Una storia, poche parole

sblocco elementi, sblocco yota

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    Il simbolo della famiglia Okkotsu sventolava come sempre sopra gli stendardi davanti alla porta d'ingresso, non importa quanto cercavo nei libri, nessun testo parlava ne della mia famiglia e nemmeno del clan da cui traevo le mie origini, le uniche informazioni in mio possesso erano i racconti del nonno che a detta sua erano stati sempre tramandati a voce per preservare i segreti. Ogni triangolo rappresentava una delle peculiarità della mia famiglia, il controllo degli agenti atmosferici, l'arte dell'inchiostro e l'arte della carta, ognuna di queste tre caratteristiche veniva insegnata ad ogni discendente ed era nostro dovere e onere tramandare i segreti e le capacità della famiglia. Come ci si poteva aspettare però negli anni alcune tecniche e capacità uniche si erano perse e quindi i ninja della mia famiglia dovettero obbligatoriamente affidarsi ad altre capacità...

    Ricordati Yuta sei un Okkotsu e come tale ciò che non ti tradirà mai sarà la tua forza e i nostri insegnamenti, o almeno quest'ultime dovevano tue, ma con la scomparsa degli antichi rotoli contenenti le nostre tecniche più forti hai necessariamente bisogno di andare a quell'allenamento con quell'inetto di un ninja e scoprire le tue alterazioni, sempre se ne possiedi ovviamente.

    Si nonno...ma vorrei sapere...tutte queste informazioni e queste famose tecniche possibile che non sono mai state trascritte, disegnate o quant'altro? Magari se avessi altre informazioni anche solo su cosa facevano potrei trovare qualcosa in qualche registro nel palazzo del kage..

    SCHERZI SPERO! Tecniche così potenti e particolari non possono essere imparate da un disegno o da
    un resoconto di qualche stupido ninja che non sa di cosa sta parlando! Tutto ciò che possiamo sperare è che questa nostra eredità possa essere ritrovata un giorno... Ora va, un Okkotsu non arriva mai tardi.


    Alcuni giorni prima ero stato contattato da uno degli ex maestri dell'accademia per partecipare ad un 'corso', ovvero dovevo testare il mio controllo del chakra assieme ad altri due ex studenti per scoprire se almeno uno di noi aveva una delle cinque possibili alterazioni, nei giorni prima del controllo avevo letto e riletto alcuni tomi che parlavano dell'argomento e in ogni possibile scenario mentale che mi ero ricreato gli elementi che avrei preferito da avere sarebbero stati vento e fulmine per via della loro utilità, ma si sa, i sogni son desideri che raramente si avverano. Arrivai al campo tre in contemporanea con un altro dei tre ninja indicati per l'allenamento, era un ragazzo più alto di me e con un sorriso stampato tutto il tempo sul suo viso liscio, era sempre stato il più 'simpatico' dell'accademia e anche lui come me era passato al grado chunnin durante la mia stessa missione.

    Ma guarda un po'.. Yuta è da una vita che non ci si vede...dimmi dimmi come stai? Sei pronto per questo allenamento?!

    Come sempre assomiglia più ad un cane felice che ad una persona...la sua faccia e il suo modo di comportarsi mi hanno sempre dato fastidio e mi da a nervi tutto ciò che fa e come lo fa, è come se...pensieri felicei Yuta pensieri felici...

    Per un momento lasciai viaggiare i pensieri e le mie emozioni e a causa di ciò iniziarono a formarsi delle piccole nubi che scomparvero con la stessa velocità, dovevo sempre ricordarmi di mantenere la mente sgombra e il cuore il più sereno possibile, non volevo mostrare a tutti le mie carte e per anni ero riuscito a nascondere la mia appartenenza al clan Yota e di certo non volevo mostrarla a nessuno di loro. L'istruttore e l'ultimo ragazzo ero già arrivati e il nostro compagno di allenamento stava già portando avanti la prova a quanto pare dato l'impegno con cui stava stringendo un foglietto di carta tra le sue dita cicciotte.

    Siete tutte e tre abbastanza grandi da sapere a cosa servono questi foglietti, quindi prendeteli tra le mani e fate ciò che dovete, odio ripetermi.

    Con quelle due parole in croce il nostro istruttore ci congedò mettendosi a dormire vicino ad un albero alla nostra sinistra e non potemmo fare altro che metterci al lavoro, l'altro ragazzo ci diede un'infarinatura sulla carta che avevamo tra le mani e ci spiegò i suoi tentativi e le problematiche che aveva trovato, il succo del discorso era che il chakra tendeva a disperdersi ed era difficile riuscire a condensarlo su tutto il foglio mandando un getto costante, a detta sua era un qualcosa da non prendere sotto gamba.

    Quindi in poche parole non dobbiamo fare altro che trovare il giusto flusso...sono una persona che controlla quotidianamente il proprio chakra e le sue emozioni, trovare il giusto compromesso è il mio lavoro.

    Tre ore dopo

    Il ragazzo cicciottello si era arreso già da un'ora e si stava riposando a qualche metro di distanza, il suo avvertimento si rilevò corretto, non era un qualcosa di semplice ed ogni volta che ero sul punto di riuscire perdevo la concentrazione e disperdevo il chakra lasciando la mia riserva sempre più a secco, anche il mio ex compagno di missione si stava scoraggiando infatti aveva smesso di sorridere e al suo posto era comparso uno sguardo di puro odio verso quel piccolo pezzo di carta, eravamo sul punto di mollare quando compresi una cosa, il chakra doveva essere controllato in modo da scorrere in più modi, fino ad ora avevo sempre e solo cercato di farlo passare attraverso un come se 'attraversasse' il foglio da un punto A a un punto B ma ovviamente dovevo fare più tentativi e trovare il modo migliore per farlo scorrere, ovvero il mio modo, dopo alcuni minuti sentii finalmente un qualcosa di diverso, il foglio stava diventando sempre più pesante e quando aprii le mani lo ritrovai bagnato e appiccicoso si, ma non era l'unica variazione, le punte erano leggermente spiegazzate come se si stesse per trasformare in altro, così mi feci dare un altro pezzo di foglio e lo divisi in due pezzettini più piccoli, ritornai a concentrarmi su quei due pezzetti e chiusi tutto il resto fuori dalla mia mente, divisi ciò che individuai come chakra suiton fuori dal percorso che avevo creato al chakra tra le mie mani e lasciai fluire due flussi distinti all'interno della carta, potevo sentire ogni fibra di essa grazie alla pelle e non appena notai un cambiamento nella sensazione del tatto aprii le mani mostrando a tutti ciò che era successo.

    Acqua fuoco e terra...con le giuste tecniche puoi distruggere un intero campo di battaglia o supportare al meglio i compagni, complimenti per la fortuna.

    Lo guardai con uno dei miei soliti sorrisi a mezza bocca e non proferii parola, d'altronde non erano gli elementi che avrei voluto, ma sempre meglio di niente.

     
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    Da quando avevo imparato i segreti del clan Yota ero stato attento a non lasciar fluire nessuna emozioni così da tenere il mio piccolo 'segreto' per me, non so nemmeno io il perché ma secondo il nonno dovevamo mantenere la nostra arte un segreto visto che in molti avrebbero potuto volere il nostro stesso potere, come se qualcuno volesse non poter essere felice o triste quando voleva...non avevo mai capito questo suo punto di vista ma era lui il patriarca quindi dovevo necessariamente rispettare il suo volere.

    Però devo ammettere che è divertente creare nuvole come passatempo... è sempre comodo per evitare di uscire e inventare scuse plausibili...

    4 Anni prima

    Yuta finalmente sei diventato abbastanza bravo nel manipolare il chakra, ora finalmente puoi imparare alcuni dei segreti della nostra famiglia, seguimi.

    Senza dire altro e senza darmi una spiegazione il nonno mi condusse nello scantinato e dopo aver armeggiato con una panca che mi ricordavo da sempre in quella stanza buia e umida mi fece segno di avvicinarmi, era stato tolto il fondo e dal nulla era comparsa una scala che scendeva nell'oscurità più totale, si potevano quasi sentire quei tentacoli scuri accarezzarti il viso come ad invitarti a scendere e a chiudere gli occhi.

    Ma cosa...Episode-2-full-metal-brotherhood-9471194-1280-720-300x169

    Una mano dietro la schiena mi spinse e persi l'equilibrio con una facilità disarmante, vuoi la posizione, vuoi il mio essere distratto da tutta la situazione ma iniziai la mia discesa nel buio più totale con mio nonno che mi guardava e sorrideva mentre la luce del sole diventava sempre più forte, ritornai in me dopo qualche attimo e allargai istintivamente braccia e gambe cercando le pareti per rallentare la mia caduta e non appena sentii la parete contro i miei piedi concentrai un'alta dose di chakra nella pianta del piede e cercai di 'afferrare' quella parete umida e liscia con tutte le mie forze, ma il peso del mio corpo e la caduta libera aveva dato al mio corpo una velocità troppo elevata e quindi non riuscivo a creare quel legame che si forma normalmente con la concentrazione del chakra così in preda al panico feci l'unica cosa che potevo fare, usare la carta

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    Trasmutai parte del mio chakra in dei pezzi di carta che usai subito per formare una specie di lama lunga mezzo metro dal mio braccio, era abbastanza larga da dovermi sorreggere e cose si vuol dire, carta batte sasso no? Con l'aiuto della mia arma improvvisata mi girai in quella oscurità avvolgente e cercai di conficcare con tutte le mie forze quella mia arma improvvisata nella fredda roccia in modo da rallentare la mia caduta quel tanto che basta per permettermi di fermarmi completamente attraverso la concentrazione del chakra, potevo sentire sassi grandi quanto un mio pugno e più piccoli staccarsi dalla parte e cadere finché non percepii un sonoro pluff

    Acqua!

    Piantai con ancora più forza la lama nella parete e aumentai il chakra sui piedi, a quella velocità una panciata sull'acqua mi avrebbe fatto molto male e non sapendo cosa mi aspettava lì sotto avevo bisogno di quante più energie possibili, alzai gli occhi al cielo, se così si poteva definire visto che in quel mare d’oscurità in sopra e il sotto era identico, e notai che la luce d'ingresso a quella caverna era sparita, a quanto pare mio nonno aveva chiuso la panca riempiendola con tutte quelle cianfrusaglie e quel lucchetto tanto pesante quanto resistente. Non appena riuscii a fermare il mio corpo attraverso il chakra mi accorsi che lo specchio d'acqua che avevo sentito prima era ad un palmo di distanza dal mio naso così con calma e senza fare movimenti bruschi mi misi in piedi su quella superficie liscia e tranquilla increspata solo ogni tanto da qualche sassolino che continuava a cadere dopo il mio passaggio, potevo sentire il battito del mio cuore accelerato e in quella distesa nera era l’unico rumore umano.

    Ma che ca**o gli è preso a quel vecchio…non bastavano gli allenamenti infernali? Ora anche questa…non so nemmeno come definirla…

    Non appena feci un passo in avanti una fila di torce si accesero inondando lo spiazzo in cui mi trovavo di una calda luce che dissipò una parte delle mie paure. La caverna che avevo davanti era composta da un piccolo tunnel lungo un paio di metri per poi allargarsi in una mezza cupola alta più di sei metri circa, il pavimento era sostituito da un lago sotterraneo illuminato per un paio di metri prima di tornare ad essere nero come la pece nelle sue profondità, per un attimo ebbi l’irrefrenabile voglia di tagliare il chakra ai piedi e di tuffarmi per vedere cosa nascondeva quel lago e che genere di tesori si potevano trovare in un posto del genere, ma allo stesso tempo il mio cervello combatté contro l’impulso del cuore e convinse il resto del corpo a rimanere a galla. Anni dopo scoprii il contenuto di quel fondo e ciò che la mia famiglia conservava gelosamente. La caverna aveva dal lato opposto in cui stavo ammirando tutto ciò un lungo corridoio illuminato da due scie di fuoco, le stesse che adornavano lo spiazzo in cui mi trovavo così fui costretto a seguire quel percorso, un po’ dalle circostanze e un po’ solo per il gusto della scoperta, non avevo mai studiato mappe di un luogo del genere e trovare un posto simile direttamente sotto il mio letto mi smosse dentro un qualcosa di assopito, un desiderio intrinseco di ogni umano degno di essere un ricercatore, la scoperta dell’ignoto. Camminai per dieci minuti prima di ritrovarmi in una caverna più piccola con un piccolo altare al centro distrutto, era come se qualcuno avesse preso ciò che era contenuto lasciando dietro di se una distruzione insensata così decisi di proseguire, al massimo sarei potuto tornare indietro per studiare il tutto, l’acqua mano a mano aveva lasciato il posto a dei gradini dapprima con un aspetto trasandato e grezzo e poi sempre più elaborati, lungo le pareti c’era la storia conosciuta della mia famiglia, come un piccolo ninja aveva mosso i primi passi, aveva incontrato un essere che gli aveva donato una lacrima e come poi il ninja cresciuto aveva imparato a controllare gli elementi del clima, i disegni lungo le pareti e lungo il soffitto del tunnel erano un susseguirsi di come il ninja aveva trasmesso le sue conoscenze e come ognuno di loro aveva aggiunto qualcosa fino a creare il simbolo della nostra famiglia, un triangolo nero circondato da tre triangoli dorati, il nero era l’uomo e gli altri tre dorati rappresentavano le tre arti della famiglia, le capacità dello Yota, l’arte dell’inchiostro e l’arte della carta, l’unica differenza era rappresentata dal cerchio dell’infinito, infatti nello stemma della famiglia Okkotsu era rappresentato anche un cerchio e secondo gli appunti del mio trisavolo rappresenta l’infinito, la continua crescita che ha l’uomo, ma in ogni singola rappresentazione eccetto la prima dove c’era solo il cerchio e non i triangoli dopo non si ripeté più. Appena arrivai alla fine del percorso mi trovai davanti un portone con un animale che non avevo mai visto, il suo viso ricordava molto quello di un cavallo solo che a punta e con delle corna da cervo.

    E tu chi sei?

    Non appena sfiorai l’immagine la porta si aprì e al suo interno c’era una piccola stanza rettangolare con un leggio e una pergamena dall'aspetto antico, il suo sigillo era un cerchio e non appena la vidi il mio cuore sussultò in quanto il suo aspetto era identico a quella delle pitture nel tunnel, ero difronte al rotolo contenente i segreti del clan di cui il nonno tanto parlava, ero finalmente davanti al suo segreto, senza preoccuparmi di nulla e incurante di ogni possibile pericolo corsi verso il rotolo e non appena lo toccai un sigillo si attivò sul terreno e dei tentacoli di inchiostro agguantarono la pergamena prima ancora che la potessi sollevare. Dal piedistallo su cui era poggiata ne uscì un polipo che iniziò lentamente a crescere sempre di più fino a raggiungere i tre metri d'altezza.

    Che prova del ca**o...



    Edited by LuckyDice - 31/8/2022, 14:29
     
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    Lasciami indovinare... ti devo mostrare quanto valgo giusto?

    Il polpo d'inchiostro mosse quella sua testa enorme come per farmi un si, il suo comportamento era troppo strano per essere una semplice bestia d'inchiostro, era quasi senziente, ma non avevo il tempo o la voglia di pensarci ora, bramavo dalla voglia di leggere quel rotolo e scoprire il perché di tutti quei allenamenti, volevo finalmente un motivo che giustificasse tutto ciò che avevo passato da quando ero andato a vivere con il nonno.

    Dai cuore mio...divertiamoci!

    Non avevo nulla con me, ne l'amplificatore e nemmeno il mio rotolo, tutto quello che avevo era il mio corpo...quindi avevo già la vittoria in pugno, tutto quello che dovevo fare era capire come farlo capire anche a lui. Il nemico era di molto più grande di me e sicuramente non potevo nulla contro la sua forza fisica quindi decisi di combattere il fuoco con il fuoco, accumulai una enorme quantità di chakra nella mia schiena e iniziai a creare la mia offensiva come ero ormai avvezzo a fare, per iniziare controllai la resistenza del polpo con delle rondini di origami esplosive dalle dimensioni medie che partirono dalle mie spalle e si diressero verso di lui eseguendo un movimento a spirale così da evitare possibili contro attacchi da parte del polpo che non arrivarono, anzi, semplicemente lui alzò due dei suoi otto tentacoli uno per rondine e le intercettò con le punte, l'esplosione che ne segui riempì il soffitto d'inchiostro senza contare la perdita di un pezzo dei suoi due tentacoli.

    Seriamente? sono veramente bastate due attacchi kamikaze? Ti facevo più resistente sai?

    Giurai di aver visto la bestia sorridere a quelle mie parole e non appena feci un passo in avanti iniziò a muovere il mantello su e giù e dal nulla si ricrearono i suoi due tentacoli identici a quelli di prima, era la prima volta in vita mia che una bestia di chakra si auto-guariva, tanto meno che mi sfottesse facendomi vedere che poteva ricreare i propri arti! Potevo sentire il battito del mio cuore in gola, da quando ero entrato in quella caverna mi sentivo strano, ero sia eccitato ma anche spaventato, volevo scoprire ogni singola pietra di quel posto ma volevo anche tornare indietro, ero divenuto un mix di sentimenti contrastanti ma quello più forte era la rabbia, da quando ero sceso li sotto non riuscivo a smettere di sentire un nodo che non faceva altro ce crescere e mi consumava sempre di più ,quindi oltre a combattere contro di lui mi ritrovai costretto a combattere anche contro di me stesso, contro le mie emozioni. Per la prima volta da quando si era generato la bestia mi attaccò caricandomi a testa bassa, era un attacco al quanto semplice, troppo semplice per un qualcosa che aveva già mostrato una forma d'intelligenza così al posto di andarci in scontro o di bloccarlo decisi di evitare completamente la sua carica creando una 'piccola' aquila di carta che mi portò in alto ed esattamente come pensavo l'attacco del polpo non finì così, non appena arrivò sotto di me i suoi tentacoli si alzarono verso il cielo chiudendosi attorno a me a mo di gabbia, con mio disagio notai che i tentacoli si potevano allungare più della loro lunghezza originaria e mi si gelò il sangue nelle vene.

    Polpo pervertito... Visto che mi vuoi prendimi no?

    Lasciai la presa dall'aquila e mi iniziai la mia discesa verso il basso mentre i tentacoli del polpo massacrarono la mia bestia di carta, un piccolo sacrificio per un bene più grande, attivai ancora una volta la mia abilità e creai ciò che avevo sperimento ancora e ancora, colei che si poteva considerare l'essenza stessa della battaglia, la mia personale dea della guerra.

    Andiamo... Rika

    Rika era stata concepita da un mio incubo e non so il perché ma il mio istinto mi portò a disegnarla, era un mostro alto tre metri con denti aguzzi e sprovvista di vista, lunghi artigli adornavano le sue dita forti e le sue braccia erano talmente tanto grandi da poterci stare comodamente seduto, nel mio sogno era forte una bestia codata e resistente come un muro d'acciaio e la sua furia era incontenibile, era il simbolo della forza, una forza assoluta, un disastro naturale ambulante. La creai dando fondo a tutte le mie energie e la spedii alle mie spalle a contrastare gli otto tentacoli che stavano scendendo in picchiata dietro di me, la mia creazione più fidata riuscii tranquillamente a bloccarne tre con un braccio mentre con gli artigli della mano libera si dilettava a distruggere quelli che erano sfuggiti alla sua morsa da orso.

    Ora tocca a me, Yuta Okkotsu!



    Mentre lei era alle prese con gli arti del polpo creai dal mio braccio una zanbatou di carta che presi con entrambe le mani, essendo un costrutto di chakra e carta non dovevo preoccuparmi del peso così poi sbizzarrirmi e farla grande come volevo e non appena fui a distanza di fendente tirai un colpo in diagonale sul mantello del polpo riuscendo a creare un'apertura abbastanza larga da farci passare un carro. Atterrai a fatica utilizzando l'arma appena creata per puntellare il terreno appena in tempo per vedere Rika che dopo aver distrutto i tentacoli seguì il mio ordine e si catapultò all'interno della ferita che avevo creato, il mio intento era semplice, mandarla li e fare terra bruciata, infatti dopo qualche secondo la testa del mostro d'inchiostro esplose 'allagando' la stanza in cui ci trovavamo ponendo la parola fine al nostro scontro.

    Non potevo che aspettarmi di meglio da un Okkotsu, un ottimo controllo della carta complimenti, ti sei meritato il rotolo.

    E tu che cacchio di diavolo sei?!


    Una matassa di nero e viola iniziò a muoversi e da sotto di essa spuntò un polpo con quello che sembrava un coprifronte e una specie di giubbotto ninja, aveva varie cicatrici sul mantello e mi passò il rotolo



    Oh non mi sono presentato ancora è vero, sono Malzanar e sono un vecchio amico di tuo nonno e del primo Okkotsu, non ti hanno detto che la prova sarebbe stata uno scontro con me?

    ...Assolutamente no...

    Il piccolo Drey e il suo non dire le cose... comunque spero che ti sia divertito a giocare con me! Ah se continui per di là uscirai dalla caverna della leggenda, alla prossima cucciolo d'uomo.


    Con una nuvoletta di fumo il polpo vero sparì lasciandomi come faceva il nonno con più domande che risposte, tutto ciò che sapevo era che finalmente avevo il rotolo del nostra clan tra le mie mani quindi non persi tempo e iniziai a leggerlo cercando di capire in che mondo un Okkotsu potesse controllare il meteo con un sorriso o una lacrima. Impiegai alcune ore per cercare di capire come fare ma tutto ciò che compresi era che avevo bisogno di più tempo e di un lungo riposo prima di poter apprendere tutti quei segreti.

     
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