Accademia Hiaku Hyuga

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    Tipica mattina di Konoha, il cielo è limpido ed il sole riscalda ogni singolo posto non coperto tramite i suoi potenti raggi. La vita del villaggio della foglia è frenetica, d'altronde non ci si può aspettare nulla di diverso dal più grande dei villaggi ninja. Sei davanti all'accademia del villaggio, attendi l'apertura dl'edificio assieme ad altri studenti che quel giorno devono sostenere l'esame per diventare genin. C'è molto scambio di informazioni, voci di corridoi dicono che quel giorno l'esaminatore sarà uno dei chunin più severi del villaggio. Hiaki viene attirato da queste parole, la sua curiosità si attiva principalmente quando gli sembra di sentire "Hyuga".
    Infatti l'esaminatore di quel giorno sarà proprio un esponente del clan Hyuga. il gruppo di ninja selezionati è piccolo, sembra quasi che in pochi siano stati accettati per quella data.
    L'ora è giunta, vi armate di coraggio ed entrate nell'edificio appena gli addetti aprono i cancelli. Camminate in maniera ordinata, l'aula è la "A7". È una stanza molto spaziosa, i tavoli e le sedie disposti in colonna, probabilmente sono stati spostati proprio per l'esame. Una sola figura, minuta, dagli occhi glaciali, è presente al centro dell'aula, appoggiata alla cattedra, poco distante dalla lavagna che fa parte della parete frontale rispetto all'entrata.

    >Prego, accomodatevi pure.

    Il suo fare è calmo, dannatamente pacato. Vi riesce quasi difficile sentire le sue parole. passa tra i banchi una volta che tutti i presenti abbiano preso posto. Un foglio vi viene consegnato, assieme ad una matita ed una gomma. A piccoli passi, la ragazza che presumibilmente vi avrebbe fatto da esaminatrice, si avvicina alla lavagna e prende a scrivere delle domande:
    -Quali e quanti sono i gradi della gerarchia ninja? Come è possibile accedere ad ognuno di essi?
    -Quali sono storicamente i clan presenti nel villaggio della foglia?
    -Quale tecnica si esegue con la seguente combinazione di sigilli: Pecora, Cinghiale, Bue, Cane, Serpente?
    -Con quali paesi confina il paese del fuoco?
    -Cos’è l’Organizzazione degli Shinobi Uniti?

    Una volta terminato l'ultimo interrogativo, dalla sua voce flebile sentirete
    >Cominciate pure, avete venti minuti.

    CyRtDo3

    Shitsubo Ecco la tua accademia, mi raccomando è un post di "presentazione" punta sull'introspezione.


     
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    Un alone di luce soffuso sulla parete di fronte al suo letto fu la prima cosa che vide Hiaki quando aprì gli occhi quella mattina. Ammesso che si potesse parlare di “mattina”, visto che era praticamente ancora notte.

    * Lo sapevo… mi sono svegliato con ore di anticipo. Non va bene, dovrei riposare di più

    La sera prima era andato a dormire con tutta l’intenzione di farsi un bel sonno ristoratore, necessario per affrontare l’esame che, l’indomani, gli avrebbe dato l’occasione di diventare Genin. Ma l’ansia da prestazione aveva lavorato in maniera impeccabile, come suo solito, e adesso non aveva altra scelta che alzarsi perché, tanto (e lo sapeva molto bene), non sarebbe più riuscito ad addormentarsi.
    Si sollevò dal letto e, ancora intorpidito, andò ad aprire la finestra: il vago bagliore che contornava le cime dei monti faceva intuire che il sole si sarebbe deciso a sorgere di lì a poco e una brezza fresca gli accarezzò il viso.
    Chiuse la finestra e si incamminò nel corridoio ma facendo molta attenzione a non svegliare nessuno, anche perché non aveva alcuna voglia di incontrare un parente a caso che sottolineasse più del dovuto ciò che avrebbe dovuto fare quella mattina.
    Andò in bagno a lavarsi la faccia e poi si recò in cucina.
    Lì scoprì che sua madre era già in piedi ma questo non era un problema: lei lo conosceva bene e sapeva come prenderlo, per cui non c’era pericolo che potesse dire qualcosa di sbagliato.

    > Hiaki! Sei già sveglio? È presto, perché non torni a dormire?

    > Non ho più sonno e neanche tu, vedo.

    > io… volevo cominciare a prepararti una colazione sostanziosa, ecco.

    Hiaki guardò la tavola ricoperta di cibi e bevande ma non provò affatto appetito. Lo stomaco gli si era completamente chiuso.

    > grazie, ma non ho molta fame.

    > lo sapevo… ma non puoi certo rimanere digiuno.

    > forse bevo qualcosa ma di mangiare proprio non ho voglia. Probabilmente mi rifarò più tardi.

    Prese un tè caldo con molto zucchero. Poi si sedette sul divano e iniziò a ripassare mentalmente le nozioni teoriche, immaginando che avrebbero anche potuto sottoporlo a qualche prova fisica.
    Così il tempo passò e iniziò ad albeggiare.
    A un certo punto, dalla porta fece capolino suo padre. Hiaki, anche solo a veder comparire un lembo delle sue vesti, si irrigidì ulteriormente ma si sforzò di apparire tranquillo e lo salutò. Di contro, lui gli diede il buongiorno in una maniera abbastanza prevedibile.

    > già in piedi? Male. Questo ti renderà le cose più difficili.

    * ovviamente… come se potessi decidere di farmi venire sonno a comando...

    > e non hai neanche mangiato… mi spieghi come hai intenzione di affrontare l’esame in questo stato pietoso?

    Quando si avverava esattamente ciò che temeva, Hiaki sentiva il fastidio scorrergli nelle viscere come una specie di onda fredda. Quindi fece uno sforzo sovrumano per cercare di rispondere in maniera adeguata ma tutto quello che riuscì a dire fu:

    > non ti preoccupare, non mi sento tanto stanco

    Il padre girò la testa da un’altra parte, assumendo l’aria di chi non è più interessato a un gioco diventato ormai noioso. Poi continuò a parlare.

    > secondo me tu lo fai apposta. Vuoi farti bocciare per contraddirmi e dimostrare che non vali nulla.

    Che qualcuno pensasse di conoscerlo meglio di quanto si conoscesse lui stesso era un’altra delle cose che facevano veramente arrabbiare Hiaki e stava quasi per rispondere quando, per sua fortuna, la conversazione venne interrotta da due ragazzi che entrarono nella stanza: erano Ken e Juu, suoi cugini di secondo grado, abbastanza più grandi.
    In realtà non era poi davvero una fortuna, visto che i due iniziarono immediatamente con il consueto scambio di battute volto a sottolineare le aspettative che la famiglia riponeva in lui.

    > allora? Pronto per il grande giorno?

    * ecco, ti pareva…

    > ma certo che è pronto, Juu, Figurati. Lui è nato pronto

    * uff… si va bene, dai… diamoci un taglio

    > Lo so, Ken, è per modo di dire. Il nostro cuginetto ha sempre preso ottimi voti e anche stavolta andrà alla grande

    Così dicendo, diede una pacca sulle spalle a Hiaki.

    * e si, ho capito! Santo cielo, basta!

    Ormai aveva raggiunto il limite ma una rapida occhiata all’orologio gli fece capire che era quasi ora di andare. Questo, da un lato, gli mise un po’ di agitazione ma, dall’altro, lo sollevò parecchio perché avrebbe significato liberarsi presto di quella pesante compagnia.
    Con uno slancio si alzò dal divano, prese un mantello color giallo ocra e se lo cinse intorno al collo. Poi afferrò un paio di penne, le mise in tasca (avrebbero sempre potuto servirgli) e fece per allontanarsi, alzando la mano per salutare.
    Si può immaginare la sua reazione quando il padre lo fermò.

    > aspetta. I tuoi cugini devono ancora finire di prepararsi.

    Lo avrebbero accompagnato? E perché mai??

    > non c’è bisogno. Preferisco andare da solo.

    In realtà avrebbe desiderato avere qualcuno al suo fianco ma quel “qualcuno” non era nessuno di loro due.

    > fuori discussione. Verranno con te. Così è deciso.

    C’era poco da fare. Così il ragazzo dovette rassegnarsi e avviarsi con quella singolare "scorta".

    [...]

    Non molto tempo dopo, si ritrovarono per le strade di Konoha.
    Hiaki, a vedere tutta quella gente che si apprestava ad iniziare una giornata normale, uguale alle precedenti, non riusciva a non pensare che la sua, di giornata, non sarebbe stata affatto normale.

    * ah… dai, tra un’ora sarà tutto finito e l’ansia si scioglierà come burro, garantito. È sempre stato così.

    Passò vicino a un locale che, tra le altre cose, preparava ottimi infusi di frutta e si ripromise di andare a farci colazione dopo l’esame, quando l’appetito gli sarebbe sicuramente tornato.
    Ken e Juu non lo mollavano un secondo ma, giunti nei pressi dell’accademia, dovettero arrendersi di fronte a un cancello sbarrato.

    > Addirittura? Non pensavo fosse così presto. Va bene, allora noi ti aspetteremo nel locale dall’altro lato della strada. In bocca al lupo!

    > Vai e spacca tutto!

    Hiaki entrò rapidamente nel cortile, senza ascoltare i loro auguri ansiogeni.
    Mentre si avvicinava al cancello, notò che c’erano davvero pochi aspiranti genin e, tra di loro, intravide un paio di facce conosciute. Normalmente non si sarebbe messo a fare conversazione ma la tensione, che trapelava dalle loro espressioni e dal ritmo del loro respiro, glieli fece percepire come “anime affini”. Quindi alzò la mano per salutarli e non fu dispiaciuto di notare che quelli (apparentemente soggetti alla stessa sensazione di “affinità”) ricambiarono il saluto.

    > Siamo arrivati presto, eh?
    > No, siamo in perfetto orario e… ci siamo tutti, mi sembra

    Hiaki si guardò intorno nuovamente ma il numero dei candidati continuava a sembrargli un po’ troppo risicato.

    > Come mai siamo così…?

    Non aveva ancora terminato la domanda, che un altro studente si avvicinò camminando con le mani in tasca e pronunciò l’ultima delle frasi che chiunque là in mezzo avrebbe mai voluto udire.

    > Non lo sapete? Pare che l’esaminatore di oggi sia uno dei Chunin più severi del villaggio

    Per la seconda volta in poche ore, Hiaki si sentì attraversato da quella specie di onda fredda: i suoi timori stavano nuovamente avverandosi nel peggiore dei modi.

    * Figurati! E ovviamente doveva capitare proprio oggi!

    Intanto il gruppo, palesemente in preda al panico, iniziava persino a perdere pezzi.

    > Ora ho capito perché siamo così pochi! No… non esiste. Io non ce la faccio, me ne vado.

    Hiaki si sentiva in parte consolato a vedere che non era l’unico ad aver voglia di trovarsi in qualunque altro posto al mondo in quel momento ma non riusciva a curarsi davvero delle reazioni altrui e ci riuscì ancora meno quando si sentì chiamare.

    > …Hyuga.

    * Troppo tardi… mi stanno già convocando!

    Senza riflettere, iniziò a camminare ma, dopo mezzo metro, riavvolse il nastro e realizzò che non lo stavano affatto chiamando: si, qualcuno aveva pronunciato il suo cognome ma il senso del discorso era un altro.
    Si girò verso un gruppetto poco distante dal suo e cercò di ascoltare meglio.

    > …è come ti dicevo: l’esaminatore è uno Hyuga

    Fu la seconda metamorfosi dell’ansia che, dopo essersi tramutata in paura, divenne paranoia.

    * Cosa, uno Hyuga?? Ma quante probabilità c’erano? Ben poche, direi. A meno che… no! follia! Possibile che mio padre…. è assurdo anche solo pensarlo… da lui ci si potrebbe aspettare di tutto ma che razza di serietà avrebbe mai l’amministrazione dell’accademia, se si lasciasse manipolare tanto facilmente… no, no, devo rimanere calmo. In queste situazioni le dicerie si moltiplicano e si gonfiano velocemente… non è neanche detto che sia davvero uno Hyuga

    Mentre i pensieri continuavano ad accavallarsi in maniera confusa, si sentì un cigolio e qualcuno fece notare che il cancello si stava aprendo. Gli addetti invitarono i ragazzi a sbrigarsi.

    > Aula A7, veloci

    Iniziarono a camminare con passo svelto lungo i corridoi. Dietro le porte socchiuse delle aule, era possibile intravedere studenti ignari, intenti a seguire normalissime lezioni. A momenti, Hiaki quasi li invidiava.

    * ok… tra un’ora al massimo tutto questo sarà finito, dai!

    Giunsero quindi nel luogo indicato.
    La prima cosa che lo colpì fu l’ampiezza di quell’aula.

    * Assurdo! Ci saranno almeno 10 metri tra la prima fila e la catted…

    Non completò le proprie osservazioni perché ciò che vide gli mandò in frantumi all’istante ogni forma di ragionamento: appoggiata alla cattedra, laggiù in fondo, ad una distanza che l’agitazione faceva apparire siderale, c’era una ragazza. E non una ragazza qualsiasi ma una Hyuga!

    > Prego, accomodatevi pure.

    Un po’ per la distanza, un po’ per il suo tono di voce incredibilmente basso, a stento si riuscì a comprendere quello che aveva detto. A questo punto, era chiaro che le dicerie non erano campate in aria.
    Nel futile tentativo di congelare i suoi pensieri, Hiaki andò rapidamente a prendere posizione in seconda fila, concentrandosi sulle caratteristiche del banco che lo avrebbe accompagnato nei successivi minuti di supplizio. Fu perfettamente inutile, perché la macchina della paranoia si rimise in moto con la puntualità di un orologio svizzero.

    * chi diamine è quella?? Non mi sembra di conoscerla, ma ha comunque un’aria familiare… no, che dico? Non mi è familiare per niente… ma è comunque una Hyuga! Racconterà l’esame a mio padre per filo e per segno… e cosa vuoi che cambi? Tanto non potrei comunque nascondergli l’esito, se le cose andassero male…

    Improvvisamente, come se non bastasse, un altro pensiero venne ad aggiungersi al mucchio.

    * …e se l’esame andasse bene, qualcuno potrebbe pensare che sono un raccomandato! Il fatto che ci sia quest’esaminatrice non sembrerà una coincidenza a nessuno… un momento! E se fosse una donna qualsiasi che ha assunto le sembianze di una Hyuga mediante la tecnica della trasformazione?? Ma ciò sarebbe ancora più sospetto: se qualcuno facesse una cosa del genere sapendo che io devo sostenere l’esame, allora sarebbe praticamente sicuro che c’è qualcosa sotto!

    Era così assorto nelle sue fantasie logoranti da non accorgersi del foglio che gli veniva posato davanti.
    L’esaminatrice, che non mostrò affatto di conoscerlo, completò il giro, si avvicinò alla lavagna e iniziò a scrivere delle domande:
    CITAZIONE
    -Quali e quanti sono i gradi della gerarchia ninja? Come è possibile accedere ad ognuno di essi?
    -Quali sono storicamente i clan presenti nel villaggio della foglia?
    -Quale tecnica si esegue con la seguente combinazione di sigilli: Pecora, Cinghiale, Bue, Cane, Serpente?
    -Con quali paesi confina il paese del fuoco?
    -Cos’è l’Organizzazione degli Shinobi Uniti?

    La comparsa dei quesiti riuscì finalmente a distrarre Hiaki da tutto il resto: era arrivato il momento di concentrarsi sul serio.

    > Cominciate pure, avete venti minuti.

    Sembrava un lasso di tempo abbastanza ragionevole per un compito di quel tipo.
    Il ragazzo prese la matita e iniziò a leggere le domande.

    * Mi toglierò davanti per prime quelle che sembrano più fattibili

    CITAZIONE
    D: Quale tecnica si esegue con la seguente combinazione di sigilli: Pecora, Cinghiale, Bue, Cane, Serpente?
    R: I sigilli citati permettono di eseguire la tecnica della sostituzione (Kawarimi no Jutsu), ideale per evitare un attacco avversario scambiandosi di posto con un oggetto, a patto che questo abbia le caratteristiche giuste

    CITAZIONE
    D: Quali e quanti sono i gradi della gerarchia ninja? Come è possibile accedere ad ognuno di essi?
    R: Considerando di pari livello Kage e Sannin, i gradi della gerarchia ninja sono 7 in tutto. Il primo livello è quello di “studente” che, dato il suo avviarsi a diventare un ninja, non può neanche essere davvero definito tale. Gli studenti che dimostrano di conoscere le basi del combattimenti e di saper usare le tre tecniche di base (Henge, Kawarimi e Bunshin no Jutsu) possono, dopo aver superato un test scritto, diventare “Genin”. I Genin possono, poi, partecipare ad esami composti da due prove per diventare “Chunin”. Un Chunin ha la possibilità di specializzarsi in un’arte per diventare “Special Jonin” e poi “Jonin” ma potrebbe anche diventare direttamente un Jonin. A questo grado si può giungere solo se si è abbastanza forti da essere notati dal proprio Kage e superare una prova assegnata direttamente da lui. I Jonin migliori possono ambire a far parte della Divisione speciale “ANBU”. Infine, gli Shinobi più potenti in assoluto possono diventare “Sannin” o, se hanno anche buone capacità di governo, “Kage”.

    CITAZIONE
    D: Quali sono storicamente i clan presenti nel villaggio della foglia?
    R:I clan presenti da sempre nel villaggio sono: Aburame, Akimichi, Hyuga, Inuzuka, Nara e Yamanaka. Una menzione a parte, per il loro ruolo nella fondazione del villaggio, spetta ai Senju e agli Uchiha. A questi si possono aggiungere gli Uzumaki.

    CITAZIONE
    D: Con quali paesi confina il paese del fuoco?
    R: Il paese del fuoco confina a ovest con il paese della pioggia, a nord con il paese del suono, a nord-ovest con le verdi acque, a nord-est con le calde acque e a sud con il paese del Tè. È circondato dal mare e da numerose isole che ospitano altri villaggi minori.

    * forse ho dimenticato qualcosa… ma non importa, non resta molto tempo

    CITAZIONE
    D: Cos’è l’Organizzazione degli Shinobi Uniti?
    R: L’OSU è un’organizzazione creata circa sei anni fa con lo scopo di far fronte a minacce su scala mondiale e mantenere gli equilibri tra i paesi.

    Probabilmente le ultime risposte erano un po’ troppo sintetiche ma non ce la faceva più. La tensione e lo sforzo di memoria sembravano aver prosciugato fino all’ultima goccia di energia. In più, gli bruciavano gli occhi e rischiava anche che potesse venirgli mal di testa perché era praticamente digiuno.
    Quindi, senza neanche rileggere quello che aveva scritto, consegnò l’anima al foglio come se fosse il suo testamento, posò la penna e si adagiò sullo schienale della sedia.

    * ok, basta così

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    Edited by Shitsubo - 4/3/2022, 19:52
     
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    I ragazzi non impiegarono molto tempo a completare il test e con mio sommo piacere, in parte, non notai nessuno copiare, quando fu il mio turno di cimentarmi nell'esame da genin e in quello da chunnin una ragazza del mio stesso clan riuscì non solo a copiare da degli appunti lasciati in una stanza diversa ma anche a passare ad ognuno di noi le risposte corrette senza farsi beccare da nessun esaminatore.

    Com'era il nome? Ayashi? Ayato? *Akemi?*

    Cercai di ricordare il nome della ragazza bisbigliandone anche alcuni mentre passavo per ritirare i vari esami ma non riuscii ad afferrare quel piccolo e insignificante ricordo vecchio ormai di... molti anni, comunque ora ero io l'esaminatrice ed ero diventata la più spietata e seria di tutto quanta l'accademia, forse proprio per via del mio piccolo passato da copiatrice...

    Benissimo, nessuno di voi ha copiato...non so se essere delusa oppure felice della vostra integrità.

    Feci una piccola pausa per guardare ogni studente negli occhi soffermandomi per un istate su di un giovane Hyuga, carino ma completamente sconosciuto ai miei occhi perlacei.

    Tutto ciò che avete scritto qui sopra è sicuramente giusto, tutte le parole che avete usato sicuramente per descrivere l'OSU e Konoha saranno sicuramente da studente modello, ma sono solo parole... sono lettere su di un foglio bianco sottile e fragile. Strappai il primo compito E come tale inutile... un ninja per essere definito tale deve essere si intelligente e al passo con i tempi, ma deve saper dimostrare a tutti e a tutto che ha un qualcosa che lo mantiene vivo, deve avere le capacità idonee per sopravvivere e portare a termine le proprie missioni...non ché ragionare velocemente.

    Afferrai dal mio taschino alcuni shuriken che lanciai prontamente contro gli studenti, nel lancio delle armi ero una delle più brave di tutta Konoha e raramente sbagliavo il mio bersaglio, infatti diedi alle armi un effetto tale che mi permise di controllarne la traiettoria così da evitare in caso di reazione lenta da parte degli studenti di colpirli e di ferirli gravemente, non volevo di certo cavare occhi, non questa volta almeno.

    Come puoi ben vedere la tua esaminatrice è un po' rozza, leggendomi velocemente la storia del tuo pg ti ho dato un piccolo spunto per ciò che si può rivelare o un malinteso oppure un qualcosa d'importante :patpat:
    Non scrivevo da molto tempo e si vede.... :D voglio morire

    Comunque, vedi tu come evitare lo shuriken che sta viaggiando verso il tuo naso, ti lascio al libera scelta di fare ciò che vuoi e di sbizzarrirti con le varie reazioni :megusta:

    P.S. da ora puoi usare lo specchietto azioni
     
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    Ormai convinto della futilità delle sue paranoie, Hiaki stringeva gli occhi nel tentativo di farli lacrimare abbastanza da riuscire a lenire un po’ il bruciore che lo stava infastidendo. Quantomeno aveva ricominciato a respirare normalmente: in un modo o nell’altro, anche quel compito era andato.
    L’esaminatrice iniziò a girare per i banchi raccogliendo i fogli sui quali in quei venti minuti si erano depositati tanto inchiostro e tanto sudore freddo. Il ragazzo buttò un occhio sui suoi compagni e si perse per diversi secondi nell’osservazione delle loro espressioni: c’era chi appariva visibilmente sollevato per essere riuscito a chiudere la faccenda all’ultimo minuto; chi, maledicendo quel pomeriggio di troppo passato a trastullarsi, picchiettava furiosamente sul banco; e c’era persino qualcuno che era il ritratto della calma, per quanto inizialmente non avesse mostrato tanta sicurezza.
    Nel mentre, l’esaminatrice gli passò accanto per prelevare le sue risposte e, nel farlo, sembrava bisbigliare tra sé e sé. Hiaki cercò di assumere un atteggiamento di indifferenza ma il tentativo di apparire tranquillo subì un colpo basso quando, dalle sue labbra, sentì uscire un nome.

    > Akemi?*

    * co…??

    Aveva davvero pronunciato quel nome? In un primo momento, forte del fatto che le precedenti fantasie fossero dettate unicamente da un’ansia ormai passata, cercò di convincersi di aver capito male. Cionondimeno, gli venne una fortissima voglia di deglutire e questo movimento quasi involontario della faringe avrebbe tradito il suo nervosismo, se qualcuno lo avesse osservato attentamente.

    * Non ha detto davvero “Akemi”, devo aver preso fischi per fiaschi… ma se, invece, avessi capito bene? Cos’ha a che fare con lei? Sa qualcosa che io non so??

    In quel mentre, si rese conto che era perfettamente possibile che quella ragazza avesse la stessa età di sua sorella e ciò sembrava avvalorare l’idea che ci fosse un collegamento tra di loro. La cosa incrementò il suo nervosismo.

    * Calma! Che la conosca di fama non è poi una cosa tanto strana: probabilmente quasi tutti nel clan la conoscono. Però che senso ha pronunciare il suo nome davanti a me? Voleva farmi capire che sa chi sono? Quindi questo esame era davvero pilotato, dopotutto??

    Questi nuovi pensieri negativi si fermarono nel momento in cui la sua attenzione venne catturata dai primi commenti post-prova dell’esaminatrice.

    > Benissimo, nessuno di voi ha copiato...non so se essere delusa oppure felice della vostra integrità.

    * Che diamine dovrebbe significare? Se fosse felice della nostra integrità, lo capirei senza problemi, ma se fosse delusa… non dirmi che…! Possibile che il vero scopo di questo esame fosse quello di scoprire chi era in grado di copiare meglio??

    Questo gli fece balenare in mente ciò che aveva letto una volta in un libro dedicato a esami che si erano tenuti in tempi remoti.

    * Ma quelli erano esami per diventare Chunin, mica Genin! Questa esaminatrice non avrà alzato un po’ troppo l’asticella? Forse la sua era solo una frase ad effetto, meglio non darle troppo peso e… ma mi sta fissando??

    Effettivamente lei lo stava guardando già da un po’. Hiaki si sforzò di rimanere assolutamente impassibile ma, a tal punto fissò il proprio sguardo nel suo, che dimenticò completamente di battere le palpebre e gli occhi ricominciarono a bruciargli. Istintivamente, li chiuse di colpo e iniziò a stropicciarseli.

    * Va bene, basta. Mi scoppia la testa e non mi interessa più niente. A questo punto voglio solo darci un taglio e uscire di qui

    Intanto l’esaminatrice continuava il suo discorso.

    > Tutto ciò che avete scritto qui sopra è sicuramente giusto, tutte le parole che avete usato sicuramente per descrivere l'OSU e Konoha saranno sicuramente da studente modello, ma sono solo parole... sono lettere su di un foglio bianco sottile e fragile.

    Benché rude nella forma, nella sostanza quel discorso non dispiacque ad Hiaki, il quale di certo amava agire praticamente più di quanto non gli piacesse parlare o scrivere.

    * … parole… ha proprio ragione… a cosa mi servirebbero tutti questi bei discorsi se mi trovassi ad affrontare situazioni mortali sul campo?

    > E come tale inutile…

    In quell’istante si sentì un rumore secco. Poi un gemito.
    L’esaminatrice aveva strappato un compito sotto gli occhi increduli di chi, con tanta fatica, aveva penato per venti lunghissimi minuti al solo scopo di portarlo a termine!

    * Che diamine sta facendo?? Non l’ha nemmeno letto! Questa cosa non è affatto corretta nei nostri confronti!

    Senza curarsi minimamente delle ricadute emotive delle proprie azioni, quella continuò.

    > un ninja per essere definito tale deve essere si intelligente e al passo con i tempi, ma deve saper dimostrare a tutti e a tutto che ha un qualcosa che lo mantiene vivo…

    * “qualcosa che lo mantiene vivo”? È solo retorica? E questo fare sprezzante… va bene tutto ma lo sa che siamo semplici studenti? Chi crede di essere questa ragazza?

    Hiaki aveva le idee assai confuse. L’esaminatrice pacata e taciturna di prima sembrava aver ceduto il passo a una specie di versione femminile di suo padre e la cosa non gli piaceva per niente.

    * Sembra quasi di avere a che fare con una persona completamente diversa! Questa ragazza è inquietante…

    > …deve avere le capacità idonee per sopravvivere e portare a termine le proprie missioni...non ché ragionare velocemente.

    Di quest’ultima frase, che attraversò il suo flusso di coscienza senza sfiorarlo minimamente, solo alcuni pezzi isolati lo colpirono come pesanti timbri.

    * … sopravvivere… ragionare velocemente...

    Il tempo sembrò fermarsi. Tutto quello che seguì avvenne nell’arco di un secondo circa.

    * … ragionare velocemente...

    Nella memoria a breve termine di Hiaki, gli occhi bianchi dell’esaminatrice comparvero e scomparvero come un flash, sovrapponendosi ad altri occhi bianchi.

    * … sopravvivere…

    Quel verbo, concatenandosi con l’immagine degli occhi, aveva ricostruito uno schema che gli risultava inconsciamente familiare, una sorta di pattern che si irradiò istantaneamente in ogni fibra del suo essere, risvegliando qualcosa nella sua memoria muscolare.
    Mentre il cervello andava in stand-by, il corpo si accinse a sostituirlo, tendendosi come una fionda e preparandosi a reagire al minimo stimolo. E questa fu la sua salvezza.
    Nell’incoscienza generale della classe, infatti, di punto in bianco l’esaminatrice aveva messo mano agli Shuriken presenti nel suo taschino.
    Hiaki pativa proprio in quell’istante gli effetti negativi della tensione, della stanchezza, della mancanza di riposo e della carenza di zuccheri, ma il tipico suono dovuto all’estrazione dell’arma da lancio fu un input sufficiente a far mettere in moto l’apparato da difesa del giovane Hyuga. Dove non arrivò la mancanza di lucidità mentale e di freschezza muscolare di un corpo mal riposato, sopperì l’adrenalina: la frequenza dei battiti si accrebbe, la pressione aumentò, i vasi sanguigni si dilatarono.
    Ciò gli permise di non cadere vittima della sorpresa e di non trovarsi completamente impreparato al lancio che immediatamente seguì.
    Con un’abilità non comune, la Chunin scagliò esattamente tanti shuriken quanti esaminandi erano a portata di tiro. In quel momento erano ancora tutti seduti e ciò non avrebbe reso le cose facili a nessuno, nemmeno a lui.
    Che in una situazione del genere fosse possibile utilizzare una delle tre tecniche accademiche era fuori discussione. Uno Shinobi di alto livello, capace di attivarle formando sigilli ad una velocità elevatissima, probabilmente avrebbe anche potuto farlo. Ma, nel caso di un semplice studente, la cosa sarebbe stata fattibile solo se ci fosse stato un minimo di preavviso. Oltretutto non era proprio nella natura di Hiaki sostituirsi con un oggetto o, peggio ancora, creare un clone per evitare un attacco di quel tipo. Se l’esaminatrice glielo avesse chiesto in maniera esplicita, lo avrebbe certamente fatto. Ma questo avrebbe richiesto anche una situazione diversa, magari un esame normale in cui lui si trovasse in piedi nei pressi della cattedra. In ogni caso, la velocità di movimento e la rapidità nelle schivate erano sempre state il suo pane quotidiano, da quando aveva iniziato ad allenarsi con la sua famiglia. E una schivata fu esattamente ciò che il suo corpo decise di effettuare.
    Contrasse le gambe portando i muscoli delle caviglie e dei piedi ad un livello di tensione ben più di elevato di quello che era solito raggiungere durante un qualsiasi allenamento. Facendo appello a tutte le energie che era in grado di spremere in quel lasso di tempo ridottissimo, si diede una spinta fortissima verso destra (direzione nella quale aveva più spazio di manovra) benché, data la situazione di partenza, questo comportasse inevitabilmente che la sedia sarebbe stata sbalzata via nell’impeto dello scatto.
    Non vi era comunque alcuna certezza che riuscisse a schivare lo shuriken perché questo, benché fosse stato lanciato verso il suo volto, a causa del movimento richiesto dalla schivata avrebbe potuto comunque colpirlo di striscio sulla spalla sinistra. Evidentemente, però, anche questo scenario era stato contemplato dalla sua psiche a livello subconscio perché, nell’automatismo della sua risposta fisica, cercò un modo per deviare la traiettoria dell’arma, anche solo di poco. Non poteva accontentarsi di uscirne vivo, doveva anche uscirne completamente illeso: la difesa doveva essere assoluta.
    A portata di mano non trovò nient’altro che la matita usata prima. Nel momento in cui aveva terminato il compito, l’aveva lasciata andare mentre, esausto, si abbandonava sullo schienale della sedia. Per questo motivo, la matita si era posizionata in modo tale da sporgere leggermente dal banco. Si trattava di un centimetro al massimo, nulla di più, ma gli dava la possibilità di tentare il tutto per tutto.
    Mentre iniziava lo scatto, con un movimento circolare in senso orario sollevò rapidamente il polso destro (che in quel momento era quello più vicino alla matita, non essendo lui mancino) in modo tale da colpire dal basso la punta dell'improvvisata arma da lancio e proiettarla verso l’alto. La speranza era che riuscisse ad intercettare lo shuriken nella sua corsa. Ovviamente non si aspettava certo che quel fragile oggetto potesse fermare l’arma: sicuramente sarebbe andato in mille pezzi schiantandosi contro la forza centrifuga delle punte d’acciaio ma, magari, l’impatto sarebbe stato sufficiente a deviare la traiettoria almeno di pochi millimetri o comunque lo stretto necessario a far sì che non lo toccasse.
    Probabilmente avrebbe avuto più probabilità di riuscita se, anziché lanciare la matita, avesse lanciato una delle penne che si era messo in tasca prima di uscire di casa ma, così come era quasi impossibile comporre sigilli in quel breve lasso di tempo, era fuori da ogni umana concezione pensare che avrebbe potuto abbassare il braccio, estrarre la penna e poi lanciarla. Il tutto era avvenuto troppo velocemente e, di fatto, quella matita era la sua opzione migliore.
    Il tempo continuò a scorrere al rallentatore ma Hiaki, mentre si trovava a mezz’aria, stava riacquistando lucidità.

    * … vivere…

    Guardava lo Shuriken che si avvicinava vorticando a velocità vertiginosa.

    * … sopravvivere…

    Guardava la matita che si sollevava ruotando su se stessa e falciando l’aria con un suono ritmico e sordo.

    * È fuori discussione. Non posso fallire. Non qui. Non ora.


    Riassunto Azioni


    Azioni
    -Schivata (+sforzo extra)
    -“Lancio” matita per deviare la traiettoria dello shuriken

    parametri
    Resistenza:50-10=40
    Stamina:50

    Maestrie e Abilità
    Scrivete qui

    equipaggiamento
    Scrivete qui

    Consumabili
    Scrivete qui

    Conoscenze
    Tecniche e del chakra I° Livello

    note
    Scrivete qui



    Ok, mi sono sbizzarrito come mi avevi permesso di fare. Speriamo bene :quoto:
     
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    Il ragazzo Hyuga e altri tre ragazzi riuscirono ad avere delle reazioni decenti rispetto al resto della classe che furono così tanto lenti da sembrare quasi immobili, le due ragazze rimaste erano riuscite a deviarli con dei righelli in ferro mentre uno dei due ragazzi riuscii a evitarlo buttando la testa all'indietro, in un primo momento mi sembrò come se la sua testa prese una curva innaturale ma a quanto pare mi sbagliai visto che subito dopo si rimise dritto sorridendomi come se nulla fosse, l'ultimo ragazzo invece mi stupì e non poco dopo essersi buttato di lato per evitare lo shuriken (mossa che sarebbe ampiamente bastata) prese una matita e la lanciò contro la mia arma, ma la sua sfortuna a quanto pare fu molta in quanto la matita si frammentò in tanti piccoli pezzettini e uno di questi ritornò indietro colpendolo di striscio sulla guancia sinistra facendo riversare sul suo piccolo e ancora innocente viso un piccolo rivoletto di sangue. Comunque grazie alla mia lungimiranza nessuno perse un occhio, ma ehy, la giornata è ancora lunga d'altronde.

    Ottimo, quattro su troppi... a chi non è riuscito a muoversi è caldamente richiesto di abbandonare l'accademia, per sempre, mentre voi quattro fate un passo in avanti, voglio vedere bene chi è riuscito a fare qualcosa di decente.

    Non appena i quattro furono in piedi davanti a me li squadrai molto attentamente facendo caso ad ogni loro più piccolo particolare, la posizione dei nei, il colore dei capelli e le sfumature degli occhi, memorizzai ogni singola cosa di quei quattro ragazzi visto che adesso toccava vedere le loro capacità magiche.

    Ora dovete fare una semplicissima trasformazione, guardatevi quanto volete e ricreate la persona alla vostra destra, tu ovviamente Indicai lo Hyuga che aveva tentato di deviare il mio shuriken con la sua matita Dovrai trasformarti nella prima ragazza... un buon ninja deve conoscere la basi del camuffamento e qui entra in gioco la tecnica che dovete utilizzare. Non mi aspetto un lavoro perfetto tranquilli, ma non deve nemmeno uscire scadente in quanto chi conosce la persona in cui vi trasformerete potrebbe notare dei piccoli dettagli che avete trascurato.

    Mi misi a sedere e attesi il lavoro dei ragazzi.

    [Post trasformazione]

    Benissimo, ora che ho visto le reazioni e il vostro lato magico non dovete che fare una cosa, attaccarmi con tutto quello che avete a vostra disposizione...susu incomincia tu belli capelli.

    Indicai lo Hyuga ancora trasformato e mi misi in posizione di difesa, non riuscivo a capire ancora chi mi ricordava e speravo che un piccolo sparring del genere sarebbe bastato al mio cervello per ricollegare i ricordi.

    Mezzo biscotto per te visto che hai effettuato due azioni di difesa in vista di un mio solo attacco, ma come già detto per mp stai andando bene, ora voglio un post dove utilizzi la trasformazione del corpo e assecondi il volere della esaminatrice di fare una bella scazzottata.
     
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    Mentre era ancora in volo, recuperò definitivamente il senno ma questo non fu del tutto un bene.

    * … che cosa…?

    Si rese conto di ciò che era appena successo e la cosa lo turbò profondamente.

    * io… non posso credere di averlo fatto davvero…

    Preso dal panico, aveva totalmente abdicato al suo ruolo di creatura pensante. Aveva agito senza riflettere e senza freddezza, aveva permesso che le emozioni prendessero il sopravvento sulla sana logica e, di conseguenza, aveva compiuto azioni senza senso: contro un solo attacco aveva messo in atto due tentativi di difesa e il secondo era, a ben vedere, assai patetico.

    * …una matita? Sul serio? Che cos’ho in testa?

    Non ci voleva un genio per capire che aver tentato due difese contro un solo attacco era segno di grandissima insicurezza. Non era certo quello il modo giusto di gestire la situazione ma, perché le cose potessero andare diversamente, sarebbe stato necessario rimanere calmi e non farsi prendere dal panico.
    A volte Hiaki era estremamente severo con se stesso, ai limiti del punitivo, e l’autoconsapevolezza delle azioni che aveva appena compiuto sarebbe stata di per sé sufficiente a demoralizzarlo. Tuttavia il peggio doveva ancora venire perché, come amava ripetergli spesso sua madre, “si raccoglie sempre quello che si semina…”
    La schivata gli aveva permesso di evitare lo shuriken, che lo superò senza toccarlo. Invece, come per l’inverarsi di un karma cattivo, la matita da lui sollevata andò in frantumi (e questo era ampiamente prevedibile) ma una delle schegge schizzò verso il suo volto e lo ferì su una guancia.
    Fu la mazzata finale. Hiaki interpretò il fatto come un segno inequivocabile del suo fallimento. Non solo non ne era uscito illeso ma il taglio che si era procurato era da addebitare addirittura a lui stesso! Non poteva esserci umiliazione peggiore.
    La profonda sensazione di delusione, in un primo momento, prese la forma di un sorrisetto nevrotico.

    * eh…chi ca**o si ferisce da solo in accademia…? Bisogna davvero mettercisi d’impegno per realizzare un simile capolavoro… eheh... eh...

    Poi il sorriso si spense.

    * …sono patetico…

    E, così pensando, terminò la sua corsa atterrando pesantemente sul pavimento. Non provò nemmeno ad attutire la caduta con le braccia… aveva perso completamente la voglia di fare qualsiasi cosa. Comunque potesse andare quell’esame, lui aveva già fallito…

    * non valgo niente, perdonami… se non riesco nemmeno a gestire le emozioni in una situazione del genere, come posso sperare di…

    Cadendo si fece anche un po’ male alla spalla ma non gli importava granché. La sua attenzione era già stata catturata dai brillanti tentativi di difesa di altri tre studenti: due ragazze avevano usato dei righelli in ferro per deviare gli shuriken e un ragazzo, addirittura, aveva evitato l’arma semplicemente rovesciando la testa all’indietro, senza scomporsi, come se fosse la cosa più banale del mondo. Quanto al resto della classe, fu una strage: nessuno riuscì a salvarsi. Ma questo non bastò a consolarlo… Quei tipi si erano comportati molto meglio di lui, l’unico dei quattro ad uscirne ferito, e poco importava che il movimento del collo di quel ragazzo paresse assai innaturale… Hiaki non se ne crucciò, tanto era impegnato a rodersi.

    * …ho sbagliato tutto, fin dall’inizio… meno male che quest’esame è finito… voglio solo tornare a casa e buttarmi sul letto…

    Ma l’esaminatrice sembrava avere ancora qualcosa da dire.

    > Ottimo, quattro su troppi... a chi non è riuscito a muoversi è caldamente richiesto di abbandonare l'accademia, per sempre…

    Aveva bocciato praticamente tutti! Hiaki provò un certo dispiacere nel vedere così tanti sogni infranti in una volta sola ma non poté perdere tempo a guardare gli altri che uscivano a testa bassa dall’aula perché la seconda parte della frase lo riguardava direttamente.

    > … mentre voi quattro fate un passo in avanti, voglio vedere bene chi è riuscito a fare qualcosa di decente.

    * …qualcosa di… decente? Sul serio reputa “decente” quello che ho fatto? Forse ha solo compassione e preferisce evitare di umiliarmi in pubblico…

    Non sapeva bene cosa pensare. Si asciugò il rivolo di sangue che gli scorreva sulla guancia, poi si alzò da terra e, senza sollevare lo sguardo per non rischiare di incontrare quello altrui, si incamminò verso la chunin.
    Una volta che lei li ebbe tutti a portata di mano, iniziò a scrutarli tanto intensamente da dare l’impressione di voler memorizzare i loro volti per farne un ritratto.

    > Ora dovete fare una semplicissima trasformazione, guardatevi quanto volete e ricreate la persona alla vostra destra

    Di male in peggio. A quanto sembrava, l’esame non era ancora finito.

    * Cosa?? Anche la tecnica della trasformazione adesso?? Allora dillo che cerchi solo la scusa per farci fuori…

    Continuava a non sentirsi al top della forma e la sensazione di fallimento dovuta all’esito del suo precedente tentativo di difesa lo aveva demoralizzato. Questa era una situazione abbastanza svantaggiosa per lui poiché, quando si demoralizzava, tendeva a dare il peggio di sé.
    Cionondimeno, gli era stato richiesto di trasformarsi e quindi avrebbe cercato di impegnarsi ugualmente.

    L’esaminatrice lo indicò.

    > tu ovviamente dovrai trasformarti nella prima ragazza...

    * ovviamente, è alla mia destra

    > un buon ninja deve conoscere la basi del camuffamento e qui entra in gioco la tecnica che dovete utilizzare. Non mi aspetto un lavoro perfetto tranquilli, ma non deve nemmeno uscire scadente in quanto chi conosce la persona in cui vi trasformerete potrebbe notare dei piccoli dettagli che avete trascurato

    E, così dicendo, si sedette e si mise in attesa.
    Hiaki si voltò verso la ragazza prima menzionata e iniziò a osservarla.

    * mmh… per fortuna abbiamo una corporatura simile… gli zigomi e il taglio degli occhi mi sembrano abbastanza semplici da riprodurre ma quella fossetta sul mento potrebbe essere un problema. Finora non mi è mai capitato di doverne copiare una…

    Quindi si concentrò e compose i sigilli necessari per trasformarsi



    I suoi compagni fecero altrettanto e, in men che non si dica, ognuno aveva preso le sembianze dell'altro.
    Appena mutato, la prima cosa che fece Hiaki fu toccarsi il mento… e la fossetta non c’era. Forse mancava anche altro ma, non avendo uno specchio a disposizione, sarebbe stato difficile dirlo.

    * poco male… tanto ormai l’esame mi sembra già abbastanza compromesso…

    Con sua sorpresa, però, l’esaminatrice non sembrò dare molto peso a quella prova, quasi come si trattasse di una routine a cui era tenuta a sottoporli.

    > Benissimo, ora che ho visto le reazioni e il vostro lato magico non dovete che fare una cosa, attaccarmi con tutto quello che avete a vostra disposizione...

    * ma è seria?? Quanto dura questo esame??

    Vi erano, quindi, ben quattro prove da superare? Era davvero un esame per diventare genin, quello?
    Hiaki non riusciva ad immaginare cos’altro avrebbe potuto inventarsi quella chunin pur di trattenerli lì dentro in eterno. Oltretutto non pensava fosse normale che venisse loro chiesto di attaccare l’esaminatrice. A dire il vero, non gli sembrava proprio di aver mai sentito dire che potesse succedere una cosa simile in accademia. Comunque non era il tipo da lamentarsi pubblicamente e, quindi, iniziò ad abituarsi all’idea che sarebbe stato il secondo oppure il terzo ad essere chiamato, a seconda che l’esaminatrice decidesse di iniziare dalla ragazza alla sua destra o dal ragazzo che occupava il primo posto a sinistra.

    Invece iniziò proprio da lui.

    > susu incomincia tu belli capelli

    Alla fine, forse, era meglio così. Almeno si sarebbe tolto subito il pensiero.
    Inoltre c’era un altro lato positivo. Dopo lo stupore iniziale, aveva cominciato a rifletterci su e, sorprendentemente, questo ennesimo cimento ebbe l’effetto di restituirgli un po’ di fiducia.

    * aspetta... è possibile che lo stia facendo per darmi una seconda chance? Se è così, non posso permettermi di sprecarla.

    Aspettò che gli altri si fossero allontanati per lasciare lo spazio di movimento necessario e si sistemò al centro del corridoio formato dai banchi. L’esaminatrice si era già messa in posizione di difesa.
    Hiaki decise come prima cosa di liberarsi del mantello, perché avrebbe rischiato di impacciarlo nei movimenti. Quindi lo afferrò per un capo e lo lanciò sul banco alla sua sinistra.

    * Ha detto di attaccarla con tutto quello che abbiamo a nostra disposizione

    Corse con le mani verso le tasche, dove aveva riposto le due penne. Rapidamente le tirò fuori, le impugnò, le sollevò e le fece roteare. Poi… le lasciò cadere per terra.

    * No, stavolta non ci casco. Non ripeterò due volte lo stesso errore… per oggi basta ca**ate, ne ho già fatte a sufficienza.

    Quindi, mentre le penne precipitavano inesorabilmente sul pavimento, inspirò ed espirò profondamente per cercare di cacciare l’ansia e si accinse ad assumere la posizione d’attacco che in quel momento gli sembrava più adeguata.



    * Spero che non voglia che la attacchi da trasformato. Mantenere l’Henge no Jutsu è già abbastanza difficile di per sé… appena inizierò a muovermi, perderò sicuramente la concentrazione, nello stato in cui sono adesso

    Difatti accadde proprio questo. Nell’istante in cui prese posizione, il jutsu terminò.
    La scomparsa della trasformazione fu praticamente istantanea ma comportò comunque una transizione della durata di qualche frazione di secondo. In quel brevissimo lasso di tempo, Hiaki perse tutte le caratteristiche della ragazza, tranne la femminilità. Per cui, e solo per la durata di un battito di ciglia, fu praticamente la versione femminile di se stesso. Poi tornò normale.

    * Va bene, non devo strafare. Ho soltanto quest’opportunità da giocarmi, quindi cercherò di eseguire una manovra da manuale. Devo prendere il suo corpo come punto di riferimento per ruotare.

    Aveva in mente di condurre l’offensiva utilizzando uno degli schemi d’attacco standard che aveva imparato da piccolo. Si trattava di una combinazione che sfruttava i movimenti rotatori tipici del suo stile e che veniva insegnata ai giovani Hyuga, che non sapevano ancora usare il Byakugan, per dotarli di una tecnica utile anche per gestire più avversari contemporaneamente. Poteva essere usata sia in difesa che in attacco e quest’ultima versione era quella per la quale avrebbe optato Hiaki.
    Le cose sarebbero dovute andare in questo modo.
    Prima di tutto avrebbe effettuato uno scatto verso l’esaminatrice. Giunto a circa un metro di distanza da lei, avrebbe portato avanti la gamba destra e contemporaneamente disteso il braccio destro, imprimendo al corpo un movimento rotatorio in senso antiorario (visto dall’alto). In quel modo, avrebbe cercato di colpire il volto con la punta delle dita della mano destra, con un movimento obliquo che andava dall’alto verso il basso e, contemporaneamente, da destra verso sinistra. Normalmente si supponeva che dovesse mirare agli occhi ma quello era un semplice sparring, per cui avrebbe deciso di puntare alla guancia, nel tentativo di graffiarla e lasciarle un segno simile a quello che si era procurato lui con la scheggia (comunque, dato il suo livello, l’avversario non avrebbe avuto alcuna difficoltà a evitare danni seri).
    A questo punto si sarebbe ritrovato di profilo, con il piede sinistro dietro e il piede destro avanti. Da questa posizione, avrebbe completato il mezzo giro ruotando il busto a sinistra, trovandosi voltato di spalle rispetto al suo avversario, con la schiena rivolta verso il suo ventre, tenendo il piede sinistro avanti e il piede destro in posizione più arretrata, quasi toccando con il tallone la punta delle dita del piede della chunin. Nel frattempo, il braccio destro avrebbe superato il volto e si sarebbe trovato all’altezza del petto. Da qui, Hiaki avrebbe tirato una gomitata contro la parte destra della gabbia toracica, approfittando dell’inerzia dello scatto in avanti di prima e cercando di sbilanciarsi all’indietro per sfruttare il peso del proprio corpo.
    A questo punto, avrebbe ripreso il movimento rotatorio antiorario. Avrebbe sollevato il piede sinistro e, sfruttando il destro come perno, si sarebbe dato uno slancio con il braccio sinistro. Con le braccia nella stessa posizione che si assume per formare i sigilli (ma senza contatto tra le mani) avrebbe amplificato il movimento torcendo repentinamente il busto e cercando di colpire con il gomito sinistro il mento della chunin. Subito dopo, con un passo, avrebbe riportato avanti il piede destro quasi come se stesse camminando intorno a lei. Avrebbe completato, così, la rotazione di 360 gradi ma, soprattutto, avrebbe cercato di posizionarsi in modo tale da poter chiudere la sequenza come desiderava.
    Avrebbe concluso il tutto con un tentativo di proiezione. Partendo dalla posizione appena assunta, si sarebbe leggermente abbassato e avrebbe appoggiato il palmo della mano destra contro il fianco sinistro dell’esaminatrice. Contemporaneamente, avrebbe fatto scivolare nello stesso punto anche la mano sinistra e questo gli avrebbe permesso di ritrovarsi con entrambi i palmi in posizione. Quindi, sfruttando nuovamente tutto il peso del proprio corpo, si sarebbe dato una spinta con le gambe, distendendo al contempo le braccia in avanti e leggermente verso l’alto, quasi a voler mimare il movimento di un’onda. Benché potesse sembrare più faticoso, spingere anche verso l’alto avrebbe avuto lo scopo di sbilanciarla più facilmente, facendo in modo che la sua gamba sinistra perdesse contatto con il terreno. Ovviamente, data la sua muscolatura, la cosa avrebbe richiesto uno sforzo piuttosto consistente. Per questo motivo, nonostante il suo fisico cominciasse ormai a risentirne, avrebbe cercato di spendere molte più energie del normale.




    Riassunto Azioni


    Azioni

    Tecnica della Trasformazione del Corpo (Henge no Jutsu): stamina -2
    Scatto in avanti: resistenza -1
    Colpo di dita al volto: resistenza -1
    Rotazione: resistenza -1
    Gomitata sulle costole: resistenza -1
    Rotazione: resistenza -1
    Gomitata sul collo: resistenza -1
    Rotazione: resistenza -1
    Proiezione: resistenza - 1 (+sforzo: resistenza -10)

    parametri

    Controllo del Chakra: 25
    Potenza magica: 10
    Forza fisica: 5
    Ninjutsu: 10
    Agilità: 25
    Taijutsu: 25
    Genjutsu: 0
    Resistenza: 40-18=22
    Stamina: 50-2=48

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    Iniziamo subito con un grandissimo no, abbiamo:

    1. I consumi sono completamente errati, le tecniche di livello D hanno un consumo pari a 5 punti stamina

    2. Azioni come lo scatto, passi, salti, ecc a meno che non siano 'schivate' non hanno un costo in resistenza

    3. L'azione a mio avviso è abbastanza incasinata

    cerca di fare azioni più 'comprensibili' per carità l'idea di fare un qualcosa di concatenato è bello ed è stata un'ottima trovata, ma l'azione è difficile da seguire e troppo incasinata (calcola che mi sono dovuto far filmare da un collega mentre la mimavo per poterla comprendere del tutto, quindi ora ri-attacca come ti chiedo nel post, e per qualsiasi dubbio contattami su discord.

    comunque, ti puoi rimettere tutta la resistenza che hai consumato con quell'attacco escluso 1 punto (il primo attacco)


    Il ragazzo sembrò molto indeciso sulle prime, era come se non volesse prendere una decisione su cosa fare e ciò trasparì dalle sue azioni.

    Si tratta di uno scherzo spero.....

    Mentre la sua trasformazione per quanto imprecisa non mi risultò affatto malvagia il suo attacco faceva acqua da tutte le parti, e sfortunatamente non per via del chakra suiton, al posto di afferrare gli shuriken disseminati per tutta la stanza o di cercare di lanciare o di usare un qualsiasi altro oggetto presente il ragazzo afferrò due penne che teneva in tasca, a quanto pare le penne erano un suo fetish o qualcosa del genere, per poi farle cadere subito dopo.

    Ci vogliamo muovere?

    Senza perdere ulteriore tempo il ragazzo si mise nella vecchia posizione che s'insegnava ai giovani hyuga che non sapevano ancora attivare il loro occhio perlaceo e mi caricò, esattamente come pensavo i suoi movimenti furono al rallentatore e grazie alla grande disparità di esperienza e di capacità che ci separava riuscii a evitare spostandomi leggermente all'indietro il suo primo attacco tanto titubante quanto telefonato, infatti dopo aver caricato il peso sulla gamba destra il giovane provò a colpirmi con un colpo in diagonale che andava dall'alto verso il basso ma al posto di mantenere il contatto visivo con il suo avversario, ovvero io, si girò completamente dandomi le spalle e concedendomi l'occasione di fare la cosa più semplice ma efficace in una situazione del genere.

    Non ci siamo piccolo Hyuga, nono.

    Alzai la gamba sinistra e gli tirai un calcio sul suo soffice fondoschiena bloccandogli così tutta la combinazione e mandandolo con la faccia a terra.

    Il primo tentativo non è andato, riprova.
     
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    Abbastanza prevedibilmente, considerato l’andazzo della mattinata, l’attacco non andò bene. La combinazione risultò troppo facile da contrastare e già i primissimi colpi che Hiaki provò a portare a segno mancarono completamente il bersaglio. Nel giro di poco, offrì anche all’esaminatrice l’opportunità di colpirlo con un calcio sul deretano, facendolo volare per terra e portandolo a sbattere con la faccia sul pavimento.
    Il ragazzo chiaramente non poteva ritenersi soddisfatto ma, in fondo, non si può dire che non se l’aspettasse. Tutti i suoi sforzi erano stati vani. Anzi, più si impegnava e più le cose gli andavano storte… quell’esame era cominciato male e non poteva che finire peggio, c’era poco da fare.

    Mentre tentava di rialzarsi, sentì un fortissimo formicolio nella parte anteriore del cranio, quasi come se avesse avuto tante piccole molle che, a causa della botta, si erano messe a vibrare all’impazzata. Poi notò che dal naso gli stava colando una copiosa quantità di sangue.

    * hm… forse si è rotto…

    Tirò fuori due fazzoletti. Con il primo cercò di tamponare quella piccola emorragia, mentre con il secondo si adoperò per pulire il pavimento. Era sempre stato molto ligio alle regole e ci teneva a che tutto fosse in ordine, soprattutto quando era in casa d’altri. Certo, quella non era una casa ma la sostanza del discorso non cambiava: meglio non creare ulteriori fastidi.
    Una volta che ebbe finito, piegò i fazzoletti e li ripose in tasca. Poi si alzò e iniziò a cercare con lo sguardo il suo mantello, in modo da prepararsi per uscire. Ormai era stato bocciato, quindi non gli restava che togliere rapidamente il disturbo e permettere che l’esame proseguisse. Era anche una questione di rispetto nei confronti degli altri che, a causa sua, stavano aspettando da un pezzo il proprio turno.
    Quindi si girò verso i tre ragazzi e chinò il capo in segno di deferenza.

    > Chiedo scusa per aver prolungato oltremodo la vostra attesa.

    Poi si accinse ad uscire.

    Molto stranamente, però, l’esaminatrice non gli chiese di andar via e, anzi, lo invitò a provare nuovamente.

    * mi prende in giro? Chiunque sarebbe stato già cacciato da un pezzo, a questo punto. È davvero un’esaminatrice questa persona?

    Il comportamento della chunin appariva inspiegabile, soprattutto considerando in che modo si era presentata all’inizio. Le sue decisioni cominciavano a sembrare incoerenti: prima aveva bocciato una dozzina di studenti solo perché non erano riusciti ad evitare uno shuriken e adesso si ostinava a concedere seconde possibilità a uno che perseverava nel commettere errori.
    Comunque sia, sarebbe stato scortese non accontentarla ma è pur vero che, dopo quella pessima performance, Hiaki non riteneva seriamente di poter fare qualcosa in grado di riabilitarlo ai suoi occhi (e, soprattutto, ai propri).

    * Attaccare un membro del mio stesso clan in quel modo è stata chiaramente una scelta offensiva sbagliata. Va bene, allora proverò ad attaccarla nella maniera più standard che possa venirmi in mente. Se non va nemmeno così, amen.

    Il calcio lo aveva rispedito tra i banchi e, a poca distanza, conficcato nella spalliera di una sedia, gli sorrideva beffardamente lo shuriken che gli era stato lanciato contro in precedenza. Due banchi più avanti, a metà strada tra lo shuriken e l'esaminatrice, giaceva il righello di ferro che una delle due ragazze aveva usato per deviare il proiettile a lei destinato. Non era esattamente un’arma ma, se aveva resistito allo shuriken, si supponeva che avesse una durezza decente. E comunque non c’erano ulteriori armi in giro, a parte altri shuriken (non proprio adatti ad essere impugnati per menare fendenti), quindi non si poteva pretendere che le tirasse fuori dal cilindro.
    Hiaki decise di procedere in questo modo. Per prima cosa, avrebbe cercato di usare la tecnica della moltiplicazione del corpo per creare cinque cloni (tanti quanti il suo controllo del chakra gli avrebbe consentito di farne). Quindi avrebbe cercato di avvicinarsi il più rapidamente possibile allo shuriken, afferrarlo e lanciarlo verso la chunin. Immediatamente dopo, avrebbe tentato di muoversi velocemente nella stessa direzione per avvicinarsi al righello, afferrarlo e impugnarlo a mo’ di kunai. A quel punto avrebbe cercato di scattare e colpire di taglio l’esaminatrice all’altezza dello stomaco. I cloni creati prima avrebbero dovuto fungere da copertura: il primo sarebbe servito a coprire il movimento verso lo shuriken, il secondo a coprire il lancio, il terzo a mascherare il movimento verso il righello, gli ultimi due a coprire lo scatto con fendente.




    Riassunto Azioni


    Azioni

    Bunshin no Jutsu (cinque cloni): stamina -5
    Movimento per raggiungere lo shuriken
    Lancio shuriken: resistenza -1
    Movimento per raggiungere il righello
    Scatto con fendente: resistenza -1

    parametri

    Resistenza: 49-2=47
    Stamina: 45-5=40

    Maestrie e Abilità
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    equipaggiamento
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    Consumabili
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    Conoscenze
    Tecniche e del chakra I° Livello

    note
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7 replies since 3/3/2022, 13:34   405 views
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