L'avvento della Lama di Mezzanotte

Apprendimento Abilità personali Ren Natsume

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    L'avvento della Lama di Mezzanotte

    Esplorando l’ultimo rifugio segreto di Jinzabuto, non mi fu difficile reperire i resti del tesoro che aveva sperperato al solo di scopo di portare a termine la sua vendetta. Nulla di poi così grande valore, ma che in verità, nelle mie mani poteva essere di grande utilità. Avvolte in alcune stoffe, ben nascoste nella grotta ammantata dalle tenebre, potei scovare le famose Lame del Rilascio del Fulmine SuperVibrante. Per sfruttarle a pieno avrei dovuto essere in grado di maneggiare il chakra Raiton, ma quelle lame avevano un’altra peculiarità di cui avevo sentito parlare insita in un particolare stile di Kenjutsu famigerato per ogni spadaccino che si rispetti.

    Beh… Non posso certo dire che questa disavventura sia stata completamente negativa…

    Mi dissi sorridendo mentre riavvolgevo le stoffe alle armi, per poi riporre il tutto nel rotolo che portavo con me. Concluso con queste faccende, mi soffermai ancora qualche minuto ad esplorare ulteriormente la zona, apprezzandone le caratteristiche. Sarà per la particolare enfasi datale dalla caccia al tesoro appena conclusa, o per chissà quale motivo inconscio, ma decisi che quello sarebbe stato uno stupendo rifugio. Infondo ai pirati di certo non serviva più, lì, in quell’insenatura, avrei potuto tirar su una bellissima “casa al mare”, ben riparata dalle intemperie grazia alla grotta ed alle alta mura rocciose al cui apice troneggiava lo splendido albero segnato sulla mappa e che mi avrebbe dato il benvenuto ogni volta, magari curandolo e facendolo rifiorire data la sua condizione forse malaticcia.

    Beh, ora è il momento di tornare a casa… Tornerò in seguito per i ritocchi…

    Riordinato quindi tutto il mio equipaggiamento, e perfezionati i dettagli della mappa che mi avrebbe ricondotto senza errore alla mio nuovo rifugio, non indugiai nell’evocare il mio caro amico rospo dalle utilissime capacità spaziotemporali. Fu infatti questione di pochi istanti ed ecco che dinuovo mi trovai ad affondare i piedi della fredda neve di Tetsu, davanti a quella che era casa mia.

    Grazie amico! A presto…

    Salutato quindi l’anfibio, che svanì sorridendo in una nuvola di fumo, varcai la soglia dedicandomi a quello che ritenevo essere un meritato riposo, senza però dimenticare di contattare l’OSU via Seras.

    Qui è il Capitano Ren Natsume di Tetsu… Confermo il mio rientro a casa, da domani sarò pienamente operativo!

    Tale conversazione fu sbrigativa, mi risposero difatti semplicemente con delle felicitazioni del mio rientro e con una richiesta di rapporto sull’accaduto, cosa che feci tempestivamente il giorno seguente, dirigendomi di persona sulla nave voltante adibita a base operativa OSU. Mi ci volle un po’ per completare anche tutto il lavoro rimasto in sospeso durante i miei giorni di prigionia, ma finite le urgenze ebbi anche modo di dedicarmi ad due cose attività secondarie che ero decisamente euforico di iniziare. Quando varcai la soglia del Ryozanpaku infatti, lo feci fremendo dall’eccitazione su ciò che mi aspettava, mi rimboccai le maniche del kimono e raggiunsi un’ampia zona poco più in là della zona di addestramento. Avevo fatto bene in precedenza a prevedere eventuali necessità di spazio ulteriore e mi trovai così a disporre di un’area adeguata a ciò che avevo in mente. Iniziai quindi a sfruttare la mia affinità al Doton per modificare la zona che mi si ergeva innanzi ribassando di un centinaio di metri il terreno.

    Ottimo… Sembra andare bene…

    Passai quindi all’utilizzo del Suiton per riempire il dislivello appena creato, aiutandomi con il pozzo situato a pochi metri da me. Per completare tutto il lavoro mi ci volle qualche ora, ma al termine del tutto potei ammirare con grande soddisfazione la nave sottratta ai pirati che galleggiava fiera in quel piccolo laghetto fatto quasi su misura.

    Bene… Ed ora… Olio di gomito!

    Iniziai quindi a rimettere in sesto quell’imbarcazione ripulendo lo scafo, per poi passare al ponte ed infine pensando agli interni, il tutto sotto lo sguardo defilato ma curioso dei miei allievi, forse affascinati da ciò che facevo o magari solo curiosi. Mi ci vollero diversi giorni di lavoro interminabile, ma dopo aver buttato centinaia di bottiglie e barili di alcolici, sostituito gran parte delle componenti mal ridotte e fatiscenti e bruciato la bandiera pirata ancora issata sull’albero, potei ammirare la mia “Fendente Marino” pronta ad essere messa in mare. Per quanto però la mia soddisfazione fosse grande e la voglia di provarla ancor di più, c’era un’altra cosa che fremeva in un angolino nascosto del mio cuore… Il momento di dedicarmi ad uno speciale allenamento era giunto! Mi apprestai quindi ad avvisare tutti i miei allievi che per qualche giorno sarei stato chiuso nel Dojo e di usare quindi la zona scoperta per i loro allenamenti, giornalmente mi sarei però comunque preoccupato di controllare i progressi di tutti ed assegnare eventuali modifiche del programma. Presi quindi un discreto numero di manichini da allenamento e mi diressi nel dojo per avviare quantomeno i preparativi, fu infatti il giorno seguente che, a porte chiuse, impugnai le particolari lame recuperate durante l’ultima avventura… Invero non fu così facile, ma nemmeno tanto difficile padroneggiare il mitico stile che mi consentiva di maneggiarle tutte e sette nelle stesso momento, le mie grandi capacità nel Kenjutsu, nonché quelle acrobatiche, mi diedero modo di acquisirlo in poco più di una settimana di duro lavoro. La cosa però sorprendente fu che man mano che perfezionavo quelle movenze, mi sembrava quasi di sentirmi limitato, come se per me fosse una forzatura seguire quel dato schema… Iniziai così a ragionare su cosa non andasse, deposi quelle lame ed iniziai a porre un metro di paragone tra quel nuovo modo di combattere e quello che avevo sempre utilizzato. Vi era una profonda differenza di movenze nonché nel modo di tenere le armi, eppure avevo già avuto modo di impugnarne sette o più… Forse era proprio quello il problema, ecco che allora, a metà della seconda settimana, un’idea mi balenò in mente. La mia Avalon era la chiave!

    Bene… Andiamo!

    Esclamai parlando alla mia fidata armatura come alla migliore delle amiche e, attivando i congegni delle sue lame celate ed impugnando saldamente le mie tre katane predilette, adattai i movimenti dello Shichiken alle mie movenze per renderlo più naturale… Fu quella la nascita del mio Stile Impetuoso – Lama di Mezzanotte, rimasi infatti esterrefatto al termine della mia sequenza di colpi portata contro uno dei manichini che finì in terra ridotto in tanti piccoli pezzi, tranciati in modo quasi chirurgico. Ero più che soddisfatto dei miei risultati ma sentivo dentro di me che c’era ancora qualcosa che potevo fare per migliorare ulteriormente e fu il ricordo dello scontro avuto con Nebula, Cyborg di Fury, a darmi l’ispirazione. Contro di lei avevo usato tutti i miei colpi più devastanti ma non potei nulla per eliminarla, le semplici armi non potevano nulla contro di lei ed i miei colpi potenziati dal chakra furono magistralmente evitati, come avrei potuto allora affrontarla in un eventuale nuovo incontro? La soluzione mi fu subito chiara ed era una sola. Certo sarebbe stato uno sforzo immane per il mio fisico e per la mia mente, ma il risultato sarebbe stato certamente efficace, mi impegnai quindi a lavorare sulla mia Diramazione del Chakra in abbinamento al nuovo stile sviluppato, il canto del cigno della mia distruttività. Come auguratosi dai miei genitori, stavo finalmente unendo in modo letterale le loro più grandi capacità, le arti del Kenjutsu di mio padre, intransigente Samurai di Tetsu, alle arti magiche di mi madre, che coadiuvavano magnificamente i miei movimenti rapidi e devastanti.

    Ed ora…

    Impugnai il rotolo che detenevo sulla schiena lasciai andare leggermente le ginocchia mentre il chakra jinton iniziava a scorrere impetuoso dentro di me. Quella che stavo per eseguire sarebbe stata la tecnica più distruttiva del mio repertorio ed ero già certo di poterla eseguire, qualcosa di devastante oltre ogni dire, qualcosa che mi avrebbe permesso di imprimere la supremazia delle mia spade su chiunque!

    VIA!

    Lanciai in aria il rotolo che aprendosi avrebbe iniziato a rilasciare una pioggia di spade lungo tutta la zona, al che io, scattando a velocità supersonica ed entrando in quel mio magico mondo in cui tutto si muoveva a rallentatore, avrei impugnato, una ad una, tutte le lame in caduta libera, pronto a sfruttarle per una serie di fendenti consecutivi, su diversi manichini posizionati in zona, tra uno scatto e l’altro, fino a concludere con le ultime armi che detenevo in prima persona.

    Bene… Maledetti cyborg… Vediamo ora come la mettere!

    Fu così che in poco più di tre settimane, un nuovo Ren era pronto a dare battaglia più forte che mai, determinato a distruggere la feccia Cyborg che, nome di Fury, portava distruzione sugli innocenti!

     
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    Ok approvate, ricordati di non sforare gli slot :please:
     
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