■ Nome: Kagura ■ Cognome: Kaguya ■ Età:15 ■ Data di Nascita:02 Kiokutsuki 7 d.Z. ■ Villaggio Natale:Kirigakure no Sato ■ Residenza Attuale:Kirigakure no Sato ■ Grado:Studente ■ Taglia:0 ■ Segni Particolari:Nessuno
Achievements.
Role. ✖ ??? ✖ ??? ✖ ??? ✖ ???
Descrizione Psico-Fisica
Un metro e sessanta, capelli di un rosso spento, sguardo sempre attento e naso schiacciato con la punta rivolta verso l'alto. Pelle bianchissima non più abituata alla luce del sole, solcata da leggere cicatrici. Un viso costantemente privo di espressioni. Freddo, come la neve di un inverno inoltrato.
Siete mai stati innamorati? Ma nel vero senso della parola. Non quelle cose che si leggono sui libri per i teenegers, qui parliamo di qualcosa che va ben oltre - si proprio oltre, quella voglia di vedere quella persona e starci insieme il più tempo possibile. Condividere anche le cose più banali, una carezza, un sorriso, un bacio rubato. Tornare dopo una giornata in sua compagnia e lungo il tragitto di ritorno, ripensare a tutte le cose fatte insieme, tutte quelle emozioni che attraversano ogni intercapedine del tuo cuore. Ora immaginatevi un amore così, puro, innocente di due ragazzi di appena 12 anni, strappato via da un qualcosa che forse per quell'età risulti difficile da immaginare, o anche solo pronunciare. Quel viso non riesco più a immaginarmelo diversamente, la sua voce sembra ovattata ogni volta che provo a cercare di ricordare - tutto ciò che la riguarda sembra esser diventato sfocato, l'unica immagine nitida che ricordo sono quelle mani sudice che avvolgevano le sue labbra mentre veniva portata via contro la sua volontà. Ho sentito il mondo sfuggirmi dalle dita, come se non esistesse più alcun luogo al quale io potessi appartenere.
[...]
E ora? Ora, la morte mi è più vicina di quanto non ti appaia, amico mio. È un confine sempre all'interno delle mie percezioni, popolato da ricordi che mi passano le dita sulla pelle, caldeggiandomi con le tentazioni di storie che non diverranno realtà. È un labirinto che racchiude i miei tesori, all'interno del quale non mi è permesso entrare. Uno specchio deforme che riflette l'immagine di un me che stringo lei fra le braccia. È una risacca che spiaggia sulle rive della mia coscienza i cadaveri di parole sepolte, destinate a essiccare finché il sole non le cancellerà. Quale bene credi che mi farebbe ritirarmi in una tana per l'eternità e addormentarmi fra le spoglie che mi restano? O nascondermi fra i picchi della mia infanzia, lasciando che la neve stenda una coperta sul mio capo? Credi che così facendo potrei varcare la soglia di questa barriera? Sono questi fantasmi a trascinare la mia carne, facendo di me una macchina che si muove bruciando rimpianto, si proprio il rimpianto di non aver potuto far nulla, quell'impotenza - non voglio più averla. L'amore che ho perso è l'unico motore di chi non possiede nient'altro.
Nessuno dovrebbe vivere questo dolore . Comprendi la ragione per cui ora sono qui?
