Dalla sera alla mattina

PQ per lo sblocco del Suiton - Boke Namikawa

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    > Parlato Boke Namikawa --> [X]
    ""sussurrato Boke Namikawa
    (( Pensato Boke Namikawa

    > Parlato Teru Namikawa --> [X]
    "”sussurrato Teru Namikawa

    > Parlato Rukia Takada --> [X]
    "”sussurrato Rukia Takada

    > Parlato Y.N.

    > Parlato altrui

    *onomatopee*


    1/3



    Il tempo aveva deciso di concedere una breve tregua agli abitanti di Ame, quel sabato, e così molte più persone del solito misero il naso fuori casa. Tra queste, c’erano tre Genin freschi di diploma che si godevano un po’ di (meritato?) riposo.
    Così come si erano ripromessi due giorni prima, Boke, Teru e Rukia, atteso l’esame di quest’ultima, avevano deciso di prendersi un po’ di tempo per sé. Dopo un pomeriggio passato a svagarsi, però, il cielo stabilì che la cosa era durata anche troppo: un fortissimo acquazzone li colse completamente alla sprovvista mentre si trovavano in una zona del villaggio che non conoscevano bene e li costrinse a rifugiarsi nel primo locale in cui si imbatterono. Lì trascorsero il resto della serata.

    [Amegakure, un locale qualsiasi, ore 21:00]



    Un bel fuoco crepitava dentro un bizzarro affare a metà strada tra un caminetto e una stufa. In totale contrasto con l’oscurità e il ticchettio incessante della pioggia fuori dalle finestre, la luce della fiamma sembrava come accompagnata e rinvigorita dal bagliore delle candele appese al soffitto e alle colonne di legno. In un angolo, vicino al fuoco, c’erano due musicisti. Il primo sembrava una specie di menestrello e suonava uno strumento che ricordava vagamente uno shamisen. L’altra era una donna che suonava un flauto. La loro musica non pareva affatto tradizionale ma chiunque avrebbe detto che era incredibilmente adeguata all’atmosfera del posto e si insinuava alla perfezione nel groviglio sonoro creato dal rumore di piatti e bicchieri e dal vociare goliardico dei visitatori.
    Un suono tra tutti, però, spiccava nell’allegra confusione del locale: quello del risucchio provocato dalla cannuccia di Boke. Il cocktail indefinito che aveva tra le mani era già dimezzato e, accanto a quello, facevano bella mostra di sé altri sette bicchieri di carta vuoti.

    Teru e Rukia lo fissavano impietriti.

    "”…perché ho come l’impressione che ci stiano guardando tutti?

    > …non mi abituerò mai…

    > …hmm? Che c’è?

    > Che c'è?! Hai idea di quante cose ti sei scolato?

    > Ehi! Bere molto è importante per reidratare l’organismo!

    > Amico… tutti ci reidratiamo ma nessuno ingurgita così tanta roba in una volta sola! Diglielo anche tu, Ru

    > …beh, non credo… non che ci sia niente di male, comunque. Ognuno ha le sue abitudini

    > Decisamente. Per esempio… questo dove l’hai comprato?

    Aveva tirato fuori da una delle borse di Rukia uno strano pupazzo di gomma dalle sembianze di un rospo deforme e lo fissava con aria sospettosa. La ragazza si agitò di colpo

    > Gama-san! Quando l’hai preso? Posalo subito!

    > …Gama-san? Sorella… sul serio?

    > E allora? È un regalo! Boke, rimettilo a posto!

    > Ok, ok. Tieni

    Mentre glielo restituiva, per sbaglio lo strizzò. Il pupazzo gracchiò fragorosamente.

    *CROAK*

    Rimasero tutti e tre di sasso.

    > ok… adesso sono sicuro che ci stiano guardando tutti…

    Rukia si affrettò a nascondere Gama-san in una borsa e lanciò un’occhiataccia a Boke, che iniziò a sudare freddo

    (( … perché non mi faccio mai i fatti miei?

    In quel mentre, si accorsero che un tizio con i capelli biondi e un sorriso scintillante si era avvicinato al loro tavolo

    > Buonasera, fanciulla. Lo sai che quando arrossisci sei ancora più carina? Ma come sono scortese… dimenticavo di presentarmi: Il mio nome è Yoshinisa Nishibayashi e sarei onorato di poterti offrire qualcosa da bere. Tu come ti chiami?

    "”ma è un nome o uno scioglilingua…?

    Rukia lo attraversò con lo sguardo, poi tornò a girarsi verso il tavolo. La reazione fu talmente secca che quello si depresse all’istante e andò a sedersi da un’altra parte.

    (( uuh, poveraccio… ha scelto proprio il momento sbagliato

    Mentre lo guardava allontanarsi, Boke notò una scena che sembrava capitare a fagiolo.

    > Ehi, guardate là. Io bevo molto, eh? E che mi dite di loro, allora? Almeno i miei drink sono analcolici

    Indicò con il pollice un tavolo al quale erano seduti cinque uomini vestiti da marinai, che ridevano e cantavano ed erano palesemente ubriachi (si sentiva da dieci metri che puzzavano di alcool).

    Uno di questi, notando di essere osservato, si girò in malo modo verso di lui

    > Ehi, tu… si può sapere che hai da guardare?

    > …?

    > …si, dico a te, ca**one con il drink in mano…

    (( …forse si sta riferendo a se stesso?

    "”psss, ehi! Ma che fai?? Ignoralo! Gli ubriachi possono essere pericolosi!

    Mentre si voltavano cercando di far finta di niente, la loro attenzione fu catturata da qualcos’altro. Un uomo se ne stava seduto per conto proprio, con lo sguardo perso nel vuoto. Dopo aver terminato il contenuto del boccale che aveva davanti, lasciò una manciata di ryo sul tavolo e si alzò in piedi per uscire… beh “in piedi” per modo di dire: infatti fu solo in quel momento che si poté notare che aveva una gamba sola. Con un braccio si tirò su e con l’altro afferrò due stampelle che prima giacevano nascoste su una sedia lì a fianco. Quindi si avviò verso l’uscita.
    I ragazzi si fecero scuri in volto mentre lo seguivano con gli occhi.

    > … cosa gli sarà successo…?

    > …probabilmente l’ha persa in battaglia…

    > …la guerra è una cosa atroce…

    (( …la guerra, eh…?

    La mente di Boke corse alle parole del suo esaminatore, Mero Nishimura: << La guerra imperversa e presto il tempo per bighellonare si esaurirà>>

    (( …tch… Sparisci dalla mia testa! Non voglio pensare a queste cose

    Chiuse gli occhi e scrollò il capo, come se in quel modo potesse davvero evitare di pensarci.
    A distrarlo sul serio, però, fu ciò che accadde un istante dopo che l’uomo era uscito.

    La porta del locale si aprì di colpo e, illuminate dal bagliore di un lampo, sei figure incappucciate varcarono la soglia. Al loro ingresso, molte voci si trasformarono in mormorii e alcune si smorzarono del tutto.

    "”ehi, chi pensate che siano quelli?

    "”non ne ho idea… ma, a giudicare dalle reazioni, deve trattarsi di tipi poco raccomandabili… forse dovremmo andarcene?

    I sei si tolsero i cappucci, aspettarono che i camerieri unissero due tavoli per formarne uno più grande e poi si sedettero. A parte l’espressione torva, non avevano segni particolari. Solo due di loro colpirono Boke: uno era un tipo smilzo che portava con sé una manciata di tappi di bottiglia, facendoli saltare con le dita e riafferrandoli al volo con una certa destrezza; l’altro era un tipo piuttosto alto, grasso e muscoloso.

    "”forse è meglio se ce ne andiamo, si…

    I ragazzi si alzarono per avviarsi verso il bancone, con l’intenzione di pagare e sloggiare alla svelta.
    Nel frattempo, l’energumeno tamburellava nervosamente sul tavolo e guardava in cagnesco un giovane cameriere che si affrettava per cercare di servirlo il più rapidamente possibile.

    > Allora…? Ci diamo una mossa?

    Mentre Teru e Boke litigavano su chi dovesse pagare, Rukia osservava con severità la scena che si stava svolgendo dall’altra parte

    "”ma tu guarda che st***zi… perché devono rovinare la serata a tutti?

    I clienti seduti ai tavoli vicini tremavano come foglie. Il cameriere era letteralmente terrorizzato e, nel tentativo di sbrigarsi, finì per rovesciare sul tavolo una brocca di vino. L’omone era furioso

    > Ma che ca**o fai?! Razza di imbecille!!

    Mentre i suoi compari ridacchiavano, si alzò e sovrastò minaccioso il ragazzino. Sembrava chiaramente in procinto di aggredirlo. Rukia decise di intervenire e frapporsi tra i due.

    > Lasciatelo in pace! Non avete nessun diritto di trattarlo in questo modo!

    Il gruppo si esibì in una grassa risata ma l’energumeno sembrò piuttosto contrariato dall’intromissione della ragazza e le si avvicinò facendo scrocchiare le ossa delle dita. Lei non sembrava intenzionata ad arretrare di un passo.

    I suoi amici si accorsero solo in quel momento di quanto stava accadendo

    > oh no… ditemi che non è vero…

    Boke cercò istintivamente di raggiungerla

    (( …stupida!! Perché devi fare sempre di testa tua?! Dannazione!

    Ma, nell’istante in cui stava per muoversi, il tipo di prima si intromise a sua volta, piazzandosi tra Rukia e il grassone

    > Fermo! Non ti permetterò di toccarla.

    > E tu chi saresti? Togliti dai piedi, bamboccio. Conterò fino a uno…

    > Io sono Yoshinisa Nishibayashi, valoroso protettore di donzelle indife…!

    Un poderoso cazzotto gli impedì di terminare la frase, spedendolo dritto contro gli acquisti di Rukia. Gama-san schizzò via dalla borsa e andò a spiaccicarsi sulla faccia di Boke, lasciandogli una sagoma rossa

    *CROAK*

    Da quel momento, ci fu una specie di reazione a catena e le cose precipitarono nel giro di pochi secondi.

    Il ragazzo, temporaneamente accecato dal rospo, urtò un bicchiere di cartone che andò a finire in faccia a uno degli ubriachi. Questi si imbufalì e imprecò, agitando il pugno in direzione del Namikawa, che aveva già preso in antipatia qualche minuto prima. Immediatamente i suoi compagni di bevuta si alzarono e si diressero bellicosi verso i due fratelli. Dall’altro lato del locale, i teppisti si accingevano a fare lo stesso con Rukia, rea di aver colpito l’energumeno con una ginocchiata nelle parti basse. Piatti, bicchiere e bacchette volavano ovunque. Boke e il “paladino salva-donzelle” avevano afferrato due coperchi e li usavano a mo’ di scudo per proteggersi dai colpi. Teru aveva distratto un inseguitore rovesciandogli addosso del pepe e adesso stava meditando di mettere i teppisti contro gli ubriachi, sperando nell’eliminazione reciproca. Boke colse al volo questa sua intenzione e decise di provocare il tipo con i tappi di bottiglia. La cosa funzionò: quello fece schizzare un tappo con le dita in direzione del ragazzo ma lui, preparato, anziché difendersi si abbassò. Uno degli ubriachi venne colpito in pieno su una tempia rimanendo tramortito e, all’istante, tutti gli altri cambiarono direzione, lanciandosi contro i teppisti al grido di “per l’onore dei marinai d’acqua dolce, all’attacco!”. Scoppiò il finimondo. Il rumore di calci, pugni, schiaffi e gomitate risuonò in tutto il locale. In mezzo al pandemonio, i ragazzi ritennero saggio trovare rifugio sotto un tavolo, mentre gli altri clienti li imitavano.

    Come previsto, dopo un quarto d’ora di mazzate, i contendenti erano stremati e alla padrona del locale riuscì semplice cacciarli a colpi di scopa. Il posto era a soqquadro ma la signora ritenne che il peggio era stato evitato e, per questo motivo, ricompensò i ragazzi offrendo loro la consumazione.
    Visto il modo in cui erano andate le cose, i tre decisero di rincasare. Ringraziarono Yoshinisa per l’aiuto e si accomiatarono da lui, ripromettendosi di incontrarlo nuovamente in situazioni più tranquille.

    Sulla strada del ritorno, furono abbastanza taciturni.

    > ehi… lo so che non è stata proprio una gran serata ma ce la siamo cavata con qualche livido. Tutto sommato poteva andare peggio, no?

    > non lo so… so solo che, francamente, ne ho abbastanza di tutto questo

    > già... anche io mi sono scocciato… siamo degli Shinobi, non possiamo farci coinvolgere in situazioni del genere e cavarcela pure per il rotto della cuffia…

    > si, ma il problema sono persone di quel tipo, non noi. Qualcuno dovrebbe fare qualcosa

    > hai ragione… ultimamente stavo pensando anche io di indagare più a fondo per individuare la causa di tutto questo

    Cosa rara, Boke non concordava del tutto con il fratello, stavolta

    > “indagare”? Che cos’è, lo spirito da giornalista della mamma ti ha contagiato? E, mentre tu indaghi, gli altri che fanno? Continuano a farsi mazzuolare?

    > ahh… non fare così. Non sei tu che dici sempre che si tratta di cose più grandi di noi e che non possiamo risolvere problemi del genere da soli?

    > lo so… infatti non parlo di “risolvere”… non so nemmeno se si possa davvero fare qualcosa. Però so che non sono abbastanza forte per esercitare un minimo di autodifesa e questo sta iniziando a stancarmi. Per cui, da domani, ho intenzione di cominciare ad allenarmi. Il tempo per bighellonare si è esaurito.

    I due si guardarono per un po’, stupiti da quelle parole (soprattutto Teru, che reputò assai strano in bocca al fratello il termine “bighellonare”). Alla fine, però, l’inaspettata risoluzione di Boke diede loro la carica e (passi per Rukia, che comunque aveva già la tendenza ad allenarsi un po’) persino Teru decise di impegnarsi seriamente.
    Quindi si salutarono e si diedero appuntamento all’indomani. Avevano davvero intenzione di esercitarsi e poco importava che fosse domenica.

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    > Parlato Boke Namikawa --> [X]
    "”sussurrato Boke Namikawa
    (( Pensato Boke Namikawa

    > Parlato Teru Namikawa --> [X]
    "”sussurrato Teru Namikawa

    > Parlato Rukia Takada --> [X]
    "”sussurrato Rukia Takada

    > Parlato papà

    > Parlato altrui

    *onomatopee*


    2/3


    [Amegakure, casa Namikawa, ore 7:00]



    L’indolenzimento che affliggeva varie parti del suo corpo fece svegliare Boke molto prima del solito. Il ragazzo aprì gli occhi e si voltò verso il letto del fratello, per scoprire che quello si trovava nelle stesse identiche condizioni.

    > uuuhh… amico… mi sento come se mi fosse passato un elefante addosso…

    > a chi lo dici… in questo stato non ho proprio voglia di allenarmi…

    > quindi passiamo…?

    > no, non passiamo… dobbiamo almeno fare uno sforzo, abbiamo promesso

    Detto ciò, si alzò dal letto e aspettò che Teru facesse altrettanto. Dopo essersi lavati e vestiti, si avviarono verso il corridoio ma il rumore di un cucchiaino li fece arrestare di colpo.

    "” ah! C’è qualcuno in cucina!

    "”Dannazione! Chiunque sia, vedendo come siamo conciati, ci farà il terzo grado! Che facciamo?

    "” Corriamo e cerchiamo di sfangarla?

    "”…di solito i tuoi piani sono migliori… vabbè, non abbiamo molte alternative, visto che dobbiamo passare per forza di lì…

    Quindi affrettarono il passo e, quando si trovarono a transitare davanti alla porta della cucina aperta, senza neanche guardare chi ci fosse dentro, cercarono di sbrigarsela con un “ciao, noi usciamo”.
    Un subitaneo bagliore di occhiali lì congelò.

    > Boke. Teru. Dove credete di andare?



    "”ugh… è papà!

    "” aah… beh, ci poteva andare peggio… poteva essere mamma…

    Si girarono e entrarono in cucina. Kanichi Namikawa era seduto a un capo del tavolo, intento a spalmare del burro su alcune fette di pane tostato. Il bagliore delle lenti continuava a non rendere visibili i suoi occhi.

    > Sedetevi.

    I ragazzi, che fino a quel momento erano rimasti in piedi, presero una sedia ciascuno e si accomodarono.
    Gli occhiali, per un istante, scintillarono in maniera ancora più vistosa e, senza alcun preavviso, il padre prese due piatti e glieli avvicinò di scatto. I figli si tirarono istintivamente indietro, come se stessero per arrivare loro addosso due proiettili. Invece… erano due fette di pane tostato.

    > La colazione… è il pasto più importante della giornata.

    Tirarono entrambi un sospiro di sollievo

    (( uff… ragazzi… mi sono ca**to in mano…

    Così iniziarono a mangiare, sperando di averla fatta franca. Ma i segni della rissa erano ancora troppo evidenti.

    > Che avete fatto ieri sera? Boke, perché hai la sagoma di un rospo disegnata sulla faccia?

    (( …sul serio?! Ancora?! Dannato pupazzo!

    Sarebbe stato inutile nascondere la verità, per cui raccontarono al padre per filo e per segno cosa era successo la sera prima e lo misero al corrente della loro intenzione di allenarsi.

    > …quindi avete passato il pomeriggio comprando pupazzi a forma di rospo, poi vi siete ubriacati, avete provocato una rissa e avete devastato un locale

    "” …che sta dicendo…

    "” …non è andata affatto in questo modo…

    > Siete fortunati che vostra madre sia talmente impegnata da non essersi proprio ritirata negli ultimi giorni. Comunque sia, è per questo che stavate uscendo tanto presto, di domenica? Che tipo di allenamento avevate in mente e dove volevate svolgerlo?

    > A dire il vero, non sappiamo ancora come allenarci

    > Questo è il modo migliore per sprecare tutto il giorno senza concludere nulla.

    > Comunque pensavamo di andare al lago. Lì c’è abbastanza spazio…

    > È escluso, niente lago. È troppo pericoloso uscire dal villaggio. Ho un’idea migliore: verrete con me alla ierō bokkusu.

    Rimasero folgorati dalla proposta. La ierō bokkusu, infatti, era un vecchio capannone che il padre si era procurato anni addietro e nel quale era solito, nel fine-settimana, svagarsi con lavoretti manuali di vario tipo.

    > Davvero possiamo venire?? Ma sono anni che non ci porti lì con te!

    > Perché sono anni che voi rifiutate di venire quando ve lo propongo.

    "” …mi sa che è come dice lui…

    > Ovviamente l’invito è esteso anche a Rukia.

    > Ma… Isao e Aoi?

    > Non verranno con noi. Vi disturberebbero durante l’allenamento. Rimarranno con la vicina, che è sempre felice di occuparsene. Allora? Cosa decidete?

    Erano già sul pianerottolo, pronti ad andare.

    […]

    [Amegakure, ierō bokkusu, ore 8:00]



    Passarono prima a prendere Rukia, poi si incamminarono.

    Giunti che furono alla ierō bokkusu, Kanichi afferrò una maniglia e la tirò da un lato.



    La pesante porta di metallo cigolò talmente forte che sembrò non venisse aperta da secoli. L’eco si propagò nel capannone, rompendo un silenzio che riusciva persino ad attenuare il rumore della pioggia battente.

    Eccetto alcune aggiunte fatte dal padre, il magazzino era proprio come lo ricordavano i ragazzi: ampio, con diverse porte e una grande saracinesca, alcune scale che conducevano a stretti soppalchi di metallo, finestroni quadrati sul limitare del tetto spiovente e, al centro del muro con la saracinesca, un’enorme griglia di aerazione con una ventola che girava lentamente e ritmicamente, producendo un rumore sordo che trasmetteva una strana calma, quasi come se dicesse “rifletti. Prenditi il tempo che ti serve”.
    I quattro entrarono e si chiusero la porta alle spalle. Kanichi si diresse verso un vecchio archivio arrugginito.

    > Venite qui, voglio verificare una cosa. Se funziona, potreste anche non avere bisogno di allenarvi.

    Detto ciò, tirò fuori tre strani foglietti di carta e li porse a ognuno di loro.

    > Provate ad incanalare il vostro Chakra lì dentro

    > E a cosa serve?

    > Fatelo e basta.

    Così come gli altri, Boke iniziò a concentrarsi per richiamare le proprie energie psico-fisiche e impastare il Chakra. A differenza dell’ultima volta, subito avvertì un forte calore tra il petto e lo stomaco. Focalizzando il proprio pensiero su quel punto, cercò quindi di indirizzare il calore verso la mano destra. Percepì chiaramente che la sensazione si propagava dalla spalla al braccio ma, a mano a mano che arrivava in prossimità del polso, la sentiva in maniera sempre più confusa. Fece un ultimo sforzo per immettere il Chakra nel foglietto ma, apparentemente, non ci fu alcuna reazione. A Teru e Rukia le cose erano andate nello stesso modo.

    > Il vostro controllo del Chakra è ancora troppo grezzo. Prevedibile. Ma valeva la pena fare un tentativo.

    > Adesso ci dirai a cosa serve?

    > Negativo. Ve lo dirò quando almeno uno di voi ci sarà riuscito.

    > Che rottura… e quindi? Che si fa?

    > In accademia vi hanno insegnato a camminare sulle pareti, giusto?

    > Certo

    > Fatemi vedere

    I ragazzi si diressero verso un lato del capannone e fecero un bel respiro.
    Similmente a prima, Boke richiamò il proprio Chakra ma, stavolta, lo indirizzò verso le cosce, poi verso i polpacci e, da lì, verso le piante dei piedi. Quando ritenne che la quantità fosse ben dosata, alzò la gamba destra e calpestò la parete. Cercò di far aderire bene il piede destro e, con un piccolo slancio, poggiò anche il sinistro. Era in orizzontale, tutto ok, benché la cosa richiedesse parecchia concentrazione e un dispendio costante di energia.
    A quel punto, iniziò a camminare piano verso il soffitto, notando con la coda dell’occhio che i suoi amici facevano lo stesso.
    A circa 5 metri di altezza, però, la sua passeggiata fu interrotta bruscamente: senza alcun preavviso, il padre afferrò una lattina piena e gliela tirò contro.
    Preso completamente alla sprovvista, Boke si deconcentrò, perse il contatto con il muro e iniziò a precipitare.

    > UAAAHH!!

    > Boke!!!

    Il ragazzo chiuse gli occhi e desiderò con tutto il cuore di attutire la caduta… il desiderio si avverò: un istante dopo era a terra, in piedi, con gli occhi chiusi.

    > ahi! … ehi! Ma non mi sono fatto male!

    > Sarebbe stato preoccupante il contrario. Teru, Rukia, provate a lanciarvi anche voi.

    Così fecero e atterrarono illesi.

    > Capisco… quindi il controllo del Chakra ci permette anche di attutire l’impatto con il pavimento… pazzesco!

    > Si, ma non provate ad andare più in alto o vi romperete l’osso del collo. A giudicare da come siete atterrati, credo che 5 metri siano il vostro limite. Allenatevi e migliorerete.

    > Sicuro. Ovviamente tu ci aiuterai!

    > Ovviamente io NON vi aiuterò. Dopo una settimana di lavoro, pensate che sprechi il mio unico giorno libero?

    Dopo aver pronunciato queste parole, afferrò un martello e si mise a lavorare vicino allo scafo di una barca.

    > ma… papà!

    > Signor Namikawa, non ci può dare almeno qualche consiglio?

    > …

    Continuò a martellare senza dire nulla

    > Eddai, pa’

    > …avete mai provato a camminare sull’acqua?

    > Sull’acqua??

    > Dovreste esserne in grado tutti e tre. Provate

    > E dove? Hai detto che non possiamo andare al lago

    > Se non potete andare al lago, il lago può venire da voi

    Kanichi lasciò il martello e, avvicinatosi a un pilastro, girò due grandi manopole. Si sentì una forte vibrazione seguita da uno scroscio. Una sezione del pavimento pari a circa un sesto della superficie del capannone scivolò di lato, rivelando una sorta di bacino idrico artificiale. A quanto sembrava, la seconda manopola era parte del meccanismo di attivazione di una chiusa che, normalmente, serviva ad impedire all’acqua piovana di filtrare in quell’interstizio. Attivandola, si era alzata una paratoia e l’acqua aveva rapidamente riempito la cavità.

    > Una piscina?!

    > Sai che feste!

    > Niente feste. E non è una piscina. La uso per fare delle prove di galleggiamento. Sapete cosa fare.

    Indicò l’acqua e poi tornò a martellare, come se niente fosse.

    I ragazzi si misero subito all’opera per tentare di camminare sull’acqua. Boke si fermò a fissare la superficie calma del liquido.

    (( Fa un po’ impressione ma non sarà nulla di alieno. Il principio dovrebbe essere lo stesso…

    Seguendo il medesimo procedimento di prima, concentrò il Chakra sulle piante dei piedi, poi provò a fare un passo. Ma, come la suola della scarpa toccò l’acqua, gli fu immediatamente chiaro che si trattava di una cosa leggermente diversa dal camminare sul muro: il piede effettivamente galleggiava ma Boke percepiva troppa “morbidezza” sotto di sé. Si sentiva che l’appoggio era precario. L’urlo di Teru, appena sprofondato, gli confermò che questo esercizio sarebbe stato meno semplice del previsto, a causa della poca stabilità della superficie.

    A furia di insistere, comunque, dopo un’ora riuscirono nel loro intento e alla fine passeggiavano più o meno tranquillamente sullo specchio d’acqua.
    Preso dall’entusiasmo, Boke afferrò nuovamente il foglietto e riprovò a incanalarvi il Chakra. Ma anche stavolta non accadde nulla, per cui si lasciò cadere a terra e si mise a fissare il soffitto.
    Teru e Rukia si sedettero vicino a lui

    > Niente, eh…?

    > Che fregatura… dopo tutta quella fatica…

    Il padre li osservò sottecchi. Poi guardò l’orologio.

    > È quasi ora di pranzo e avete consumato parecchie energie. Dovreste andare a comprarvi qualcosa da mangiare. E, visto che è di strada, perché non provate a fare un giro in biblioteca? Potreste trovare degli spunti interessanti

    Era giusto: in quanto Genin, ora avevano accesso alla biblioteca del villaggio. La cosa era passata di mente a tutti e tre, tant’è vero che non ci avevano ancora messo piede nemmeno una volta.
    Quindi, accettando di buon grado il consiglio di Kanichi, si apprestarono ad uscire.
     
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    *onomatopee*


    3/3


    [Amegakure, biblioteca del villaggio, ore 15:00]



    L’edificio nel quale trovava posto la biblioteca era davvero imponente. A Boke parve di ricordare che dovesse trattarsi di un luogo particolarmente importante ma, al momento, non rammentava il perché.
    Davanti all’ingresso, i tre si assicurarono di aver trovato riparo sotto una pensilina e chiusero gli ombrelli. Una grande porta di legno li separava da un enorme deposito di conoscenze. Provarono a bussare e, dopo un po’, dalla porta fece capolino uno Shinobi.

    > Desiderate…?

    I ragazzi mostrarono il coprifronte di Ame.

    > Siamo Genin del villaggio. Vorremmo avere accesso alla biblioteca

    Il ninja aprì ulteriormente la porta e li fece entrare. Numerose candele rischiaravano l’ambiente.

    > Ci scusiamo per il temporaneo disagio

    Quel luogo non sembrava essere né antico né moderno ma, con quel tipo di illuminazione, tendeva a ricadere più nella prima categoria che nella seconda.

    > Dovremmo cercare qualcosa sulle tecniche di combattimento, no?

    > Da quello che so, dovremmo prima chiedere agli addetti

    In effetti, l’interno era ampio, con molti tavoli e diversi scaffali che contenevano tomi sugli argomenti più disparati ma niente che riguardasse le tecniche. Tuttavia, quello sembrava essere solo il primo ambiente. Al centro, infatti, c’era una specie di reception semicircolare che cingeva un muro con una singola porta, raggiungibile solo da chi si trovava dall’altra parte. Dietro il bancone c’era una Kunoichi.
    I tre si avvicinarono e esibirono ciascuno un foglio che era stato consegnato loro dopo la promozione. La donna guardò i pezzi di carta e poi posò sul tavolo alcune liste sintetiche di Jutsu, dicendo che avrebbero potuto sceglierne tre ciascuno e, una volta deciso, lei sarebbe andata a prelevare i relativi rotoli sul retro.
    Boke e Teru si misero a spulciare la lista dei Ninjutsu, Rukia preferì consultare quella dei Taijutsu.

    (( …mmmh… questo no, mi sembra troppo complicato… questo non mi piace… quello non è nel mio stile… quest’altro è un po’ strano, non capisco come dovrebbe funzionare… oh! Ecco, questo potrebbe essermi utile!

    Dopo una buona mezz’ora, andando per esclusione, scelse anche le altre due tecniche.
    Quando ebbero finito tutti e tre, chiesero di poter visionare i rotoli. La donna glieli portò, loro li studiarono qualche minuto, presero degli appunti e, quando furono soddisfatti, se ne andarono.

    [Amegakure, ierō bokkusu, ore 16:00]



    Quando fecero ritorno, trovarono Kanichi che lavorava con foga, girando rapidamente intorno allo scafo: ora martellava a destra, ora avvitava a sinistra, ora sopra, ora sotto, ora avanti, ora dietro, persino in obliquo.

    (( …e questo sarebbe un hobby rilassante…? Sembra una roba da esaurimento nervoso…

    > Pa’, siamo tornati.

    > Com’è andata?

    > C’erano molte informazioni ma alla fine ci siamo concentrati sulle tecniche

    > Quali tecniche?

    > Io ho scelto il Taijutsu, lo sento più vicino al mio stile. Anzi, se fosse possibile, vorrei chiederle di darmi l’opportunità di allenarmi al sacco. Ho visto che ne ha uno lì

    > Non c’è problema, Rukia. Ma come pensi che questo possa aiutarti con il controllo del Chakra?

    > Non so… magari potrei allenarmi mentre sono sull’acqua. Dosare il Chakra in quelle condizioni è difficile, quindi riuscirci mentre faccio un’altra cosa potrebbe essere un buon esercizio

    > È un’idea un po’ insolita ma potrebbe funzionare.

    Kanichi prese il sacco e lo montò sul bordo dello specchio d’acqua.

    > Teru. Boke. Voi come intendete procedere?

    > Io vorrei insistere con la camminata sul muro e l’atterraggio. Le tecniche che ho scelto non mi sembrano adeguate

    A quel punto, Teru porse al padre il foglio con gli appunti.

    > Confermo. Sono più strategiche che direttamente offensive. E tu, Boke?

    > …eh? Uh, io ho scelto queste

    Kanichi osservò il foglio per un po’.

    > Questa perché l’hai scelta?

    > Quella lì? Perché mi sembra che possa compensare alcune mie carenze fisiche con il Chakra

    > E le altre due?

    > ah… non c’è un motivo. Sono andato per esclusione ed erano rimaste solo quelle

    > Temevo una risposta del genere. Ma sei stato fortunato: questa potrebbe aiutarti a fare il passo finale

    Detto ciò, tirò fuori da un armadio un rotolo di filo d’acciaio sottilissimo. In qualche modo ne recise un pezzo lungo circa 5 metri e lo porse al figlio.

    > Prova ad usare quella tecnica sul filo.

    Boke prese il filo e lo maneggiò un po’. Era talmente sottile che, con la giusta illuminazione, sarebbe risultato quasi invisibile, eppure sembrava anche resistentissimo.
    Quindi, mentre il padre tornava a dedicarsi allo scafo, ripassò i suoi appunti e iniziò ad impastare il Chakra.
    Quando ritenne di aver ottenuto la quantità necessaria, compose i sigilli

    (( Tigre, Cinghiale, Cane, Tigre… ok, vediamo che succede…

    Canalizzato dalla tecnica, lo scorrere del Chakra sembrò molto più fluido del solito e l’energia giunse indubbiamente nella mano che stringeva il filo. Da lì, iniziò a pervadere il filo stesso che, a poco a poco, quasi per magia, cominciò a sollevarsi.
    Il ragazzo era sbigottito dalla facilità con la quale era riuscito ad incanalare il Chakra e si voltò verso il padre. Questi colse il suo stupore.

    > Non devi meravigliarti. Lo sai che i sigilli sono catalizzatori per il Chakra, quindi è naturale che usare un Jutsu ti faciliti il compito. In più, quella tecnica è fatta apposta per funzionare con quel tipo di filo.

    > Ma, se è così, questa cosa non mi aiuterà a sforzarmi per migliorare. Non è un po’ come barare?

    > Non proprio. Per ora sei riuscito solo a sollevare il filo. Prova a fare qualcosa di più difficile, per esempio ad afferrare quella lattina sul cassettone

    Con il Jutsu ancora attivo, Boke si sforzò quindi di indirizzare il filo verso l’armadio.
    Si rese subito conto che non era così semplice. A mano a mano che il capo opposto a quello che stringeva si allontanava, guidarlo diventava sempre più complicato: anziché andare verso l’alto, andava verso il basso; anziché andare a destra, andava un po’ a zigzag.

    (( E sta’ un po’ fermo, stupido filo!!

    All’inizio si innervosì, perse la concentrazione e il Jutsu si sciolse. Mentre sbolliva la rabbia, si guardò intorno: vide Teru intento a lanciarsi dalla parete e Rukia che colpiva il sacco con calci e pugni, urlandogli roba del tipo “prendi questo, Sanzo”.
    Vedendo i suoi amici che si impegnavano al massimo, tirò un forte sospiro e iniziò a concentrarsi ancora di più. Ricompose i sigilli e reindirizzò il Chakra nel filo. Benché non gli fosse possibile vederlo ad occhio nudo, cercò di visualizzare mentalmente il proprio sistema circolatorio, i canali e i Tenketsu delle mani ma dovette usare parecchia fantasia perché non aveva conoscenze anatomiche, neanche rudimentali. Poi iniziò a concentrarsi sulla sensazione di fluidità e scorrevolezza del Chakra immesso nel filo. In qualche modo, tutto ciò gli fu effettivamente d’aiuto, perché, ad ogni tentativo, il filo si muoveva in maniera sempre più precisa.

    Dopo due ore di esercizio (interrotto solo da molte bevute), riuscì finalmente ad afferrare la lattina 9 volte su 10.

    (( Ok, ci siamo! Se mi concentro su questa sensazione quasi “acquosa” che mi trasmette il Chakra, percepisco chiaramente che sono in grado di padroneggiarlo molto meglio. A questo punto, vale la pena anche provare con gli altri esercizi…

    Lasciò il filo e si avvicinò all’acqua. Rukia stava colpendo il sacco con movimenti sempre meno banali e sempre più rapidi, segno che riusciva a bilanciare lo sforzo con l’equilibrio.

    > Oi, devi camminare? Vuoi che mi fermi per non renderti l’acqua troppo agitata?

    > mmmh… no, non ti preoccupare. Anzi… una difficoltà in più mi sarà utile

    Fissò la propria immagine riflessa e iniziò a impastare il Chakra. Stavolta, anziché sentirlo come un calore, si sforzò di percepirlo come se fosse un liquido. Poi lo indirizzò sotto le piante dei piedi e, con determinazione, salì sulla superficie increspata. Fin qui nulla di nuovo rispetto a prima, se non per il fatto che l’acqua non era una tavola, bensì era agitatissima. Rukia non subiva gli effetti del suo stesso movimento perché il punto in cui poggiava i piedi era l’epicentro dal quale si propagavano le onde. Boke, invece, ne era investito in pieno e, nonostante ciò, stava lì fermo come un monolite.

    (( Si! Funziona! Riesco a cambiare il dosaggio e l’intensità del flusso al momento giusto per contrastare i cambiamenti della superficie e non perdere aderenza! Devo osare un po’ di più…

    Provò quindi a muoversi, prima lentamente, poi più velocemente, fino ad arrivare ad essere in grado di fare una vera e propria corsa. Poi si fermò a pensare

    (( Mero… se solo potesse vedermi in questo momento… forse penserebbe che non è stato un errore riporre fiducia nelle mie potenzialità...

    La sua mente iniziò a vagare in altre direzioni e, senza accorgersene, accompagnato dal suono costante della ventola che girava e dall’eco delle gocce d’acqua che cadevano dal soffitto, iniziò a camminare con le mani in tasca.

    (( Forse... ma il senso del suo discorso andava oltre le capacità combattive… c’è ancora molta strada da fare…

    Era talmente sovrappensiero che, finito lo specchio d’acqua, arrivò al muro e continuò a camminare andando verso l’alto.

    (( Già... molta strada…

    Un rumore fortissimo lo riportò alla realtà: usando uno strano Taijutsu, Rukia aveva compiuto un rapido movimento, comparendo sotto il sacco e tirandogli un calcio così forte da farlo traballare quasi fino a spezzare le catene che lo reggevano.

    Boke spalancò gli occhi e vide il soffitto vicinissimo. Preso da un attimo di spaesamento, si accovacciò e poi si mise a quattro zampe, appoggiando le mani al muro, quasi come se volesse afferrarlo per tenersi più saldo. Strano a dirsi, questo fu esattamente ciò che accadde, poiché riuscì ad aderire con tutti e quattro gli arti.

    Il padre, dal lato opposto del capannone, se ne accorse.

    > Boke. Basta così, scendi.

    > eh?? Ah, si! Subito!

    Proprio mentre pensava di farlo, però, il ragazzo iniziò a sentirsi strano. La sensazione di energia che aveva provato fino a quel momento stava venendo meno, accusava un’improvvisa stanchezza e una forte debolezza. Gli sembrò che il capannone iniziasse a girargli intorno e gli venne il voltastomaco. Poi, mentre sentiva una voce ovattata che lo chiamava, cominciò a non vederci più bene e, un attimo dopo, fu come se qualcuno avesse spento un interruttore. Mentre perdeva aderenza con il muro, realizzò che probabilmente aveva consumato quasi tutto il suo Chakra.

    > …pa…

    Sentì il proprio corpo cadere nel vuoto quasi al rallentatore. Poi fu il buio.

    […]

    Quando riaprì gli occhi, era steso per terra. Teru e Rukia lo guardavano preoccupatissimi. Il primo quasi piangeva; la seconda sembrava trattenersi a stento dal tirargli un ceffone

    > Bro! Sei vivo!

    > Non farlo mai più!! Stavo morendo di paura!!

    > …non l’ho fatto apposta… ma… mi avete salvato…

    Teru si asciugò le lacrime

    > No, è stato papà… credo che abbia composto un sigillo, poi è comparso sotto di te in scivolata e ti ha afferrato al volo. È successo così velocemente che non l’ho nemmeno visto muoversi

    Il soggetto del discorso si avvicinò proprio in quel momento, portando con sé una zuccheriera. Da questa tirò fuori una zolletta e la diede al figlio

    > Mangiala. Hai bisogno di recuperare il più rapidamente possibile.

    Il ragazzo la sgranocchiò e, quando iniziò a sentirsi meglio, si rimise in piedi.

    > …devo continuare ad allenarmi…

    > Non credo.

    Il padre non era dello stesso avviso e gli porse nuovamente il foglietto di carta.

    Boke non se l’aspettava ma subito lo afferrò. Fece il terzo tentativo cercando di sfruttare tutto ciò che aveva imparato quel giorno e si concentrò sempre su quella sensazione “acquosa”.
    Improvvisamente il foglietto si inumidì e diventò un cencio inutilizzabile.

    (( Me**a! Devo avere ancora le mani sudate per colpa dell’allenamento…

    > …pa’, mi dispiace, l’ho rovinato

    > Che stai dicendo? Ci sei riuscito

    > riuscito…? A fare cosa?!

    Gli altri due non erano meno stupiti di lui e si guardavano con i punti interrogativi in faccia.

    > Vi spiegherò come stanno le cose: questi fogli sono ricavati dalla corteccia di un albero particolarmente sensibile alla natura del Chakra. Se lo Shinobi è abbastanza abile da riuscire a controllare il flusso al punto giusto, potrà immetterlo al suo interno e il foglio reagirà in base alla natura del Chakra dell’utilizzatore. Il foglio si è bagnato, quindi l’elemento di Boke è il Suiton.

    Lo ascoltarono a bocca aperta. Elementi? E chi ci aveva mai pensato fino a quel momento?
    Subito Teru provò l’esperimento e ottenne lo stesso identico risultato: una pezza bagnata.

    > Anche io Suiton, eh?

    > Non è strano. La natura del Chakra è influenzata dal territorio in cui si è nati e ad Ame la maggior parte degli Shinobi ha il Suiton.

    La vera sorpresa, però, la ebbero quando fu il turno di Rukia, poiché il foglio, anziché bagnarsi, prima si raggrinzì formando tante piccole pieghe e poi quasi si accartocciò su se stesso.

    > Che significa?

    > Significa che il tuo elemento è il Raiton.

    Teru e Boke guardavano la ragazza con fare sospettoso

    > Com’è possibile…

    > Amica… che ci nascondi…?

    > Non vi nasconde nulla.

    > Ma non hai detto che ad Ame abbiamo tutti il Suiton?

    > Non mi hai ascoltato bene: ho detto che la maggior parte ha il Suiton. Per quanto sia raro, non è affatto impossibile che qualcuno abbia un elemento diverso. Comunque avrete modo di farvi un altro giro in biblioteca per approfondire l’argomento. Adesso devo tornare alle mie cose.

    Quindi riprese a martellare.

    > Insomma, tutto questo serviva a scoprire la natura del nostro Chakra… ma perché non ce l’hai detto prima?

    > A volte la curiosità è un ottimo incentivo per impegnarsi.

    > E quindi…?

    > Pensaci. Conoscere il proprio elemento è importante ma controllare il Chakra forse lo è anche di più. Con tutto quell’allenamento, adesso il vostro livello è salito parecchio e noterete la differenza quando vi ritroverete a combattere

    I ragazzi non poterono non concordare con lui.

    > Ah, un’ultima cosa. Stasera cucino io. Rukia, se sei dei nostri, mi fa piacere.

    Allietati dalla prospettiva, lo aiutarono con gli attrezzi, in modo tale da farlo finire il prima possibile e tornare a casa presto.
    Quando tutto fu in ordine, uscirono dalla ierō bokkusu chiudendosi la pesante porta alle spalle. Era stato un weekend fuori dai canoni ma aveva dato i suoi frutti.
     
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    sblocco approvato e puoi prendere 82 punti exp :rosa:

    Ps: non c’è bisogno dell’autorizzazione per aprire Pq e/o sblocchi :D
     
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