Accademia Boke Namikawa

per Shitsubo

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    L’avvento della primavera smorzò l’incessante ritmo delle piogge in quel di Ame e le vie del villaggio tornarono a popolarsi. Diretto alla Nuova Accademia, Mero Nishimura camminava disinvolto, imbacuccato nel suo impermeabile verdone.

    Mero



    Giorni addietro ricevette la lettera d’incarico che lo insigniva di un ruolo rilevante e delicato per il villaggio, quello di esaminatore di giovani studenti. L’impasse tecnologica che scombussolava il mondo ninja non lo turbò particolarmente; lui che adorava l’odore dell’inchiostro e dei vecchi libri impolverati, ormai in disuso in virtù degli asettici strumenti elettronici che li avevano sostituiti. Si sentiva più a suo agio, in una società che per la prima volta sembrò frenare la sua frenetica corsa al progresso. Conscio della precarietà della situazione, decise di godersi quei momenti, con un malizioso sorriso stampato sul volto ed assaporando con brevi boccate il tabacco della sua sigaretta rollata. Il villaggio era tappezzato di manifesti che segnalavano i problemi in corso e promettevano un sicuro ripristino dei servizi essenziali in tempi brevi ma allora imprecisabili. Percorrendo i lunghi corridoi dell’Accademia la sua mente rievocava i dolci ricordi dell’ infanzia, rendendosi conto di quali sogni si erano tramutati in realtà e quali invece erano stati accantonati nel tempo. Già, il tempo, metronomo della vita e ambasciatore di verità, poneva dinanzi agli shinobi l’incombenza delle scelte, via via più importanti ed influenti. Per i giovani studenti che avevano deciso di intraprendere la Via del Ninja era arrivato il momento di dimostrarsi meritevoli dell’assegnazione del loro primo vero grado da shinobi, il quale gli sarebbe valso il coprifronte inciso dell’emblema di Ame oltre all’accesso a quell’elite di uomini che si sarebbero resi protagonisti delle storie narrate in questi spazi.

    Mero entrò nell’ampia sala dove i suoi esaminati lo attendevano con impazienza, intenti a chiacchierare l’uno con l’altro. Non si curò di osservarli finché non guadagnò il centro della stanza e, liberandosi del cappuccio con un movimento sicuro della mano, si decise ad interrompere quel brusio per dare inizio all’esame.

    «Silenzio per favore.»

    Indugiò con sguardo severo e profondo, scrutando uno per uno i presenti. Poi proseguì autorevole, nel tentativo di scorgere le personalità dei suoi ascoltatori.

    «Mi chiamo Mero Nishimura e sono un Chunin di Amegakure. Essere un ninja è un privilegio ed allo stesso tempo un onere. Resilienza, responsabilità, determinazione, forza..sono solo alcune tra le virtù che un uomo deve coltivare per potersi definire shinobi. Non sarò indulgente oggi. Se tra di voi ci saranno degli studenti degni di intraprendere questo percorso, state pur certi che li troverò. Ora, uno per volta, ditemi cosa significa per voi essere ninja e cosa vi spinge a volere quel coprifronte.»

    Alzò il braccio per puntare il dito all'indirizzo di Boke Namikawa.

    «Inizia tu.»


    Shitsubo descrivi pure l'arrivo all'accademia, soffermandoti sulle emozioni che prova il tuo pg e sui suoi pensieri. Rispondi alla domanda facendo trasparire la personalità e le idee di Boke.


    Edited by ¬Seto - 20/4/2022, 00:11
     
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    > Parlato Boke Namikawa --> aspetto
    * sussurrato Boke Namikawa
    (( Pensato Boke Namikawa

    > Parlato Teru Namikawa
    * sussurrato Teru Namikawa

    > Parlato Rukia Takada
    * sussurrato Rukia Takada

    > Parlato Mero Nishimura

    > Parlato altrui


    Nella stanza di un appartamento collocato al terzo piano di uno dei tanti palazzi di Amegakure, su due letti circondati da roba gettata alla rinfusa, dormivano beatamente due ragazzi. Ognuno di loro possedeva un potere molto speciale: il primo era in grado di russare così forte da disturbare ventisei vicini contemporaneamente; il secondo aveva la capacità di creare con il naso una bolla che si ingrandiva costantemente, gonfiandosi ad ogni respiro.
    La serenità di quel momento idilliaco venne rotta dal rumore di qualcuno che picchiava contro la porta d’ingresso dell’appartamento.
    Il primo ragazzo smise di russare e aprì gli occhi a fatica.

    > …mmmh?

    Poiché non riceveva risposte, la persona dall’altro lato della porta iniziò ad alzare la voce.

    > Ragazzi, ci siete o no? Teru, vieni ad aprirmi! Lo so che mi stai sentendo…

    > Si si… sarebbe difficile non sentirti…

    > Che hai detto?

    > Che sto venendo ad aprirti!

    Il ragazzo con i capelli arancioni si alzò e si diresse verso l’ingresso. Poi, ancora mezzo insonnolito, afferrò la maniglia e tirò la porta verso di sé, rivelando la figura di una ragazza con i capelli lunghi, lisci, neri.

    > Ciao Rukia…

    > Ma che ci fai vestito così?

    > Ci dormo

    > Quindi anche quel genio di tuo fratello stava dormendo??

    > In realtà, ad essere precisi… sta ancora dormendo

    > Mi prendi in giro?? Ma ricorda che giorno è oggi?

    > mmmh… venerdì?

    > No, è giovedì… ma non è questo il punto! Sul serio si è dimenticato dell’esame? Tiralo giù dal letto!

    Non ce n’era bisogno. Tutto quel trambusto aveva finito per svegliare anche Boke, facendo esplodere la bolla tanto faticosamente gonfiata.
    Dalla stanza si sentì provenire una voce assonnata e infastidita.

    > Che ca**o urlate? Certo che ne avete di energie voi due, di prima mattina…

    > Di prima mattina…? Ma lo sai che ore sono? Non vi siete nemmeno accorti che in casa siete da soli… sono andati via tutti da un pezzo

    > Si, ma si può sapere qual è il problema…?

    Per nulla intenzionata ad intavolare una discussione a distanza, la ragazza decise di entrare in camera.

    > Il problema è il tuo esame, o vuoi dirmi che hai intenzione di non presentarti?

    > … l’esame… quale esame…?

    Si girò con aria dubbiosa a guardare Teru ma quello fece spallucce e i punti interrogativi che gli si potevano leggere in faccia non gli chiarirono minimamente le idee.

    > Quello per diventare Genin

    > …l’esame per diventare Genin? Ma va… per una cosa del genere ci avresti avvisato prima…

    > L’ho fatto!

    > …hmm?
    > …hmm?

    Corsero entrambi con la mente a ciò che era successo qualche giorno prima.

    CITAZIONE
    [Ricordo di Boke e Teru]

    Durante un feroce temporale, i due erano intenti a giocare a Shogi sulle scale che portano al sottotetto del palazzo. Rukia arrivò correndo dal piano inferiore.

    > Ehi, sono uscite le date degli esami per diventare Genin!

    I due continuarono a giocare

    > …hm
    > …hm

    > Boke deve andare giovedì, tu venerdì e io sabato

    > …hm
    > …hm

    > ma mi state ascoltando?

    > …hm? Si, certo

    Teru spostò un altro pezzo e sghignazzò

    (( Maledizione! E chi se l’aspettava una mossa del genere… mi ha messo all’angolo

    > Beh, io vi ho avvisato. Cercate almeno di ripassare qualcosa o andrà a finire che vi cacceranno a pedate

    > …hm
    > …hm

    Iniziarono immediatamente a sudare freddo

    * uuuhh… amico, me n’ero completamente scordato! Adesso sono dolori!

    * E lo dici a me? Tu almeno hai un giorno in più

    > E piantatela di sussurrare, che vi si sente benissimo. Comunque non importa, adesso non c’è tempo per recriminare: Boke dev’essere all’accademia tra mezz’ora

    > Mezz’ora?? Ci vuole un quarto d’ora solo per arrivarci!

    Saltò giù dal letto. Poi, mentre Teru faceva altrettanto, si lavò rapidamente la faccia, si vestì con la prima cosa che trovò buttata su una sedia e si mise un mantello antipioggia leggero (il tempo sembrava più clemente negli ultimi giorni). Alla fine afferrò una borraccia con cannuccia piena d’acqua, aprì la porta e si lanciò giù dalle scale.

    > ehi, aspettaci almeno!

    > Ma perché, venite anche voi?

    > Mi sembra scontato!

    > Ma non potrete entrare e chissà quanto durerà… sarà una palla… Approfittate del (relativamente) bel tempo per andare a fare qualcosa

    > Ma che dici? Non potremmo mai lasciarti andare da solo. E poi c’è poco da fare in giro adesso… mentre venivo qui ho visto dei cartelli che segnalavano problemi e malfunzionamenti di vario tipo. Stanno provvedendo ma mi sa che ci vorrà un po’

    > Ah… grandioso…

    […]

    Dieci minuti dopo stavano varcando la soglia dell’accademia.

    > Dici che siamo in ritardo?

    > Macché, siamo anche un po’ in anticipo

    Nell’ampio ingresso si respirava un’aria frizzantina. Decine di studenti andavano e venivano, chi per un motivo, chi per un altro. Qualcuno si affannava per raggiungere l’aula in cui avrebbe dovuto seguire la prossima lezione, qualcun altro gironzolava godendosi una meritata pausa. Il rumore dei passi che rimbombavano nei corridoi si sommava all’incomprensibile accavallarsi delle voci.

    Vedendo gli studenti più giovani, a Boke vennero in mente i suoi fratellini.

    (( Aoi e Isao saranno a lezione adesso…

    Ma il corso dei suoi pensieri fu prematuramente interrotto da una voce squillante

    > Ehi, parli del diavolo e spuntano le corna! Ci stavamo giusto chiedendo quando sareste arrivati

    I tre si girarono e scorsero un gruppetto di persone che li stavano salutando. Quattro di queste con particolare foga.

    > Akira, Himari, Yua, Denbe! Anche voi dovete sostenere l’esame oggi? Che coincidenza!

    > No no, siamo solo venuti ad accompagnare Eichi. Il nostro turno è domani

    > Allora sarete insieme a me!

    Boke tirò un sorso dalla cannuccia e si guardò intorno

    > Eichi, eh? Ma dov’è? Non lo vedo da nessuna parte

    I ragazzi si guardarono intorno un po’ spaesati.

    > È andato in bagno ma, in effetti, ci sta mettendo un po’ troppo…

    > Credi che sia tutto ok? Forse dovremmo andare a controllare

    > Aspettate, sta tornando, eccolo lì

    > Ah, ciao Eic…!!!

    Boke si bloccò di colpo con un groppo in gola, la bocca semiaperta e la cannuccia penzoloni.
    Eichi avanzava verso di loro quasi zoppicando e tremando dalla testa ai piedi. Aveva la faccia di uno che era appena riuscito a sfuggire all’aggressione di un orso inferocito.

    > Eichi! Cos’hai??

    > Ohi, amico! Che diamine ti è successo??

    Lui non disse una parola e continuò a camminare, dirigendosi verso l’aula in cui avrebbe dovuto tenersi l’esame.

    > Aspetta, dove stai andando? Non penserai mica di sostenere l’esame in quelle condizioni?

    > Sono stati Sanzo e i suoi, vero?

    A sentire quel nome, Eichi trasalì e girò la testa da un’altra parte con fare umiliato e arrabbiato.

    Intanto, dal corridoio che portava ai bagni, spuntò un altro gruppetto di ragazzi che, con incedere spavaldo, si facevano largo tra studenti che li evitavano camminando a testa bassa.

    Teru fu il primo ad avvistarli

    * uuhh… eccoli

    Boke riprese a tirar su dalla cannuccia con fare pensieroso

    (( Mucchio di st***zi perdigiorno… Sempre in giro a creare problemi…

    Quello alla testa del branco, un tipo con i capelli viola, si girò verso il gruppo di Eichi e, per un attimo, tutti ebbero l’impressione che stesse accennando un sorrisetto colmo di soddisfazione. Quindi, sentendosi addosso uno sguardo pesante, si voltò e incrociò gli occhi fulminanti di Rukia.
    I due iniziarono a scrutarsi in malo modo e, per diversi secondi, il brusìo generale fece spazio al silenzio.
    A nessuno piacque quell’atmosfera carica di tensione ma Teru era particolarmente preoccupato e stava sudando freddo

    *Ah! Sorella, non provocarlo ti prego! Ti ricordi chi frequenta quello, si?

    > …

    * uh oh! Si mette male, amico! Dì qualcosa!

    * tch… cosa vuoi che dica? Lo sai che è fatta così…

    Dopo un po’, Sanzo chiuse gli occhi con uno sbuffo e si allontanò insieme al gruppo, dirigendosi verso l’aula della prova.

    Boke continuò a bere, seguendolo con lo sguardo.

    > Non mi dite che deve sostenere anche lui l’esame oggi…

    Teru, decisamente sollevato dallo scampato pericolo, buttò un occhio sul tabellone

    > …ok, se vuoi non te lo dico

    > bah… di bene in meglio…

    La prospettiva di dover stare nella stessa stanza con quel tipo non lo entusiasmava affatto ma poi pensò che per Eichi l’esperienza sarebbe stata sicuramente peggiore e decise semplicemente di sedersi il più lontano possibile da Sanzo e ignorarlo per tutto il tempo.

    > Va bene, dai, andiamo… è quasi ora

    Imboccarono anche loro il corridoio e si avviarono verso l’aula.
    L’avevano quasi raggiunta quando Boke si sentì chiamare da una voce leggermente gutturale, che alle sue orecchie suonava tanto familiare quanto fastidiosa.
    Si trattava di un tipo acido e rancoroso che sembrava sempre in cerca di una scusa per sminuire chi gli stava attorno.

    > Ehi, ciao Boke! Aspetta, com’è che si scriveva il tuo nome? Con il Kanji 呆け [stupido], giusto?

    Le vene sulle tempie di Boke iniziarono a pulsare. Smise di bere dalla cannuccia e iniziò a soffiarci dentro facendo ribollire il liquido. Poi, con gli occhi semichiusi, si girò verso il tizio.

    > …si scrive con il kanji ボケ [sfocato]...

    * aah… ma tutto oggi deve succedere? Ti prego, non ascoltarlo! Lo sai che sa benissimo come si scrive il tuo nome, te lo sei dimenticato? Ti sta solo provocando. Dimostrati superiore e sii più maturo di lui

    > Ma si, hai ragione…

    Si stava voltando per entrare nell’aula, ma quello continuò

    > Ah, giusto, si si. A proposito… deve essere strano sostenere l’esame dopo esserci arrivato appena con la sufficienza…

    Boke non lo voleva più ascoltare. Si impose di seguire il consiglio di Teru.
    Inaspettatamente, però, stavolta fu proprio il fratello a reagire.

    > Beh, almeno noi la sufficienza l’abbiamo raggiunta… tu scommetto che non sei stato nemmeno convocato per l’esame… il tuo nome sul tabellone non c’era

    Evidentemente aveva colpito nel segno, perché il suo interlocutore montò su tutte le furie ma girò i tacchi e sparì.
    Mentre si allontanava, Teru sfoggiò un sorriso a trentadue denti e gli mostrò il dito medio

    > Tiè! ih ih ih…

    > Com’era? “Dimostrarsi superiori e maturi”…

    > mmmh…
    > mmmh…

    Lanciarono un’occhiata veloce a Rukia. Poi Teru, sempre con quel sorriso idiota stampato in faccia, iniziò a muovere alternatamente il medio destro e il medio sinistro all’indirizzo del tipo che si allontanava, mentre Boke cominciò a creare bollicine con lo stesso ritmo.

    > pfff… siete due cretini

    > però stavi ridendo, ammettilo! Almeno ti abbiamo distratta un po’

    > un po’… ma adesso basta scemenze. Boke, devi entrare in aula. Noi ti aspetteremo fuori

    > agli ordini…

    Il ragazzo fece un cenno con la mano ed entrò in aula. Andò a sedersi nell’unico posto libero che trovò e si mise a bere, aspettando che arrivasse l’esaminatore. Questi entrò di lì a poco.
    Si trattava di un uomo incappucciato dall’aria estremamente sicura, che procedeva con una camminata tranquilla e portandosi dietro un vago sentore di fumo.
    Boke penso tra sé e sé che dovesse trattarsi di uno Shinobi davvero forte, in tutti i sensi.

    (( ok, questo è cazzutissimo, poco ma sicuro. Che figata…

    L’esaminatore avanzò senza degnarli di uno sguardo. Poi, raggiunse il centro della stanza, si tolse il cappuccio e immediatamente zittì la platea mormorante

    > Silenzio per favore

    Quando ogni più piccolo suono si era smorzato, li scrutò uno ad uno.
    Nel momento in cui toccò a lui, Boke iniziò a sentirsi leggermente fuori luogo in quel posto, in quel preciso momento. E la sensazione si intensificò quando udì il resto del discorso

    > Mi chiamo Mero Nishimura e sono un Chunin di Amegakure. Essere un ninja è un privilegio ed allo stesso tempo un onere. Resilienza, responsabilità, determinazione, forza..sono solo alcune tra le virtù che un uomo deve coltivare per potersi definire shinobi. Non sarò indulgente oggi. Se tra di voi ci saranno degli studenti degni di intraprendere questo percorso, state pur certi che li troverò.

    (( Responsabilità? Determinazione? Nah… troppo peso… non sono tanto sicuro che faccia per me.

    Il Chunin proseguì, arrivando al nocciolo del discorso.

    > Ora, uno per volta, ditemi cosa significa per voi essere ninja e cosa vi spinge a volere quel coprifronte. Inizia tu.»

    E puntò il dito proprio verso Boke.

    C’eravamo.
    In passato, con Teru e Rukia, avevano parlato diverse volte di quali potessero essere le domande che un esaminatore avrebbe potuto rivolgere loro e su quella non avevano mai avuto dubbi. Tant’è vero che Teru aveva preparato 6 o 7 risposte adeguate per dare l’impressione giusta e mostrarsi desiderosi di puntare ad essere “veri Shinobi”.
    Ma, adesso che era arrivato il momento, Boke non se la sentì di mentire e ciò per diverse ragioni.

    (( Questo è un Chunin, probabilmente capirebbe subito se uno di noi mentisse. Oltretutto è inutile cercare scappatoie… se riterrà che non ho l’attitudine per diventare uno Shinobi, lo accetterò e probabilmente sarà anche meglio così… non ho nessuna voglia di ritrovarmi in qualcosa di più grande di me

    Quindi si alzò e rispose nella maniera più franca e diretta che potesse venirgli in mente.

    > Buongiorno, mi chiamo Boke Namikawa. Ho pensato più volte a quale risposta potesse essere giusta per questo tipo di domanda ma sono giunto alla conclusione che la cosa migliore sia dire semplicemente la verità. Per tutti questi anni ho frequentato l’accademia con grande piacere perché è un luogo stimolante, nel quale si possono apprendere moltissime cose e conoscere persone uniche, in tutti i sensi… ma non ho mai immaginato seriamente di poter fare una vita da Shinobi. Chi ricopre quel ruolo deve essere pronto ad assumersi delle responsabilità, a fare dei sacrifici e a compiere scelte difficili. Questo mondo è pieno di oscurità e di ingiustizie e ci sono persone che hanno bisogno di essere difese da qualcuno. Beh, quel qualcuno non può essere uno come me… può essere solo uno come Lei

    E, così dicendo, indicò il Chunin.

    > …ora come ora, credo che il miglior contributo che io possa dare alla causa sia quello di farmi da parte. Questo è ciò che sentivo di dire… grazie.

    Tornò a sedersi pensando che la risposta non sarebbe piaciuta affatto al Chunin.
    Tuttavia si sentiva a posto con la coscienza: era stato onesto e non aveva nulla da rimproverarsi.
     
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    Il Nishimura ascoltò con molta attenzione le risposte dei suoi giovani studenti, passeggiando avanti e indietro con la testa china e sfregandosi il mento di tanto in tanto. Apprezzava ancor più il prestigio dell’incarico asservitogli, giacché privilegiato nel poter assaporare le svariate sfaccettature attitudinali che trasparivano dalle parole degli esaminati. Aveva sempre considerato l’Accademia come un nido, dove i sensei si prendevano cura dei propri piccoli allievi dandogli il sostegno di cui necessitavano ed allo stesso tempo imboccandoli dell’essenziale nutrimento ch’era l’educazione, preparandoli infine a spiccare il volo per intraprendere ognuno il proprio percorso. Tra tumulti, guerre ed alleanze che mutavano continuamente gli assetti del mondo ninja, la chiave per preservare lo spirito e la cultura dei vari paesi era proprio quella di riporre fiducia nelle nuove leve, tramandando loro - in una sorta di successione dinastica - quell’eredità inestimabile. Mero rivisse, attraverso gli sguardi innocenti ed esitanti dei suoi ragazzi, i momenti passati tra quelle stesse mura; le paure, i sogni, le amicizie. Era cresciuto in una famiglia modesta, di shinobi molto legati ad Ame. Ereditò dal padre un solido pragmatismo e dalla madre una spiccata forma di determinazione. Sviluppò, grazie alle amicizie consolidate proprio in quella sede, un radicato senso di appartenenza al villaggio ed in generale un’incrollabile fiducia nelle istituzioni.

    Quando l’ultimo degli studenti terminò il suo discorso, sogghignò socchiudendo brevemente le palpebre.

    «..mpf»

    Interruppe il suo girellare e tornò a fissare per qualche secondo i suoi esaminati. Accompagnò con un movimento lento e sicuro la sua mano destra nella tasca interna del suo impermeabile e tirò fuori un piccolo scatolotto in acciaio. Da questo prelevò una sigaretta e portandola alla bocca, coadiuvato dall’altra mano con cui maneggiava uno zippo, la accese, trattenendola a malapena tra le labbra. Iniziò ad applaudire molto lentamente, evidenziando il sarcasmo del suo gesto con un’abulica espressione del viso.

    «Bravi. Dico sul serio. Avete preparato questi bei discorsetti allo specchio? Magari in un ridicolo teatrino tra di voi. Sapete cosa vi dico? Non mi importa nulla di tutto questo.»

    Inspirò deciso, riducendo in buona parte il volume della sigaretta. Trattenne per un istante il tiro, poi sbuffò il fumo verso il centro dell’aula ed allo stesso tempo, dalla sua cavità orale, partì fulmineo uno spiedo che saettò in direzione di Boke, finendo per infilzare la sua borraccia, la quale gli venne letteralmente strappata dalle mani, prima di conficcarsi sul muro alle sue spalle.

    «Prendete Boke Namikawa, per esempio. Divertente, non trovate? Come pensate che reagiranno le forze nemiche quando si troveranno davanti ad uno stupido ragazzino..» indugiò per scimmiottare la voce del ragazzo «..che vuole solo farsi da parte?!» Il suo sguardo si fece torvo. «Se pensate di potertevene lavare le mani di quello che accade là fuori, vi sbagliate di grosso. Posso spedire fuori da quest’aula, a calci nel sedere, un incapace..vi assicuro che un codardo non godrebbe della stessa fortuna.»

    Prese a trafficare tra i vari fogli poggiati su una cattedra alle sue spalle, finchè non trovò l’elenco degli esaminati. Alzò il foglio con due dita, portandolo davanti ai suoi occhi, mentre continuava a spipettare la sigaretta.

    «hmmm..Sanzo, Boke..venite pure qua davanti.»

    Avrebbe atteso che i due si fossero presentati al suo cospetto. Da uno scatolone prelevò uno dei coprifronte e lo mostrò a tutti, tendendo il braccio in avanti.

    «Voglio che vi affrontiate. Il vincitore riceverà la sua promozione, il perdente sarà bocciato.»

    Sanzo, scaltro e smaliziato, lasciò appena terminare la frase al sensei, poi partì immediatamente all’assalto del suo avversario. Con un movimento a mezzaluna della sua gamba destra avrebbe tentato di portare un potente calcio sulla mascella di Boke. Dopodichè si distanziò a sufficienza per comporre i sigilli necessari ad attivare la Tecnica della Moltiplicazione, la quale gli riuscì magistralmente, materializzando al suo fianco cinque copie speculari di se stesso. I sei, con un'azione coordinata, si sarebbero esibiti in un assalto frontale con il quale l'originale avrebbe tentato di affondare un gancio diretto alla faccia, emulato dai cloni. Infine, con un sorriso beffardo e un chiaro segno della mano, i vari Sanzo avrebbero invitato il Namikawa a farsi avanti.


    Il tuo primo post mi è piaciuto dal punto di vista narrativo, il carattere del tuo pg traspare chiaramente, continua così.
    Un po' prolisso per i miei gusti ma non posso considerarlo un errore.
    Ricordati di inserire, in ogni ruolata, un link che indirizza alla scheda del pg.

    Azioni Sanzo:
    - Calcio verso la mascella
    - Tecnica della Moltiplicazione del Corpo (5 copie) [Supporto] + gancio diretto (seguito dalle copie)

    Dovrai difenderti e poi attaccarlo.
    Attenzione che Mero è serio sui risvolti dello scontro.


    Edited by ¬Seto - 23/4/2022, 17:30
     
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    > Parlato Boke Namikawa --> Scheda Boke
    * sussurrato Boke Namikawa
    (( Pensato Boke Namikawa

    > Parlato Teru Namikawa
    * sussurrato Teru Namikawa

    > Parlato Rukia Takada
    * sussurrato Rukia Takada

    > Parlato Mero Nishimura

    > Parlato altrui


    Il fatto di essere stato interpellato per primo comportò l’ovvia conseguenza che Boke dovesse sorbirsi pazientemente le risposte di tutta la classe, una dopo l’altra. Nulla di drammatico, in realtà… anzi, alcune di queste erano anche interessanti. L’attenzione del ragazzo, però, continuava ad essere calamitata da Nishimura, il cui comportamento palesava, si, interesse nei loro confronti ma al contempo non tradiva la benché minima sorpresa, quasi come se le loro risposte fossero da considerarsi naturalmente roba trita e ritrita.
    Il ragazzo tirò su un altro sorso d’acqua mentre guardava il Chunin andare avanti e indietro

    (( Beh, ai suoi occhi siamo poca roba, naturale…

    Al termine delle presentazioni, l’esaminatore sembrò liquidare il tutto con un sorriso beffardo. Poi, con grande teatralità, si accese una sigaretta e iniziò ad applaudire lentamente e in maniera volutamente plateale, forse proprio allo scopo di sottolineare quanto poco le loro risposte lo avessero impressionato.

    > Bravi. Dico sul serio. Avete preparato questi bei discorsetti allo specchio? Magari in un ridicolo teatrino tra di voi. Sapete cosa vi dico? Non mi importa nulla di tutto questo

    Sentendo queste parole, Boke ebbe la conferma di ciò che pensava.

    (( Ho fatto bene a non mentirgli. Si capiva che le risposte preconfezionate non sarebbero servite a molto con lui

    Ciò che il ragazzo davvero non si sarebbe aspettato, però, fu quello che accadde un istante dopo. Infatti Nishimura, non pago di aver schernito gli studenti, emise repentinamente una nuvola di fumo ben più grande di quella che ci si aspetterebbe da un comune fumatore. La visuale di chi si trovava nelle file centrali ne fu immediatamente intaccata ma quello che pagò il costo più alto fu proprio Boke, il quale si vide arrivare dal nulla uno spiedo che colpì in pieno la borraccia, conficcandovisi all’interno, facendogliela volare via di mano e inchiodandola sulla parete alle sue spalle.
    La cosa accadde con una tale rapidità che il ragazzo rimase con la mano semiaperta e la cannuccia ancora in bocca.

    (( Uno spiedo?! Da dove diamine l’ha cacciato? Non mi sono accorto di niente…

    Dapprima il fatto lo spaventò ma, un istante dopo, gli fece una fortissima impressione positiva, tanto che, benché stesse deglutendo, non poté trattenere un mezzo sorriso eccitato.

    (( …quindi è questa la forza di un Chunin…

    Ciò che disse a quel punto l’esaminatore rese chiaro anche ai più duri di comprendonio che non aveva scelto a caso il suo bersaglio

    > Prendete Boke Namikawa, per esempio. Divertente, non trovate? Come pensate che reagiranno le forze nemiche quando si troveranno davanti ad uno stupido ragazzino… che vuole solo farsi da parte?!

    E, nel dir questo, lo celiò imitandone anche la voce.

    Boke si aspettava qualcosa di simile, non poteva dirsi sorpreso. E però il rispetto che gli incuteva il Chunin gli impedì di risentirsi

    (( …uno del suo livello senza dubbio può permettersi di giocare con noi… e poi, beh, me la sono decisamente cercata…

    A questo punto però Nishimura si fece serio e, senza troppi giri di parole, mise in chiaro che per lui un codardo valeva meno di un incapace… il messaggio era inequivocabile.
    Quindi, dopo aver scorso la lista dei presenti, invitò due di loro ad avvicinarsi.

    > hmmm..Sanzo, Boke..venite pure qua davanti

    Già, Sanzo. In tutto quel vociare, il ragazzo si era completamente dimenticato della sua presenza. Era talmente assorto da non aver nemmeno ascoltato la risposta che aveva dato all’esaminatore.
    Adesso erano stati convocati entrambi e il motivo fu presto reso noto appena Nishimura tirò fuori da uno scatolone un coprifronte e lo mostrò loro.

    > Voglio che vi affrontiate. Il vincitore riceverà la sua promozione, il perdente sarà bocciato.

    Lì per lì Boke ebbe la tentazione di rinunciare, per non infilarsi in un bivio le cui uscite potessero rivelarsi entrambe problematiche

    (( me**a, non ci voleva… Perché proprio lui? Non posso affrontarlo: se non mi impegnassi e lo lasciassi vincere, mi riempirebbe di mazzate; se mi impegnassi e vincessi, le sue “conoscenze” mi inserirebbero nella lista nera e in futuro potrei essere in grossi guai… bel regalo mi hai fatto Nishimura…

    Tuttavia Sanzo non gli diede tempo per riflettere, poiché partì subito all’attacco. Inoltre, proprio in quel momento, gli occhi del Namikawa incrociarono per un attimo quelli di Eichi, seduto in terza fila.

    (( … no, è inutile, a cosa servirebbe? Purtroppo chi è più forte si impone su chi è più debole… è sempre stato così… non possiamo mica cambiare il mondo e… non guardarmi in quel modo……………………. maledizione… e va bene, ho capito!

    Rinunciò a rinunciare.

    Nel mentre, il suo avversario tentò di colpirlo al volto con un calcio. Colto di sorpresa, Boke non ritenne di avere il tempo per elaborare difese più complesse, quindi avrebbe tentato di schivare il colpo saltando all’indietro.
    L’offensiva di Sanzo, comunque, non sarebbe finita lì: dopo essersi allontanato da lui, avrebbe creato 5 copie e, confondendosi in mezzo ad esse, avrebbe provato a colpire Boke in faccia con un pugno, divertendosi anche a provocarlo.

    (( Non ne bastava uno… e hanno tutti la stessa faccia di ca**o…

    Stavolta, a causa delle copie, l’attacco sarebbe stato più impegnativo da evitare. Per questo motivo il Namikawa decise che avrebbe provato ad utilizzare la tecnica della sostituzione: avrebbe cercato di comporre i sigilli il più rapidamente possibile, per poi tentare di sostituirsi con una sedia distante circa 5 metri da lui.

    Ma certo non poteva ridursi tutto alla mera difesa. Boke infatti aveva già deciso che, alla prima occasione buona, avrebbe cercato ripagare Sanzo con la stessa moneta, togliendosi la soddisfazione di colpirlo anche una volta sola. Quindi, agendo in maniera piuttosto lineare e senza particolari slanci di creatività (come suo solito), avrebbe cercato di imitare in tutto e per tutto l’offensiva avversaria, sfruttando anch’egli la tecnica della moltiplicazione del corpo e creando a sua volta 5 copie. Queste lo avrebbero accompagnato durante l’attacco che, nelle sue intenzioni, avrebbe dovuto essere un pugno nello stomaco.
    Il pensiero di Eichi tremante e umiliato gli fece dimenticare per un attimo le conseguenze alle quali sarebbe potuto andare incontro in seguito a quel gesto.

    Riassunto Azioni


    Azioni

    Fase difensiva:
    -Schivata per evitare il calcio: resistenza -1
    -Tecnica della sostituzione per evitare il pugno: stamina -5

    Fase offensiva:
    - Tecnica della Moltiplicazione del Corpo (5 copie) [Supporto]: stamina -5
    - pugno nello stomaco (con supporto copie): resistenza -1

    parametri

    Resistenza: 50-2=48
    Stamina: 50-10=40

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    All’appello dei due giovani studenti l’aula prese a mormorare e ritacque nell’istante in cui entrambi si presentarono dinanzi al biondo esaminatore. La seriosità del Chunin gli permise di tenere ben salde le redini dell’esame, assicurandosi il rispetto dei presenti grazie anche alla sua schiettezza. Poggiato il coprifronte, si appoggiò con il posteriore sul bordo della cattedra e con le braccia conserte osservava l’evolversi della situazione, curioso e con un sorriso appena abbozzato, trattenendo quello che rimaneva della sua sigaretta, ormai prossima a spegnersi.

    Sanzo dimostrò subito di voler fortemente ottenere la promozione e, sicuro di sé, allungò una delle sue leve inferiori per colpire il suo avversario al volto. Boke non si lasciò sorprendere dalla sortita improvvisa e valutando con giudizio il da farsi si esibì in un salto all’indietro, vedendo il piede del rivale sfiorare la sua figura. L’offensiva di Sanzo proseguì senza indugi ed avvalendosi del famosissimo jutsu accademico materializzò cinque copie di sé stesso, lanciandosi insieme ad esse in un arrembaggio frontale. Fu allora che l’inesperienza e, probabilmente, la tensione del Namikawa vennero allo scoperto; questi, infatti, compose i sigilli necessari ad attivare la Tecnica della Sostituzione ma suo malgrado tralasciò completamente l’aspetto fondamentale di tutti i ninjutsu: il flusso del chakra. Un errore madornale che gli costò un pugno in pieno viso che lo spinse a barcollare all’indietro fino a trovare la prima fila di banchi ad evitargli una figura ancor meno dignitosa. L’aula tornò a rumoreggiare per qualche istante. Il ragazzo dai capelli bianchi, tuttavia, non si perse d’animo e pronto a restituire la cortesia prese a comporre una nuova sequenza di sigilli, quella relativa alla Tecnica della Moltiplicazione del Corpo, poc’anzi ben eseguita dall’avversario. L’errore si rinnovò, segnale di una ben più grave mancanza e giustappunto, tra il silenzio generale, nulla accadde. Così anche il pugno sferrato perse dell’imprevedibilità sperata e si tradusse in un nulla di fatto.

    Mero approfittò dell’istante per sbuffare l’ultima nuvola di fumo nell’aula, allargando leggermente i confini del suo sorriso. Quindi con un colpo di reni si avviò verso l’apparentemente indolente Namikawa e quando fu abbastanza vicino gli poggiò una mano sulla spalla, smuovendolo leggermente per spingerlo ad un contatto oculare.

    Boke, non cedere alle lusinghe della tua mente. La guerra imperversa e presto il tempo per bighellonare si esaurirà. Per te, per Teru e per Rukia..è arrivato il momento di crescere. Ame ha bisogno di voi.

    Guardandosi intorno lo studente si sarebbe accorto che ogni cosa o persona intorno a lui, a parte il suo maestro, era perfettamente immobile. Persino il fumo era rimasto fermo a mezz’aria, come immortalato in una realtà soggettiva. Probabilmente si sarebbe interrogato sulla natura di quel momento. Mentre Mero tornava sui suoi passi, riprendendo la medesima posa, gli si rivolse per l’ultima volta.

    Dimostrami di essere un ninja ragazzo.


    Niente da fare, ci sarà un momento in cui potrai narrare le azioni con più leggerezza, non ora. Il tuo pg è uno studente, è alle prime armi e quando si parla di ninjutsu non puoi non menzionare minimamente il chakra (come ne attivi il flusso, il modo in cui lo indirizzi verso la sedia per la sostituzione, ecc.).

    Qualora non lo intuissi dal post, il sensei ti ha coinvolto in un Genjutsu.
    Puoi narrarne la fine, cosa provi e tornare al combattimento.
    Ti fornisco un piccolo assist: le copie non possono colpirti.
     
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    > Parlato Boke Namikawa --> Scheda Boke
    * sussurrato Boke Namikawa
    (( Pensato Boke Namikawa

    > Parlato Mero Nishimura


    Subito dopo aver composto i sigilli per la tecnica della sostituzione, Boke venne colpito in pieno dal pugno avversario. Il colpo gli fece perdere quasi del tutto l’equilibrio e, per evitare di cadere, fu costretto ad appoggiarsi ai primi banchi che trovò dietro di sé.

    (( …che succede? Era troppo veloce? Non sembrava… forse ho sbagliato qualcosa io, perché ho come la sensazione che manchi qualcosa... per la fretta devo aver fatto confusione con i sigilli, si, non c’è altra spiegazione

    Provò quindi a passare all’attacco, curando meticolosamente la serie di sigilli necessari per la tecnica della moltiplicazione ma fu solo quando il pugno andò a vuoto che si rese conto di non essere riuscito a far comparire alcuna copia.

    (( ok, è sicuro che c’è qualcosa di strano. Pecora, serpente, tigre… i sigilli sono quelli, cento su cento. E allora perché non succede nulla?

    La sensazione che mancasse qualcosa continuò a ronzargli nella testa ma, siccome non ne veniva a capo, indirizzò altrove i suoi pensieri, cercando di vedere il bicchiere mezzo pieno.

    (( Oh beh, almeno Sanzo sarà soddisfatto e questo vuol dire che non correrò altri rischi. Alla fine non mi è andata poi così male… oltretutto ho risparmiato le forze e non ho nemmeno consumato il cha…!

    Quella parola, che non riuscì neanche a completare mentalmente, gli fece suonare una specie di gong in testa.

    (( … già… non si può preparare una frittata senza rompere le uova, eh?

    Aveva commesso un errore da manuale ma ormai era tardi per rimediare. La cosa gli dispiacque un po’ perché, superata la distrazione del momento, aveva anche avuto modo di notare un dettaglio non insignificante

    (( il secondo da sinistra… il pugno è arrivato da lì, ne sono certo: è lui quello reale… ma ormai non mi serve a nulla saperlo. Beh, pazienza, è andata così… sarà per la prossima volta

    In quel mentre, Nishimura emise l’ennesima nuvola di fumo. Dapprima, il ragazzo la interpretò come il segnale della fine dell’incontro ma poi vide che il Chunin gli si avvicinava e stava persino sorridendo.
    Era scontato che il sensei avesse capito molto prima di lui quale errore avesse commesso ma il sorriso, per quanto non immediatamente comprensibile, non poteva essere un cattivo segno.
    L’esaminatore, infatti, gli appoggiò una mano sulla spalla e, guardandolo dritto negli occhi, iniziò a parlargli con molta calma

    > Boke, non cedere alle lusinghe della tua mente. La guerra imperversa e presto il tempo per bighellonare si esaurirà. Per te, per Teru e per Rukia..è arrivato il momento di crescere. Ame ha bisogno di voi.

    Il ragazzo rimase leggermente confuso di fronte a questa esortazione: prospettargli una potenziale (anzi, quasi certa) partenza per il fronte non era esattamente il modo migliore per spronarlo a sforzarsi per ottenere la promozione. Però c’era un fatto da considerare, e cioè il cambiamento di tono e il modo in cui il sensei gli si stava rivolgendo.

    (( questa persona mi sta dando fiducia… forse anche più di quanta ne meriterei…

    Aprì la bocca per porgli delle domande ma non riuscì ad emettere alcun suono: qualcosa lo aveva lasciato di stucco.
    Nei primissimi secondi non ci aveva fatto caso ma adesso, complice un surreale silenzio di tomba, si stava rendendo conto di trovarsi in una dimensione semi-onirica: lui e Nishimura erano gli unici a muoversi e a poter parlare normalmente. Tutto ciò che li circondava sembrava essersi cristallizzato, persino il fumo e il pulviscolo attraversato dai raggi di luce provenienti dalle finestre.
    Per la prima volta da tempo immemorabile, Boke provò una sensazione di non facile definizione, qualcosa a metà strada tra lo stupore e la paura.

    (( Che sta succedendo?? Tutto questo non può essere reale!

    Considerata la situazione e considerato il livello dei presenti, era scontato che tutto ciò fosse opera di Nishimura e, sebbene quel ramo delle arti ninja non fosse esattamente il suo forte, il ragazzo ritenne di poterne rintracciare la causa nel Genjutsu.
    Comunque, non era poi così importante per lui capire la meccanica del trucco. Ciò che contava era il fatto che il Sensei si fosse preso la briga di farlo

    (( un Chunin è arrivato a tanto pur di parlarmi liberamente? Con quale coraggio posso evitare di impegnarmi e dargli la convinzione di aver riposto male la propria fiducia?

    Sebbene motivazioni più elevate cominciassero appena a fare capolino, in buona sostanza Boke decise di applicarsi di più perché sentiva di dovere qualcosa a Nishimura.

    Questi, intanto, era tornato ad appoggiarsi sul bordo della cattedra e si poteva prevedere che, da un momento all’altro, il tempo avrebbe ricominciato a scorrere normalmente anche per loro due.
    Quindi Boke decise di dire qualcosa al Sensei finché ne aveva ancora la possibilità

    > Maestro, non so come andrà a finire questo esame però di una cosa sono certo: da soli non si va da nessuna parte. Un cattivo esempio vale quanto uno buono e almeno, osservando i miei errori, chi verrà dopo di me potrà evitare di commetterli a sua volta. Normalmente la butterei sul comico dicendo “visto? Questo è quello che NON bisogna fare”. Ma adesso sono serio e quello che Le dico, in qualche modo, ha anche a che vedere con la guerra dalla quale ci mette in guardia…
    Me lo racconta spesso la mia anziana vicina di casa: è quella vecchia storia dello Shinobi che, nell’infuriare delle battaglie, commise un errore fatale, andando incontro a morte certa… ha presente? Quell’errore permise ai suoi compagni di comprendere il Jutsu del nemico, superarlo e portare a termine la missione. Pare che le ultime parole dello Shinobi siano state <<è vero che “sbagliando si impara” ma non è detto che ad imparare debba essere per forza la stessa persona che ha sbagliato: la riuscita finale della squadra è più importante del successo egoistico del singolo>>


    Non appena ebbe concluso la frase, tutto intorno a lui riprese vita, compresi i simpaticissimi “Sanzi”…

    Nishimura lo aveva invitato a dimostrargli di essere un ninja e questo doveva significare che la partita non era da considerarsi chiusa, per il momento.
    A causa della distrazione di cui era caduto preda, Boke aveva riflettuto solo in un secondo momento sul fatto che il vero Sanzo dovesse essere il secondo da sinistra. Quindi poteva sperare che l’avversario (magari abbassando la guardia per la piega che aveva preso lo scontro) non avesse contezza del fatto che lui aveva individuato il corpo reale.
    Non poteva essere sicuro di tutto ciò ma decise comunque di provare ad attaccarlo nuovamente. Comunque il suo repertorio di tecniche era ben misero, per cui non avrebbe potuto far altro che affidarsi alla Tecnica della Moltiplicazione del Corpo.

    Decise di fingersi ancora scombussolato per prendersi il tempo necessario a fare le cose per bene.
    Dapprima, al fine di farne uso, avrebbe iniziato a chiamare a raccolta una parte delle proprie energie fisiche e mentali. Il fatto che siano queste le due componenti principali del Chakra basta a spiegare in molti casi il fallimento di un Ninjutsu: infatti, se l’utilizzatore è stanco o il suo status è alterato da qualche sostanza, verranno meno le energie fisiche; se, invece, l’utilizzatore non è concentrato o non ha abbastanza esperienza, verranno meno le energie mentali.
    L’eventuale riuscita di questa operazione gli sarebbe stata segnalata da una sensazione di rivitalizzazione del corpo.
    Attingere alla necessaria porzione delle proprie energie psico-fisiche e impastare il Chakra, però, non sarebbe stato sufficiente per eseguire il Jutsu.
    Indi avrebbe dovuto compiere il passaggio successivo, che sarebbe consistito nel controllare il Chakra innanzi impastato e nel farlo abbastanza bene da permettergli di realizzare la tecnica senza sprecarne troppo (idealmente, senza sprecarne affatto). A fungere da catalizzatore, sarebbe stata la sequenza di sigilli propria del Bunshin no Jutsu.
    Dopo averli composti, avrebbe iniziato a percepire chiaramente di avere potere su quella materia, prima informe e caotica, potendola indirizzare in qualunque parte del corpo e potendola persino, in qualche modo, proiettare al di fuori nella forma della tecnica che si sarebbe apprestato ad eseguire.
    Data la peculiarità della stessa, si sarebbe concentrato sulla visualizzazione del proprio corpo e solo in seguito avrebbe cercato di incanalare nel Chakra la propria volontà di materializzare (ammesso che “materializzare” fosse il termine giusto da usare in relazione ad una specie di ologramma) cinque copie di se stesso. Avrebbe cercato di fare in modo che quattro copie comparissero alla propria destra e una alla propria sinistra, sì da trovarsi nella posizione migliore per tentare di approcciare Sanzo.
    Solo a quel punto, sperando di aver individuato correttamente l’avversario reale e sperando di poter contare su un effetto sorpresa, avrebbe cercato di avvicinarglisi il più rapidamente possibile e tirargli nuovamente un pugno nello stomaco.



    Riassunto Azioni


    Azioni

    - Tecnica della Moltiplicazione del Corpo (5 copie) [Supporto]: stamina -5
    - pugno nello stomaco (con supporto copie): resistenza -1

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    Resistenza: 48-1=47
    Stamina: 50-5=45

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    Mero Nishimura coinvolse lo studente in un’illusione volutamente esplicita, votata all’esercizio del ruolo conferitogli per quel giorno. Già, perché l’imperscrutabile biondino aveva ben chiara l’intenzione di affidare ai suoi allievi spunti di riflessione ed insegnamenti, di cui avrebbero comunque potuto farne tesoro, indipendentemente dall’ottenimento o meno della promozione.

    Boke si era distinto tra gli altri per le sue idee originali, forse viziate da un atteggiamento ai limiti dell’impudenza, ma indubbiamente sincere. Certo alcuni sensei di sua conoscenza, impantanati in un’arcaica concezione della società, non avrebbero indugiato oltre nel giudicare negativamente le parole di quel ragazzo, allontanandolo con seccante autorevolezza fuori dall’aula. Ma lui era pronto a portare il vento di cambiamento tra i banchi dell’accademia, forte delle sue esperienze ed allo stesso tempo riguardoso nei confronti della tradizione. Aveva imparato a superare le apparenze, a valorizzare la singolarità degli individui. Proprio in quell’ottica si approcciò al giovane Namikawa. Così questi, in risposta all’imbeccata appena ricevuta, tornò ad esplicitare il suo punto di vista.

    Maestro, non so come andrà a finire questo esame però di una cosa sono certo: da soli non si va da nessuna parte. Un cattivo esempio vale quanto uno buono e almeno, osservando i miei errori, chi verrà dopo di me potrà evitare di commetterli a sua volta. Normalmente la butterei sul comico dicendo “visto? Questo è quello che NON bisogna fare”. Ma adesso sono serio e quello che Le dico, in qualche modo, ha anche a che vedere con la guerra dalla quale ci mette in guardia…
    Me lo racconta spesso la mia anziana vicina di casa: è quella vecchia storia dello Shinobi che, nell’infuriare delle battaglie, commise un errore fatale, andando incontro a morte certa… ha presente? Quell’errore permise ai suoi compagni di comprendere il Jutsu del nemico, superarlo e portare a termine la missione. Pare che le ultime parole dello Shinobi siano state <<è vero che “sbagliando si impara” ma non è detto che ad imparare debba essere per forza la stessa persona che ha sbagliato: la riuscita finale della squadra è più importante del successo egoistico del singolo


    Mero lo ascoltò con attenzione, mentre giocherellava tra le labbra con la sua sigaretta. Il ragazzo sembrava porsi come una specie di antieroe, fortemente improntato al gioco di squadra.

    Buffo..ma mi piace. pensò.

    In quelle parole colse alcuni dei principi che andava ricercando tra i suoi studenti e se n'allietò mentre rilasciava il flusso di chakra che teneva in piedi l'illusione. Tutto tornò alla normalità: il fumo proseguì nella sua naturale condotta e il silenzio dell'istante si tramutò in brusìo. Mero non riuscì a trattenere un ghigno di compiacimento.

    A quel punto, con solerzia e sagacia, Boke si appropriò dell'iniziativa. Istruito dai suoi fallimenti trovò la concentrazione e la determinazione necessaria ad operare con diligente consequenzialità. Ecco che la sua energia si smosse e, richiamata dai sigilli necessari, la Tecnica della Moltiplicazione del Corpo si produsse in una nuvoletta di fumo bianco, dalla quale spuntarono cinque copie identiche dello stesso studente. La formazione risultò ponderata, quando il Namikawa decise di passare all'attacco. Infatti, i due originali si trovavano uno di fronte all'altro ed il ragazzino dai capelli bianchi approfittò delle sue trame per sorprendere l'avversario con un pugno in pieno stomaco. Sanzo venne dunque sorpreso e non potè far altro che subire il colpo, raggomitolandosi su sè stesso per il dolore.

    Mero si issò nuovamente dalla sua seduta, questa volta per davvero, mentre raccolse il coprifronte al suo fianco. Avvicinandosi a Boke legò la protezione al suo capo e lo scrutò con aria soddisfatta.

    Molto bene Namikawa, sei promosso al rango di Genin. Porta con te gli insegnamenti di questo giorno e gratifica la fiducia che Ame ti concede.

    Portò lo sguardo sull'altro studente e proseguì.

    Sanzo, potrai tornare alla prossima sessione d'esami. Mi auguro con uno spirito diverso.

    Con quella dichiarazione avrebbe instillato in Boke il dubbio che anche il suo avversario fosse stato messo alla prova dalla stessa illusione.


    Abbiamo terminato. Mi è piaciuta la tua interpretazione pg e trovo scorrevole la narrazione. Ricordati di elaborare le azioni coerentemente al livello del tuo pg.

    Come da post, sei promosso a Genin.

    Puoi decidere se fare un ultimo post conclusivo con le sensazioni che prova il tuo Boke o svilupparle in altra sede.

    Ricevi:
    - 80 exp
    - Coprifronte di Ame
    - 60 Punti Parametrici
    - L'abilità Concentrazione del Chakra
    - 3 Tecniche livello D gratuite
    - Borsello Porta-Armi
    - Taschino Porta-Armi

    Ricordati di registrarti all'Anagrafe Utenti


    Edited by ¬Seto - 2/5/2022, 20:42
     
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    > Parlato Boke Namikawa --> Scheda Boke
    (( Pensato Boke Namikawa

    > Parlato Teru Namikawa

    > Parlato Rukia Takada

    > Parlato Mero Nishimura

    > Parlato altrui


    Il secondo tentativo sembrò andare decisamente meglio del primo e, stavolta, fu il suo avversario ad essere colpito in pieno: tenendosi lo stomaco e strabuzzando gli occhi, Sanzo sputò fuori fino all’ultimo milligrammo di aria che aveva in corpo.

    (( Darle è facile… prenderle un po’ meno, eh? Adesso siamo pari

    Boke si stava già preparando per difendersi dal prossimo attacco ma si sarebbe presto reso conto dell’inanità di questa predisposizione.
    Infatti Nishimura si alzò nuovamente per dirigersi verso di lui ma, stavolta, portando con sé anche il coprifronte.

    (( Cosa? Io?? Ma non ho combattuto certo meglio di Sanzo, anzi…

    Quasi a voler troncare sul nascere il benché minimo tentativo da parte del ragazzo di rifiutare la promozione, il Chunin gli legò direttamente la protezione intorno alla fronte.

    > Molto bene Namikawa, sei promosso al rango di Genin. Porta con te gli insegnamenti di questo giorno e gratifica la fiducia che Ame ti concede.

    > io… uh… grazie Sensei

    Boke era ancora un po’ confuso per tutto quello che era successo nei minuti precedenti e la frase che Nishimura rivolse a Sanzo lo rese ancora più perplesso.

    > Sanzo, potrai tornare alla prossima sessione d'esami. Mi auguro con uno spirito diverso.

    (( “spirito diverso”? In che senso? Da quando siamo entrati non ha fatto niente di strano. Certo, di solito è un rompipalle ma… ah, ecco! Deve essere per quello. Probabilmente Nishimura sa qualcosa del modo in cui si comportano Sanzo e i suoi amici e, considerato quanto detesti i vigliacchi, non ci sarebbe da stupirsi se avesse deciso di non promuoverlo per questo

    Come a volte accadeva, il suo pensiero aveva deviato in malo modo e questo probabilmente non gli aveva permesso di cogliere ciò che realmente si celava dietro quella frase…
    Ad ogni buon conto, Sanzo sembrò incassare il colpo. Si mise le mani in tasca e se ne andò, senza guardare in faccia nessuno.
    Boke, invece, rimase per attendere la prova di Eichi che, però, non ci fu: date le sue condizioni, si decise di rimandarne l’esame di un paio di settimane.

    […]

    Quando tutti ebbero terminato, i due uscirono dall’aula e trovarono i loro amici ad attenderli.
    Rukia sembrava soddisfatta per l’esito dello scontro. Porse il pugno a Boke e lui ricambiò volentieri il gesto, anche se aveva la testa un po’ altrove

    > Ben fatto! Il bastardo ha avuto quello che si meritava. Non è concepibile che un tipo così possa diventare uno Shinobi

    > …eh? ah si, si…

    Teru non riusciva a decidere se fosse più preoccupato per una possibile vendetta di Sanzo o più contento per la promozione del fratello.

    Un momento sudava freddo…

    > uuuh, amico… che diamine! Come ti è saltato in mente di colpirlo così forte??

    …e un momento dopo indicava il coprifronte, mentre gli occhi gli si erano trasformati in stelline luccicanti

    > però… yup! Guarda lì che roba! Genin!

    Intanto Rukia tirò fuori un pacchetto avvolto in una tovaglia annodata.

    > Ah! Quando abbiamo visto che si stava facendo tardi, siamo andati a comprare il pranzo per tutti

    La tovaglia si aprì e rivelò gli Onigiri nascosti al suo interno.

    Gli occhi di tutti puntarono famelicamente le polpette di riso, che rapidamente iniziarono a diminuire

    > Si mangia!!!

    > Aspettate, non manca qualcuno? Denbe dov’è?

    Si guardarono tutti in faccia, come se ognuno aspettasse che fossero gli altri a rispondere

    > ecco… a dire il vero…

    > …cosa…?

    > …voleva imitare a tutti i costi Nishimura, così si è infilato in bocca uno stuzzicadenti (non aveva uno spiedo) e ha cercato di sputarlo. Ma qualcosa è andato storto e si è tagliato la lingua… adesso è in infermeria…

    Ci furono tre secondi di imbarazzante silenzio, durante i quali una goccia di sudore scese sulla fronte dei presenti

    > …
    > …
    > …

    > ok, niente Onigiri per lui, allora

    Teru e il neo-Genin avevano finalmente afferrato le ultime due porzioni e si stavano apprestando a mangiare, quando alcune urla fastidiose preannunciarono l’arrivo dei loro fratellini gemelli.
    La prima a passare di corsa fu Aoi, che in un lampo rubò l’Onigiri di Teru.

    > Ma che ca**??

    Subito dietro di lei arrivò come una furia Isao che, dopo averli superati, frenò di colpo, tornò indietro, strappò la polpetta dalla mano di Boke e scappò come un fulmine prima che lui (vene pulsanti sulle tempie) gli sbraitasse contro agitando il pugno

    > Stavolta non la passi liscia, nano di me**a!! Dì le tue ultime preghiere!!

    Stava per inseguirli ma si fermò di colpo quando vide con la coda dell’occhio Nishimura che usciva dall’aula e se ne andava tranquillamente, fumando.
    Questa immagine bastò a cambiare il suo mood…
    Molte idee iniziarono ad accumularsi in maniera disordinata nella sua testa: la guerra, la responsabilità, il sacrificio, la fiducia di Ame… sprofondò nei propri pensieri mentre le voci del gruppetto che banchettava si trasformavano gradualmente in una specie di rumore di sottofondo, fino a divenire inudibili…

    Teru e Rukia si accorsero del repentino cambiamento d’umore.

    > ohi, che succede? Erano solo Onigiri, dai… ne compreremo degli altri

    > qualcosa non va?

    > …eh? Ah no, niente… è che…

    Ma non se la sentì di dire cosa gli passava per la testa

    > …è che… quel maledetto ha distrutto la mia borraccia...

    > ci avrei scommesso che era per quello… andiamo a comprarne una nuova!

    > non ora… sabato. Quando avrete finito con l’esame, ci prenderemo tutto il pomeriggio e la notte per noi.

    > Bene, questo è il Boke che conosco!

    A quel punto, si avviarono verso il gruppo per riunirsi con gli altri.
    Boke lanciò un’ultima occhiata verso la porta: non c’era più nessuno, solo una cicca consumata…
     
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