamento, prendere il suo libro e leggere.
    Il luogo anelato appariva proprio come la sua mente glielo aveva fatto pregustare: lievemente in disparte rispetto la strada asfaltata e protetto da un'alta recinzione, quel campo di addestramento sembrava il luogo perfetto per la sua siesta mattutina, visto che era in pratica deserto, se non per un team di 4 elementi, intenti a lavorare e perfezionare il loro lavoro di squadra, e un ragazzo dai capelli bianchi, parzialmente coperti da un cappuccio di tessuto, che nonostante fosse a debita distanza, poggiato contro un muro, lo guardava intensamente, uno di quegli sguardi che preludono a qualcosa, a una sfida che Genma non aveva per nulla voglia di accettare,
    Ignorando lo sguardo dell'uomo, seppur cercando di monitorizzare ogni dettaglio dell'ambiente e delle azioni a lui circostanti, il giovane guadagnò il posto su una panchina di legno, quindi prese il suo libro e cominciò a leggerlo distrattamente.


    Mi si stanno chiudendo gli occhi, ma almeno ho postato.
    Ps: nel prossimo tuo post direi di iniziare a menarci, anche se in questo primo giro formalmente non ci siamo accordati
    pss: finchè non mi aggiornano la scheda, non posso andare avanti più di questo post introduttivo!
     
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    ◊ Capitolo II - Fuoco e Acqua

    Scheda - Parlato - Pensato
    Kirigakure - 10.15AM - Campi d'Addestramento

    Come previsto, la leggera ma costante e pungente pioggia andò a poco a poco diminuendo, fino ad estinguersi dopo poco più di 10 minuti che ero giunto al campo d'addestramento.
    Un timido sole stava facendo capolino dalle nuvole alte e veloci, sospinte dal vento autunnale verso ovest, ed io mi guardavo attorno nella speranza che, prima o poi, un giovane shinobi mio pari sarebbe giunto in cerca della stessa cosa che andavo cercando io; ma più i minuti passavano, più la mia speranza andava affievolendosi, e non essendo io una persona paziente...anzi...stavo quasi per lasciar perdere, e tornare a casa per prepararmi all'allenamento pomeridiano con la squadra.
    La sorse parve invece sorridermi quando, di punto in bianco, un giovane ragazzo di circa 14 anni o giù di li entrò dal cancello principale, con uno spiedo di metallo in bocca, come quelli utilizzati di sovente dagli shinobi, ed un libro sotto mano.
    Lo seguii con lo sguardo, mentre mi camminava davanti a diversi metri di distanza, e notai che, con la coda dell'occhio, anche lui osservava me, come se fosse dubbioso delle mie intenzioni.
    Andò dunque a sedersi su una panchina poco distante da me, una che avevo evitato accuratamente perchè bagnata fradicia, ma a lui non pareva importare molto di bagnarsi il sedere.
    Era molto più giovane di me, questo era palese, e normalmente avrei atteso che qualcun altro varcasse quel cancello per sfidarlo, magari qualcuno della mia stessa età o giù di li, ma il tempo non era clemente quel giorno, e non avevo molto tempo a disposizione per aspettare.

    «Perchè no...»

    Con un colpo di reni mi rimisi dritto dalla posizione appoggiata che avevo tenuto fin'ora al muro di nuda pietra, rimuovendo la spada che portavo dietro la schiena e ponendola nella mano sinistra, appoggiandola alla spalla e facendo sporgere di molto l'elsa sopra la mia testa, era un arma pesante, e portarla sempre sulla schiena mi stancava.
    Feci qualche passo verso di lui, e dalle spalle che mi dava potei notare che era castano di capelli, e una volta che gli ebbi girato attorno da sinistra, potei notare che i suoi occhi erano dello stesso colore dei miei, ambrati scuri, e che il suo coprifronte non era di Kiri.

    «Hekisui eh? Sei molto lontano da casa, cosa porta un genin così lontano da casa in tempi così grigi? Se posso ovviamente»

    Chiesi, sinceramente curioso della risposta, giacchè non è cosa comune vedere un genin di un paese così distante in un campo di addestramento di Kiri.

    «In ogni caso...il mio nome è Echtelion, e ti dò il benvenuto a Kiri, se qualcun altro non te l'ha già dato formalmente.»

    Dopo aver udito la risposta del giovane shinobi, incalzai con la mia proposta, speranzoso di ricevere una risposta affermativa.

    «Voglio farti una proposta, ero venuto qui per allenarmi con qualcuno questa mattina, ma ti sei presentato solamente tu...quindi che ne dici, un po di movimento prima di tornare a Hekisui? »

    Attesi la risposta del giovane, che in fine fu affermativa.
    Anche se non pareva morire dalla voglia di farlo, si alzò dalla panchina e mise a posto il suo libro, mettendolo al riparo per evitare che si danneggiasse, e ci portammo entrambi al centro della zona d'allenamento, lontano dal gruppo di 4 genin e dal muro perimetrale.
    Dieci metri ci distanziavano l'uno dall'altro, io sollevai con forza la mia Nodachi e, con altrettanta forza, la conficcai nel terreno per circa 50 cm, ancora nel fodero ovviamente, a sufficienza per tenerla dritta senza doverla sdraiare a terra.

    «Questa non credo che mi servirà..»

    «Buona fortuna allora, cercherò di contenermi se vedo che non reggi il ritmo.»

    fu24wa
    Con la spada ben salda nel terreno, la mia mano destra si mossero rapida, componendo sigilli senza l'ausilio della sinistra; i 7 sigilli che ne seguirono trasformarono il mio respiro in fuoco, mentre cercavo di incanalare quanto più chakra katon nei polmoni.
    Quello che ne risultò fu il tentativo di scagliare una Palla di Fuoco a piena potenza dritto davanti a me, verso il giovane shinobi di hekisui.
    Era una tecnica di medio livello, niente di impensabile o letale qualora fosse andata a segno, ne conoscevo di molto più letali, ma fare del male al giovane non era certo il mio intento.
    Subito dietro la palla di fuoco, idealmente mentre essa viaggiava verso il giovane shinobi, il mio chakra suiton si sarebbe disperso nell'aria, generando 8 agglomerati di acqua che avrebbero preso la forma di shuriken liquidi, che, vorticando a grande velocità, avrei poi tentato di scagliare in scia della palla di fuoco dritti verso il giovane di hekisui.

    Un attacco semplice e lineare, non mi sarei spinto oltre senza prima saggiare le capacità del mio avversario.

    «Vediamo cosa sai fare ragazzo...»

    ◊ Resistenza 500
    ◊ Stamina 500-19= 481
    ◊ Equipaggiamento
    - Nodaichi [A terra]
    ◊ Conoscenze e Maestrie
    - Tecniche e del Chakra [LV.III]
    - Arte Suprema del Acqua [LV.II]
    - Induzione venefica [I]
    ◊ Bonus/Malus Attivi
    - Jutsu Suiton costano 10 meno e hanno 10 raggio in più [Adepto dell'Acqua]
    --------------------------------------------------- »
    Azioni
    Palla di Fuoco Suprema [18]
    Arte dell'Acqua: Shuriken Acquatico [1]



    Edited by Revan - 8/10/2022, 19:00
     
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    L'umido campo di allenamento del Kirigakure si stava giovando di timidissimi raggi di sole che non sembravano aver voglia di scansare la fitta coltre di nubi che ingrigiva perennemente il clima di quel Villaggio: se per il giovane sembrava essere poca cosa, per gli autoctoni quella tregua dalla pioggia era apprezzata e lodata come un dono divino, a giudicare dalla contentezza e dallo stupore mostrato da uno dei tre Genin alla mercè del loro Jonin: aveva speso qualche minuto ad osservare il maestro spiegare loro chissà quale tattica, o magari illustrare loro un nuovo allenamento o magari fare un debriefing sulla loro ultima missione. I pupilli ascoltavano assorti ciò che stava dicendo loro, infatiati come in una sorta di reverenziale adorazione.
    Il Genin poteva solo immaginare quel tipo di relazione e quel tipo di dinamiche, perchè da quando si era diplomato non era mai stato assegnato ad un Team in maniera stabile, tanto da poterlo sentire suo come gruppo di appartenenza; allo stesso modo la sua formazione non era stata affidata ad un singolo soldato bensì l'incombenza veniva passata di persona in persona per il limitato intervallo di tempo dettato da una missione o da una sessione di allenamento obbligatoria.
    Questa formazione poco ortodossa non era frutto di una cattiva gestione della didattica o del disinteresse del Kage e del governo nell'educazione della nuova leva militare del Villaggio, ma dalle mere esigenze e dalla scarsità di risorse, economiche e umane, a disposizione del Capo Villaggio per questa funzione: la guerra aveva colpito Hekisui e l'aveva fatto in maniera dura, tanto da mettere in crisi il saldo sistema militare che si era instaurato negli anni, costringendo il Villaggio a revisionare la classica formazione di squadre fisse composte da tre novizi guidate da un Jonin.
    La penuria di questi soldati di alto livello faceva sì che questi dovessero essere impegnati in incarichi delicati e non potessero essere lasciati di stanza in madre patria ad occuparsi della formazione delle nuove leve; un sistema un po' caotico di rotazione tra Shinobi di vari livelli permetteva di garantire un'appena sufficiente risposta alla "domanda" incessante di missioni.

    Hekisui eh? Sei molto lontano da casa, cosa porta un genin così lontano da casa in tempi così grigi? Se posso ovviamente[
    In ogni caso...il mio nome è Echtelion, e ti dò il benvenuto a Kiri, se qualcun altro non te l'ha già dato formalmente.


    Alla fine era successo. Ma era fin troppo prevedibile: lo sguardo dell'uomo era così intenso e penetrante che era chiaro che a breve avrebbe attaccato briga, arrivando ad una semplice e scontata conclusione, almeno per quelli che come loro avevano scelto quel tipo di vita, ovvero combattere.

    Cosa ti fa pensare che io sia un Genin?
    Genma... qualcuno giù al porto deve avermi già dato il benvenuto, comunque grazie..


    La conversazione prese poi la piega che il giovane della Cascata avrebbe voluto tanto evitare, ovvero quel guanto di sfida che sembrava tanto interessare al Kiriano quanto non allo straniero. Ma ancora quello sguardo fermo che aveva malauguratamente incrociato non poteva essere in alcun modo dirottato altrove, non c'era nessun capro espiatorio nelle vicinanze.
    Riluttante, chiudendo con uno schiocco il libro che avrebbe desiderato di leggere, annuì alla proposta, cadendo come un fesso in una trappola che avrebbe dovuto saper evitare.
    I due guadagnarono il centro della loro personale arena: Genma ancora con le mani in tasca, incredulo e ancora non convinto sul da farsi, l'avversario tronfio del suo primo successo. Con un gesto plateale, conficcò la sua arma nel terreno, dichiarando di non averne bisogno durante lo scontro.

    Perchè questo dice tutto quello che pensa?

    Le danze ebbero inizio.
    Sfruttando una sola mano, l'uomo cominciò a comporre una serie di sigilli che, per un apprendista alle prime armi, non avrebbero assunto alcun significato poiché ognuna di quelle posizioni costituiva in realtà la "metà" della posizione canonica. Pecora, topo, tigre, ecc; simboli noti che però venivano storpiati in quella maniera bizzarra, ma utile poichè capace di veicolare l'arte magica anche senza l'utilizzo di entrambe le mani.

    Anche lui usa dei segni di fuoco!

    Se il Kiriano aveva usato solo una mano, il cervello di Genma era riuscito a ricomporre i pezzi di quel puzzle incompleto, riuscendo a decifrare la tecnica che di lì a poco avrebbe evocato espirando una massa enorme di fuoco. Fortuna vuole che anche lui conoscesse quel Justu e in un primo mento fu tentato di evocarlo lui stesso, in modo da mettere in scena, sin dal principio, uno scontro fra potenze magiche capace di decretare il vincitore.
    Scartò subito quel pensiero così primitivo e rude, poichè non particolarmente saggio e utile durante la battaglia: vuoi per l'età o per l'apparente migliore forma fisica, era decisamente probabile che il nemico fosse più vigoroso di lui e che possedesse più Chakra.
    Contro un avversario di cui non si conosce nulla, i libri di strategia consigliavano di studiarne e decifrarne forza e abilità, mantenendo inizialmente le distanze e sfruttando Jutsu capaci di eludere le difese del nemico, prima di attivare quelli più distruttivi.
    La palla di fuoco prese dunque forma e rapidamente aveva cominciato la sua corsa contro di lui.
    A questo punto Genma avrebbe concentrato il Chakra nelle mani e imponendole sul suolo, avrebbe rapidamente determinato una depressione dello stesso prendendo come epicentro i piedi del nemico, estendendosi per circa 7 metri di larghezza e per circa 20m in profondità, in modo da far sprofondare il nemico ed il suo Justu negli abissi: l'intento era quello di spezzare la traiettoria del lento attacco di fuoco e auspicabilmente farlo impattare ed esplodere contro un ostacolo fisso ravvicinato, causandogli dei danni da ritorno di fiamma (letteralmente).
    Notando che dagli abissi emersero degli Shuriken composti d'acqua diretti contro di lui, il Genin avrebbe impastato alto Chakra che, veicolato mediante quattro posizioni delle mani, avrebbe permesso lui di erigere un muro di difesa contro quei dardi.

    Che seccatura


    Riassunto Azioni


    Azioni
    • Grande Movimento del Cuore della Terra (Daichidōkaku)
    • Paramento Terrestre (Doryuu Heki)

    parametri
    Resistenza:300
    Stamina:400-35-18=347

    Maestrie e Abilità

    • Concentrazione del Chakra
    • Concentrazione Superiore del Chakra

    equipaggiamento
    # 1 Spiedo
    # 3 Shuriken
    # 2 Kunai

    Consumabili
    # 20m Filo Metallico

    Conoscenze
    • Militaristiche strategiche Liv II
    • Tecniche e del chakra Liv III

    note
    Togliamo un po' di ruggine! Spero vada tutto bene, le dimensioni di terra che "abbasso" è 7x7mx20m di profondità

     
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    Responso nr. 1


    Attacco Echtelion -:
    - Palla di Fuoco Suprema [Riesce per superiorità combattiva][Danno: 80] + ustione (+15 danni a turno, a partire dal prossimo)
    - Arte dell’Acqua: Shuriken Acquatico [Riesce per superiorità combattiva] [Danno: 63 +20 = 83]


    Difesa Genma -:
    - Grande Movimento del Cuore della Terra [Fallisce per inferiorità combattiva]
    - Paramento Terrestre [Fallisce per inferiorità combattiva]


    Danni:
    Echtelion: //
    Genma: 163


    Narrazione Turno:
    Kirigakure ospita - nel più classico degli scenari - l’improvvisato allenamento di due giovani leve. Da un lato chi calpesta abitualmente quella terra: l’esule Echtelion, dall’altro uno straniero: l’imperturbabile Genma. Il primo apre le danze da buon padrone di casa e l’accoglienza che vuole riservare al suo ospite è di quelle calorose. Infatti, dando sfoggio della sua abilità nella composizione dei sigilli si esibisce nella manipolazione del Katon per dar vita ad una Palla di Fuoco Suprema, tra le tecniche più conosciute del rispettivo repertorio elementale. Lo Shiranui analizza la situazione e punta sulla strategia, evitando per il momento il braccio di ferro. Sfortunatemente per lui, però, la rapidità d’esecuzione del suo avversario gode di un livello superiore e forse anche solo la minima esitazione finisce per tradirlo. Il globo infuocato lo travolge ed allo stesso tempo lo avvolge tra le sue roventi fiamme, per poi sbalzarlo ad un paio di metri più dietro. Il vestiario è compromesso e la pelle soffre per le ustioni; un duro esordio in quel di Kiri. Abbassar la guardia non fa per gli shinobi e la minaccia si presenta letteralmente al seguito. Proiettili d’acqua viaggiano a mezz’aria per raggiungere Genma, il quale ancora una volta si trova a dover subire l’attacco. Gli shuriken impattano con prepotenza su un corpo già martoriato e ne enfatizzano i dolori. Un vero incubo per il povero Genin che sarà costretto a reagire ed a sprigionare tutte le sue qualità per sovvertire una sorte già segnata.


    Situazione Finale:
    Genma soffre per gli attacchi e dovrebbe subire l’effetto delle scottature ma l'effetto del suiton gli torna utile..più o meno.. :uuh: 15 metri vi distanziano. Attacco a Dan.


    Commenti Arbitro:
    Un primo turno essenziale con una buona qualità di role. Non ho grandi commenti da fare se non suggerire a Revan di rileggere con più attenzione il post ed a Dan di non lanciarsi in congetture sull’organizzazione politica del suo villaggio.

    PS: Revan non sai neanche tu come si scrive il nome del tuo pg… nel nome scheda è scritto in un modo, nel titolo e nelle descrizioni in un altro. :facepalm:

    Edit: ho aggiornato il danno degli shuriken e di conseguenza quello totale. Dan se intendi andar per vie fisiche dovrai tenere in considerazione gli abiti (o quel che ne rimane) inzuppati.


    Edited by ¬Seto - 14/10/2022, 15:09
     
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    Una sconfitta su tutti i fronti.
    Non c'era altro modo per descrivere il primo round di quello scontro, un susseguirsi di pochi ma concitati eventi tutti risoltisi a sfavore dello straniero.
    Riflessioni, analisi e strategie: tutto ciò che la sua mente aveva elaborato era stato surclassato dal Kiriano con relativa facilità, rendendo ogni sforzo ed ogni sua resistenza vana.
    Forse solamente su una cosa aveva indovinato: il suo avversario era più forte di lui, e gli esiti che portava sul suo corpo ne testimoniavano la veridicità.
    Il globo infuocato, che più volte lo aveva aiutato in numerose situazioni avverse, lo aveva colto di sopresa ed investito in tutta la sua potenza, esplodendo contro la sua pelle ed i suoi vestiti, bruciando doloramente la carne e marchiandola con vaste aree eritematose.
    L'impatto lo sbalzò di qualche metro più indietro facendolo rotolorare contro il terreno umido, fattore che giocò a suo favore poichè aveva reso l'urto meno violento e traumatico: brandelli della sua giaccia giacevano morenti in terra, la manica destra della sua giacca era oramai un lontano ricordo, la sinistra era riuscita in qualche modo a salvarsi dallo sterminio, mentre per il resto del tessuto era sostanzialmente integro se non per qualche foro causato da lapilli incandescenti generati dal Jutsu rovente.
    Il ragazzo non fece in tempo a rimettersi in piedi che una salva di proiettili acquatici cozzarono contro il suo corpo sofferente, violenti come macigni, costringendolo letteralmente ad inginocchiarsi dinanzi a tale superiorità dell'avversario nelle arti magiche.

    Merda..

    Il ragazzo guadagnò nuovamente la posizione eretta, le gambe tremavano e i muscoli si contraevano spasmodicamente nei punti che erano stati presi di mira dal Ninja dell'Acqua. Lo spiedo era ancora tenuto saldo tra i suoi denti, il suo sguardo invece tradiva un momento di esitazione, di timore.
    Se ogni Shinobi fosse tenuto a documentare tutte le proprie attività correlate al lavoro, compresi allenamenti, Justu, missioni ecc, quello attuale era il suo primissimo scontro contro un avversario di un altro Paese e non supervisionato da un superiore: ovviamente in Accademia, o con i suoi genitori, aveva avuto modo di testare le sue capacità in confronti amichevoli, mai invece aveva avuto modo e possibilità si battersi contro uno straniero o comunque contro un avversario, secondo le regole dei "grandi", degli Shinobi.
    Stava pagando quel debito col proprio sangue, d'altronde la dura realtà non è mai stata un creditore generoso.

    Se incasso un altro colpo del genere, sono finito. Quel tipo è troppo più forte di me.. sembra non aver faticato nemmeno un po' per eseguire quei Justu, chissà di cosa è veramente capace.
    Forse dovrei arrendermi..


    Sei debole, Genma! Lasciami "entrare"..

    No! Lasciami stare..

    Una voce sinistra e tagliente riecheggiava nelle orecchie dello Shinobi, ma non era la voce di un estraneo, era la sua voce ad aver assunto quell'intonazione e quelle note più cupe.
    Strinse la testa tra le sue mani, dandosi ogni tanto dei colpetti come a voler cacciare quell'estraneo dalla sua coscienza, i suoi occhi e il suo volto contratti in una smorfia di fatica. Dall'esterno probabilmente appariva semplicemente come uno sofferente per le ferite ricevute, sebbene la causa del suo malessere trascedesse il piano fisico.
    Aprì gli occhi e fissò la pozza d'acqua ai suoi piedi, esiti dello sgocciolamento di uno quei Shuriken che lo avevano colpito e inzuppato: a rispondere e a sostenere lo sguardo c'era "Genma", anche se la persona riflessa sembrava una versione più violenta e malvagia di lui.

    Tu non puoi farcela... IO posso salvarci, ma devi lasciarmi il controllo..

    Ho detto di no! Vattene!

    Fanculo, questo non è solamente il tuo di corpo!

    Quel volto riflesso nell'acqua, quel diverso taglio di occhi, più duro e crudele, e quel ghigno beffardo presero possesso del volto del ragazzo, plasmandolo in maniera sostanziale e fornendogli un aspetto che un famialiare o un amico avrebbe di certo identificato come diverso, uno straniero avrebbe avuto maggiori difficoltà.

    Illusione Demoniaca: Tecnica della Discesa Infernale (Magen: Jigoku Gouka no Jutsu)

    Avrebbe composto rapidamente i sigilli, tentando di intrappolare l'avversario nel suddetto Genjustu, non ambendo a mandarlo KO poichè non era così esperto nelle arti illusorie, piuttosto sperava che la visiome angosciante gli facesse perdere per un attimo la concentrazione, in modo tale che lui potesse continuare la sua offensiva dapprima mimetizzandosi nella roccia sfruttando i suoi Ninjustu Doton, dopodichè si sarebbe avvicinato di qualche metro guadagnando il fianco dell'avversaio, quindi sarebbe riemerso per evocare la sua tecnica di Fuoco più letale, nascondendo all'interno delle cinque teste di drago una piccola arma tagliente, in modo da aumentarne il potere offensivo.
    Non contento, avrebbe sfruttato l'elemento Terra per cercare di danneggiare e intrappolare totalmente il suo avversario in una tomba di pietre e detriti,
    una tetra bara di roccia difficilmente infrangibile dall'interno, in modo da recuperare e addirittura mettersi in testa in quella competizione a due.




    Riassunto Azioni


    Azioni
    • Illusione Demoniaca: Tecnica della Discesa Infernale (Magen: Jigoku Gouka no Jutsu)
    • Tecnica del Nascondersi nella Roccia (Iwagakure no Jutsu)
    • Tecnica della Melodia del Drago di Fuoco (Ryuuen Houka no Jutsu)
    • Arte della Terra: Pietre Volanti (Doton: Tobi Tsubute)

    parametri
    Resistenza:300-163=137
    Stamina:347-10-18-70-35=214

    Maestrie e Abilità
    • Concentrazione del Chakra
    • Concentrazione Superiore del Chakra

    equipaggiamento
    # 1 Spiedo

    Consumabili
    # 20m Filo Metallico

    Conoscenze
    • Militaristiche strategiche Liv II
    • Tecniche e del chakra Liv III

    note
    Penso sia abbastanza chiara come offensiva. Pardon per lo sproloquio sul villaggio, mi era partito il flusso di pensieri!

     
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    ◊ Capitolo III - Contrattacco?

    Scheda - Parlato - Pensato
    Kirigakure - 10.30 - Campo d'Addestramento

    Rapida e inarrestabile, la sfera di fuoco si abbatté sullo shinobi di Hekisui come previsto, le sue dimensioni erano notevoli, così tanto che, in linea retta, la sua figura si era eclissata dietro il perimetro della sfera stessa, e solo dopo che essa aveva colpito il bersaglio, dissolvendosi e incenerendo tutta l'erba circostante, potei vedere con chiarezza il corpo del ragazzo, colpito prima dal mio jutsu di fuoco, e in secondo momento dagli shuriken d'acqua, che a poco in realtà erano serviti, giacché il suo corpo pareva più danneggiato dal fuoco che dall'acqua.
    I suoi indumenti erano bruciati quasi interamente, solo una manica, i pantaloni e qualche altro pezzo di stoffa si erano parzialmente salvati, e comunque anch'essi erano sbrindellati e anneriti dal fumo scaturito dal contato con il fuoco.

    «Non preoccuparti, sono ustioni leggere, niente che un pò di crema e aloe non possano lenire»

    Lo sguardo sul volto del ragazzo era incerto, forse timoroso, forse spaventato, forse arrabbiato; difficile capirlo dato che di lui sapevo solamente il nome, ma se la luce nei suoi occhi era quella del timore, il suo prossimo attacco sarebbe stato cauto e calcolato, impaurito dal possibile esito delle sue azioni, mentre se nei suoi occhi brillava la rabbia, avrei fatto bene a prepararmi a una controffensiva potenzialmente pericolosa.
    Egli taceva, le sue gambe tremavano leggermente e i suoi muscoli si stavano riassestando dalla botta che aveva subito; tra me e lui vi erano approssimativamente una decina di metri, forse di più.
    La mia spada era vicino a me, a pochi metri ancora conficcata a terra, e più guardavo quel ragazzo, che adesso fissava una pozza d'acqua ai suoi piedi con insistenza, apparentemente assortito nei suoi pensieri e non curante della mia presenza, più nel mio animo qualcosa cominciava a mutare, qualcosa mi consigliava di non allontanarmi troppo da essa, perché forse mi sarebbe servita per difendermi.

    «A cosa starà pensando?...»

    Pareva essersi estraniato dal mondo terreno, se non fosse stato fisicamente davanti a me avrei potuto giurare di essere solo in quella radura umida e bagnata, persino i tre genin adesso se ne erano andati, lasciandoci soli al nostro allenamento.
    Prese poi a stringersi la testa tra le mani, e a picchiettarsela come si fa con un cocomero per vedere se è maturo; ammetto che mi preoccupai leggermente, forse il colpo che gli avevo inferto era stato troppo?
    Stavo quasi per sincerarmi delle sue condizioni quando, all'improvviso, egli alzò lo sguardo dalla pozzanghera d'acqua stagnante, ma qualcosa in quegli occhi era cambiato.
    Una smorfia, simile a un ghigno malefico si palesò sul suo viso, mentre mi fissava dritto negli occhi, occhi che parevano diversi da pochi minuti prima.
    D'improvviso, cominciò a comporre sigilli più o meno rapidamente, cinque sigilli che non feci in tempo ad analizzare, poiché la mia attenzione fu attratta dal cielo diventare improvvisamente scuro, tranne che per una luce lontana, che improvvisamente si fece enorme per dimensione e luminosità.
    Una colossale sfera di fuoco si generò sopra di me, e in un attimo mi fu addosso, colpendomi dall'alto e irradiandomi col suo calore e le sue fiamme, non potei fare nulla per impedirlo, solo sottostare alla magnificenza di quel sole in miniatura che mi colpiva, bruciandomi le carni e i vestiti, e chiusi gli occhi per lo spavento.
    Il terrore si impossessò di me per un istante, quello in cui percepii il fuoco della sfera pervadere il mio corpo, ma quando riaprii gli occhi mi resi conto che attorno a me non c'era segno di tale impatto, nè il mio corpo bruciava insistentemente come avevao immaginato poc'anzi.

    «Un genjutsu...»

    Mi resi conto del trucco mentale troppo tardi, pochè lo shinobi di Hekisui era scomparso dal mio campo visivo, probabilmente aveva sfruttato quel jutsu come diversivo, non diversamente da come avrei fatto io con un altro genjutsu di mia conoscenza.
    Portai le mani una vicino all'altra davanti al petto, pronto a difendermi fisicamente da qualsiasi attacco egli volesse sferrare corpo a corpo, quando un rumore di pietra spaccata in due irruppe dal mio fianco destro, a circa 10 metri da me.
    Era ovviamente Genma, che riemergeva da sotto terra balzando in aria, e andando a comporre nuovamente un sigillo, quello della Tigre; un sigillo utile per molte tecniche di elemento katon [Tecniche e del Chakra III], molte delle quali conoscevo bene.

    «Non sarà....no!»

    Di tutte le tecniche che mi sarei aspettato, la Melodia era l'ultima della lista, non di certo una tecnica da utilizzare in allenamento! Potenzialmente fatale se chi la utilizza possiede una densità di chakra molto elevata, e nelle mani sbagliate è una vera macchina di morte su larga scala, dovevo difendermi rapidamente e a tono, o avrei rischiato gravi ustioni, anche di terzo grado.
    Quella tecnica era anche nel mio di repertorio, tuttavia mai mi sarei sognato di utilizzarla in circostanze comuni, e nonostante avrei potuto utilizzarla adesso per contrattaccare, il rischio di danneggiare ulteriormente le ustioni di Genma era troppo alto.

    «Sei un pazzo ragazzo!»



    Le mie mani si mossero insieme questa volta, e a una velocità impressionante, dato il gran numero di sigilli che la tecnica scelta per il contrattacco necessitava.
    RBxSP7
    Non c'era acqua utilizzabile nelle vicinanze, ma questo non era più un problema, dato che ormai avevo padroneggiato talmente a fondo i jutsu suiton che potevo generare anche le più potenti delle tecniche del mio repertorio senza l'ausilio di acqua nei dintorni, a esclusione di alcune.
    Quarantaquattro furono i sigilli che tentai di compiere il più rapidamente possibile, se vi fossi riuscito, attorno a me si sarebbe generato un mulinello d'acqua turbinante, che avrebbe preso poi la forma di un lungo serpente d'acqua simile a un drago, che con la bocca spalancata si sarebbe diretto verso il mio avversario, per entrare in contrasto con le teste di drago fiammeggianti, con le quali Genma stava tentando di colpirmi.
    Il mio intento era quello di disintegrare le teste di drago con il mio jutsu Suiton, qualora vi fossi riuscito, avrei annullato l'offensiva avversaria senza dover fare uso della sua stessa tecnica, e senza ricorrere alla mia micidiale Kekkei Genkai.
    A prescindere dal risultato di quella difesa, la mossa successiva di Genma fu quella di sollevare vari detriti di roccia davanti a lui, sollevando il braccio per poi direzionarli verso di me, puntando con il palmo della mano nella mia direzione.

    «La Tobi Tsubute, vuoi fare sul serio...»

    La mia vasta conoscenza dell'arsenale magico [Tecniche e del Chakra III] degli shinobi, che avevo maturato in anni di studi ed esperienza sul campo mi permise d'identificare quella tecnica, la verso cui risposta sarebbe stata semplice e diretta.
    Avrei infatti tentato di trasmutare il mio corpo in acqua poco prima che le rocce potessero colpirmi, così che esse mi avrebbero idealmente attraversato senza danneggiarmi, il mio corpo a quel punto, se vi fossi riuscito, sarebbe stato una pozza d'acqua non dissimile da quelle che adornavano il campo di battaglia tutt'attorno a noi.


    ◊ Resistenza 500
    ◊ Stamina 481-8-40= 441
    ◊ Slot Acqua [46/55]
    ◊ Equipaggiamento
    - Nodaichi [a Terra]
    ◊ Conoscenze e Maestrie
    - Tecniche e del Chakra [LV.III]
    - Arte Suprema del Acqua [LV.II]
    - Induzione Venefica [I]
    ◊ Bonus/Malus Attivi
    - Jutsu Suiton costano 10 meno e hanno 10 raggio in più [Adepto dell'Acqua II]
    - Tecniche di elemento Acqua ricevono un bonus al danno e alla riuscita pari a +20 [Adepto dell'Acqua II]
    --------------------------------------------------- »
    Azioni
    Tecnica del Drago Acquatico [40] per contrastare il suo Katon.
    Sostituzione Acquatica [8] contro il jutsu Doton



    Per non rischiare di fare Meta, incasso il genjutsu :sisi:.
    Non hai specificato da che fianco mi stai attaccando, io ho messo destro, però se era sinistro modifico, anche se la difesa non cambierebbe.


    Edited by Revan - 17/10/2022, 11:51
     
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    CITAZIONE

    Responso nr. 2


    Attacco Genma -:
    - Illusione Demoniaca: Tecnica della Discesa Infernale [Riesce incontrastata] [Danno: 17]
    - Tecnica del Nascondersi nella Roccia [Riesce incontrastata]
    - Tecnica della Melodia del Drago di Fuoco [Scontro tra Jutsu] [Danno: 126]
    - Arte della Terra: Pietre Volanti [Fallisce per inferiorità combattiva]


    Difesa Echtelion -:
    - Tecnica del Drago Acquatico [Scontro tra Jutsu] [Resistenza: 142]
    - Sostituzione Acquatica [Riesce per superiorità combattiva]


    Danni:
    Echtelion: 17
    Genma: //


    Narrazione Turno:
    Genma è deciso a rifarsi, fors’anche per mancanza di alternative. Si rimette in piedi con qualche difficoltà mentre quel che rimane del suo vestiario sgocciola sul terriccio del campo di allenamento. I suoi occhi cambiano espressione, dettaglio ai limiti dell’impercettibile, sintomo di un moto interiore ambiguo e misterioso. Così lancia la sua offensiva con la più infida delle arti coinvolgendo il suo avversario in una visione allucinante, tanto verosimile quanto impattante. Echtelion è costretto a subire il Genjutsu. Una volta ripreso il contatto con la realtà non avrebbe più ritrovato lo Shiranui dinanzi a lui; questi infatti sgattaiola nel terreno per portarsi in una posizione di vantaggio. Riemergendo qualche istante dopo si esibisce nei sigilli necessari per affidarsi ad una delle tecniche più potenti del suo repertorio. Teste draconiche si ergono fameliche intorno a Genma e puntano il suo avversario con inesorabile ingordigia. Echtelion è costretto ad una difesa immediata. La sua scelta potrebbe risultar folle ai più, vista la quantità di sigilli richiesti, ma la sua preparazione nelle arti magiche - ed in particolar modo nelle tecniche Suiton - gli garantiscono la sicurezza necessaria per portare a compimento l’idea. Altrettanto maestoso e famelico, dalla tonalità e proprietà opposta, il Drago Acquatico serpeggia sul terreno e con coraggio sfida le fiamme. Lo scontro tra i jutsu è affascinante; la danza degli elementi libera del fumo al loro contatto e per il fuoco non c’è futuro. Ma Genma non ha intenzione di arrendersi e questa volta si avvale del Doton per scardinare il terreno e scagliare verso il padrone di casa una serie di grossi massi di terra. Il primo di questi impatta sul corpo di Ecthelion, il quale improvvisamente si sfalda in una pozza d’acqua rendendo vano l’ultimo discreto tentativo del suo parigrado.


    Situazione Finale:
    I due shinobi si distanziano di una decina di metri. Il suolo tra di loro è sconnesso. Attacco a Revan.


    Commenti Arbitro:
    Dunque…per quanto personalmente mi piacciano gli scontri accesi, devo vestirmi da arbitro ed ammonire il buon Dan. L’utilizzo di una tecnica S è un tantino sproporzionato rispetto all’occasione in cui i vostri pg (Genin) si trovano. Sappi che hai attirato l’attenzione dei kiriani e non ti lasceranno ulteriori libertà di questo tipo. Per quanto riguarda la role: ho considerato per un breve istante di farti fallire le azioni per la povera descrizione che ne hai fatto. Dovresti curare la parte del combattimento al pari di quella psicoattitudinale e non limitarti a citare superficialmente sigilli e descrizioni delle tecniche. Ricorda che stai ruolando un pg inesperto. Revan non ho molto da dirti se non che non devi specificare nel testo quando ti avvali delle conoscenze e, occhio anche a te, conoscere tutte le tecniche non fa del tuo pg un ninja senza esitazioni.

    Come vedete si tratta di sottigliezze perché so che potete migliorare ancora.
     
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    ◊ Capitolo III - Lama della Nebbia

    Scheda - Parlato - Pensato
    Kirigakure - 10.45 - Campo D'Addestramento

    Proprio come un fabbro che immerge un tizzone ardente nell'acqua fredda genera una coltre di vapore acqueo, così la danza dei nostri draghi, avvinghiati nell'aria uno nelle spire dell'altro, generò una vasta nebbia di vapore acqueo, che si espanse per circa 10 metri quadrati, prima di diradarsi con il vento che man mano stava salendo da Est.
    Quando la nebbia fu scomparsa, sul campo di battaglia il terreno era stato danneggiato dai detriti sollevati da Genma precedentemente, adesso ammassati dietro di me in maniera non ordinata.
    Io ero ancora una pozzanghera d'acqua limpida e fresca, del diametro di poche decine di centimetri, e mi spostai verso destra, accanto alla mia spada, posta a meno di un metro da dove mi trovavo al momento in cui i massi tentarono di seppellirmi vivo.
    Ripresi dunque la mia forma normale, dall'acqua si riformarono prima le mie gambe, poi il mio busto, e infine il mio viso, palesemente arrabbiato.

    «Quella tecnica poteva fare più danni di quello che immagini ragazzo, lo sai?!»

    Esclamai con tono irato, non avevo la ben che minima intenzione di rischiare la vita in un banale allenamento mattutino, ma il giovane pareva non preoccuparsi troppo della sicurezza e del buon senso, dato che quel jutsu poteva tranquillamente risultare fatale a un difensore meno preparato e reattivo.
    Genma non sembrava particolarmente turbato per l'avvenimento, forse era solo dispiaciuto di non avermi colpito come sperava.

    «Se io fossi stato meno esperto, forse adesso sarei in infermeria, o peggio...»

    Proseguii poi, passando una mano sopra l'elsa della mia spada, ancora saldamente conficcata nel terreno, adesso sconnesso e danneggiato dal combattimento.
    Il drago d'acqua era stata una mossa eccellente come difesa, e riutilizzarla in attacco sarebbe stato prevedibile ma efficace, ma più percepivo il freddo del metallo bagnato dell'impugnatura della spada, più nella mia mente prendeva forma il desiderio di brandirla, di sguainarla.
    La mia mano destra afferrò saldamente l'elsa della spada, e dalla manica del mio abito cominciò a fuoriuscire del vapore biancastro molto denso, che si liberava nell'aria sopra di me, per poi svanire nell'etere.
    Quando staccai la guardia dal fodero, un rumore di sgancio metallico risuonò nell'aria, mescolato al rumore sibilante del vapore che, nel frattempo stava fuoriuscendo dal mio corpo.
    Con 11kg di peso e 1.5 metri di lunghezza, la mia Nodachi era l'estensione stessa del mio corpo, avevo imparato a maneggiarla come un fabbro maneggia il suo martello...eppure sentivo che c'era ancora così tanto che potevo imparare; così tante tecniche da sperimentare e così tanti spadaccini con cui confrontarmi, non per ultimi i "7 leggendari", emblema immortale dei migliori spadaccini che Kiri avesse mai prodotto, tra i cui ex membri si annoverava anche l'attuale Mizukage.
    Con un colpo netto, estrassi il fodero dal terreno e lo impugnai a metà di esso nella mano sinistra, mentre la destra ora rimaneva libera.

    «Hai deciso di farmi assaggiare il fuoco di Hekisui...»

    Esclamai calmo, tentando di comporre con la mano destra il più velocemente possibile tutti i sigilli necessari alla tecnica che subito dopo avrei tentato di eseguire.

    «Io ti farò assaggiare l'acciaio Kiriano!»

    Fissando il mio avversario dritto negli occhi, una scarica di chakra destabilizzante avrebbe tentato di raggiungerlo per quei pochi metri che ci distanziavano; qualora avessi avuto successo, nella sua mente un maestoso albero bianco sarebbe cresciuto alle sue spalle, e lo avrebbe così bloccato con i suoi rami spinosi su tutta la lunghezza del corpo, immobilizzandolo senza possibilità di utilizzare le braccia e le gambe, nonché il busto.
    A quel punto avrei estratto la lama dal suo fodero, e nel momento in cui essa sarebbe stata visibile, dal fodero sarebbe fuoriuscito un getto di vapore non indifferente, il quale non sarebbe però provenuto dal fodero stesso, ma dalla lama, che adesso sarebbe stata intrisa del mio speciale chakra, che correndo sul filo della lama, l'avrebbe resa più affilata e incandescente che mai.
    Il mio corpo a quel punto sarebbe stato pervaso dal vapore sotto ai vestiti, e fuoriuscendo da essi l'intera spada si sarebbe ricoperta di vapore, per poi andare a concentrarsi sul filo della lama, su tutta la sua lunghezza.
    Facendo forza sulle mie gambe, piegandole, accumulai il vapore sotto la pianta dei piedi, e tentai di liberarlo tutto insieme per proiettarmi contro Genma al massimo della velocità, usando il vapore come forza di propulsione, portando poi la mano destra all'impugnatura della spada, tenendo il fodero saldo con la sinistra.
    Con un movimento rapido ed elegante, avrei tentato di eseguire un fendente alla coscia destra del giovane di Heki, abbastanza intenso da causargli danni, ma non da causare ferite profonde, o ledere organi vitali, benché meno vene o arterie.

    ◊ Resistenza 483
    ◊ Stamina 441-53 = 388
    ◊ Slot Acqua [46/55]
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    - Arte Suprema del Acqua [LV.II]
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    ◊ Bonus/Malus Attivi
    - Jutsu Suiton costano 10 meno e hanno 10 raggio in più [Adepto dell'Acqua II]
    - Tecniche di elemento Acqua ricevono un bonus al danno e alla riuscita pari a +20 [Adepto dell'Acqua II]
    --------------------------------------------------- »
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    ◊ Illusione Demoniaca: Intrappolamento dell'Albero [18]
    Fendente Nodachi [Jōki-Taijutsu] + Boost Magico alla coscia destra [35]


    Edited by Revan - 20/10/2022, 21:31
     
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    ~ Del Fuoco e dell'Acqua
    Narrato
    Pensato
    "Genma" (alter-ego) pensato
    "Genma" (alter-ego) parlato
    Parlato
    Altri


    Si dice che due Shinobi di alto livello possano comunicare e comprendersi mediante le loro azioni, che i loro pugni siano più eloquenti di parole o monologhi. Difficile dirsi se quella diceria fosse vera e se si stesse verificando in quel preciso campo di allenamento nel Kirigakure: molti fattori sembravano smentire quella tesi, ad esempio il fatto che fossero solamente due Genin, seppur con capacità forse al di sopra del loro rango di appartenenza, o forse per il fatto che non possedessero grandissima esperienza in campo di battaglie o missioni portate a termine, almeno per il più giovane dei due.
    Inoltre lo scontro era appena iniziato, non si erano che scambiati un paio di offensive ciascuno, nessuno dei due aveva mostrato all'altro il proprio arsenale per intero, né tantomeno aveva espresso il massimo livello di potenza raggiungibile.
    E proprio aggrappandosi a questi argomenti che l'abitante della Cascata stava provando a convincere se stesso: l'idea che il Kiriano potesse vedere e prendere atto di ciò che gli stava succedendo nella mente lo angosciava tanto quanto vivere quel conflitto individuale.
    La controffensiva non aveva avuto i risultati sperati, la differenza di potere tra i due era netta e tangibile: forse solo un gran colpo di fortuna, o forse un miracolo, avrebbero potuto aiutare Genma e guidare le sue tecniche affinché colpissero e danneggiassero l'avversario.
    L'arte illusoria aveva sortito in parte il suo effetto, riuscendolo a danneggiare e rallentare solamente per un istante, troppo poco affinché il resto del suo attacco potesse avere luogo. D'altronde le capacità del giovane in questo campo erano solo agli inizi e chiedere a quel misero trucchetto di stenderlo era stato forse un po' troppo, come forse era stato presuntuoso basare l'intera strategia bellica su una delle sue capacità meno sviluppate.
    E' però rinomato che le arti illusorie siano particolarmente complesse e sicuramente meno sceniche rispetto quelle magiche, dunque meno ricercate e studiate sopratutto dai militati novizi: il fulcro dell'offensiva dunque era basato sull'effetto sorpresa, cosa che era effettivamente riuscita.
    Con un colpo di fortuna, probabilmente l'attacco sarebbe andato a buon fine, aprendo così le porte ad un combattimento differente, con diverse dinamiche e dirsi sviluppi: una realtà alternativa, una versione 2.0 di quanto stava invece realmente accadendo.

    Brucia!

    La bocca di Genma mimò la parola, che però uscì con un tono di voce simile eppure differente da quello solito del ragazzo, con un'intonazione e un accento diverso, come se a parlare fosse uno di un altra regione, remota eppure accomunata dallo stesso idioma.
    La capacità polmonare del giovane, incrementata magicamente dal Chakra, si mostrò come un lungo ed eterno espirium interrotto periodicamente e regolarmente di modo da creare cinque "ammassi" di aria che, fuoriuscendo rapidamente dal sistema tracheo-bronchiale, si innescavano in un'esplosione di fiamme a livello della laringe ed emergevano dalla sua bocca come teste di drago fiammeggianti e fameliche.
    Lo scontro con il drago d'acqua, rapidamente evocato dalla frenetica danza di dita del Kiriano, fu qualcosa di tristemente bello, l'immagine di come qualcosa di tanto distruttivo potesse generare grazia e stupore: lo scontro tra due temperature così opposte ed estreme generò cinque masse di vapor acqueo che leggere si dispersero nell'aria; piccoli e numerosi arcobaleni coloravano fugacemente lo spazio tenuemente illuminato da qualche raggio di sole, per poi tornare all'invisibile anonimato.
    Le lame nascoste nel Jutsu Katon precipitarono inermi contro la potenza della massa idrica, conficcandosi in terra in segno di umile resa.
    Anche l'ulteriore e ultima offensiva andò incontro a un misero fallimento: le rocce che "Genma" stava facendo levitare in aria impattarono contro un corpo che da solido passò rapidamente a liquido Sembrava quasi come tirare dei sassi dentro uno stagno, un'impresa bambinesca e del tutto inconcludente.
    Ed era di nuovo punto a capo: in quella brevissima partita a scacchi, dove lo straniero si era trovato sin dai primi frangenti a essere sotto "scacco", ogni contromossa sembrava inutile, prevista e neutralizzata; il tentativo di liberarsi da quel giogo e ribaltare la situazione risultava vano e sembrava sempre più impossibile, utopico. Come una preda chiusa all'angolo, Genma lottava e scalciava per liberarsi, non accettando il triste esito degli eventi.

    Cosa hai fatto?!

    Quello che andava fatto. Anche se ho fallito, a quanto pare..

    Ancora una volta Genma fissava un se stesso diverso riflesso nella lama di uno dei Kunai utilizzati nell'offensiva e che era stato deviato vicino ai suoi piedi. Uno parlava, l'altro rispondeva. O almeno questa era la sua "realtà", dall'esterno sembrava solamente che il ragazzo parlasse ad alta voce, con se stesso, con toni e modi di parlare differenti.

    Se non fosse stato in grado di difendersi lo avremmo potuto uccidere, cosa ti salta in testa!

    Guarda come ti ha ridotto... Se non inizi a fare sul serio, ci farai uccidere. Non sei più un bambino, sei un Ninja. E questo non è solo il tuo corpo... In questo mondo se non sei il predatore, finisci per essere la preda. Ora lasciami fare, ho ancora un asso nella manica!

    NO! Vai via! Questo è il MIO corpo, comando io. Torna da dove diavolo sei venuto!

    Calciò con rabbia il Kunai, calpestandolo e schiacciandolo nel terreno, cercando di colpire il suo alter ego e di farlo sprofondare e soffocare nella terra. Alzò gli occhi e si guardò intorno: il territorio aveva conosciuto fino a poco fa e che chissà da quanti anni esisteva in quel luogo era stato completamente sovvertito dai suoi Justu Doton e marchiato dai suoi Katon (effettivamente in questo caso si poteva parlare di compartecipazione di colpa): un uragano, un terremoto o qualsiasi altra calamità naturale avevano deformato e piagato quel posto, rendendolo così inospitale, semplicemente brutto.
    Quella devastazione sembra essere il riflesso, l'immagine proiettata all'esterno di quanto provava dentro, un misto di vergogna, rabbia e angoscia. Trattenne un singhiozzo, il suo orgoglio non glielo avrebbe mai perdonato.

    ...Mi... Arre..ndo... Mi arrendo.

    Raccolse mestamente i suoi pochi averi lanciati sul campo di battaglia e ancora sporchi li ripose nelle loro rispettive custidio; richiamò del Chakra e rifacendosi alla sua connessione con la Terra, cercò di far tornare tutto come prima, celando ma non cancellando le cicatrici della battaglia.

    Mi spiace per tutto questo..

    Si era avvicinato ad Echtelion e aveva sussurrato quelle parole, prima di andare via per quel maledetto sentiero che aveva imboccato poco fa, i suoi abiti per metà bruciati, per metà ancora umidi del Sution incassato poco prima.
    Intrisi di una profonda inquietudine.


    Bon, mi arrendo! Le spiegazioni le ho già date privatamente. Visto che dovevi modificare l'attacco e mi hai detto di postare, io ho considerato che l'attacco non avviene. Se ho sbagliato, modifico. Comunque lo subirei in pieno.
    E' stato un riscaldamento breve ma utile. Non sono ancora in forma, ahimè
     
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