[PQ]The Times They Are a-Changin'

PQ per sblocco elementi, ambientata nel passato

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  1. Zagoccult
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    Ishivar's Warriors
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    Stavo apprendendo l’arte del combattimento, era un’ottima insegnate, ed io sentivo di non cavarmela affatto male nel ruolo dell’allievo. Ero poco più di un bambino, il mio corpo stava crescendo, cambiando, tramite una metamorfosi lenta e naturale alla quale qualsiasi persona, chi prima, chi dopo, chi più e chi meno, deve sottoporsi. I guerrieri di Ishivar erano de sempre i protettori del nostro paese, ma da un bel po’ di tempo, le arti ninja del continente orientale avevano fatto capolino ed io, in quanto “meticcio” risultavo forse naturalmente predisposto a queste ultime. Nato con delle menomazioni, come tipico della mia stirpe, fin da subito mi ero reso conto di non poter fare eccessivamente affidamento sulla forza bruta. Era un qualcosa che non potevo permettermi, motivi genetici, non ero così prestante, la mia muscolatura non era eccessiva e la robustezza non era il campo in cui il mio corpo eccelleva, ne guadagnavo però di agilità e fluidità nei movimenti, campi in cui ero molto a mio agio nell’allenarmi. Rea capii subito dunque che avrei potuto specializzarmi più nelle arti magiche che in quelle fisiche, e tramite le eccezionali protesi fornitemi dal gruppo di artigiani, tra i quali era presente anche mia madre, potei darle ragione. Le basi erano molto semplici, tecniche dal funzionamento strategico che io avrei dovuto utilizzare per supportare la mia agilità e cercare di colpire più volte il mio avversario, nel minor tempo possibile. Mordi e fuggi? Forse sì, questa era una delle opzioni più papabili, in quanto non ero dotato di grande resistenza fisica ai colpi. Per questo motivo Rea aveva deciso di darmi la sua lancia per quel periodo. Lei era specializzata nell’uso di quell’arma e se mi aveva consigliato di impratichirmi con essa, aveva delle buone ragioni.

    Tornai con la mente a focalizzarmi sull’avversario che avevo di fronte. Mi sentivo destabilizzato ogni volta che la guardavo ma in quel momento dovevo assolutamente essere più forte di determinati pensieri, non potevo permettere a questi nuovi sentimenti che si erano fatti strada nel mio cuore e non solo, di interferire con il duro allenamento al quale mi stavo sottoponendo.

    “sgombra la mente, sgombra la mente” è ciò che mi ripetevo e mentre con la mano destra sistemavo meglio la presa sulla lancia, con la sinistra portavo la mano al taschino, non avevo altro che qualche caltrop ed in un momento del genere non mi sarebbero serviti a molto. Non mi venne in mente un grandissimo piano, avrei lanciato la lancia verso Rea in modo da portare la sua attenzione verso l’arma, poi avrei sfruttato la mia grande agilità nel comporre sigilli ed avrei utilizzato la tecnica della moltiplicazione del corpo, colpo basilare ma di grande impatto scenico. Per quanto fosse cosa fondamentale il lavorare sui propri punti deboli, mi sentivo estremamente a mio agio nell’utilizzare le arti magiche, come già detto credo che il mio retaggio dal mondo degli shinobi abbia influito pesantemente su questa propensione. Fin dai primi giorni di addestramento, impastare il chakra risultava per me un gioco da ragazzi, sempre grazie all’aiuto delle protesi, riuscivo con estrema facilità a trovare un punto di equilibrio tra la circolazione e l’emanazione di questa incredibile fonte d’energia.

    E così feci, lanciai l’asta in direzione della mia insegnante, poi proseguii nella tattica per sparire in una nube di fumo. Appena essa fu diradata feci di nuovo la mia comparsa, costeggiato da altre tre mie identiche copie, la tecnica aveva dei punti deboli fondamentali ma avrei approfittato della velocità dell’azione per sfruttare le copie olografiche nel miglior modo possibile. Purtroppo il piano non andò come avevo immaginato. Riuscii a scoccare la lancia, ma la mia forza non era abbastanza per impensierire i riflessi della mia insegnante, quindi mi ritrovai ad utilizzare la moltiplicazione del corpo per un uso esclusivamente difensivo, a differenza di quello che avevo preventivato poco prima.

    Fermo!

    Le parole di Rea suonarono come un ordine, non era un tono provocatorio, magari per prepararmi ad un suo attacco sminuendomi. Il suo viso sembrava meravigliato, come se non riuscisse a capacitarsi di ciò che aveva visto, gli occhi aperti e la bocca semiaperta, come se il fiato si fosse fermato. Rimase così per qualche istante per poi trasformare quell’espressione in un marcato sorriso, che riuscì nel farmi imbarazzare ancora una volta. Sentivo il volto avvampare, la mia carnagione scura, seppur non quanto la sua, riuscì a limitare l’esposizione del mio rossore che internamente era sicuramente più marcato. Mi chiedevo cosa l’avesse sorpresa così tanto.


    The Times They Are a-Changin'

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