Sogni Premonitori

Sblocco Innata

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    Sogni premonitori

    Warui Nise


    PRIMAVERA

    [Barbakos]

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    Scheda - Parlato - Pensato - Azione

    ???


    CITAZIONE
    Le giornate trascorrevano pacificamente a Barbakos, l'ennesima giornata di svago dopo una difficoltosa missione di livello S, l'ennesimo bersaglio ormai portato nelle braccia della giustizia. Dopo aver fatto tanta strada tra le fila dei corsari di barbakos, ormai non mi sentivo più fuori posto in quel luogo, mi sentivo forte e capace di proteggere tutti.
    Finalmente dopo tanto tempo ero riuscito a ricevere il rispetto di Amidamaru all'interno della brigata e venivo trattato come co-fondatore e non un semplice subordinato come succedeva all'epoca, quando eravamo ancora dei semplici genin.
    Oltre alla mera fede nei propri subordinati era necessaria anche una comprensione di ciò che davvero serviva alla brigata, era questo che faceva un leader, e mi ero guadagnato quelle caratteristiche col tempo e con l'esperienza.

    Passeggiando per le vie di Barbakos, osservavo le mie braccia scure libere da quelle pesanti bende che fino a pochi anni prima ricoprivano il mio corpo, fiero di aver perso quel segno distintivo della mia debolezza. Non avevo più bisogno di nascondere il vero me, perché ormai tutti lo conoscevano. E mentre pensavo a ciò, mi guardai allo specchio in una delle finestre delle case che stavo costeggiando. Polverosa e all'ombra com'era riuscivo a malapena a distinguere la mia sagoma, la sagoma di un adulto gracile, ma fiero e con il segno del tempo che gravava sulle sue spalle ma che non piegava la sua schiena.

    - Dovrebbero pulire meglio queste finestre, sembro un vampiro guardandomi qui dentro. -

    Dissi ridendo. Proprio in quel momento uno dei residenti uscii dalla casa chiedendomi per favore di andare a specchiarmi nello specchio del mio bagno perché l'avevo spaventato a morte. Risi alla sua battuta e lo salutai correndo via, con il fare cordiale che col tempo ero riuscito a coltivare. Mi diressi verso il centro, luogo di tanti incontri, anche se non ne ricordavo nemmeno uno ormai di quegli avvenimenti, come il volto di quell'uomo esisteva nei miei ricordi ma non sapevo descriverne bene i tratti facciali.

    Non sapevo perché, ma mi sedetti su una delle panchine semplicemente per osservare il mare e i bambini che giocavano spensierati.

    [Dall'altra parte della città...]



    Le porte di Barbakos si spalancarono con un pesante tonfo, come se una forza l'avesse spinto, ma non si trattava di una persona, quanto più di un onda d'urto, nessuno capì il senso di quella scena, tantomeno io che la osservavo dalla zona sopraelevate su cui si estendeva la pizza cittadina. Fu in quel modo che centinai e centinaia di pirati trovarono accesso alle strade della città e da lontano vidi l'inizio della fine. Crudeli e determinati, gli uomini all'ingresso della città si fecero strada oltre le forze di guardia accorse subito in soccorso delle guardie dell'entrata e da lì iniziò il massacro, schiere di mukenin cominciarono a mietere vittime tra i civili, non impartava etnia, sesso o età. Il sangue scorreva a fiume, sotto i comando di un uomo in particolare che comandava dall'alto i suoi subordinati seduto proprio sopra l'infrastruttura del portone d'ingresso. La follia che stava portando vanti poteva essere fermata da un solo gesto, proprio come tutti quelli con cui gestiva il suo esercito e lo spingeva a continuare ad avanzare.

    Con ferrea determinazione, subito dopo essere arrivato sul luogo, mi lanciai in un combattimento contro di lui, in bilico tra la vita e la morte a qualche decina di metri da terra. L'uomo era molto basso, era ricoperto da capo a piedi da un abito del colore del sangue e teneva il volto coperto sotto un pesante cappuccio che mi impediva di guardargli il volto. I nostri kunai sferragliavano mentre si scontravano e provocavano vistose scintille, simbolo di quell'acceso combattimento che si era instaurato.

    Ma io non avevo la passione per i combattimenti lunghi quindi mi lanciai all'indietro per portare alcuni metri di distanza tra me e il mio avversario e scomparii davanti ai suoi occhi un un mucchio di petali di ciliegio, diventando invisibili ai suoi occhi. Una volta portatomi alle sue spalle non ci volle molto per accerchiare il suo collo con un braccio e portarmi in posizione di vantaggio puntandogli il kunai al viso, minacciandolo di infilzargli il volto.

    - Pensi che tutto questo sia un gioco? Non siamo ad Halloween, smettila di giocare a travestirti e ferma i tuoi uomini prima che compiano una carneficina. -

    E se mi rifiutassi? Pensi che tutto questo sia un gioco eheheh.... AHAHAHAHAHAAH



    La sua inquietante risata sembrava completamente distorta, a tratti singhiozzante, sembrava star genuinamente ridendo fino alle lacrima, e le urla delle persone che accompagnavano quella risata non facevano che rendere il tutto ancor più inquietante.
    Per distogliere lo sguardo da tale abominio diressi lo sguardo a terra, poco più avanti rispetto a dove ci trovavamo e dentro una pozzanghera accumulatasi sull'infrastruttura della porta scorsi il nostro riflesso, perfettamente speculare, ma da lì potevo finalmente avere un vista migliore su chi era questo pazzo.

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    L'immagine riflessa mi spaventò, come se fosse apparsa improvvisamente davanti ai miei occhi mi fece fare qualche passo indietro permettendo al mio interlocutore di farmi perdere l'equilibrio e liberarsi. Ma quello che mi spaventò di più fu l'estrema vicinanza e dettagliatezza del volto nel riflesso, mi era sembrato come se la pozzanghera fosse a pochi centimetri dal suo volto, riflettendo i suoi occhi rossi lucenti, grondanti di sangue e con le vene allargate. Ma quel riflesso sembrava strano, in tutto quel improvviso spostamento non avevo intravisto me stesso, c'era solo lui, coperto di bende così come facevo io non molto tempo prima.

    Com'è possibile? Che cosa sei tu mostro? Che cosa mi hai fatto?



    Mi tolse letteralmente le parole di bocca, replicò le esatte stesse parole che avevo pensato di dirgli con tutto il mio cuore, tanto che mi ammutolii al suo cospetto.
    Una volta finito di ridere, si volse nella mia direzione, ancora coperto dal cappuccio.

    Sarebbero queste le parole che vorresti rivolgere a un fratello? Sarei io il mostro quindi?



    (Attenzione epilettici)


    Quindi sarei io quello che sta uccidendo tutte queste persone? O forse sei tu che sei qui a far nulla?



    Non capivo il suo discorso, era tutto così confuso, la testa mi scoppiava terribilmente e la vista si annebbiava a tal punto che mi dava l'impressione che l'aria vibrasse come se creasse l'interferenza di una tv. Man mano che le interferenze si intensificavano il suo corpo diventava sempre più smunto e si scioglieva come neve al sole, lasciando solo sangue e carne simile a una poltiglia informe, lo spettacolo più disgustoso che avessi mai visto. Solo una cosa rimase intatta, i suoi rossi occhi, talmente aperti da sembrar sul punto di uscire dalle orbite della testa informe.

    Il suo sgretolamento alla fine mi lasciò nel silenzio più totale, a pensare a ciò che mi aveva detto. Osservavo inerme gli invasori tramutarsi in poltiglie simili a quella di fronte a me, e man mano il senso di colpa saliva, e con esso la confusione.
    E quando anche l'ultimo di loro scomparve, piombo un silenzio tombale in città, come se mi trovassi nelle più remote città fantasma del paese, una scena a dir poco inquietante.

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    E proprio quando la pace dei sensi mi fece riacquistare il senno, una strana sensazione crebbe in me come se fossi osservato ...

    Booo figlio di puttana




    - LASCIAMI IN PACE... -

    Mi risvegliai di soprassalto, mi trovavo nel mio letto, sudato dal capello più sottile alla punta dei piedi, attorcigliato tra le coperte del mio futon nella mia casa solitaria, come se nulla fosse successo, dopo un brutto incubo che non mi si era mai presentato fino ad ora.

    Mi alzaii di soprassalto per aprire le tende della mia piccola finestra, che dava direttamente sulle strade della città, per constatare qualcosa, come un brutto presentimento, ma nulla sembrava essere cambiato all'esterna, in quella notte buia e silenziosa, forse fin troppo silenziosa per quelle circostante.

    Mi allontanai per tornare al mio futon, ma feci appena due passi all'indietro prima di accorgermi di un qualcosa di strano sul mio volto. Due ricchi rivoli di un liquido rossastro scendevano dai miei occhi, che erano diventati rossastri, come se un forte luce mi avesse abbagliato improvvisamente, ma il tutto non mi provocava alcun dolore, anzi, non sembrava esser cambiato nulla nelle mie capacità visive, sentivo solo l'intenso, dolce, profumo del mio stesso sangue...

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    Edited by Tenshi-1 - 17/9/2022, 15:17
     
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